Il doping del mitico Pozzi

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BenoixRoberti

Il doping del mitico Pozzi

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Molti si sono scordati di lui, ma il grande Pozzi è stato il più grande del ciclismo eroico. Ai suoi tempi il ciclismo era qualcosa di massacrante, di impossibile per soli uomini eccezionali, solo per talenti, altro che Eddy Merckx.
Non fosse stato per il grande direttore della Gazzetta del Nord'Italia Stefio Benni, di lui ci saremmo probabilmente scordati e la narrazione delle sue mitiche gesta si sarebbe probabilmente limitata alle leggende metropolitane raccontate in qualche bar sport di provincia della bassa padana.
Eppure anche il mitico Pozzi aveva i suoi scheletri nell'armadio che le rendono oggi assimilabile ai meno prestigiosi Coppi e Pantani, sebbene allora non vi fosse ancora l'antidoping.
Anche lui prima della seconda tappa, la mitica Lisbona-Leningrado (di 6300 chilometri) assunse quantità spropositate di simpamina e stricnina mischiate assieme a 12 uova sbattute con l'aggiunta di un bicchierone di brandy offerto stranamente in modo generoso dall'infido francese Girardoux, acerrimo nemico del grande Pozzi.
Il brandy era probabilmente a sua volta già carico di altri intrugli misteriosi e sino al passo del Gran San Bernardo il mitico Pozzi fece vedere i sorci verdi allo strisciante transalpino, nonostante la strada pianeggiante. Giunti in terra italica e sulla prima grande salita, il grande Pozzi stufo di avere il francese alle calcagna decise l'impossibile, attraversare le Alpi restando in costa, ovvero percorrendole lungo le cime sino alla via del Brennero.
I due furono dati per dispersi e per resistere al freddo delle irte cime italiche il francese fu costretto a sua volta ad ingerire il brandy che aveva portato con sé sciogliendovi all'interno una bottiglietta di olio canforato per tenere a temperatura il sangue di vene ed arterie e così accendere il fuoco direttamente con l'alito nei momenti di freddo più intenso. Girardoux perse in quella mitica traversata ben 20 anni della sua breve vita (fu infatti investito pochi anni dopo da un torpedone della società di trasporti gestita dall'allora presidente della Unione Velocipedistica Internazionale Paul Tron). Al Brennero Girardoux aveva oltre 30 minuti di ritardo e si dice che Paul Tron in persona, che aveva scommesso sui di lui una fortuna, si fece carico con un suo torpedone di una potente scia che riportò il francese sull'italiano nei pressi di Berlino.
Paul Tron a quel punto, fatto trenta fece trentuno, ed affidò una nuova bomba magica (si dice nuovissima per quei tempi) al francese. Fu a quel punto che i due giunsero in meno di due ore sul traguardo superando auto e motociclette dell'organizzazione. Si dice che a vincere fu comunque il mitico Pozzi di un nulla sul francese, ma dell'evento non vi è prova perché i due proseguirono la loro corsa e furono arrestati, in tutti i sensi, due giorni dopo in Siberia nei pressi di Omsk dal capitano Strogoff che li riaccompagnò alla frontiera e li espulse dalla terra russa.
In Francia ed Italia si narra ancora delle incredibili leggende del mitico Pozzi e dell'infido Girardoux che minacciò di denunciare Paul Tron per la bomba che gli fece assumere in quella occasione e che gli procurò disturbi megalotesticolari per il resto dell'esistenza.
Dopo la sua tragica e mai chiarita morte gli fu intestato un prestigioso premio sportivo, il Premio Girardoux, che quest'anno nonostante tutto si dice verrà assegnato al comunque grande Lance Armstrong.
Ah il mitico Pozzi ed il Girardoux, quelli sì che erano bei tempi; anche se pure allora come oggi tutti si dopavano allo stesso modo.

Domani apriremo altri 3d relativi al doping di altri personaggi mano a mano più recenti.

Ps. Perdono Stefano B :worthy:


Morris

Re: Il doping del mitico Pozzi

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