Scusa Admin, non c'entra nulla con la discussione che state facendo , ma mi è venuta in mente la storia della volpe e dell'uva.
Oddio quanto fa schifo l'uva che non ho potuto avere !- dice la volpe.
Ma cara volpe, io ho 56 anni, non te la prendere così...
Sai, nel 2004, dieci anni fa, su un blog che avevo aperto io scrissi Il capro espiatorio e, toh, guarda un po' che scrivevo nel 2004 ( poi Tonina Pantani l'ha stampato), pensa un po' . E con questo non vi tedio più con la triste storia della volpe frustrata perché non ha potuto avere l'uva, ho tante frustrazioni a cui pensare ( dice la volpe) mettermi a seguire le contorsioni di una volpe senza nome, di un nick name ( e non solo uno)che mi ama così tanto da essere ossessionato da me, sinceramente è troppo. Quando ero adolescente mi avrebbe fatto piacere, chissà.
Ciao, volpe! La tua uva
Variazioni sul tema.
Guardiamo la vicenda di Marco da un altro punto di vista, forse il più importante, la storia del Prof. Francesco Conconi.
Seguiamo la vicenda di Conconi sul giornale Repubblica.
Fissiamo, per comodità, una data simbolica: il 1996 .
Durante il Giro d’Italia si verifica l’oscuro episodio del blitz fallito dei Nas, il blitz fallisce perché qualcuno avverte i direttori sportivi delle squadre dell’imminenza della perquisizione.
In realtà , nel 1996, il ciclismo non aveva il seguito che avrà nel 1998/99, lo scandalo del doping nel calcio non era ancora scoppiato, nessuno reclamava che il ciclismo sacrificasse qualcosa per salvare lo sport italiano: perciò l’iniziativa del magistrato che ordina il blitz è bloccata sul nascere, dallo stesso ambiente ciclistico,probabilmente.
Il Prof. Conconi, prima vice e poi rettore dell’Università di Ferrara, studioso geniale e anticonformista, privo dei tratti seriosi dei baroni universitari, ciclista praticante, modi simpatici , è un personaggio già molto chiacchierato. Ha ammesso di aver praticato l’autoemotrasfusione prima che il Cio la dichiarasse pratica illegale ma si sospetta che abbia smesso solo quando questa tecnica viene superata dall’utilizzazione di una sostanza ( l’Epo) molto più potente, da lui studiata per fini terapeutici: ma uno scienziato ha sempre curiosità ulteriori.
Ad aprile 1996 l’Ulivo vince le elezioni, Prodi, molto amico di Conconi, pensa di nominarlo , nel suo governo, sottosegretario con delega allo sport. Sulla Repubblica esce un articolo contrariato di Gianni Mura, la contrarietà è dovuta soprattutto al fatto che Conconi non avrebbe la necessaria esperienza per questa carica.
Alla fine del 1996 esce , sulla Gazzetta dello Sport, un articolo che rende pubblica l’esistenza di un dossier DI DUE ANNI E MEZZO PRIMA , preparato da Sandro Donati, membro della Commissione scientifica del CONI , in cui si denunciava la diffusione capillare dell’Epo nello sport e il ruolo di Conconi e della sua équipe in questa diffusione, Donati chiedeva l’intervento della magistratura. Il dossier giace per due anni e mezzo nei cassetti dei dirigenti del Coni ( cioè, presumibilmente, dai primi mesi del 1994) fino alla pubblicazione della Gazzetta dello Sport.
A quel punto lo scandalo non può essere ignorato e Repubblica segue le indagini del Coni, le prime perquisizioni a Ferrara, il tono è, tuttavia, moderato rispetto a quello che vedremo qualche tempo dopo, in pochi mesi ,dell’indagine su Conconi non si parla più.
Tanto che il 7 giugno 1998, Repubblica, in occasione della cronometro di Lugano al Giro che sarà vinto da Pantani, manda Marco Marozzi a seguire la corsa in casa Prodi,presidente del Consiglio.
Nell’articolo si parla di Conconi come amico e compagno di pedalate di Prodi. Conconi viene definito “ medico sportivo famosissimo, ulivista tifosissimo”, senza alcun accenno al dossier di Donati e alle indagini che non si sono concluse.
Il 19 luglio 1998 , viene intervistato dal giornale sullo scandalo doping al Tour, in qualità di Presidente della Commissione medica UCI ( senza accenni all’indagine giudiziaria).
Ma tra la fine di settembre e i primi di ottobre 1998 va in crisi il governo Prodi, tanto che il 9 ottobre si verifica la caduta del governo stesso.
Su questo sono stati scritti fiumi di inchiostro , soprattutto sui sospetti sul ruolo di D’Alema nella caduta di Prodi per poterlo sostituire, cosa che, in effetti, accade., Non bisogna avere l’ingenuità di credere che il potere funzioni secondo strategie occulte razionali, elaborate e messe in atto intenzionalmente attraverso ordini espliciti, non sempre è così, spesso il potere funziona per inerzia, per sussulti, per impulsi irrazionali, per segnali, per eccessivo zelo di qualche portaborse, non c’è un disegno , un piano, un complotto ma, a un certo punto, ciò che è prodiano, dentro l’Ulivo, diventa attaccabile, il segnale è che “si può fare”, il fine è consolidare e legittimare il “dalemiano” ( che governa , legittimamente dal punto di vista costituzionale, ma senza essere confortato dal voto degli elettori che avevano votato Prodi).
Comunque stiano le cose, c’è una coincidenza di date, nei primi giorni di ottobre va in crisi il governo ( il 9 ottobre cade), il 2 ottobre si comincia a sapere che l’inchiesta giudiziaria su Conconi sta arrivando a delle conclusioni e Repubblica ricorda, dopo quasi tre anni, il dossier Donati e i finanziamenti del Coni a Conconi, in quel dossier, scrive il giornale, Francesco Conconi e Michele Ferrari ( collaboratore poi divisosi da Conconi) sono indicati come il punto di partenza del doping in Italia.
Il 4 ottobre il linguaggio si fa pesante, le accuse non sono più sospetti ma certezze, sentenze di condanna già pronunciate, Emanuela Audisio definisce Conconi “ il Professor sangue”, sono passati solo quattro mesi da quando veniva definito famosissimo professore ( il dossier Donati era noto a tutti già dal 1996).
Il 30 ottobre 1998, Conconi e Pescante ricevono l’avviso di garanzia , l’indagine giudiziaria, sotterranea dal 1996 all’ottobre 1998, esplode con virulenza.
Perquisizioni a Ferrara, perquisizioni e interrogatori di atleti, soprattutto ciclisti, inizia un incalzare incessante di nomi, eppure ,MAI, in più di due anni di numeri di Repubblica consultati, viene sfiorato quello di Pantani .
E’ vero che l’indagine è all’inizio, che nulla si sa ancora (ufficialmente) del file che diventerà famoso, ma i nomi degli altri vengono fatti, se si cita un medico indagato si scrive di chi è medico.
Fra i collaboratori di Conconi c’è il Dott. Grazzi , medico della Carrera del 1994/96, presto Grazzi entrerà fra gli indagati ma Repubblica non dice MAI i nomi Pantani e Carrera. Pantani è ancora la gallina dalle uova d’oro del ciclismo, è presentato come il simbolo del ciclismo pulito, quello che ha salvato il Tour del 1998.
I primi nomi sono quelli dei corridori della Gewiss-Ballan di Riis su cui si dice ogni particolare sull’epo, sui valori di ematocrito, la sentenza che condanna è pronunciata sui giornali.
Ma in pochi mesi l’intero mondo del ciclismo è oggetto di perquisizioni e interrogatori: Gotti, Axel Merckx, Savoldelli, Tonkov, Cipollini, Chiappucci, Bartoli, Bugno, Fusi e tanti altri : vengono rivelati valori di ematocrito, le indagini si intrecciano ( quella di Ferrara, quella sulla farmacia dei Giardini Margherita a Bologna), il ciclismo, fra gli sport, è il più bersagliato ( visto che solo dei ciclisti si conoscono i valori di ematocrito) ma vengono fuori anche nomi di altri sportivi seguiti da Conconi.
Mai quello di Pantani.
Eppure , mentre i ciclisti coinvolti esibiscono una finta tranquillità e esprimono la loro tensione in forme private, l’unico che esce allo scoperto per denunciare l’accanimento sui ciclisti è colui che si sente, e viene considerato dagli altri, il capo del branco: Marco Pantani.
Il 29 gennaio 1999, Pantani rilascia una rabbiosa intervista, il cui titolo su Repubblica è: Pantani si ribella,non siamo delinquenti.
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In quel periodo Conconi ,che ha una sincera curiosità e genialità scientifica, sta studiando il metodo per trovare l’epo ai controlli.
Il 4 aprile 1999 Francesco Moser dichiara: l'epo la prendono tutti.
Il ciclismo non è il solo sport a cadere nella polvere, il calcio è sempre più nel mirino per il doping e le indagini su Conconi fanno emergere responsabilità pesantissime del Coni e dei suoi dirigenti
Abbiamo già visto come , sommersi dallo scandalo e dalle indagini, i dirigenti del Coni rispolverino frettolosamente la Commissione scientifica sul doping a cui affidano il progetto “Io non rischio la salute” per ridare al massimo organo di governo dello sport un minimo di credibilità e di respiro.
Abbiamo visto il fallimento della campagna a causa del rifiuto degli atleti e delle federazioni di aderirvi, a quel punto il ciclismo ( e la FCI che, politicamente, sono notoriamente schierati) diventa indispensabile. La FCI accetta i controlli del Coni ( anche se i ciclisti sono gli unici atleti a sottoporsi già ai controlli dell’UCI), i corridori si ribellano ( naturalmente allo scoperto esce solo Pantani al Giro 1999).
La campagna “Io non rischio la salute”, non basta più,emerge,forse, la necessità di un segnale fortissimo, che restituisca credibilità al Coni e, soprattutto, ai suoi dirigenti, che mostri la volontà di colpire anche “gli dei”, un segnale di rinnovata pulizia perché lo scandalo perda visibilità, lo scandalo deve concentrarsi su uno solo: un capro espiatorio, popolarissimo ma appartenente a uno sport poco importante per il Coni: il ciclismo professionistico che vive di sponsor, un ciclismo che, grazie a Marco, ha tolto sponsor e visibilità ad altri sport, ha modificato i rapporti di forza fra le federazioni, il ciclismo deve immolare il suo rappresentante più grande per salvare lo sport italiano ( e i suoi dirigenti). La FCI proclama che la generazione dei Pantani deve sparire......................................
I blitz non falliscono più.
Il momento richiede il massimo della visibilità dello scandalo sul ciclismo e su Pantani ,
deve diventare il dopato d’Italia: e lo diventa.
Il nome che non è stato mai fatto viene offerto al pubblico ludibrio: il 12 giugno 1999, per la prima volta, Repubblica parla del Dott. Grazzi come del medico della Carrera di Pantani.
Guardiamo come il 20 novembre 1998, quando Pantani era lo sport pulito, il sito di Eugenio Capodacqua annunciava ulteriori avvisi di garanzia dell’inchiesta di Ferrara ( notare i nomi degli atleti, loro vengono citati, e come viene presentato Grazzi).
“Gli ultimi sviluppi dell' inchiesta condotta dal Pm Pierguido Soprani giungono dopo che tre settimane fa vennero fatte una serie di perquisizioni, tra cui quelle delle abitazioni del prof.Francesco Conconi, del suo ex allievo Michele Ferrari e dell' ex presidente del Coni Mario Pescante. Gli ultimi avvisi di garanzia hanno raggiunto, oltre al dott.Mazzoni, altri due ferraresi, il biologo Ilario Casoni e Giovanni Grazzi che di Conconi è collaboratore stretto; il belga Jean Vanmol, preparatore di ciclisti, fra cui Chioccioli e Museeuw; il padovano Fabio Schiavo, ex allenatore di Francesca Delon; il funzionario del Coni Michele De Lauretis; l' ex campione di decathlon ed ora medico sportivo Daniele Faraggiana; Carlo Santuccione, preparatore atletico, fra gli altri, del ciclista Rodolfo Massi; Luigi Cecchini, preparatore di Bartoli e Luperini; Jakob Lechthaler, massaggiatore della Federazione italiana di canoa."
Dopo Campiglio, per Capodacqua , è “risaputo che la Carrera e Pantani erano seguiti da Conconi fino al 1995” .
Il 10 giugno 1999 ( cinque giorni dopo Campiglio), inizia l’indagine di Guariniello sull’incidente alla Milano- Torino, poco dopo la situazione di Pantani (vedi
www.sportpro.it) diventa quella di chi è indagato già da tre procure , due, in realtà, perché quella del PM Soprani che indaga sul caso Conconi manterrà fermissima la linea degli atleti solo testimoni al processo. TUTTI GLI ATLETI TESTIMONI, NON ALCUNI TESTIMONI E ALTRI IMPUTATI.
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In pochissimo tempo l’esempio di sport pulito è seguito già da tre procure ( alla fine saranno sette), Quando, frettolosamente , si dice che, in fondo, era stato condannato solo a 15 giorni di sospensione e che volendo poteva continuare a correre già al Tour, si faccia attenzione alle date e a quello che succede: già meno di una settimana dopo Campiglio Pantani era perduto.
Alla fine della vicenda Conconi, guardiamo cosa è realmente accaduto: Conconi è stato assolto ( questo conta, non le motivazioni della sentenza e la prescrizione), la sua carriera non è stata sfiorata dallo scandalo ( non ha mai cessato di essere rettore dell’Università di Ferrara, professore universitario e ricercatore); i dirigenti del Coni coinvolti nell’inchiesta ( tutti prosciolti e assolti) sono ai loro posti di potere, nemmeno scalfiti dalle motivazioni della sentenza, per difendere Ceruti si mosse l’Ulivo con un’interrogazione parlamentare sui metodi duri degli inquirenti, i giornalisti sono tutti lì, pochissimi ciclisti hanno avuto ripercussioni sulla loro carriera ( erano personaggi troppo piccoli,compreso Cipollini, per divenire capri espiatori).
Nel 1997 , Marco Pantani , in un’intervista televisiva a Gianni Minà, parlando del doping diceva testualmente: E’ tutto alla conoscenza di tutti……….
In questo gioco delle parti, aveva ragione lui………
Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
Lasciamolo in pace un cazzo!