Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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eliacodogno
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da eliacodogno »

Non mi sono spiegato:
Se l'associazione è fatta selettivamente non è legittima, è tendenziosa e sgradevole (In pratica sentire che Pantani vinceva perchè...)
La tesi dell'accordo è un po' inquietante; significa che quando non sei più in grado di accordarti ti sbattono in mezzo a una strada? (e cmq credo che i casi siano belli diversi visto che il Giro non è la stessa roba di una 6 giorni...)
Armstrong è stato fuori dalle corse per malattia (97-98) e poi per scelta (05-08). Se ha subito pressioni dall'esterno per smettere io non lo so, a occhio non mi è sembrato. Se hai riscontri diversi attendo tue segnalazioni...
PS Non mi hai ancora detto che c'entra Andy circa gli "attacchi a base di doping".


Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
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cauz.
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da cauz. »

ottima la nuova intitolazione del thread, cosi' si evitano polemiche gratuite...
il problema che ora diventa OT tutto il mio discorso sulla capacita' di dividere il pubblico tipica di cunego. ma mi pare che ormai abbiamo detto tutto, se verrà fuori qualche nuovo contributo, lo posteremo di la' :)


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alfiso

Re: Cunego e il tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da alfiso »

Strong ha scritto:Non è vero che armstrong non ha pagato, si è fatto un lungo stop dalle corse.
Scrivi spesso questa cosa, in cui non trovo riscontro.
Me la puoi specificare meglio?

Eliacodogno ha pacatamente ed esaustivamente sintetizzato il pensiero. Il problema doping esiste, ovvio, ma nessuno degli attori principali ha il diritto di usare l'argomento antidoping a proprio favore. Se poi a farlo sono corridori, di cui "tutti sanno tutto di tutti", la faccenda rasenta il ridicolo.
L'antidoping (aldilà delle ipotesi utopiche di liberalizzazione per armonizzare e spegnere l'impatto del doping sul mero risultato sportivo) deve diventare, una volta per tutte, uno strumento gestito in terzietà da enti staccati dalle federazioni, senza arbitrarietà e soprattutto senza discrezionalità.
E' assurdo ad esempio che le certificazioni sui medicinali autorizzati, sui valori di ematocrito 'naturalmente' alto siano gestite dall'Uci.
Ne abbiamo sentite di ogni in questi anni e sarebbe bello che l'australiana Anne Gripper trovasse il coraggio, un giorno, di vuotare il sacco sul perchè si oppose alla candidatura di McQuaid (non solo per l'uso di fondi Uci per la sua campagna) e per quali ragioni sostanziali la stessa lasciò l'Uci, raccontandoci infine cosa avvenne, dalla fine anni 90 al giorno in cui si dimise, negli uffici di Aigle.
Qua nessuno odia nessuno, io personalmente odio l'ipocrisia che trita vite umane, le mette alla gogna di media superficiali, mentre la stessa consente ad alcuni di certificarsi "malati" o "superman" da ENTI SQUALIFICATI ormai, permettendo loro di ostentare la menzogna impunemente.
Siccome questo diventa "ciclo-wrestling", si ha il diritto di rifiutare questo sistema e questo tipo di attori.
E giunti a questo punto della discussione, ecco che ogni volta si scatena il ciclo-trolley con affermazioni da asilo mariuccia.

Nel novero delle ipocrisie dell'ultimo periodo e dell'accanimento strumentale verso alcuni (ed alcuni sport in particolare) vorrei focalizzare la vicenda degli ftalati (premetto senza avere la competenza scientifica e focalizzando solo gli assurdi aspetti di discrezionalità che ne sono sortiti).
Del clenbuterolo si è detto tanto ed anche a sproposito, ma resta il fatto che AC è stato squalificato per presunzione di colpevolezza (diritto svizzero) e perchè, volente o nolente, il clenbuterolo è stato rilevato e si è detto "era da sanzionare".
Poi sappiamo degli altri innumerevoli casi di positività in vari sport (e pure nel ciclismo) che non sono stati sanzionati e, penso io, giustamente. E vabbeh.
Ne consegue che:
- nella prevalenza dei casi le federazioni sportive internazionali non hanno appellato il Tas (quelle nazionali hanno nella maggior parte dei casi risolto in casa)
- l'Uci non ha appellato tutti i casi di sua competenza invece (la Fci sotto l'egida conCONI ha fatto tutto in casa, mandando al rogo il povero Colò).
- Oliver Rabin direttore scientifico della Wada ha condotto lo studio farmacocinetico sul clenbuterolo solo in occasione della vicenda Contador cosa che ne avrebbe comportato, a livello ufficiale, un sostanziale allungamento dei tempi (nessuno era stato così zelante in precedenza per le numerose positività del calcio).

E' evidente che il ciclismo si è prestato a fare da cavia (per i suoi certi problemi) ad ogni tipo di sperimentazione giuridica e scientifica, i cui farlocchi passaggi sono sotto gli occhi di tutti.
Un ciclista oggi ha l'onere della prova (è colpevole sino a prova contraria), mentre un calciatore è innocente sino a prova contraria e per non intralciare il colosso, diciamo che vengono pure rimossi gli eventuali ostacoli per non avere incidenti probatori.

Ma veniamo agli ftalati. Il protocollo che li rileva e ne certifica il legame con la trasfusione è stato sviluppato dal medico spagnolo catalano Jordi Segura.
Se AC doveva essere squalificato, quella era davvero l'occasione per incastrarlo, se si fosse davvero sottoposto a trasfusione omologa.
E come avvenuto in precedenza di fronte ad esami e protocolli dirimenti, immediatamente gli atleti confessano.
In ogni caso, anche in assenza del protocollo, l'osservazione degli ftalati è stata propalata per gettare l'ombra sull'additato e crearne un quadro fosco.
Perchè la Wada ha concesso tempi amplissimi per lo studio sul clenbuterolo (che non ha dato però esiti sostanzialmente dirimenti, lasciando la discrezionalità e l'obbrobrio giuridico svizzero) e non ha invece validato a tutti gli effetti il protocollo Segura?
A mio avviso perchè quel protocollo avrebbe decimato il numero di sportivi, CALCIATORI IN PRIMIS !!! E NON SI PUO' ...
Nel frattempo la ricerca troverà nuovi materiali per contenere i preziosi liquidi.
Del protocollo che rilevava il Cera si conosceva l'esistenza sin dal 2007, quando il prodotto era ancora nella seconda fase di beta testing e dello stesso si parlava esaurientemente nelle relazioni di borsa della Roche per i shareholders. Perchè fu utilizzato ed i marcatori rilevati solo ben successivamente?
Un'altra domanda che resta viva dal passato è la seguente: un uomo con un solo testicolo ha un massimale di testosterone naturale uguale a quello di un normodotato? Ognuno risponda come crede alle argomentazioni di diritto ed etica sportiva, lasciando l'ultima questione ai ricercatori.

Ritorniamo all'ipocrisia di alcuni atleti "protetti" ed alla arbitrarietà unita alla discrezionalità dell'Uci.
E' normale che chi sia stato certificato per anni con un ematocrito naturale alto, possa oggi avere un passaporto biologico più "umano"?
Perchè non viene fatta valere in questo caso la "presunzione di colpevolezza"? O possiamo giustificare tutto con una conveniente mutazione genetica?
E' dovuto al sovrallenamento degli anni 2010? (anticipando la panzana eventuale).
Il castello dell'ipocrisia è fatto di sabbia finissima e di collante fortissimo. Ma anche l'attak ha il suo acetone (che lo scioglie) e la sabbia si riscopre finissima.

Ps. Quoto in toto la considerazione di Cauz, ma perchè il mio post esce col vecchio nome del 3d? Io non posso modificarlo.
Ultima modifica di alfiso il mercoledì 15 febbraio 2012, 20:53, modificato 1 volta in totale.


KELLY1
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da KELLY1 »

Qua Fanini dice cose non vere. Damiano ha esclusivamente un certificato per ematocrito alto naturalmente che gli è stato certificato quando aveva 14 anni (non correva ancora in bici) e doveva fare le prove di idoneità fisica per praticare l'atletica. Tutta la documentazione è da sempre in mano dell'Uci e della federazione che l'ha più volte scrutinata ed esaminata attentamente non avendo mai avuto nulla da obbiettare. (tratto da un post di claudio 82 sul forumdi D. CUNEGO)

mi sembra strano che alla visita di idoneità per l'atletica facciano richiesta del tasso di ematocrito.avendo una figlia che pratica atletica leggera , a 14 anni la visita è identica a quella per il ciclismo,porti le urine , il medico fa il test da sforzo ,ti visita ma non chiede gli esami del sangue, le visite mediche nel ciclismo sono identiche a quelle dell'atletica.
mi sembra sia stato il ciclismo che alla fine degli anni 90 introdusse l'esame del sangue per la categoria juniores,forse fu al passaggio da junior che fece la richiesta di esenzione del 50%.

devo immaginare che avesse dei problemi a superare la visita d'idoneità per fare l' esame dell' ematocrito ?

l'unica volta che apprezzai cunego fu quando lo vidi vincere bene da juniores a montecampione .


donchisciotte
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da donchisciotte »

http://oldforum.cicloweb.it/viewthread. ... 614&page=1
Per la correttezza storica la discussione Cunego- Cecchini nacque qua, come ho già detto tempo fa ma la storia non è, evidentemene, materia conosciuta a principe.
Chi avrà la forza di leggere vedrà come veniva paventata l'ipotesi che Cunego avesse come preparatore Cecchini dalla tifosa di riferimento. poi la storia dimostrò che ci andava. E annunciò di aver smesso a gennaio 2008 ( non sette anni fa). Su google si può vedere cosa successe a gennaio 2008.


Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
Lasciamolo in pace un cazzo!
Principe

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Principe »

KELLY1 ha scritto:Qua Fanini dice cose non vere. Damiano ha esclusivamente un certificato per ematocrito alto naturalmente che gli è stato certificato quando aveva 14 anni (non correva ancora in bici) e doveva fare le prove di idoneità fisica per praticare l'atletica. Tutta la documentazione è da sempre in mano dell'Uci e della federazione che l'ha più volte scrutinata ed esaminata attentamente non avendo mai avuto nulla da obbiettare. (tratto da un post di claudio 82 sul forumdi D. CUNEGO)

mi sembra strano che alla visita di idoneità per l'atletica facciano richiesta del tasso di ematocrito.avendo una figlia che pratica atletica leggera , a 14 anni la visita è identica a quella per il ciclismo,porti le urine , il medico fa il test da sforzo ,ti visita ma non chiede gli esami del sangue, le visite mediche nel ciclismo sono identiche a quelle dell'atletica.
mi sembra sia stato il ciclismo che alla fine degli anni 90 introdusse l'esame del sangue per la categoria juniores,forse fu al passaggio da junior che fece la richiesta di esenzione del 50%.

devo immaginare che avesse dei problemi a superare la visita d'idoneità per fare l' esame dell' ematocrito ?

l'unica volta che apprezzai cunego fu quando lo vidi vincere bene da juniores a montecampione .
Non ti saprei dire. Neanche mi ricordo la fonte di quell'informazione :hammer: Potrebbe essersi trattato di uno scrupolo familiare (devi andare al laboratorio per fare le analisi delle urine... fai anche quelle del sangue), potrebbe essere uno scrupolo del medico (devi certificare per la prima volta un bambino/adolescente per l'idoneità fisica e gli fai fare pure le analisi del sangue), potrebbe essere stato uno scrupolo della società sportiva con cui si tesserava che richiedeva ai ragazzi o al medico che rilasciava l'idoneità di fare anche le analisi del sangue, potrebbe essere stato un normale controllo
e poi potrebbe aver portato le analisi al medico che rilasciava l'idoneità, potrebbe essersi trattato di una visita speciale in vista di una selezione in azzurro (Cunego da ragazzino vinse parecchi titoli provinciali e regionali e fu secondo alle finali nazionali dei giochi della gioventù), potrebbe essere stata una visita medica più approfondita per capire le potenzialità di sviluppo del ragazzo (che non è e non era un gigante), le analisi del sangue potrebbero essere state richieste dopo quelle delle urine (magari c'erano tracce di sangue nelle urine - cosa che succede abbastanza spesso - e gli hanno fatto fare pure quelle del sangue per capirne i motivi).

Non hai fatto fare le analisi del sangue a tua figlia ultimamente (negli ultimi 1-2 anni)? Nel caso consultati col vostro medico di famiglia per valutarne l'opportunità. La prevenzione è fondamentale e ti puoi detrarre i costi in dichiarazione (consiglio: se tua figlia è restia a farle ti devi preoccupare delle persone che frequenta!).


Principe

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Principe »

donchisciotte ha scritto:http://oldforum.cicloweb.it/viewthread. ... 614&page=1
Per la correttezza storica la discussione Cunego- Cecchini nacque qua, come ho già detto tempo fa ma la storia non è, evidentemene, materia conosciuta a principe.
Chi avrà la forza di leggere vedrà come veniva paventata l'ipotesi che Cunego avesse come preparatore Cecchini dalla tifosa di riferimento. poi la storia dimostrò che ci andava. E annunciò di aver smesso a gennaio 2008 ( non sette anni fa). Su google si può vedere cosa successe a gennaio 2008.
E' interessante soprattutto notare quello che fa Basso. A un certo punto, lascia Cecchini e va da Fuentes... chissà perchè... chissà perchè sentì la necessità di andare da un altro medico... chissà cosa aveva Fuentes in più di Cecchini...

Quando Cunego iniziò la collaborazione con Cecchini, questo era già finito nell'ambito di alcune inchieste sul doping e di conseguenza veniva controllato molto attentamente. Dato che Cecchini - oltre a essere un luminare nel campo della medicina sportiva - è anche il figlio di uno dei più ricchi imprenditori della provincia di Lucca, non credo proprio che avrebbe corso il rischio di finire in galera e di rovinarsi la vita per guadagnare qualche spicciolo in più. Tant'è che quando si sparge la voce che in Spagna c'è un certo Fuentes, molti clienti preferiscono cambiare preparatore... e andare in cerca di quello che Cecchini non forniva.


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lemond
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Re: Cunego e il tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da lemond »

alfiso ha scritto: L'antidoping (aldilà delle ipotesi utopiche di liberalizzazione per armonizzare e spegnere l'impatto del doping sul mero risultato sportivo) deve diventare, una volta per tutte, uno strumento gestito in terzietà da enti staccati dalle federazioni, senza arbitrarietà e soprattutto senza discrezionalità.
E queste (ipotesi) tu chiamale, se vuoi ... emozioni. :uhm:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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danilodiluca87
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da danilodiluca87 »

Principe ha scritto:....secondo alle finali nazionali dei giochi della gioventù...
e quando mai!!!!!!!!!!!!!! vincesse una volta.... :D :D :D :D
forse hanno riscritto le classifiche anche ai giochi della gioventù??????


Il KILLER di Spoltore
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Re: Cunego e il tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Strong »

alfiso ha scritto: Scrivi spesso questa cosa, in cui non trovo riscontro.
Me la puoi specificare meglio?
si sarebbe portato a casa anche le edizioni 06-07-08, mi è solo sembrato strano vederlo lasciare proprio in quel momento per poi tornare alla soglia dei 40.
Se poi considero che in quell'anno e negli anni a seguire ci furono una raffica di squalifiche e casi di doping....

- ullrich
- rasmussen
- landis

Credo, ma è solo un mio pensiero, abbia "barattato" una autosqualifica in cambio di copertura a livello di immagine.


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
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Plata
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Re: Cunego e il tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Plata »

Strong ha scritto: si sarebbe portato a casa anche le edizioni 06-07-08, mi è solo sembrato strano vederlo lasciare proprio in quel momento per poi tornare alla soglia dei 40.
Se poi considero che in quell'anno e negli anni a seguire ci furono una raffica di squalifiche e casi di doping....

- ullrich
- rasmussen
- landis

Credo, ma è solo un mio pensiero, abbia "barattato" una autosqualifica in cambio di copertura a livello di immagine.
Può essere. È la stessa cosa che penso per Bettini.


Principe

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Principe »

danilodiluca87 ha scritto:
Principe ha scritto:....secondo alle finali nazionali dei giochi della gioventù...
e quando mai!!!!!!!!!!!!!! vincesse una volta.... :D :D :D :D
Ecco le volte in cui non ha fatto secondo (e mi limito al ciclismo...):

1999 (Juniores)

Campionato del mondo, Prova in linea juniores

2002 (Saeco, due vittorie)

Giro d'Oro
Giro del Medio Brenta

2003 (Saeco, due vittorie)
5ª tappa Tour of Qinghai Lake (Uuzhu)
Classifica generale Tour of Qinghai Lake

2004 (Saeco, diciotto vittorie)

1ª tappa Giro del Trentino (Marcena di Rumo)
2ª tappa Giro del Trentino (Roncone)
Classifica generale Giro del Trentino
Giro dell'Appennino
Gran Premio Industria e Artigianato
2ª tappa Giro d'Italia (Pontremoli)
7ª tappa Giro d'Italia (Montevergine di Mercogliano)
16ª tappa Giro d'Italia (Falzes)
18ª tappa Giro d'Italia (Bormio 2000)
Classifica generale Giro d'Italia
Criterium di Broni
Trofeo Meregalli
Memorial Marco Pantani
Criterium degli Assi (prova scratch)
Gran Premio Fred Mengoni
Classifica generale Due Giorni Marchigiana
Gran Premio Nobili Rubinetterie
Giro di Lombardia

2005 (Lampre, quattro vittorie)

3ª tappa Tour de Romandie (Anzère)
Gran Premio Nobili Rubinetterie
Trofeo Melinda
Japan Cup
2006 (Lampre, sei vittorie)

Giro d'Oro
3ª tappa Settimana Internazionale di Coppi e Bartali (Fiorano Modenese)
Classifica generale Settimana Internazionale di Coppi e Bartali
2ª tappa Giro del Trentino (Cles)
Classifica generale Giro del Trentino
Gran Premio Industria e Artigianato

2007 (Lampre, sei vittorie)

1ª tappa Giro del Trentino (Terlago)
2ª tappa Giro del Trentino (Predaia)
Classifica generale Giro del Trentino
4ª tappa Giro di Germania (Sonthofen)
Gran Premio Bruno Beghelli
Giro di Lombardia

2008 (Lampre, cinque vittorie)

5ª tappa Giro dei Paesi Baschi (Orio)
Gran Premio Primavera
Amstel Gold Race
Giro di Lombardia
Japan Cup

2009 (Lampre, cinque vittorie)

2ª tappa Settimana Internazionale di Coppi e Bartali (Faenza)
3ª tappa Settimana Internazionale di Coppi e Bartali (Serramazzoni)
Classifica generale Settimana Internazionale di Coppi e Bartali
8ª tappa Vuelta a España (Alto de Aitana)
14ª tappa Vuelta a España (Sierra de la Pandera)

2011 (Lampre, tre vittorie)

2ª tappa Giro di Sardegna (Nuoro)
Giro dell'Appennino
2ª tappa Tour de Romandie (Romont)

Altri successi

2004

Classifica UCI Road World Rankings

2006

Classifica giovani Tour de France

2008

Classifica punti Giro dei Paesi Baschi

2009

Classifica punti Settimana Internazionale di Coppi e Bartali


KELLY1
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Iscritto il: martedì 28 dicembre 2010, 16:34

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da KELLY1 »

comunque io non mi vanterei delle vittorie ottenute fino al 2008 , vista la famosa risposta di gavazzi pierino proprio una quindicina di giorni prima di quel mondiale , e uno come lui ,gia condannato dalla giustizia ordinaria per fatti legati al doping ,se ne intende .
da la stampa
Ho chiesto al mio direttore sportivo, Pierino Gavazzi, che è stato tre volte campione d’Italia e ha vinto una Sanremo, come mai succede questo: e mi ha risposto che i corridori tornano per fare quello che in gergo viene chiamato il “rifornimento”, cioè per assumere epo al riparo da occhi indiscreti. E’ quello che i corridori chiamano “la cura”. La fanno tutti, il big che deve vincere e il gregario che deve aiutare a vincere. Unica avvertenza: sospenderla qualche giorno prima della corsa per non lasciare tracce il giorno fatidico».


http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni ... i/16797gir

non che non si debba vantare cunego ma tutti i vincitori e da ex dell'ambiente gare continuo a ripetere che gli ordini d'arrivo dall'88 in poi andrebbero cancellati .

ripartiamo da zero , come diceva BARTALI è tutto da rifare.

ps per la figlia applico regole più dure di quelle del ciclismo a livello controlli anche se fa atletica e non sono obbligatori.
perchè non transigo sul voler incrementare prestazioni che non siano quelle di cui la natura ti ha dotato.


herbie
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Iscritto il: sabato 26 febbraio 2011, 17:19

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da herbie »

@alfiso e KELLY:
1) l'ematocrito (e l'emoglobina) sono tra i primissimi parametri che compaiono in qualunque esito di analisi ematiche facendo fare il test basilare che è l'emocromo. QUindi qualunque bambino o adulto che abbia fatto una volta nella sua vita l'esame del sangue ha presente più o meno i suoi valori di ematocrito.
2) nella normale visita di idoneità alla pratica sportiva agonistica amatoriale o giovanile viene fatto un test sulle urine, un test da sforzo nemmeno troppo articolato con cardiogramma normale a riposo e dopo lo sforzo (e qui invece ci vorrebbe e come l'ecocardiogramma, almeno per tutti i bambini), spirometria, una visita generica, MAI il prelievo del sangue.
Cunego, come tutti i bambini avrà saputo ben presto dalle periodiche analisi fatte il suo ematocrito normale e avrà agito di conseguenza. Non c'è assolutamente niente di torbido nel venire a sapere che l'ematocrito di un ragazzo è naturalmente alto.


alfiso

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da alfiso »

Herbie non riesco a contestualizzare le tue due puntualizzazioni che in sè trovo scontate ed ineccepibili, ovvero non riesco a collegarle con quanto ho scritto nel mio post. Lo dico da uno che, fisicamente non allenato e sedentario da 3 anni (come pure nei periodi di pausa sportiva) ha sempre 48 di ematocrito e 17 di emoglobina, insomma il prototipo del fumatore (pur respirando solo l'aria di Milano sigh :().
Ciò che io ho scritto è che ritengo assurdo blandire le armi delle streghe e poi avere un ematocrito alto dall'infanzia per poi diventare più umano all'alba dell'introduzione del passaporto biologico.
In ogni caso il cuore del problema è l'ipocrisia. E non mi interessa da quale corridore questa provenga (anche se antipatica e stucchevole) per vedere le streghe un giorno accanirsi su di lui, per l'ennesimo loop di fango.
E' triste che dopo 14 anni dal primo grande fuoco, non ci siano ancora regole chiare (neppure un minimo), che sulla ipocrisia si siano create intere carriere sportive fasulle (arbitrariamente a danno di altre), che una dirigenza corrotta e smaniosa di controllo e di potere abbia creato un business (utilizzando l'antidoping come strumento di controllo e ricatto) e che fra i corridori non vi sia un minimo di solidarietà professionale (non si pretende corporativismo di categoria).
Guardando il ciclismo da tutti questi aspetti è tutto molto triste.
Dopo decenni di sperimentazioni indecenti di tutti gli stregoni del doping ora questo sport si sta impecorendo (ogni anno di più) ai satrapi delle avventurose sperimentazioni (scientifiche e giuridiche) dell'antidoping mirata (quella che rilascia le certificazioni "bioblu" di qualità).
Almeno i "dopatissimi" degli anni 90 trovarono il coraggio di tutelare la propria salute e di proporre unilateralmente il famoso limite del 50%. Lasciando perdere gli aspetti tecnico-scientifici, almeno in quella fase la "maestranza ciclistica" aveva ancora una coscienza professionale ed una identità di gruppo vivace e solidale. Poi venne il tunnel. Da cui dopo 14 anni anni non si è ancora usciti. Saremo almeno a metà?


herbie
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Iscritto il: sabato 26 febbraio 2011, 17:19

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da herbie »

alfiso ha scritto:Herbie non riesco a contestualizzare le tue due puntualizzazioni che in sè trovo scontate ed ineccepibili, ovvero non riesco a collegarle con quanto ho scritto nel mio post. Lo dico da uno che, fisicamente non allenato e sedentario da 3 anni (come pure nei periodi di pausa sportiva) ha sempre 48 di ematocrito e 17 di emoglobina, insomma il prototipo del fumatore (pur respirando solo l'aria di Milano sigh :().
Ciò che io ho scritto è che ritengo assurdo blandire le armi delle streghe e poi avere un ematocrito alto dall'infanzia per poi diventare più umano all'alba dell'introduzione del passaporto biologico.
In ogni caso il cuore del problema è l'ipocrisia. E non mi interessa da quale corridore questa provenga (anche se antipatica e stucchevole) per vedere le streghe un giorno accanirsi su di lui, per l'ennesimo loop di fango.
E' triste che dopo 14 anni dal primo grande fuoco, non ci siano ancora regole chiare (neppure un minimo), che sulla ipocrisia si siano create intere carriere sportive fasulle (arbitrariamente a danno di altre), che una dirigenza corrotta e smaniosa di controllo e di potere abbia creato un business (utilizzando l'antidoping come strumento di controllo e ricatto) e che fra i corridori non vi sia un minimo di solidarietà professionale (non si pretende corporativismo di categoria).
Guardando il ciclismo da tutti questi aspetti è tutto molto triste.
Dopo decenni di sperimentazioni indecenti di tutti gli stregoni del doping ora questo sport si sta impecorendo (ogni anno di più) ai satrapi delle avventurose sperimentazioni (scientifiche e giuridiche) dell'antidoping mirata (quella che rilascia le certificazioni "bioblu" di qualità).
Almeno i "dopatissimi" degli anni 90 trovarono il coraggio di tutelare la propria salute e di proporre unilateralmente il famoso limite del 50%. Lasciando perdere gli aspetti tecnico-scientifici, almeno in quella fase la "maestranza ciclistica" aveva ancora una coscienza professionale ed una identità di gruppo vivace e solidale. Poi venne il tunnel. Da cui dopo 14 anni anni non si è ancora usciti. Saremo almeno a metà?
mi pareva di aver capito che qualcuno si stupisse del fatto che Cunego da ragazzo sapesse di avere l'ematocrito alto, perchè l'esame non viene fatto in sede di visita sportiva d idoneità. ;)
più che altro ti consiglierei di fare un po' di attività fisica perchè quei valori (a meno che anche per te ci voglia l'attestazione dell'ematocrito naturalmente alto) sono intorno al limite alto, ovvero quello di uomo SEDENTARIO, se facessi attività fisica con un minimo di continuità altro che 48 e 17...molto meno!
tutto sommato sono d'accordo con te.
Anche se, ti devo dire la verità, avrei preferito sentire fare riferimento nei tuoi giustissimi ed argomentati peana rispetto alla vicenda di Contador, anche a quelle di atleti altrettanto sommariamente condannati per inezie molto simili, come Marta Bastianelli o Giampaolo Caruso....atleti che non hanno minimamente goduto di tutto il battage mediatico favorevole avuto da Alberto, ma sempre e solo biasimo ed infamia.
NOn sono d'accordo sul discorso del limite del 50% come ottenimento di giustizia sindacale (se dobbiamo rovinarci la salute almeno non rischiamo eccessivamente). Quel limite tutto faceva salvo che salvaguardare gli interessi equamente di tutti i corridori. Quel limite serviva ad appiattire le corse sui dettami delle squadre portando tutti i corridori vicino ad esso.
Logicamente alcuni (quelli con un normale 42%) potevano farsi le loro belle cure tranquillamente e guadagnare MOLTO. Altri (quelli con una anomalia originariamente vantaggiosa, ovvero già vicini al 50%) non potevano fare praticamente NIENTE e si trovavano quasi tutti gli altri intorno che volavano.
Mai norma fu meno equa nel contesto delle autoregolamentazioni nel ciclismo.


alfiso

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da alfiso »

herbie ha scritto:più che altro ti consiglierei di fare un po' di attività fisica perchè quei valori (a meno che anche per te ci voglia l'attestazione dell'ematocrito naturalmente alto) sono intorno al limite alto, ovvero quello di uomo SEDENTARIO, se facessi attività fisica con un minimo di continuità altro che 48 e 17...molto meno!
Tutto tristemente vero, e credo che quest'anno tornerò ad inforcarla con continuità. E' un obiettivo, anzi un must. Sorry OT (ma è doping lavorativo da sconsiderati non più ciclisti :))
herbie ha scritto:Anche se, ti devo dire la verità, avrei preferito sentire fare riferimento nei tuoi giustissimi ed argomentati peana rispetto alla vicenda di Contador, anche a quelle di atleti altrettanto sommariamente condannati per inezie molto simili, come Marta Bastianelli o Giampaolo Caruso....atleti che non hanno minimamente goduto di tutto il battage mediatico favorevole avuto da Alberto, ma sempre e solo biasimo ed infamia.
Non ci tengo tanto ad andare al cuore del problema del singolo, semmai ad individuare nel singolo il denominatore comune di un sistema che non va, ed anche perchè non mi voglio far coinvolgere dal fervore bulimico della tifoseria monocorde (ne approfitto per dire che non sono tifoso di Contador, e lo sono di tutti e di questo sport da malato virale cronico ;)).
Ammetto l'ignoranza, non conosco molto la vicenda della Bastianelli e da quanto avevo letto, mi sento solo di dire che vi fu un discreto pressapochismo dell'atleta (anche per il dilettantismo ancora persistente nel movimento femminile, ma stanno crescendo è più degli uomini, anzi li aiuteranno di questo passo).
Sul caso Caruso non erano emersi aspetti scientifici, se non psichiatrici, che non riguardavano però l'atleta, bensì il procuratore e la Federcinica tarocca.
Fossi stato Caruso avrei però optato per una strategia difensiva e testimoniale diversa. Avrei scelto in primis un diverso legale, meno consueto e coinvolto.
Avrei scelto un legale burbero e rude avvezzo agli accordi a muso duro con la magistratura, che dopo la sua deposizione non avrebbe consentito a Torri di dire bellamente "Ah, ho cambiato idea", probabilmente su pressioni federciniche e coniche. Insomma avrei preso un legale pronto a portare la faccenda nella giurisprudenza ordinaria (affanQlo la clausola compromissoria, che serve a proteggere i soggetti "pluri-compromessi") e me ne sarei fregato della carriera.
Lo dico col senno di poi, ammetto, ma dovendo farsi infangare comunque, tanto vale salvaguardare il proprio diritto e pazientare per avere giustizia.
Sul fango che colpisce indistintamente i piccoli hai ragionissima, ma infatti rifletti sul perchè McQuaid puntò il dito sulle enormi risorse economiche a disposizione di Contador. Se il gioco dell'addomesticamento riesce su un "uomo al sole" come AC, immagina quanto può valere e che messaggio arriva ai tanti piccoli in ombra? Ma McQuaid è un fenomeno (non nel senso dell'eccellenza) umano e come tale destinato a finire (meglio presto che tardi).
herbie ha scritto:Salvo sul discorso del limite del 50% come ottenimento di giustizia sindacale
Sì io salvo solo quello del protagonismo "sindacale". Almeno per quell'aspetto furono attori. Sulle soluzioni adottate, beh ormai è storia :(. Però preferisco che ci siano dei professionisti consapevoli a concordare e metabolizzare sportivamente le regole, piuttosto che un esercito sparso di sudditi peones e furbetti interessati e protetti che si adeguano ai diktat della mafia di Aigle (o della mummia tarocca della curva nord dell'Olimpico).
Professionisti e protagonisti.
Ultima modifica di alfiso il giovedì 16 febbraio 2012, 15:35, modificato 1 volta in totale.


Principe

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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herbie ha scritto: NOn sono d'accordo sul discorso del limite del 50% come ottenimento di giustizia sindacale (se dobbiamo rovinarci la salute almeno non rischiamo eccessivamente). Quel limite tutto faceva salvo che salvaguardare gli interessi equamente di tutti i corridori. Quel limite serviva ad appiattire le corse sui dettami delle squadre portando tutti i corridori vicino ad esso.
Logicamente alcuni (quelli con un normale 42%) potevano farsi le loro belle cure tranquillamente e guadagnare MOLTO. Altri (quelli con una anomalia originariamente vantaggiosa, ovvero già vicini al 50%) non potevano fare praticamente NIENTE e si trovavano quasi tutti gli altri intorno che volavano.
Mai norma fu meno equa nel contesto delle autoregolamentazioni nel ciclismo.
"Se si può cogliere un vantaggio da una situazione è dovere di buon cittadino coglierlo. Perché la corsa deve essere solo dei più veloci e i rebus solo dei più astuti? Vincono solo perché Dio ha dato loro questo dono, ma imbrogliare è un dono che ogni uomo fa a se stesso". Montgomery Burns


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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Principe ha scritto:
herbie ha scritto: NOn sono d'accordo sul discorso del limite del 50% come ottenimento di giustizia sindacale (se dobbiamo rovinarci la salute almeno non rischiamo eccessivamente). Quel limite tutto faceva salvo che salvaguardare gli interessi equamente di tutti i corridori. Quel limite serviva ad appiattire le corse sui dettami delle squadre portando tutti i corridori vicino ad esso.
Logicamente alcuni (quelli con un normale 42%) potevano farsi le loro belle cure tranquillamente e guadagnare MOLTO. Altri (quelli con una anomalia originariamente vantaggiosa, ovvero già vicini al 50%) non potevano fare praticamente NIENTE e si trovavano quasi tutti gli altri intorno che volavano.
Mai norma fu meno equa nel contesto delle autoregolamentazioni nel ciclismo.
"Se si può cogliere un vantaggio da una situazione è dovere di buon cittadino coglierlo. Perché la corsa deve essere solo dei più veloci e i rebus solo dei più astuti? Vincono solo perché Dio ha dato loro questo dono, ma imbrogliare è un dono che ogni uomo fa a se stesso". Montgomery Burns
Chi si riempie la bocca del nome di Dio, in genere è perchè a corto di argomenti.
Dillo al tuo amico Montgomery.


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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Principe ha scritto: "Se si può cogliere un vantaggio da una situazione è dovere di buon cittadino coglierlo. Perché la corsa deve essere solo dei più veloci e i rebus solo dei più astuti? Vincono solo perché Dio ha dato loro questo dono, ma imbrogliare è un dono che ogni uomo fa a se stesso". Montgomery Burns
Frena la tua bulimia, fatti un esame sangue-urina.
"Qua la corsa è solo degli "astuti" con i rebus (troppi) dei più "veloci". Vincono (alcuni manco quelle seppure ungano parecchio il Lord) solo perchè han dato al Lord qualche dono per imbrogliare gli altri e sè stessi". Alfiso Spenge


Principe

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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nino58 ha scritto:
Principe ha scritto:
herbie ha scritto: NOn sono d'accordo sul discorso del limite del 50% come ottenimento di giustizia sindacale (se dobbiamo rovinarci la salute almeno non rischiamo eccessivamente). Quel limite tutto faceva salvo che salvaguardare gli interessi equamente di tutti i corridori. Quel limite serviva ad appiattire le corse sui dettami delle squadre portando tutti i corridori vicino ad esso.
Logicamente alcuni (quelli con un normale 42%) potevano farsi le loro belle cure tranquillamente e guadagnare MOLTO. Altri (quelli con una anomalia originariamente vantaggiosa, ovvero già vicini al 50%) non potevano fare praticamente NIENTE e si trovavano quasi tutti gli altri intorno che volavano.
Mai norma fu meno equa nel contesto delle autoregolamentazioni nel ciclismo.
"Se si può cogliere un vantaggio da una situazione è dovere di buon cittadino coglierlo. Perché la corsa deve essere solo dei più veloci e i rebus solo dei più astuti? Vincono solo perché Dio ha dato loro questo dono, ma imbrogliare è un dono che ogni uomo fa a se stesso". Montgomery Burns
Chi si riempie la bocca del nome di Dio, in genere è perchè a corto di argomenti.
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Eppure fu lui a dire "Famiglia, amici e religione. Questi sono i 3 demoni che dovete sconfiggere se volete avere successo nella vita".


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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Principe ha scritto:
nino58 ha scritto:
Principe ha scritto:
"Se si può cogliere un vantaggio da una situazione è dovere di buon cittadino coglierlo. Perché la corsa deve essere solo dei più veloci e i rebus solo dei più astuti? Vincono solo perché Dio ha dato loro questo dono, ma imbrogliare è un dono che ogni uomo fa a se stesso". Montgomery Burns
Chi si riempie la bocca del nome di Dio, in genere è perchè a corto di argomenti.
Dillo al tuo amico Montgomery.
Eppure fu lui a dire "Famiglia, amici e religione. Questi sono i 3 demoni che dovete sconfiggere se volete avere successo nella vita".
Appunto.
Doveva avere le idee confuse, il ragazzo.


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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http://www.spazidisimpatia.wordpress.com
Spazi di simpatia, nel nome dell'amore che regna nella nostra splendida Terra
Un blog consigliato da Basso, quello giusto.

Aderii alla campagna di garbata moral suasion per cacciare Di Rocco. E infatti...
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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nino58 ha scritto:
Principe ha scritto:
nino58 ha scritto:
Chi si riempie la bocca del nome di Dio, in genere è perchè a corto di argomenti.
Dillo al tuo amico Montgomery.
Eppure fu lui a dire "Famiglia, amici e religione. Questi sono i 3 demoni che dovete sconfiggere se volete avere successo nella vita".
Appunto.
Doveva avere le idee confuse, il ragazzo.
Vallo a dire a Simón Bolívar (massone) e al colonnello Montoya di cui Burns ottenne la testa nel 1833 dopo il celebre discorso dell'asino: "Compadres! È nostro dovere annientare i Combattenti della Libertà prima della prossima luna piena... E ricordate: ci sarà un lucente asino per chiunque mi consegnerà la testa del colonnello Montoya".

E studiati la storia del Sud America.


alfiso

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da alfiso »

Nino studia caxxo. Te lo dice uno che approfondisce la storia attraverso i Simpson, e la storia del ciclismo su Topolino e Pinocchio. :diavoletto:
Poi ti ripete il papello di studi ed elucubrazioni come gli ebrei recitano la torah. Il muro del pianto (ossessivo) è comune.

P.s. Poi, w i Simpson forever. Ma quello a prescindere.


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da nino58 »

Sì, ma lui della storia del Su
alfiso ha scritto:Nino studia caxxo. Te lo dice uno che approfondisce la storia attraverso i Simpson, e la storia del ciclismo su Topolino e Pinocchio. :diavoletto:
Poi ti ripete il papello di studi ed elucubrazioni come gli ebrei recitano la torah. Il muro del pianto (ossessivo) è comune.

P.s. Poi, w i Simpson forever. Ma quello a prescindere.
Sì, comunque lui della storia del Sudamerica conosce alla perfezione il "discorso dell'asino".


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Slegar »

(termino qui il seguente post viewtopic.php?f=2&t=69&p=52644#p52644 ) ...... basta che non mi si frantumino ancora i "gabbasisi" con la storiella della riscrittura delle classifiche.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Principe »

nino58 ha scritto:Sì, ma lui della storia del Su
alfiso ha scritto:Nino studia caxxo. Te lo dice uno che approfondisce la storia attraverso i Simpson, e la storia del ciclismo su Topolino e Pinocchio. :diavoletto:
Poi ti ripete il papello di studi ed elucubrazioni come gli ebrei recitano la torah. Il muro del pianto (ossessivo) è comune.

P.s. Poi, w i Simpson forever. Ma quello a prescindere.
Sì, comunque lui della storia del Sudamerica conosce alla perfezione il "discorso dell'asino".
Studia, nino, studia. La storia non comincia nel 1848...


alfiso

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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Principe ha scritto:
nino58 ha scritto: Sì, comunque lui della storia del Sudamerica conosce alla perfezione il "discorso dell'asino".
Studia, nino, studia. La storia non comincia nel 1848...
E purtroppo nemmeno oggi è cessato il discorso dell'asino :diavoletto:

Ps. datte al forex


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da cauz. »

non so veramente dove chiederlo e quindi lo faccio qui, visto che parte da un tweet del corridore:
armstrong ha postato poco fa il fatto di aver passato un po' di tempo con l'antidoping US per un controllo a sorpresa sangue/urine.
ma non si era ritirato? perche' dovrebbero controllarlo ancora?


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Re: Cunego e il tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da barrylyndon »

Plata ha scritto:
Strong ha scritto: si sarebbe portato a casa anche le edizioni 06-07-08, mi è solo sembrato strano vederlo lasciare proprio in quel momento per poi tornare alla soglia dei 40.
Se poi considero che in quell'anno e negli anni a seguire ci furono una raffica di squalifiche e casi di doping....

- ullrich
- rasmussen
- landis

Credo, ma è solo un mio pensiero, abbia "barattato" una autosqualifica in cambio di copertura a livello di immagine.
Può essere. È la stessa cosa che penso per Bettini.
Lo dubito fortemente..aveva gia' espresso di voler uscire dal ciclismo molto tempo prima,in quei tempi era in polemica con la Quickstep che gli ha preferito Schumacher.
se avessero voluto farlo fuori avrebbero potuto farlo ben prima.all'epoca dei mondiali di Stoccarda.
ah, tra l'altro pochi mesi fa e' arrivata la sentenza di risarcimento che la ZDF dovra' versare a Bettini per i suoi servizi diffamatori e privi di fondamento trasmessi alla vigilia del secondo mondiale vinto da Bettini....


Nibali sta a Froome come Thoeni stava a Klammer.
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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cauz. ha scritto:non so veramente dove chiederlo e quindi lo faccio qui, visto che parte da un tweet del corridore:
armstrong ha postato poco fa il fatto di aver passato un po' di tempo con l'antidoping US per un controllo a sorpresa sangue/urine.
ma non si era ritirato? perche' dovrebbero controllarlo ancora?
Potrebbe essere collegato alla sua attività come triatleta? :dubbio:


Principe

Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Principe »

Wiggins su twitter riportato dal corriere: «Dicono che non si può vincere il Tour senza doping? Sono solo dei fottuti sfaticati (la traduzione è soft ndr). Non sopporto persone del genere. Giustificano con questo pensiero il fatto di essere degli smidollati, perché non possono nemmeno immaginare di applicarsi per realizzare qualcosa nelle loro vite. È facile per loro usare uno pseudonimo su twitter e scrivere questa merda, piuttosto di lavorare duro per ottenere qualcosa»».

http://www.corriere.it/sport/12_luglio_ ... 979d.shtml

Concordo in linea di principio. Cunego un GT senza doparsi è riuscito a vincerlo. Wiggins deve ancora dimostrare di esserne capace e soprattutto deve farlo facendo prestazioni credibili...


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da cauz. »

come sapete bene non amo i corridori che sparano accuse di doping ad altri o fanno proclami di pulizia (che poi capita gli si ritorcano contro)... be', faccio un'eccezione questa volta per kittel. starà su tutt'altra linea rispetto a me, ma il ragazzo mi sembra avere un carattere mica male.
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pa ... 54165&tp=n


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Seb
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Seb »

Più che Kittel a me oggi ha impressionato Benoit Joachim che rimpiange il fatto di non aver lavorato con Ferrari:
http://www.lequotidien.lu/les-sports/39534.html

Prima d'ora mai s'era letta un'intervista del genere


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Subsonico
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Subsonico »

Per me il ragazzo è un po' confuso. Leggete questo stralcio:

"Moi, j'ai eu l'occasion de le rencontrer. J'aurais pu travailler avec lui. Malheureusement, je dis bien malheureusement, je ne l'ai pas fait pour diverses raisons. La première était économique, la deuxième concernait ma santé, la troisième était la peur de me faire contrôler positif.

Cioè, non vai da Ferrari perchè temi di rovinarti la salute e te ne penti? E in più, hai paura di farti trovare positivo quando sei col Mito che ha appena fatto vincere una cestinata di tour al tuo capitano? :uhm:


VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...

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pacho
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da pacho »

Un bell'articolo sul rapporto tra (giovani) corridori e loro comportamento verso il doping

Doping use among young elite cyclists: a qualitative psychosociological approach

Abstract
Using a psychosociological approach, the purpose of this study was to identify and understand the use of doping substances by young elite cyclists. Semi-structured interviews were conducted with young cyclists who were hoping to find a professional team and cyclists who had recently become professional. All of the young cyclists interviewed took nutritional supplements and believed that they improved their performance, which has been shown by other scholars to be a risk factor for doping. These cyclists believed that doping at the professional level in cycling was acceptable but did not approve of it at the amateur level. They were attracted to doping; they were open to using doping substances themselves if it was the key to continuing their cycling career, but only after they became professional. Team staff, doctors, parents and friends helped to create a “clean” environment that prevented the young cyclists from doping before becoming professional. The more experienced cyclists, who doped or used to dope, transmitted the culture of doping to the young cyclists, teaching them doping methods and which substances to use. This study could help to improve prevention and help to detect doping, as it is clear that doping behaviors begin at the amateur level.

da Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports Volume 20, Issue 2, pages 336–345, April 2011

Qui, qualche passaggio interessante:

"The strength of the temptation to dope seems to be linked with the place granted to cycling in their life. Some young cyclists were passionate about cycling, but it was not their entire life. They were in school or they had work that was important to them. They wanted to be professional cyclists, but if they did not succeed, they could do something else. Others stopped their studies or their work to become professional. They organized their life around their cycling career, they lived only for cycling and they were more tempted to dope: ‘‘I have a busy life in addition to cycling, therefore I think that if I could not continue in cycling, I would take another occupation instead of doping . . . For X [another young cyclist] for example, cycling is his life, it is his first goal. He is always on the front pages of the newspapers; he is the cycling hope for the nation. Ever since he was 17 years old, he wanted to be professional’’ (Andre´, U23)." [...]
[...]Managers of the professional teams also claimed that they were against doping but certain comments led the cyclists who had recently become professional to doubt their sincerity: ‘‘We cannot say that it is the team staff [a professional team] who told me that it is necessary to dope. The team staff tells you that if you want to be a good cyclist, you have to make some choices. But they do not want to know [...].
[...] At the professional level, the cyclists who had recently become professional were exposed more frequently to the influence of ‘‘former’’ cyclists (insomma, la linea dei liberal, o meglio, liberisti, del forum, ndr) during races and training. Cyclists of the ‘‘former generation’’ still seemed to have power in professional cycling. One of the cyclists who recently became professional explained this influence: ‘‘The guys with old mindset, such as X in the Y [a race over many days] of 2007, he kept saying to me: ‘Mick, you have to wake up a little’. Because they do not believe that I am here without taking anything. They do not believe it, they say: ‘You know [with] a little EPO, it is possible to do it, [with] a little [more] power, you can do it’’’ (Mick, professional). In short, the more experienced cyclists hinted to the young cyclist that he should use doping to become even better [...].

Per chi fosse interessato alla versione integrale mi contatti in pm.


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da pacho »

L'intervista di Gasparre sul Fatto: Non solo Epo, l’ex ciclista racconta il doping: “Coca e anfetamine per reggere”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02 ... re/490741/

A volte la realtà è più semplice di quanto si voglia far credere.. Descrizione del mondo reale professionistico di inizio anni '00 (dopo, non lo so) estremamente veritiera.
Quello che fa più rabbia è che, se il ciclismo professionistico sembra essersi dato una calmata, lo squallore dell'intervista rispecchia appieno quanto avviene nel mondo amatoriale odierno, dove di 'Gasparre' (solo un po' più 'fortunati') che spopolano nelle GF ce n'è a iosa. Quello che mi stupisce è che tutti sanno tutto, che una persona dotata di un minimo di buon senso lo vede da lontano un km che si tratta di tossici in bicicletta, ma nessuno fa niente...non sia mai che le iscrizioni alle gf e ai circuiti della parrocchia calino.


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Giogiò78 »

Sconvolgente l'intervista a Gasparre.
lo ricordo come una delle tante promesse mai sbocciate.

Anch'io sono convinto che le squadre sappiano tutto, il sistema è questo.
In Italia come all'Estero.
del resto ci sono volute inchieste della giustizia ordinaria per far luce su parecchi casi ( l'affaire Festina del 1998, il blitz dei NAS a Sanremo nel 2001, la stessa OP è un'inchiesta condotta dalla Guardia Civil.

la cosa forse pù inquietante è che il doping è estremamente attuale e non un ricordo.
spesso si fa riferimento agli anni a cavallo dei due secoli, ma oggi le cose sono sostanzialmente le stesse.

eppure io credo che sia possibile ottenere risultati puliti, andando un pò più piano ma credo sia utopia.
neanche i morti e gli ammalati hanno fatto smettere.


aria
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da aria »

Al di là della salute, Gasparre poteva parlare prima, perchè solo ora? Siamo sempre alle solite. Ho dei noduli alla coscia e non ho mai fatto uso....


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da pacho »

non ha mai parlato prima perchè se la bici è l'unico mezzo che ti da da mangiare, ci pensi prima bene prima di rimanere senza un contratto (= lavoro).
E' come pretendere che i lavoratori precari, desiderosi di essere assunti stabilmente (invano, sia chiaro) non accettino di fare lo straordinario non pagato...
Una volta i 'radicali' erano quelli che cercavano di leggere la realtà da una prospettiva materialista. Oggi i 'radical (chic)' sono quelli che applicano la loro morale, dall'alto della loro spensieratezza ad aspetti del mondo che non conoscono minimamente.
Lungi da me apprezzare le sparate individualiste a là Gasparre, da tipico disperato direi, ma ancora pià odiose sono le sparate di chi, non conoscendo minimamente la condizione di perenne ricatto del ciclismo italiano degli anni '90-'00 (specialmente quello del sottobosco, con tanto di 'mafia' annessa) pontifica su quale sarebbe stato il comportamento più giusto. Ovvero, tralasciando il contesto nel quale sono cresciuti i Gasparre di turno.


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da Strong »

pacho ha scritto:non ha mai parlato prima perchè se la bici è l'unico mezzo che ti da da mangiare, ci pensi prima bene prima di rimanere senza un contratto (= lavoro).
E' come pretendere che i lavoratori precari, desiderosi di essere assunti stabilmente (invano, sia chiaro) non accettino di fare lo straordinario non pagato...
Una volta i 'radicali' erano quelli che cercavano di leggere la realtà da una prospettiva materialista. Oggi i 'radical (chic)' sono quelli che applicano la loro morale, dall'alto della loro spensieratezza ad aspetti del mondo che non conoscono minimamente.
Lungi da me apprezzare le sparate individualiste a là Gasparre, da tipico disperato direi, ma ancora pià odiose sono le sparate di chi, non conoscendo minimamente la condizione di perenne ricatto del ciclismo italiano degli anni '90-'00 (specialmente quello del sottobosco, con tanto di 'mafia' annessa) pontifica su quale sarebbe stato il comportamento più giusto. Ovvero, tralasciando il contesto nel quale sono cresciuti i Gasparre di turno.

condivido in parte il tuo discorso perchè se è vero che in tanti si sentono "tenuti per le palle" e parlare signifca non dare da mangiare alla propria famiglia è anche vero che tanti in quel mondo decidono di non entrarci.
Ne conosco diversi che hanno detto no appena hanno visto il programma di allenamento con l'allegato "farmacia"


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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meno male che ci riporti le testimonianze...se no qui si barcollava nel buio...


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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pacho ha scritto:meno male che ci riporti le testimonianze...se no qui si barcollava nel buio...
quali testimonianze?
dico solo che nessuno ti obbliga...


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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Va beh lasciamo perdere. A volte mi ostino a credere che dandoti un semplice input possa farti accendere la lampadina. Ci rinuncio.


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

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pacho ha scritto:Va beh lasciamo perdere. A volte mi ostino a credere che dandoti un semplice input possa farti accendere la lampadina. Ci rinuncio.
il fatto che tu ti rivolga in questo modo un pò con tutti, è consolante.... :D


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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da pacho »

Leggendolo in prospettiva, questo articolo esprime perfettamente perchè reputo la linea' liberalizzatrice' in tema di doping-antidoping sia consapevolmente o meno, funzionale al mantenimento dello status quo più reazionario, Insomma, ciclisti imbottiti, marionette dello spettacolo che ci crea sollazzo davanti al televisore, come l'operaio dell'800 alcolizzato funzionale alla pace sociale in fabbrica.

Droga e dipendenza: libertà individuale o questione sociale?
Un bell’articolo pubblicato su gli Altri riapre una discussione antica a sinistra sulla questione della droga. In questi anni la cultura di movimento e della sinistra radicale in generale è stata dominata dalla parola d’ordine della liberalizzazione, della libera scelta individuale. Troppo spesso questo ragionamento ha portato a dimenticare la dimensione sociale del fenomeno e dello scopo finale che la droga rappresenta. Con l’avanzare della crisi e l’emergere di aree di fortissimo disagio sociale è forse il caso di aggiornare l’analisi e porre la questione in altri termini. Non volgiamo che questo articolo venga preso per becero moralismo, né accomunato alle varie richieste di natura repressiva che vengono da destra. Vogliamo al contrario porre alcuni elementi di riflessione perché un dibattito serio sulla droga è quanto mai necessario.

Per capire di cosa parliamo bisogna partire da alcuni dati. Secondo alcune stime nel 2015, con l’aggravarsi della crisi il consumo di droga aumenterà, con un’incidenza marcata tra i giovani. Si stima che il consumo di eroina, droga in forte ascesa in questo momento arriverà a lambire quota 300.000 persone, in stragrande maggioranza giovani, quello di cocaina circa 700.000, ossia quasi il 2% della popolazione italiana, quello di droghe sintetiche 250.000. Solo pochi anni fa una bella inchiesta di Loris Campetti dal nome significativo “quanto tira la classe operaia” pubblicata nel 2008 sul Manifesto, aveva messo in luce l’aumento del consumo di droghe, ed in particolare della cocaina, in fabbrica. Un consumo ancora maggiore tra le nuove generazioni di operai che rispondevano così all’aumento dei turni di lavoro, ad un lavoro massacrante fisicamente e alla fine della solidarietà di classe e l’emersione di elementi competitivi, introdotti dalla cultura dominante anche all’interno della classe operaia. La droga come risposta ad esigenze fisiche di reggere allo sfruttamento, e come evasione dalla condizione attuale.

Nel 2009 anno in cui la crisi iniziava a manifestare i suoi effetti reali con l’aumento della cassa integrazione e dei licenziamenti, e la chiusura delle prime fabbriche. Nel nord Italia si lanciava l’allarme sull’abbassamento del prezzo della cocaina, divenuta droga di diffusione di massa. Le inchiesta parlavano di costo di una micro dose, pari a quello di un aperitivo. La cocaina passava così da droga per “ricchi” a droga di massa, proprio negli anni della crisi con una notevole diminuzione del suo costo. Gli effetti immediati della cocaina sono quelli che consentono di reggere maggiormente la fatica di ritmi di lavoro esasperati. Una droga favorevole al sistema quindi, che ti consente di reggere dove fisicamente non ce la faresti. Eccone spiegata la grande diffusione avuta in questi anni. Non si tratta di un fenomeno nuovo.

Per capire di cosa stiamo parlando forse è bene citare un brano di Engels riferito alla condizione degli operai inglesi alla fine dell’800. “Tutte le lusinghe, tutte le possibili tentazioni si uniscono per spingere gli operai all’ubriachezza. L’acquavite è per essi quasi la sola fonte di piacere, e tutto congiura per mettergliela a portata di mano. L’operaio ritorna a casa stanco ed esaurito dal suo lavoro; trova un’abitazione priva di ogni comodità, umida, sgradevole e sudicia; ha un acuto bisogno di una distrazione, deve avere qualcosa per cui valga la pena di lavorare, che gli renda sopportabile la prospettiva delle fatiche del giorno successivo… in simili circostanze esiste una necessità fisica e morale, per cui una grande parte degli operai deve soggiacere all’alcool… Ma come è inevitabile che un gran numero di operai cada vittima dell’ubriachezza, così è anche inevitabile che l’alcool eserciti i suoi effetti distruttivi sullo spirito e sul corpo delle sue vittime”

Engels riferendosi al problema del crescente alcolismo tra gli operai inglesi, individua nella situazione materiale dello sfruttamento capitalistico le cause che spingono gli operai in massa a consumare alcol e la finalità ultima del sistema negli spiriti distruttivi che piegano moralmente e fisicamente la classe operaia. Oggi le sostanze sono cambiate, o forse sarebbe meglio dire sono aumentate, ma il risultato è sempre lo stesso.

L’aumento del consumo di cocaina, insieme con le droghe sintetiche, è servito anche a rompere una barriere psicologica di massa. Con l’acuirsi ulteriore delle conseguenze della crisi, anche la cocaina nonostante l’abbassamento diventa troppo costosa. E il consumo di eroina cresce, con percentuali importanti. Non è un caso questa volta che la crescita del consumo di eroina avvenga quando il disagio sociale imbocca la strada della protesta. Chiunque abbia un po’ di memoria tra i meno giovani ricorderà l’utilizzo scientifico che l’eroina ebbe nella fine degli anni ’70, producendo i suoi effetti nel decennio successivo, sui movimenti sociali tanto in Italia quanto nel resto del mondo occidentale. L’eroina agì con forza paragonabile alla repressione più brutale, perché è quella che non subisci esternamente ma vedi crescere internamente. Tra le fila dei militanti dell’autonomia e della sinistra extraparlamentare l’eroina ha fatto infinitamente più vittime della repressione dello Stato. È bene tenere sempre a mente quella lezione.

La stragrande maggioranza dei giovani oggi è alle prese con disoccupazione, precarietà, insicurezza sul proprio futuro. Una situazione che si somma alla mancanza di riferimenti culturali in grado di prospettare una possibilità di cambiamento effettivo. Questo binomio tra la percezione del mondo di merda in cui si vive e la mancanza di soggetti percepiti come in grado di cambiarlo, spinge a chiudersi in soluzioni individuali in cui la ricerca del cambiamento non ha dimensione reale e collettiva, ma è fatta di isolamento e virtualità. È un fenomeno di dipendenza di massa che non è limitato alle ipotesi precedenti, ma che riguarda in particolare l’alcol e il consumo di droghe sintetiche. Tutti gli indicatori – se mai ce ne fosse bisogno e non basti guardarsi intorno – parlano di una diffusione dell’alcolismo tra le nuove generazioni che ha avuto una crescita esponenziale in questi anni. Il nostro non è moralismo perché conosciamo bene la differenza che intercorre tra il consumo di bevande alcoliche in momenti di socialità, con i propri amici e la sistematica necessità dell’abuso di alcolici presente in un numero sempre maggiore di ragazzi, come elemento necessario ed unico di evasione dalla realtà.

In questi anni il tema della dipendenza è stato sottovalutato dal punto di vista sociale, per le conseguenze sul livello di massa che esso comporta, come elemento di controllo sociale e come ricerca di forme di soluzione individuali allo sfruttamento e alla situazione attuale. Ma il mondo non si cambia dentro di sé, chiudendosi nella ricerca di qualcosa che non esiste, il mondo si cambia con la lotta, con l’azione collettiva che si misura con la realtà concreta, tutto il contrario di quello che droga e alcol forniscono.

La droga e la dipendenza da sostanze in generale, sono fattori apertamente controrivoluzionari e come tali vanno considerati e trattati da chi aspira a costruire nel nostro paese le premesse per un cambiamento reale dello stato di cose presente. L’analisi sulla libertà individuale, deve cedere il passo a quella sulla dimensione sociale, sulle finalità ultime. Combattere la droga vuol dire combattere il sistema. Farla sparire dai nostri quartieri ridando speranza di cambiamento reale ad una generazione un nostro dovere rivoluzionario.

fonte:senzatregua


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WilliamDecker
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Re: Considerazioni dei ciclisti sul tema doping-antidoping

Messaggio da leggere da WilliamDecker »

pacho ha scritto:Un bell'articolo sul rapporto tra (giovani) corridori e loro comportamento verso il doping

Doping use among young elite cyclists: a qualitative psychosociological approach

Abstract
Using a psychosociological approach, the purpose of this study was to identify and understand the use of doping substances by young elite cyclists. Semi-structured interviews were conducted with young cyclists who were hoping to find a professional team and cyclists who had recently become professional. All of the young cyclists interviewed took nutritional supplements and believed that they improved their performance, which has been shown by other scholars to be a risk factor for doping. These cyclists believed that doping at the professional level in cycling was acceptable but did not approve of it at the amateur level. They were attracted to doping; they were open to using doping substances themselves if it was the key to continuing their cycling career, but only after they became professional. Team staff, doctors, parents and friends helped to create a “clean” environment that prevented the young cyclists from doping before becoming professional. The more experienced cyclists, who doped or used to dope, transmitted the culture of doping to the young cyclists, teaching them doping methods and which substances to use. This study could help to improve prevention and help to detect doping, as it is clear that doping behaviors begin at the amateur level.

da Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports Volume 20, Issue 2, pages 336–345, April 2011

Qui, qualche passaggio interessante:

"The strength of the temptation to dope seems to be linked with the place granted to cycling in their life. Some young cyclists were passionate about cycling, but it was not their entire life. They were in school or they had work that was important to them. They wanted to be professional cyclists, but if they did not succeed, they could do something else. Others stopped their studies or their work to become professional. They organized their life around their cycling career, they lived only for cycling and they were more tempted to dope: ‘‘I have a busy life in addition to cycling, therefore I think that if I could not continue in cycling, I would take another occupation instead of doping . . . For X [another young cyclist] for example, cycling is his life, it is his first goal. He is always on the front pages of the newspapers; he is the cycling hope for the nation. Ever since he was 17 years old, he wanted to be professional’’ (Andre´, U23)." [...]
[...]Managers of the professional teams also claimed that they were against doping but certain comments led the cyclists who had recently become professional to doubt their sincerity: ‘‘We cannot say that it is the team staff [a professional team] who told me that it is necessary to dope. The team staff tells you that if you want to be a good cyclist, you have to make some choices. But they do not want to know [...].
[...] At the professional level, the cyclists who had recently become professional were exposed more frequently to the influence of ‘‘former’’ cyclists (insomma, la linea dei liberal, o meglio, liberisti, del forum, ndr) during races and training. Cyclists of the ‘‘former generation’’ still seemed to have power in professional cycling. One of the cyclists who recently became professional explained this influence: ‘‘The guys with old mindset, such as X in the Y [a race over many days] of 2007, he kept saying to me: ‘Mick, you have to wake up a little’. Because they do not believe that I am here without taking anything. They do not believe it, they say: ‘You know [with] a little EPO, it is possible to do it, [with] a little [more] power, you can do it’’’ (Mick, professional). In short, the more experienced cyclists hinted to the young cyclist that he should use doping to become even better [...].

Per chi fosse interessato alla versione integrale mi contatti in pm.
A volte infatti è più facile di quanto si voglia far credere.
Dettagli di vero professionista dei '00s partenza (dopo, non so) estremamente sincero.


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