La Gazzetta dello Sport

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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Alcyon
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La Gazzetta dello Sport

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La Gazzetta dello sport è uno dei maggiori quotidiani sportivi italiani, probabilmente il più letto. Come tale, è anche lo strumento migliore per fare arrivare al pubblico, sia esso appassionato o meno, le notizie di ciclismo. Da questa considerazione ne deriva che ciò che "passa" la Gazzetta diventa inevitabilmente una verità pressochè assoluta, soprattutto agli occhi dei meno critici. Altro innegabile "potere-rosa", è quello di poter curare a proprio piacere l'immagine di ciclisti, tecnici, squadre e corse; vale a dire: ho dei "prodotti" (sponsor, competizioni, eventi,...) da "vendere"? Ebbene: li pubblicizzo attraverso il mio canale migliore, quello che arriva a tantissimi sportivi, molti dei quali non hanno cultura ciclistica, ma hanno sete di informazione. Per ogni altro aspetto che non sia del "mondo rosa (rcs)", benchè meritevole di attenzione, lo spazio sarà solo marginale, o quantomeno affrontato in maniera approssimativa e superficiale (fatto salvo evidenze alle quali non ci si può sottrarre).
Fatta questa personale e quantomai discutibile premessa, aperta ad ogni tipo di critica, quello che vorrei evidenziare è una spiccata, nociva e distruttiva parzialità nell'affrontare l'argomento ciclismo, che tanto sta a cuore a moltissimi sportivi. Parlo di "sportivi" perchè credo fortemente che i "ciclisti", abbiano conoscenze tali da poter discriminare e disquisire su quanto offerto dagli articoli della Gazzetta; il problema sono coloro che leggono, ma non conoscono a fondo il movimento. il lettore "medio", che si fa' un'idea inevitabilmente pilotata dal giornale. Il "non-critico" è un soggetto che è veicolabile, influenzabile: La Gazzetta, a mio modo di vedere, fa'questo gioco.
Nel tempo sono stati molteplici i casi in cui mi sono dovuto far carico di questa mia tesi: il mio oratorio è il bar, invaso dai calciofili che si fanno un'idea del ciclismo in base a quanto proposto dalla Gazzetta. Cerco di far aprire gli occhi su quanto affermo e cerco di portare avanti le mie idee, mettendo in guardia chi legge, con esempi fulgidi, che le notizie non sono pura cronaca, ma frutto di un lavoro che mira a degli obiettivi ben precisi, mai casuali.
Esempi ce ne sono a valanghe: i casi più eclatanti riguardano in modo nauseabondo la Liquigas e Basso, la Liquigas e Nibali, la Liquigas e i suoi stages, la Liquigas e la sua presentazione... Vi prego: fateci caso e ditemi se sbaglio, ve ne sarei grato! Si parla costantemente di questa squadra, ininterrottamente. Basso: è stato redento senza nemmeno pensarci su due volte. Già da squalificato, era sempre sul giornale, sempre. L'hanno seguito, l'hanno intervistato mille volte, hanno amplificato ogni suo minimo passo verso il ritorno al successo. OK, è un italiano che vince, è forte, si punta molto su di lui. Ma vogliamo fare la somma dello spazio dedicato a lui in confronto a quello dedicato agli altri? Non c'è partita! E la Liquigas? Mamma mia...ma si parla solo di questa squadra! Ditemi che sono stolto e che la realtà non è questa, ditemelo, vi prego!
E poi per forza che tifano tutti per lui: si parla solo di lui! E di chi tu vuoi appassionare?

Capitolo doping: altra nota dolente. C'è troppo, troppo, troppo spazio dedicato a questo argomento. Fanno i titoloni per attirare l'attenzione, e poi magari leggendo si scopre che si parla per supposizioni. Giusto evidenziare errori o comportamenti scorretti, giusto "svergognare" chi commette sciocchezze, ma queste non devono diventare notizie più grandi di quelle di cronaca, soprattutto, ripeto, quando non confermato da organi uffciali. E anche questo, in casa Gazzetta, è uso comune...

Vengo al motivo per cui, disdegnato, scrivo questo post: oggi, sfogliando il giornale (altro bar, ma il quotidiano è sempre quello) c'è la pagina del ciclismo bella fitta. Spazio a Viviani che vince a Donoratico (con foto gigante della maglia Liquigas e commento su quanto è stratosferica questa magica, solida squadra).
E poi c'è la goccia che ha fatto traboccare il (mio) vaso.
C''è un francobollo, in basso a destra, e viene riportata una notizia che per i signori della Gazzetta evidentemente conta come 3 cm x 3 cm. In pratica, con caratteri degni di uno gnomo che scrive piccolo su un foglio piccolo, viene riportato che c'è uno pseudo-accordo nell'ambiente dei tecnici dei dilettanti che propone il modello del GiroBio 365 all'anno (ovvero regime medico-spotivo-sociale e sanitario strettamente controllato di circa 600 giovani corridori). Una notizia del genere, a mio avviso, avrebbe meritato se non la copertina, almeno una pagina intera. Se attuata, questa è una svolta epocale, ha del miracoloso, non so se sono riuscito a spegare bene quello che sta succedendo! Eppure la Rosa non gli dà spazio! P E R C H E' ? ?

Si, c'è tempo per rifarsi. Magari il buon Marco Pastonesi (lui sì, grande scrittore) avrà modo di dare risalto a questo movimento; ma il momento è adesso, è ora che il più grande quotidiano sportivo deve cavalcare l'onda, aiutare spingere, proporre un modello nuovo AL MONDO e dare nuova linfa a uno sport che ultimamente ha preso un sacco di colpi allo stomaco! O R A ! E invece NON LO FA'! E al pari della Gazzetta metto BS...

Fatemi sapere la vostra e scusate la lungaggine, ma a volte la voglia di dire quello che penso prevale sulle mie capacità di riassunto.


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Alcyon
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Re: La Gazzetta dello Sport

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Altro fantastico colpo della Gazzetta di mercoledì: in un trafiletto scrivono che al GiroBio in corso non ci sono controlli antidoping. Esterrefatto, chiamo l'organizzazione e chiedo lumi. Risposta: niente di vero in questa affermazione e la redazione del quotidiano rosa ha già chiamato per scusarsi, promettendo un'errata corrige nei giorni a venire.

Fatevi delle domande...


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sceriffo
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Re: La Gazzetta dello Sport

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io ho sempre sostenuto, relativamente alle sparate sul doping, che mettono in atto un conflitto d'interesse al contrario, ovvero sparano a zero contro un business (il giro e quindi il ciclismo o il ciclismo e quindi il giro ), memorabile la panzana di manzano che dichiarava che trasportava in aereo il sangue per emotrasfusioni ben imbottigliato nei tetrapack dei succhi di frutta. un metodo assai sicuro ed igenico per qs operazione. chiedere a riccò che è successo a spararsi in vena il sangue malconservato


Ottavio
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Re: La Gazzetta dello Sport

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Sull'ultimo Bicisport c'è un bell'attacco alla Gazzetta che avrebbe dato poco spazio (per usare un eufemismo) al Giro.


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galliano
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Re: La Gazzetta dello Sport

Messaggio da leggere da galliano »

Qualcuno + acuto di me, riesce a farmi capire xché la rosa affossa uno dei suoi asset. Non compro e non leggo la gazza da anni e mi baso sulle vostre affermazioni e sulle prime pg su cui mi cade l'occhio in edicola o al bar.


Winter
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Re: La Gazzetta dello Sport

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Alcyon ha scritto:Altro fantastico colpo della Gazzetta di mercoledì: in un trafiletto scrivono che al GiroBio in corso non ci sono controlli antidoping. Esterrefatto, chiamo l'organizzazione e chiedo lumi. Risposta: niente di vero in questa affermazione e la redazione del quotidiano rosa ha già chiamato per scusarsi, promettendo un'errata corrige nei giorni a venire.

Fatevi delle domande...
Nessuna errata corrige , Probabilmente non seguivi il giro bio , ma di controlli prima di mercoledi non ce ne sono stati
Se n'era parlato sia su questo sito che in altri
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pa ... &cod=39768

Una vergogna
Giovedi e Ieri ci son stati i primi controlli antidoping (e la gazzetta l'ha scritto)


Winter
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Re: La Gazzetta dello Sport

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galliano.p ha scritto:Qualcuno + acuto di me, riesce a farmi capire xché la rosa affossa uno dei suoi asset. Non compro e non leggo la gazza da anni e mi baso sulle vostre affermazioni e sulle prime pg su cui mi cade l'occhio in edicola o al bar.
La Gazzetta non affossa proprio un bel niente
Certe cose non si possono nascondere (poi quando ci scappa ci si chiede il perche'!)
Noto comunque che la maggioranza di chi scrive male della gazzetta non la legge..


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Slegar
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Re: La Gazzetta dello Sport

Messaggio da leggere da Slegar »

Per quel poco che leggo la Gazza, solamente al bar ogni tanto, mi sembra che l'impostazione del giornale segua una logica da classifica dei click sul web per cui metà giornale è dedicato al calcio (e di quella metà i 3/4 sono probabilmente chiacchere) ed il resto agli "eventi" che fanno notizia e che attirano più utenti/spettatori; poi sulla qualità si può discutere. Il ciclismo è trattato alla stregua degli altri sport (calcio incluso) ed al fatto che si mette in luce più il contorno che la sostanza dell'evento sportivo.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Morris

Re: La Gazzetta dello Sport

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La Gazzetta dello Sport fa semplicemente il suo lavoro d’azienda: tetra azienda certamente, ma tanto è.
Per le leggi che sappiamo, non importa la qualità del prodotto, ma la sua vendita, ed il business che produce. D’altronde è risaputo che si vive in un paese dove fra le massime che sostengono la società, c’è pure questa: “non è bravo chi è bravo, ma chi ha soldi.
Sono lontanissimi i tempi in cui quei fogli proponevano cultura sportiva e si muovevano sufficientemente in questo senso, anche in termini di orizzontalità dello sport. Oggi la Berluscogazza si lega a ciò che tira, ed avendo non poco contribuito all’esplosione pazzesca del calcio - in fondo, fino al 1963-64, lo sport trainante non era questo – innalzando di conseguenza le derivazioni criminose di quello sport, gioca il mondo del pallone su ogni dove, comprese le proposte e le letture sottoculturali, tipicamente berlusconiane delle sue orride tv (checché ne dica l’altrettanto orrido D’Alema). Non è un caso che ogni giorno si possano vivere estemporanee rappresentazioni di veline appiccicate ai calciatori (magari a paravento, per non far uscire “quell’altro” che incrinerebbe la visione “machista” del calciatore): mai visti tanti bikini, seni più o meno rifatti e lati B, in un giornale sportivo. Insomma anche qui una moderna “paparazzara” versione dei “gioielli indiscreti di Diderot”. Edizione web o cartacea della Berluscogazza poco cambia.

In questo contesto, il ciclismo paga tutto ciò che han seminato i suoi pessimi dirigenti in questi anni e sui quali la Berluscogazza, da brava ruffiana della testa pensante che ha eletto il ciclismo al ruolo di chi doveva pagare per tutti, ad esempio su una mostruosa realtà di ogni sport come il doping pressoché totale, è stata sincronica al compito che meglio le poteva consentire di far soldi. Mai un’inchiesta reale ed a tutto campo, certo sul doping o, ad esempio, su come si elevino e vivano le discipline in Italia. Mai un interrogativo “sull’oggetto sport” anche quando si rendeva obbligo; mai un riflessione su cosa serva realmente per l’avvenire del ciclismo. Il Giro d’Italia, in un simile “piattume”, riesce a giocare un ruolo basilare: da una parte garantisce la testata circa la sua storia, la salva da chi la critica per il disimpegno (che comunque c’è, vedi le altre corse). La "corsa rosa" è una macchina che si paga senza soverchi problemi: ci sono sempre, grazie alla RAI, i prodromi per trovare risorse, dalle località che pagano le tappe, agli sponsor che hanno garantiti quei passaggi televisivi sui quali una produzione esterna, costerebbe almeno quattro o cinque volte tanto. Gli ascolti, doping o non doping, vanno meglio di qualsiasi altro avvenimento ciclistico e sono perfettamente nella media delle speranze dell’organizzazione, perlomeno sono in grado di continuare un trend essenziale per coprire gli scopi che l’azienda oggi si da con l’organizzazione del Giro. Il resto del pedale le interessa poco, come ho scritto sopra e non è marcatamente superiore a quanto è proposto da altre testate sportive.
Il dramma vero e sul quale poco si pensa, capiterà se si dovesse vedere il ciclismo ridotto in Rai al peso, ad esempio, di una pallacanestro. Oppure ad un impegno sempre più vivo della TV di Stato verso le granfondo che sono l’unica “massa” che il pedale può offrire. A quel punto sì che per il ciclismo “ufficialmente agonistico”, si aprirebbero scenari drammatici. Ecco perché, a me, ad esempio, scocciano le continue critiche ai giornalisti Rai o alla TV, che anche qui si leggono. Per un semplice motivo: meglio dei commenti anche errati e logorroici ma su delle immagini, piuttosto che il silenzio, lo schermo grigio, oppure aperto su una partita di calcio di serie M.


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Deadnature
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Re: La Gazzetta dello Sport

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Condivido la chiusura del tuo pensiero, ma l'estendo anche alla Gazzetta, che avrà centomila difetti, senz'altro, ma è l'unico giornale in Italia che parla di sport con cognizione di causa (qualcuno ricorda, per dire, che pochi anni fa il Corriere dello Sport-Stadio dedicava una pagina fissa al wrestling?). E chissà mai che chi compra il giornale rosa per leggere delle ultime evoluzioni sentimentali di Barbara e Pato non possa distrattamente gettare l'occhio, chessò, su Siena in Final Four di Eurolega, o su una grande classica (raccontata quasi sempre molto bene, dai) e... Acculturarsi.


http://www.spazidisimpatia.wordpress.com
Spazi di simpatia, nel nome dell'amore che regna nella nostra splendida Terra
Un blog consigliato da Basso, quello giusto.

Aderii alla campagna di garbata moral suasion per cacciare Di Rocco. E infatti...
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TIC
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Re: La Gazzetta dello Sport

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Morris ha scritto: Per le leggi che sappiamo, non importa la qualità del prodotto, ma la sua vendita, ed il business che produce. D’altronde è risaputo che si vive in un paese dove fra le massime che sostengono la società, c’è pure questa: “non è bravo chi è bravo, ma chi ha soldi.
Si, siiii, facciamo un comitato centrale per decidere chi e' bravo e chi non lo e'....
E decidiamo anche quale debba essere il suo salario.


Morris

Re: La Gazzetta dello Sport

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Deadnature ha scritto:Condivido la chiusura del tuo pensiero, ma l'estendo anche alla Gazzetta, che avrà centomila difetti, senz'altro, ma è l'unico giornale in Italia che parla di sport con cognizione di causa (qualcuno ricorda, per dire, che pochi anni fa il Corriere dello Sport-Stadio dedicava una pagina fissa al wrestling?). E chissà mai che chi compra il giornale rosa per leggere delle ultime evoluzioni sentimentali di Barbara e Pato non possa distrattamente gettare l'occhio, chessò, su Siena in Final Four di Eurolega, o su una grande classica (raccontata quasi sempre molto bene, dai) e... Acculturarsi.
Sei molto ottimista. Ci mancherebbe che su quei fogli, a mio giudizio troppo poveri per uno che di sport non è completamente ignorante o totalmente privo di QI, non ci fossero articoletti anche sulle discipline ai margini, o fuori da quei giochi politici di cui la Berluscogazza è il devoto megafono. Si guardi chi è il proprietario di quella carta che vomita sulla sua storia e ci si affretti a portarsi un vaso da notte per fare altrettanto……Il resto è robetta, ed è ottimistico pensare che all’interno di quella sigla a tre lettere, possa sorgere un’area sulla quale creare una reale cultura sportiva. L’importante, come sempre, è il business.
Altro aspetto che sopra ho solo sfiorato: nella Berluscogazza, già da tempo sono in corso delle precise campagne per giungere ad una sempre maggiore occupazione dello sport, da parte del tetro mondo politico e dei conseguenti gruppi di potere. Il ruolo di amplificatore e confondente della testata è chiarissimo. Tra l’altro, quei fogli, hanno il direttore giusto….. E poi, non si dimentichi che ci sono da preparare le successioni al CONI, stavolta particolarmente importanti, visto che dovranno scegliere i figuri che guideranno le (date per sicure) Olimpiadi italiane…. ovvero un’idrovora succhia-danari di proporzioni bibliche….
Berluscogazza dunque, come sempre “number one”! (nell’unica classifica che conta veramente, purtroppo!)


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robot1
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Re: La Gazzetta dello Sport

Messaggio da leggere da robot1 »

Morris ha scritto: E poi, non si dimentichi che ci sono da preparare le successioni al CONI, stavolta particolarmente importanti, visto che dovranno scegliere i figuri che guideranno le (date per sicure) Olimpiadi italiane…. ovvero un’idrovora succhia-danari di proporzioni bibliche….
Berluscogazza dunque, come sempre “number one”! (nell’unica classifica che conta veramente, purtroppo!)
Non voglio andare OT, ma con questi chiari di luna economici, spero proprio che non ci vengano assegnate le Olimpiadi. Ho il terrore di quello che potrebbe succedere
:grr:
Comunque, resto sempre stupito di come la gazzetta maltratti il ciclismo che, da organizzatore, dovrebbe essere un suo business.
Una volta leggevo spesso il giornale cartaceo. Negli ultimi anni, diciamo da quando c'è il formato ridotto, mi capita di leggerlo raramente. E devo dire che ancor più raramente la trovo interessante.


Un giorno potremo raccontare ai nipotini che noi siamo stati fortunati a veder correre Sagan
held
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Re: La Gazzetta dello Sport

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Morris ha scritto:La Gazzetta dello Sport fa semplicemente il suo lavoro d’azienda: tetra azienda certamente, ma tanto è.
Per le leggi che sappiamo, non importa la qualità del prodotto, ma la sua vendita, ed il business che produce. D’altronde è risaputo che si vive in un paese dove fra le massime che sostengono la società, c’è pure questa: “non è bravo chi è bravo, ma chi ha soldi.
Sono lontanissimi i tempi in cui quei fogli proponevano cultura sportiva e si muovevano sufficientemente in questo senso, anche in termini di orizzontalità dello sport. Oggi la Berluscogazza si lega a ciò che tira, ed avendo non poco contribuito all’esplosione pazzesca del calcio - in fondo, fino al 1963-64, lo sport trainante non era questo – innalzando di conseguenza le derivazioni criminose di quello sport, gioca il mondo del pallone su ogni dove, comprese le proposte e le letture sottoculturali, tipicamente berlusconiane delle sue orride tv (checché ne dica l’altrettanto orrido D’Alema). Non è un caso che ogni giorno si possano vivere estemporanee rappresentazioni di veline appiccicate ai calciatori (magari a paravento, per non far uscire “quell’altro” che incrinerebbe la visione “machista” del calciatore): mai visti tanti bikini, seni più o meno rifatti e lati B, in un giornale sportivo. Insomma anche qui una moderna “paparazzara” versione dei “gioielli indiscreti di Diderot”. Edizione web o cartacea della Berluscogazza poco cambia.

In questo contesto, il ciclismo paga tutto ciò che han seminato i suoi pessimi dirigenti in questi anni e sui quali la Berluscogazza, da brava ruffiana della testa pensante che ha eletto il ciclismo al ruolo di chi doveva pagare per tutti, ad esempio su una mostruosa realtà di ogni sport come il doping pressoché totale, è stata sincronica al compito che meglio le poteva consentire di far soldi. Mai un’inchiesta reale ed a tutto campo, certo sul doping o, ad esempio, su come si elevino e vivano le discipline in Italia. Mai un interrogativo “sull’oggetto sport” anche quando si rendeva obbligo; mai un riflessione su cosa serva realmente per l’avvenire del ciclismo. Il Giro d’Italia, in un simile “piattume”, riesce a giocare un ruolo basilare: da una parte garantisce la testata circa la sua storia, la salva da chi la critica per il disimpegno (che comunque c’è, vedi le altre corse). La "corsa rosa" è una macchina che si paga senza soverchi problemi: ci sono sempre, grazie alla RAI, i prodromi per trovare risorse, dalle località che pagano le tappe, agli sponsor che hanno garantiti quei passaggi televisivi sui quali una produzione esterna, costerebbe almeno quattro o cinque volte tanto. Gli ascolti, doping o non doping, vanno meglio di qualsiasi altro avvenimento ciclistico e sono perfettamente nella media delle speranze dell’organizzazione, perlomeno sono in grado di continuare un trend essenziale per coprire gli scopi che l’azienda oggi si da con l’organizzazione del Giro. Il resto del pedale le interessa poco, come ho scritto sopra e non è marcatamente superiore a quanto è proposto da altre testate sportive.
Il dramma vero e sul quale poco si pensa, capiterà se si dovesse vedere il ciclismo ridotto in Rai al peso, ad esempio, di una pallacanestro. Oppure ad un impegno sempre più vivo della TV di Stato verso le granfondo che sono l’unica “massa” che il pedale può offrire. A quel punto sì che per il ciclismo “ufficialmente agonistico”, si aprirebbero scenari drammatici. Ecco perché, a me, ad esempio, scocciano le continue critiche ai giornalisti Rai o alla TV, che anche qui si leggono. Per un semplice motivo: meglio dei commenti anche errati e logorroici ma su delle immagini, piuttosto che il silenzio, lo schermo grigio, oppure aperto su una partita di calcio di serie M.
Un'analisi perfetta, non posso che fare i complimenti. Condivido inoltre il finale, reputo troppo cattivi certi commenti e ho quasi rinunciato a controbattere.


casagrande
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Iscritto il: martedì 4 gennaio 2011, 18:40

Re: La Gazzetta dello Sport

Messaggio da leggere da casagrande »

Ma perchì prendersela con Ivan? Non è assolutamente vero, dal mio punto di vista, che la stampa dia spazio solo a lui. E Nibali, Cunego, Pozzato, Visconti? La verità è che, a questo punto della stagione e un Tour che inizia ad essere incandescente, tutti devono sperare nell'acuto di Basso per risollevare le sorti del nostro ciclismo. E poi Ivan piace alla gente , evidentemente, per il carisma legato al modo di porsi, anche mai polemico nei riguardi della stampa e dei colleghi. Tanto per intenderci, un corridore diverso da un Di Luca, un Visconti.....


Morris

Re: La Gazzetta dello Sport

Messaggio da leggere da Morris »

L’uomo di tutte le stagioni o l’Andreotti dello sport, Franco Carraro, è stato eletto Commissario Straordinario della FISI (Federazione Italiana Sport Invernali), voto emanato dalla giunta del Coni, dopo l'annullamento delle elezioni precedenti da parte dell'Alta Corte di Giustizia Sportiva. Carraro torna a ricoprire un incarico all'interno dello sport italiano (al momento è anche membro del Comitato italiano olimpiadi) dopo le dimissioni da presidente della Figc dovute allo scandalo Calciopoli nell'estate 2006.
La Berluscogazza è sul monte di lancio, ed il quasi omonimo direttore, dopo aver quasi ingoiato un pollo vivo, pardon un collega, in segno di giubilo, si prepara ad un fondo cartaceo per la giornata di domani. Lo scopo: indottrinare le masse sull’esistenza degli Highlander. Intanto, dal Foro Italico, è pronta una pergamena per il pulito Cyrano…..che, ancora una volta, ha dimostrato di avere buon naso!
Cosa c'entra col ciclismo? Perbacco, ma è questo il pedale d'impegno "reale" berluscogazziano. E il Giro? "Tagliare, tagliare" - urla dal monte di lancio, il caporale incaricato dalle tre lettere!

Bye!


alfiso

Re: La Gazzetta dello Sport

Messaggio da leggere da alfiso »

Morris ha scritto:L’uomo di tutte le stagioni o l’Andreotti dello sport, Franco Carraro, è stato eletto Commissario Straordinario della FISI (Federazione Italiana Sport Invernali), voto emanato dalla giunta del Coni, dopo l'annullamento delle elezioni precedenti da parte dell'Alta Corte di Giustizia Sportiva. Carraro torna a ricoprire un incarico all'interno dello sport italiano (al momento è anche membro del Comitato italiano olimpiadi) dopo le dimissioni da presidente della Figc dovute allo scandalo Calciopoli nell'estate 2006.
La Berluscogazza è sul monte di lancio, ed il quasi omonimo direttore, dopo aver quasi ingoiato un pollo vivo, pardon un collega, in segno di giubilo, si prepara ad un fondo cartaceo per la giornata di domani. Lo scopo: indottrinare le masse sull’esistenza degli Highlander. Intanto, dal Foro Italico, è pronta una pergamena per il pulito Cyrano…..che, ancora una volta, ha dimostrato di avere buon naso!
Cosa c'entra col ciclismo? Perbacco, ma è questo il pedale d'impegno "reale" berluscogazziano. E il Giro? "Tagliare, tagliare" - urla dal monte di lancio, il caporale incaricato dalle tre lettere!

Bye!
Il nuovo che avanza e non fa mai rumenta. Manco l'impianto di compostaggio li vuole!


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