Sono rimasto sorpreso che non ve ne fosse uno aperto, a parte quello sulla Crisi Rcs, intesa come crisi finanziaria del gruppo, forse non proprio adatto e ben augurante.
Rimando ad Admin sulla collocazione di topic e post in via definitiva.
Pps. Quando ho parlato di lettorato "acculturato" non intendevo ovviamente il significato oggettivo, ma solo la forma utilizzata nelle analisi dei dati socio-demo tipici dei tools usati in pubblicità. Chi segue Tv Talk o i siti di Nielsen, Antonio Genna, Davide Maggio, ecc. sa bene cosa intendo.BenoixRoberti ha scritto:La liberalità di fruizione del prodotto editoriale è connaturata alla logica stessa di prodotto.34x27 ha scritto:Come in TV col telecomando, o al bar con l'avventore antipatico, basta skippare le pagine che non interessano.BenoixRoberti ha scritto: Il problema è che la Gazzetta ha acquisito nuovi lettori soft-porno gossipari e perso gli storici lettori hard-core sportivi.
Se poi in copertina scrivono due righe in un angolino sperduto su Balo-Fanny anzichè della 3^ tappa del Tour of Gila, pazienza.
Ovviamente poi ognuno è libero di scrivere la propria opinione.
Il mio post era focalizzato sulla figura di Monti e sulla difesa, di forma, del suo operato in Gazzetta, in linea con la richiesta del suo editore di riferimento.
Il suo prodotto non mi piace come non piace a tanti che consumano informazione sportiva di qualità. Non è lo spazio skippabile Balo-Fanny che rende il prodotto indigesto, bensì la caduta complessiva di qualità del prodotto (anche nel considerato calcio) che, purtroppo va detto, è in linea con il calo complessivo di qualità dei quotidiani, falcidiati dalla continua erosione della rete.
La rete erode per completezza e qualità lettorato dei quotidiani generalisti e nazionali e nell'ambito di una caduta quasi irreversibile si crea un prodotto adatto alla parte meno acculturata del paese, un posizionamento che purtroppo è l'anticamera della morte.
Monti dal punto di vista delle vendite ha fatto un discreto lavoro (ha perso meno di altri quotidiani), ma il suo prodotto non è più la Gazza che piacendo e meno le opinioni si faceva leggere, faceva discutere e faceva cultura sportiva.
Fino a che questo vuoto di contenuti (ma anche di servizio) rimane percepito nella lettura della Gazza poco male. Il vuoto invece si percepisce come una enorme stonatura quando il nostro viene coinvolto come opinionista in una trasmissione televisiva, sottoponendo il telespettatore ad un fuoco di fila di banalità asfissianti, palesando una scarsa preparazione sul campo.
Questo stride con le critiche rivolte qualche mese da Rcs alla Rai ed alla qualità del suo prodotto. Peccato che quest'anno appaia evidente lo sforzo Rai per migliorare il prodotto, con una produzione incalzante di buon ritmo e qualità (binomio non facile da combinare), e che nel mentre la Gazzetta snobbi il prodotto in house, seguendo il Giro con contenuti scadenti (superati dalla concorrenza esterna) e soprattutto non assecondando il più che discreto lavoro svolto quest'anno da Rcs Sport, che puntando sulla qualità incredibilmente ha ridotto in modo sensibile il gap con Aso (Tour de France).
Per il momento direi che le cose stanno così:
Rai-Rcs (Gazzetta) 3-0
Rai-Rcs Sport 3-3
e per induzione: Rcs Sport-Rcs (Gazzetta) 3-0 (retticato, grazie a Galliano )
Ps. Ho scritto chiudendo un occhio sugli inglesismi di Acquarone
La critica alla Gazzetta non viene solo dai terroristi contestatori, ma spesso anche da chi ha lavorato per anni in quel gruppo, o di chi ci lavora ed ha la sensibilità editoriale per valutare le scelte (dell'editore, non del direttore). E per mie ragioni personali non faccio nomi.
Una volta sulla Gazzetta scrivevano degli scrittori (uno, Alfio, è stato un carissimo collega), oggi twittano soltanto, come il pellegrino che invia il presente post.
Ppps.
La Ale DeSte a volte inciampa in palesi errori tecnici di interpretazione delle gare, ma come scrittrice (anche se twitta da Dio) è molto brava. Ed è una gran lavoratrice.
Nelle redazioni dei giornali oggi ci sono degli ottimi elaboratori di contenuti annusati in rete. Se la tv copre bene un evento e poi si accede ai contenuti in rete (soprattutto di approfondimento sui soliti siti leader del nostro settore), la Gazzetta del giorno dopo ha lo stesso appeal del catalogo della Lidl.
Evito di parlare di CW che è una casa, ma se un Wiggins ha potuto mostrare quell'elegante performance di cultura ciclistica, non penso che lo abbia fatto leggendo l'odierna rosea, ma piuttosto siti e blog eccelsi come Inner Ring.
Per fortuna sul Corriere (sempre Rcs), ad esempio, c'è ancora chi parla di ciclismo con una cultura, qualità e profondità pur rimanendo nell'ambito del costume e senza scadere nel gossip mediatico. Aldo Grasso.
E in generale le grandi firme (giornalisti/e) del ciclismo oggi non si trovano sulla Gazza, ma spaziano fra giornali vari, siti, loro blog e pure account twitter.
Non serve fare nomi, M.G., C.G., P.A.S., M.B, M.R., G.D.M. e per la passione (se non scrivesse un mare di ...) pure E.C..
Personalmente per mio gusto personale adoro la tecnica di scrittura di Francesco Sulas, ma parlo solo di tecnica di scrittura.