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Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
claudiodance
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Prendo una pausa dai disegni. Dieci minuti, ho in mente un nome e un cognome. Apro Google-immagini. Le foto si ordinano sul monitor come isolati di una città-giardino dai colori insoliti:blu-blu-nero-blu-nero-blu-blu-nero. Le maglie delle sue squadre, certo.
Bel corridore. Mi piace. Mi piaceva già prima e lo tenevo un po’ d’occhio. Lui, Van Avermaet, Leukemans, insomma quel gruppo di Belgi che, in quanto tali, osservo sempre con un credito di affetto preventivo. Ecco un primo piano, bel faccione, simpatico. Cresta tirata su con il gel, mascellona, sorriso largo. Adatto alle caricature, penso. Sarebbe piaciuto a Albert Uderzo e lo avrebbe inserito nel campionario di simpatici barbari di Astérix chez les Belges. E poi una corporatura che sprizza salute, questo Weylandt. Niente magrezze malaticce da scalatorino anoressico, niente pelle tirata su zigomi taglienti. I bicipiti tondeggiano con ampiezza e i pettorali anche. Senza eccessi, ma sono fasciature muscolari di uno sportivo. Lo vedi, sembra uno in grado di trasportare da sé due sportine del supermercato belle piene.
Ecco alcune foto delle vacanze. Una fatta su una barca di quelle turistiche, come quelle che prendo io in Corsica, per visitare le isole e le grotte vicino Bonifacio. Wouter è abbracciato a una bella ragazza, sfoggia con lei occhiali da sole molto trendy. L’altra a torso nudo, sorride su una spiaggia, rilassato. Un piercing trafigge il capezzolo sinistro del ragazzo. Comincio a farmi un quadro del tipo e mi piace. Good.
Scorro le pagine, mi soffermo sulla posizione in bici. Piuttosto distesa, braccia leggermente troppo dritte, gambe troppo aperte, ma è ok, siamo nel campo degli stilisti più che accettabili.
Belle strisce muscolari. Bel viso sincero. Un corpo giovane, modellato dall’esercizio e dalle istruzioni genetiche. Lo sapevo, brutta storia, più del sentimento è la carne a corrodere il mio pensiero. Penso a quel corpo. Alla cinetica perduta, alle proteine dei muscoli in decadimento. Comincio a sentirmi da schifo. Ecco la foto del corpo sull’asfalto. Ricordi di un corpo familiare analogo, forte e bello, abbandonato in forma di manichino inerme sulle pagine di un quotidiano, più di trent’anni fa. I corpi, quando muoiono, sono sacchi svuotati, le posture insulse e ridicole.
Ecco un primo piano del volto. La prospettiva, forse inganna, e deforma i tratti, ma no, è sconvolto, devastato dall’impatto, non è più lui. Muore senza essere più lui. Penso al mio amico chirurgo che va in bicicletta. Come mestiere è un restauratore di scatole craniche. Chirurgia maxilofacciale, si chiama. Ricompone belle facce come quelle di Wouter. Gli portano sopravvissuti che i parenti non riconoscono e lui taglia, apre, mette a posto, sostituisce, chiude, controlla che sia un lavoro ben fatto e manda a casa una persona viva con una faccia rammendata. Cosa avrebbe fatto con Wouter se fosse sopravvissuto? L’emozione l’avrebbe travolto? No. Avrebbe messo a posto la facciona del ragazzo e, dimettendolo, gli avrebbe detto: “Ci vediamo in bicicletta, ti converrà tirare giù un paio di chiletti, io in salita lascio i segni sull’asfalto!”.
Poi, mentre sorrido un po’, pensando alla dieta di Gianni, compare una foto. È una foto magica e agghiacciante al tempo stesso.


È l’anno 2009: Velodromo di Roubaix. Wouter guida un gruppetto d’elitè, che sta per contendersi piazzamenti prestigiosi nella regina delle classiche.
Radente alla balaustra, sfiorando con la ruota un berrettino bianco caduto a uno spettatore, Wouter ruota il capo verso sinistra, per controllare i movimenti di Guesdon, Breschel, Klier, suoi avversari di quel momento.
Eccolo dunque, in una postura che gli sarà fatale in Italia, due anni dopo, fare uno di quei gesti comuni a tutti i corridori. Si volta solo un poco, sicuro del suo equilibrio e della sua capacità di mantenere la traiettoria. Ecco come si muore. Nella normalità di un mestiere vissuto con passione. Wouter si volta, vuole fare una bella volata, il capitano ha da poco vinto la corsa, ma lui è ancora ambizioso e vuole fare bene fino in fondo. Lungo la discesa del Bocco, ieri, si voltava per incitare i compagni di gruppetto a collaborare all’inseguimento. La gara nel cuore e nella mente. Anche per un decimo posto, anche per non prendere un distacco alla terza tappa del Giro. Uno stato della mente, per questi uomini, non un semplice mestiere.
Bella foto. Wouter in una delle corse migliori della vita. Biondo, impolverato, bello sul mezzo, spalle larghe, padrone del mezzo e del movimento, gente dietro che applaude. Mi commuove.
Cerco traccia del risultato, ma la rete non mi aiuta. Non so se il ragazzo abbia vinto o perso quello sprint. Certo aveva tirato per Tom Boonen tutto il giorno e non era più fresco, e poi Guesdon è uno veloce ed esperto del velodromo della Roubaix. Breschel poi, mi viene da ridere, un rapace nelle volate disputate dopo corse così dure.
Però me lo immagino. Me lo voglio immaginare. Procede con la testa mezza girata. La bici scorre dritta come un piombo. Niente muretti del cazz.o. Controlla i tre bastardi dietro, che lo vogliono fregare. Non vuole rallentare troppo, che il danese è leggerino e partendo da fermi gli schianterebbe dieci metri nella schiena come niente. Ai trecento accelera e quando vede il francese uscire pesta vigoroso sui pedali. Molla una codatina giusta, per farli cagare addosso, non per farli cadere, scende alla corda, acquisendo velocità e si siede a spingere in curva. Breschel esce come un furia, ma Wouter ha chiuso l’interno. Il danese lo affianca, ma deve fare metri in più e la sua bici si impenna sulla parabolica. Rincula. Wouter lo vede, volta la testa ancora, si alza sui pedali. Vince bravamente la sua volata.
Taglia il traguardo come un combattente. Le braccia dritte, biondo, spalle larghe. Il velodromo applaude. Wouter Weylandt, urla il cronista. Wouter Weylandt, Wouter Weylandt!

Claudio


...oh, ghè riat Dancelli!
Ottavio
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Re: 108

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Claudio, grazie.


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tetzuo
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Re: 108

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splendido. Mi hai commosso


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grazie..


Fanta cicloweb 2015:
Tour 2015 - 19a tappa - SJ M.nne - Toussuire (24 Luglio)

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Re: 108

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Bellissimo intervento! Un applauso sincero!


Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto, ma il primo vero amore non si scorda mai: Merano-Aprica, 5 giugno 1994.
Fabioilpazzo
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Applausi.


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Re: 108

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sapevo che avresti scritto qualcosa del genere Claudio.

Brao, proprio bella


"Vai Marco, o salti tu, o salta lui...è saltato lui"
Marco Pantani, Montecampione 1998

Monsieur Kobram
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Subsonico
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Re: 108

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applausi!


VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...

"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
claudiodance
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Re: 108

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Grazie ragazzi,
alla kobram tutti col 108.
E magari adottiamo il nome collettivo WW (come Luther Blissett negli anni 90)

Immaginate l'ordine d'arrivo:

1. WW Andrea_web
2. WW claudiodance
3. WW Plata
.... ;)

ciao belli


...oh, ghè riat Dancelli!
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Plata
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Re: 108

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claudiodance ha scritto:Grazie ragazzi,
alla kobram tutti col 108.
E magari adottiamo il nome collettivo WW (come Luther Blissett negli anni 90)

Immaginate l'ordine d'arrivo:

1. WW Andrea_web
2. WW claudiodance
3. WW Plata
.... ;)

ciao belli
Bravo Claudio. Grazie.

Per la Kobram è giusto fare qualcosa. Doveroso. Pensiamoci su.


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Frejus
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Re: 108

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Grande Dance!


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pedalando
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Re: 108

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108


"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."
Eugenio Montale.


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ProfRoubaix
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Re: 108

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Ora ho capito cosa dicono, e quanta vita c'è in quell'apparente rumore di fondo che si sente sempre durante le premiazioni della Roubaix ...
Ri-grazie Claudio.


P.S. per la precisione: http://autobus.cyclingnews.com/road/200 ... id=results


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Abruzzese
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Re: 108

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Complimenti come sempre Claudio ! ;)


"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")

"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
claudiodance
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Re: 108

Messaggio da leggere da claudiodance »

ProfRoubaix ha scritto:Ora ho capito cosa dicono, e quanta vita c'è in quell'apparente rumore di fondo che si sente sempre durante le premiazioni della Roubaix ...
Ri-grazie Claudio.


P.S. per la precisione: http://autobus.cyclingnews.com/road/200 ... id=results
Ah, ecco, bastava saper cercare!
.......
10 Matti Breschel (Den) Team Saxo Bank 5.29
11 Wouter Weylandt (Bel) Quick Step
12 Andreas Klier (Ger) Cervelo Test Team
13 Frédéric Guesdon (Fra) Française Des Jeux
....

Breschel, l'ha saltato solo Breschel. Era da immaginare, velocissimo il danese.
Ma gli altri due se li è tenuti dietro. Bellalì!!
:)

Grazie Guido, sempre precisino come piace a tutti!
claudio


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Bob Fats
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Re: 108

Messaggio da leggere da Bob Fats »

Bella Dance, bravo !!

Ho visto una foto della madre di WW, all'uscita dall'ospedale di Lavagna, dopo aver visto, per l'ultima volta, il corpo del suo amato figlio e mi è venuto in mente un incontro.
Sabato a Venaria, nell'attesa di avere un autografo da Nocentini, ho conosciuto i genitori di Julien Berard, ragazzo di 24 anni passato tra i Pro lo scorso anno con la AG2R ed al suo primo grande giro. La madre, dopo avermi chiesto velocemente perché ero lì, mi ha subito dato una cartolina del figlio, dicendomi che era il quarto della fila e mi ha chiesto informazioni, preoccupata, sulla durezza di questo Giro e come si poteva raggiungere il Sestriere per sabato 28. Il padre ha cominciato ad elencarmi le tappe di un Tour anni 50 che aveva seguito come meccanico. Erano orgogliosi di JuJu, così lo hanno salutato per spostarsi all'arrivo di Torino.
Penso che per un padre ed una madre perdere un figlio sia una cosa terribile: non esiste infatti un termine, la moglie è vedova, il figlio orfano ed i genitori ?? Nessuno ha coniato un termine perché, normalmente, i genitori non sopravvivono ai figli.

Propongo per la Kobram il premio "108" all'11.mo arrivato, come nella Roubaix magistralmente descritta da Claudio ...


LANDO TEAM rulez
Grande Rivoluzione Universale sempre !!!
Serpa
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Re: 108

Messaggio da leggere da Serpa »

108 volte grazie per lo splendido intervento


claudiodance
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Re: 108

Messaggio da leggere da claudiodance »

Bob Fats ha scritto:Bella Dance, bravo !!

Ho visto una foto della madre di WW, all'uscita dall'ospedale di Lavagna, dopo aver visto, per l'ultima volta, il corpo del suo amato figlio e mi è venuto in mente un incontro.
Sabato a Venaria, nell'attesa di avere un autografo da Nocentini, ho conosciuto i genitori di Julien Berard, ragazzo di 24 anni passato tra i Pro lo scorso anno con la AG2R ed al suo primo grande giro. La madre, dopo avermi chiesto velocemente perché ero lì, mi ha subito dato una cartolina del figlio, dicendomi che era il quarto della fila e mi ha chiesto informazioni, preoccupata, sulla durezza di questo Giro e come si poteva raggiungere il Sestriere per sabato 28. Il padre ha cominciato ad elencarmi le tappe di un Tour anni 50 che aveva seguito come meccanico. Erano orgogliosi di JuJu, così lo hanno salutato per spostarsi all'arrivo di Torino.
Penso che per un padre ed una madre perdere un figlio sia una cosa terribile: non esiste infatti un termine, la moglie è vedova, il figlio orfano ed i genitori ?? Nessuno ha coniato un termine perché, normalmente, i genitori non sopravvivono ai figli.

Propongo per la Kobram il premio "108" all'11.mo arrivato, come nella Roubaix magistralmente descritta da Claudio ...
Bravo Bob! Appoggio la tua idea!
Molto meglio della mia!
Il landoteam, ma cosa fareste senza di noi? ;)


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il Cannibale
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Re: 108

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Bravo Dance!!!


"Gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare!"

Chissà com'è adesso la Domenica con Lei, dimmelo tu, che puoi sentire i brividi che da, dille che io, che io non l'ho tradita, che io non l'ho dimenticata mai... ed è per questo che ritornerei!
claudiodance
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Re: 108

Messaggio da leggere da claudiodance »

Ieri i funerali di Gand hanno visto un afflusso di migliaia di persone, diretta tv in belgio, maxischermi fuori dalla chiesa, presenza di molti corridori in attività ed ex.
Guardate le foto sul sito di het nieuwsblad, commoventi le sciarpe rosa dei compagni di squadra al Giro, le lacrime di Boonen, lo sguardo di un invecchiatissimo Musseuw, ma soprattutto la gente. Un ciclista indossa una maglia da corsa bianca e nera con scritto - 108 presente – molti con maglie Quick Step e Leopard. Wouter Weylandt, la sua morte, sono diventati una specie di patrimonio comune degli appassionati di ciclismo. Un patrimonio di condivisione intima e profonda di esperienze, sensazioni, movimenti, fatiche ed allegrie.
Una consolazione c’è, in questa vicenda. La morte di Weylandt apre uno squarcio di consapevolezza sul mondo del ciclismo da parte del grande pubblico dei non praticanti ed è una luce finalmente positiva. Questa consapevolezza parla di una vita di incredibili fatiche, di sogni di gloria, di passioni profondissime e di rischi grandissimi. Questa consapevolezza allontana la maschera d’infamia che il doping ha lasciato nell’immaginario collettivo della gente. Ora lo sanno tutti, il doping (quando c’è) è una frazione piccolissima nell’esperienza di vita di un’atleta come Wouter. C’è molto, molto, molto altro per arrivare a correre da professionista e tutto questo è infinitamente più grande e importante del maledetto dopage.
Questi uomini sono giganti. Non solo Contador, non solo Pantani, non solo Gilbert. Un corridore da 12 vittorie in carriera come Weylandt è stato un “piccolo campione” come mi ha detto Guido al telefono, e quindi uno “normale”, ma forte, vincente, ambizioso, bello, orgoglioso, felice ed è giustamente un simbolo per molti giovani che si avvicinano al nostro sport. Le foto della suo volto allegro saranno con noi per sempre, il numero 108 ci ricorderà qualcosa sempre. Non una tragedia, ma la bellezza e la felicità di una vita legata alle corse in bicicletta. Ci ricorderà giorni di straordinaria comunione da parte di una collettività trasversale, quella del ciclismo, che ne aveva tanto bisogno.
Vi lascio, dunque, con questo dettaglio, che ancora accapona la mia pelle: sempre Guido mi ha rivelato un dettaglio che non conoscevo. Nella discesa fatale il ragazzo smaniava di rientrare non per abitudine consolidata (come pensavo io), ma “…perché voleva vincere la tappa, capisci Claudio, voleva fare la volata e pensava di poter vincere!”

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Re: 108

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claudiodance ha scritto:Ieri i funerali di Gand hanno visto un afflusso di migliaia di persone, diretta tv in belgio, maxischermi fuori dalla chiesa, presenza di molti corridori in attività ed ex.
Guardate le foto sul sito di het nieuwsblad, commoventi le sciarpe rosa dei compagni di squadra al Giro, le lacrime di Boonen, lo sguardo di un invecchiatissimo Musseuw, ma soprattutto la gente. Un ciclista indossa una maglia da corsa bianca e nera con scritto - 108 presente – molti con maglie Quick Step e Leopard. Wouter Weylandt, la sua morte, sono diventati una specie di patrimonio comune degli appassionati di ciclismo. Un patrimonio di condivisione intima e profonda di esperienze, sensazioni, movimenti, fatiche ed allegrie.
Una consolazione c’è, in questa vicenda. La morte di Weylandt apre uno squarcio di consapevolezza sul mondo del ciclismo da parte del grande pubblico dei non praticanti ed è una luce finalmente positiva. Questa consapevolezza parla di una vita di incredibili fatiche, di sogni di gloria, di passioni profondissime e di rischi grandissimi. Questa consapevolezza allontana la maschera d’infamia che il doping ha lasciato nell’immaginario collettivo della gente. Ora lo sanno tutti, il doping (quando c’è) è una frazione piccolissima nell’esperienza di vita di un’atleta come Wouter. C’è molto, molto, molto altro per arrivare a correre da professionista e tutto questo è infinitamente più grande e importante del maledetto dopage.
Questi uomini sono giganti. Non solo Contador, non solo Pantani, non solo Gilbert. Un corridore da 12 vittorie in carriera come Weylandt è stato un “piccolo campione” come mi ha detto Guido al telefono, e quindi uno “normale”, ma forte, vincente, ambizioso, bello, orgoglioso, felice ed è giustamente un simbolo per molti giovani che si avvicinano al nostro sport. Le foto della suo volto allegro saranno con noi per sempre, il numero 108 ci ricorderà qualcosa sempre. Non una tragedia, ma la bellezza e la felicità di una vita legata alle corse in bicicletta. Ci ricorderà giorni di straordinaria comunione da parte di una collettività trasversale, quella del ciclismo, che ne aveva tanto bisogno.
Vi lascio, dunque, con questo dettaglio, che ancora accapona la mia pelle: sempre Guido mi ha rivelato un dettaglio che non conoscevo. Nella discesa fatale il ragazzo smaniava di rientrare non per abitudine consolidata (come pensavo io), ma “…perché voleva vincere la tappa, capisci Claudio, voleva fare la volata e pensava di poter vincere!”

108 presente
claudio
quoto tutto. per intero.
come avrei fatto con il messaggio con cui hai aperto questo thread.

grazie claudio, grazie mille, per saper riportare in parole un'emozione grande come questa.

ciao wouter.


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Re: 108

Messaggio da leggere da cauz. »

e aggiungo a parte. guardando le immagini del funerale ho intravisto uno stravolto robbie mcewen.
robbie e' arrivato fuori tempo massimo sull'etna domenica.
mercoledi' era a gand al funerale. non si e' ritirato dal giro per partecipare alle esequie, e' arrivato fuori tempo massimo e allora e' andato a gand.
non e' mai stato in squadra con wouter, dubito si allenassero insieme... e pure il gap generazionale mi fa pensare che siano stati anche rare volte a sgomitarsi fianco a fianco in volata.
eppure faceva parte della stessa strada, dello stesso faticoso sogno. e ieri era li'.


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Re: 108

Messaggio da leggere da claudiodance »

cauz. ha scritto:....eppure faceva parte della stessa strada, dello stesso faticoso sogno. e ieri era li'....
Esatto, è quello che ho in mente anche io. Condivisione.
Grazie, molto chiaro ed evocativo.


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Abajia
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(pedaletricolore.it)


Ciao, Wout. Sei arrivato. Primo! come volevi.
Ciao, Wout.



Grazie, Dance.


La superstizione porta sfortuna
(5000 B.C. and other philosophical fantasies, 1983, Raymond Merrill Smullyan)

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Fantaciclismo Cicloweb - edizione 2011

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Morris

Re: 108

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claudiodance ha scritto:108
Prendo una pausa dai disegni. Dieci minuti, ho in mente un nome e un cognome. Apro Google-immagini. Le foto si ordinano sul monitor come isolati di una città-giardino dai colori insoliti:blu-blu-nero-blu-nero-blu-blu-nero. Le maglie delle sue squadre, certo.
Architetto, anche se il fattore scatenante stavolta proviene da una tragedia, prenditi pure tutte le pause che vuoi e che puoi dai disegni.
Stupendo e struggente!
Grazie Claudio!


claudiodance
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Re: 108

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Grazie baffo. Non avrei voluto scrivere per circostanze così brutte, ma questa vicenda è destinata a rimanere nella memoria di tutti. Potere della tv, certo, ma anche incredibile partecipazione collettiva. La tappa di Livorno mi ha davvero colpito positivamente... Quanto negativamente i centomila (o almeno i più rumorosi) idioti dello Zoncolan.


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claudiodance
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Re: 108

Messaggio da leggere da claudiodance »

A mio avviso, la vicenda triste di Weylandt ha ancora qualcosa da dire di importante. Si tratta della questione inerente la sicurezza dei ciclisti.

Sgombriamo il campo dagli equivoci: nella morte di Wouter non vedo responsabilità di alcuno. Il percorso era degno, la discesa perfettamente asfaltata, l’intervento dei medici tempestivo e terribilmente “determinato” nel tentativo di strappare il belga alla morte (l’immagine del medico Garmin che, in ginocchio coi calzoni corti, incurante del fatto di non avere indossato i guanti in lattice, in uno scenario allagato di sangue, pratica il massaggio cardiaco, testimonia della veemenza senza calcoli e della generosità del primo soccorso prestato al ciclista). È abbastanza risaputo, i pericoli maggiori si corrono in caso di percorsi perfetti.
E che dire dell’inevitabilità di cadere rovinosamente quando di mestiere si fa quello di correre più veloci dei colleghi su una bicicletta. Siamo nel campo dell’ovvietà. Le cadute sono connaturate alle gare, il rischio anche, la sicurezza dei percorsi un’utopia.
Insomma, la classica fatalità contro cui nulla si può.
Però no. Qualcosa si può, almeno credo. Di questo si è fatto promotore Cicloweb, nella persona del mio barba preferito, il mefistofelico M. Grassi. In una manciata di articoli, mi pare anche precedenti all’incidente, si accenna alla possibilità di AIRBAG, giubbetti, caschi speciali, collari di sicurezza, scudi di protezione alla colonna vertebrale.

Ebbene, credo che questi articoli siano il fiore all’occhiello di tutta la storia del sito e della visione di Marco sul ciclismo.
Marco Grassi è una persona adorabile, eppure io, che sono un cattivone, l’ho sempre considerato bravo, ma, insomma, un po’ troppo digiuno di ciclismo “CICLISMATO” per assistere compiutamente la sua abilità di raccontatore delle vicende agonistiche. In sostanza gli rimprovero una eccessiva distanza dalla pratica. Non che sia una cosa grave, ma l’ho detto, sono un gran rompi palle. In questo caso però, la sua “presunta distanza” deve avergli consentito una prospettiva migliore, una visione d’insieme meno miope della realtà. La battaglia sull’utilizzo delle nuove tecnologie per dare sicurezza ai ciclisti è SACROSANTA. Marco Grassi merita un applauso grosso così e credo debba essere incoraggiato a continuare.
Spero ci siano altri articoli, iniziative, sondaggi, interviste e tutto quanto possa far cambiare l’opinione su questo fatto.

Personalmente pagherei volentieri 5-600 euro un casco che, in caso di caduta, mi avvolgesse la testa in un cuscino salvavita. Così come butterei tutte le magliette da ciclismo per prendermene tre o quattro con uno scudo in kevlar sagomato (tipo sciatori) sulla colonna vertebrale. Ho grande fiducia nella capacità di sviluppare e produrre sistemi sicuri, leggeri e comodi. Ci vorranno degli anni, ok, ma facciamolo. Sensibilizziamo l’ambiente. Guardate il progresso dei caschi! I primi integrali erano scodelle pesanti e opprimenti, oggi un caschetto di ultima generazione è comodissimo e perfettamente areato. Io non riesco nemmeno a uscire se non lo indosso!!
Insomma Marco, non ti adagiare! In nome di Wouter, prendila così, fallo in nome suo. Che il sacrificio del ragazzone di Gand non sia stato vano. Porta avanti la cosa, inventati il modo, chiedi aiuto, che ne so!?! Molla la questione del doping, è infinitamente meno importante, non trovi??

Quando, fra dieci anni, il mio amico Gianni mi chiamerà per dirmi: “…oh claudio, da queste parti un’amatore si è schiantato in discesa contro un TIR. La bici da buttare, due gambe fratturate, ma pensa, al maxilofacciale non l’hanno neanche portato. L’airbag lo ha salvato!! Aveva gli occhiali intatti!!”, ebbene, sarà un momento di grande gioia. E il merito se lo godrà tutto Marco, giustamente.
Alè. Ciao,
claudio


...oh, ghè riat Dancelli!
pitoro
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Re: 108

Messaggio da leggere da pitoro »

Ciao Claudio.

Ovviamente quoto tutto e applaudo il nostro amato Admin. Peccato che i corridori non ne vogliano sapere. Da loro sono pervenuti solo risolini e spallucce, anche il giorno dopo la caduta di WW. Evidentemente per loro (imbeccati a dovere) sono solo le radioline a garantire sicurezza.
Occorrerà un intervento dall'alto, come in altri campi. Lascia che Pat entri nel capitale azionario di Dainese e vedrai che ci si arriva al volo. Servirà comunque anche un ulteriore passo avanti della tecnologia per rendere meno invasivi i nuovi sistemi di protezione.

Un abbraccio


claudiodance
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Re: 108

Messaggio da leggere da claudiodance »

pitoro ha scritto:Ciao Claudio.

Ovviamente quoto tutto e applaudo il nostro amato Admin. Peccato che i corridori non ne vogliano sapere. Da loro sono pervenuti solo risolini e spallucce, anche il giorno dopo la caduta di WW. Evidentemente per loro (imbeccati a dovere) sono solo le radioline a garantire sicurezza.
Occorrerà un intervento dall'alto, come in altri campi. Lascia che Pat entri nel capitale azionario di Dainese e vedrai che ci si arriva al volo. Servirà comunque anche un ulteriore passo avanti della tecnologia per rendere meno invasivi i nuovi sistemi di protezione.

Un abbraccio
:D va bene, va bene che pat ci guadagni quel che serve, se il fine è la sicurezza.
I ciclisti impareranno. Non volevano nemmeno l'integrale. Ci vuole l'obbligo, sono d'accordo.
ciao bello
grazie del sostegno.


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Re: 108

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claudiodance ha scritto:Molla la questione del doping, è infinitamente meno importante, non trovi??
Sempre detto!!!

Per il resto (a parte che mi confondi/ete...), non molleremo la presa su questo tema, tranquilli ;)


Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
claudiodance
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Re: 108

Messaggio da leggere da claudiodance »

Admin ha scritto:
claudiodance ha scritto:Molla la questione del doping, è infinitamente meno importante, non trovi??
Sempre detto!!!

Per il resto (a parte che mi confondi/ete...), non molleremo la presa su questo tema, tranquilli ;)
Bravo, naturalmente il Lando team (con tutta la sua classe e la sua inarrivabile eleganza) è disposto a fare da tester per tutti i nuovi materiali che ti farai consegnare dalle ditte.
Ti comunicheremo le taglie, a tempo debito :mrgreen:


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Re: 108

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ci pensavo proprio oggi a wouter, non so bene perche'...
evidentemente ho portato bene a farrar, che finalmente e' riuscito a ricordare l'amico come se lo meritava.

http://www.cicloweb.it/news/2011/06/16/ ... landt.html


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Re: 108

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cauz. ha scritto:ci pensavo proprio oggi a wouter, non so bene perche'...
evidentemente ho portato bene a farrar, che finalmente e' riuscito a ricordare l'amico come se lo meritava.

http://www.cicloweb.it/news/2011/06/16/ ... landt.html
ci voleva proprio
:clap: :clap: :clap:


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Re: 108

Messaggio da leggere da Alcyon »

Applausi e massima condivisione dei pensieri per tutto quanto scritto da Claudio in questo thread.
Mi unisco a lui nel "tifare" il Nostro Grande Admin per non mollare la presa su certi preziosissimi argomenti!!!


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claudiodance
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Re: 108

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Ed eccolo, Marco, puntuale scrivere di sicurezza dopo l'orgia sanguinosa e truculenta dell'ultima tappa della boucle. Benissimo il piano del coinvolgimento di diverse realtà nel mondo del ciclismo. Sottolineo l'aspetto della ricerca a carico delle aziende, che ne trarrebbero futuri giovamenti economici.
Unica critica, ma lo faccio per continuare il gioco delle parti, non andrei oltre l’indicazione dei dispositivi salvavita fino a proteggere tibie, scapole etc. Per scelta strategica, mica per altro. Pensiamo a salvaguardare le “centraline” del nostro ciclista: testa (cervello) e colonna vertebrale (midollo spinale). Il resto fa male, ma si aggiusta e potrà essere oggetto di futuri approfondimenti. Non diamo adito ad atteggiamenti conservativi da parte dei corridori stessi del tipo “oh, ma mica posso mettermi le ginocchiere per fare il Galibier!?!?”
Risposta: “Le ginocchiere no, ma un casco con airbag e un leggerissimo esoscheletro mobile in kevlar che ti protegga tutta la colonna vertebrale Sì!!!”


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Alcyon
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Re: 108

Messaggio da leggere da Alcyon »

Premesso che trovo molto appropriata la "precisazione" di Claudio, voglio dare un'interpretazione personale al forte impulso di Marco.
La sua forse vuole essere un'inziativa, diciamo così, "sindacale": chiediamo TANTO sul tavolo delle trattative, per poi ottenere certamente meno in fase di chiusura della negoziazione. La speranza è che quel "meno", sia comunque un qualcosa di tangibile e soddisfacente.

Resta il fatto che siete da :clap: :clap: :clap:


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Re: 108

Messaggio da leggere da MarcoRimini »

claudiodance ha scritto:Non diamo adito ad atteggiamenti conservativi da parte dei corridori stessi del tipo “oh, ma mica posso mettermi le ginocchiere per fare il Galibier!?!?”
Risposta: “Le ginocchiere no, ma un casco con airbag e un leggerissimo esoscheletro mobile in kevlar che ti protegga tutta la colonna vertebrale Sì!!!”
:clap: :clap: :clap:
Dovrebbero essere i corridori in primis ad esigere prepotentemente l'immediata applicazione di certi accorgimenti!!!!
Invece aleggia un silenzio imbarazzante anche sulle cadute diciamo "fuori norma", colleghi trascinati o falciati da moto e auto dell'organizzazione, ma nessuna reazione concreta, a parte qualche Twittata per sfogarsi.
Vediamo oggi che atmosfera si respirera' alla partenza.


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Killer
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Re: 108

Messaggio da leggere da Killer »

E' nata Alizeè figlia dello sfortunato Wouter Weylandt, il corridore belga della Leopard Trek morto in seguito a una caduta a venti chilometri dalla fine della terza tappa, da Reggio Emilia a Rapallo, del Giro d’Italia di quest’anno. Alla piccola Alizeè e alla mamma Ann-Sophie auguriamo una vita felice!

Fonte:tuttobiciweb.it


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cauz.
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Re: 108

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un dettaglio delle bici con cui la RS sta correndo la paris-nice (e penso ogni altra corsa)
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Spartacus
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Re: 108

Messaggio da leggere da Spartacus »

Portano un ricordo sulle loro bici anche quelli della OPQS


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Coppel
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Re: 108

Messaggio da leggere da Coppel »

Spartacus ha scritto:Portano un ricordo sulle loro bici anche quelli della OPQS
Chi? :uhm:


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Spartacus
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Re: 108

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bartoli
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Re: 108

Messaggio da leggere da bartoli »

Giù il cappello Claudio ;)
Ero in Spagna ed avevo appena finito di lavorare, mi collegai a TeleDeporte per vedere il finale della tappa e vidi quelle immagini ...


Soffrire, cadere, rialzarsi, vincere. Questo è il vocabolario del ciclismo e della vita
claudiodance
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Re: 108

Messaggio da leggere da claudiodance »

Uau, belli questi ricordi sui telai delle bici.
La grafica sulla trek madone di Monfort è bellissima. Vale da sola l'acquisto della bicicletta.....beh, avendo i soldi per comperarla!! :D


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alfiso

Re: 108

Messaggio da leggere da alfiso »

Settimana prossima ci sarà la Nokere Koerse, gara che mi piace tantissimo (vabbeh come tutte le fiamminghe di questo periodo).
Era il 2008 e sul kasseien del Nokereberg:


claudiodance
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Re: 108

Messaggio da leggere da claudiodance »

alfiso ha scritto:Settimana prossima ci sarà la Nokere Koerse, gara che mi piace tantissimo (vabbeh come tutte le fiamminghe di questo periodo).
Era il 2008 e sul kasseien del Nokereberg:
Uh, stupendo!Grazie, alfiso!
Bell'arrivo, grande Wouter....bellissima gara questa Nokere!!


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claudiodance
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Re: 108

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Bell'articolo di Pastonesi sulla gazza di ieri, primo maggio.


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Strong
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Re: 108

Messaggio da leggere da Strong »

aggiungo anche la famiglia di Wouter è stata aiutata (ecomicamente) da Armstrong e che il Giro d'Italia
darà sostentamento economico alla figlia fino al compimento dei 18anni.

Queste sono sono le persone che la moglie e il padre di Wouter hanno voluto ringraziare.


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
Monsieur
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Re: 108

Messaggio da leggere da Monsieur »

Middleburg, Giro d'Italia 2010.
Arrivo al traguardo della cittadina olandese in ammiraglia Colnago-CSF, passo tra la folla assiepata già ad aspettare i ciclisti e parcheggio un po' distante dal traguardo, fuori dalle zone col pass, perché la sera mi aspetta - insieme allo staff del team - un "viaggetto" fino alle porte di Alba, in vista della prima tappa italiana.

Non è una bella giornata per la squadra. Pozzovivo è rimasto in mezzo ad un ventaglio aperto sulla costa del mare del Nord e pagherà tanti minuti all'arrivo. Però in un gruppetto che s'avvantaggia e sta cercando di anticipare la volata di gruppo c'è Sacha Modolo, che qualche mese fa è arrivato 4° alla prima Milano-Sanremo e quindi poco importa che sia un neopro', è decisamente uno dei favoriti.
Sotto lo striscione del traguardo sono in tanti a dirmi di prepararmi, ché Sacha ha ottime possibilità di vittoria. Lo so anch'io, figuriamoci, ma snocciolo i nomi di altri corridori veloci: «Guardate che Greipel, Brown, Förster e Weylandt non sono là davanti per far vincere noi».
Alessandro Tegner, collega della Quick Step, ascoltando queste parole mi guarda e sorride. Anche lui è nelle mie stesse condizioni: un uomo veloce, anche se non il più veloce, davanti nei 20 che si giocheranno la tappa.

A circa 4 km dal traguardo, poi, Pinotti si arrota con un altro corridore e finisce per terra e Modolo - che arriva da dietro - non fa in tempo a scartarlo e lo centra: per terra anche il veneto. Non c'è neanche il tempo per restare delusi, ché una volata del genere merita di essere guardata con trasporto anche se a giocarsela non c'è nessuno dei "miei". Greipel perde la ruota di Goss, che lancia praticamente lo sprint al belga, che prima chiude la curva a sinistra all'interno e poi si sposta al centro della strada, compostissimo e con le spalle larghe, per contenere il ritorno di Brown, che finisce ad una bici abbondante di distanza.

Guardo Tegner correre da Weylandt, i due si abbracciano, gridano e ridono. Sono felici.


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