Non capisco sulla base di quali elementi scrivi queste cose. Mi sa che sei andato un poco oltre nella comprensione di quanto da me scritto.prof ha scritto:alfiso ha scritto:Prof, non voglio biasimare il tuo punto di vista umano, ma ciò che dici ha un riflesso giuridico pesantissimo che, se esteso alla vita quotidiana, riduce il diritto ad un fatto di coscienza. Immagina le conseguenze. Semmai il problema vero è quello di dare nuova linfa al diritto (civile, penale, sportivo - ovvero quello peggiore), modificandone le norme e trasponendole da una ottica solo repressiva ad una preventiva e riabilitativa. Individuare il colpevole nello zelante, o giacobino, o delatore, o ..., primario (pubblico ufficiale) è troppo riduttivo e purtroppo anche fuorviante.
Caro amico, non so cosa tu intenda con "punto di vista umano"; forse vuoi distinguerlo dal punto di vista della bestia ? Ringraziando il cielo vi è stato chi, ben prima di te, da Irnerio in giu', fino a venire a noi, ha distinto tra potestas (il potere, la legge) ed auctoritas (l'autorità spirituale, la legge naturale inscritta nell'uomo) ed ha cosi' permesso il formarsi della nostra civiltà. Che, mi par di capire, tu non hai ancora ben compreso e frequentato. Pensa te che persino nel Medioevo, nel tanto vituperato Medioevo, dicevano che se una legge dell'imperatore era iniqua e si scontrava con il principio di giustizia che la legge naturale ha inscritto nel cuore di ogni uomo, era giusto ribellarsi al tiranno, fino af ucciderlo. Ma forse tu appartieni a quel gruppo di persone che, abrogata a maggioranza la legge che vieta l'assassinio, troverebbe giusto l'abbandonarvicisi.
Retoricamente comprendo il fervore, ma le accuse inique le respingo proprio perchè si scontrano con il tuo stesso principio di giustizia.
Tranquillo non appartengo ad un mainframe, puoi restare umano quando mi scrivi.
Ps. Rimanendo nel merito il primario poteva solo dichiararsi "obiettore di coscienza", come avvenuto nel caso della discussione delle norme sul reato di clandestinità e delle denunce obbligatorie dei cittadini clandestini che i medici dovrebbero fare quando questi ricorrano al servizio sanitario nazionale.
Infine la stessa dicotomia potestas-auctoritas che tu evochi è quella stessa che giustifica il pugno di ferro per i dopati-ciclisti e la carota dolce per i calciatori.
L'unica differenza è che tu evochi la dicotomia per una sorta di "umanità" intellettualmente rispettabile se non apprezzabile, mentre il sistema la usa per convenienza.
Io questa dicotomia la chiamo discrezionalità. E nel diritto è spesso, spessissimo una brutta cosa.
Detto questo, del vigile che domani mi metterà la multa per divieto di sosta continuerò a pensare che è un grande stronzo disumano (anche se ha ragione).