Elitarismo ed egualitarismo
E pensare che l'arte, e nella fattispecie l'arte della parola, non isola mai ... Parte da un isolamento, per forza di cose, ma poi arriva agli altri. La voce degli artisti è quella degli individui per definizione, ma poi rappresenta l'umanità intiera.

Lo studio è uguale: c'è un primo tempo che ha bisogno di solitudine e poi c'è il secondo nel quale ciò che è maturato nella solitudine viene messo in circolo, usato *con* e *per* gli altri.

La massa ha invece paura dei pochi, perché sembrano dei privilegiati, degli eletti e quindi detestabili!

Da qui l'odio per la parola *élite* ed i suoi derivati e così si isolano e si rifiutano proprio coloro (i pochi) che potrebbero meglio aiutare i tanti, meno avvantaggiati dalla sorte. In questo modo (separazione fra i "più idonei = aristoi e gli altri) abbiamo condannato le masse alla loro ignoranza (anche principesca

) e le "élite" alla loro gelida separatezza.
Dante, nella sua Commedia, isola i Grandi mentre li celebra e, dopo di lui, ancora per molti secoli l'umanità ha riconosciuto gli spiriti alti e quello che chiamiamo Umanesimo non è altro che una selezione degli (
U)omini con i quali continuare, al di là del tempo, un colloquio.
Quando A. Camus riceve il Nobel nel 1957 scrive: "Non posso vivere senza la mia arte, ma non ho mai posto quest'arte al di sopra di tutto. Se mi è necessaria, è proprio perché non si separa da nessuno e mi permette di vivere, qual sono, al livello di tutti. L'arte non è ai miei occhi un godimento solitario. E' un mezzo per destare emozioni, offrendo a tutti un immagine privilegiata delle sofferenze e delle gioie comuni. Essa obbliga l'artista a mettersi al servizio della verità, la più umile e la più universale. Ed è per questo che i veri artisti non disprezzano mai niente; si abituano a comprendere, invece di giudicare".
La vera democrazia deve stimolare e favorire il più possibile la diversità dei migliori, mentre quella falsa cerca di annientarla, perché la detesta, non la sopporta e probabilmente la invidia.
(Nota mia, l'esempio preclaro di demo/demagogia è proprio quello italiano, dove al potere (governo/opposizione) si sono trovati gente del calibro del BerlusKa, del Senatur, e di dIPIETRO)
