Ettore Torri pro curato re antidoping

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BenoixRoberti

Ettore Torri pro curato re antidoping

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C'è un omino ottuagenario che continua a sparane una più di Bertoldo.
Durante la sua esistenza passata al Porto delle Nebbie, il Tribunale di Roma, probabilmente non si poneva il problema di valutare i documenti ufficiali; forse non era necessario a quel tempo ed in quel luogo.
Aver messo lui a capo della procura nazionale antitopi, antidoping, è stato come mettere i carabinieri su una 500 ad inseguire dei ladri in Ferrari.
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Già ma lui non si occupa di andare a caccia dei ladri in Ferrari, si limita ad informarsi sulle frequentazioni e non sulle frequenti azioni presenti anche in altri sport e ben conosciute e favorite nei palazzacci del nord di Roma che un tempo stendevano tappetti rossi al padre sputtanativo della scienza e della medicina applicata allo sport, il primo vero guru ferrarese.

Come saltuariamente ormai capita, anche oggi il nonnino, che forse stanotte non aveva preso abbastanza pillole per dormire, si è svegliato ed ha iniziato a raccontare un po' di storielle per i nipotini e per i colleghi della casa di riposo e parcheggio vitalizio Coni.
Ecco le massime odierne:
"Il settore che continua a darci più lavoro e più preoccupazioni, mi dispiace dirlo, continua a essere quello del ciclismo"
"L'età si abbassa e il numero degli atleti trovati positivi all'antidoping aumenta. È uno sport di fatica, certo; ma il ricorso a sostanze proibite avviene il più delle volte per migliorare la prestazione.
Bisognerebbe far capire ai giovani quanto tutto ciò sia sbagliato e rischioso"

Dalla relazione della Commissione Ministeriale si ricava questa tabella che dice ben altro, e limitandosi al ciclismo ("drogato" dai dati amatoriali, il dato dell'età media è pure in aumento e non è una sorpresa):
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http://www.cyclingtime.it/index.php/new ... e-fandonie
http://www.spaziociclismo.it/?action=re ... izia=24764

C'è da chiedersi: dopo una vita spesa a "brancolare" nel Porto delle Nebbie, questo signore dalla veneranda età era proprio la persona giusta per "fare luce" sul doping?

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Per approfondire i dati:
http://www.pdf-archive.com/2012/09/28/l ... clismo.pdf


BenoixRoberti

Re: Ettore Torri pro curato re antidoping

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L'AICCP scrive a Petrucci sulle ultime esternazioni del procuratore Torri.
Stavolta non è una lettera morbida.
Peccato che i grandi media abbiano letteralmente ignorato la lettera. Chissà perché!

http://www.accpi.it/notizia.asp?id=145
La nostra lettera al Presidente del CONI Gianni Petrucci
In seguito alle recenti esternazioni del Capo della Procura Antidoping del CONI Ettore Torri, che è tornato con parole pesanti come macigni sulla diffusione del doping nel ciclismo in un'intervista a Ius Channel in occasione del convegno "Diritto e procedura nel calcio italiano e internazionale" organizzato dall'Associazione forense Emilio Conte, l'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI) insieme all'Associazione Internazionale Corridori Professionisti (CPA) e all'Associazione Italiana Direttori Sportivi Professionisti (ADISPRO) ha deciso di scrivere una lettera aperta al Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano Gianni Petrucci per chiedere maggiore rispetto nei confronti del ciclismo da parte dell'Istituzione che rappresenta e, in occasione delle feste, augurare allo sport italiano un felice e sereno 2013.

A seguire il testo integrale della missiva, inviata pochi giorni fa a Petrucci e per copia conoscenza al Segretario Generale del CONI Raffaele Pagnozzi, al Presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco, al Presidente della Lega del Ciclismo Professionistico Vincenzo Scotti e al Procuratore Capo della Procura Antidoping Ettore Torri.

Gentile Presidente,
qualche tempo fa un corridore ciclista professionista italiano ci ha raccontato che la figlia è stata presa in giro dai propri compagni di scuola per il lavoro svolto dal padre. Teniamo a precisare: un corridore mai colpito da provvedimenti, indagini o anche solo sospetti di doping.
Non vi è dubbio. La colpa di ciò è soprattutto dei tanti colleghi corridori che in questi anni hanno fatto di tutto per far perdere credibilità e rispetto al nostro sport.
Però, purtroppo non solo. Già perchè un innegabile contributo ad alimentare questo atteggiamento denigratorio verso il ciclismo lo si deve anche a soggetti che fanno parte integrante dell'Istituzione che Lei rappresenta.
Ci scusi: Le sembra normale che il procuratore capo antidoping del CONI dichiari nel corso di un convegno sul calcio che è sua convinzione (in base alle dichiarazioni rese da coloro che sono sotto indagine) che tutti (sottolineiamo tutti) i ciclisti siano dopati, mentre nel calcio non vi sono particolari problemi?
Una dichiarazione di questo tipo le sembra adeguata al ruolo ricoperto e rispettosa di quei corridori (saranno forse pochi, ma qualcuno ce n'è) che si comportano correttamente o di quei genitori che hanno ancora l'ardire di far praticare il ciclismo ai propri figli?
Non crede che Lei e la sua Istituzione, oltre che giustamente e doverosamente attivarsi per combattere e perseguire in modo irreprensibile il doping, dovrebbe anche tutelare tutti (sottolineamo tutti) gli atleti che si comportano correttamente e condannare chi getta discredito a quest'ultimi?
Ci scusi nuovamente Presidente, ma siamo francamente stufi. Stufi dell'ipocrisia che corre nello sport. Stufi di far la parte degli unici che sbagliano, quando siamo gli unici, tra tutti gli sport, a chiedere a tutti i nostri atleti di comunicare per tutti i giorni dell'anno dove dormomo, dove si allenano e dove vanno in vacanza e, non da ultimo, di contribuire con il loro denaro alle spese per i controlli antidoping su sangue e urine.
Non ci aspettiamo, né tanto meno lo desideriamo un riconoscimento per questo, visti i tanti errori da noi commessi negli anni passati. Ma francamente non riteniamo rispettoso nei nostri confronti il sentirci dire dalla massima autorità della giustizia antidoping che siamo noi e solo noi il problema (come se il ciclismo fosse l'unico sport di fatica e/o il doping utile nei soli sport di fatica!).
Come sa, signor Presidente, chi cerca trova.
E noi (inteso come movimento ciclistico) da qualche anno ci siamo messi a cercare e stiamo continuando a cercare, investendo sempre più denaro (si badi, il nostro e non il Vostro) in controlli e chiedendo ai corridori di limitare sempre più la propria libertà.
In questo momento i nostri corridori si sentono isolati e non salvaguardati. Colpa loro? In buona parte sì. Resta, peraltro, il dato di fatto che, crediamo, dovrebbe far riflettere chi rappresenta in Italia tutti gli atleti, compresi i corridori ciclisti.
Buon Natale e Buon Anno Signor Presidente, con l'auspicio che nel 2013, anno in cui dovrebbe finalmente giungere a maturazione l'indagine padovana, il ciclismo dimostri che si tratta di fatti ormai passati e che tutti quei corridori che si sono sempre comportati lealmente e correttamente possano tornare a sentirsi orgogliosi di essere ciclisti professionisti e non vedersi più denigrati da coloro che dovrebbero tutelarli.

Il Presidente A.C.C.P.I., Amedeo Colombo
Il Vice Presidente A.C.C.P.I, Cristian Salvato
Il Presidente C.P.A., Gianni Bugno
Il Presidente ADIS PRO, Davide Goetz


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