Temo anch io
Proclami iniziali.. ma poi nei fatti.. come o peggio dei suoi predecessori
D altronde se vuoi far carriera nel cio.. l antidoping non deve far danni
Temo anch io
Molto peggio, visto che nei fatto ha scientemente depotenziato il sistema antidoping per ricevere il sostegno di federazione sposrtive internazionali molto deboli, per incapacità o per mancanza di risorse finanziare, nei controlli antidoping.
Ma no..... Non scrivere queste cose che poi la gente ci crede.Slegar ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 9:58Molto peggio, visto che nei fatto ha scientemente depotenziato il sistema antidoping per ricevere il sostegno di federazione sposrtive internazionali molto deboli, per incapacità o per mancanza di risorse finanziare, nei controlli antidoping.
Il 2020 è l'anno dell'inizio della piena operatività di ITA, International Testing Agency, agenzia antidoping indipendente fondata nel 2018 dal CIO e dalla WADA che doveva essere la grande agenzia antidoping dello sport mondiale. Per sostenersi, dopo l'iniziale contributo di CIO e WADA, doveva ricevere i fondi dalle varie federazioni associate, solo che queste erano povere di fondi (softball, sollevamento pesi, slittino, pattinaggio su ghiaccio, squash, ........) e questa agenzia era destinata al fallimento economico. Per il proprio sostentamento era necessario l'ingresso di federazioni forti economicamente e le due candidate erano IAAF e UCI; l'altetica leggera s'è ben guardata di entrare, Lappartient, da buon politico di professione, ha capito che questa era l'occasione giusta per fare carriera al CIO ed ha chiuso la CADF (Cycling Anti-Doping Foundation), licenziando i vertici che erano contrari a questa riforma, e trasferendo i fondi da CADF a ITA.
C'è un però, ....... però.
La CADF, oltre che dall'UCI, era pure finanziata dalle squadre ciclistiche professionistiche (WT, professional e continental che vogliono partecipare agli eventi maggiori), che continuano a versare la quota annuale "pro antidoping" all'UCI.
Dove finiscono i soldi delle squadre? Nel gran calderone dell'ITA.
Richard Plugge, guarda caso, alla fine del 2018 (o 2019?, dovrei cercare) aveva rilasciato delle dichiarazioni a Cyclingnews in cui esprimeva le perplessità sue e di altri TM sull'intera operazione, dichiarava il timore di un depotenziamento del sistema antidoping che aveva salvato il ciclismo dagli scandali di una quindicina d'anni fa e, sotto sotto, faceva capire che non gli andava di finanziare l'antidoping altrui con i suoi soldi. E' stato l'unico ad esporsi ma poi tutto è andato a tacere.
Non penso che Plugge, Lefevere, Braisfold, Giannetti, Denk e compagnia siano dei filantropi che abbiano a cuore l'antidoping delle piccole federazioni sportive; penso, purtroppo, che sia nato un accordo sottobanco tra UCI e squadre: loro continuano a pagare la quota antidoping, l'UCI chiude "mezzo occhio" e tutti visssero felici e contenti, perché l'amore è eterno, finché dura (cit.).
Spiegherebbe tutto ciò che si è visto dalla ripresa del lockdown in poi, 99% hai fatto centroSlegar ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 9:58Molto peggio, visto che nei fatto ha scientemente depotenziato il sistema antidoping per ricevere il sostegno di federazione sposrtive internazionali molto deboli, per incapacità o per mancanza di risorse finanziare, nei controlli antidoping.
Il 2020 è l'anno dell'inizio della piena operatività di ITA, International Testing Agency, agenzia antidoping indipendente fondata nel 2018 dal CIO e dalla WADA che doveva essere la grande agenzia antidoping dello sport mondiale. Per sostenersi, dopo l'iniziale contributo di CIO e WADA, doveva ricevere i fondi dalle varie federazioni associate, solo che queste erano povere di fondi (softball, sollevamento pesi, slittino, pattinaggio su ghiaccio, squash, ........) e questa agenzia era destinata al fallimento economico. Per il proprio sostentamento era necessario l'ingresso di federazioni forti economicamente e le due candidate erano IAAF e UCI; l'altetica leggera s'è ben guardata di entrare, Lappartient, da buon politico di professione, ha capito che questa era l'occasione giusta per fare carriera al CIO ed ha chiuso la CADF (Cycling Anti-Doping Foundation), licenziando i vertici che erano contrari a questa riforma, e trasferendo i fondi da CADF a ITA.
C'è un però, ....... però.
La CADF, oltre che dall'UCI, era pure finanziata dalle squadre ciclistiche professionistiche (WT, professional e continental che vogliono partecipare agli eventi maggiori), che continuano a versare la quota annuale "pro antidoping" all'UCI.
Dove finiscono i soldi delle squadre? Nel gran calderone dell'ITA.
Richard Plugge, guarda caso, alla fine del 2018 (o 2019?, dovrei cercare) aveva rilasciato delle dichiarazioni a Cyclingnews in cui esprimeva le perplessità sue e di altri TM sull'intera operazione, dichiarava il timore di un depotenziamento del sistema antidoping che aveva salvato il ciclismo dagli scandali di una quindicina d'anni fa e, sotto sotto, faceva capire che non gli andava di finanziare l'antidoping altrui con i suoi soldi. E' stato l'unico ad esporsi ma poi tutto è andato a tacere.
Non penso che Plugge, Lefevere, Braisfold, Giannetti, Denk e compagnia siano dei filantropi che abbiano a cuore l'antidoping delle piccole federazioni sportive; penso, purtroppo, che sia nato un accordo sottobanco tra UCI e squadre: loro continuano a pagare la quota antidoping, l'UCI chiude "mezzo occhio" e tutti visssero felici e contenti, perché l'amore è eterno, finché dura (cit.).
Sono andato a ricercare i vecchi post nel forum (anno 2019):Walter_White ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 16:25 Spiegherebbe tutto ciò che si è visto dalla ripresa del lockdown in poi, 99% hai fatto centro
Anche quando aumentano gli autovelox aumentano gli automobilisti in eccesso di velocità. Se ci sono più attenzione e rigore nei controlli è solo un benegiorgio ricci ha scritto: ↑martedì 24 ottobre 2023, 21:02 Ho visto in questi giorni tanti ritiri per problemi al cuore ,e in pochi giorni sono morti due ragazzi di 20 anni .
Siamo sicuri che sia tutto a posto ? Mah .
Mi sembra molto complesso, una cosa è incrementare i watt, un'altra controllarli. Cioè ci può essere il tizio chissà dove che si inventa un accrocchio artigianale e batte Vine dal divano, ma è lui, non è una cosa che si può diffonderesceriffo ha scritto: ↑martedì 24 ottobre 2023, 22:01 Secondo voi, visto il caso Zanasca che mi pare il primo positivo ai controlli per quanto riguarda le gare virtuali, può esserci il sospetto di doping nelle varie competizioni sui rulli? Intendo non solo doping farmacologico.
Ai tempi del Covid, ricordo che un prof dimostrava che bastava un semplice scola insalata per incrementare di molto i watt
Come dicevo nell'altra discussione io personalmente non credo affatto al doping mirato a questo tipo di gare. Per me essere beccati lì equivale ad aver sbagliato qualche calcolo (o ad ignorare completamente la possibilità di essere controllati in quelle occasioni) nell'assunzione di sostanze volte a migliorare la prestazione in competizioni reali (nel senso che per me Zanasca, se ha volontariamente assunto la sostanza, l'ha fatto in prospettiva di una gara su strada o di MTB. Perché mi sembra veramente ridicolo che uno che abbia fatto il dilettante per tanti anni, poi il professionista per qualche stagione e poi aver gareggiato nella MTB si faccia beccare in età già abbastanza matura e addirittura in una competizione di e-bike, senza quindi sapere come gestirsi per evitare di essere preso ai controlli).sceriffo ha scritto: ↑martedì 24 ottobre 2023, 22:01 Secondo voi, visto il caso Zanasca che mi pare il primo positivo ai controlli per quanto riguarda le gare virtuali, può esserci il sospetto di doping nelle varie competizioni sui rulli? Intendo non solo doping farmacologico.
Ai tempi del Covid, ricordo che un prof dimostrava che bastava un semplice scola insalata per incrementare di molto i watt
Colpa del covid..o del vacinogiorgio ricci ha scritto: ↑martedì 24 ottobre 2023, 21:02 Ho visto in questi giorni tanti ritiri per problemi al cuore ,e in pochi giorni sono morti due ragazzi di 20 anni .
Siamo sicuri che sia tutto a posto ? Mah .
Primo86 ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 15:41Ma no..... Non scrivere queste cose che poi la gente ci crede.Slegar ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 9:58Molto peggio, visto che nei fatto ha scientemente depotenziato il sistema antidoping per ricevere il sostegno di federazione sposrtive internazionali molto deboli, per incapacità o per mancanza di risorse finanziare, nei controlli antidoping.
Il 2020 è l'anno dell'inizio della piena operatività di ITA, International Testing Agency, agenzia antidoping indipendente fondata nel 2018 dal CIO e dalla WADA che doveva essere la grande agenzia antidoping dello sport mondiale. Per sostenersi, dopo l'iniziale contributo di CIO e WADA, doveva ricevere i fondi dalle varie federazioni associate, solo che queste erano povere di fondi (softball, sollevamento pesi, slittino, pattinaggio su ghiaccio, squash, ........) e questa agenzia era destinata al fallimento economico. Per il proprio sostentamento era necessario l'ingresso di federazioni forti economicamente e le due candidate erano IAAF e UCI; l'altetica leggera s'è ben guardata di entrare, Lappartient, da buon politico di professione, ha capito che questa era l'occasione giusta per fare carriera al CIO ed ha chiuso la CADF (Cycling Anti-Doping Foundation), licenziando i vertici che erano contrari a questa riforma, e trasferendo i fondi da CADF a ITA.
C'è un però, ....... però.
La CADF, oltre che dall'UCI, era pure finanziata dalle squadre ciclistiche professionistiche (WT, professional e continental che vogliono partecipare agli eventi maggiori), che continuano a versare la quota annuale "pro antidoping" all'UCI.
Dove finiscono i soldi delle squadre? Nel gran calderone dell'ITA.
Richard Plugge, guarda caso, alla fine del 2018 (o 2019?, dovrei cercare) aveva rilasciato delle dichiarazioni a Cyclingnews in cui esprimeva le perplessità sue e di altri TM sull'intera operazione, dichiarava il timore di un depotenziamento del sistema antidoping che aveva salvato il ciclismo dagli scandali di una quindicina d'anni fa e, sotto sotto, faceva capire che non gli andava di finanziare l'antidoping altrui con i suoi soldi. E' stato l'unico ad esporsi ma poi tutto è andato a tacere.
Non penso che Plugge, Lefevere, Braisfold, Giannetti, Denk e compagnia siano dei filantropi che abbiano a cuore l'antidoping delle piccole federazioni sportive; penso, purtroppo, che sia nato un accordo sottobanco tra UCI e squadre: loro continuano a pagare la quota antidoping, l'UCI chiude "mezzo occhio" e tutti visssero felici e contenti, perché l'amore è eterno, finché dura (cit.).
Sono i carboidrati in allenamento che hanno fatto svoltare.
Ma nfatti oh, anche io dopo la scoperta epocale che basta abbuffarsi di pasta per andare il triplo vado molto più forte, è incredibile come nessuno ci abbia mai pensato prima.Primo86 ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 15:41Ma no..... Non scrivere queste cose che poi la gente ci crede.Slegar ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 9:58Molto peggio, visto che nei fatto ha scientemente depotenziato il sistema antidoping per ricevere il sostegno di federazione sposrtive internazionali molto deboli, per incapacità o per mancanza di risorse finanziare, nei controlli antidoping.
Il 2020 è l'anno dell'inizio della piena operatività di ITA, International Testing Agency, agenzia antidoping indipendente fondata nel 2018 dal CIO e dalla WADA che doveva essere la grande agenzia antidoping dello sport mondiale. Per sostenersi, dopo l'iniziale contributo di CIO e WADA, doveva ricevere i fondi dalle varie federazioni associate, solo che queste erano povere di fondi (softball, sollevamento pesi, slittino, pattinaggio su ghiaccio, squash, ........) e questa agenzia era destinata al fallimento economico. Per il proprio sostentamento era necessario l'ingresso di federazioni forti economicamente e le due candidate erano IAAF e UCI; l'altetica leggera s'è ben guardata di entrare, Lappartient, da buon politico di professione, ha capito che questa era l'occasione giusta per fare carriera al CIO ed ha chiuso la CADF (Cycling Anti-Doping Foundation), licenziando i vertici che erano contrari a questa riforma, e trasferendo i fondi da CADF a ITA.
C'è un però, ....... però.
La CADF, oltre che dall'UCI, era pure finanziata dalle squadre ciclistiche professionistiche (WT, professional e continental che vogliono partecipare agli eventi maggiori), che continuano a versare la quota annuale "pro antidoping" all'UCI.
Dove finiscono i soldi delle squadre? Nel gran calderone dell'ITA.
Richard Plugge, guarda caso, alla fine del 2018 (o 2019?, dovrei cercare) aveva rilasciato delle dichiarazioni a Cyclingnews in cui esprimeva le perplessità sue e di altri TM sull'intera operazione, dichiarava il timore di un depotenziamento del sistema antidoping che aveva salvato il ciclismo dagli scandali di una quindicina d'anni fa e, sotto sotto, faceva capire che non gli andava di finanziare l'antidoping altrui con i suoi soldi. E' stato l'unico ad esporsi ma poi tutto è andato a tacere.
Non penso che Plugge, Lefevere, Braisfold, Giannetti, Denk e compagnia siano dei filantropi che abbiano a cuore l'antidoping delle piccole federazioni sportive; penso, purtroppo, che sia nato un accordo sottobanco tra UCI e squadre: loro continuano a pagare la quota antidoping, l'UCI chiude "mezzo occhio" e tutti visssero felici e contenti, perché l'amore è eterno, finché dura (cit.).
Sono i carboidrati in allenamento che hanno fatto svoltare.
Mi sembra di essere tornato a 20 anni fa, quando nel giro di tre anni abbiamo pianto Zanette, Salanson, Galletti, e un dilettante italiano di cui non ricordo il nome.Winter ha scritto: ↑mercoledì 25 ottobre 2023, 8:03Colpa del covid..o del vacinogiorgio ricci ha scritto: ↑martedì 24 ottobre 2023, 21:02 Ho visto in questi giorni tanti ritiri per problemi al cuore ,e in pochi giorni sono morti due ragazzi di 20 anni .
Siamo sicuri che sia tutto a posto ? Mah .
Non di altre cose
Se i controlli non ci sono o quasi..normale che la situazione degeneri
L'unico che usava un metodo simile era Braccio di Ferrochinaski89 ha scritto: ↑mercoledì 25 ottobre 2023, 11:14Primo86 ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 15:41Ma no..... Non scrivere queste cose che poi la gente ci crede.Slegar ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 9:58
Molto peggio, visto che nei fatto ha scientemente depotenziato il sistema antidoping per ricevere il sostegno di federazione sposrtive internazionali molto deboli, per incapacità o per mancanza di risorse finanziare, nei controlli antidoping.
Il 2020 è l'anno dell'inizio della piena operatività di ITA, International Testing Agency, agenzia antidoping indipendente fondata nel 2018 dal CIO e dalla WADA che doveva essere la grande agenzia antidoping dello sport mondiale. Per sostenersi, dopo l'iniziale contributo di CIO e WADA, doveva ricevere i fondi dalle varie federazioni associate, solo che queste erano povere di fondi (softball, sollevamento pesi, slittino, pattinaggio su ghiaccio, squash, ........) e questa agenzia era destinata al fallimento economico. Per il proprio sostentamento era necessario l'ingresso di federazioni forti economicamente e le due candidate erano IAAF e UCI; l'altetica leggera s'è ben guardata di entrare, Lappartient, da buon politico di professione, ha capito che questa era l'occasione giusta per fare carriera al CIO ed ha chiuso la CADF (Cycling Anti-Doping Foundation), licenziando i vertici che erano contrari a questa riforma, e trasferendo i fondi da CADF a ITA.
C'è un però, ....... però.
La CADF, oltre che dall'UCI, era pure finanziata dalle squadre ciclistiche professionistiche (WT, professional e continental che vogliono partecipare agli eventi maggiori), che continuano a versare la quota annuale "pro antidoping" all'UCI.
Dove finiscono i soldi delle squadre? Nel gran calderone dell'ITA.
Richard Plugge, guarda caso, alla fine del 2018 (o 2019?, dovrei cercare) aveva rilasciato delle dichiarazioni a Cyclingnews in cui esprimeva le perplessità sue e di altri TM sull'intera operazione, dichiarava il timore di un depotenziamento del sistema antidoping che aveva salvato il ciclismo dagli scandali di una quindicina d'anni fa e, sotto sotto, faceva capire che non gli andava di finanziare l'antidoping altrui con i suoi soldi. E' stato l'unico ad esporsi ma poi tutto è andato a tacere.
Non penso che Plugge, Lefevere, Braisfold, Giannetti, Denk e compagnia siano dei filantropi che abbiano a cuore l'antidoping delle piccole federazioni sportive; penso, purtroppo, che sia nato un accordo sottobanco tra UCI e squadre: loro continuano a pagare la quota antidoping, l'UCI chiude "mezzo occhio" e tutti visssero felici e contenti, perché l'amore è eterno, finché dura (cit.).
Sono i carboidrati in allenamento che hanno fatto svoltare.Ma nfatti oh, anche io dopo la scoperta epocale che basta abbuffarsi di pasta per andare il triplo vado molto più forte, è incredibile come nessuno ci abbia mai pensato prima.Primo86 ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 15:41Ma no..... Non scrivere queste cose che poi la gente ci crede.Slegar ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 9:58
Molto peggio, visto che nei fatto ha scientemente depotenziato il sistema antidoping per ricevere il sostegno di federazione sposrtive internazionali molto deboli, per incapacità o per mancanza di risorse finanziare, nei controlli antidoping.
Il 2020 è l'anno dell'inizio della piena operatività di ITA, International Testing Agency, agenzia antidoping indipendente fondata nel 2018 dal CIO e dalla WADA che doveva essere la grande agenzia antidoping dello sport mondiale. Per sostenersi, dopo l'iniziale contributo di CIO e WADA, doveva ricevere i fondi dalle varie federazioni associate, solo che queste erano povere di fondi (softball, sollevamento pesi, slittino, pattinaggio su ghiaccio, squash, ........) e questa agenzia era destinata al fallimento economico. Per il proprio sostentamento era necessario l'ingresso di federazioni forti economicamente e le due candidate erano IAAF e UCI; l'altetica leggera s'è ben guardata di entrare, Lappartient, da buon politico di professione, ha capito che questa era l'occasione giusta per fare carriera al CIO ed ha chiuso la CADF (Cycling Anti-Doping Foundation), licenziando i vertici che erano contrari a questa riforma, e trasferendo i fondi da CADF a ITA.
C'è un però, ....... però.
La CADF, oltre che dall'UCI, era pure finanziata dalle squadre ciclistiche professionistiche (WT, professional e continental che vogliono partecipare agli eventi maggiori), che continuano a versare la quota annuale "pro antidoping" all'UCI.
Dove finiscono i soldi delle squadre? Nel gran calderone dell'ITA.
Richard Plugge, guarda caso, alla fine del 2018 (o 2019?, dovrei cercare) aveva rilasciato delle dichiarazioni a Cyclingnews in cui esprimeva le perplessità sue e di altri TM sull'intera operazione, dichiarava il timore di un depotenziamento del sistema antidoping che aveva salvato il ciclismo dagli scandali di una quindicina d'anni fa e, sotto sotto, faceva capire che non gli andava di finanziare l'antidoping altrui con i suoi soldi. E' stato l'unico ad esporsi ma poi tutto è andato a tacere.
Non penso che Plugge, Lefevere, Braisfold, Giannetti, Denk e compagnia siano dei filantropi che abbiano a cuore l'antidoping delle piccole federazioni sportive; penso, purtroppo, che sia nato un accordo sottobanco tra UCI e squadre: loro continuano a pagare la quota antidoping, l'UCI chiude "mezzo occhio" e tutti visssero felici e contenti, perché l'amore è eterno, finché dura (cit.).
Sono i carboidrati in allenamento che hanno fatto svoltare.
Credo tu ti riferisca a Fabio Fazio, atleta della Neri di Luca Scinto che morì per un malore nel GP di Vinci.bicycleran ha scritto: ↑mercoledì 25 ottobre 2023, 15:20 Mi sembra di essere tornato a 20 anni fa, quando nel giro di tre anni abbiamo pianto Zanette, Salanson, Galletti, e un dilettante italiano di cui non ricordo il nome.
No, pensavo a Marco Rusconi.Abruzzese ha scritto: ↑mercoledì 25 ottobre 2023, 18:09Credo tu ti riferisca a Fabio Fazio, atleta della Neri di Luca Scinto che morì per un malore nel GP di Vinci.bicycleran ha scritto: ↑mercoledì 25 ottobre 2023, 15:20 Mi sembra di essere tornato a 20 anni fa, quando nel giro di tre anni abbiamo pianto Zanette, Salanson, Galletti, e un dilettante italiano di cui non ricordo il nome.
Per stare al paragone stradale, anche quando vengono inseriti degli spartitraffico con lo scopo dichiarato di aumentare la sicurezza, e poi non li si segnala come si dovrebbe, finisce che la gente ci si schianta contro e aumentano i problemi.Beppugrillo ha scritto: ↑martedì 24 ottobre 2023, 21:38Anche quando aumentano gli autovelox aumentano gli automobilisti in eccesso di velocità. Se ci sono più attenzione e rigore nei controlli è solo un benegiorgio ricci ha scritto: ↑martedì 24 ottobre 2023, 21:02 Ho visto in questi giorni tanti ritiri per problemi al cuore ,e in pochi giorni sono morti due ragazzi di 20 anni .
Siamo sicuri che sia tutto a posto ? Mah .
Di morti strane il ciclismo ne ha sempre avute tantebicycleran ha scritto: ↑mercoledì 25 ottobre 2023, 15:20Mi sembra di essere tornato a 20 anni fa, quando nel giro di tre anni abbiamo pianto Zanette, Salanson, Galletti, e un dilettante italiano di cui non ricordo il nome.Winter ha scritto: ↑mercoledì 25 ottobre 2023, 8:03Colpa del covid..o del vacinogiorgio ricci ha scritto: ↑martedì 24 ottobre 2023, 21:02 Ho visto in questi giorni tanti ritiri per problemi al cuore ,e in pochi giorni sono morti due ragazzi di 20 anni .
Siamo sicuri che sia tutto a posto ? Mah .
Non di altre cose
Se i controlli non ci sono o quasi..normale che la situazione degeneri
PassistaScalatore ha scritto: ↑giovedì 26 ottobre 2023, 15:51 I motivi dell'aumento clamoroso di problemi cardiaci chiunque voglia ragionare logicamente li conosce già.
ci sono anche i calzini più leggeri che hanno pesato su questo incremento di prestazioniPrimo86 ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 15:41Ma no..... Non scrivere queste cose che poi la gente ci crede.Slegar ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2023, 9:58Molto peggio, visto che nei fatto ha scientemente depotenziato il sistema antidoping per ricevere il sostegno di federazione sposrtive internazionali molto deboli, per incapacità o per mancanza di risorse finanziare, nei controlli antidoping.
Il 2020 è l'anno dell'inizio della piena operatività di ITA, International Testing Agency, agenzia antidoping indipendente fondata nel 2018 dal CIO e dalla WADA che doveva essere la grande agenzia antidoping dello sport mondiale. Per sostenersi, dopo l'iniziale contributo di CIO e WADA, doveva ricevere i fondi dalle varie federazioni associate, solo che queste erano povere di fondi (softball, sollevamento pesi, slittino, pattinaggio su ghiaccio, squash, ........) e questa agenzia era destinata al fallimento economico. Per il proprio sostentamento era necessario l'ingresso di federazioni forti economicamente e le due candidate erano IAAF e UCI; l'altetica leggera s'è ben guardata di entrare, Lappartient, da buon politico di professione, ha capito che questa era l'occasione giusta per fare carriera al CIO ed ha chiuso la CADF (Cycling Anti-Doping Foundation), licenziando i vertici che erano contrari a questa riforma, e trasferendo i fondi da CADF a ITA.
C'è un però, ....... però.
La CADF, oltre che dall'UCI, era pure finanziata dalle squadre ciclistiche professionistiche (WT, professional e continental che vogliono partecipare agli eventi maggiori), che continuano a versare la quota annuale "pro antidoping" all'UCI.
Dove finiscono i soldi delle squadre? Nel gran calderone dell'ITA.
Richard Plugge, guarda caso, alla fine del 2018 (o 2019?, dovrei cercare) aveva rilasciato delle dichiarazioni a Cyclingnews in cui esprimeva le perplessità sue e di altri TM sull'intera operazione, dichiarava il timore di un depotenziamento del sistema antidoping che aveva salvato il ciclismo dagli scandali di una quindicina d'anni fa e, sotto sotto, faceva capire che non gli andava di finanziare l'antidoping altrui con i suoi soldi. E' stato l'unico ad esporsi ma poi tutto è andato a tacere.
Non penso che Plugge, Lefevere, Braisfold, Giannetti, Denk e compagnia siano dei filantropi che abbiano a cuore l'antidoping delle piccole federazioni sportive; penso, purtroppo, che sia nato un accordo sottobanco tra UCI e squadre: loro continuano a pagare la quota antidoping, l'UCI chiude "mezzo occhio" e tutti visssero felici e contenti, perché l'amore è eterno, finché dura (cit.).
Sono i carboidrati in allenamento che hanno fatto svoltare.
Non ne ho idea e avevo letto anche io, di sicuro sarebbe più probabile questo come marginal gain dell' aumento di carbo. Spiegherebbe pure le due velocità e i poveri sfigati mai manco vagamente vincenti unici pizzicati.robot1 ha scritto: ↑domenica 19 novembre 2023, 13:16 Scusate la fonte, ma questo potrebbe essere il marginal gain degli ultimi anni?
https://www.fanpage.it/sport/ciclismo/c ... me-marino/
Perchè ormai doparsi non serve a nulla, hanno scoperto che basta cambiare calzini e mangiare tanta pasta per andare il triplo degli altri
O preparare la crono in modo di fare curve meglio di Mohoricchinaski89 ha scritto: ↑domenica 26 novembre 2023, 14:08Perchè ormai doparsi non serve a nulla, hanno scoperto che basta cambiare calzini e mangiare tanta pasta per andare il triplo degli altri
Questo impossibile, mentre ogni puttanata che esce dai siti più improbabili è presa come oro colato. Sarebbe da raccogliere le fantomatiche prove postate negli ultimi anni per rendersi bene conto della deriva presachinaski89 ha scritto: ↑domenica 26 novembre 2023, 14:08Perchè ormai doparsi non serve a nulla, hanno scoperto che basta cambiare calzini e mangiare tanta pasta per andare il triplo degli altri
Ma quell epo sintetica in polvere era tra le prove Sequestrate nel processo anderlasspietro ha scritto: ↑domenica 26 novembre 2023, 14:50Questo impossibile, mentre ogni puttanata che esce dai siti più improbabili è presa come oro colato. Sarebbe da raccogliere le fantomatiche prove postate negli ultimi anni per rendersi bene conto della deriva presachinaski89 ha scritto: ↑domenica 26 novembre 2023, 14:08Perchè ormai doparsi non serve a nulla, hanno scoperto che basta cambiare calzini e mangiare tanta pasta per andare il triplo degli altri
Quale deduzione hai fatto per dire che non lo conosco ?Winter ha scritto: ↑domenica 26 novembre 2023, 16:41 https://www.tuttobiciweb.it/article/202 ... dt-carcere
Processo..inchiesta..caso..operazione
Fa strano che non lo conosci
Era 3..4 anni fa
Mai trovati positivi..con quella sostanza
Sì in effetti questa è una gran prova, a Vingegaard non resta che costituirsi
perchè magari la avevano acquistata per toglierla dal mercato, mica per usarlaWinter ha scritto: ↑domenica 26 novembre 2023, 15:21Ma quell epo sintetica in polvere era tra le prove Sequestrate nel processo anderlasspietro ha scritto: ↑domenica 26 novembre 2023, 14:50Questo impossibile, mentre ogni puttanata che esce dai siti più improbabili è presa come oro colato. Sarebbe da raccogliere le fantomatiche prove postate negli ultimi anni per rendersi bene conto della deriva presachinaski89 ha scritto: ↑domenica 26 novembre 2023, 14:08
Perchè ormai doparsi non serve a nulla, hanno scoperto che basta cambiare calzini e mangiare tanta pasta per andare il triplo degli altri
Più di così
Eppure nessun positivo
Qualcosa non va
Che l' antidoping fa ridere. Ma non serviva manco quello. Basta vedere che gli unici beccati sono gente che i podi li vede col telescopio
Quella dei calzini e della pasta fa ridere in qualsiasi modo la metti però
Si chiama 'dubbi, domande, sospetti'Beppugrillo ha scritto: ↑mercoledì 29 novembre 2023, 6:20 Basta essere chiari. Non è una prova dei reati di cui vengono accusati i corridori in questo thread.
Da dove deriva il discorso dei calzini?chinaski89 ha scritto: ↑mercoledì 29 novembre 2023, 7:06Quella dei calzini e della pasta fa ridere in qualsiasi modo la metti però