Il Doping nel ciclismo attuale

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Strong
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Winter ha scritto:
Strong ha scritto:
Winter ha scritto:Gilles Delion
Charles Mottet
Urs Zimmermann
David Moncoutie
Jean Christophe Peraud

I primi nomi che mi son venuti in mente

Per un lungo periodo , non mi è interessato sul come venivano realizzate determinate performance (stile il buon Lemond). Mi interessava il risultato e stop.
Tanto c'era l'idea generalizzata che tanto lo fan tutti. No , non lo fanno tutti , saran pure un 10% , ma son da seguire piu' degli altri

pur continuando ad essere un seguace della "teoria lemond", comprendo ed in parte condivido anche il tuo modo di "vivere" il ciclismo.

l'unico appunto che posso fare è che diventa difficile avere delle convinzioni su ciclisti che nemmeno conosco di persona
com'è possibile avere certezze su qualche ciclista? :boh:
Ho avuto qualche informatore in gruppo..
Poi Per determinati corridori mi fido di alcuni libri (quello di Mentheur e quello degli ex Festina)
Nella Festina su 25 corridori della squadra 1998 solo tre non prendevano nulla (Halgand , Bassons e Lefevre) , non sono io a dirlo ma è Bruno Roussel (perche' dovrebbe mentire ?)
Sempre li si cita Mottet , come esempio
Su Delion è citato sia nel Libro di Mentheur che in quello di Voet (e puoi chiedere anche ai corridori pro della sua epoca) , non prendeva nulla
Idem Zimmermann
Moncoutie' grazie a persone a lui vicine
Peraud perche' è seguito da Antoine Vayer (uno dei pochi preparatori puliti)

fosse come dici tu ci sarebbe da dare ragione a principe.
senza doping vinci corsette si 2/3 piano, ottieni qualche piazzamento ogni tanto e porti a casa qualche tappa.
per vincere qualche corsa che conta devi sperare che gli altri siano in un periodo di "scarico" (teoria dello slot di prince)


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
alfiso

Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da alfiso »

Winter ha scritto:Gilles Delion
Charles Mottet
Urs Zimmermann
David Moncoutie
Jean Christophe Peraud
I primi nomi che mi son venuti in mente
Per un lungo periodo , non mi è interessato sul come venivano realizzate determinate performance (stile il buon Lemond). Mi interessava il risultato e stop.
Tanto c'era l'idea generalizzata che tanto lo fan tutti. No , non lo fanno tutti , saran pure un 10% , ma son da seguire piu' degli altri
Se ti riferisci anche alla letteratura ed alle affermazioni ufficiali di colleghi devi aggiungere l'ing. Christophe Bassons, un bel personaggio.


Winter
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da Winter »

Chiaramente (se vedi sopra ho citato i soli 3 Festina 1998 che non prendevan nulla)
Ho scritto solo i primi che mi son venuti in mente
Bassons aveva un motore incredibile (parole dei suoi ex compagni Festina come Bortolami) , purtroppo era nato nel periodo sbagliato..
Dava fastidio , uno dei pochi puliti in un mondo dove la maggioranza prendeva di tutto
Vergognoso il modo in cui il gruppo gli ha fatto vincer la tappa al Delfinato , solo per dimostrare che il ciclismo era cambiato.. visto che aveva vinto Bassons la pecora bianca (o nera ?) tutti eran puliti
Gia' non era amato tra i corridori francesi.. poi si è messo contro l'americano

anche lui era seguito da Vayer


alfiso

Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da alfiso »

Dai Winter non esagerare quel fatto. Non c'era e non c'è odio nei suoi confronti.
Chi si manifestò in quel modo lo fece per porre in evidenza una volta di più il problema di quella situazione così creatasi.

Su chi invece lo minacciò lungo i tornanti dell'Alpe d'Huez meglio stendere un velo pietoso. Sento latrati in giro ;)


Winter
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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da cyclisme-dopage.com

Gianluca Bortolami (ancien coureur) : "Bassons, s'il était à 50 au lieu de 40 [d'hématocrite], il pourrait gagner Paris-Roubaix".


Strong
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da Strong »

alfiso ha scritto: Sento latrati in giro ;)
neppure hai il coraggio... :uhm:

dopo "questo forum è diventato una cloaca"

te ne esci con i latrati... :uhm:

meglio se non sprechi troppe energie preziose per il tuo "gruppo di lavoro" :lol: :roll:


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alfiso

Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da alfiso »

A differenza di te non cerco lo scontro. Dai, un attimo a cuccia.


Strong
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da Strong »

alfiso ha scritto:A differenza di te non cerco lo scontro. Dai, un attimo a cuccia.
se non cerchi non alludi...
se alludi e basta... :champion:


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cauz.
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da cauz. »

secondo letteratura e colleghi pure cadel corre pulito. eppure ha vinto un TdF. qualcosa non torna, o da una parte o dall'altra (a meno di non prendere per buona la "teoria dello slot").

winter, visto che il discorso ha preso questa piega... chi altro è/era seguito da vayer?


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alfiso

Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da alfiso »

Antoine Vayer divenne famoso in occasione degli eventi Festina e durante le vicende di Jerome Chiotti.
http://www.cyclisme-dopage.com/portraits/vayer.htm

Tornando a Bassons, lo escluderei come pure altri da ironie e dubbi.
Il suo essere contro il doping non era ostentato ed utilizzato come una clava nei confronti dei colleghi "cattivi" come tristemente successo in tempi recenti per questioni di apparenza ipocrita o per superiorità etica etnico-culturale-anglosassone. Anzi.
Purtroppo le sue opinioni furono utilizzate ampiamente dai media e strumentalizzate dalla politica in cerca di "esempi positivi" nel marciume dello sport professionistico (da qual pulpito :o).
La conseguenza fu una mafiosa e puerile conventio ad excludendum nei confronti del povero Christophe, alimentata da vecchi marpioni.
Ho detto puerile perchè per la maggior parte dei peones (kamikaze) Christophe ridicolizzava coi suoi risultati i loro sacrifici per rimanere competitivi (o meglio per poter finire le gare).
Ma non penso proprio che questi alimentassero sentimenti di odio nei confronti di Bassons. Certo era un odioso manierismo, lo stesso che col tempo si è evoluto nella insopportabile retorica attuale.
Col tempo, però, il suo agire e le sue opinioni, mai urlate, sono state rivalutate.
Anche allora, i più cinici e spietati aguzzini nei confronti di Christophe furono i vari clienti di un medico ferrarese, uno su tutti quello citato da Winter, che passò pure alle minacce in stile Chicago anni 20 o Atlantic City anni 70, nonostante la discendenza norvegese.
Ma il tempo è galantuomo, aggiusta tutto e la menzogna finisce a valle.


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Killer
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da Killer »

Certo che rileggere a distanza di 18 anni il dossier Donati mette i brividi. Gli auspici e le proposte che lancia nella conclusione fanno quasi tenerezza.

"Pubblichiamo integralmente il documento preparato dal dottor Sandro Donati (e consegnato al Coni) sul doping nel ciclismo, assieme ai commenti delle persone citate. Nel testo abbiamo sostituito con le lettere dell'alfabeto greco o con i puntini di sospensione i nomi di quanti, tirati in ballo, è stato impossibile raggiungere per raccogliere un'eventuale replica o che, raggiunti, si sono rifiutati di commentare nel merito le affermazioni contenute nel dossier.
L'utilizzazione dell'eritropoietina nel ciclismo professionistico italiano (appunti di una breve inchiesta tra alcuni esperti e operatori)

1. Premessa
2. Informazioni raccolte
3. Interviste
4. Conclusioni

I commenti dei protagonisti


1. Premessa
Tutti coloro che ho interpellato sull'argomento sono stati concordi nell' affermare che l'eritropoietina (a volte associata ad altri ormoni) è utilizzata da un'elevatissima percentuale di ciclisti professionisti. Come logica conseguenza a un'estesa diffusione, i corridori, i tecnici, i medici, i dirigenti e i massaggiatori tendono a costituire una vera e propria barriera di riservatezza, impenetrabile dall'esterno dei loro ambienti. A ciò si aggiunga il fatto che il mondo del professionismo già tende, di per sé, ad autogestirsi e a distinguersi dal resto dell'ambiente ciclistico (per esempio, da quello dilettantistico). Si può, dunque, ben comprendere come sia difficile raccogliere testimonianze determinanti e, meno che meno, prove riguardo all'utilizzazione, alle eventuali modalità di prescrizione e ai sistemi di approvvigionamento dell'eritropoietina. Ciononostante, esiste una più concreta possibilità di acquisire informazioni attraverso i canali contigui al mondo del ciclismo professionistico: i corridori, i tecnici e i medici che vi hanno militato di recente, i tecnici e i medici dei dilettanti passati da poco al professionismo.
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2. Informazioni raccolte
Per procedere in questo sondaggio preliminare ho adottato il semplice metodo di far derivare il materiale di partenza dalle informazioni in possesso di alcuni esperti da me interpellati. E'implicito che si tratti di persone particolarmente competenti e affidabili sul piano etico. Con esse ho vagliato tutte le informazioni che man mano sono riuscito a ottenere da altri e che, pure, ho distinto in schede.

Scheda n. 1 (F.V., tecnico) Ritiene che l'utilizzo degli steroidi sia in forte diminuzione tra i professionisti e pressoché prossimo alla scomparsa. In contrapposizione si è sempre più diffuso il ricorso ad altri ormoni quali l'eritropoietina e la gonadotropina. In qualche caso le due forme di doping vengono associate. In qualche altro le si pratica in modo distinto. Soprattutto l'eritropoietina si è rivelata estremamente efficace per lo sviluppo della capacità di prestazione agonistica ed è divenuta la forma di doping più diffusa e praticata almeno dal 60-70% dei corridori.
A somministrarla ci sono, nella grande maggioranza dei casi, i medici. Fra questi il professor Francesco Conconi e alcuni dei suoi assistenti e collaboratori. Il professor Conconi tratta direttamente alcuni campioni come "Alfa" e fa da riferimento (consiglia, coordina) per altri come Gianni Bugno, Claudio Chiappucci e Maurizio Fondriest. Il dottor Michele Ferrari si occupa di Moreno Argentin, di "Beta", di "Gamma" e di numerosi altri corridori appartenenti a diverse squadre: con i primi due ha firmato un contratto con il quale si è assicurato una percentuale dei loro guadagni, agli altri fa pagare a seconda del livello (dosaggio e durata) del trattamento.
Il dottor "Delta", altro assistente del professor Conconi, ha somministrato l'eritropoietina a Guido Bontempi della Carrera. Anche il dottor "Sigma", a sua volta collaboratore di Conconi, risulta implicato ma soltanto con singoli corridori e non con una squadra. Un altro medico molto "attivo" è il dottor Santuccione di Pescara, soprattutto con i dilettanti che continua a seguire allorché passano tra i professionisti. In un caso il tecnico F.V. ha saputo direttamente da un corridore della Squadra Nazionale Dilettanti che a "trattarlo" era stato il dottor Santuccione: successivamente questo corridore è passato al professionismo. Il tecnico è in grado di precisare ulteriori dettagli di questo episodio.
In qualche altro caso sono addirittura i direttori sportivi a interessarsi del trattamento con Epo dei propri corridori come, per esempio, nel caso di Salutini della squadra Mercatone uno. Un corridore di questa formazione durante il Giro d'Italia dello scorso anno, dopo un avvio molto brillante, fu colto da un collasso.
Quando venne soccorso gli riscontrarono una frequenza cardiaca di 25 battiti al minuto (in pieno sforzo!).

Scheda n. 2 (Z.E., tecnico) Conferma del parere precedente a proposito degli steroidi anabolizzanti: Z.E. li considera in disuso non solo tra i professionisti ma anche tra i dilettanti. In sostituzione degli steroidi i corridori tendono a utilizzare altri ormoni proteici quali, per esempio, l'Acth e l'Hcg. Il professor Conconi è indicato nell'ambiente del ciclismo professionistico come il punto di riferimento di Claudio Chiappucci, di Maurizio Fondriest, di Gianni Bugno e di "Alfa".
Il dottor Michele Ferrari è considerato come il più coinvolto, fra gli assistenti del professor Conconi, nella somministrazione dell'Epo. Di lui i corridori dicono che ha tratto un enorme profitto economico dall'attività di medico-dopatore.
Z.E. ritiene del tutto veritiera la distinzione indicata dal dottor Polini fra gli atleti che venivano "curati" dal dottor Ferrari e gli atleti (di minor valore) seguiti dallo stesso Polini. Fra questi ultimi, evidentemente, il dottor Polini contava di trovare uno o due possibili testimoni in grado di confermare quanto da lui dichiarato in televisione e di fronte alla Commissione di Indagine del Coni.
Essi sono: Pierobon, passato in questa stagione con la squadra di Fanini "Amore e Vita", considerando che è proprio da questa squadra che sono venute molte delle informazioni riferite dal vicepresidente federale Ferrini si potrebbe ritenere Pierobon come un possibile teste ma sarà improbabile che accetti di deporre: Minali, corridore che spera di ottenere qualche risultato in questa stagione e che, presumibilmente, eviterà di parlare; Gamba, che nell'ambiente viene considerato come un "raccomandato" e che, pertanto, non si trova nella condizione migliore per esprimersi su un argomento così delicato; Martinelli, professionista da tre anni, sempre assistito da Polini, quando Polini ha parlato era fra i "disoccupati" ma ora, nonostante il suo non eccelso valore, ha trovato una squadra e si guarderà bene dall'esporsi; Frattini, è un corridore totalmente privo di risultati agonistici di sia pur minimo rilievo, psicologicamente incerto, avrà certamente timore a parlare. Come si può dedurre molto difficilmente Polini riuscirà ad avere conferme testimoniali da qualcuno dei suoi ex corridori.
Il personaggio Ferrini va opportunamente inquadrato. E' un tipico dirigente sportivo con radice politica che cura molto e che ha sempre aiutato la propria base elettorale. Al punto che con il dilettante Daddi, trovato positivo a un controllo antidoping, si adoperò in ogni modo per fargli avere uno "sconto" nella sanzione, se non proprio un annullamento. Occorre ricordare che Daddi era risultato positivo per anabolizzanti a un controllo antidoping preventivo deciso dalla Fci, prima dei Campionati Mondiali Dilettanti in Francia. Non venne, dunque, convocato. Ferrini si adoperò a suo favore sostenendo che solo i controlli ufficiali in gara potevano dar luogo a squalifiche. Il Cf della Fci comminò, invece, due anni di squalifica. Ferrini si attivò allora per farla ridurre. Dopo meno di un anno il Cf riesaminò il caso e decise di ridurre a un anno la sanzione ma Ferrini che aveva proposto il riesame votò addirittura contro! Occorre, inoltre, aggiungere che proprio lui era il dirigente responsabile della Squadra Nazionale Italiana nelle Olimpiadi di Los Angeles del 1984, allorché i corridori azzurri vennero sottoposti dal professor Francesco Conconi all' emotrasfusione. A chi gli chiede come mai abbia taciuto su quei fatti egli è solito rispondere che erano altri tempi e non si valutava appieno ciò che si faceva.
Z.E. indica l'altro assistente del professor Conconi, "Delta", come il medico della "Kappa", coinvolto nella somministrazione dell'Epo (...) in particolare a Guido Bontempi e a Gian Carlo Perini altro corridore "esploso" improvvisamente a grandi livelli dopo molti anni di carriera anonima. A proposito del dottor "Delta" occorre rilevare che, analogamente a Ferrari e "Sigma", è tra coloro che hanno firmato i lavori scientifici del professor Conconi.
Per quanto si riferisce al dottor "Sigma", egli lavora a Ferrara (...). Almeno in un caso (quello del corridore professionista Flavio Vanzella) ha provveduto al trattamento con l'Epo dopo analisi e test svolti a Ferrara. Z.E. ritiene il dottor Santuccione di Pescara collegato con il tecnico della squadra nazionale Valentini e con gli stayer che sono risultati positivi agli steroidi anabolizzanti. In un'occasione fu trovato positivo addirittura un guidatore della moto da stayer, Grifoni, poi morto a 40 anni per tumore. Nel 1991 un atleta abruzzese, D'Ascenzo, fu trovato positivo per gli steroidi anabolizzanti. Il suo medico era il dottor Santuccione. Durante il periodo di stop, dopo circa quattro mesi dalla positività riscontrata, D'Ascenzo ha avuto un tumore alla gola che lo ha costretto a una lunga degenza in ospedale.
Z.E. sostiene che anche "Tau", trovato a suo tempo positivo per gli steroidi anabolizzanti, era stato trattato dal dottor Santuccione. Quanto da lui affermato in occasione della sua audizione presso la Commissione d'Indagine ("non mi sono mai drogato, sono stato vittima di una trappola") è, dunque, totalmente falso.

Scheda n. 3 (I.O., medico) Rileva un particolare di significato fondamentale: allorché si verificarono i ritiri in massa dei corridori della "Lambda" dal Tour de France vennero trovate nelle loro urine tracce di un farmaco fluidificante, l'intralipide. Si sa per certo che in questa squadra si faceva un rilevante uso dell'Epo (tra l'altro la "Lambda" ha avuto un morto tra i diciotto verificatisi per arresto cardiaco, riconducibili all'utilizzo dell'Epo secondo il parere autorevole di diverse fonti scientifiche).
Così come si sa che l'Epo produce un forte incremento della viscosità del sangue e, dunque, un elevato rischio per la salute e per la vita. I farmaci fluidificanti servono a bilanciare la maggiore viscosità del sangue. Il professor Conconi e il suo gruppo vengono considerati particolarmente esperti proprio nel "bilanciamento" fra l'Epo e i fluidificanti. I.O. indica due canali di acquisizione dell'Epo che servono, soprattutto, ai corridori e ai medici che non sono in grado di avere il farmaco direttamente dalle strutture ospedaliere: la Farmacia del Vaticano e le farmacie svizzere, specialmente quelle vicine al confine. I.O. ritiene che la maggior parte dei corridori professionisti che assumono l'Epo si rivolgano ai medici di Ferrara, soprattutto a Ferrari oltreché a "Sigma" e "Delta".

Scheda n. 4 (L.U., ex corridore professionista) Ritiene che il dottor Michele Ferrari sia, di gran lunga, il personaggio maggiormente coinvolto nella somministrazione dell'Epo ai corridori professionisti. Ha guadagnato cifre iperboliche con la sua attività di dopatore al punto che, nell'ambiente, viene definito come il "corridore" che guadagna di più al mondo dopo Miguel Indurain...
L.U. lo definisce un assatanato di denaro e descrive il sistema "razionale" con cui ha definito i suoi interventi "professionali". Esiste un primo livello di interventi (livello elementare...) per il quale si limita a chiedere al corridore un compenso di 7-10 milioni all'anno. Esso consiste esclusivamente nella stesura di un programma di allenamento. Il secondo livello prevede, oltre al programma di allenamento, la somministrazione di qualche farmaco (Epo, gonadotropina, o altro). Il costo si aggira sui 12-15 milioni e corrisponde a un trattamento farmacologico modesto quantitativamente. Occorre, infatti, tenere presente che il dottor Ferrari fornisce direttamente all'atleta i farmaci. (...) I livelli successivi non possono essere definiti in quanto riguardano trattamenti con Epo e con altri ormoni molto costosi. A seconda della durata del trattamento varia il costo. Solo i corridori di gran nome possono accedere a questi livelli di trattamento (per esempio, Argentin e "Ypsilon"). Il piccolo corridore è tagliato fuori. Questa constatazione induce, spesso, i corridori più modesti a spendere una grossa parte dei loro guadagni per un "investimento" in doping.
Per tale ragione si è sviluppato un vero e proprio livello "fai da te". In questo modo l'atleta cerca di procurarsi personalmente l'Epo, per risparmiare, affrontando così grandi rischi. Infatti, i corridori che pagano il medico dopatore ricevono un'assistenza che diminuisce i rischi e inoltre questi provvede ad "aggiustare" i livelli ormonali in modo che l'atleta non risulti positivo agli esami antidoping.
L.U. ricorda il ricovero in ospedale di Moreno Argentin dopo la vittoria al Campionato Mondiale su strada. Nell'occasione l'atleta era stato trattato dal professor Conconi. Lo stesso fu, dal primario professor Furlanello dell' ospedale di Trento, cacciato dal reparto dove era ricoverato l'atleta. Ne scrissero anche i giornali.
La squadra Ariostea, diretta da Ferretti e che ha come medico sociale il dottor Cecchini, è fortemente dedita al doping con l'Epo. Tra gli atleti di questa squadra trattati ricorda Cassani, Lelli, "Omega", Saligari, tutti molto forti durante il 1993.

Scheda n. 5 (S.F., tecnico) Indica nel professor Francesco Conconi l'origine della diffusione della pratica del doping mediante l'Epo. Ritiene che il professor Conconi sia anche attualmente uno dei punti di riferimento, anche perché i suoi assistenti che risultano coinvolti nella somministrazione dell'Epo hanno condotto sotto la sua guida gli studi di base, palesi o riservati, sull'Epo o collaborano con lui (per esempio il dottor "Sigma") (...) nell'assistenza di alcuni importanti corridori. Il dottor Michele Ferrari è, senza alcun dubbio, il medico che tratta con l'Epo (e non solo con l'Epo) il maggior numero di corridori professionisti. Tra l'altro alcuni importanti atleti dell'Ariostea sono seguiti da lui. E' a conoscenza di un altro collaboratore del professor Conconi, il dottor "Delta", attivo nella somministrazione dell'Epo.
Per quanto concerne i canali di acquisizione dell'Epo sa che molti fanno riferimento alla farmacia del Vaticano e alle farmacie svizzere. A volte i medici che praticano il doping non risultano nei tesseramenti ufficiali della squadra (è stato il caso, per esempio, del dottor Ferrari che, fino a tutto il 1993, non risultava ufficialmente tesserato: ora la Fci ha imposto alle squadre di utilizzare soltanto i medici ufficiali ma la regola viene facilmente e sistematicamente disattesa). In ogni modo, anche i medici prestanome sanno, così come dimostra lo stesso caso di Polini. Rientrava in questa fattispecie il dottor Cecchini di Lucca, medico ufficiale dell'Ariostea che ora, però, ha ben imparato il "mestiere" dedicandosi, a sua volta, in proprio, al trattamento dei corridori della sua squadra oltreché dei dilettanti e amatori della sua zona. Il dottor Cecchini tratta anche Cipollini (anche lui di Lucca), nonostante non sia un corridore dell'Ariostea.

Scheda n. 6 (Z.R., tecnico) Sostiene che il 70-80% dei corridori professionisti utilizza l'Epo. Ha avuto occasione di parlare direttamente con il professor Conconi di ciò che sta facendo il dottor Ferrari. Il professor Conconi ha risposto testualmente che Ferrari ha deciso di fare il commerciante. In seguito a questo colloquio ha ricevuto dal segretario generale della Fci, il maestro di sport Renato Di Rocco che era venuto a conoscenza della cosa, un esplicito invito a evitare per il futuro l'argomento.

Scheda n. 7 (L.U., giornalista) C'è un medico belga di nome Van Mol che lavora con la Mg Bianchi Gb e ha trattato con l'Epo alcuni corridori di questa squadra fra cui, a più riprese, Franco Chioccioli. Questo medico proviene dalla Del Tongo Mg di Beppe Saronni. Ha avuto, alcuni anni fa, grossi problemi in Belgio per questioni legate al doping dei cavalli. Inoltre, fu proprio lui a somministrare il cortisone a Beppe Saronni durante l'ultimo Giro d'Italia da questi vinto. Il trattamento causò a Saronni gravi problemi tra cui un'insufficienza surrenale. Da allora Saronni non vinse più una gara. In seguito a questo fatto Saronni prese posizione contro Van Mol ottenendo il suo allontanamento dalla squadra. Dalla Del Tongo Van Mol passò nella squadra di "Eta" e trattò farmacologicamente il corridore (...). In questo modo Van Mol tornò in auge in un ambiente che presta ai trattamenti farmacologici un'attenzione maniacale. Quando Saronni lasciò la Del Tongo (1991) questa squadra riassunse Van Mol. Tutto il blocco della Del Tongo Mg, nel 1992, si spostò alla Bianchi unitamente allo sponsor belga Gb (che corrisponde a una catena di grandi magazzini belgi) portato proprio da Van Mol, vero e proprio affarista a tutto campo. Van Mol conosceva, dunque, molto bene la maggior parte dei corridori, Chioccioli compreso.
Altri corridori di grande nome trattati da Van Mol sono "Iota" (nell'ambiente ciclistico viene giudicata incredibile la sua prestazione nell'ultimo Tour de France) (...), "Mu" e Ballerini. Va aggiunto che il dottor Van Mol, pur interessandosi di squadre italiane, ha sempre mantenuto rapporti stretti con alcuni corridori belgi e ha provveduto sia a trattarli farmacologicamente (tra di essi il più noto è "Pi") sia a collocarli ora in una squadra ora in un'altra. C'è un particolare da verificare riguardo alla presunta consegna da parte di Van Mol di due fiale di Epo a un corridore che, a sua volta, le mise nelle mani del dottor Alessandri che le fece analizzare. Alessandri ha operato per qualche tempo come sostituto del dottor Merigo di Lucca con la squadra nazionale femminile.

Scheda n. 8 (A.L., tecnico svizzero) Riferisce che in una farmacia di Stabio, in Svizzera, vicino al confine con l'Italia, ha visto lo stayer "Ro", per due volte durante il 1993, acquistare farmaci (Epo si presume, poiché egli ha genericamente riferito che si trattava di una cura per i globuli rossi) per alcuni milioni. "Ro" era in compagnia di un uomo con i baffi (sia il tecnico dell'atleta Valentini, sia [...] li hanno). Sembra che si sia rifornito di Epo solo per sé. "Ro" attualmente non ha squadra, ma risulta in trattativa con la "Amore e Vita" di Fanini.

Scheda n. 9 (F.C., ex corridore professionista) Confida che il medico di cui parla nelle sue interviste in televisione e sui giornali è il dottor Ferrari. Descrive la sua villa dove, più volte, si è recato per ricevere direttamente i farmaci da assumere...

Scheda n. 10 (E.B., ex corridore professionista) Ha corso con la squadra di Fanini fino al 1992. Confida di essere stato trattato dal dottor Ferrari. Molto difficilmente accetterebbe di parlare.

Scheda n. 11 (R.B., ex corridore professionista) Ha confidato a un tecnico che lo aveva allenato in passato di aver fatto uso più volte di Acth ma non di Epo durante i tre anni in cui ha gareggiato tra i professionisti.

Scheda n. 12 (G.Z., medico) E' certo, avendolo visto in più occasioni anche recenti, che gli steroidi tradizionalmente conosciuti siano stati in gran parte abbandonati dai corridori professionisti e sostituiti con altri non rilevabili dagli attuali sistemi di controllo antidoping.
Indica i farmaci da lui intravisti in numerose occasioni nelle borse dei massaggiatori e dei medici durante le corse e negli alberghi:
- Genotropin (ormone somatotropo biosintetico)
- Maxicortex 2000 (corteccia surrenale)
- Neocromatoncortex 200 (corteccia surrenale + complesso B)
- Ne 300 (corteccia surrenale + complesso B)
- Profasi Hp (gonadotropina corionica)
- Sinsurrene forte (corteccia surrenale)
- Solu-medrol (metil-prednisolone)
- Synacthen (Acth)
- Synchodyn 1-17 (Acth)
- Andriol (testosterone undecanoato)
- Animine (caffeina)
- Astenile (prasterone)
- Bentelan (betametasone)
- Celestone (betametasone)
- Cortigen B6 (corteccia surrenale + B6)
- Eprex (eritropoiena)
- Flebocortid (idrocortisone)
A proposito della gonadotropina corionica ritiene improbabile il suo utilizzo come sostanza doping vera e propria: piuttosto potrebbe essere usata per riattivare le gonadi dopo trattamenti prolungati con gli steroidi che hanno prodotto l'inibizione della produzione endogena.
Fino allo scorso anno era facilissimo scorgere i frigoriferi portatili cui fa riferimento Polini, così come i medici e i massaggiatori custodivano con discrezione ma senza troppi accorgimenti i farmaci doping. Ora la situazione è cambiata, in seguito alle diverse accuse mosse all'ambiente e al clamore di stampa che ne è derivato: si giunge perfino a custodire i farmaci all'interno di doppi fondi nei furgoni delle squadre.
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3. Interviste
Nelle ultime settimane sono comparse sulla stampa o in televisione numerose interviste di "addetti ai lavori" dell'ambiente ciclistico che hanno fatto una serie di denunce, essenzialmente sul problema dell'Epo. Tra esse le più importanti sono certamente quelle del vicepresidente della Fci Ferrini, del dottor Polini, del campione italiano Podenzana, del suo allenatore Tendola e dell'ex corridore professionista Cavallini.
Ferrini è stato ascoltato dalla Commissione d'Indagine del Coni e non conosco, se non frammentariamente e per sentito dire, ciò che ha detto. Nelle interviste rilasciate ha, però, affermato che la pratica dell'Epo è molto diffusa e che vi sono implicati medici noti. Mi risulta che in Commissione abbia fatto il nome del dottor Michele Ferrari. Mentre con i giornali ha fatto chiaro riferimento al traffico che si è sviluppato sull' Epo e che vede coinvolte diverse persone dell'ambiente ciclistico. Il nome del dottor Ferrari è, invece, stato fatto pubblicamente dal dottor Polini. Fra gli atleti trattati dal dottor Ferrari egli ha indicato Argentin, "Ypsilon" e "Ics". Ha anche fatto riferimento ai piccoli frigoriferi a mano che ha visto comparire in occasione delle corse. Cavallini, ex corridore professionista, piccolo industriale ben avviato e, dunque, sufficientemente autonomo economicamente per poter parlare, è molto più di un addetto ai lavori che ha visto o che è venuto a sapere di fatti di doping. Egli lo ha praticato e lo dichiara.
Questo gli attribuisce una credibilità particolarmente elevata. Dice: "Volevo migliorare le mie prestazioni, alcuni miei colleghi mi hanno raccomandato un dottore, loro con le sue cure avevano ottenuto grandi risultati, sono andato a trovarlo. Pensavo che mi spiegasse come allenarmi, e invece mi ha detto di prendere delle medicine. Non ne ricordo il nome, so però che contengono la gonadotropina, la sostanza che hanno trovato nelle analisi di Volpi... Tutto il mio stipendio di corridore se ne andava in boccette miracolo, voleva che facessi delle iniezioni dieci-quindici giorni prima delle gare".
L'intervista rilasciata a Repubblica dal campione d'Italia Massimo Podenzana è in linea con il quadro descritto da Cavallini, anche se il suo linguaggio è velato. Tra l'altro ammette "che l'utilizzazione dell' eritropoietina nel ciclismo è un fatto grave perché turba gli equilibri sportivi... vedo che molti corridori vanno spesso a Ferrara, ma non so se si limitano a semplici test".
L'allenatore di Podenzana, Gianni Tendola, analizza la situazione dal punto di vista tecnico e dice: "L'uso dell'Epo rischia di trasformare radicalmente il ciclismo, se non si corre ai ripari subito i corridori puliti scompariranno... A cosa serve allenarsi tantissimo per poi essere battuti da chi usa il doping?".
A proposito di ciò che è apparso sui mezzi di informazione, è anche molto significativo l'articolo di Angelo Zomegnan apparso sulla Gazzetta dello Sport del 27 agosto 1993.
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4. Conclusioni
Prima di sintetizzare quanto emerge dalle diverse "schede" da me raccolte e dalle interviste rilasciate da alcuni protagonisti è utile fare alcune considerazioni sulle peculiarità dell'Epo. Il suo costo estremamente elevato e l'impossibilità di acquistarla in farmacia rendono questa sostanza, per molti aspetti, assimilabile a quelle che costituiscono l'oggetto del narcotraffico. In Italia, infatti, in base alla normativa in vigore, possono acquistarla soltanto alcune strutture ospedaliere specializzate. All'estero (per esempio in Germania o in Svizzera o nella più volte citata Farmacia del Vaticano) una scatola da sei fiale costa circa 600.000.
Al costo dell'Epo occorre, però, aggiungere quello dei farmaci fluidificanti e l'onorario (si fa per dire...) del medico che regola il tutto. Considerando che un trattamento può estendersi a un periodo di circa sette settimane, il costo complessivo finisce per essere, spesso, superiore agli 8-10 milioni. La notevole efficacia sul rendimento atletico e i grandi guadagni che questa sostanza consente hanno sovrastimolato il mercato dell' offerta e della domanda.
Non c'è alcun dubbio, se si fa riferimento alle tante e coincidenti testimonianze in merito, che l'Università di Ferrara sia stata il nucleo dal quale tale pratica di doping si è originata. Così come non c'è alcun dubbio che il professor Conconi sia stato il punto centrale di riferimento di questo nucleo attorno al quale si è formato un gruppo di suoi assistenti. Il professor Conconi, così come è caratteristica dei direttori di Istituto nelle università, ha gestito la pratica dell'Epo con il suo gruppo che, però, con il trascorrere del tempo e con l'aumentare degli interessi economici, ha perso la compattezza originaria. Uno in particolare dei suoi collaboratori, Michele Ferrari, si è distinto per spregiudicatezza e avidità di guadagni divenendo il riferimento di un gran numero di corridori. Mentre il professor Conconi s'indirizzava, sempre più, verso alcuni rapporti "privilegiati" (con pochi grandi campioni, con il Coni, con le Fsn, con il Cio, con l'Uci) e ben remunerati, il dottor Michele Ferrari restava pressoché padrone del campo e si dedicava a una molteplicità di rapporti con squadre e con singoli corridori.
Altri assistenti di Conconi (due almeno: "Sigma" e il dottor "Delta") seguono singole squadre o pochi singoli casi. Esistono poi altri medici dediti alla somministrazione dell'Epo: tra di essi spiccano il belga Van Mol, il pescarese Santuccione e il lucchese Cecchini considerati da più fonti come molto attivi. Perfino alcuni tecnici si sono buttati a capofitto sull'affare-doping: uno di questi è il d.s. della Mercatone uno Salutini, un altro è collegato con l'ambiente degli stayer, un terzo è il d.s. della Mg Bianchi Gb Paolo Abetoni. Addirittura, in alcuni casi, risulterebbero implicati degli ospedali.
Nell'ambiente del ciclismo professionistico è addirittura accaduto che un tecnico che aveva appena acquistato in Svizzera farmaci doping per circa 70 milioni reagisse con rabbia alla denuncia fatta da Ferrini che rischiava di spaventare i suoi potenziali clienti.
Dinanzi a un fenomeno di tali caratteristiche e di tale portata è evidente che la strategia di contrasto non può certo essere basata sui controlli antidoping su sostanze, per altro, impossibili da rilevare, al momento e forse per un anno ancora! E' più logico pensare a un'azione combinata che si estrinsechi, da una parte, mediante un esposto alla magistratura per appurare se sussistano gli estremi di reati penali e, dall'altra, attraverso un'indagine della Commissione del Coni. L'esposto alla magistratura va, se già non lo è stato, inoltrato con urgenza: è ben noto che di Epo si muore. E' accaduto per 18 ciclisti olandesi e belgi (nell' ambiente del ciclismo il numero viene già corretto a 22). Pochi giorni fa è morto, all'età di 26 anni (non 27 come riportato dalla stampa), il polacco Halupczok, per la solita crisi cardiaca. Nel 1989 aveva stravinto il Campionato Mondiale Dilettanti su strada e aveva trascinato la sua squadra verso la medaglia d'argento della 100 km; nel 1990 aveva corso per la Diana Colnago e nel 1991 per la Del Tongo Mg (di cui era medico il belga Van Mol).
Parlando con alcuni campioni professionisti si scopre che l'Epo e, più in generale, l'esigenza del doping per essere competitivi, è divenuta per loro un'angoscia, di cui non sanno come liberarsi. Ma chi dovrebbe liberarli se non coloro che dirigono il ciclismo? E' totalmente ridicolo che si sia giunti al punto che, a causa del doping, si salga sulle montagne più prestigiose del Tour e del Giro con rapporti da pianura e ad alta velocità, ma senza che si riesca a fare selezione essendo molti corridori pieni di Epo, di Acth, di Hcg e di testosterone! Parallelamente all'azione eventuale della magistratura il sistema sportivo (il Coni, visto che la Fci non sembra in grado di farlo) deve indagare per proprio conto. Ma con la volontà di scoprire. A tale fine occorre, però, una Commissione d'indagine che abbia nel proprio interno competenze specifiche rispetto agli argomenti di cui si occupa: almeno uno specializzato in medicina dello sport che sappia distinguere una pratica doping dall'altra e un esperto di allenamento che sappia percepire e orientarsi nel linguaggio degli allenatori e degli atleti."


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pacho
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Un bagno di buona e sana memoria. Grazie Killer.
In questo link c'è un articolo pubblicato sulla rivista Nature riguardante il doping genetico, nuova frontiera da almeno un decennio.

Performance enhancement: Superhuman athletes
Enhancements such as doping are illegal in sport — but if all restrictions were lifted, science could push human performance to new extremes.
http://www.nature.com/news/performance- ... es-1.11029

Credo che una sua semplice lettura dimostri ancora una volta quanto demenziale sia l'ipotesi secondo cui il 'doping' (come se fosse la pilloletta standard da assumersi in orari pre-pasti) livelli le prestazioni dei vari atleti.
Ipotesi più o meno simile a quella secondo cui una volta tolte regolazioni, restrizioni, tasse, ecc, le forze di libero mercato farebbero emergere coloro più dotati di maggior talento. Non sindaco il fatto che Lapo sia più abile di lemond, sostenitore di questa idiozia, e quindi più ricco. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, è più realistico pensare che il libero mercato (del doping) faccia emergere coloro dotati di maggiori disponibilità economiche, vuoi per l'importanza/potere delle federazioni (paesi) di appartenenza, vuoi per il sostegno delle case farmaceutiche che vedono nell'atleta di turno un ottimo 'veicolo di promozione' dei loro prodotti.
Però si sa che anche gli scopi più meschini (e razzisti) vengono impacchettati con la carta dell'etica e della morale.


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herbie
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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che esistano dei gradini del doping che alcuni possono salire e altri no non inficia la tesi che il doping livelli IN GENERALE le competizioni, cioè per quanto riguarda la maggioranza dei casi.
Certo che il "libero mercato" del doping favorisce esponenzialmente chi ha già le condizioni di partenza migliori, cioè le migliori risorse economiche e strategiche (posizioni di potere all'interno del sistema dei controllori-regolamentatori). Ma questo "step" riguarda solo un sottoinsieme. Crea sproporzioni tra i 4-5-10-15 massimo che si possono giocare un Tour. Può cambiare anche radicalmente i rapporti di forza naturali tra questi, tra chi ha accesso al nuovo prodotto e chi no.
Ma, al livello più generale, riguardante la maggioranza dei casi, il doping LIVELLA. Perchè comunque i prodotti vecchi possono essere comunque in diversi gradi utilizzati e questi, sui grandi numeri, aumentano il numero di corridori che possono stare davanti fino alla fine, UTILIZZABILI PER TENERE CHIUSE LE CORSE. Non utilizzabili per fare la differenza, ma per tirare il gruppo sì.
Un numero molto maggiore di corridori in grado di "reggere" i ritmi alti (non di vincere le corse) e di lavorare in testa al gruppo significa che ogni genere di corsa diventa molto più facile da tenere chiusa. Significa vita molto più dura per chi naturalmente avrebbe la gamba per fare selezione, significa comunque distacchi ridotti (perchè comunque più forte dui tanto doping o non doping non puoi andare e dunque chi parte da un livello più basso ha un margine molto maggiore) e grande difficoltà nell'attaccare da lontano perchè (con 9 corridori per squadra poi!) hai sempre mezzo gruppo dietro che, volendo, può mettersi a tirare. In un Gt significa ovviamente grande vantaggio per chi fa la differenza dove il gruppo non c'è, nelle cronometro.

Questo al di là del fatto che i diversi "gradini" del doping possano certamente cambiare anche nettamente i rapporti di forza naturali tra chi può salirli e chi no. Nel caso del doping "genetico" probabilmente anche TRASFORMARE le caratteristiche atletiche.


prof
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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pacho ha scritto: ...
Ipotesi più o meno simile a quella secondo cui una volta tolte regolazioni, restrizioni, tasse, ecc, le forze di libero mercato farebbero emergere coloro più dotati di maggior talento.
Le forze del libero mercato fanno sempre emergere i migliori, quelli dotati di maggior talento: i migliori dopatori e "preparatori", per l'appunto ! :D
Conconi, che per inciso all'epoca mi faceva ribrezzo (come ribrezzo mi fanno tutti i suddetti "preparatori", sia chiaro), mi apparve come il punto di saldatura tra l'epopea d'oro dell'URSS e della DDR con il nascente sport di stato italiano. Una università intera come centro di ricerca avanzato in pratiche di doping per le ns. federazioni, CONI in testa. E' ovvio che per lui Ferrari fosse un volgare "mercante", come riportato da Donati. Il "caso" Schwazer (carabiniere sudtirolese, si badi bene, è importante) e le olimpiadi di Londra aprono nuovi scenari. Non si può piu' agire in pieno sole come ai tempi di Conconi, come non lo si faceva nemmeno nella DDR, d'altra parte (mica erano scemi...). Tutto si tiene.

Mi unisco al tuo ringraziamento a Killer per l'opera meritoria. Questo rapporto andrebbe pubblicato periodicamente.


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Killer
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Per chi fosse interessato,googlando si trova facilmente da scaricare anche il libro scritto da Donati "Campioni senza valore".
Tratta principalmente l'ambiente dell'atletica italiana degli anni che furono (e che sono ancora,purtroppo...) ma è cmq molto attuale per capire da dove e come si è arrivati al punto di non ritorno attuale.


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robot1
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Rileggendo quel dossier cadono le braccia.
Ci vuole poco a fare un ragionamento: negli anni 90 gli italiani vincevano tutto perché... e negli ultimi anni non sono più protagonisti perché...
Il dubbio mi assale: quale sport seguiamo?
Vincono i più forti, o i meglio trattati?


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domanda da ignorante: ma donati dov'e' finito?


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Slegar
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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prof ha scritto:Il "caso" Schwazer (carabiniere sudtirolese, si badi bene, è importante) e le olimpiadi di Londra aprono nuovi scenari. Non si può piu' agire in pieno sole come ai tempi di Conconi, come non lo si faceva nemmeno nella DDR, d'altra parte (mica erano scemi...).
Il problema, per l'Italia, è che nella DDR il doping era la fase finale di un sistema che partiva da lontano (leggi leva giovanile) e che la Germania Federale con la riunificazione non si è nemmeno sognata di smantellarlo, anzi lo ha "esportato" pure ad ovest. Paradossalmente, visto che si parla di DDR ma logicamente è un discorso perfetto, il doping nello sport giovanile era (è) tassativamente vietato, poiché non permetteva l'emersione degli atleti migliori.

In Italia si è agito in maniera completamente diversa, con l'unica similitudine del doping di stato, lasciando campo libero ai "maneggioni" nelle categorie giovanili che di fatto hanno castrato la scoperta di potenziali campioni, finiti chissà dove, solo perché a vincere di solito sono i più "abathizzati" (non solo dopati ma anche ragazzi che fisicamente si sono sviluppati prima e che sono un buon "incasso" per chi gestisce le società giovanili).

In Italia il doping di stato perde colpi: in campo "medico" non siamo più all'avanguardia sotto ogni punto di vista e lo stato si sta sempre di più disimpegnando in campo sportivo dopo aver tolto spazio, con il beneplacito del CONI, alle società sportive civili. In questi giorni su RS2 sono andate in onda le repliche dei Campionati Europei di Atletica Leggera svoltisi a Praga nel 1978 con le medaglie conquistate da Pietro Mennea, Sara Simeoni e Venanzio Ortis tutti atleti appartenenti a società civili.

Sta arrivando il deserto su una buona parte dello sport italiano (per fortuna, anche se a fatica, il ciclismo si sta salvando)


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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Temo che il ciclismo non si stia salvando. Avrà solo una agonia più lunga.
Il tessuto sportivo civile sui cui si basava ed ancor si basa, pur coi difetti della esasperata "specializzazione" giovanile di cui sopra, sta rapidamente collassando o comunque arretrando come minimo.


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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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cauz. ha scritto:domanda da ignorante: ma donati dov'e' finito?
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AamU5JZD


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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Slegar ha scritto:
Il problema, per l'Italia, è che nella DDR il doping era la fase finale di un sistema che partiva da lontano (leggi leva giovanile) e che la Germania Federale con la riunificazione non si è nemmeno sognata di smantellarlo, anzi lo ha "esportato" pure ad ovest. Paradossalmente...
Questo è proprio il punto; non potevi essere piu' chiaro anche se, per me almeno, non è paradossale ma la logica conseguenza di tante cose.

In Italia si è agito in maniera completamente diversa, con l'unica similitudine del doping di stato, lasciando campo libero ai "maneggioni" nelle categorie giovanili che di fatto hanno castrato la scoperta di potenziali campioni, finiti chissà dove, solo perché a vincere di solito sono i più "abathizzati" (non solo dopati ma anche ragazzi che fisicamente si sono sviluppati prima e che sono un buon "incasso" per chi gestisce le società giovanili).
Anche questo è drammaticamente vero e particolarmente nel ciclismo: tutta la storia degli ultimi 50/60 anni di ciclismo dilettantistico (ora u23) è costellata dalla sparizione prematura di ragazzi che erano autentici fenomeni nella categoria inferiore e che, una volta passati pro, si scioglievano come neve al sole. Posso testimoniare con qualche competenza di come avveniva il loro sfruttamento, al quale partecipavano in egual misura società "civili" ed organi federali. In particolare questi ultimi godevano di servizi particolarmente "avanzati". All'epoca primeggiava un ct, noto per l'appunto per le sue "metodiche", che vinse di tutto per anni e anni (si correva anche la 100 km a squadre, nella quale eravamo sempre in lotta con URSS e DDR). Furono gli anni della maggiore crisi del ciclismo italiano professionale.

In Italia il doping di stato perde colpi: in campo "medico" non siamo più all'avanguardia sotto ogni punto di vista e lo stato si sta sempre di più disimpegnando in campo sportivo dopo aver tolto spazio, con il beneplacito del CONI, alle società sportive civili. In questi giorni su RS2 sono andate in onda le repliche dei Campionati Europei di Atletica Leggera svoltisi a Praga nel 1978 con le medaglie conquistate da Pietro Mennea, Sara Simeoni e Venanzio Ortis tutti atleti appartenenti a società civili.

Sta arrivando il deserto su una buona parte dello sport italiano (per fortuna, anche se a fatica, il ciclismo si sta salvando)
E' per l'appunto anche questo il motivo per cui credo a quanto hai affermato nell'altro thread.


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Slegar
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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alfiso ha scritto:Temo che il ciclismo non si stia salvando. Avrà solo una agonia più lunga.
Il tessuto sportivo civile sui cui si basava ed ancor si basa, pur coi difetti della esasperata "specializzazione" giovanile di cui sopra, sta rapidamente collassando o comunque arretrando come minimo.
Meglio agonizzare che morire, visto che si ha più tempo per sperare in qualche soluzione; ci sono ancora sponsor che finanziano squadre che alla fine permettono uno sbocco di carriera. Invece grazie ai tagli alle Forze Armate ed alle Forze di Polizia stanno chiudendo squadre di gruppi sportivi militari; pensa che per la prossima stagione invernale la squadra di sci fondo dei Carabinieri e delle Fiamme Gialle di fatto non esisteranno più. Sulla carta atleti e tecnici che sono inseriti nelle squadre nazionali risultano farne parte, chi invece è fuori dal giro della nazionale è destinato al servizio di caserma oppure si prende due anni di aspettativa perché è riuscito a spuntare un contratto all'estero; alla fine dei due anni però dovrà scegliere.


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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Mamma mia. Tutto chiaro. Purtroppo. :(


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pacho
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Sul fatto che in Italia l'atleta, per fare l'atleta, debba passare attraverso il filtro del ministero della difesa mi lascia molto perplesso. Tanto più considerando i pennivendoli che lanciano anatemi sulle supposte metodiche 'militari' degli atleti dell'est. Questo articolo spiega bene il punto:

Doping politico
http://www.controlacrisi.org/notizia/Po ... -politico/


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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Vorrei fare una domanda, se possibile. Se la liberalizzazione aumenta le distanze fra " ricchi e poveri" ( semplifichiamo così), il proibizionismo ( con maglie abbastanza ampie in tutti gli sport, fra antidoping politico, controlli diversi secondo la potenza dello sport ecc.) non prevede la stessa distanza fra ricchi e poveri? Cioè, che ne so?, fra chi può permettersi le prestazioni ad alto livello ( ho letto che ci sono preparatori con tabelle di prezzi diversi a seconda delle prestazione richiesta)di un preparatore (, facendo solo l'ipotesi più semplice?). Cioè, siamo sicuri che c'è più uguaglianza in un sistema proibizionista ( più o meno) ?
Vorrei, l'ho già fatto ma non so se Pacho abbia letto, complimentarmi con lui per le sue analisi sulla guerra in Libia. Perfette, ti ho molto citato su facebook.


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TIC
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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donchisciotte ha scritto:Vorrei fare una domanda, se possibile. Se la liberalizzazione aumenta le distanze fra " ricchi e poveri" ( semplifichiamo così), il proibizionismo ( con maglie abbastanza ampie in tutti gli sport, fra antidoping politico, controlli diversi secondo la potenza dello sport ecc.) non prevede la stessa distanza fra ricchi e poveri? Cioè, che ne so?, fra chi può permettersi le prestazioni ad alto livello ( ho letto che ci sono preparatori con tabelle di prezzi diversi a seconda delle prestazione richiesta)di un preparatore (, facendo solo l'ipotesi più semplice?). Cioè, siamo sicuri che c'è più uguaglianza in un sistema proibizionista ( più o meno) ?
Vorrei, l'ho già fatto ma non so se Pacho abbia letto, complimentarmi con lui per le sue analisi sulla guerra in Libia. Perfette, ti ho molto citato su facebook.
è così: chi ha i soldi comunque ha più mezzi. può addirittura corrompere i guardiani.


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pacho
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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herbie ha scritto: Certo che il "libero mercato" del doping favorisce esponenzialmente chi ha già le condizioni di partenza migliori, cioè le migliori risorse economiche e strategiche (posizioni di potere all'interno del sistema dei controllori-regolamentatori). Ma questo "step" riguarda solo un sottoinsieme. Crea sproporzioni tra i 4-5-10-15 massimo che si possono giocare un Tour. Può cambiare anche radicalmente i rapporti di forza naturali tra questi, tra chi ha accesso al nuovo prodotto e chi no.
Ma, al livello più generale, riguardante la maggioranza dei casi, il doping LIVELLA. Perchè comunque i prodotti vecchi possono essere comunque in diversi gradi utilizzati e questi, sui grandi numeri, aumentano il numero di corridori che possono stare davanti fino alla fine, UTILIZZABILI PER TENERE CHIUSE LE CORSE. Non utilizzabili per fare la differenza, ma per tirare il gruppo sì.
Un numero molto maggiore di corridori in grado di "reggere" i ritmi alti (non di vincere le corse) e di lavorare in testa al gruppo significa che ogni genere di corsa diventa molto più facile da tenere chiusa. Significa vita molto più dura per chi naturalmente avrebbe la gamba per fare selezione, significa comunque distacchi ridotti (perchè comunque più forte dui tanto doping o non doping non puoi andare e dunque chi parte da un livello più basso ha un margine molto maggiore) e grande difficoltà nell'attaccare da lontano perchè (con 9 corridori per squadra poi!) hai sempre mezzo gruppo dietro che, volendo, può mettersi a tirare. In un Gt significa ovviamente grande vantaggio per chi fa la differenza dove il gruppo non c'è, nelle cronometro.
donchisciotte ha scritto:Vorrei fare una domanda, se possibile. Se la liberalizzazione aumenta le distanze fra " ricchi e poveri" ( semplifichiamo così), il proibizionismo ( con maglie abbastanza ampie in tutti gli sport, fra antidoping politico, controlli diversi secondo la potenza dello sport ecc.) non prevede la stessa distanza fra ricchi e poveri? Cioè, che ne so?, fra chi può permettersi le prestazioni ad alto livello ( ho letto che ci sono preparatori con tabelle di prezzi diversi a seconda delle prestazione richiesta)di un preparatore (, facendo solo l'ipotesi più semplice?). Cioè, siamo sicuri che c'è più uguaglianza in un sistema proibizionista ( più o meno) ?
Vorrei, l'ho già fatto ma non so se Pacho abbia letto, complimentarmi con lui per le sue analisi sulla guerra in Libia. Perfette, ti ho molto citato su facebook.

H&D, la mia tesi è semplice e basata su un minimo di esperienza. Il mondo dei professionisti di qualsiasi sport e anche nel ciclismo (dopati come dei cavalli o solamente nella media) è costituito in massima parte dai migliori atleti in assoluto. Questo perché puoi essere pieno quanto vuoi ma se non hai la testa per reggere i sacrifici che lo sport in età giovanile implica, non vai avanti. Non stiamo parlando di amatori dove le differenze tra un amatore forte e un amatore della domenica sono abissali.
Di conseguenza, tra i 500 atleti migliori al mondo, anche il miglioramento del 2% può significare, dato il livello naturale di partenza, un balzo avanti notevole, fino ad arrivare ad un dominio di alcune nazioni/team/singoli atleti in certi periodi.

Quello che non capisco è però la logica di Herbie (e questo mi preoccupa, essendo H. uno dei più competenti di ciclismo qui nel forum): sembri barattare un livello di mediocrità generale (il doping livella il grosso del gruppo) con la possibilità che fino a 15 atleti (!!!) possano arrivare a giocarsi un grande giro. Beh, scusami, se proprio vogliamo essere realisti (sì dopano tutti, chi più chi meno) e/o fare nostra la logica degli spettatori o dei tipici addetti ai lavori del ciclismo senza averlo mai praticato (logica che intende lo sport come mero spettacolo davanti al quale rincoglionirsi davanti al televisore e, perchè no, camparci anche sopra), allora preferisco che 15 atleti possano giocarsi il Tour, piuttosto che 50 gregari siano in grado di tenere la corsa cucita!
Poi, chi e cosa decide quale sia la soglia tra il sottoinsieme privilegiato e primo tra i mediocri?

Cari H&D, la verità come ben sapete e più volte avete scritto, è che l'utilizzo del doping nella società attuale è connaturato al suo ruolo all'interno di essa ($$$ delle case farmaceutiche in primis). Posto questo, secondo me quello che si può fare all'interno di questo sistema è costruire le condizioni affinchè non compaiano altri robottini artificiali (come l.a) che per altri 10 anni corrano, dominino, guadagnito tantissimo e umilino gli avversari, rimanendo impuniti (fino a quando non compare il nuovo cavallo su cui puntare). Ma non sono sicuro che questo sia possibile, nello sport all'interno del sistema economico e sociale attuale (dato che la concorrenza conduce 'naturalmente' al monopolio).

ps: la solidarietà a l.a. per me è una stronzata. La solidarietà va guadagnata in maniera attiva, non a prescindere perchè la 'fortuna' (=il culo parato) ti ha voltato le spalle. Posto questo, lungi da me fare il giustizialista (le prigioni per me dovrebbero scomparire): i tour può pure tenerseli. Basta che tiri fuori il dinero col quale i suoi protettori lo hanno riempito per compiere le gesta dell'eroe.

pss: D., grazie per il commento sulle considerazioni riguardanti la libia. Ci sarebbe molto da scrivere, ma certi argomenti non vanno affrontati: non sia mai che qualche consulente esterno ammiratore del 'boia chi molla' non gradisca. Consoliamoci col giro di padania.


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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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ti fai troppo desiderare diavolo d'un pacho...mo' manco mi ricordo perchè avevo scritto la pappardella sul doping che livella il grosso del gruppo, mi sembrava che fosse per rispodere a quelche affermazione predecente, ma la memoria comincia a vacillare. Forse era per dire che ok che 15-anche 20 corridori che hanno accesso al nuovo gradino, o comunque ad essere seguiti per filo e per segno in tutto, dosaggi calcolati al millesimo di grammo compresi, possono ribaltare i valori naturali. Ma in generale che con questo livellamento verso l'alto del grosso del gruppo, essendoci molti più corridori a disposizione davanti per terene chiuse le corse, per fare ritmi sostenuti, per chiudere su eventuali fuggitivi, chi avrebbe naturalmente la possibilità di fare selezione, fa moltissima più fatica ad emergere.Il doping generalizzato ha portato questo cambimento nelle dinamiche del gruppo, secondo me, insieme ovviamente al considerevolissimo miglioramento delle bici e delle strade. Attacchi in salita, scollini con un minuto sugli avversari principali, ma se invece di rientrare 10 corridori lungo la discesa ne rientrano 50, perchè comunque tanttisimi corridori riescono a rimanere lì, non saltano per aria nemmeno se li attacchi con il motorino, facile che non vai più da nessuna parte.


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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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un ferrari in grande spolvero sul blog di CycPro..
gustatevi questo "divetente" botta & risposta, con tanto di fans del Mito plaudenti...
http://blog.cyclingpro.it/2012/08/26/di ... e-ferrari/

(interessanti le ultime risposte su vino... e su "la scimmia nuda"!)


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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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cauz. ha scritto:un ferrari in grande spolvero sul blog di CycPro..
gustatevi questo "divetente" botta & risposta, con tanto di fans del Mito plaudenti...
http://blog.cyclingpro.it/2012/08/26/di ... e-ferrari/

(interessanti le ultime risposte su vino... e su "la scimmia nuda"!)
Infatti, molto interessante quando dice
michele ferrari su cyclingpro.it ha scritto: 8 – Pensare che Vino abbia fatto una trasfusione omologa nel 2007 al TdF è un insulto alla mia e alla sua intelligenza. Prima o poi la Verità verrà fuori.
Uno dei due "misteri" della vita sportiva di Vino, insieme al bonifico svizzerotto :dollar:


Un giorno potremo raccontare ai nipotini che noi siamo stati fortunati a veder correre Sagan
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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La cosa più disgustosa (fra le varie che il Mito esprime nelle risposte al blog) è quel riferimento da uomo misero al povero Frank Vandenbroucke, che non potrai mai nè confermare nè smentire. Misero nonostante i :dollar:


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robot1
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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A dire il vero in un primo momento avevo pensato la stessa cosa.
Poi mi era venuto il dubbio che potesse essere un rimorso sincero, per questo non l'ho commentato.


Un giorno potremo raccontare ai nipotini che noi siamo stati fortunati a veder correre Sagan
alfiso

Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Rimorso? A me ha dato più la sensazione di un rimpianto, ma non perchè è morto, bensì perchè non è riuscito ad averlo come cliente.
Da una mente, molto cerebrale, come Ferrari è difficile aspettarsi sentimenti umani, quello è solo una vincente macchina da guerra :dollar:
Ogni parola che si dice (o si fa "sfuggire", es. Carolina) è pienamente ragionata e pensata.
Parla sempre su due livelli contemporaneamente: quello esplicito e quello implicito.
Si noti poi che in un post (relativo ai camp) usa il nick "53x12.com".
Anche in una vicenda ostica come questa dimostra di saper utilizzare a pieno la comunicazione, cogliendo l'occasione per promuovere il sito.
Cita quel Tour Operator inglese, con cui dice di non operare più, Tour Operator che se non erro è partner di British Cycling.
Nella realtà non opera ufficialmente con loro, ma i camp sono organizzati da altri.
Nel bene o nel male l'importante è parlarne. :bll:


Admin
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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alfiso ha scritto:Si noti poi che in un post (relativo ai camp) usa il nick "53x12.com".
Anche in una vicenda ostica come questa dimostra di saper utilizzare a pieno la comunicazione, cogliendo l'occasione per promuovere il sito.
Credo che col nick 53x12.com abbia scritto il figlio Stefano.


Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
alfiso

Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Admin ha scritto:
alfiso ha scritto:Si noti poi che in un post (relativo ai camp) usa il nick "53x12.com".
Anche in una vicenda ostica come questa dimostra di saper utilizzare a pieno la comunicazione, cogliendo l'occasione per promuovere il sito.
Credo che col nick 53x12.com abbia scritto il figlio Stefano.
In effetti, come Bonarrigo si chiedeva, ha trasferito i valori ai figli :diavoletto:


Admin
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Secondo me quella domanda è inconcepibile. Come si permette Bonarrigo, cosa vuole sindacare?


Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
alfiso

Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Admin ha scritto:Secondo me quella domanda è inconcepibile. Come si permette Bonarrigo, cosa vuole sindacare?
Sì io ho sfruttato la domanda per esigenza retorica. In effetti non è stata una cosa molto deontologica.
Diciamo che quella di Bonarrigo, in quella domanda, è stata una caduta deontologica corrispondente a quella perenne del suo interlocutore :diavoletto:


Winter
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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alfiso ha scritto:La cosa più disgustosa (fra le varie che il Mito esprime nelle risposte al blog) è quel riferimento da uomo misero al povero Frank Vandenbroucke, che non potrai mai nè confermare nè smentire. Misero nonostante i :dollar:
Mi ricorda il presidente di una squadra di calcio di torino.. tre/quarti dei suoi tifosi.. un giornale.. e l'ex direttore generale (e quasi martire) di quella societa'.. fare riferimento ad un morto.. (è il momento di cambiar squadra ;) )


alfiso

Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Winter ha scritto:
alfiso ha scritto:La cosa più disgustosa (fra le varie che il Mito esprime nelle risposte al blog) è quel riferimento da uomo misero al povero Frank Vandenbroucke, che non potrai mai nè confermare nè smentire. Misero nonostante i :dollar:
Mi ricorda il presidente di una squadra di calcio di torino.. tre/quarti dei suoi tifosi.. un giornale.. e l'ex direttore generale (e quasi martire) di quella societa'.. fare riferimento ad un morto.. (è il momento di cambiar squadra ;) )
Rompicog ..., lascia fuori 3/4 dei suoi tifosi e, dopo ieri, posso in parte sottoscrivere :oops:
Torna a parlare di doping nel ciclismo o di Ferrari (senza motore ... a scoppio) :bll:


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Killer
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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<<Non bastava l'esclusione di Fabrizio Macchi per i suoi rapporti con il
dottor Ferrari, ieri un altro atleta azzurro è stato «sospeso
temporaneamente dall'attività per cautelarlo». Si tratta di Pierpaolo
Addesi, di Mariano Comense, 36 anni, un altro ciclista, che domani
avrebbe dovuto partecipare alla prova a cronometro e poi a quella in
linea. A fermarlo è stata la commissione per la tutela della salute
della federazione ciclistica in un comunicato firmato dal suo
presidente Luigi Simonetto per valori anomali nei controlli ematici
sostenuti prima della partenza dall'Italia.

La notizia Addesi è
infatti arrivato a Londra sabato con il resto dei ciclisti che
partecipano alle prove su strada. La notizia è stata comunicata ieri
mattina alle 9.30 al capodelegazione della squadra azzurra, il
segretario del Cip Marco Giunio De Santis. «Ero in auto che stavo per
raggiungere la sede dell'arco per vedere all'opera De Pellegrin quando
mi hanno telefonato da Roma — spiega —. Ho chiamato subito Simonetto
per sapere qualcosa di più e lui mi ha spiegato che devono essere fatti
ulteriori controlli per permettere all'atleta di tornare a gareggiare.
Quindi ho parlato subito il presidente Pancalli e con i responsabili
sanitari della squadra: i professori Spataro e Bernardi e insieme
abbiamo deciso di escluderlo dalla Paralimpiade. L'atleta ha ricevuto
una lettera in cui gli abbiamo comunicato l'esclusione dalla squadra e
immediatamente abbiamo avvisato anche la federazione internazionale di
ciclismo e il comitato paralimpico».

Rassicurazioni De Santis ha poi
incontrato il gruppo e il responsabile tecnico del ciclismo Mario
Valentini. «Ho cercato di ridare morale e serenità ad un gruppo giù
provato dalla vicenda Macchi — spiega —; un gruppo che nelle gare su
strada può darci grandi soddisfazioni. Nelle ultime manifestazioni
internazionali questi ragazzi si sono dimostrati i più forti. Certo,
Addesi ci mancherà, soprattutto nelle prova su strada in linea. Sarebbe
stato un gregario importante per Tarlao e Pizzi, gli uomini su cui
puntiamo>>.


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Maìno della Spinetta
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Pure ser pecora, sul technoforum bdc-forum,
spara sul doping
http://www.bdc-forum.it/doping-domande- ... complessa/
e lo fa technomaticamente.

Ma si facesse un giretto su CW....


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Basso
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Post clamorosi quelli che Jonathan Vaughters ha scritto sul forum di cyclingnews :o :o :o
CVV (Vandevelde, nota mia), Zabriskie, Danielson, while all clearly have a past, and from an ethical standpoint are no different from JJ (Jorg Jaksche), there is a very pragmatic difference. That difference is performance based. Basically, I knew from what my time at USPS, how "inside" or not those riders were. Based on this, I knew there transgressions, while ethically the same as JJ's, were much less in terms of enhancing performance. Therefore, i knew they could perform close to their enhanced level, clean. I did not feel this was the case with JJ, because he was "all in"....

Dekker was also " all in" at times, and if you'll notice, he's struggling. I hope that will change, but we will see.
E altri post, firmati col suo profilo "JV1973", che continuano l'argomento, come:
Here's a fun example: So, Tommy D... Here's a guy that has used o2 vector doping, and with some success. But when you test him, without o2 vector doping, you quickly see this guy has massive aerobic ability. O2 transport isn't the limiting factor with his body/mind. However, he is not a mentally strong athlete. He succumbs to nerves and pressure very easily.

So, in looking at his physiology and psychology, the rate limiting factor is the latter, not the former. So, working on that makes huge strides. Giving him o2 vector doping is akin to putting a bigger engine in a car with a flat tire, because you want it to go faster. yes, it will make the car with the flat tire go faster, but you could just go ahead and fix the flat tire instead?

This isn't true with with lots of guys. Imagine a psychologically strong athlete that has great tactical sense, and is muscularly very strong as del, but who doesn't have a great o2 delivery system. This athlete benefits perfectly from o2 vector doping, and it would be difficult for them to perform as well without it. So, as a manager, i need to know that going in.

With Tommy D, I knew I could get great performances out of him, clean, but it would take some unconventional work. This is not always true.
Intanto scopro che Danielson è stato (?) cliente di Ferrari per molti anni

I post di Vaughters sono compresi tra pagina 5 e pagina 15 del seguente thread: http://forum.cyclingnews.com/showthread ... 436&page=5

Articolo riassuntivo: http://www.cyclingnews.com/news/vaughte ... -at-garmin

Ci sarebbe molto da parlare....

Interessante anche leggere i primi resoconti del libro di Hamilton che cita come corriere dell'Epo Johnny Weltz, ex corridore di ONCE e Motorola nonché ds di US Postal, CSC e ora Garmin.

http://translate.google.com/translate?s ... sdirektoer

Questo momento post vicenda Armstrong rivelerà sicuramente molte cose finora sono ipotizzate. Sarà un lungo autunno quello del ciclismo...


11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
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Slegar
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Sylvia Schenk, ex presidente della federazione tedesca ed ex membro dell'UCI, va giù pesante nei confronti di McQuaglia:
http://www.cyclingnews.com/news/schenk- ... up-cycling


fair play? No, Grazie!
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Maìno della Spinetta
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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e sul corriere si ipotizza:
liberalizziamo?

http://lettura.corriere.it/%C2%ABlibera ... sconnect=1


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Maìno della Spinetta
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

i tempi sono maturi per uscire allo scoperto:

i medici riuniti in Scozia chiedono a gran voce: fateci lavorare sull'uomo,
perché Frank... scusate, perché l'atleta perfetto è alla nostra portata.

http://blog.scottishdocinstitute.com/st ... nst_doping


Doping finally a thing of the past
Posted by Ben Kempas on April 01, 2012 · Flag

"We can grow a professional cyclist from stem cells," claim scientists – backed up by filmmakers.

Scientists in Edinburgh today announced that they would theoretically be able to grow professional athletes from induced pluripotent stem cells (iPS) in the lab. They are now urging the Scottish Government to grant them permission to go ahead with this experiment, the first of its kind in the world (sicuri sicuri sicuri, MdS).

"Look at the controversy around doping over the last decade," said Lirpa O'Tsrif, a university researcher. "If we grew our professional sportsmen and women from the best DNA available, there simply wouldn't be a need for them to use performance-enhancing drugs." (logico vero? Non fa una grinza... la ragione è proprio questa...)

Speaking at the Scottish Documentary Institute today, the scientists were supported by filmmaker Finlay Pretsell who is currently developing a film about British cyclist David Millar. Millar, according to Pretsell "one of the most compelling athletes Great Britain has ever produced", was the centre of a major doping scandal and is still fighting for a comeback. Pretsell said: "It would be incredible if athletes didn't have to go through such ordeals."

Pretsell was joined by fellow filmmaker Dr Amy Hardie, who made the documentary Stem Cell Revolutions in close collaboration with scientists. "This is so wonderful," Dr Hardie said. "When we were making our film, I learned about the discovery of induced pluripotent stem cells. It is so fantastic that stem cells for sports can be made without the use of human embryos." Referring to her current work at Strathcarron Hospice, Dr Hardie mentioned that many patients there had heard about stem cell treatments, two of them being part of clinical trials. "But wait till they hear about the exciting new possibilities in the field of sports!"
(Lui sì che è una persona morale!!! Embrioni salvi, e sportivi felici, meglio di così!?!?)

Speaking for the Scottish Government and announcing the upcoming launch of Scottish Cells International, Elba Veilebnu added: "Stem cells for sports could soon become the number one export from Scotland. Whisky, just like doping, will become a thing of the past."

Maja Borg, an expert on futurists, pointed out that this is not just about designing the ideal cyclist. People should also think about the future of the bicycle: "As part of my new film Future My Love, I'm looking at 3D printing technology. We could soon print an entire bicycle with this machine."


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Maìno della Spinetta
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Negli USA si chiedevano:


Question of the week: is there stem cell doping in the Olympics?
Posted on August 1, 2012

Has there been stem cell doping in the Olympics?

Readers of this blog have been asking me this question more than any other in the last week.

Part of the impetus for this question is the growing number of professional athletes who more generally have received dubious stem cell treatments in foreign countries, perhaps treatments that might even be technically illegal in the U.S.

Stem cell “sports medicine” is a hot field, at least for people trying to salvage careers or become stars and the doctors trying to make money off of them.

A number of players in the NFL and in MLB have been outed in the press as having gotten non-FDA approved stem cell treatments and almost certainly countless others have gotten the same or similar treatments without anyone knowing about it.

For background on this fascinating area, here are my two posts: Sports Medicine and Sports Medicine 2.0.

As the media is abuzz over the stellar performance of 16-year-old swimmer Ye Shiwen of China with some alleging doping, questions related to “cell doping” have started becoming more common.

So have Olympic athletes received dubious stem cell treatments, what some readers of this blog have gone so far as to call “doping”, to secretly make them more likely to win gold?

It’s a complex question with no black or white answer.

Why?

Because to my knowledge there is, as of yet, no explicit publicly pronounced prohibition for Olympic athletes from getting stem cell treatments of any kind as long as there are no growth factors involved.

Thus, perhaps there can’t really be “doping” in the Olympics using stem cells because the International Olympic Committee (IOC) doesn’t ban it.

Surprised?

But perhaps there is an IOC ban on stem cell doping that as yet has not been publicly announced.

A key question is when would a stem cell treatment, which seems acceptable to me for an Olympic athlete, cross the line to become doping?

Let’s look at a recent case.

Malaysia’s Lee Chong Wei, an Olympic Badminton athlete, has reportedly received a stem cell treatment to try to get ready for the 2012 Olympics.

After an injury in May, the article on Lee reads that he is back on track at least in part thanks to stem cells:

However stem cell treatment, plus 13 hours’ rehab each day, and a flinty attitude have bolstered him physically and mentally, enabling him to confound those who claimed he wouldn’t make it.

To me this doesn’t seem like doping even though the details of his treatment are unknown.

What would be doping?

I would define it as something that gives an athlete an unfair advantage over others.

How would it work?

An alleged stem cell doping ring possibly linked to the 2008 Beijing Olympics is illustrative. In a piece on the expose documentary, a “doctor” is quoted about the proposed $24,000 sports medicine treatment:

“Yes. We have no experience with athletes here, but the treatment is safe and we can help you,” the doctor is heard to say. “It strengthens lung function and stem cells go into the bloodstream and reach the organs. It takes two weeks. I recommend four intravenous injections … 40 million stem cells or double that, the more the better. We also use human growth hormones, but you have to be careful because they are on the doping list.”

This expensive treatment, in my opinion, would not help athletes.

In 2008, Sports Illustrated ran a piece on stem cell doping, also related to the Beijing Olympics. Amongst others they quoted Johnny Huard, director of the stem cell research center at the Children’s Hospital of Pittsburgh at UPMC and professor in the Department of Orthopedic Surgery at the University of Pittsburgh.

Huard was contacted by the U.S. ­Anti-­Doping Agency (USADA) more than two years ago to help develop tests to detect stem cell doping from both autologous and donor cells. If athletes were to use cells from a donor, detection would be possible, according to Itescu. “You can detect other people’s DNA in your bloodstream with routine screening.” But the process would be expensive, and testing of an athlete’s DNA is a long way off for both practical and ethical reasons. The process also ­wouldn’t work if athletes used their own cells. “We have no way of detecting that you have injected a cell from you to you,” says Huard.

Getting back to our central question–is there stem cell doping at the 2012 Olympics?– I think the answer is likely “yes”, but only on a very small scale. However, given the secrecy of any kind of doping it is difficult to know of the potential scale of the problem.

The stakes are high enough that I do believe that some athletes, coaches, and even countries are willing to do almost anything to win and as such it has happened during and before these Olympics.

What is more important and exciting, is the positive potential of stem cell treatments (not doping!) to help not only athletes, but also everyday people lead healthier lives in the future after the technology is fully tested. But we can’t skip the research to ensure safety and efficacy. ANCHE QUA STUPENDAMENTE SI DICE, MA NON è DOPING, CHISSà QUANTE PERSONE SI POTRANNO AIUTARE, LE STAMINALI SON LECITE E FIGHE!!!

Chissà perché quando leggo certe cose rivedo un atleta cinese ai blocchi di partenza dei 110 ostacoli piegarsi due volte in 4 anni ai blocchi di partenza per problemi a un tendine....


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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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Slegar
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

Messaggio da leggere da Slegar »

… e intanto la Vacansoleil-DCM minaccia querele per diffamazione nei confronti del quotidiano "La Repubblica":
http://www.wielerland.nl/index.php?opti ... &Itemid=36
http://www.biciciclismo.com/cas/site/no ... p?id=60437


fair play? No, Grazie!
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nemecsek
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Re: Il Doping nel ciclismo attuale

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http://www.lanazione.it/montecatini/cro ... esta.shtml

...e datemi una M... e datemi una J... e datemi una B... e datemi una R... e datemi una F... :bici: :D


A volte il dito indica proprio il dito, non la luna.
Dopo Campiglio qualcuno ha abbandonato il ciclismo, qualcun altro ha ripreso a seguirlo.
I veri campioni erano quelli che dicevano no [Winter]
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