herbie ha scritto: Non potete paragonare una prodotto che porta con sè una tradizione secolare di gusto, che si differenzia da colina a collina, esattamente come il formaggio (andrebbe allora fatta una tabella che compari anche il danno per la salute da derivati del latte - e non sono pochi, vista l'obesità generalizzata delle popolazioni occidentali- , con la stessa logica) , che testimonia dell'identità di un territorio e della composizione di un terreno, con un prodotto massificato e massificante come la cannabis. Non è affatto indifferente la pratica umana del prodotto. Chi beve vino lo fa primariamente per assaporare, chi fuma cannabis lo fa primariamente per subire un effetto. La pratica è profondamente diversa, così come la ricaduta comportamentale. Tra l'altro non è vero che i principi attivi di alcool e della cannabis sono riducibili ad una minima comune unità di misura confrontabile quantitativamente. Quello che fa la differenza è l'atteggiamento della persona rispetto all'assunzione dei due "prodotti". Esistono sì persone che oltre alla pratica "gustante" del vino passano alla pratica che io chiamerei "passivante", cioè quella di chi assume-attendendo, in autoascolto di una e-stasi indotta, di un "trasporto", di un effetto subìto; la ricerca dell' effetto "passivante" nel caso del consumatore di cannabis e derivati è primario. Oppure qualcuno fuma la cannabis per assaporarne il gusto come il fumatore di sigari?
evidentemente non hai una grande esperienza in quanto a cannabis, buon per te, ognuno ha i suoi gusti. ma parlare di prodotto "massificato e massificante" non ha molto senso.
sono pienamente d'accordo nel dire che il 90% dei fumatori lo fa per l'effetto, ce ne sono comunque parecchi cui piace invece anche la "degustazione", non si spiegherebbe altrimenti la varietà di prodotti che vengono derivati dalla canapa, alcuni con effetti uguali altri con effetti molto differenti. varietà che si spiega anche con un discorso socio-culturale, visto che il consumo di cannabis in tante aree del mondo e' una tradizione radicata, e proprio a seconda della diversa area geografica si ha un prodotto o una modalita' di consumo differente.
trovo pero' che anche riguardo all'alcool il discorso sia il medesimo, per questo ho grassettato la frase sopra. fatti un giro in un qualsiasi bar, esci una sera in qualche locale, vedrai che come nel caso dei fumatori anche il 90% dei bevitori lo fa per l'effetto molto piu' che per il gusto, e anche questo e' confermato dal mercato dei prodotti (perche' mai uno dovrebbe bere la birra del discount o il vino cartonato da 30 centesimi?).
cio' che non capisco e' la "guerra tra droghe". ogni droga ha effetti, sapori, comportamenti peculiari. dire "questa va bene perche' quell'altra fa altrettanto non ha molto senso". si rifletta sull'utilizzo delle droghe in generali (o diciamo meglio delle sostanze, visto che esistono altre abitudini e situazioni che producono effetti simili all'utilizzo di droghe in quanto ad alterazione, assuefazione e deperimento), non sul fare classifiche
Faccio notare una ultima cosa. Se fossi un governatore che teme una rivoluzione di una popolazione vessata, un prodotto più calmante, più pacificante e socialmente anti-rivoluzionario della cannabis e derivati da diffondere il pià possibile non troverei...
be', in realta' ce ne sono parecchi altri anche piu' funzionali. uno su tutti: vatti a leggere dove e quando e' cresciuto il mercato dell'eroina negli anni '70.
Però, come sottolineava Gibo all'inizio di questa discussione, quelli che lavorano a diretto contatto con i tossicodipendenti di lungo corso, pressochè all'unisono dicono che invece la pratica della "droga leggera" è quasi sempre propedeutica al passaggio ad altro. Certamente nell'individuo già più fortunato e solido di suo questo sicuramente non avviene, ma in altri casi meno favoriti dalla circostanze invece sì.
proprio con questa frase conclusiva smentisci il passaggio sulle droghe leggere precedenti. il problema sta nella persona che ne fa uso e non nella sostanza in se'.
te lo dico terra terra: ho iniziato a farmi le canne quando ero un teenager e ho smesso senza problemi a 30 anni, nel momento in cui ho deciso smettere. nel frattempo ho provato parecchie altre sostanze stupefacenti eppure non ho mai avuto alcun problema di tossicodipendenza. come me tanti altri che ho conosciuto in gioventu'. cosi' come ce ne sono altri, tra cui anche amici stretti, che sono finiti in comunita', per strada, in ospedale o in obitorio. le statistiche ci dicono che la consequenzialita' non esiste, l'esperienza anche.