Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Caro Lorenzo, mi potresti riportare qualche esempio sull'italiano (non tale) sentito su Eurosport, perché Salvo è bravo, mentre il magro pecca talvolta più per ipercorrettismo che per altro; per quanto rammento. ;)


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Bitossi
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:Caro Lorenzo, mi potresti riportare qualche esempio sull'italiano (non tale) sentito su Eurosport, perché Salvo è bravo, mentre il magro pecca talvolta più per ipercorrettismo che per altro; per quanto rammento. ;)
Magari spieghiamo anche, a chi dovesse leggere, che cos'è un ipercorrettismo... :D
Capita, per chi parla una lingua italica o un dialetto, che facendo riferimento alla lingua nazionale, per paura di sbagliare si compia una variazione (di accento, di suffissazione, ecc.) rispetto alla propria "inclinazione locale": ma in quel caso, se si fosse usata la propria parlata tradizionale anche in italiano, il termine sarebbe stato giusto.
Uno tra i più famosi ipercorrettismi riguarda il napoletano: come sappiamo nelle parole tronche i partenopei tendono a far cadere l'accento sull'ultima vocale: e così dicono Intèr, Milàn, Fiàt, Juventùs, ecc. Ma se devono nominare il famoso statista di casa Savoia, dicono Càvour... :diavoletto:

Per quel che riguarda Magrini ci farò caso: per ora noto solo una tendenza piuttosto pronunciata alla creazione di neologismi. ;)


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nino58
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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I neologismi, se aprono al sorriso, sono centrati.
Diversamente, possono sapere di forzato e risultare sgradevoli.
Quelli del Magro, praticamente tutti centrati.
Però, in riferimento allo stesso Magrini, mi pare di aver colto, qualche volta, e pur essendo lui toscano, qualche scazzottata coi congiuntivi.


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lemond
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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L'ipercorrettismo del Magro è di tipo strano: crede che certe parole siano solo toscane, mente in realtà fanno parte del lessico italiano, l'ultima volta che ho dovuto dirglielo, per quanto rammento, era :uhm: ... *ummelo ricordo! :muro: Mi resta in mente invece un iper di un telecronista sardo che, per paura delle doppie, diceva sempre (grupeto) per piccolo gruppo. :diavoletto: Sui neologismi, sono d'accordo con Nino, aggiungo che il Magro è il Rabelais italiano . ;) Infine il congiuntivo: purtroppo è una partita che tende ad essere persa anche da noi! Del resto in Francia hanno capitolato da tempo. :x


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cari amici, vicini e lontani, il fatto che abbia solo 10 minuti al giorno da dedicare a cicloweb mi impedirà, purtroppo , di diventare meno ignorante..Quello che si puo' imparare su cicloweb non potremmo impararlo seguendo corsi di perfezionamente alla Nornale di Pisa o a Princeton.
Prendiamo questa frase che il n.h Abruzzese ha in calce ai suoi messaggi:


"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
questa frase mi ha folgorato per la sua profondità e per il nuovo uso, ecologico, della lingua italiana..
Volevo quasi scrivere a Maurizio (il mio amico Viroli un poveretto che essendo bocciato ovunque in Italia ai concorsi , a partire da quello per il dottorato, non ha trovato di meglio che accettare un posto di prof a Princeton, ove notoriamente assumono gli scarti dell'Europa tipo Einstein, Bombieri e altri) ma poi ho pensato che l'impegno sarebbe stato troppo gravoso anche per lui ed ho deciso di chiedere aiuto qua.
Cominciamo dallo scardinamento della lingua italiana..
Un poveretto come me avrebbe scritto: qui c'e' gente totalmente avulsa dalla realta' e nociva al forum oppure " qui c'e' gente totalmente avulsa dalla realta' da essere nociva al forum".. Invece no: con renziana rottamazione della lingua italiana l'effetto e' piu' efficace, uno legge e si interroga..
Il povero condor si e' lambiccato il cervello per capire il signifcato di questa frase cosi' profonda e finalmente e' arrivato ad una spiegazione logica:
vuoi vedere che la gente totalmente avulsa dalla realtà e' costituita da suorine di clausura che scrivono sotto mentite spoglie ? (potrebbero essere supersonico, imbroglio, mistocagan o altri) ?
Devo ancora riflettere sul fatto della nocivita' ma forse qualcuno di voi puo' aiutarmi.. Attendo fiducioso..
ciao
el_condor

l'Autore della frase (gli fanno una pippa Kant o Russel al prof..) scrisse la frase in preda a un orgasmo ciclistico: aveva finalmente smascherato una tale che sosteneva l'Angliru essere salita selettiva (scadono i dieci minuti, alla prossima...)


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Bitossi
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Re: parliamo di lingua italiana...

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el_condor ha scritto:cari amici, vicini e lontani, il fatto che abbia solo 10 minuti al giorno da dedicare a cicloweb mi impedirà, purtroppo , di diventare meno ignorante..Quello che si puo' imparare su cicloweb non potremmo impararlo seguendo corsi di perfezionamente alla Nornale di Pisa o a Princeton.
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"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
questa frase mi ha folgorato per la sua profondità e per il nuovo uso, ecologico, della lingua italiana..
Volevo quasi scrivere a Maurizio (il mio amico Viroli un poveretto che essendo bocciato ovunque in Italia ai concorsi , a partire da quello per il dottorato, non ha trovato di meglio che accettare un posto di prof a Princeton, ove notoriamente assumono gli scarti dell'Europa tipo Einstein, Bombieri e altri) ma poi ho pensato che l'impegno sarebbe stato troppo gravoso anche per lui ed ho deciso di chiedere aiuto qua.
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Un poveretto come me avrebbe scritto: qui c'e' gente totalmente avulsa dalla realta' e nociva al forum oppure " qui c'e' gente totalmente avulsa dalla realta' da essere nociva al forum".. Invece no: con renziana rottamazione della lingua italiana l'effetto e' piu' efficace, uno legge e si interroga..
Il povero condor si e' lambiccato il cervello per capire il signifcato di questa frase cosi' profonda e finalmente e' arrivato ad una spiegazione logica:
vuoi vedere che la gente totalmente avulsa dalla realtà e' costituita da suorine di clausura che scrivono sotto mentite spoglie ? (potrebbero essere supersonico, imbroglio, mistocagan o altri) ?
Devo ancora riflettere sul fatto della nocivita' ma forse qualcuno di voi puo' aiutarmi.. Attendo fiducioso..
ciao
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l'Autore della frase (gli fanno una pippa Kant o Russel al prof..) scrisse la frase in preda a un orgasmo ciclistico: aveva finalmente smascherato una tale che sosteneva l'Angliru essere salita selettiva (scadono i dieci minuti, alla prossima...)
Hai dimenticato di scrivere che Contador è più forte di Nibali... :aureola:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Ciao condor, mi permetto di dire che la frase che hai preso come esempio è grammaticalmente corretta, e che una costruzione come '...totalmente...da...' è difficilmente accettabile :)


el_condor

Re: Lingua italiana, domande e risposte.

Messaggio da leggere da el_condor »

Huck Finn ha scritto:Ciao condor, mi permetto di dire che la frase che hai preso come esempio è grammaticalmente corretta, e che una costruzione come '...totalmente...da...' è difficilmente accettabile :)
va bene, accetto ma il senso della frase e' quantomai oscuro...

ciao

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nemecsek
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

Messaggio da leggere da nemecsek »

lhttp://m.youtube.com/watch?v=RuWdeuz_qa0


A volte il dito indica proprio il dito, non la luna.
Dopo Campiglio qualcuno ha abbandonato il ciclismo, qualcun altro ha ripreso a seguirlo.
I veri campioni erano quelli che dicevano no [Winter]
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Re: parliamo di lingua italiana...

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l'Autore della frase (gli fanno una pippa Kant o Russel al prof..) scrisse la frase in preda a un orgasmo ciclistico: aveva finalmente smascherato una tale che sosteneva l'Angliru essere salita selettiva (scadono i dieci minuti, alla prossima...)[/quote]
Hai dimenticato di scrivere che Contador è più forte di Nibali... :aureola:[/quote]
non ho capito l'osservazione..
Tu hai qualche dubbio ?
ciao
el_condor

P.S: ieri Contador non ha vinto solo perché sono cambiate radicalmente le condizioni del vento (difatti ha surclassato tutti quelli partiti nelle stesse condizioni, nonostante fosse menomato dagli incidenti).Non pochi onesti , e acuti, osservatori di Cicloweb non hanno trovato di meglio che scrivere che Alberto non e' andato forte, sono gli altri che sono andati piano (tutti gli altri, guarda che combinazione...) e che tuttosommato Nibali a cronometro vale Contador..E' gia' un progresso perché in passato c'era chi affermava Nibali essere superiore a Contador a cronometro .D'altra parte come dimenticare che su questo Forum il guru prof nel luglio 2014 ha sentenziato che Contador e' finito e nessuno ha replicato ?
Questo dovrebbe ringraziare Basaglia ma fortunatamente non e' pericoloso, si tratta solo di vaneggiamenti non rari su Internet, poi magari nella vita sta attento a quel che dice...


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nemecsek
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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A frigeme l oevu devo rimproverare che rompercazzo selettivamente :D



Q
Lettera, appo i Toscani non serve se non per C, quando è posta con una vocale appresso, davanti all' U, perchè lo stesso è dir QUOCERE, che CUOCERE QUOIO, che CUOIO: ma però non è in utile, affatto, potendo servire, per qualche contrassegno, sì come la H. Onde seguitando l' uso già introdotto, possiamo usarlo in luogo del C, quando con la vocale appresso, anteposto all' U, il tutto si debbe profferir per dittongo, cioè in una sillaba sola: come ACQUA, QUESTO, QUATTRO, SQUOTERE. All' incontro adoperare il C, quando all' U, seguendone altra vocale, s' ha da pronunziar per due sillabe: come CUI pronome di due sillabe, a differenza di QUI avverbio d' una sillaba sola: TACCUINO di quattro sillabe, e non TACQUINO di tre. ALGUINO, ec. Essendo la stessa, che 'l C, ottiene anche le stesse proprietà, salvo, che dovendosi raddoppiare, il C gli si pone avanti, in sua vece, come ACQUA ACQUISTO.

E vaffanquore :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Il verbo *realizzare* in italiano significa *concretare*, come ben si capisce dalla radice *res* cosa, ma come succede gli errori si propagano e chissà quante volte a traduttori che non sanno fare il loro mestiere sarà capitato di volgere letteralmente, ma erroneamente, il verbo inglese “to realize” nel nostro 'realizzare'; e allora, siccome l’errore di oggi è spesso la regola di domani, a furia di confonderci abbiamo accolto nel nostro idioma l’anglicismo e quindi realizzare è diventato anche *capire*.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Iperuranio

Nella dottrina platonica, luogo metafisico sede delle idee; figuratamente, al di là dei limiti della realtà umana
dal greco [hyperuránios], derivato di [uranós] ‘cielo’, col prefisso [hyper-] ‘sopra’.
In greco, descrive ciò che sta sopra le sfere celesti, sopra il cielo, e in questo luogo letteralmente metafisico (cioè al di là del mondo fisico) Platone nel suo Fedro pone le idee. Giova ricordare che nella dottrina platonica le idee sono concetti eterni, immutabili e sovrasensibili, di cui gli enti del mondo fisico, coi loro caratteri e le loro qualità, non sono che degli imperfetti riflessi. Secondo un celebre esempio (non privo di una vena ironica) nell'iperuranio ci dovrebbe essere l'idea di 'cavallinità' di cui ogni singolo cavallo fisico sarebbe una declinazione corrotta.
Dire che è una parola alta è dire poco, però in questa precisa altezza c'è una fertilità somma, ancor più evidente quando travalica la filosofia di Platone e si volge in ironia. Innanzitutto va precisato che “iperuranio” è sia un sostantivo, sia un aggettivo, e quindi descrive sia un luogo ideale di astrazione pura al di là dei limiti della realtà e della piena conoscenza umana, sia ciò che in quel luogo si trova, assumendo una dimensione perfetta, spirituale: così possiamo parlare dell'esecuzione del violinista, dell'amico che scuoce la pasta perché ha sempre la testa nell'iperuranio, e possiamo esortare ad abbandonare l'iperuranio di certi discorsi trascendenti per dedicarci a questioni più fangose.
Dopotutto, sopra il cielo non c'è niente di umano. :diavoletto:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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L'Italiano - conoscere e usare una lingua - Alcuni quesiti arrivati all'Accademia della Crusca.
Perché si commettono tanti errori scrivendo e parlando nella nostra lingua? Negli ultimi decenni la scuola ha in parte rinunciato al ruolo di custode della tradizione, allentando la rigidità della norma e questa può determinare incertezze in coloro che le regole non le conoscono tanto bene. La Rete inoltre diffonde forme di scrittura poco sorvegliata che si concreta in un sostanziale disinteresse per la correttezza formale del messaggio (che ivi è chiamato quasi sempre *post*). :x
Scegliere l'articolo giusto
Il/lo gnocco - zucchero - suocero - lievito - jedi ?
Primo caso la risposta è facile, perché in italiano non si possono pronunciare tre consonanti di seguito, senza arrotarsi la lingua, come nel caso si usasse il davanti a gnocco o pneumatico (lgn -lpn)
Davanti alla zeta, l'uso dell'articolo è stato oscillante, ma ormai da tempo prevale *lo* (è ormai consolidato)
Per *il* suocero (corretto) possono sbagliare quelli che si fanno prendere da influenze dialettali, come in Emilia, dove la u tende a essere pronunciata come *v* e di conseguenza si torna alla impossibilità (con il) di avere tre consonanti di seguito.
In lievito è' diffusa la variante non corretta *lo* data forse da un ipercorrettismo di chi crede che con la *il* si verrebbe a pronunciare la elle palatalizzata (cioè i-glievito), ma resta comunque *il* la scelta raccomandata.
Infine non si capisce perché usare *lo* davanti a Jedi, perché si pronuncia come la g di gemito o giorno e chi mai userebbe *lo* davanti a questi sostantivi? Credo che il motivo sia solo il titolo di un film. :)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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II
Il genere e il numero - Carcere termina in -e, e simile desinenza mantiene un certa ambiguità; infatti nell'italiano antico si poteva scrivere anche la carcere, forse per analogia con la prigione, ma ancor oggi si vede nel plurale che è unica e stabile: le carceri.
Dito e molti nomi indicanti parti del corpo ha la caratteristica del doppio plurale: diti, dita. La seconda forma è il residuo del neutro plurale latino; (vedi ad es. quello di curriculum, che talvolta qualcuno usa) è sempre femminile (mentre curricula chissà chi lo sa? ;) ) e riferito solo alle parti del corpo: es. braccia, mentre bracci sono anche di mare. Per uovo, al plurale l'unica forma ammissibile è quella in -a (femminile)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:II
Il genere e il numero - Carcere termina in -e, e simile desinenza mantiene un certa ambiguità; infatti nell'italiano antico si poteva scrivere anche la carcere, forse per analogia con la prigione, ma ancor oggi si vede nel plurale che è unica e stabile: le carceri.
Dito e molti nomi indicanti parti del corpo ha la caratteristica del doppio plurale: diti, dita. La seconda forma è il residuo del neutro plurale latino; (vedi ad es. quello di curriculum, che talvolta qualcuno usa) è sempre femminile (mentre curricula chissà chi lo sa? ;) ) e riferito solo alle parti del corpo: es. braccia, mentre bracci sono anche di mare. Per uovo, al plurale l'unica forma ammissibile è quella in -a (femminile)
"Curricula" non si può più sentire.
E' perfino più invasivo di "controesodo".


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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nino58 ha scritto:
lemond ha scritto:II
Il genere e il numero - Carcere termina in -e, e simile desinenza mantiene un certa ambiguità; infatti nell'italiano antico si poteva scrivere anche la carcere, forse per analogia con la prigione, ma ancor oggi si vede nel plurale che è unica e stabile: le carceri.
Dito e molti nomi indicanti parti del corpo ha la caratteristica del doppio plurale: diti, dita. La seconda forma è il residuo del neutro plurale latino; (vedi ad es. quello di curriculum, che talvolta qualcuno usa) è sempre femminile (mentre curricula chissà chi lo sa? ;) ) e riferito solo alle parti del corpo: es. braccia, mentre bracci sono anche di mare. Per uovo, al plurale l'unica forma ammissibile è quella in -a (femminile)
"Curricula" non si può più sentire.
E' perfino più invasivo di "controesodo".
Com'è buffo il mondo: non ho mai sentito contresodo e pochissime volte ho letto curricula (ascoltato mai!), mentre anche qui leggo spesso pazzesco con significato positivo, ma quando mai un pazzo possiede simili aspetti? Altra parola che invece sento sulla bocca di tutti i telecronisti sportivi è *impattare*, ma andiamo ... :x


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:in italiano non si possono pronunciare tre consonanti di seguito, senza arrotarsi la lingua
Perdonami ma questa è una str...upidata... :D :D :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:II
Il genere e il numero - Carcere termina in -e, e simile desinenza mantiene un certa ambiguità; infatti nell'italiano antico si poteva scrivere anche la carcere, forse per analogia con la prigione, ma ancor oggi si vede nel plurale che è unica e stabile: le carceri.
Dito e molti nomi indicanti parti del corpo ha la caratteristica del doppio plurale: diti, dita. La seconda forma è il residuo del neutro plurale latino; (vedi ad es. quello di curriculum, che talvolta qualcuno usa) è sempre femminile (mentre curricula chissà chi lo sa? ;) ) e riferito solo alle parti del corpo: es. braccia, mentre bracci sono anche di mare. Per uovo, al plurale l'unica forma ammissibile è quella in -a (femminile)
Tra i sostantivi non "corporei" con doppio plurale segnalerei anche filo (fili/fila - quest'ultimo viene spesso inteso come un plurale invariato del femminile fila; errore molto comune che si sente o legge "quel corridore gareggia nelle fila della squadra xy"), e poi muro, fondamento, urlo, frutto, ecc., che al plurale femminile assumono di solito un significato più generico o astratto.

Riguardo alla questione 4 consonanti: il substrato inscritto nel tungsteno è imperscrutabile, in sanscrito... :diavoletto:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Admin ha scritto:
lemond ha scritto:in italiano non si possono pronunciare tre consonanti di seguito, senza arrotarsi la lingua
Perdonami ma questa è una str...upidata... :D :D :D
Marco, mancava solo che scrivessi "cazzata" ed eri fritto. :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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E' ovvio che ci sono eccezioni ad ogni regola, ma di sicuro a Lorenzo la lingua si è attorcigliata se, oltre che scriverle, quelle parole le ha pronunciate (a meno che non abbia ascendenti slavi) :crazy:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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III

Come si forma il plurale dei i nomi composti?

Verbo e nome singolare maschile: (grattacapo, corrimano) costituiscono un blocco unico e quindi il plurale è già fatto. Si comporta così anche il verbo seguito da mano, perché ha la desinenza in -o.
Diverso è il caso dei nomi composti da nome, preposizione e ancora nome (ficodindia, pomodoro) Nel primo esempio è ancora molto vivo il senso della composizione: tutti avvertiamo che sono fichi che vengono dall'India e quindi il plurale è questo. Ben diverso è il secondo, perché i componenti sono affatto fusi nel composto e, di conseguenza la forma migliore è pomodori.
I nomi composti con capo- meritano alcune precisazioni, secondo il significato appunto di quel capo-
a) colui che è proposto a qualcosa (capostazione) o b) superiore di altri (capoimpiegato) c) ciò che si segnala per l'eccellenza: capolavoro
Nel caso a non si ha una fusione e quindi l'esito sarà i capigruppo e i capistazione
Nel caso b, invece la percezione è di una sola parola e quindi il segnale del plurale si aggiunge al secondo membro: i caporedattori.
Quando il secondo è femminile, talvolta si ha l'invariabiltà totale: le caporeparto e le caposala, altre si comportano come al maschile: le caporedattrici, le capoimpiegate.
Anche nel caso c il costituente capo- ha funzione appositiva e il plurale si forma modificando il secondo termine: i capoluoghi, i capolavori


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Sono debitore di una risposta a Lorenzo, vale a dire il significato etimologico di formidabile, dice lui, si discosta da quello noto a tutti. Ma umanamente è comune che eccezionalità e terrore siano spesso associati: l'inusuale, il gigantesco, il superiore possono generare tanto spavento quanto ammirazione. Il formidabile nasce da questa comunione. Il Yahweh della Bibbia era formidabile, no? ;)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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IV

Qualcuno domanda se *più bene* come grado comparativo dell'avverbio si può usare? La risposta è no (occorre sempre meglio) anche se chi sbaglia ha qualche attenuante, ad es. bene (nome) ricorre in frasi comparative preceduto da *più* - bisognerebbe voler più bene all'ambiente - significa infatti occorrerebbe voler in guisa maggiore il bene dell' ... o di altra cosa.
Un altra incongruenza del sistema lingua è la possibilità propria anche dell'avverbio bene a formare il comparativo di minoranza *meno bene*. Forse Bitossi conosce il motivo di tale asimmetria! :dubbio:
Altro punto di irregolarità è nell'aggettivo corrispondente a bene -> buono, che ha il comparativo organico *migliore*, ma accetta anche *più buono*. :x


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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"Soprattutto, decidere se partecipare o meno al Giro di Toscana è una cosa che Nibali ..."

Carissimo Tranchée, mi dici come Vincenzo poteva partecipare meno al Giro di Toscana? Perché altrimenti si tornerebbe alle polemiche oziose del Condor per quale famoso Tour de Pologne. :bll:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:"Soprattutto, decidere se partecipare o meno al Giro di Toscana è una cosa che Nibali ..."

Carissimo Tranchée, mi dici come Vincenzo poteva partecipare meno al Giro di Toscana? Perché altrimenti si tornerebbe alle polemiche oziose del Condor per quale famoso Tour de Pologne. :bll:
Altro che Tranchée, io commetto questo errore n-mila volte.
Come anche le virgole, che credo di depositare a sproposito in mezzo alle parole.
Pregherei Carlo di segnalarmi gli innumerevoli errori che commetto quotidianamente, però non prometto pagamenti.
Mia moglie è piuttosto preparata sulla questione e approfitto del 3d per cercare di coglierla in castagna. :P


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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galliano ha scritto:
lemond ha scritto:"Soprattutto, decidere se partecipare o meno al Giro di Toscana è una cosa che Nibali ..."

Carissimo Tranchée, mi dici come Vincenzo poteva partecipare meno al Giro di Toscana? Perché altrimenti si tornerebbe alle polemiche oziose del Condor per quale famoso Tour de Pologne. :bll:
Altro che Tranchée, io commetto questo errore n-mila volte.
Come anche le virgole, che credo di depositare a sproposito in mezzo alle parole.
Pregherei Carlo di segnalarmi gli innumerevoli errori che commetto quotidianamente, però non prometto pagamenti.
Mia moglie è piuttosto preparata sulla questione e approfitto del 3d per cercare di coglierla in castagna. :P
Grazie dell'intervento, ma i tuoi *meno, invece di no* non li ho notati; invece ti rispondo qui e non sulla discussione su un tema che non mi piace per il titolo che ha, intorno alla domanda perché Nibali non è andato a quella corsa schifosa? La domanda è la stessa che rivolse a me il proposto: "Perché?" quando gli consegnai la domanda di sbattezzo. Dovrebbe chiederlo a chi va alla messa, senza naturalmente crederci, perché lo fa. In altre parole Quintana, Gilbert, Van Avermaet, Boasson Hagen, Alaphilippe etc, perché non si sono rifiutati di avallare un percorso simile e chiamarlo mondiale, invece che onta per il ciclismo? :grr:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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lemond ha scritto:IV

Qualcuno domanda se *più bene* come grado comparativo dell'avverbio si può usare? La risposta è no (occorre sempre meglio) anche se chi sbaglia ha qualche attenuante, ad es. bene (nome) ricorre in frasi comparative preceduto da *più* - bisognerebbe voler più bene all'ambiente - significa infatti occorrerebbe voler in guisa maggiore il bene dell' ... o di altra cosa.
Un altra incongruenza del sistema lingua è la possibilità propria anche dell'avverbio bene a formare il comparativo di minoranza *meno bene*. Forse Bitossi conosce il motivo di tale asimmetria! :dubbio:
Altro punto di irregolarità è nell'aggettivo corrispondente a bene -> buono, che ha il comparativo organico *migliore*, ma accetta anche *più buono*. :x
Direi che ci sono delle sottintese sfumature di significato: "Vuoi più bene a me o a tua zia?" tratta 'bene' come sostantivo. Un po' come se domandassi "Vuoi più pastasciutta tu o tua zia?"... :D (chi direbbe "Vuoi meglio a me"?)
"Più buono" allo stesso modo è giustificabile (in parte) forse solo se si intende la "bontà d'animo" di una persona (al massimo anche per il sapore/bontà di un cibo, ma già qui scricchiola, secondo me). Negli altri casi "migliore" fa riferimento sottinteso a "bontà" intesa come capacità/qualità generale o particolare (ad es. "Tu sei migliore di me in matematica", ecc. ecc.).

Infine, la questione del 'meno': eh sì, è un'asimmetria che c'è in quasi tutte le lingue (almeno le europee). Esistono forme speciali solo per i comparativi di maggioranza, non di minoranza (pensiamoci bene: anche 'minore' vuol dire più piccolo, non meno grande... :D ).

Non so se ho stato spiegato... :boh:


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Bitossi ha scritto: Direi che ci sono delle sottintese sfumature di significato: "Vuoi più bene a me o a tua zia?" tratta 'bene' come sostantivo. Un po' come se domandassi "Vuoi più pastasciutta tu o tua zia?"... :D (chi direbbe "Vuoi meglio a me"?)
"Più buono" allo stesso modo è giustificabile (in parte) forse solo se si intende la "bontà d'animo" di una persona (al massimo anche per il sapore/bontà di un cibo, ma già qui scricchiola, secondo me). Negli altri casi "migliore" fa riferimento sottinteso a "bontà" intesa come capacità/qualità generale o particolare (ad es. "Tu sei migliore di me in matematica", ecc. ecc.).

Infine, la questione del 'meno': eh sì, è un'asimmetria che c'è in quasi tutte le lingue (almeno le europee). Esistono forme speciali solo per i comparativi di maggioranza, non di minoranza (pensiamoci bene: anche 'minore' vuol dire più piccolo, non meno grande... :D ).

Non so se ho stato spiegato... :boh:
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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V

E' molto migliore si può usare se svolge la sua normale funzione di comparativo di maggioranza: lui è molto migliore in italiano che in matematica, mentre è sbagliato se si tratta di superlativi relativi: lui è il migliore (il molto, sarebbe di troppo!).
Errore tremendo è invece più migliore, visto che la gradazione di più c'è già nell'aggettivo, sarebbe come dire il più più bravo.
Recentemente sono in espansione, in particolare negli ordini d'arrivo, il secondo miglior tempo e similia, per indicare quello che è stato definito il superlativo relativo ordinale, che la lingua italiana, a differenza mi dicono dell'inglese, non prevede. Meglio sarebbe sostituirlo con il secondo in classifica, ma scommetterei facilmente che questa è una battaglia persa, perché ciò che proviene dalla perfida-albione è sempre migliore. :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Bitossi ha scritto:
Infine, la questione del 'meno': eh sì, è un'asimmetria che c'è in quasi tutte le lingue (almeno le europee). Esistono forme speciali solo per i comparativi di maggioranza, non di minoranza (pensiamoci bene: anche 'minore' vuol dire più piccolo, non meno grande... :D ).

Non so se ho stato spiegato... :boh:
Tranne, ad esempio, in ambito artistico: "pittore minore" ha proprio il significato di "meno grande", e non "più piccolo".


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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desmoblu ha scritto:
Bitossi ha scritto:
Infine, la questione del 'meno': eh sì, è un'asimmetria che c'è in quasi tutte le lingue (almeno le europee). Esistono forme speciali solo per i comparativi di maggioranza, non di minoranza (pensiamoci bene: anche 'minore' vuol dire più piccolo, non meno grande... :D ).

Non so se ho stato spiegato... :boh:
Tranne, ad esempio, in ambito artistico: "pittore minore" ha proprio il significato di "meno grande", e non "più piccolo".
Grande ingresso di uno che s'intende di tante cose. :cincin:

P.S.

A parte il Bagnino, perché credere che lui sia una brava persona è ... :grr:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Grazie! :)

Ps: no, non credo sia una brava persona. O meglio, non lo posso sapere (e in fondo si parla di ciclismo, e la bontà conta fino a un certo punto). Credo piuttosto sia l'unico fuoriclasse (nelle corse a tappe) degli ultimi 20 anni. Nelle corse di un giorno lo è stato Tom Boonen, invece.
Ma non vorrei andare OT ;)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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desmoblu ha scritto:
Bitossi ha scritto:
Infine, la questione del 'meno': eh sì, è un'asimmetria che c'è in quasi tutte le lingue (almeno le europee). Esistono forme speciali solo per i comparativi di maggioranza, non di minoranza (pensiamoci bene: anche 'minore' vuol dire più piccolo, non meno grande... :D ).

Non so se ho stato spiegato... :boh:
Tranne, ad esempio, in ambito artistico: "pittore minore" ha proprio il significato di "meno grande", e non "più piccolo".
Eh, chiaro che il senso che poi rimane è quello. Però ciò non toglie che 'minore' sia il comparativo di maggioranza di 'piccolo'. Nel tuo esempio, minore sembra prendere una valenza intermedia tra l'aggettivo e il sostantivo ("I minori della poesia italiana"; ancor di più quando lo si usa al posto di 'minorenne')... :cincin:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Mm.. non credo che il sostantivo esista, non in quell'accezione. "Minore" presuppone sempre un termine di paragone. Se questo è "di anni 18, un tempo 21" allora abbiamo un sostantivo, sinonimo di "minorenne". "Il minore venne accompagnato a casa da un funzionario della digos".
Nel caso dei "poeti minori" ( es: la poesia dialettale tra Due e Trecento) o dei "pittori minori" (scuola romana del '300, sempre per fare un esempio) si tratta invece di aggettivo, ormai fuso con il sostantivo a indicare un ambito ben preciso. E sì, purtroppo per loro sono quegli artisti o scrivani "meno grandi", quindi contemporaneamente meno celebri meno dotati, perché tutto si tiene..


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

Messaggio da leggere da Bitossi »

Tutto sommato mi pare che stiamo dicendo la stessa cosa.
La regola però ci dice che, anche su base logica, se si usa un aggettivo senza sostantivo, di solito viene accompagnato dall'articolo e diventa un aggettivo sostantivato. L'area di appartenenza viene definita nel partitivo.

Quindi, sempre con riferimento al termine 'minore':
un poeta minore = aggettivo
un minore della letteratura italiana = aggettivo sostantivato

Poi, come accade coi verbi, alcuni aggettivi vengono usati come sostantivi puri, perché tale è la loro funzione nel discorso:
Il dovere, il piacere, ma anche "il minore" (inteso come minorenne), "il bello è che...", ecc. ecc.

PS: comunque minore rimane comparativo di piccolo; le altre accezioni descritte, aggettive o sostantive che siano, rappresentano semplicemente estensioni semantiche... :cincin:


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

Messaggio da leggere da lemond »

Quando è suo o, invece proprio

Non sempre sono sinonimi, perché ad es. proprio può riferirsi solo al soggetto della frase (Marco abita in via .. e il suo appartamento è al secondo piano, qui proprio non andrebbe usato) ed è preferibile in frasi che altrimenti potrebbero originare fraintendimenti: "Maria ha accompagnato Sarah con la propria auto" è chiara, con la sua no. E' preferibile proprio anche in frasi con soggetto indefinito: "ciascuno decide in base alla propria coscienza", mentre è obbligatorio nelle frasi impersonali "è necessario rimediare ai propri errori".


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

Messaggio da leggere da White Mamba »

anche se a volte fatico a seguirvi, continuate per favore.
è un topic veramente interessante


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

Messaggio da leggere da lemond »

White Mamba ha scritto:anche se a volte fatico a seguirvi, continuate per favore.
è un topic veramente interessante
Di sicuro io continuo finché Repubblica acclude i librettini intorno all'Accademia della crusca, però tu saresti pregato di non usare la parola "topic", perché non so proprio che significa. :( :)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

Messaggio da leggere da nino58 »

desmoblu ha scritto: "Il minore venne accompagnato a casa da un funzionario della digos".
Che bella frase !!!


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

Messaggio da leggere da desmoblu »

Non so come mi è venuta. Uno segue un po' l'attualità, pensa alle sue cose e.. ;)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Pronomi

In italiano orale egli, ella, essi, elle non è obbligatorio (a differenza del francese) usarli, perché la forma del verbo le segnala a sufficienza. Queste forme sono conservate nello scritto ricercato e molto spesso assumono una forma anaforica (cioè di ripetizione). A questo proposito mi piace parlare dell'anafora che è una figura retorica usata in poesia.
È proprio con essa che Dante, nel celeberrimo canto XIII dell’Inferno in cui s’incontra lo scrittore campano Pier della Vigna, ci porta con sé per la selva dei suicidi: “Non fronda verde, ma di color fosco; / non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti; / :cincin: non pomi v’eran, ma stecchi con tosco: / non han sì aspri sterpi né sì folti / quelle fiere selvagge che in odio hanno / tra Cecina e Corneto i luoghi colti.” La ripetizione costante della negazione ha lo scopo di sottolineare la desolazione della selva per cui vanno Dante e Virgilio, in modo da rendere nitida l’immagine nella mente del lettore che, sopraffatto da queste scene nei propri pensieri, non ha certo alcuna difficoltà a vedere con gli occhi dell’ingegno il paesaggio descritto.
Al posto di questi pronomi piuttosto formali, la norma odierna ammette lui, lei, loro come soggetti quando:
a) il soggetto è anche il tema, l'argomento di cui si parla nel testo: arrivarono in albergo: lui alto e abbronzato, lei bionda e d elegante.
b) il soggetto è anche il rema (Nella frase Mario è partito, il tema è Mario (elemento noto) e il rema è costituito da è partito (il predicato, che risponde alla domanda: “che cosa ha fatto Mario?”); nella frase È partito Mario, il tema è È partito (elemento noto) e il rema è Mario (informazione che risponde alla domanda: “chi è partito?”) e quindi l'à detto lui, non certo egli! O quando è posposto ad ecco: ecco di nuovo lui, o con il verbo sottinteso, come accade in espressioni del tipo *contento lui*.
P.S: il soggetto-rema può essere anche anteposto al verbo, purché sia marcato da un'intonazione forte: LUI l'à detto! (Ipse dixit).


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Pronomi relativi

Nel parlato nuovo si tende a sostituire che a cui nei casi obliqui, il giorno che ti ho incontrato, quel mio amico che gli hanno rubato la macchina, la valigia che ci ho messo i libri e in questo caso, si può usare anche *dove* al posto di *che*. Nello scritto questo non si può ancora fare, ma ... basta aspettare. :(
L'uso del dove si estende anche ai casi dove il luogo è figurato, ho trovato queste notizie in quel brano, dove si parla dell' Europa, ma siccome quasi tutto può diventare un luogo figurato, si arriva a usare *dove* in molti altri contesti e quindi sarà bene pensare prima dii usare quest'avverbio di luogo. ;)


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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La particella pronominale *ne* la conoscono tutti, quindi non vale parlarne se non per dire di stare attenti a non confonderla con il né, congiunzione negativa. :)

Preposizioni


In caso di dubbi sull'impiego è bene consultare un vocabolario, perché talvolta se ne può usare più di una, per es. il bagnino compie gli anni in o di gennaio, ci rivedremo a o in dicembre, ma solo a Filippi. ;)
Inerente vuole sempre la prep. a, perché il verbo inerire è intransitivo. Così come riguardo, che è sempre a qualcosa, anche se talvolta si legge riguardo la tal cosa (non corretta).
Abitare una casa o in una casa? Nell'accezione di avere un luogo come propria dimora, può essere transitivo e quindi reggere un complemento diretto e perciò, se si deve scrivere sempre abitare in città e a. con i figli, si può anche abitare invece una casa. :)
Un tempo si doveva dire che un un settimanale usciva una volta la settimana, mentre da anni ormai si può scrivere anche una volta alla s.


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Uno per volta o una alla volta? Entrambi sono leciti, il primo è più antico. ;)
Grazie del pensiero o per il pensiero, c'è una differenza sfumata, per chi la sente, ma per la grammatica vanno bene entrambe.
Insieme a o con, il secondo è ridondante, ma formalmente corretto.
Chiamare al cellulare o sul c. Decisamente migliore la prima, la seconda è un anglicismo!
Macchina da scrivere o per s. Ormai il referente non esiste più e quindi anche se la seconda appariva vincente, ormai ha solo valore storico. :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Incontri fra preposizioni e avverbi

La differenza fra il valore avverbiale e quello preposizionale è davvero minima e infatti nessuno conosce la differenza fra su preposizione e avverbio e quindi si è deciso di non porre l'accento per l'eventuale distinzione, anche se un tempo sù era avverbio e su preposizione.
Dietro te o d. di te? L'uso tende a togliere la preposizione, ma la regola da raccomandare è ancora valida quando quel che segue è un pronome personale: sotto di lei, dietro di me, senza di te (anche se in qualche canzone ... :) )
Davanti il duomo o d. al duomo? Davanti regge la preposizione *a* e ci sono anche espressioni figurate che lo confermano, ad es. : mettere il carro davanti ai buoi.
La città vicino Roma? v. a Roma, vicina a Roma? In questo caso vicino a è una locuzione preposizionale (non aggettivo) e quindi invariabile, così come *lontano da*. L'eccezione è quando c'è la copula: Tivoli è vicina a Roma è da preferire. ;)
Fuori casa, f. di o f. da casa? Molte volte fuori, con valore locativo, si lega direttamente al nome: fuori porta, f. commercio, f. luogo, f. strada, ma in altri casi , specie in locuzioni fisse, ci vuole la *di*: fuori di testa, di dubbio, del mondo. Occorre il *da* in altre occasioni: andare fuori dall'Italia, fuori dal seminato, mandare qualcuno fuori dall'aula ( e magari sospenderlo). :D


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Re: Lingua italiana, domande e risposte.

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Regionalismi nell'uso delle preposizioni

Forme giuste sbagliate

Andiamo al mare, alla spiaggia -a mare, a spiaggia
Ci vediamo al bar-ci v. dal bar
Fuori dalla porta, dalla stazione-fuori la porta la stazione

Caso particolare fuori sul balcone, perché non si tratta di posizione esterna


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lemond ha scritto:Regionalismi nell'uso delle preposizioni

Forme giuste sbagliate

Andiamo al mare, alla spiaggia -a mare, a spiaggia
Ci vediamo al bar-ci v. dal bar
Fuori dalla porta, dalla stazione-fuori la porta la stazione

Caso particolare fuori sul balcone, perché non si tratta di posizione esterna
Dai, su queste ci dovrebbero essere pochi dubbi... :boh:
Riguardo al primo esempio (verbi di moto), segnalerei che è giusta anche la forma ‘in’ (andare in spiaggia-città-centro-casa, tornare in auge, ecc. :cincin: )


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