giordano ha scritto:Pensare che intervistato davanti alle telecamere si faceva vanto che avevano affrontato la gara ad altissima velocità e lui era riuscito ad avere la meglio. Ebbi modo di conoscerlo ma non in modo approfondito ai tempi della Pennelli Cinghiale se non ricordo male. A questi livelli nessuno è pulito, forse in inverno si salvaguardano la salute tant'è che in salita,anche se con la lingua arrotolata sul mozzo anteriore riuscivo a tenerne le ruote. In piena stagione tenevano dei ritmi insostenibili per chi va a tartine e prosciutto, gel e barrette.
ciao giordano, guarda io mi sono convinto che al livello di cui parli tu, non sia così generalizzato il doping, soprattutto nelle gf. Qualcuno lo conosco o l'ho conoscuito personalmente, per carità non si sa mai, ma non direi doping quanto piuttosto sacrifici su sacrifici, magari esagerati rispetto alla soddisfazione/ricavo.Vanno forte sì, ma il livello è ancora umano. Ti possono fare un 1500 di vam, ma a stento, su salite anche lunghe, non però in gran fondo con tanti metri di dislivello, altrimenti stanno un centinaio di metri in meno. Insomma, c'è chi anche su queste VAM, avendo talento e fondo naturale, è NEL SUO.
Certo, se conosci la storia di ciascuno, ti accorgi che alcuni lo sono, perché lo sono sempre stati, altri, lì davanti, non ci dovrebbero proprio essere. Gente che nelle categorie giovanili vinceva solo corse semi-piatte allo sprint e nelle uscite si staccava sulle salite di 2 o 3 km.
In generale, penso sempre che il valore, il livello del corridore, nelle categorie non professionistiche, lo vedi d'inverno. E qui vengo a quello che fai osservare tu.
Quando la condizione di tutti è in calo, il peso ritorna su livelli meno esasperati, la preparazione specifica viene abbandonata, lì ti rendi di chi PRECEDENTEMENTE era "oltre" e chi invece era sostanzialmente NEL SUO.
Quando uno è su livelli non esasperati di condizione e quindi sulla presatazione che fa, diciamo nel vuore della stagione, ha pur sempre quel giusto e salutare margine che dovrebbe avere uno sportivo amatoriale VERO, uno che ha anche altre priorità nella vita; quando questo margine c'è e quindi la prestazione dell'atleta anche nel miglior periodo della stagione è pur sempre un 5-10% sotto i suoi reali limiti, questa prestazione NON PUO' svanire, calare di molto in periodi di minore allenamento.
Può esserci un calo di uno, due minuti su una salita lunga, dopo anche un mese di ridottissima attività, se non anche pausa (fermo restando che il peso non salga drammaticamente). Ma se uno va 5 minuti più piano, se uno ha due "volti" atletici tra l'estate e l'inverno, vuol dire che, come amatore, d'estate, non era "nel suo".... ovvero, era al 105% del "suo" cosa che è compatibile con una vera preparazione professionale, oppure con altro.....in ogni caso sul talento bisogna fare la tara rispetto anche alla condizione invernale, e fare una MEDIA.
Aggiungerei anche che la MEDIA va fatta su più di una o due stagioni, dove obiettivamente si può anche "tenere" un viaggiare oltre i propri limiti naturali, la media e certe conclusioni sull'atleta vanno tratte lungo almeno 5 o 6 anni, di attività....questo è vero, in troppi spariscono dopo un paio di anni davanti, e poi magari da prestazioni assolutamente mediocri rispuntano fuori dopo altri 3 o 4, senza aver avuto niente di particolare a giustificare questa pausa.
Le prestazioni massimali nello sport amatoriale dicono assai poco sulla loro plausibilità, visto che il livello di preparazione è molto differente a secondo del tempo a disposizione, del tipo preparazione, della "magrezza", della situazione di vita...della bici!
Assai più significativo, invece, è il livello-base, quello invernale per il ciclista, insomma....lì si vede la condizione più naturale del fisico, e il suo livello atletico di base...
ovviamente a parte i casi in cui uno ingrassa di 5 chili in un mese, o si ammala.
Cosa tra l'altro assai significativa per capire le cose a livello di categorie giovanili/infantili secondo me. Le caratteristiche che mi ricordo dei compagni di allenamento da ragazzi, ma anche perfino i rispettivi livelli di competitività....se non c'è niente di strano di mezzo (o preparazioni esasperate) sono ancora quelli identici oggi dopo vent'anni. C'è chi va forte sugli strappi, chi va lasciato sfogare sui 15-20 minuti ma poi cala, chi va solo sulle salite lunghe e sul fondo, chi in pianura è sempre stato e rimane un treno instancabile, ma in salita non va. Ancora oggi uguale.