Nuovi colli, in Italia

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
maurofacoltosi
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Re: Nuovi colli, in Italia

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Altre segnalazioni

Il Passo delle Cinque Croci in Trentino, tra Telve e Canal San Bovo, oggi sterrato

https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/57448

https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/143552

Prato Piazza da Carbonin

https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/540797

Forcella Ciandolada tra Vodo di Cadore e Zoppè di Cadore (qui il tratto da asfaltare è breve e si incontra tra la Forcella e Zoppè, ma forse la strada è troppo stretta per il Giro)

https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/142266


Mauro Facoltosi
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pragserfranz
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Re: Nuovi colli, in Italia

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mi permetto di dissentire dalla maggioranza dei commenti, rimango sconcertato a leggere che si vorrebbero asfaltare forestali, passi alpini e valichi appenninici sterrati, per la "nostra" soddisfazione di vedere il giro transitare su nuove ed inedite salite. Asfaltare e aprire nuove strade in ambienti incontaminati o poco antropizzati mi pare davvero insostenibile vista la situazione attuale, le motivazioni accessorie di rendere più raggiungibili al turismo di massa questi luoghi sono ancora più sconcertanti, a mio modesto avviso.

I danni che la presenza di vere e proprie folle in alta quota, stanno portando a luoghi che hanno bisogno di essere preservati e rispettati sono sotto gli occhi di tutti e cominciano a essere molte le amministrazioni locali che dopo aver incentivato le presenze turistiche stanno facendo marcia indietro per cercare di limitarne l'afflusso.

Non parlatemi per favore di accessi limitati o riservati soltanto a veicoli elettrici o ebike, il caso di pratopiazza - platzwiese che qualcuno ha citato è emblematico: nonostante le limitazioni di accesso introdotte (salita in auto la mattina solo fino ad esaurimento posti parcheggio, autobus a pagamento, strada sterrata da carbonin chiusa al traffico) sono migliaia e migliaia le persone che ogni giorno affollano l'altopiano, vi assicuro che questo afflusso genera una serie di problematiche ambientali dirette (rifiuti, depauperamento della flora, distrubo della fauna) e indirette (maggiore traffico di veicoli di servizio delle attività turistiche che devono fornire servizi di ristorazione sempre più simili a grandi ristoranti che a malge e rifugi di montagna) che stanno mettendo in crisi anche le coscienze degli abitanti della valle, già in difficoltà per l'invivibilità del celebre lago di braies su cui si sta cercando timidamente di regolamentare le presenze disincentivando il turismo mordi e fuggi. e badate, parlo con cognizione di causa, il PRAGSER del mio nickname si richiama proprio al nome tedesco della valle.

E come questo potrei portare esempi riguardanti molte altre località in Sudtirol e non solo. La settimana scorsa ho pedalato in val di sesto - sextental tra fiscalina, prati di croda rossa e alpe di nemes e anche lì la presenza turistica, complice gli impianti di risalita e una diffusione esagerata di e-bike, è davvero invasiva.

Una considerazione anche sul passo verva che ho scalato la socrsa estate in gravel dal versante di grosio... da eita in poi il fondo e le pendenze sono davvero ostiche, con due km consecutivi oltre il 16% di media, fondo molto sconnesso e mosso, con pietre grosse ed irregolari, al valico la strada si riduce ad un tratturo e la prima parte della discesa molto stretta e anche questa sconnessa. Il passo, dominato dallo spettacolare massiccio di cima piazzi attraversa una riserva naturale dove la presenza umana è davvero minima, sia per quanto riguarda le presenze turistiche che le attività di allevamento (non ci sono animali al pascolo e malghe) o ristoro. Ecco, questi angoli di montagna ancora incontaminata lasciamoli così, al massimo valorizziamo attività sostenibili di gestione dei pascoli e di allevamento e di turismo lento e attento al rispetto dell'ambiente.

Con le centinaia di salite delle nostre alpi e dei nostri appennini il giro può sbizzarrirsi ogni anno a trovare nuovi percorsi e riscoprire vecchie mete. Il ciclismo è sport che dovrebbe fare della sua assoluta neutralità ambientale il proprio obiettivo, già la carovana che lo accompagna non è certo un esempio di sostenibilità.


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Re: Nuovi colli, in Italia

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pragserfranz ha scritto: mercoledì 2 agosto 2023, 21:43 mi permetto di dissentire dalla maggioranza dei commenti, rimango sconcertato a leggere che si vorrebbero asfaltare forestali, passi alpini e valichi appenninici sterrati, per la "nostra" soddisfazione di vedere il giro transitare su nuove ed inedite salite. Asfaltare e aprire nuove strade in ambienti incontaminati o poco antropizzati mi pare davvero insostenibile vista la situazione attuale, le motivazioni accessorie di rendere più raggiungibili al turismo di massa questi luoghi sono ancora più sconcertanti, a mio modesto avviso.

Infatti si partiva dall'esempio francese: realizzare piste ciclabili asfaltate aperte solo ai ciclisti


Mauro Facoltosi
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Beppugrillo
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Re: Nuovi colli, in Italia

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pragserfranz ha scritto: mercoledì 2 agosto 2023, 21:43 mi permetto di dissentire dalla maggioranza dei commenti, rimango sconcertato a leggere che si vorrebbero asfaltare forestali, passi alpini e valichi appenninici sterrati, per la "nostra" soddisfazione di vedere il giro transitare su nuove ed inedite salite. Asfaltare e aprire nuove strade in ambienti incontaminati o poco antropizzati mi pare davvero insostenibile vista la situazione attuale, le motivazioni accessorie di rendere più raggiungibili al turismo di massa questi luoghi sono ancora più sconcertanti, a mio modesto avviso.

I danni che la presenza di vere e proprie folle in alta quota, stanno portando a luoghi che hanno bisogno di essere preservati e rispettati sono sotto gli occhi di tutti e cominciano a essere molte le amministrazioni locali che dopo aver incentivato le presenze turistiche stanno facendo marcia indietro per cercare di limitarne l'afflusso.

Non parlatemi per favore di accessi limitati o riservati soltanto a veicoli elettrici o ebike, il caso di pratopiazza - platzwiese che qualcuno ha citato è emblematico: nonostante le limitazioni di accesso introdotte (salita in auto la mattina solo fino ad esaurimento posti parcheggio, autobus a pagamento, strada sterrata da carbonin chiusa al traffico) sono migliaia e migliaia le persone che ogni giorno affollano l'altopiano, vi assicuro che questo afflusso genera una serie di problematiche ambientali dirette (rifiuti, depauperamento della flora, distrubo della fauna) e indirette (maggiore traffico di veicoli di servizio delle attività turistiche che devono fornire servizi di ristorazione sempre più simili a grandi ristoranti che a malge e rifugi di montagna) che stanno mettendo in crisi anche le coscienze degli abitanti della valle, già in difficoltà per l'invivibilità del celebre lago di braies su cui si sta cercando timidamente di regolamentare le presenze disincentivando il turismo mordi e fuggi. e badate, parlo con cognizione di causa, il PRAGSER del mio nickname si richiama proprio al nome tedesco della valle.

E come questo potrei portare esempi riguardanti molte altre località in Sudtirol e non solo. La settimana scorsa ho pedalato in val di sesto - sextental tra fiscalina, prati di croda rossa e alpe di nemes e anche lì la presenza turistica, complice gli impianti di risalita e una diffusione esagerata di e-bike, è davvero invasiva.

Una considerazione anche sul passo verva che ho scalato la socrsa estate in gravel dal versante di grosio... da eita in poi il fondo e le pendenze sono davvero ostiche, con due km consecutivi oltre il 16% di media, fondo molto sconnesso e mosso, con pietre grosse ed irregolari, al valico la strada si riduce ad un tratturo e la prima parte della discesa molto stretta e anche questa sconnessa. Il passo, dominato dallo spettacolare massiccio di cima piazzi attraversa una riserva naturale dove la presenza umana è davvero minima, sia per quanto riguarda le presenze turistiche che le attività di allevamento (non ci sono animali al pascolo e malghe) o ristoro. Ecco, questi angoli di montagna ancora incontaminata lasciamoli così, al massimo valorizziamo attività sostenibili di gestione dei pascoli e di allevamento e di turismo lento e attento al rispetto dell'ambiente.

Con le centinaia di salite delle nostre alpi e dei nostri appennini il giro può sbizzarrirsi ogni anno a trovare nuovi percorsi e riscoprire vecchie mete. Il ciclismo è sport che dovrebbe fare della sua assoluta neutralità ambientale il proprio obiettivo, già la carovana che lo accompagna non è certo un esempio di sostenibilità.
Guarda, a me piacerebbe avere nuove salite per scopi personali e probabilmente piuttosto meschini (nel senso che mi piacerebbe poterle fare in bici perché fare nuove salite in bici è la cosa che mi piace più al mondo), quindi la tua posizione comunque mi sembra sicuramente plausibile e in realtà al momento è anche la posizione nettamente predominante. Di tutte le fantasie di queste due pagine al 99% nessuna sarà realizzata nei prossimi 10 anni e magari è anche giusto.
Una piccola opinione personale sulla enorme densità di turisti in certi luoghi: se si ampliasse il campo dei luoghi facilmente visitabili e fruibili diluendo un po' le presenze e distribuendole in modo più uniforme magari ci si guadagna. Chiaro che è un discorso svincolato da quello del post, però in parte potrebbe sovrapporsi.
Non so, per dire, il Nivolet con il suo versante unico quando ci vai sembra di stare in un centro commerciale di Assago il sabato pomeriggio della prima settimana di saldi, se lo apri da un altro versante cambi del tutto la circolazione e diluisci la densità di bici, moto e persone. La gente può arrivare ed andarsene da due punti invece di uno, farebbe una bella differenza. Poi ripeto, se non amassi così tanto in tornanti asfaltati sopra i 2.000 metri credo che sarei totalmente allineato alla tua posizione quindi sto cercando di razionalizzare più che argomentare


miroci
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Re: Nuovi colli, in Italia

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...il Nivolet dovrebbe essere aperto solo ai ciclo-pedoni... o massimo usare le navette da Ceresole


herbie
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Beppugrillo ha scritto: giovedì 3 agosto 2023, 8:29
pragserfranz ha scritto: mercoledì 2 agosto 2023, 21:43 mi permetto di dissentire dalla maggioranza dei commenti, rimango sconcertato a leggere che si vorrebbero asfaltare forestali, passi alpini e valichi appenninici sterrati, per la "nostra" soddisfazione di vedere il giro transitare su nuove ed inedite salite. Asfaltare e aprire nuove strade in ambienti incontaminati o poco antropizzati mi pare davvero insostenibile vista la situazione attuale, le motivazioni accessorie di rendere più raggiungibili al turismo di massa questi luoghi sono ancora più sconcertanti, a mio modesto avviso.

I danni che la presenza di vere e proprie folle in alta quota, stanno portando a luoghi che hanno bisogno di essere preservati e rispettati sono sotto gli occhi di tutti e cominciano a essere molte le amministrazioni locali che dopo aver incentivato le presenze turistiche stanno facendo marcia indietro per cercare di limitarne l'afflusso.

Non parlatemi per favore di accessi limitati o riservati soltanto a veicoli elettrici o ebike, il caso di pratopiazza - platzwiese che qualcuno ha citato è emblematico: nonostante le limitazioni di accesso introdotte (salita in auto la mattina solo fino ad esaurimento posti parcheggio, autobus a pagamento, strada sterrata da carbonin chiusa al traffico) sono migliaia e migliaia le persone che ogni giorno affollano l'altopiano, vi assicuro che questo afflusso genera una serie di problematiche ambientali dirette (rifiuti, depauperamento della flora, distrubo della fauna) e indirette (maggiore traffico di veicoli di servizio delle attività turistiche che devono fornire servizi di ristorazione sempre più simili a grandi ristoranti che a malge e rifugi di montagna) che stanno mettendo in crisi anche le coscienze degli abitanti della valle, già in difficoltà per l'invivibilità del celebre lago di braies su cui si sta cercando timidamente di regolamentare le presenze disincentivando il turismo mordi e fuggi. e badate, parlo con cognizione di causa, il PRAGSER del mio nickname si richiama proprio al nome tedesco della valle.

E come questo potrei portare esempi riguardanti molte altre località in Sudtirol e non solo. La settimana scorsa ho pedalato in val di sesto - sextental tra fiscalina, prati di croda rossa e alpe di nemes e anche lì la presenza turistica, complice gli impianti di risalita e una diffusione esagerata di e-bike, è davvero invasiva.

Una considerazione anche sul passo verva che ho scalato la socrsa estate in gravel dal versante di grosio... da eita in poi il fondo e le pendenze sono davvero ostiche, con due km consecutivi oltre il 16% di media, fondo molto sconnesso e mosso, con pietre grosse ed irregolari, al valico la strada si riduce ad un tratturo e la prima parte della discesa molto stretta e anche questa sconnessa. Il passo, dominato dallo spettacolare massiccio di cima piazzi attraversa una riserva naturale dove la presenza umana è davvero minima, sia per quanto riguarda le presenze turistiche che le attività di allevamento (non ci sono animali al pascolo e malghe) o ristoro. Ecco, questi angoli di montagna ancora incontaminata lasciamoli così, al massimo valorizziamo attività sostenibili di gestione dei pascoli e di allevamento e di turismo lento e attento al rispetto dell'ambiente.

Con le centinaia di salite delle nostre alpi e dei nostri appennini il giro può sbizzarrirsi ogni anno a trovare nuovi percorsi e riscoprire vecchie mete. Il ciclismo è sport che dovrebbe fare della sua assoluta neutralità ambientale il proprio obiettivo, già la carovana che lo accompagna non è certo un esempio di sostenibilità.
Guarda, a me piacerebbe avere nuove salite per scopi personali e probabilmente piuttosto meschini (nel senso che mi piacerebbe poterle fare in bici perché fare nuove salite in bici è la cosa che mi piace più al mondo), quindi la tua posizione comunque mi sembra sicuramente plausibile e in realtà al momento è anche la posizione nettamente predominante. Di tutte le fantasie di queste due pagine al 99% nessuna sarà realizzata nei prossimi 10 anni e magari è anche giusto.
Una piccola opinione personale sulla enorme densità di turisti in certi luoghi: se si ampliasse il campo dei luoghi facilmente visitabili e fruibili diluendo un po' le presenze e distribuendole in modo più uniforme magari ci si guadagna. Chiaro che è un discorso svincolato da quello del post, però in parte potrebbe sovrapporsi.
Non so, per dire, il Nivolet con il suo versante unico quando ci vai sembra di stare in un centro commerciale di Assago il sabato pomeriggio della prima settimana di saldi, se lo apri da un altro versante cambi del tutto la circolazione e diluisci la densità di bici, moto e persone. La gente può arrivare ed andarsene da due punti invece di uno, farebbe una bella differenza. Poi ripeto, se non amassi così tanto in tornanti asfaltati sopra i 2.000 metri credo che sarei totalmente allineato alla tua posizione quindi sto cercando di razionalizzare più che argomentare
mi permetto una osservazione, anche se so che sei un esploratore di percorsi. Dieci anni fa, dopo aver fatto tutti i valichi più celebri delle Alpi annotando tutte le salite fatte in una lista, raggiungevo a mala pena le 500 salite fatte. Pensavo non ci fosse altro e dovessi andare in vacanza in altre nazioni per allungare la lista.
Andai solo una volta a fare la traversata dei Pirenei, un quindicina di valichi in tutto, e poi comincia ad andare a cercare salite secondarie, a fondo cieco, poco nominate. Oggi la mia lista conta più 1200 salite e registro solo quelle asfaltate...credo per altro che mi manchino una buona metà delle salite valdostane e tre quarti di quelle friulane. In Calabria e Sicilia purtroppo non sono mai stato.
Per dire che a volerle cercare ci sono una quantità di strade percorribili in bici da strada, che spesso nemmeno immaginiamo....certo, gli asfalti spesso sono un problema. il VERO problema.
Uno dei siti che più mi ha aiutato a scoprire salite asfaltate poco note dopo salite.ch (spesso non molto accurato nella rilevazione delle pendenze) è quaeldich.de. ANche Cyclingcols ottimo. Ma ovviamente ce ne sono a iosa.
Io trovo che il GIro d'Italia con la gestione Vegni abbia perso molta fantasia nel tracciare i percorsi, che invece prima c'era, ma sono opinioni.


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eliacodogno
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il_panta ha scritto: mercoledì 2 agosto 2023, 18:18
Micchan ha scritto: mercoledì 2 agosto 2023, 15:48
nurseryman ha scritto: mercoledì 2 agosto 2023, 7:44 volevi dire il col delle finestre
Si si volevo dire finestre, non so perchè mi è venuto fauniera
Si dovrebbe fare Finestre, Sestriere e poi La Riposa (bella salita). Scendere dallo sterrato è improponibile. Sarebbe una tappone, anche se credo verrebbe deciso dalla salita finale senza grande azioni in precedenza, anche perché nel fondovalle c'è generalmente vento contro al pomeriggio.
Sì, poi la salita finale, con il bosco distrutto dall'enorme incendio di 4-5 anni fa, sarebbe un forno, tutta al sole.
L'unico problema, a parte il suggestivo riferimento alla vetta del Rocciamelone, è che vedo difficilissimo un arrivo di una tappa del Giro in una località del genere (per motivi logistici, ma non solo).


Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
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Beppugrillo
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Re: Nuovi colli, in Italia

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herbie ha scritto: giovedì 3 agosto 2023, 12:25 mi permetto una osservazione, anche se so che sei un esploratore di percorsi. Dieci anni fa, dopo aver fatto tutti i valichi più celebri delle Alpi annotando tutte le salite fatte in una lista, raggiungevo a mala pena le 500 salite fatte. Pensavo non ci fosse altro e dovessi andare in vacanza in altre nazioni per allungare la lista.
Andai solo una volta a fare la traversata dei Pirenei, un quindicina di valichi in tutto, e poi comincia ad andare a cercare salite secondarie, a fondo cieco, poco nominate. Oggi la mia lista conta più 1200 salite e registro solo quelle asfaltate...credo per altro che mi manchino una buona metà delle salite valdostane e tre quarti di quelle friulane. In Calabria e Sicilia purtroppo non sono mai stato.
Per dire che a volerle cercare ci sono una quantità di strade percorribili in bici da strada, che spesso nemmeno immaginiamo....certo, gli asfalti spesso sono un problema. il VERO problema.
Uno dei siti che più mi ha aiutato a scoprire salite asfaltate poco note dopo salite.ch (spesso non molto accurato nella rilevazione delle pendenze) è quaeldich.de. ANche Cyclingcols ottimo. Ma ovviamente ce ne sono a iosa.
Io trovo che il GIro d'Italia con la gestione Vegni abbia perso molta fantasia nel tracciare i percorsi, che invece prima c'era, ma sono opinioni.
Io sono arrivato a registrare la numero 108 stamattina (ero partito segnandomi solo quelle di "prima categoria" poi ho un po' sbracato, mi sono segnato pure il Prugno di Fontanelice...). Il problema dalla mia prospettiva, che poi in parte credo sia la stessa di chi organizza, è che ci sono tantissime salite a fondo cieco (in Valtellina credo ce ne siano decine, per esempio) che ti mettono un po' in difficoltà nel tracciare un percorso. Per questo mi piacerebbe che ci fossero nuovi valichi, per mettere in comunicazione delle valli e creare la possibilità di fare degli anelli diversi dai soliti. Per dire, nella zona meravigliosa del Fauniera la Valle Maira, la Valgrana e la valle di Demonte (non ho idea di come si chiami, Stura?) comunicano solo o in pianura all'ingresso o in fondo col Fauniera appunto. Ci vai perché è bellissimo, però se ci vuoi riandare devi fare lo stesso giro


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Re: Nuovi colli, in Italia

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Beppugrillo ha scritto: giovedì 10 agosto 2023, 9:17
herbie ha scritto: giovedì 3 agosto 2023, 12:25 mi permetto una osservazione, anche se so che sei un esploratore di percorsi. Dieci anni fa, dopo aver fatto tutti i valichi più celebri delle Alpi annotando tutte le salite fatte in una lista, raggiungevo a mala pena le 500 salite fatte. Pensavo non ci fosse altro e dovessi andare in vacanza in altre nazioni per allungare la lista.
Andai solo una volta a fare la traversata dei Pirenei, un quindicina di valichi in tutto, e poi comincia ad andare a cercare salite secondarie, a fondo cieco, poco nominate. Oggi la mia lista conta più 1200 salite e registro solo quelle asfaltate...credo per altro che mi manchino una buona metà delle salite valdostane e tre quarti di quelle friulane. In Calabria e Sicilia purtroppo non sono mai stato.
Per dire che a volerle cercare ci sono una quantità di strade percorribili in bici da strada, che spesso nemmeno immaginiamo....certo, gli asfalti spesso sono un problema. il VERO problema.
Uno dei siti che più mi ha aiutato a scoprire salite asfaltate poco note dopo salite.ch (spesso non molto accurato nella rilevazione delle pendenze) è quaeldich.de. ANche Cyclingcols ottimo. Ma ovviamente ce ne sono a iosa.
Io trovo che il GIro d'Italia con la gestione Vegni abbia perso molta fantasia nel tracciare i percorsi, che invece prima c'era, ma sono opinioni.
Io sono arrivato a registrare la numero 108 stamattina (ero partito segnandomi solo quelle di "prima categoria" poi ho un po' sbracato, mi sono segnato pure il Prugno di Fontanelice...). Il problema dalla mia prospettiva, che poi in parte credo sia la stessa di chi organizza, è che ci sono tantissime salite a fondo cieco (in Valtellina credo ce ne siano decine, per esempio) che ti mettono un po' in difficoltà nel tracciare un percorso. Per questo mi piacerebbe che ci fossero nuovi valichi, per mettere in comunicazione delle valli e creare la possibilità di fare degli anelli diversi dai soliti. Per dire, nella zona meravigliosa del Fauniera la Valle Maira, la Valgrana e la valle di Demonte (non ho idea di come si chiami, Stura?) comunicano solo o in pianura all'ingresso o in fondo col Fauniera appunto. Ci vai perché è bellissimo, però se ci vuoi riandare devi fare lo stesso giro
se ti può consolare, io metto nella lista tutte le salite che ho fatto con più di 200 metri di dislivello, e ovviamente cerco con il lanternino anche quelle a fondo cieco....

vedendo un po' i giri che hai fatto, però dovresti avere fatto un numero di valichi (io conto tutti i diversi versanti di un valico, con tratti in comune ragionevolmente brevi...sono salite diverse) e salite almeno doppio. Secondo me te ne dimentichi un bel po'.


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Re: Nuovi colli, in Italia

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herbie ha scritto: giovedì 10 agosto 2023, 17:54 se ti può consolare, io metto nella lista tutte le salite che ho fatto con più di 200 metri di dislivello
Vabè in effetti se il criterio è questo si fa in fretta a moltiplicare x 3-4, di salite da 200 metri di dislivello che portano allo stesso punto con strade diverse ne ho più di 10 entro un raggio di 5 km da casa. Però segnandomele in una mappa se segnassi tutti i versanti non ci si capirebbe più niente.
Tra l'altro io rimango costantemente sconvolto pensando che noi in Italia abbiamo un'infinità di salite, anche appunto situazioni come la mia che anche solo per rientrare a casa ho più di 10 opzioni di salita da 3-4 km, mentre in Danimarca il punto più alto del Paese sta sotto i 200 metri sul livello del mare e lo scalatore più forte al mondo è danese. Come si "conserva" questa circostanza si capisce, non è che sta in Danimarca ora, ma come "nasce" non me lo spiegherò mai. Fosse un caso isolato nella storia, ma non è per nulla isolato


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Re: Nuovi colli, in Italia

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miroci ha scritto: giovedì 3 agosto 2023, 12:16 ...il Nivolet dovrebbe essere aperto solo ai ciclo-pedoni... o massimo usare le navette da Ceresole
si hai ragione
ma soprattutto non sono daccordo (se può valere qualcosa la mia opinione) a realizzare una strada carrozzabile dalla parte della Vallee
io non sono un fanatico ambientalista ma realizzare una strada ex nuovo in un contesto come il Nivolet mi angoscia

in altri contesti non credo sia un gran problema
ad esempio il bettaforca, il passo di Verva, il Colombardo oppure il pian cavallaro da fiumalbo
le strade già ci sono, vanno sistemate e ampliate nei punti problematici, ma non sono interventi che hanno un grande impatto sull'ambiente

il pian cavallaro da fiumalbo, fra l'altro già indicata da nibali,
permetterebbe di completare l'anello abetone -pian cavallaro -croce arcana - abetone


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Re: Nuovi colli, in Italia

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nurseryman ha scritto: venerdì 11 agosto 2023, 13:51
miroci ha scritto: giovedì 3 agosto 2023, 12:16 ...il Nivolet dovrebbe essere aperto solo ai ciclo-pedoni... o massimo usare le navette da Ceresole
si hai ragione
ma soprattutto non sono daccordo (se può valere qualcosa la mia opinione) a realizzare una strada carrozzabile dalla parte della Vallee
io non sono un fanatico ambientalista ma realizzare una strada ex nuovo in un contesto come il Nivolet mi angoscia

in altri contesti non credo sia un gran problema
ad esempio il bettaforca, il passo di Verva, il Colombardo oppure il pian cavallaro da fiumalbo
le strade già ci sono, vanno sistemate e ampliate nei punti problematici, ma non sono interventi che hanno un grande impatto sull'ambiente

il pian cavallaro da fiumalbo, fra l'altro già indicata da nibali,
permetterebbe di completare l'anello abetone -pian cavallaro -croce arcana - abetone
mah.
Asfaltare uno di quei sentieri necessita di opere ingenti di consolidamento (e di allargamento) . Non è che basta stendere l'asfalto su una lingua di sterrato (il Passo di Verva, tanto per fare un esempio...) ancorata sul dorso di un pendio ripido, versante montuoso a destra, e versante digradante al 50% di pendenza a sinistra. Ad esempio la strada della Gardetta scorre su un altopiano e ci sarebbero pochi punti da allargare e rinforzare.
Passo di Verva e Batteforca dal versante di Champoluc no. Il Colombardo non la conosco. il Passo di Croce Arcana l'ho fatto sterrato in bici da strada da metà della discesa dell'Abetone ed è veramente tutta sconnessa.
Moltiplichiamo questi lavori di consolidamento per chilometri e chilometri che sono quello che necessitano le asfaltature delle strade di cui sopra, e siamo di fronte a spese ingenti che aggiungerebbero tutto sommato poco, rispetto al gran numero di strade già esistenti a cui invece non sarebbe così costoso fare manutenzione e ogni tanto rinnovare la stesura dell'asfalto, almeno parzialmente.


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