Noi e Israele: un caso di coscienza

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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chinaski89
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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pietro ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 18:22
chinaski89 ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 18:07 Non è che sia tutto negativo, ma tutto quello che fa schifo ed è distorto negli Usa o in occidente in Cina fa schifo ed è distorto x1000. Se quello è il modello stamo freschi. Poi che siano cresciuti molto e che diventeranno i padroni del mondo può essere benissimo. Di sicuro sotto lo zio Sam si sta molto meglio

La bomba atomica non la spara proprio nessuno, anzi l'unico motivo per cui non siamo alla quarta o quinta guerra mondiale sono le armi atomiche e la caghetta che impedisce a chiunque di fare l'insano gesto. Trump peraltro è isolazionista no? Quindi per i casini geopolitici tanto di guadagnato
Per noi Europei mica tanto, anzi
Vero pure questo, hai ragione. Anche perchè la sfida con la Cina c'è a prescindere dal presidente in carica per cui ho scritto na stronzata. Bah meglio non stare a pensarci troppo, vedremo.


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Road Runner
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Trump è Berlusconi americano.


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Scattista
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Gimbatbu ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 9:10
chinaski89 ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 8:54
pietro ha scritto: lunedì 15 gennaio 2024, 23:56

Ma dai su
Ma dai su anche per me. Discussione impossibile
Si può sicuramente dissentire dal punto di vista di Galliano, ma in tutta sincerità qualcuno di noi potrebbe affermare di conoscere a fondo l' attuale situazione politica cinese aldilà dei preconcetti che abbiamo da una vita?
preconcetti? Membri importanti del governo e delle forze armate (persone che avevano rapporti quotidiani con le loro controparti occidentali) sono spariti per mesi, senza che si sapesse nulla. Su tutti il Ministro della Difesa! Sparito nel nulla! Questi sono fatti, non preconcetti. Fatti che dicono che quella cinese è una delle più ferree dittature.


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pietro
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da pietro »

Scattista ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 22:09
Gimbatbu ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 9:10
chinaski89 ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 8:54

Ma dai su anche per me. Discussione impossibile
Si può sicuramente dissentire dal punto di vista di Galliano, ma in tutta sincerità qualcuno di noi potrebbe affermare di conoscere a fondo l' attuale situazione politica cinese aldilà dei preconcetti che abbiamo da una vita?
preconcetti? Membri importanti del governo e delle forze armate (persone che avevano rapporti quotidiani con le loro controparti occidentali) sono spariti per mesi, senza che si sapesse nulla. Su tutti il Ministro della Difesa! Sparito nel nulla! Questi sono fatti, non preconcetti. Fatti che dicono che quella cinese è una delle più ferree dittature.
Le purghe si scoprono sempre dopo, se non le si vuole veder subito quando sono già evidenti


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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PassistaScalatore
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da PassistaScalatore »

Vedo questo articolo e sia l'ora sia il contesto mi portano a non fare chissà quali trattazioni.

Mi limito a citare come affronto io e come ho affrontato in passato.

Nel 2018 il Giro va in Israele per un accordo milionario. Il prologo parte da Gerusalemme Ovest, ma il governo razzista israeliano vede una minaccia in questa denominazione: il Giro sta seguendo il diritto internazionale che assegna a Gerusalemme lo status di capitale di due Stati. Il Giro sta osando ricordare che ci sono due Gerusalemme e che dunque, in quella che loro considerano terra santa assegnatagli di diritto, ci sono anche i palestinesi.
Chiedono, pretendono che "Ovest" sparisca dalla denominazione e il Giro si piega.
Ciliegina sulla torta della vergogna.

Io, nel mio piccolo, non accesi la televisione, come avrei fatto sia se si fosse chiamata Ovest che semplicemente Gerusalemme, per quei tre giorni in cui il Giro rimase in quella terra dove i palestinesi sono sottoposti a uno status giuridico di inferiorità, dove vengono distrutti con il bulldozer decine di insediamenti ogni anno, tra cui anche strutture del volontariato internazionale, e dove ora sta avvenendo la strage a cielo aperto più terribile del secolo, con 170 bambini sterminati al giorno e un governo, sostenuto dalla maggioranza della sua popolazione, che predica apertamente la deportazione in altri Stati arabi dei milioni rimasti nella striscia.

La squadra israeliana nel ciclismo è un caravanserraglio di vecchie glorie che strappano stipendi elevati da un governo che ha milioni e milioni da spendere per sperare di ripulire la sua immagine, come Coca Cola e McDonalds che sponsorizzano gli eventi sportivi. Difficilmente sono davvero in competizione. Ma quando in una fuga, o davanti, ci sono un corridore della Israel e quello di un'altra squadra, mi auguro sempre che a vincere sia l'altro.


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nemecsek.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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PassistaScalatore ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 0:25

Nel 2018 il Giro va in Israele
Si temevano problemi di sicurezza per i ciclisti; previsioni puntualmente avveratesi... all'ultima tappa :diavoletto: :diavoletto: :diavoletto:

https://tg24.sky.it/cronaca/2018/05/27/ ... buche-roma


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jerrydrake
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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aitutaki1 ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 18:35 A parte che Biden sia solo un fantoccio, sarebbe meno peggio Trump lo dicono i dati oggettivi
non ha iniziato nessuna guerra , a parte aver fatto eliminare Soleimani
Eliminare l'uomo che ha sconfitto lo Stato Islamico non è da poco. Solo i fedelissimi di Abu Bakr al-Baghdadi sostengono il contrario:
pietro ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 18:45
Eliminare Soleimani è una delle poche cose buone che ha fatto in politica estera.

Tuttavia la statistica indica che anche Sauron del Signore degli Anelli farebbe meno morti di Biden e della sua band.


pietro
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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jerrydrake ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 2:45
Eliminare l'uomo che ha sconfitto lo Stato Islamico non è da poco. Solo i fedelissimi di Abu Bakr al-Baghdadi sostengono il contrario:
pietro ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 18:45
Eliminare Soleimani è una delle poche cose buone che ha fatto in politica estera.

Tuttavia la statistica indica che anche Sauron del Signore degli Anelli farebbe meno morti di Biden e della sua band.
Attendiamo l'elenco delle numerose vittime del governo Biden...

Per evitare poi di addentrarci nella prima parte del post dato che sarebbe inutile vista la tua cieca ideologia


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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bicycleran
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da bicycleran »

Quando è scoppiato l'ultimo ciclo di manifestazioni in Iran, i campisti italiani erano convinti che fosse Biden a organizzare la rivoluzione colorata, mentre se chiedevi agli oppositori iraniani la pensavano esattamente al contrario: Biden faceva bla bla ma sotto sotto voleva tenere in piedi il regime, solo Trump lo avrebbe potuto rovesciare.

Detto ciò l'omicidio di Soleimani è stato un atto illegale e di un'arroganza assurda e ingiustificabile, al di là di quello che si pensi del personaggio. A parti invertite sarebbe successo il finimondo.

Trump è stato molto aggressivo anche con Cuba, Venezuela e America latina in genere, assurdo farlo passare come meno guerrafondaio (poi nella "gara" tra repubblicani e democratici ci si dimentica sempre di Bush).

Se cambia il presidente degli Usa cambiano gli scenari, ma la politica estera generale dipende soprattutto dai rapporti di forza. Differenze più marcate ci sono in politica interna.
Che alla presidenza di una potenza ancora egemone ma in ritirata, che può tirare violenti colpi di coda, si sfidino due vecchi rincoglioniti non mi tranquillizza molto.
Ultima modifica di bicycleran il mercoledì 17 gennaio 2024, 9:49, modificato 1 volta in totale.


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castelli
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da castelli »

se vince trump la parte sx europea ne rimarcherà gli errori in politica estera.
qualsiasi cosa farà verrà criticato.

se trump o drump come dice larussa avesse fatto le stesse cose di biden il nostro presidentissimo mattarella avrebbe annusato l'aria e al 100% avrebbe detto che l'idalia ribudia la guerra come da gosdiduzione.

avendo rinnegato la dottrina marxista leninista la sx è andata a rimorchio dei diritti civili occidentali (anglo usa) ed era l'unica opzione per non sparire.
l'isolazionismo repubblicano usa è il correlato in grande dell'amore per le piccole patrie o le patrie europee delle destre (dette anche desdre).
i diritti civili e il mercato sono transnazionali direbbe una emma bonino, lo è (era) anche il marxismo che però è un cane morto.
sto leggendo impero di negri e l'unica cosa che negri vieta/interdice (con un po' di enfasi) è il fascismo delle piccole patrie.
transnazionali non sono le religioni da qui l'importanza dell'ateismo in chiave di disinnesco del conflitto interno.

riusciranno i nostri eroi del fu terzo mondo a fare da argine alla grande ideologia dell'individuo consumatore? no ma prima ci gusteremo lo scannamento. non io se sarò fortunato ma i più giovani se lo gusteranno.


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
non credette alla tenuta di rogla fino a verona.
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nemecsek.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da nemecsek. »

Quante soddisfazioni sta dando questo thread..... 8-)

castelli ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 9:37
sto leggendo impero di negri e l'unica cosa che negri vieta/interdice
Negri meglio scrivello in maiuscolo, hai visto mai che qualche amico delle guardie confonda e faccia la soffiata.....

:D


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castelli
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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nemecsek. ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 13:07 Quante soddisfazioni sta dando questo thread..... 8-)

castelli ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 9:37
sto leggendo impero di negri e l'unica cosa che negri vieta/interdice
Negri meglio scrivello in maiuscolo, hai visto mai che qualche amico delle guardie confonda e faccia la soffiata.....

:D
il confine tra politicamente corretto e ipocrisia non è tracciato in maniera visibile.
almeno io non lo vedo.

che sia una maniera in cui l'impero (che negri non identifica con gli usa ma probabilmente con l'occidente) traduce nello spazio pubblico l'intangibilità del l'individualità è comprensibile anche se ha il più delle volte risvolti ridicoli


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Scattista
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Scattista »

castelli ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 13:40
nemecsek. ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 13:07 Quante soddisfazioni sta dando questo thread..... 8-)

castelli ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 9:37
sto leggendo impero di negri e l'unica cosa che negri vieta/interdice
Negri meglio scrivello in maiuscolo, hai visto mai che qualche amico delle guardie confonda e faccia la soffiata.....

:D
il confine tra politicamente corretto e ipocrisia non è tracciato in maniera visibile.
almeno io non lo vedo.

che sia una maniera in cui l'impero (che negri non identifica con gli usa ma probabilmente con l'occidente) traduce nello spazio pubblico l'intangibilità del l'individualità è comprensibile anche se ha il più delle volte risvolti ridicoli
botta e rispost sublime :D :D
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Joannes Muller
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Tour de Berghem ha scritto: giovedì 11 gennaio 2024, 9:55

Perchè Israele non è un regime autoritario dove tutto, sport compreso, si identifica con il governo.


Per quanto possiamo criticare quello che sta facendo Israele dopo il terrificante massacro di Hamas, oltre che lo sciagurato sostegno del governo ai coloni estremisti nella West Bank, Israele resta una democrazia (lo si è visto mesi fa quando milioni di persone sono scese in piazza a contestare Nethanyau per la sua riforma della giustizia, arrivando a rallentarne e forse impedirne l'iter).
Perchè in Israele, per quanto sia uno stato a maggioranza ebraica, è formato da molte minoranze che in Israele possono vivere e lavorare liberamente come posso confermarvi essendoci stato e lavorando quotidianamente con clienti israeliani.
Identificare Israele con Nethanyau è l'errore più gigantesco che possiamo fare.
Sarebbe come identificare la popolazione Iraniana con gli Ayathollah o la stessa popolazione civile palestinese con i trucidatori nazisti di Hamas.
Hai perfettamente ragione.
Oggi uno dei capi di Hamas ha ribadito: Stato palestinese dal Giordano al mare. Israele non deve esistere.
Tutti siamo addolorati per le perdite dei civili palestinesi (non dimentichiamo però che senza le mostruosità compiute da Hamas su innocenti il 7 ottobre) la guerra non ci sarebbe.
Israele ha avvertito per tempo che avrebbe dovuto bombardare: Hamas ha impedito l'accesso ai tunnel.
Vero che abbandonare la casa e' un grande sacrificio ma molti, spostandosi di qualche km non sarebbero stati colpiti. Brave le sinistre, che non voterò mai piu', che parlano di genocidio di Israele senza aver mai condannato i crimini di Putin.Gli israeliani a differenza dei russi e dei palestinesi non stuprano e uccidono barbaramente le donne palestinesi..
Con la speranza che Nethaniau sparisca al piu' presto..


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Joannes Muller ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 21:18 Gli israeliani a differenza dei russi e dei palestinesi non stuprano e uccidono barbaramente le donne palestinesi..
no certo, si limitano a spararle o bombardarle, grande prova di civiltà.


Winter
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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PassistaScalatore ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 0:25 La squadra israeliana nel ciclismo è un caravanserraglio di vecchie glorie che strappano stipendi elevati da un governo che ha milioni e milioni da spendere per sperare di ripulire la sua immagine, come Coca Cola e McDonalds che sponsorizzano gli eventi sportivi. Difficilmente sono davvero in competizione. Ma quando in una fuga, o davanti, ci sono un corridore della Israel e quello di un'altra squadra, mi auguro sempre che a vincere sia l'altro.
Ennesima disinformazione
La squadra israeliana non è finanziata dal governo israeliano
Che non spende milioni per ripulire l immagine (quello lo fanno i vari altri stati del golfo)
È un progetto privato
Finanziato da mecenati , molto appassionati di ciclismo
Tutto finalizzato per promuovere il ciclismo in Israele (dove la squadra pro è solo la punta della piramide)


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lemond
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Tour de Berghem ha scritto: giovedì 11 gennaio 2024, 11:05
nino58 ha scritto: giovedì 11 gennaio 2024, 10:39
Poi però, definire Israele una democrazia come lo sono gli Stati Europei (stato di diritto con assoluta uguaglianza dei cittadini davanti alla legge) è perlomeno inesatto: dal 2018 esiste una differenziazione costituzionale tra cittadini ebrei (Israele è uno Stato-Nazione ebraico, questa la
Balla colossale, anche perchè in Israele, come peraltro nel Regno Unito, non esiste una costituzione scritta, non ci sono pertanto differenze costutizionali tra cittadini ebrei e non ebrei per il semplice fatto che appunto non esiste una costituzione dove certificarlo (e il fatto che vi sia una costituzione non è conditio sine qua non per essere una democrazia, vi sono diversi stati democratici che non ce l'hanno, come appunto l'UK).

Solo che nel Regno Unito esiste una costituzione materiale derivante da norme consuetudinaria di secoli, in Israele questo non è possibile per il fatto che lo Stato è sorto nel dopoguerra. Finché al potere c'è Netanyahu, a essere benevoli, si può dire che la democrazia è sospesa. A me gli ebrei stanno in genere simpatici, ma ogni tanto mi fanno pensare che in Israele c'è gente che crede (così come gli islamici e i cristiani) in un libro che in massima parte è costellato di menzogne, volte a far pensare di essere una nazione "uber alles"! :muro:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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In realtà il fatto che Israele non abbia una costituzione è più formale che pratico: esiste di fatto una costituzione ma invece di essere un documento unico è suddivisa in varie leggi, che hanno rilevanza superiore rispetto alle altre esattamente come da noi la costituzione ha rilevanza superiore rispetto alle leggi ordinarie


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Trullo ha scritto: giovedì 18 gennaio 2024, 9:34 In realtà il fatto che Israele non abbia una costituzione è più formale che pratico: esiste di fatto una costituzione ma invece di essere un documento unico è suddivisa in varie leggi, che hanno rilevanza superiore rispetto alle altre esattamente come da noi la costituzione ha rilevanza superiore rispetto alle leggi ordinarie
Da quel che so io, la legge, in parte fatta approvare da B.N. (non in toto, perché poi è arrivata la guerra) che aveva lo scopo di cambiare il potere fra i vari organi dello Stato, è passata alla Knesset con 64 su 120, ergo :uhm: si tratta di una legge ordinaria.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Joannes Muller ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 21:18
Tour de Berghem ha scritto: giovedì 11 gennaio 2024, 9:55

Perchè Israele non è un regime autoritario dove tutto, sport compreso, si identifica con il governo.


Per quanto possiamo criticare quello che sta facendo Israele dopo il terrificante massacro di Hamas, oltre che lo sciagurato sostegno del governo ai coloni estremisti nella West Bank, Israele resta una democrazia (lo si è visto mesi fa quando milioni di persone sono scese in piazza a contestare Nethanyau per la sua riforma della giustizia, arrivando a rallentarne e forse impedirne l'iter).
Perchè in Israele, per quanto sia uno stato a maggioranza ebraica, è formato da molte minoranze che in Israele possono vivere e lavorare liberamente come posso confermarvi essendoci stato e lavorando quotidianamente con clienti israeliani.
Identificare Israele con Nethanyau è l'errore più gigantesco che possiamo fare.
Sarebbe come identificare la popolazione Iraniana con gli Ayathollah o la stessa popolazione civile palestinese con i trucidatori nazisti di Hamas.
Hai perfettamente ragione.
Oggi uno dei capi di Hamas ha ribadito: Stato palestinese dal Giordano al mare. Israele non deve esistere.
Tutti siamo addolorati per le perdite dei civili palestinesi (non dimentichiamo però che senza le mostruosità compiute da Hamas su innocenti il 7 ottobre) la guerra non ci sarebbe.
Israele ha avvertito per tempo che avrebbe dovuto bombardare: Hamas ha impedito l'accesso ai tunnel.
Vero che abbandonare la casa e' un grande sacrificio ma molti, spostandosi di qualche km non sarebbero stati colpiti. Brave le sinistre, che non voterò mai piu', che parlano di genocidio di Israele senza aver mai condannato i crimini di Putin.Gli israeliani a differenza dei russi e dei palestinesi non stuprano e uccidono barbaramente le donne palestinesi..
Con la speranza che Nethaniau sparisca al piu' presto..
Non sminuirei tanti episodi di violenza commessi dai russi ai danni dei civili ucraini.


castelli
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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lemond ha scritto: giovedì 18 gennaio 2024, 8:57
Tour de Berghem ha scritto: giovedì 11 gennaio 2024, 11:05
nino58 ha scritto: giovedì 11 gennaio 2024, 10:39
Poi però, definire Israele una democrazia come lo sono gli Stati Europei (stato di diritto con assoluta uguaglianza dei cittadini davanti alla legge) è perlomeno inesatto: dal 2018 esiste una differenziazione costituzionale tra cittadini ebrei (Israele è uno Stato-Nazione ebraico, questa la
Balla colossale, anche perchè in Israele, come peraltro nel Regno Unito, non esiste una costituzione scritta, non ci sono pertanto differenze costutizionali tra cittadini ebrei e non ebrei per il semplice fatto che appunto non esiste una costituzione dove certificarlo (e il fatto che vi sia una costituzione non è conditio sine qua non per essere una democrazia, vi sono diversi stati democratici che non ce l'hanno, come appunto l'UK).

Solo che nel Regno Unito esiste una costituzione materiale derivante da norme consuetudinaria di secoli, in Israele questo non è possibile per il fatto che lo Stato è sorto nel dopoguerra. Finché al potere c'è Netanyahu, a essere benevoli, si può dire che la democrazia è sospesa. A me gli ebrei stanno in genere simpatici, ma ogni tanto mi fanno pensare che in Israele c'è gente che crede (così come gli islamici e i cristiani) in un libro che in massima parte è costellato di menzogne, volte a far pensare di essere una nazione "uber alles"! :muro:
le norme consetudinarie precedono lo stato che si limita a prenderne atto (alla bisogna, non vale per tutti).

lo stato moderno nasce come risposta alle guerre di religione. machiavelli e hobbes sostengono che al di fuori dello stato c'è il caos, lo stato di natura (in fondo anche le consuetudini...) e l'autonomia della politica sono due modi di separare la morale dal "diritto".

israele è un simil stato moderno, assomiglia più ad uno stato occidentale che ad una teocrazia per quanto i suoi nemici, più o meno prevenuti, si mettano occhiutamente a denunziarne i limiti democratici.

è chiaro che come israele identifica gli arabi come potenziale nemico in base ad una religione avversa altrettanto fanno gli "arabi" (palestinesi) con israele. poi semplificando si può dire che nello stesso spazio non ci possono stare visioni di società antitetiche.

netaniau non nasce dal nulla. la modernità di israele sta nelle procedure democratiche di elezione del premier. tutto lì.

poi che il premier forzi la cornice istituzionale del proprio stato quello è un altro paio di maniche ed è dovuto alla storia.

la costituzione italiana sotto il covid è stata sospesa nei fatti. non valeva più.
tutto il potere forza la cornice costituzionale per ragioni di sopravvivenza politica.

se la forzatura della costituzione fosse stata approvata dagli italiani ci sarebbero state manifestazioni e voti a chi aveva sostenuto draghi. ciò non è avvneuto.
certo si può liquidare il fatto che chi vota contro draghi sia un povero scemo così come chi vota netaniau. certo ma non è che ci fai grandi passi avanti in termine di comprensione storica.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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castelli ha scritto: venerdì 19 gennaio 2024, 11:15
le norme consetudinarie precedono lo stato che si limita a prenderne atto (alla bisogna, non vale per tutti).
Ma se prima lo Stato non esisteva e nemmeno un popolazione, tant'è che il sionismo aveva pensato in primis di andare anche in Kenya (che allora si chiamava Uganda), di quali norme consuetudinarie stiamo parlando?
castelli ha scritto: venerdì 19 gennaio 2024, 11:15 lo stato moderno nasce come risposta alle guerre di religione. machiavelli e hobbes sostengono che al di fuori dello stato c'è il caos, lo stato di natura (in fondo anche le consuetudini...) e l'autonomia della politica sono due modi di separare la morale dal "diritto".
Nulla quaestio
castelli ha scritto: venerdì 19 gennaio 2024, 11:15 israele è un simil stato moderno, assomiglia più ad uno stato occidentale che ad una teocrazia per quanto i suoi nemici, più o meno prevenuti, si mettano occhiutamente a denunziarne i limiti democratici.
è chiaro che come israele identifica gli arabi come potenziale nemico in base ad una religione avversa altrettanto fanno gli "arabi" (palestinesi) con israele. poi semplificando si può dire che nello stesso spazio non ci possono stare visioni di società antitetiche.
Israele non è nato come stato confessionale, anzi, semmai il contrario o per lo meno di stampo laburista, ma poi c'è stato un cambiamento progressivo verso la destra e la religione fino al punto che il governo si regge sui voti addirittura degli ortodossi, che per principio mi pare non possano nemmeno lavorare e imbracciare le armi, si limitato a leggere e interpretare la Torah!
castelli ha scritto: venerdì 19 gennaio 2024, 11:15 netaniau non nasce dal nulla. la modernità di israele sta nelle procedure democratiche di elezione del premier. tutto lì.
poi che il premier forzi la cornice istituzionale del proprio stato quello è un altro paio di maniche ed è dovuto alla storia.
Ovvio, che ci saranno stati dei motivi per i quali B.N. sia al potere, uno di questi anche l'assassinio di Yitzhak Rabin da parte di un colono ebreo estremista e proprio questa gente qui è protetta dal leader attuale.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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lemond ha scritto: venerdì 19 gennaio 2024, 12:37
castelli ha scritto: venerdì 19 gennaio 2024, 11:15
le norme consetudinarie precedono lo stato che si limita a prenderne atto (alla bisogna, non vale per tutti).
Ma se prima lo Stato non esisteva e nemmeno un popolazione, tant'è che il sionismo aveva pensato in primis di andare anche in Kenya (che allora si chiamava Uganda), di quali norme consuetudinarie stiamo parlando?
castelli ha scritto: venerdì 19 gennaio 2024, 11:15 lo stato moderno nasce come risposta alle guerre di religione. machiavelli e hobbes sostengono che al di fuori dello stato c'è il caos, lo stato di natura (in fondo anche le consuetudini...) e l'autonomia della politica sono due modi di separare la morale dal "diritto".
Nulla quaestio
castelli ha scritto: venerdì 19 gennaio 2024, 11:15 israele è un simil stato moderno, assomiglia più ad uno stato occidentale che ad una teocrazia per quanto i suoi nemici, più o meno prevenuti, si mettano occhiutamente a denunziarne i limiti democratici.
è chiaro che come israele identifica gli arabi come potenziale nemico in base ad una religione avversa altrettanto fanno gli "arabi" (palestinesi) con israele. poi semplificando si può dire che nello stesso spazio non ci possono stare visioni di società antitetiche.
Israele non è nato come stato confessionale, anzi, semmai il contrario o per lo meno di stampo laburista, ma poi c'è stato un cambiamento progressivo verso la destra e la religione fino al punto che il governo si regge sui voti addirittura degli ortodossi, che per principio mi pare non possano nemmeno lavorare e imbracciare le armi, si limitato a leggere e interpretare la Torah!
castelli ha scritto: venerdì 19 gennaio 2024, 11:15 netaniau non nasce dal nulla. la modernità di israele sta nelle procedure democratiche di elezione del premier. tutto lì.
poi che il premier forzi la cornice istituzionale del proprio stato quello è un altro paio di maniche ed è dovuto alla storia.
Ovvio, che ci saranno stati dei motivi per i quali B.N. sia al potere, uno di questi anche l'assassinio di Yitzhak Rabin da parte di un colono ebreo estremista e proprio questa gente qui è protetta dal leader attuale.
sì ma il cambiamento progressivo verso una teocrazia viene attuato tramite delle procedure a cui bisogna bene o male attenersi.

che lo stato di israele si configuri dal principio come uno stato laburista...per essere laburisti bisogna che ci sia un capitale e dei lavoratori.
diciamo che c'erano dei laici e dei religiosi e proprio per non fare a pezzi lo stato la costituzione non c'è.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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jumbo ha scritto: venerdì 19 gennaio 2024, 10:01
Joannes Muller ha scritto: mercoledì 17 gennaio 2024, 21:18 .Gli israeliani a differenza dei russi e dei palestinesi non stuprano e uccidono barbaramente le donne palestinesi..
Con la speranza che Nethaniau sparisca al piu' presto..
Non sminuirei tanti episodi di violenza commessi dai russi ai danni dei civili ucraini.
ma lui non vuole sminuire, anzi!
Mi raccomando sempre fedeli all'ufficio stampa di Stoltenberg e Von der leyen.
È noto infatti che i vari Azov e compagnia leggono Kant e giocano a scacchi...

Come è noto che Nethaniau si è nominato da solo e non è assolutamente espressione del pensiero di una buona fetta di suoi connazionali.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Non avevo ancora letto nulla di questo post (mea culpa).
Personalmente sono nauseato da ciò che succede a Gaza e sono molto critico verso il governo di Israele.
Ma scrivere "Free Palestine" al posto di "Israel" è patetico e antisemita.
Il governo di Israele sta portando avanti da anni una politica che non ha certo la pace come obiettivo e sta rispondendo in maniera, a mio avviso, sproporzionata e crudele ad un attacco criminale e altrettanto crudele portatogli da un'entità (Hamas) che, se possibile, è pure peggio.
Detto questo esiste, e ne ha tutto il diritto. Negargli il nome è negargli l'esistenza.


Galois
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Sono con te Admin! :cincin:


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Subsonico
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Jan Vanderfornen ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 9:05
Ma scrivere "Free Palestine" al posto di "Israel" è patetico e antisemita.
Trincerarsi dietro la parola 'antisemita' per screditare l'interlocutore contrario alle politiche di Israele, quello sì che è patetico.


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Winter
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Jan Vanderfornen ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 9:05 Ma scrivere "Free Palestine" al posto di "Israel" è patetico e antisemita.
Anch io non capisco il significato di scrivere free palestine..
Vuoi boicottare Israele, ci sta
Basta non nominarlo
Si è schierati da una parte.. ci sta
Free palestine ? Con tutto quelli che han combinato..


Jan Vanderfornen
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Subsonico ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 11:38
Jan Vanderfornen ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 9:05
Ma scrivere "Free Palestine" al posto di "Israel" è patetico e antisemita.
Trincerarsi dietro la parola 'antisemita' per screditare l'interlocutore contrario alle politiche di Israele, quello sì che è patetico.
Io non scredito chi è contrario alle politiche di Israele? IO sono fortemente contrario alle politiche di Israele.
Scredito chi ne nega il diritto all'esistenza.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Beh però uno può essere contro le politiche di Israele senza odiare gli ebrei in generale per questo. Penso intenda questo :cincin:


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Jan Vanderfornen ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 12:22
Subsonico ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 11:38
Jan Vanderfornen ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 9:05
Ma scrivere "Free Palestine" al posto di "Israel" è patetico e antisemita.
Trincerarsi dietro la parola 'antisemita' per screditare l'interlocutore contrario alle politiche di Israele, quello sì che è patetico.
Io non scredito chi è contrario alle politiche di Israele? IO sono fortemente contrario alle politiche di Israele.
Scredito chi ne nega il diritto all'esistenza.
L'antisionismo non c'entra nulla con l'antisemitismo


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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chinaski89 ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 12:25 Beh però uno può essere contro le politiche di Israele senza odiare gli ebrei in generale per questo. Penso intenda questo :cincin:
Grazie Chinaski89.

Mi pare una cosa così banale da rasentare l'ovvio, trovo intollerabile che un sacco di figure pubbliche usino sistematicamente questo modus operandi.



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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Giacomino »

Vedere 'Free Palestine' al posto di 'Israel' è proprio penoso. Buona domenica a tutti


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Subsonico ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 13:37
chinaski89 ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 12:25 Beh però uno può essere contro le politiche di Israele senza odiare gli ebrei in generale per questo. Penso intenda questo :cincin:
Grazie Chinaski89.

Mi pare una cosa così banale da rasentare l'ovvio, trovo intollerabile che un sacco di figure pubbliche usino sistematicamente questo modus operandi.

Azzo Fassino!!

Questa potrebbe essere un' arma letale scatenata da Hamas :mrgreen:


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Walter_White ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 13:32
Jan Vanderfornen ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 12:22
Subsonico ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 11:38

Trincerarsi dietro la parola 'antisemita' per screditare l'interlocutore contrario alle politiche di Israele, quello sì che è patetico.
Io non scredito chi è contrario alle politiche di Israele? IO sono fortemente contrario alle politiche di Israele.
Scredito chi ne nega il diritto all'esistenza.
L'antisionismo non c'entra nulla con l'antisemitismo
le nazioni unite (mi inchino davanti a cotanta Scienza!) decretarono la sinonimia tra sionismo e razzismo.

questo è uno dei mille frutti avvelenati di hans kelsen (ebreo) e del suo ir-razionalismo giuridico che tanti Equivoci (e enorme) causò nel dopoguerra.

se l'organismo transnazionale apicale megagalattico equipara un movimento politico al razzismo per osmosi lo faranno tutti, specie i descamisados.

colpa di kelsen e di quelli (troppi) che lo hanno seguito (tra i nostri bobbio).


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Giacomino ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 14:04 Vedere 'Free Palestine' al posto di 'Israel' è proprio penoso. Buona domenica a tutti
Concordo.
Questo dovrebbe essere un forum di appassionati di ciclismo in cui si parla di ciclismo e basta.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Rispondo ad alcune osservazioni che mi sono state fatte. Non all'accusa di antisemitismo sulla quale onestamente non occorre nemmeno che mi pronunci.

Intanto, il thread in questione non è strettamente parte della sezione "Dite la vostra sul ciclismo" ma sta sopra, visibile in tutte le sezioni.

La cosa che mi preme di più affrontare è l'accusa di ipocrisia sorta dalla contrapposizione tra il mio articolo di qualche giorno fa e un pezzo pubblicato diversi mesi fa per la rubrica di Marco Gaviglio. Intanto, gli autori delle rubriche hanno piena libertà di scrivere quello che pare a loro, anche cose con cui potrei personalmente essere in disaccordo, quindi un medio avvocato mi trarrebbe d'impaccio già a questo stadio del processo.

Ma non voglio nascondermi dietro a una scappatoia che sarebbe alquanto ipocrita (quella sì) da parte mia. È ovvio che nell'articolo relativizzavo la condizione di atleti e team israeliani al ban imposto due anni fa a quelli russi e bielorussi, altrimenti non avrebbe avuto nemmeno senso citare l'occorrenza, come ho fatto. Riconosco che avrei potuto e dovuto sviscerare meglio la corrispondenza.

Ma ancora non mi basta, perché sì, è vero che ritengo quanto sta avvenendo a Gaza terribilmente più grave di tutto quello che abbiamo potuto vedere negli ultimi decenni. Non significa, come ha alluso qualcuno, che per me i morti ucraini valgano meno di quelli palestinesi. Ma se qualcuno non si accorge coi propri occhi che quanto accade a Gaza non è comparabile con niente di quanto siamo stati ahinoi abituati a vedere da decenni in qua, e quindi neanche con l'invasione russa dell'Ucraina, non so che dire. E non perché Putin sia un mio amichetto, o perché io sia un "pacifinto" (termine davvero detestabile a mio avviso. Sono due anni che mi dà l'ulcera).

In questa visione (sarà sbagliata? Ma è comunque la mia) il mio obiettivo non era ovviamente arrivare al ban degli atleti israeliani, tra l'altro non vedo che potere avrei per arrivare a un simile risultato. Ma - e l'ho scritto chiaramente alla fine dell'articolo - lasciare una testimonianza. E stimolare delle riflessioni, e magari spingere qualcun altro a lasciare altre testimonianze. A prendere posizione, anche nel ciclismo, perché no? Saremo una bolla a parte noialtri?

Tra l'altro il messaggio di non sostegno alle politiche di Israele e in particolare alla brutalità della rappresaglia in atto credo sia chiaro ed è quello che mi interessava e mi interessa, la modalità di realizzazione della cosa (che ha sollevato qualche superflua ironia) non è così centrale. Dopo qualche giorno, per esempio, mi sono reso conto che non citare negli articoli gli atleti della Israel-Premier Tech non aveva gran senso se l'idea era di continuare a veicolare quel messaggio, perché chi non avesse letto l'editoriale non coglierebbe probabilmente la cosa, mentre ribattezzare la squadra Free Palestine permette al messaggio di continuare a viaggiare con immediatezza anche nei prossimi mesi.

Sono pronto a qualsiasi confronto, del resto non pensavo certo di raccogliere l'unanimità dei consensi con questa presa di posizione. Solo, prego tutti di mantenere toni corretti negli scambi, ho già cancellato diversi messaggi, riusciamo a evitare volgarità gratuite, accuse personali, sguaiataggini inutili e diversioni sull'universo mondo? Riusciamo a confrontarci da persone civili?

In generale, nel dibattito in essere (non solo qui sul forum, ma certo anche qui), credo che dovremmo spogliarci degli occhiali deformanti dell'etnocentrismo e cercare di essere quanto più laici possibile. Secondo me ci sono delle evidenze non occultabili in quello che da tempo avviene in geopolitica. Potremmo addirittura scoprire che eravamo noi i cattivi della favola.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Giacomino ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 14:04 Vedere 'Free Palestine' al posto di 'Israel' è proprio penoso. Buona domenica a tutti
Penoso è il termine corretto.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Jan Vanderfornen ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 9:05 Non avevo ancora letto nulla di questo post (mea culpa).
Personalmente sono nauseato da ciò che succede a Gaza e sono molto critico verso il governo di Israele.
Ma scrivere "Free Palestine" al posto di "Israel" è patetico e antisemita.
Il governo di Israele sta portando avanti da anni una politica che non ha certo la pace come obiettivo e sta rispondendo in maniera, a mio avviso, sproporzionata e crudele ad un attacco criminale e altrettanto crudele portatogli da un'entità (Hamas) che, se possibile, è pure peggio.
Detto questo esiste, e ne ha tutto il diritto. Negargli il nome è negargli l'esistenza.
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Admin ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 18:03 Rispondo ad alcune osservazioni che mi sono state fatte. Non all'accusa di antisemitismo sulla quale onestamente non occorre nemmeno che mi pronunci.

Intanto, il thread in questione non è strettamente parte della sezione "Dite la vostra sul ciclismo" ma sta sopra, visibile in tutte le sezioni.

La cosa che mi preme di più affrontare è l'accusa di ipocrisia sorta dalla contrapposizione tra il mio articolo di qualche giorno fa e un pezzo pubblicato diversi mesi fa per la rubrica di Marco Gaviglio. Intanto, gli autori delle rubriche hanno piena libertà di scrivere quello che pare a loro, anche cose con cui potrei personalmente essere in disaccordo, quindi un medio avvocato mi trarrebbe d'impaccio già a questo stadio del processo.

Ma non voglio nascondermi dietro a una scappatoia che sarebbe alquanto ipocrita (quella sì) da parte mia. È ovvio che nell'articolo relativizzavo la condizione di atleti e team israeliani al ban imposto due anni fa a quelli russi e bielorussi, altrimenti non avrebbe avuto nemmeno senso citare l'occorrenza, come ho fatto. Riconosco che avrei potuto e dovuto sviscerare meglio la corrispondenza.

Ma ancora non mi basta, perché sì, è vero che ritengo quanto sta avvenendo a Gaza terribilmente più grave di tutto quello che abbiamo potuto vedere negli ultimi decenni. Non significa, come ha alluso qualcuno, che per me i morti ucraini valgano meno di quelli palestinesi. Ma se qualcuno non si accorge coi propri occhi che quanto accade a Gaza non è comparabile con niente di quanto siamo stati ahinoi abituati a vedere da decenni in qua, e quindi neanche con l'invasione russa dell'Ucraina, non so che dire. E non perché Putin sia un mio amichetto, o perché io sia un "pacifinto" (termine davvero detestabile a mio avviso. Sono due anni che mi dà l'ulcera).

In questa visione (sarà sbagliata? Ma è comunque la mia) il mio obiettivo non era ovviamente arrivare al ban degli atleti israeliani, tra l'altro non vedo che potere avrei per arrivare a un simile risultato. Ma - e l'ho scritto chiaramente alla fine dell'articolo - lasciare una testimonianza. E stimolare delle riflessioni, e magari spingere qualcun altro a lasciare altre testimonianze. A prendere posizione, anche nel ciclismo, perché no? Saremo una bolla a parte noialtri?

Tra l'altro il messaggio di non sostegno alle politiche di Israele e in particolare alla brutalità della rappresaglia in atto credo sia chiaro ed è quello che mi interessava e mi interessa, la modalità di realizzazione della cosa (che ha sollevato qualche superflua ironia) non è così centrale. Dopo qualche giorno, per esempio, mi sono reso conto che non citare negli articoli gli atleti della Israel-Premier Tech non aveva gran senso se l'idea era di continuare a veicolare quel messaggio, perché chi non avesse letto l'editoriale non coglierebbe probabilmente la cosa, mentre ribattezzare la squadra Free Palestine permette al messaggio di continuare a viaggiare con immediatezza anche nei prossimi mesi.

Sono pronto a qualsiasi confronto, del resto non pensavo certo di raccogliere l'unanimità dei consensi con questa presa di posizione. Solo, prego tutti di mantenere toni corretti negli scambi, ho già cancellato diversi messaggi, riusciamo a evitare volgarità gratuite, accuse personali, sguaiataggini inutili e diversioni sull'universo mondo? Riusciamo a confrontarci da persone civili?

In generale, nel dibattito in essere (non solo qui sul forum, ma certo anche qui), credo che dovremmo spogliarci degli occhiali deformanti dell'etnocentrismo e cercare di essere quanto più laici possibile. Secondo me ci sono delle evidenze non occultabili in quello che da tempo avviene in geopolitica. Potremmo addirittura scoprire che eravamo noi i cattivi della favola.
Massimo sostengo alla tua campagna. Da oggi mi allineerò con questa scelta nei miei post sul forum.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Admin ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 18:03 Rispondo ad alcune osservazioni che mi sono state fatte. Non all'accusa di antisemitismo sulla quale onestamente non occorre nemmeno che mi pronunci.

Intanto, il thread in questione non è strettamente parte della sezione "Dite la vostra sul ciclismo" ma sta sopra, visibile in tutte le sezioni.

La cosa che mi preme di più affrontare è l'accusa di ipocrisia sorta dalla contrapposizione tra il mio articolo di qualche giorno fa e un pezzo pubblicato diversi mesi fa per la rubrica di Marco Gaviglio. Intanto, gli autori delle rubriche hanno piena libertà di scrivere quello che pare a loro, anche cose con cui potrei personalmente essere in disaccordo, quindi un medio avvocato mi trarrebbe d'impaccio già a questo stadio del processo.

Ma non voglio nascondermi dietro a una scappatoia che sarebbe alquanto ipocrita (quella sì) da parte mia. È ovvio che nell'articolo relativizzavo la condizione di atleti e team israeliani al ban imposto due anni fa a quelli russi e bielorussi, altrimenti non avrebbe avuto nemmeno senso citare l'occorrenza, come ho fatto. Riconosco che avrei potuto e dovuto sviscerare meglio la corrispondenza.

Ma ancora non mi basta, perché sì, è vero che ritengo quanto sta avvenendo a Gaza terribilmente più grave di tutto quello che abbiamo potuto vedere negli ultimi decenni. Non significa, come ha alluso qualcuno, che per me i morti ucraini valgano meno di quelli palestinesi. Ma se qualcuno non si accorge coi propri occhi che quanto accade a Gaza non è comparabile con niente di quanto siamo stati ahinoi abituati a vedere da decenni in qua, e quindi neanche con l'invasione russa dell'Ucraina, non so che dire. E non perché Putin sia un mio amichetto, o perché io sia un "pacifinto" (termine davvero detestabile a mio avviso. Sono due anni che mi dà l'ulcera).

In questa visione (sarà sbagliata? Ma è comunque la mia) il mio obiettivo non era ovviamente arrivare al ban degli atleti israeliani, tra l'altro non vedo che potere avrei per arrivare a un simile risultato. Ma - e l'ho scritto chiaramente alla fine dell'articolo - lasciare una testimonianza. E stimolare delle riflessioni, e magari spingere qualcun altro a lasciare altre testimonianze. A prendere posizione, anche nel ciclismo, perché no? Saremo una bolla a parte noialtri?

Tra l'altro il messaggio di non sostegno alle politiche di Israele e in particolare alla brutalità della rappresaglia in atto credo sia chiaro ed è quello che mi interessava e mi interessa, la modalità di realizzazione della cosa (che ha sollevato qualche superflua ironia) non è così centrale. Dopo qualche giorno, per esempio, mi sono reso conto che non citare negli articoli gli atleti della Israel-Premier Tech non aveva gran senso se l'idea era di continuare a veicolare quel messaggio, perché chi non avesse letto l'editoriale non coglierebbe probabilmente la cosa, mentre ribattezzare la squadra Free Palestine permette al messaggio di continuare a viaggiare con immediatezza anche nei prossimi mesi.

Sono pronto a qualsiasi confronto, del resto non pensavo certo di raccogliere l'unanimità dei consensi con questa presa di posizione. Solo, prego tutti di mantenere toni corretti negli scambi, ho già cancellato diversi messaggi, riusciamo a evitare volgarità gratuite, accuse personali, sguaiataggini inutili e diversioni sull'universo mondo? Riusciamo a confrontarci da persone civili?

In generale, nel dibattito in essere (non solo qui sul forum, ma certo anche qui), credo che dovremmo spogliarci degli occhiali deformanti dell'etnocentrismo e cercare di essere quanto più laici possibile. Secondo me ci sono delle evidenze non occultabili in quello che da tempo avviene in geopolitica. Potremmo addirittura scoprire che eravamo noi i cattivi della favola.
Guarda, il bello è che sono sostanzialmente d'accordo con te, è che davvero non mi piace vedere "Free Palestine", in ogni contesto, al posto di "Israel/Israele". Al limite preferirei vedere scritto "Israel (stato criminale)". Io vorrei una Palestina in pace (povero illuso), più che una Palestina libera: libera da che? Anche da Hamas, possibilmente.

Poi magari scriverei anche Jayco Khashoggi, al posto di Jayco Alula, ma questo è un altro discorso.


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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 18:41
Admin ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 18:03 Rispondo ad alcune osservazioni che mi sono state fatte. Non all'accusa di antisemitismo sulla quale onestamente non occorre nemmeno che mi pronunci.

Intanto, il thread in questione non è strettamente parte della sezione "Dite la vostra sul ciclismo" ma sta sopra, visibile in tutte le sezioni.

La cosa che mi preme di più affrontare è l'accusa di ipocrisia sorta dalla contrapposizione tra il mio articolo di qualche giorno fa e un pezzo pubblicato diversi mesi fa per la rubrica di Marco Gaviglio. Intanto, gli autori delle rubriche hanno piena libertà di scrivere quello che pare a loro, anche cose con cui potrei personalmente essere in disaccordo, quindi un medio avvocato mi trarrebbe d'impaccio già a questo stadio del processo.

Ma non voglio nascondermi dietro a una scappatoia che sarebbe alquanto ipocrita (quella sì) da parte mia. È ovvio che nell'articolo relativizzavo la condizione di atleti e team israeliani al ban imposto due anni fa a quelli russi e bielorussi, altrimenti non avrebbe avuto nemmeno senso citare l'occorrenza, come ho fatto. Riconosco che avrei potuto e dovuto sviscerare meglio la corrispondenza.

Ma ancora non mi basta, perché sì, è vero che ritengo quanto sta avvenendo a Gaza terribilmente più grave di tutto quello che abbiamo potuto vedere negli ultimi decenni. Non significa, come ha alluso qualcuno, che per me i morti ucraini valgano meno di quelli palestinesi. Ma se qualcuno non si accorge coi propri occhi che quanto accade a Gaza non è comparabile con niente di quanto siamo stati ahinoi abituati a vedere da decenni in qua, e quindi neanche con l'invasione russa dell'Ucraina, non so che dire. E non perché Putin sia un mio amichetto, o perché io sia un "pacifinto" (termine davvero detestabile a mio avviso. Sono due anni che mi dà l'ulcera).

In questa visione (sarà sbagliata? Ma è comunque la mia) il mio obiettivo non era ovviamente arrivare al ban degli atleti israeliani, tra l'altro non vedo che potere avrei per arrivare a un simile risultato. Ma - e l'ho scritto chiaramente alla fine dell'articolo - lasciare una testimonianza. E stimolare delle riflessioni, e magari spingere qualcun altro a lasciare altre testimonianze. A prendere posizione, anche nel ciclismo, perché no? Saremo una bolla a parte noialtri?

Tra l'altro il messaggio di non sostegno alle politiche di Israele e in particolare alla brutalità della rappresaglia in atto credo sia chiaro ed è quello che mi interessava e mi interessa, la modalità di realizzazione della cosa (che ha sollevato qualche superflua ironia) non è così centrale. Dopo qualche giorno, per esempio, mi sono reso conto che non citare negli articoli gli atleti della Israel-Premier Tech non aveva gran senso se l'idea era di continuare a veicolare quel messaggio, perché chi non avesse letto l'editoriale non coglierebbe probabilmente la cosa, mentre ribattezzare la squadra Free Palestine permette al messaggio di continuare a viaggiare con immediatezza anche nei prossimi mesi.

Sono pronto a qualsiasi confronto, del resto non pensavo certo di raccogliere l'unanimità dei consensi con questa presa di posizione. Solo, prego tutti di mantenere toni corretti negli scambi, ho già cancellato diversi messaggi, riusciamo a evitare volgarità gratuite, accuse personali, sguaiataggini inutili e diversioni sull'universo mondo? Riusciamo a confrontarci da persone civili?

In generale, nel dibattito in essere (non solo qui sul forum, ma certo anche qui), credo che dovremmo spogliarci degli occhiali deformanti dell'etnocentrismo e cercare di essere quanto più laici possibile. Secondo me ci sono delle evidenze non occultabili in quello che da tempo avviene in geopolitica. Potremmo addirittura scoprire che eravamo noi i cattivi della favola.
Massimo sostengo alla tua campagna. Da oggi mi allineerò con questa scelta nei miei post sul forum.
Idem per me. Non c' è nessuna giustificazione all' azione israeliana, neanche la barbarie commessa da Hamas. Quello che sta accadendo a Gaza ha un nome preciso: genocidio.


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chinaski89
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Jan mi pare molto equilibrato nel giudizio e sostanzialmente concordo con lui.

I cattivi della favola in geopolitica semplicemente non esistono. O sono tutti quanti.


Jan Vanderfornen
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Jan Vanderfornen »

Gimbatbu ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 19:14
Idem per me. Non c' è nessuna giustificazione all' azione israeliana, neanche la barbarie commessa da Hamas. Quello che sta accadendo a Gaza ha un nome preciso: genocidio.
L'uso delle parole è importante. Per quanto ciò che sta succedendo sia orribile e ci sconvolga, non è un genocidio. Capisco che sia una parola forte, e la tentazione di ritorcerla contro chi ne ha subito uno dei più terribili è altrettanto forte, ma non lo è.


Jan Vanderfornen
Messaggi: 264
Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2023, 20:40

Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Jan Vanderfornen »

E visto che non voglio predicare bene e razzolare male, mi scuso per l'utilizzo di "patetico e antisemita".
Spero di aver espresso il mio punto di vista al di là della reazione iniziale.


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Subsonico
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Subsonico »

Jan Vanderfornen ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 20:35
Gimbatbu ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 19:14
Idem per me. Non c' è nessuna giustificazione all' azione israeliana, neanche la barbarie commessa da Hamas. Quello che sta accadendo a Gaza ha un nome preciso: genocidio.
L'uso delle parole è importante. Per quanto ciò che sta succedendo sia orribile e ci sconvolga, non è un genocidio. Capisco che sia una parola forte, e la tentazione di ritorcerla contro chi ne ha subito uno dei più terribili è altrettanto forte, ma non lo è.
Ho capito, devo smettere di leggere questo thread.

Marco, ho capito che ci tieni al dialogo sul forum, ma di fronte a questi livelli di negazione e mistificazione della realtà non ci può essere dialogo.
Arrivare a opinare su cosa è genocidio e cosa non lo è...lo trovo imbarazzante.
Ritengo offensivo il solo fatto che qualcuno sottointenda che sto usando il termine "genocidio" in maniera pretestuosa, come non fosse un elemento oggettivo dell'attualità.


VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...

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pietro
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Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da pietro »

Subsonico ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 21:05
Jan Vanderfornen ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 20:35
Gimbatbu ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 19:14
Idem per me. Non c' è nessuna giustificazione all' azione israeliana, neanche la barbarie commessa da Hamas. Quello che sta accadendo a Gaza ha un nome preciso: genocidio.
L'uso delle parole è importante. Per quanto ciò che sta succedendo sia orribile e ci sconvolga, non è un genocidio. Capisco che sia una parola forte, e la tentazione di ritorcerla contro chi ne ha subito uno dei più terribili è altrettanto forte, ma non lo è.
Ho capito, devo smettere di leggere questo thread.

Marco, ho capito che ci tieni al dialogo sul forum, ma di fronte a questi livelli di negazione e mistificazione della realtà non ci può essere dialogo.
Arrivare a opinare su cosa è genocidio e cosa non lo è...lo trovo imbarazzante.
Ritengo offensivo il solo fatto che qualcuno sottointenda che sto usando il termine "genocidio" in maniera pretestuosa, come non fosse un elemento oggettivo dell'attualità.
Perché chiamare le cose con il proprio nome dovrebbe essere imbarazzante? Quello in Palestina è un massacro di civili inaudito (crimine di guerra), ma non un genocidio, che significa altro


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
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chinaski89
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Iscritto il: sabato 13 giugno 2015, 16:51

Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Concordo con pietro


Lopi90
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Iscritto il: martedì 31 maggio 2011, 12:15

Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Lopi90 »

In generale sono contro l'esclusione di squadre e atleti in base agli atti, per quanto orribili compiuti dai rispettivi stati.
E' impossibile applicare la cosa in maniera equa, come visto, nel ciclismo il peso principale lo hanno i paesi dell'Europa occidentale, che sono amici di Israele e nemici della Russia, e di conseguenza squadre, nazionali e di club, israeliane corrono tranquillamente mentre i russi hanno ogni genere di divieti e ostacoli, non c'è molto altro da dire. Anzi, con i criteri applicati per sospendere la nazionale e le squadre di club bielorusse praticamente mezzo gruppo starebbe a casa, visto che bisognerebbe bloccare tutte le squadre di paesi che danno supporto militare ad Israele.
Visto che è un gesto principalmente simbolico e non uno degli strumenti più efficaci di pressione internazionale, direi a questo punto non ha nessun senso.

Detto questo, ha ragione Admin, quello che Israele sta facendo non è una "normale" guerra, è un progetto di totale rimozione della popolazione palestinese. Il governo israeliano è estremamente chiaro che non c'è nessuna prospettiva nè di arrivare al riconoscimento di uno stato palestinese nè di integrare il grosso dei palestinesi, fosse anche come cittadini di secondo livello, all'interno dello stato israeliano. La brutalità disumana che vediamo è la conseguenza di questo, l'obiettivo non è sottomettere e integrare Gaza e la sua popolazione, è fare completa tabula rasa e ricostruire una nuova città con una nuova popolazione.


Gimbatbu
Messaggi: 9044
Iscritto il: mercoledì 19 aprile 2017, 17:42

Re: Noi e Israele: un caso di coscienza

Messaggio da leggere da Gimbatbu »

Jan Vanderfornen ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 20:35
Gimbatbu ha scritto: domenica 21 gennaio 2024, 19:14
Idem per me. Non c' è nessuna giustificazione all' azione israeliana, neanche la barbarie commessa da Hamas. Quello che sta accadendo a Gaza ha un nome preciso: genocidio.
L'uso delle parole è importante. Per quanto ciò che sta succedendo sia orribile e ci sconvolga, non è un genocidio. Capisco che sia una parola forte, e la tentazione di ritorcerla contro chi ne ha subito uno dei più terribili è altrettanto forte, ma non lo è.
Genocidio:
sistematica distruzione di una popolazione.

Aldilà del numero impressionante di morti in rapporto agli abitanti della striscia, come definiresti la distruzione del 50% delle abitazioni? Senza un tetto, senza assistenza medica, acqua e cibo scarsissimi. Ne moriranno più che sotto le bombe.


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