Lingua italiana, domande e risposte.

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desmoblu
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:Io di musica non me ne intendo, però il tedesco è una lingua costruita bene, gli inglesi hanno quasi tutti un grammatica approssimativa (così è ... se vi pare) ;)
I pro e i contro: essendo più semplice offre più possibilità di una lingua molto 'strutturata', permette un approccio più libero. :)
(ps: cauz, quando mi dicono che il tedesco è 'musicale' e 'dolce' io sgrano gli occhi :sherlock: )


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lemond
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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cauz. ha scritto:
lemond ha scritto:Io di musica non me ne intendo
detto dal più assiduo autore di post "musicali" su questo forum... :)
Eh, eh, ma io, come certamente avrai intuito, sono appassionato alle parole, infatti scrivo solo su cantautori e non ho mai letto ad es. l'altra discussione proposta mi pare da subsonico e intitolata "Musica". Insomma per piacermi qualcosa devo capire quel che dice. :cincin:

P.S.

Stesso discorso vale nel cinena; quel che conta, per me, è la sceneggiatura. :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

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prof
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:
prof ha scritto:
... se me lo permetti, ti consiglio solo una lettura facile facile. Se puoi spendere un giorno intero non ti costerà di piu'; di Paola Mastrocola, "Togliamo il disturbo".
Anch'io ho conosciuto don MIlani ai suoi tempi e credo tu sia troppo duro con lui. Non penso ad es. che oggi avrebbe le stesse idee del Prince. :x

P.S.

Leggerò il libro che consigli e ti ... :cincin:
Sarà per me un grandissimo piacere conoscere la tua opinione. In fondo sei tu quello del mestiere ed io solo un orecchiante. :cincin:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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prof ha scritto: Sarà per me un grandissimo piacere conoscere la tua opinione. In fondo sei tu quello del mestiere ed io solo un orecchiante. :cincin:
No caro Alberto, neppure io sono del mestiere, ma solo un appassionato. L'unico che conosco, che ha fatto le scuole giuste, è Lorenzo (Bitossi) e forse Herbie. :cincin:

P.S.

La mia laurea (rubata) è in Economia e Commercio e di Economia ormai non so quasi più niente. Qualcosa di Diritto invece sì, poco più del Prince insomma. :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:
La mia laurea (rubata) è in Economia e Commercio e di Economia ormai non so quasi più niente. Qualcosa di Diritto invece sì, poco più del Prince insomma. :D
Hahaha, questa è molto carina. :diavoletto: :crazy:


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Deadnature
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Rispondo anch'io qui a prof: ho letto la trilogia scolastica della Mastrocola (Barca nel bosco - Scuola spiegata al mio cane - Togliamo il disturbo) e penso che abbia una grossa parte di ragione (facciamo in modo che i bravi siano stimolati e non annoiati) seppur con modalità espressive talvolta sgradevoli. Ma il punto è che la Scuola di Barbiana è davvero molto, molto simile al modello utopico teorizzato dalla Mastrocola, perciò non c'è alcuna contrapposizione. C'è invece contrapposizione tra don Milani e il "donmilanismo", ovvero "dobbiamo promuovere tutti, lo diceva don Milani" (per dire. Poi la faccenda è più complicata, ad esempio va considerato il totale ribaltamento di ruolo compiuto dai genitori nelle dinamiche insegnante-allievo. Si è passati da una sottomissione persino eccessiva all'autorità dell'insegnante a un totale disprezzo per quello che viene visto come poco più che un parcheggiatore). Ma don Milani parlava di un'epoca diversa (spero su questo si possa concordare) e la sua idea chiave era che la cultura fosse l'unica arma di riscatto sociale: quindi a scuola bisognava imparare e pure molto. Perché gli studenti imparessero, era anche importante svecchiare l'istituzione dell'insegnamento (l'uso del linguaggio, per erempio), ma non svilire la figura dell'insegnante (di nuovo, don Milani era severissimo). Che nelle scuole italiane il "donmilanismo" sia ad oggi prevalente (anche in forma inconsapevole, visto che ormai la figura di don Milani si è parecchio sbiadita) è fuori di discussione, ma di ciò don Milani non ha colpe.


http://www.spazidisimpatia.wordpress.com
Spazi di simpatia, nel nome dell'amore che regna nella nostra splendida Terra
Un blog consigliato da Basso, quello giusto.

Aderii alla campagna di garbata moral suasion per cacciare Di Rocco. E infatti...
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Deadnature ha scritto:Rispondo anch'io qui a prof: ho letto la trilogia scolastica della Mastrocola (Barca nel bosco - Scuola spiegata al mio cane - Togliamo il disturbo) e penso che abbia una grossa parte di ragione (facciamo in modo che i bravi siano stimolati e non annoiati) seppur con modalità espressive talvolta sgradevoli. Ma il punto è che la Scuola di Barbiana è davvero molto, molto simile al modello utopico teorizzato dalla Mastrocola, perciò non c'è alcuna contrapposizione. C'è invece contrapposizione tra don Milani e il "donmilanismo", ovvero "dobbiamo promuovere tutti, lo diceva don Milani" (per dire. Poi la faccenda è più complicata, ad esempio va considerato il totale ribaltamento di ruolo compiuto dai genitori nelle dinamiche insegnante-allievo. Si è passati da una sottomissione persino eccessiva all'autorità dell'insegnante a un totale disprezzo per quello che viene visto come poco più che un parcheggiatore). Ma don Milani parlava di un'epoca diversa (spero su questo si possa concordare) e la sua idea chiave era che la cultura fosse l'unica arma di riscatto sociale: quindi a scuola bisognava imparare e pure molto. Perché gli studenti imparessero, era anche importante svecchiare l'istituzione dell'insegnamento (l'uso del linguaggio, per erempio), ma non svilire la figura dell'insegnante (di nuovo, don Milani era severissimo). Che nelle scuole italiane il "donmilanismo" sia ad oggi prevalente (anche in forma inconsapevole, visto che ormai la figura di don Milani si è parecchio sbiadita) è fuori di discussione, ma di ciò don Milani non ha colpe.
Mi pare che tu abbia compreso in pieno la differenza fra Don Milani che sosteneva che tutti i suoi allievi dovevano essere spinti ad apprendere sempre più e quindi, in altre parole, PROMOSSI e il donmilanismo catto-comunista che dice invece (me lo ripeteva tutti i giorni un mio preside marxista-lenista): "Una scuola che respinge o manda a settembre, non è una scuola." E lui si adoperava continuamente affinché ciascun allievo (non posso adoperare la parola studente per motivi etimologici ;) )facesse la progressione formalmente prevista a prescindere dalla sue conoscenze che, talvolta, anche proprio grazie a questo tipo di impostazione, si avvicinavano all'analfabetismo di ritorno. :( Rammento che riusci a far dare il diploma di terza professionale ad un soggetto che in tutto l'anno non era riuscito a scrivere nei compiti nulla più del suo nome e cognome e forse, ma non sono sicuro, avrà sbagliato anche quello, scrivendo prima il cognome. :grr: E questa è anche la teoria del rispetto per l'ignoranza propugnata dal Prince che, così facendo, difende gli altri e al contempo assolve sé stesso. :)


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alfiso

Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Posto qua sulla cherel qulturale su meccanici e Giuseppe il tornitore e loro :dollar:
eliacodogno ha scritto:Sì, Tornatore penso sia decisamente benestante, anche se io non ho mai visto un suo film.
Sì, io qualch'uno là visto e me lo rimembro:
Nuovo Cinema Maurizia Paradiso
L'uomo delle stalle
Malenga
e Baria (la storia di Antonio Cassano)
Comunque caro Elia ricorda che Giuseppe Tornitore ha fatto il produttore de "Il Manoscritto del Principe"
E tutto torna (tore). :D
lemond ha scritto:
Admin ha scritto:Vi prego di tornare al tema della discussione. Quello che non c'entra verrà cancellato.
Giusto, ma proprio tu non vuoi tener conto del divertimento dei forumisti. :D
Il povero Admin salentino si impegna per mantenere un livello di serietà consono.
Nella sua terra c'è già una bella quota di burloni che si è inventato la Fiera della Fica Mandorlata, per fare qultura e anokastronomia.
Tranquilli, non è un Mi-sex unito ad Eurochocolate de lu Salentu. E' 'na roba seria, però il video mi ha procurato il mal di pancia per le risate, grazie ad un pubblicitario (uno dei tanti che dovrebbe insegnare la "lingua" italiana) che ad agosto non ha nulla da fare. Guardate soprattutto la dottoressa del vino di Manduria, nella seconda parte del video, l'imbarazzo con cui pronuncia il nome dell'importantissimo evento. Grande cerimoniere il sindaco Torroni :diavoletto: :diavoletto: :diavoletto:


W lA FICA MANDORLATA, uno dei prodotti più dolci e genuini :drool:
San Michele Salentino capitale di Ficus Net, la rete del fico online
Cetto La Qualunque è un dilettante :hippy:


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UribeZubia
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Era dai tempi dello SLOT che non ridevo tanto.

Alfiso for president :clap: :clap:


PALESTINA LIBERA !
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Deadnature ha scritto: Rispondo anch'io qui a prof: ho letto la trilogia scolastica della Mastrocola (Barca nel bosco - Scuola spiegata al mio cane - Togliamo il disturbo) e penso che abbia una grossa parte di ragione (facciamo in modo che i bravi siano stimolati e non annoiati) seppur con modalità espressive talvolta sgradevoli. Ma il punto è che la Scuola di Barbiana è davvero molto, molto simile al modello utopico teorizzato dalla Mastrocola, perciò non c'è alcuna contrapposizione. C'è invece contrapposizione tra don Milani e il "donmilanismo"...
...
Sono contento di questo tuo post e lo ritengo condivisibile seppure mi permetto qualche precisazione.
La scuola di quegli anni era dura e selettiva di suo e tutti gli insegnanti erano severi e di manica molto stretta. Si era bocciati alle elementari ed ancor piu' alle medie. Le classi elementari avevano in media 30/35 alunni e, in genere, lo spessore degli insegnanti non era trascurabile, anzi. La scuola di Milani, anche per questo, non poteva che essere dura a sua volta: era la società intera che lo chiedeva, e per ragioni che puoi facilmente immaginare.Il "donmilanismo" era già scritto nel taglio "di classe" che Milani diede fin dall'inizio alla sua esperienza. In fondo tutto il suo "sociologismo di classe" ruotava attorno alla figura di "Pierino del dottore" che arrivò già "imparato" a scrivere, ma che era anche l'unica figura di quel tipo cui lui poteva attingere, trovandosi in una scuola di montagna. Se fosse stato in città si sarebbe accorto che non tutti i "Pierino del dottore" erano predestinati come il suo e avrebbe capito che, spesso, i piu' bravi erano figli di famiglie molto umili, mentre i piu' benestanti erano sovente anche i piu' svogliati e i meno motivati.
In una parola, il "taglio di classe" fu la fortuna del donmilanismo ma, al contempo, la sfortuna di un progetto pedagogico che pur poteva avere una sua validità e, aggiungo, miglior fortuna. Il resto è cronaca quotidiana dei giorni nostri.
La posizione della Mastrocola, specie nel suo ultimo libro, è molto piu' articolata di quanto possa trasparire dal tuo post ma capisco le tue esigenze di sintesi e non mi dilungo oltre. Ti ringrazio per aver saputo andare al di là della provocazione; fa gran piacere trovare persone preparate come te.

Vorrei anche ascrivere al donmilanismo il fallimento totale dell'università di oggi con il suo numero chiuso. Questo si' discriminante, antidemocratico e, soprattutto, demenziale. Ma questa è un'altra storia (e un'altra provocazione ...)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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prof ha scritto:Vorrei anche ascrivere al donmilanismo il fallimento totale dell'università di oggi con il suo numero chiuso. Questo si' discriminante, antidemocratico e, soprattutto, demenziale. Ma questa è un'altra storia (e un'altra provocazione ...)
Più ne metti contro il donmilanismo e, secondo me, più hai ragione. Non ci avevo pensato, ma il numero chiuso è proprio il figlio degenere che indichi tu. E mi dicono (ma posso sbagliare, perché per fare una statistica seria occorrerebbe un campione più rappresentativo) che gli esami di ingresso alle facoltà sono "un terno al Lotto". :grr:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:
prof ha scritto:Vorrei anche ascrivere al donmilanismo il fallimento totale dell'università di oggi con il suo numero chiuso. Questo si' discriminante, antidemocratico e, soprattutto, demenziale. Ma questa è un'altra storia (e un'altra provocazione ...)
Più ne metti contro il donmilanismo e, secondo me, più hai ragione. Non ci avevo pensato, ma il numero chiuso è proprio il figlio degenere che indichi tu. E mi dicono (ma posso sbagliare, perché per fare una statistica seria occorrerebbe un campione più rappresentativo) che gli esami di ingresso alle facoltà sono "un terno al Lotto". :grr:
Caro Carlo, peggio, molto peggio che un sano tentare la fortuna al lotto !
Se vuoi sbizzarrirti a dare un'occhiata ai test degli ultimi anni per l'ammissione a medicina, per esempio, lo puoi fare sul sito del MIUR. http://accessoprogrammato.miur.it /2012/ME_HP.html . Oggi, nella neolingua, lo chiamano per pudore "accesso programmato". In quel sito potrai leggere tutti i test degli ultimi anni e farti un'idea compiuta.

Se poi avessi un figlio o nipote che desiderasse tentare quella lotteria, potrai sbizzarrirti tra le numerosissime offerte di corsi preparatori ai test d'ingresso: si va dai 2000 Euri per corsi nella tua citta, fino ai 4000 Euri per corsi tenuti in campus allestiti in località turistiche. Ma basta cosi', mi fermo qui per carità di patria e per decenza. :vomitino:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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prof ha scritto: Caro Carlo, peggio, molto peggio che un sano tentare la fortuna al lotto !
Se vuoi sbizzarrirti a dare un'occhiata ai test degli ultimi anni per l'ammissione a medicina, per esempio, lo puoi fare sul sito del MIUR. http://accessoprogrammato.miur.it /2012/ME_HP.html . Oggi, nella neolingua, lo chiamano per pudore "accesso programmato". In quel sito potrai leggere tutti i test degli ultimi anni e farti un'idea compiuta.

Se poi avessi un figlio o nipote che desiderasse tentare quella lotteria, potrai sbizzarrirti tra le numerosissime offerte di corsi preparatori ai test d'ingresso: si va dai 2000 Euri per corsi nella tua citta, fino ai 4000 Euri per corsi tenuti in campus allestiti in località turistiche. Ma basta cosi', mi fermo qui per carità di patria e per decenza. :vomitino:
Caro Alberto, non importa che vada a vedere, tanto da discreto giocatore di Poker quale sono, so quando una bluffa. :D D'altra parte mi pare di essere in piena sintonia con te in quasi tutto, salvo una ... (diciamo cosa) :D


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giusperito
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Bel topic.

Premetto che condivido il discorso contro il donmilanismo. A me sembra che ad oggi la scuola e l'università creino disagio sociale (lo dico da meridionale e guardando l'esperienza dei cd quartieri difficili). Si promuove per togliere le teste calda dalla scuola, perché (testuali parole di una docente) c'è un progetto di legge che vuole abolire la bocciatura, perché altrimenti ci sarebbe dispersione scolastica... e mille altre boiate del genere...
In realtà il problema è della mentalità del 6 politico, del disimpegno ufficializzato e permesso e dell'assenza di reali selezioni meritocratiche. Gli studenti e le loro famiglie chiedono poco perché siamo troppo abituati a sistemarci con la raccomandazione o con il posto fisso nello Stato dove si legge il giornale e non servono competenze. Ogni volta che la scuola promuove un non meritevole, dimenticando che almeno far di conto e conoscere le regole della grammatica sarebbe un diritto dello studente, viene creato disagio sociale. Il punto è capire che imparare davvero è un diritto. Ad oggi sembra che il pezzo di carta sia un diritto riconosciuto a tutti.
La mentalità diffusa pretende l'acquisizione del titolo perché diversamente "pare brutto", ma il titolo ha valore in sé e non per le competenze che dovrebbe rappresentare. Il diploma quanto la laurea sembrano diritti che non possono essere negati. La scuola deve essere pubblica perché tutti possano avere il titolo. In realtà la scuola pubblica avrebbe il compito di formare gli studenti con particolare attenzione a quelli meno abbienti. Tuttavia sono proprio i più poveri ad essere esclusi dalla vera formazione.
Una volta acquisito un titolo di laurea non formativo, sarebbe necessario formarsi attraverso master a pagamento a cui possono accedere solo i più ricchi. Discorso analogo può essere fatto per i livelli inferiori. Un ragazzo proveniente da una famiglia con disagio sociale ed economico dovrebbe ricevere il massimo degli stimoli dalla struttura scolastica che, invece, non vede l'ora di "titolarlo" e spedirlo per strada al suo destino di operaio a nero se tutto va bene. In pratica la difesa ad oltranza della scuola pubblica si traduce nello strumento privilegiato per scavare ancora più profondamente i solchi della differenza di "classe". La scuola dovrebbe garantire la mobilità sociale, invece, oggi garantisce solo l'ipostatizzazione delle posizioni... ed è una grandissima vergogna, perché tutti avrebbero diritto a ricevere ciò che nelle proprie famiglie d'origine potrebbe non essere nemmeno immaginato. Mi sfugge sempre di più quale sia la differenza con il sistema indiano delle caste chiuse .


Tour de France:
Vittoria di tappa: Tour 2012 - 13a tappa: Saint-Paul-Troix-Châteaux - Le Cap d'Agde
Posizione finale: Tour 2012 - 2° posto

Giro d' Italia:
Posizione finale: Giro 2012 - 13° posto
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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giusperito ha scritto:Bel topic.

Premetto che condivido il discorso contro il donmilanismo. A me sembra che ad oggi la scuola e l'università creino disagio sociale (lo dico da meridionale e guardando l'esperienza dei cd quartieri difficili). Si promuove per togliere le teste calda dalla scuola, perché (testuali parole di una docente) c'è un progetto di legge che vuole abolire la bocciatura, perché altrimenti ci sarebbe dispersione scolastica... e mille altre boiate del genere...
In realtà il problema è della mentalità del 6 politico, del disimpegno ufficializzato e permesso e dell'assenza di reali selezioni meritocratiche. Gli studenti e le loro famiglie chiedono poco perché siamo troppo abituati a sistemarci con la raccomandazione o con il posto fisso nello Stato dove si legge il giornale e non servono competenze. Ogni volta che la scuola promuove un non meritevole, dimenticando che almeno far di conto e conoscere le regole della grammatica sarebbe un diritto dello studente, viene creato disagio sociale. Il punto è capire che imparare davvero è un diritto. Ad oggi sembra che il pezzo di carta sia un diritto riconosciuto a tutti.
La mentalità diffusa pretende l'acquisizione del titolo perché diversamente "pare brutto", ma il titolo ha valore in sé e non per le competenze che dovrebbe rappresentare. Il diploma quanto la laurea sembrano diritti che non possono essere negati. La scuola deve essere pubblica perché tutti possano avere il titolo. In realtà la scuola pubblica avrebbe il compito di formare gli studenti con particolare attenzione a quelli meno abbienti. Tuttavia sono proprio i più poveri ad essere esclusi dalla vera formazione.
Una volta acquisito un titolo di laurea non formativo, sarebbe necessario formarsi attraverso master a pagamento a cui possono accedere solo i più ricchi. Discorso analogo può essere fatto per i livelli inferiori. Un ragazzo proveniente da una famiglia con disagio sociale ed economico dovrebbe ricevere il massimo degli stimoli dalla struttura scolastica che, invece, non vede l'ora di "titolarlo" e spedirlo per strada al suo destino di operaio a nero se tutto va bene. In pratica la difesa ad oltranza della scuola pubblica si traduce nello strumento privilegiato per scavare ancora più profondamente i solchi della differenza di "classe". La scuola dovrebbe garantire la mobilità sociale, invece, oggi garantisce solo l'ipostatizzazione delle posizioni... ed è una grandissima vergogna, perché tutti avrebbero diritto a ricevere ciò che nelle proprie famiglie d'origine potrebbe non essere nemmeno immaginato. Mi sfugge sempre di più quale sia la differenza con il sistema indiano delle caste chiuse .
Che dire? :clap:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Tornando alle lingue straniere, argomento che m'interessa molto:
ricordo la passione del grandissimo Fenoglio per l'inglese, e la sua abilità nelle traduzioni. Se fosse una lingua così inutile e brutta, dovrebbe esserlo anche- ad esempio- "Il Partigiano Johnny", profondamente influenzato- nel lessico e nella sintassi- proprio dall'inglese.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Ciao, sono un cinese, abito a Napoli ora, piacere, Studio l'italiano da 4 anni in Cina. :D


------Vi consiglio una pagina che mostra tanti accessori per bici a buon prezzo.
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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desmoblu ha scritto:Tornando alle lingue straniere, argomento che m'interessa molto:
ricordo la passione del grandissimo Fenoglio per l'inglese, e la sua abilità nelle traduzioni. Se fosse una lingua così inutile e brutta, dovrebbe esserlo anche- ad esempio- "Il Partigiano Johnny", profondamente influenzato- nel lessico e nella sintassi- proprio dall'inglese.
Non sempre funziona la proprietà transitiva, la letteratura è un po' diversa dalla matematica. :)


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Certo, ma il Johnny di Fenoglio (così come altri personaggi ed opere.. e così come la sua formazione ed il suo stile) è profondamente influenzato dall'inglese. Se togliamo quest'elemento NON avremmo metà della produzione di uno degli scrittori più grandi (e sottovalutati) della nostra letteratura.
E poi.. leggere un Orwell in originale, o un Joyce.. è davvero tutt'altra cosa. :)
(Per non parlare di tantissimi altri autori inglesi ed americani, anche contemporanei.)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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desmoblu ha scritto:Certo, ma il Johnny di Fenoglio (così come altri personaggi ed opere.. e così come la sua formazione ed il suo stile) è profondamente influenzato dall'inglese. Se togliamo quest'elemento NON avremmo metà della produzione di uno degli scrittori più grandi (e sottovalutati) della nostra letteratura.
E poi.. leggere un Orwell in originale, o un Joyce.. è davvero tutt'altra cosa. :)
(Per non parlare di tantissimi altri autori inglesi ed americani, anche contemporanei.)
Su questo sono d'accordo al 200/100 :) ed infatti mi dolgo di non aver *voluto* pervicacemente studiare da giovane codesta lingua, ma allora non volevo studiare in generale, preferivo giocare al calcio, al biliardo e a carte. Devo dire che, però, la colpa non è stata mia, perché si sa che i giovani se non li costringi/convinci in qualche modo, amano più altre cose, prima dello studio. Se, per non andare a settembre, avessi dovuto studiare, l'avrei fatto, ma ... :(


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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ehehehhe qualcuno di voi che fa domande di MESSA A DISPOSIZONE nelle scuola....roba di TFA......?????? :D :D :D :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Belluschi M. ha scritto: PS per la storia della grammatica ho evitato di rispondere per non aprire una discussione sterile di 60 pagine su questo thread che non c'entra nulla, un po' come quella del poker. E' chiaro che il tuo era un errore di battitura. Ma errori di battitura/distrazione si possono fare anche nella coniugazione dei verbi e io ricordavo che avevi dileggiato Claudio proprio per quest'ultimo fatto. E quindi chi è senza peccato scagli..... Non scagli nulla, perchè è difficile non sbagliare mai.
Ti prego di spiegarmi meglio quali siano stati gli eventuali errori di battitura nella coniugazione dei verbi del Prince? Perché ora di certo non rammento ogni cosa, ma di una sono certo, non sono così piccino da sbeffeggiare qualcuno per un errore che non è tale. :( :x :( E poi anche sul verbo che usi: *sbeffeggiare* ho qualche riserva che abbia agito in codesto modo, perché in codesto verbo c'è insito il disprezzo, quasi l'odio che io non provo di certo verso il Prince, figuriamoci! :x Mi fa semmai tenerezza e credo anche che sia un "bravo ragazzo", pur se con poche idee, ma ben confuse. :)

P.S.

Talvolta, amzi spesso o vogliamo dire quasi sempre mi dimentico di scrivere "absit iniuria verbis", ma credimi, dentro di me quel motto latino non va mai perso. :)


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lemond ha scritto:
Belluschi M. ha scritto: PS per la storia della grammatica ho evitato di rispondere per non aprire una discussione sterile di 60 pagine su questo thread che non c'entra nulla, un po' come quella del poker. E' chiaro che il tuo era un errore di battitura. Ma errori di battitura/distrazione si possono fare anche nella coniugazione dei verbi e io ricordavo che avevi dileggiato Claudio proprio per quest'ultimo fatto. E quindi chi è senza peccato scagli..... Non scagli nulla, perchè è difficile non sbagliare mai.
Ti prego di spiegarmi meglio quali siano stati gli eventuali errori di battitura nella coniugazione dei verbi del Prince? Perché ora di certo non rammento ogni cosa, ma di una sono certo, non sono così piccino da sbeffeggiare qualcuno per un errore che non è tale. :( :x :( E poi anche sul verbo che usi: *sbeffeggiare* ho qualche riserva che abbia agito in codesto modo, perché in codesto verbo c'è insito il disprezzo, quasi l'odio che io non provo di certo verso il Prince, figuriamoci! :x Mi fa semmai tenerezza e credo anche che sia un "bravo ragazzo", pur se con poche idee, ma ben confuse. :)

P.S.

Talvolta, amzi spesso o vogliamo dire quasi sempre mi dimentico di scrivere "absit iniuria verbis", ma credimi, dentro di me quel motto latino non va mai perso. :)
Il tuo tentativo di farmi apparire ignorante per screditare le mie idee è vergognoso.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Principe ha scritto:
lemond ha scritto:
Belluschi M. ha scritto: PS per la storia della grammatica ho evitato di rispondere per non aprire una discussione sterile di 60 pagine su questo thread che non c'entra nulla, un po' come quella del poker. E' chiaro che il tuo era un errore di battitura. Ma errori di battitura/distrazione si possono fare anche nella coniugazione dei verbi e io ricordavo che avevi dileggiato Claudio proprio per quest'ultimo fatto. E quindi chi è senza peccato scagli..... Non scagli nulla, perchè è difficile non sbagliare mai.
Ti prego di spiegarmi meglio quali siano stati gli eventuali errori di battitura nella coniugazione dei verbi del Prince? Perché ora di certo non rammento ogni cosa, ma di una sono certo, non sono così piccino da sbeffeggiare qualcuno per un errore che non è tale. :( :x :( E poi anche sul verbo che usi: *sbeffeggiare* ho qualche riserva che abbia agito in codesto modo, perché in codesto verbo c'è insito il disprezzo, quasi l'odio che io non provo di certo verso il Prince, figuriamoci! :x Mi fa semmai tenerezza e credo anche che sia un "bravo ragazzo", pur se con poche idee, ma ben confuse. :)

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Talvolta, amzi spesso o vogliamo dire quasi sempre mi dimentico di scrivere "absit iniuria verbis", ma credimi, dentro di me quel motto latino non va mai perso. :)
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Principe ha scritto: Il tuo tentativo di farmi apparire ignorante per screditare le mie idee è vergognoso.
E quando ci sarebbe stato questo tentativo? Per quel che rammento ho solo preso atto che *ignori* diverse cose, ma cosa ci sia di vergognoso in questo ... mi sfugge. :cincin:


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lemond ha scritto:
Principe ha scritto: Il tuo tentativo di farmi apparire ignorante per screditare le mie idee è vergognoso.
E quando ci sarebbe stato questo tentativo? Per quel che rammento ho solo preso atto che *ignori* diverse cose, ma cosa ci sia di vergognoso in questo ... mi sfugge. :cincin:
Di certo non la grammatica. Continui a fare sterili polemiche che non servono a niente.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Principe ha scritto:
lemond ha scritto:
Principe ha scritto: Il tuo tentativo di farmi apparire ignorante per screditare le mie idee è vergognoso.
E quando ci sarebbe stato questo tentativo? Per quel che rammento ho solo preso atto che *ignori* diverse cose, ma cosa ci sia di vergognoso in questo ... mi sfugge. :cincin:
Di certo non la grammatica. Continui a fare sterili polemiche che non servono a niente.
Ecco, un'altra tua congettura che non trova, credo conferma, perché io penso di non aver mai fatto *polemica* contro di te. Semmai il contrario, perché molto spesso, quando leggo una tua lettera, mi diverto e, se rammenti, ho anche dovuto cedere ad un tuo ricatto. :)

P.S. Il pòlemos era colui che conduceva i soldati alla guerra e lungi da me ogni volontà di combatterti, ma solo quella di scherzare. :)


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Da "Togliamo il disturbo" di Paola Mastrocola

"Questo libro è una battaglia, perché la cultura non abbandoni la nostra vita e, prima di ogni altro luogo, la nostra scuola, rendendo il futuro di tutti noi un deserto. E' anche un atto di accusa alla mia generazione, che ha compiuto alcune scelte disastrose e non manifesta oggi il minimo pentimento. Infine è la mia personale preghiera ai giovani ... affinché ignorino il mondo che li compatisce e li vezzeggia e ... si riprendano la libertà di scegliere se studiare o no, sovvertendo tutti gli insopportabili luoghi comuni che da almeno quarant'anni ci governano e ci opprimono".


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Da oggi in poi cercherò di spedire una silloge dei brani che più mi hanno colpito, dal libro di cui sopra. Comincio con

"Test" d'ingresso (La parola inglese l'à scritta lei) :)

Da qualche anno in prima liceo, noi insegnanti d'italiano del biennio facciamo ... Una volta non era necessario, perché era ovvio che i ragazzi conoscevano l'italiano abbastanza bene: erano in grado di scrivere correttamente le parole e anche di fare l'analisi logica. Invece ora nulla è ovvio. E infatti nell'ultimo anno, neppure una sufficienza su 25 allievi! (Stesso risultato degli ultimi 5/6 anni)
Chiedo un po' in giro ai colleghi altre scuole e di altre città e scopro che ... più o meno è lo stesso. :grr: Pare che ai colleghi di matematica capitino disastri equiparabili: in quarta ginnasio non sanno calcolare ad es. il minimo comune multiplo e il massimo comun divisore. :x
Piccola considerazione: a rigor di logica se i "test" d'ingresso valutassero davvero l'opportunità dell'ingresso al liceo, solo in pochi potrebbero entrare! E allora chi li renderà idonei? Risposta: "Nessuno!" O meglio, in teoria noi insegnanti del biennio, ma come possiamo insegnare a ragazzi che hanno quattordici anni cose tipo l'ortografia e la grammatica, che dovevano imparare da bambini? Sono cose che hanno bisogno di tempi lunghi, devono sedimentare dentro. Inoltre c'è il guaio di aver acquisito abitudini sbagliate (ad es. hai voglia di dire loro che *po'* si scrive così e non *pò*, non c'è niente da fare, ognuno si tiene gli errori come fossero la luce dei propri occhi. :grr:
Quindi, arrivati al fondo del mio ragionamento, la conclusione mi sembra una sola: è evidente che sbaglio io, nessuno vuole veramente che i ragazzi sappiano l'italiano. :x


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Orfeo ed Euridice

Abbiamo fatto Petrarca e per circa un mese ho spiegato che cosa è la poesia lirica, quando nasce, dove, di che cosa parla. Ho raccontato il mito di Orfeo e ho letto con loro qualche poesia del Canzoniere, analizzandolo parola per parola. Nota mia: si è dimenticata di far ascoltare
E adesso (non capirò mai perché, fuori della Toscana, questo avverbio abbia sostituito il più antico e semplice ora?) ne interrogo quattro e chiedo perché abbiamo parlato di Orfeo, cosa c'entra con Petrarca? Silenzio, nessuno apre bocca. Mi rivolgo alla classe e scorgo due mani alzate. Una è quella di Demonte (come sempre), perché lui è il "primo della classe". Non è un genio, è un ragazzo affatto normale, ma ha una caratteristica che lo rende *UNICO* : studia.
L'altra mano alzata è quella di uno degli altri che ... non studia. Miracolo, ma lasciamolo parlare:
"C'è questo Orfeo, boh, che di mestiere mi pare fa il pastore, boh, uno che alleva le bestie feroci. Ama una donna che mi pare si chiama Erice, Edice ..? Praticamente c'è anche un altro che è innamorato di lei, e lei poi si punge, adesso non mi ricordo ... mi pare con le api e muore. Allora Orfeo va a riprendersela all'inferno, perché è anche uno che sa cantare molto bene, però dopo lei si volta ... no, mi scusi prof, lui si volta e allora non la può più riprendere, perché c'è un dio ... il dio ... boh, non mi viene il nome, gli aveva detto che se si voltava ... lei ... sì, insomma se ne andava, non doveva voltarsi, e allora si è disperato".
Io faccio finta di niente, non correggo. Alla fine mi permetto solo di ricordare quale era la domanda.
Nota mia: e io chiedo al Prince che cosa ne pensa? :D


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Il ragazzo medio e la scuola

Sapete qual è il verbo giusto per definire il rapporto? Disturbare! Toglie la concentrazione. I ragazzi sarebbero concentrati sulle loro occupazioni: giochi, amicizie, svaghi. A loro la vita piacerebbe un sacco, se non fosse che la scuola ... Io ho ogni giorno nettissima la sensazione di disturbare ... soprattutto quando riporto i compiti. :x Li chiamo uno per uno per spiegare loro cosa hanno sbagliato, riempio lavagne su lavagne per chiarire i loro errori, fare esempi, ribadire regole. E li trovo inerti, indifferenti, annoiati, mettono il compito sotto il banco e si girano a parlare col vicino, o disegnano sul diario o ridacchiano in gruppo. :grr:
Siamo un paese troppo "progredito" per avere ancora bisogno di una scuola, perché per loro LA VITA è ALTRO. La scuola toglie tempo, prende energie, non serve a niente e soprattutto: DISTURBA! Tutto qui. :champion:


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Lezioni private

Mezza italia (liceale) al pomeriggio se ne va a farsi fare quello quello che non ha fatto a scuola e non farebbe mai a casa da solo: il sommerso degli studi. :D E così di sospensione in sospensione e a colpi di lezioni private, si va all'Università, dove da qualche anno sono nati i corsi di azzeramento per insegnare la lingua italiana (le solite ortografia e grammatica ...) [nota mia l'ortografia fa parte della grammatica] a ragazzi che non sanno parlare, leggere e scrivere e che però hanno fatto il Liceo. :D
...
Vogliamo occuparci di questa benedetta massa, o insistiamo a farla esistere come mera parola e, in quanto tale, continuiamo a dire che ci piace da morire e che pensiamo solo a lei e al modo migliore per educarla, motivarla, "farla crescere"? Ma la *Massa* non è una parola! E allora, se non vogliamo disgiungere il significante dal significato, la forma (il nostro aspetto, l'atteggiamento, il vestiario) dichiara infinite cose di noi, così come in un tema l'ortografia e la sintassi. Quanto tempo dedichiamo alla scelta di un abito, al trucco, alla forma fisica, quanti soldi ... Tutto ciò è un segnale culturale preciso. Dice cosa ci importa davvero nella vita e quale immagine vogliamo dare di noi all'esterno. E se qualcuno non è convinto, può leggersi "Il discorso dei capelli" di P.P.Pasolini (1973, quando si era in piena onda sessantottina e imperversavano i "capelloni").
"Provo un immenso dispiacere nel dirlo, ma ormai ... la loro libertà di portare i capelli come vogliono non è più difendibile, perché il loro modo di acconciarsi è servile! E' giunto il momento che essi stessi se ne accorgano e si liberino di questa loro ansia colpevole di attenersi all'ordine degradante dell'orda."
La moda c'è sempre stata, ma mai così generalizzata ed infatti l'offerta di prodotti si è dilatata a dismisura e si è ideato infinite varianti di uno stesso prodotto. Centomila modi per "personalizzare", parola magica!, quello che in realtà è tutto miseramente uguale. Finte scelte, finte libertà! Nota mia "E con tutte le libertà che avete, volete anche quella di cambiare!?" :crazy: :diavoletto: :drool: :dunce:
La domanda allora è questa; come faccio io, insegnante, a chiedere la parafrasi del Tasso (o di Dante) a ragazzi che passano ore e ore negli "outlet" a cercare di essere eguali agli altri, eppur diversi?
La scuola, si sa, non è mai stata piacevole dai Sumeri ai giorni nostri, ma mai come ora la società ha elaborato uno sconcertante, masochistico, senso di colpa legato alla parola *motivazione*. Dobbiamo pensare che se i ragazzi non studiano sia perché Noi non siamo capaci di ... Mai dobbiamo dire ai genitori che se suo figlio non studia è perché non ne ha voglia, ha ben altro da fare, è pieno di soldi e deve spenderli, perché non riesce, perché è un fagnano (nota mia, non so che voglia dire), oppure ... :grr: (continua)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Possiamo anche sostituire la letteratura con altro e far leggere grandi opere del pensiero scientifico e filosifico: Beltran Russel, Freud, Einstein, Einaudi, Gramsci, Pasolini o Galileo, ma il punto resterebbe, perché si tratta sempre di leggere (e studiare) testi complessi. Decidere di prendere quelle pagine e starci sopra per ore, capire, meditare, approfondire. La questione quindi non cambia: come faccio a acchiappare il tempo e la testa di quei ragazzi, visto che qualsiasi libro scelga per loro, non hanno voglia (o la capacità) di "leggerlo"? I libri sono fatti di parole ed esse impegnano, perché richiedono vari tipi di interpretazione. :-( Ma restiamo solo sul lessico. I ragazzi di oggi sono di una povertà lessicale sconcertante. Avere un lessico ristretto ed improprio significa non esprimere bene i pensieri e non capire (bene) quelli dell'altro e come si fa a "leggere" in queste condizioni? La povertà lessicale è generata proprio dalla non lettura, perché le parole "diverse" si attingono dai libri, perché quelle che usiamo per vivere sono troppo poche, hanno un compito preciso e, quando lo hanno assolto, spariscono nel nulla. (Nota mia, svolgono la funzione che nel ciclismo è quella dei gregari, preziosissimi, ma non vincono di certo loro le corse).
La scuola ha scelto di non soffermarsi sulle parole e quindi ora abbiamo dei ragazzi incapaci di leggere, ma bravissimi nel frequentare i centri commerciali. :D
Bastava riempirli di latino a partire dagli undici/dodici anni ... E' solo un esempio e so che difendere il latino oggi ... Giusto il latino, è roba piuttosto vecchia, come negarlo? Peccato che sia un ottimo modo per "stare" sulle parole: educa alla riflessione lunga, alla meditazione verbale, fa bene alla testa, attiva certe sinapsi legate al mondo simbolico del linguaggio e dunque alla capacità di parlare, leggere e scrivere. Nella sua rubrica settimane su "Tuttolibri", il 26/06/2010 Gian Luigi Beccaria (nota mia, partecipava anni addietro ad una trasmissione pomeridiana, mi pare Rai, chiamata *Parola mia* molto interessante, oltre che divertente. ;) ) scriveva che l'attuale impoverimento del lessico giovanile è dovuto, fra le altre cause, alla conoscenza, sempre più rarefatta del latino, che ha ridotto di molto l'utilizzazione di una certa parte del lessico. Parole come diuturno, esiziale, inane, egro (nota mia, ve lo immaginate un medico che la ignori? :D ) , ludico, foriero sono ormai diventate incomprensibili! :grr:
Ecco, allora, prima di accodarvi alla schiera dei *luoghicomunisti* :D che si sentono tanto moderni ad abolire il latino, pensateci. :dubbio:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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L'ultimo tema

Conosco tutti i distinguo sul *tema*, però non vedo come un insegnante potrebbe fare di meglio per valutare quello che i ragazzi sono in grado di scrivere. Risultato dell'ultimo: 15 insufficienze gravi su 25! E il perché è facile da spiegare: non sanno scrivere ed è impossibile insegnarglielo! Quel tema verteva sul *viaggio*, su come nel tempo si è trasformata l'idea, da Odisseo in poi, ma l'argomento comunque è irrilevante, perché vogliamo vedere *come* si scrive e quali sono le gravi incapacità. :x
Purtroppo non si tratta *solo* di errori nella grafia, i quali sarebbero correggibili, ma c'è la mancanza quasi totale di punteggiatura, cambio di soggetto fra due frasi sintatticamente unite, improprietà lessicale, incapacità di strutturare il pensiero in frasi logicamente connesse fra loro. Sono temi, questi, che non si correggono, perché sono segnali (gli errori) di una disabitudine cronica alla scrittura, ma direi, più in generale, mancanza di esercizio mentale, di riflessione, essere incapaci di stare fermi su un concetto, un'idea, un'immagine, una frase, una parola, una poesia ... :grr: Come davanti a un dipinto: per poterlo descrivere e magari commentarlo, bisogna guardarlo a lungo. Quando li prendiamo al liceo, è tardi, l'unica cosa che si può fare "spronarli" a leggere il più possibile. Nulla più della letteratura dei grandi aiuta il pensiero e la scrittura. Però a me sembra un tentativo *disperato* perché ... nessuno (o quasi) legge. :grr:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:Beltran Russel
Triki Beltran Russel? :diavoletto:
Gian Luigi Beccaria (nota mia, partecipava anni addietro ad una trasmissione pomeridiana, mi pare Rai, chiamata *Parola mia* molto interessante, oltre che divertente. ;) )
Ricordo personale: facevo le elementari quando c'era questa trasmissione, un bel (brutto) giorno una compagna di classe ne segnala l'esistenza alla maestra, che al pomeriggio la guarda, se ne innamora, e dal giorno dopo ci obbliga amorevolmente a guardarla... ma se io invece volevo vedere Bim Bum Bam? Furono giorni tristi. (In compenso mi invaghii di Anna Carlucci, la più giovane delle tre :D ).
Alla prima interruzione scolastica per le vacanze, la moral suasion della maestra non ebbe più effetto, e potei (come tanti altri compagni, del resto) tornare felice a Bim Bum Bam :D :bll:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:L'ultimo tema

Conosco tutti i distinguo sul *tema*, però non vedo come un insegnante potrebbe fare di meglio per valutare quello che i ragazzi sono in grado di scrivere. Risultato dell'ultimo: 15 insufficienze gravi su 25! E il perché è facile da spiegare: non sanno scrivere ed è impossibile insegnarglielo! Quel tema verteva sul *viaggio*, su come nel tempo si è trasformata l'idea, da Odisseo in poi, ma l'argomento comunque è irrilevante, perché vogliamo vedere *come* si scrive e quali sono le gravi incapacità. :x
Purtroppo non si tratta *solo* di errori nella grafia, i quali sarebbero correggibili, ma c'è la mancanza quasi totale di punteggiatura, cambio di soggetto fra due frasi sintatticamente unite, improprietà lessicale, incapacità di strutturare il pensiero in frasi logicamente connesse fra loro. Sono temi, questi, che non si correggono, perché sono segnali (gli errori) di una disabitudine cronica alla scrittura, ma direi, più in generale, mancanza di esercizio mentale, di riflessione, essere incapaci di stare fermi su un concetto, un'idea, un'immagine, una frase, una parola, una poesia ... :grr: Come davanti a un dipinto: per poterlo descrivere e magari commentarlo, bisogna guardarlo a lungo. Quando li prendiamo al liceo, è tardi, l'unica cosa che si può fare "spronarli" a leggere il più possibile. Nulla più della letteratura dei grandi aiuta il pensiero e la scrittura. Però a me sembra un tentativo *disperato* perché ... nessuno (o quasi) legge. :grr:
La mia primaria fonte di parole fu Topolino, visto che da bambino lessi non più di un paio di libri, forse tre (un paio erano della collana "Il grande libro" della Mondadori, quelli bellissimi con dorso giallo; il terzo Il giro del mondo in 80 giorni), ma divoravo giornalini a tutto andare. Non solo Topolino, ma anche Più della Editoriale Domus e Il Giornalino delle Paoline.
Leggevo tantissimo, ma nulla di impegnativo. Alle medie affiancai a queste letture quella del Corriere dello Sport, e alle superiori sostituii il Corriere con la Gazzetta (perché conteneva più ciclismo), e aggiunsi il fondamentale (all'epoca) BiciSport.

Fu del tutto naturale, poi, arrivare ai libri. Oggi (nei periodi fuori dai GT) leggo tantissimo, 4-5 libri contemporaneamente (uno solo mi annoierebbe :D ).
Ogni persona ha il proprio momento per fare le cose, e ogni persona il proprio modo. Quello che manca nella scuola, ai miei tempi ma anche oggi (temo) è una più spiccata personalizzazione didattica in base agli interessi dello studente. Perché purgare un ragazzo obbligandolo a leggere cose che nemmeno capisce per intero? Alle superiori i pochi passaggi dei Malavoglia che lessi di malavoglia mi stavano per spingere al suicidio :D , quando lessi il romanzo in età più avanzata lo trovai meraviglioso, è uno dei miei preferiti.

Dove sta scritto che non si possa leggere la Gazzetta dello Sport in classe? O Bicisport, come nel mio caso (lo leggevo avidamente sotto il banco durante le ore di filosofia al liceo... non ho mai saputo cosa sostenesse Leibniz, ma da 10 anni dirigo un sito di ciclismo, da 16 ne scrivo per "professione"; quindi?).

Se lo scopo è spingere i ragazzi a leggere (e lo scopo È spingere i ragazzi a leggere) bisogna fargli leggere quello che gli interessa, non purgarli coi Promessi Sposi e la Divina Commedia. Non la colgono, non la capiscono, non la apprezzano. È inutile. Al 98% saranno analfabeti di ritorno su quel tema, ma come effetto collaterale abbandoneranno ogni tipo di lettura. Se invece li si rispetta nei loro interessi, l'evoluzione naturale della loro mente porterà magari il 5% a leggere la Divina Commedia. Sempre pochi, ma più di quelli prodotti dall'attuale sistema :D (sono percentuali del tutto arbitrarie, le ho messe per suffragare la mia tesi) :D

Il tema: ma davvero c'è bisogno di questo arnese ottocentesco? Non farebbe prima, il docente, a diventare amico su FB dei suoi alunni e leggere quello che scrivono (e quindi correggere post per post gli errori)?
La mia è una provocazione, ma nemmeno troppo. Il concetto di compito in classe è obsoleto, quando mai ci troviamo a dover scrivere su un argomento senza avere la possibilità di documentarci in tempo reale? Che senso ha? Non è un'inutile, gratuita coercizione?

Scrissi concetti di questo genere in un tema al liceo ("la scuola è castrante", così testuale, fece inorridire la prof :D ), se li confermo oggi a quasi 20 anni di distanza significa che la scuola è rimasta lì (e ne abbiamo conferma dall'esperienza quotidiana). È rimasta uno strumento broadcast (da uno a molti), senza troppa possibilità di replica alle regole e agli stili imposti dall'alto, che ovviamente (soprattutto in Italia) non fa altro che confermare e semmai marcare ulteriormente le differenze di classe sociale.

Il latino? Ma fategli studiare semmai l'inglese (come si deve, magari tramite i testi delle canzoni, o guardando i Simpson in lingua originale) e leggere i giornaletti, altro che latino.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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A tal proposito, chiamo a suffragio delle mie tesi l'illuminato pensiero dell'illustre professor Fontecedro :D




Anche il numero sulla geometria fu mitico :diavoletto:



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Admin ha scritto: Triki Beltran Russel? :diavoletto:
Fate conto che quando scrivo qualcosa in lingua diversa dall'italiano e latino, ci sia sempre la postilla: "se si scrive così". :hammer:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Caro Marco, il mio pensiero è una via di mezzo fra voi due "In medio stat virtus" :D Va bene leggere di tutto, ma in questo *tutto* ci deve essere anche qualcosa che "vada oltre" o che per lo meno spinga in futuro a farlo, altrimenti, se si resta alla Gazzetta e a Topolino, non si può (a parer mio) diventare un bravo ... giornalista o ... Sul latino ho scritto più volte, esso è parte integrante dell'italiano e sì, studiamo pure l'inglese (nessuno ormai sostiene più il contario), ma non solo. :(


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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In vacanza

Sono su un treno e il vagone è pieno di ragazzi e nessuno legge. Per me è grave che il novanta per cento del loro tempo sia occupato da interazioni elettroniche; se conversassero andrebbe bene, e, più in generale andrebbe bene anche vederli occupati in altri lavori, non so, sistemare il giardino. E invece sempre quelle scene desolanti e sempre uguali di giovani "chattanti-smanettanti"! E torniamo al discorso iniziale: "Strutturazione della mente". E' importante il verbo scelto *strutturare* che vuol dire fare un progetto, gettare le fondamenta, erigere i pilastri portanti, costruire. Affinché a quindici anni un ragazzo legga (capisca) un libro di letteratura (o quant'altro) bisognava che, a partire dai sei anni, ... che avesse intorno a sé un mondo adulto che desiderasse per lui qualcosa di, anche solo vagamente, attinente ai libri. :grr:

La domanda dell'ottovolante


Avrei finito questa prima parte, ma nel luglio 2010 sono usciti risultati molto interessanti, di cui non mi vorrei privare. Si tratta dell'ultimo rapporto sugli esami di Stato, su un campione di studenti usciti da liceo. Sottolineo: maturità, non licenza elementare o media. :diavoletto:
L'ottantacinque per cento fa errori di grammatica, il settanta è inefficiente per competenza lessicale e semantica e quasi il sessanta è insufficiente per capacità ideativa. Domanda finale: "Ma se questi sono i risultati di quindici anni scuola, non era meglio andare tutti sull'ottovolante?" :crazy: :diavoletto: :drool:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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eliacodogno ha scritto: Possono sempre nazionalizzare qualcuno (è anche l'unica possibilità, credo)... una decina d'anni fa, agli albori del Giro del Qatar, nell'edizione in cui vinceva da neopro Alberto Loddo, si parlava proprio dell'intenzione da parte degli sceicchi di portare sotto la propria bandiera qualche corridore affermato... :yoga:
Caro Davide, lo dico a te perché sei, a differenza di altri, :D un ragazzo che può apprendere: portare "sotto le proprie bandiere" non può tradursi in *nazionalizzare*. Anche se questo è il verbo più utilizzato, in realtà è sbagliato, perché *nazione* deriva, come etimo, da *nasci* (nascere) in uno stesso luogo e poi, di conseguenza, con gli stessi usi, ingua, religione etc. :cincin:

P.S.

In ogni modo mi piacerebbe l'idea che il buon Cuneghin passasse sotto le insegne del Qatar e magari diventasse pure islamico. :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

Messaggio da leggere da eliacodogno »

Grazie della dritta e...
lemond ha scritto:In ogni modo mi piacerebbe l'idea che il buon Cuneghin passasse sotto le insegne del Qatar e magari diventasse pure islamico. :D
:diavoletto: :cincin:


Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Adesso, colpo di scena, perché fin qui avete letto come la vedo io, ma c'è anche l'altra faccia della medaglia e cioè tutti coloro che hanno tutt'altra visione della cose. (Nota mia, il Prince di sicuro o, come direbbe lui, *of course* :D )
Il mondo è cambiato, va benissimo che i giovani non studino, non parlino, non scrivano e no leggano (o legghino? :D ); grazie al progresso altro che poesie di Petrarca, Tasso e latino! Ci serve un'altra scuola: nuova, diversa, moderna, al passo coi tempi. Scevra da fomalismi idioti quali mettere o no uno squallido apostrofo. Anch'io sono convinta che il mondo stia cambiando, quello che invece non penso è che per questo non dovremmo più saper leggere, parlare e scrivere. :x


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Parte II - Breve storia del Nonstudio.

Credo che sia da circa quarant'anni che noi smantelliamo la scuola, mattone dopo mattone, deviandola dal suo significato intrinseco di luogo deputato alla studio astratto. Il primo (mattone) fu l'ideologia: il mito di una scuola democratica, da cui nessuno fosse escluso e il risultato è che, siccome tutti possono dire tutto a prescindere (direbbe Totò :D ) dalle proprie competenze, nessuno prova più imbarazzo a dire ... (vedere il ragazzo su Orfeo :x ). Essere coscienti della proprio ignoranza non è di certo un male, anzi (nota mia, mio nipote di sei anni ieri ha detto che mi detestava, perché avevo osato correggerlo nella pronuncia di "zucchero" con la zeta sonora e nell'uso di iniziare non transitivo invece di cominciare :grr: ). Credendolo un male, abbiamo abbassato i ... a nostri pari e si è pensato che tutto ciò che era fuori dal comune (magari bello, grande, alto, difficile) fosse di per sé esclusivo e quindi brutto e cattivo. Non si è capito che invece era diverso e che la diversità arricchisce il mondo. (Nota mia, ).
E a scuola abbiamo cominciato a "scendere dalla cattedra" e così, per amore di democrazia, abbattuti tutti i gradini, siamo arrivati al ... "nessuno studia". E con questo fare più "colloquial-quotidiano" abbiamo cominciato a scegliere argomenti più facili, più alla portata di tutti: meno colti e quindi più democratici! :x Non più l'allegoria medievale nella "Divina commedia", ma come si mangiava nel medioevo. :grr: Dovremmo smettere di attrarre gente come ai baracconi, perché prima o poi costoro non ne potranno più del circo (almeno spero ;), perché scuola di massa, cultura di massa, libri di massa: tutto finto! :grr:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Il trionfo dell'incompetenza

Siccome ha vinto il modello radiofonico/televisivo; io ti chiedo la tua opinione e tu mi rispondi la prima cosa che ti salta in mente, chiunque può dire che Proust è un cretino, se non gli piace come scrive; pur non avendo nessuna ragione logico/culturale per dirlo, è autorizzato comunque a farlo. :grr: Tutti i grandi autori della letteratura mondiale sono perfettamente criticabili da qualsiasi anonimo quindicenne che non li ha mai letti e magari non sa scrivere mezza pagina in italiano corretto. Non importa, alla radio così come a scuola, siamo "tutti uguali". :x
Per le materie scientifiche per fortuna nessuno dice/direbbe che la teoria della relatività di Einstein è stupida, o non si capisce, o non piace o è noiosa, ma per Pirandello e Tolstoj invece sì, succede normalmente, perché per la letteratura è saltato il codice, nessuno lo possiede più e quindi ... siamo tutti letterati. :x O peggio, nessuno neppure sa che occorre possedere un codice ... per entare! :grr:
Un es. fra i tanti: quando do da leggere "La metamorfosi" di Kafka succede che i ragazzi si mettono a ridere e dicono che non è possibile, non s'è mai visto che uno si svegli al mattino e si ritrovi insetto, l'autore dà di matto, la sua storia non ha senso! :)
Bisogna andare nei mondi (e la letteratura è uno di questi) con la giusta attrezzatura, se no è un disastro.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Donmilanismo

Ad un convegno sulla scuola mi sono permesa di dire il motivo per cui, secondo me, gli allievi del liceo non sanno né scrivere, né parlare. Alla fine alcune maestre mi aspettavano infuriate, sostenendo che loro non facevano: *nozionismo* ! Mi ha colpito molto questa frase e allora apro il grande dizionario Utet e leggo alla parola *nozione* : "Qualsiasi atto o operazione conoscitiva o immagine ideale che l'intelletto si forma di un qualsiasi oggetto della conoscenza ... Per Kant rappresenta il concetto puro in quanto ha la sua origine unicamente nell'intelletto". Avere nozione di qualcosa, dunque, vuol dire sapere, conoscere. Il marinaio ha nozione dei venti, l'ingenere ... lo studente ... Non è peccato insomma avere nozioni, anzi dovrebbe essere necessario! Invece la parola *nozione* non ha avuto fortuna ed è stata travolta da una valanga che si chiama Sessantotto, che la sotterrò per sempre mettendola all'interno di un altra: nozionismo. :grr:
Sempre a proposito delle due parole, vorrei parlare di certi libri che hanno travalicato il loro stesso tempo e autore, in particolare quelli scritti da don Milani e Rodari.
Partiamo da Don Milani. Non credo che volesse davvero una scuola che non insegna nozioni, perché so che nelle sue classi si studiava eccome. Semplicemente, voleva una scuola che non escludesse i ragazzi meno fortunati, quelli che per regioni fagliari ... Gustissimo, fu una grande scuola la Sua; poi però sono arrivati gli epigoni che hanno trasformato le sue idee in una scuola che non insegna più nozioni. :grr: (Nota mia, Don MIlani era un uomo onesto e sincero, ma non un grande letterato e, in buona fede e con una certa purtroppo ignoranza, ha scritto anche cose assurde e proprio queste sono diventate un *mito*). Quando il ragazzino di "Lettera ad una professoressa" s'indigna che gli venga insegnata l'Iliade del Monti e sogna invece che gli si parli delle cose che lui conosce già, perché fanno parte del suo mondo, in realtà si autocondanna a rimanere quel che è. E noi adulti dando, purtroppo e invece, ragione al ragazzino, abbiamo espunto dalla scuola l'altezza e la grandezza della nostra cultura. In nome di un antinozionismo che ci è parso tanto "democratico" siamo stati *ingiusti* proprio verso quelle classi sociali più deboli che intendevamo proteggere e aiutare e che avremmo dovuto (per far ciò) cercare di innalzare e non lasciare loro nello "statu quo". :grr:


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E pensare che c'era stato Adorno
Qualcuno si ricorda l'autore dei "Minima moralia"? Ove si criticava la condiscendenza per gli uomini come sono, vista come virtù piccolo-borghese: "Il borghese è tollerante, il suo amore per la gente com'è nasce dall'odio per l'uomo come dovrebbe essere". (Nota mia, se il Prince avesse mai saputo chi è stato T.W.A. si sarebbe risparmiato il tormentone che ormai lo contraddistingue. :crazy: :diavoletto: :D ).
Il Nostro aveva già scoperto nella fine degli anni Cinquanta che non era un bene esaltare il consumismo, perché esso ci avrebbe ridotti ad essere sempre più "massa amorfa" senza possibilità di resistenza, senza autonomia di pensiero; bisognava invece puntare in alto, scuotere le persone. Aveva capito che l'unica possibilità reale di emancipazione erano l'arte e la filosofia. Il pensiero astratto, la capacità di pensare e creare come unica risorsa dell'umanità, per uscire dal vicolo chiuso del potere e dell'omologazione. :grr:
Noi invece abbiamo voluto che la massa rimanesse tale o almeno questo è il mio sospetto: una specie di inno al relativismo culturale (del Prince :D ). E i ragazzini più svantaggiati ci dovrebbero dire grazie per il profondo rispetto che la scuola dimostra verso la loro ignoranza? :dubbio:
Ultime domande sul "donmilanismo": perché non si contempla mai l'ipotesi che anche un ragazzino di umili condizioni possa amare i libri, essere portato allo studio astratto? Perché deve esistere un indissolubile e ignobile connubio fra l'amore per la cultura e il censo? Perché insomma oncora oggi esiste questo luogo comune, quando non studiano per niente coloro che hanno le case piene di libri?

Rodarismo


(Nota mia, nel libro ci sono alcune pagine dedicate, su cui non mi dilungo, perché credo che basti questo): Rodari era soprattutto un grande scrittore e quindi per natura amava la fantasia e quel che faceva non era né giusto, né sbagliato, era lui. Ma questo, per me, significa che solo lui poteva fare scuola "alla Rodari" e quindi occorre di nuovo distinguere fra l'originale e *l'ismo*.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Pedagogia "democratica"

Credo che ormai si possa dire sia prevalsa un'idea politica della scuola, in cui cultura è una parola negativa in quanto vista come appannaggio delle sole classi privilegiate e quindi la granmmatica diventa il nemico da combattere. :x E quindi abbiamo la scuola delle verifiche e dei "test", delle prove oggettive, una scuola tecnico-pratica che ...
Sconsolante ad esempio per tutti quei ragazzi che si sentono attratti dalla scrittura e dall'arte, come possono esprimere i loro pensieri e sentimenti? Oggi costoro sono obbligati ad una scrittura scialba, tristemente utile-pratica! Riduzione dei contenuti, dunque, deculturalizzazione e deverbalizzazione (nota mia, mi scuso per dover copiare queste due parole di seguito;) ), con vittoria conseguente delle crocette, animazioni visive e teatrali e soprattutto dei videogiochi. :grr:
Maragliano, il presidente della commisione berlingueriana dei quaranta saggi, così scriveva: "Il videogioco è la più grande rivoluzione epistemologica di questo secolo. Ti dà una scioltezza, una densità, una percezione delle situazioni e delle operazioni che puoi fare al loro interno, che ti permette di esaltare dimensioni dell'intelligenza e dello stare al mondo finora sacrificate dalla cultura astratta".
(nota mia, da qui "in nuce" è potuta nascere la *coltura-berlusconiana* ... del fare. :D :crazy: :diavoletto:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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I nuovi mostri: famiglia

Oggi, si sa, l'ideologia è morta. Non è più questione di destra e di sinistra, ma solo di "luoghi comuni", tipo la scuola non deve insegnare nozioni, la scuola deve motivare, magari divertendo, la scuola deve far andare avanti tutti etc. In quest'aria diffusa la famiglia di oggi ha trovato il suo perfetto "habitat". Se la scuola dà meno compiti, dà poche insufficienze va benissimo, la famiglia ha più agio di andare in montagna e/o al mare, oppure a fare "shopping" negli "outlet". :) Una società del piacere ha bisogno di una scuola similare, non certo di chi invita alla fatica dello studio. (Nota mia, proprio ieri mia nipote che ha cominciato il liceo quest'anno e chè è anche parecchio responsabile, per la sua età, mi ha detto: "Ma la scuola non conterà mica più dello sport?" :( ) Tanto poi (di conseguenza :x ) se i figli non studiano, la colpa è degli insegnanti, :x che non sono bravi a innovare, sperimentare, aprire al territorio! Non sono abbastanza nuovi e moderni, se non sanno far divertire e ...
Quando ricevo i genitori dei miei allievi di prima che prendono 4 nel tema e 2 in analisi logica, "tocco con mano" il loro disarmato stupore. "Ma ci sembrava una scuola media così buona ... si facevano cose così divertenti ... mostro figlio ci andava tanto volentieri ..."
Appunto :grr:
Ma ormai "la frittata è fatta", perché già dagli anni Novanta agli studenti è tutto dovuto, soprattutto il c.d. "successo scolastico". Guai agli insegnanti che ...
I genitori che sindacalmente si schierano dalla parte dei figli sono forse il fenomeno più devastante del mondo scolastico degli ultimi anni. Da lì non si torna indietro e non si farà più nulla di buono. :grr:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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La scuola delle competenze

2010/2011 parte la riforma Gelmini: molte proteste, ma quasi esclusivamente per i tagli. :x Proviamo a vedere cosa succederà nei c.d. "nuovi licei" dove sta avvenendo una vera rivoluzione in campo culturale, ma che desta poco interesse. :x E' l'Europa l'artefice, ma di che cosa si tratta? Ve la spiegherei così: una volta c'era la scuola delle conoscenze, chiamatele come volete, nozioni, sapere, materie, discipline, argomenti, temi, sempre di cose da imparare si tratta. Ora invece c'è la scuola "nuova": delle competenze, dove le cose che si imparano non importano più in sé (in senso assoluto), bensì solo in quanto utilizzabili. Importa non il *sapere*, ma il *saper fare*.
Cosa te ne fai nella vita del canto I del Purgatorio? E' questa la domanda centrale della "rivoluzione" in atto. :x
Come funziona questo nuovo sistema ce lo spiega Giorgio Israel in vari articoli: il sistema delle competenze appartiene "in primis" al sistema militare, dove era usato per la valutazione ad es. dei piloti britannici/statunitensi, a partire dal numero degli aerei abbattuti. L'Europa ha quindi orecchiato termini anglosassoni, provenienti da ambiti ben diversi (e per giunta anche vecchi) e li ha estesi a tutto il nostro sistema di istruzione.
Siamo sicuri di voler impostare il riordino dei licei sull'importanza del numero degli aerei abbattuti?
Credo che la scuola delle compenze darà il colpo mortale a tutto ciò che ancora resta di culturale e speculativo nelle nostre scuole superiori, perché se si farà ancora Dante e il latino, lo si farà in vista di una competenza futura, cioè per utilità/spendibilità e questo, per me è l'esatto contrario della ... :grr:


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