alfiso ha scritto:Ps. Cosa ne penso io? Che la realtà sia semplicemente questa:
"Ragazzi vi dovete dopare, ma se vi beccano sappiate che sarete da soli. Se vincerete però entrerete nell'olimpo degli eletti, comparsate tv, contratti pubblicitari, contratti di collaborazione coi media. E' un rischio che dovete correre."
Niente di più sbagliato, a mio avviso ......
fau ha scritto:LA wada farà pure sul serio, ma per il momento sta prendendo di mira solo i più deboli, i poveri sfigati che devono affidarsi al doping di serie C
..... come questa affermazione.
La vicenda Schwazer è, a mio avviso, il caso più importante di positività all'antidoping che abbia avuto come protagonista un atleta italiano e preannuncia tempi cupi per lo sport tricolore, sicuramente a livello di politica sportiva. Questo è un forum di ciclismo e tendenzialmente si misura tutto su questi parametri; un ciclista gareggia per la propria squadra (spesso straniera) e una o due volte all'anno qualcuno veste le maglia della nazionale. Su 365 giorni forse una decina all'anno vengono sacrificati per le attività federali e se per caso uno di questi risulta positivo all'antidoping come, agli occhi di Petrucci e Co., l'infame Rebellin la colpa è tutta del ciclista e via con le solite menate propinate in questi anni. Per l'atletica leggera, come per la gran parte delle specialità olimpiche, non è così e gli atleti ai massimi livelli per gran parte dell'anno si allenano e gareggiano sotto l'egida della federazione, come Schwazer nello stage di St. Moritz.
Un atleta di alto livello sa perfettamente quando è "over line" e, soprattutto quando gareggia per la nazionale e gruppi sportivi militari, tende sempre a non farsi beccare; il compito dei dirigenti delle federazioni e dei comitati olimpici (il discorso non vale solo per l'Italia) è quello di coprire gli atleti e se questo non è possibile consigliare (obbligare) una "onorevole ritirata".
Io la vedo così: la FIDAL ed il CONI, visto che l'atletica è la specialità regina delle olimpiadi, sono disperati perché la spedizione sarà fallimentare ed hanno nel solo Schwazer l'unica concreta possibilità di conquistare una medaglia e se per caso vincerà sarà sicuramente più dorata delle altre conquistate dalla spedizione azzurra. Schwazer sa perfettamente che le iniezioni prescritte da Ferrari non sono vitamine però gli viene garantita la sicurezza che il CONI, come probabilmente in altri casi, lo coprirà sia con la WADA che con il CIO, vista anche l'inchiesta partita da Padova, e che potrà tranquillamente prepararsi per Londra senza mettere in campo la "onorevole ritirata" (come probabilmente qualcuno ha già fatto in questa edizione dei giochi). La gravità della positività di Schwazer sta nel fatto che il CONI non ha saputo (o non ha potuto) garantire la copertura all'atleta di più alto livello delle varie nazionali italiane: da adesso in poi quale altro atleta italiano di alto livello, se gli sarà richiesto di doparsi per ottenere dei risultati, rischierà una carriera sportiva ed un posto di lavoro in un corpo militare se non ha più la certezza della copertura fornita finora dal CONI?