passo dello Stelvio

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zaffoni franco
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passo dello Stelvio

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nel 2017 ho percorso 5000 km con circa 48000 mt. di dislivello,questo anno ho messo nel mirino come obiettivo lo Stelvio.Chi mi da consigli meglio da Trafoi o da Bormio.Mettendo il piede a terra c'e la possibilità di ripartire con i piedi già nelle tacchette (muretti o paracarri).Non ho nessuno problema a fermarmi più volte,non devo dimostrare niente a nessuno,solo il piacere di godermi il paesaggio e la soddisfazione di arrivare in cima


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Bitossi
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Re: passo dello Stelvio

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zaffoni franco ha scritto:nel 2017 ho percorso 5000 km con circa 48000 mt. di dislivello,questo anno ho messo nel mirino come obiettivo lo Stelvio.Chi mi da consigli meglio da Trafoi o da Bormio.Mettendo il piede a terra c'e la possibilità di ripartire con i piedi già nelle tacchette (muretti o paracarri).Non ho nessuno problema a fermarmi più volte,non devo dimostrare niente a nessuno,solo il piacere di godermi il paesaggio e la soddisfazione di arrivare in cima
Non voglio minimizzare, eh, però lo Stelvio... è solo lunghissimo! :D
Voglio dire che non c’e alcun punto, in tutti e tre i versanti, dove se si mette giù il piede non si riesce a ripartire. Ovviamente disponendo di rapporti “normali”, e cioè almeno l’ultimo pignone agile. Direi che, con la compact, un 27 va ovviamente benissimo, ma anche col 25 ce la si dovrebbe fare tranquillamente, a patto di avere il fondo necessario, e di non patire eccessivamente l’altura, soprattutto sopra i 2500 m.
Prendendosela calma, ci vogliono 2 ore e mezza da Bormio e una decina di minuti in più da Prato; quindi una prova precedente potrebbe essere fare un’uscita con due salite da circa 10 km. In Lombardia, ad esempio, farsi la Colma di Sormano e poi il Ghisallo, giro per niente banale, visto che anche il tratto tra Nesso e Bellagio è piuttosto mosso. Anzi, a naso potrebbe pure risultare un pelo più faticoso... :boh:

Versanti: qui si deve parlare di comodità. Se si vuole fare la salita una sola volta, com’è ovvio per la prima esperienza, allora se si è lombardi, piemontesi o altro del nord-ovest, il versante di Bormio è la prima scelta. Il contrario ovviamente se si è trentini... :D
A detta di tutti, me compreso, anche se un pelo più duro e 3 km più lungo, il versante di Trafoi è il più bello e spettacolare, ma quello di Bormio è comunque notevole.

Un trucchetto per fare il versante di Trafoi provenendo da Bormio, visto che è praticamente obbligatorio arrivarci in auto, potrebbe essere salire con la bici nel bagagliaio fin quasi al Giogo di Santa Maria (Umbrail), lasciare lì l’auto, scendere dal Giogo recentemente asfaltato, e risalire da Prato (appena rientrati in Italia, Glorenza merita una sosta).
Considerazioni ecologiste a parte, così si perde la goduria della discesa su Bormio, a meno che non si sia con qualcuno che ti porta giù l’auto, ma è appunto un modo comodo per fare il versante più “storico” pur venendo dalla Lombardia, limitandosi ad una 60ina di km.
Tutto sommato, la cosa migliore sarebbe essere da quelle parti in vacanza, non importa dove, e poter quindi scegliere, anche in giorni diversi, il versante da percorrere, magari ancora una volta aiutandosi con l’auto. Aiuto che però tendo a rifiutare... ;)

Personalmente, una volta che mi sentirò particolarmente in forma, proverò a farmi in compagnia il giro completo Bormio-Umbrail-Glorenza- Prato-Bormio... :bici:

PS: non ho mai capito perché, ma pur rimanendo in salita, scalando il versante di Bormio si percorre un altro passo, orograficamente parlando, e cioè la Bocca del Braulio a quota 2300 m. circa.
PPS quasi sottinteso: okkio al meteo! :D


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il_panta
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Re: passo dello Stelvio

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Io ho fatto quest'estate il giro di cui parla Bitossi, e i versanti li conosco tutti bene.
Secondo me tra lo Stelvio da Bormio e lo Stelvio da Prato non c'è confronto, lo Stelvio da Bormio è una salita che a una persona allenata non dà problemi, mentre lo Stelvio da Prato ha gli ultimi 18 km sensibilmente più duri.
Su un paio di cose concordo: il versante di Prato è molto più bello, per me quello è il vero Stelvio; parcheggiare l'auto all'Umbrail Pass e scendere dal lato svizzero è la scelta migliore paesaggisticamente.
In generale, oltre al meteo, ti invito a fare attenzione al traffico. Lo Stelvio ad Agosto può essere problematico, pensa che io ho dovuto mettere il piede a terra due volte per incroci tra auto. Lo Stelvio ha un grande valore simbolico, è una salita mitica e anche un bel posto, ma non è per gli amanti della montagna. Se arrivi dalla Lombardia e ti piace la montagna vira sul Gavia e non ti pentirai!


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jumbo
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Re: passo dello Stelvio

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Orograficamente la bocca del Braulio non è un passo.
Prima e dopo è sempre bacino imbrifero dell'Adda e precisamente del torrente Braulio suo immissario.
Non è un passo ma un significativo "cambio di pendenza" della valle.


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Bitossi
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Re: passo dello Stelvio

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jumbo ha scritto:Orograficamente la bocca del Braulio non è un passo.
Prima e dopo è sempre bacino imbrifero dell'Adda e precisamente del torrente Braulio suo immissario.
Non è un passo ma un significativo "cambio di pendenza" della valle.
Ho scritto che non ho mai capito il perché, anche se avevo letto qualcosa al riguardo, che ora non ricordo.
Però i cartografi del TCI non sono d'accordo con te, visto che in ogni mappa "seria" il Braulio è segnato come passo:
20180114_002913.jpg
20180114_002913.jpg (694.2 KiB) Visto 3356 volte
(ho dovuto ridurre la qualità dell'immagine, ma mi pare che anche così si veda il simbolo cartografico tipico)

Probabilmente hai ragione per quel che riguarda il termine "orografico", ma ho da qualche parte una pubblicazione del Club des Cent Cols che spiega dettagliatamente la definizione di passo.
Se non ricordo male, altre caratteristiche delle valli, e non solo gli spartiacque, possono dar luogo a passi. Magari un giorno ritrovo l'opuscolo... :D
(oh, se poi sei anche tu un geografo, sarebbe interessante qualche spiegazione... ;) )


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jumbo
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Re: passo dello Stelvio

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Un passo geograficamente è il punto più basso di un tratto di linea spartiacque, che quindi mette in comunicazione due diversi bacini imbriferi.
Talvolta si usa lo stesso nome anche per dei "passaggi" particolari, tipo questo cambio di pendenza, oppure semplicemente il punto più alto di una strada (come il passo del Bernina, per non andare lontano, che non coincide con il punto più basso dello spartiacque), o semplicemente il punto più agevole di attraversamento di una cresta, che non sempre è il punto più basso.
Mentre la prima è una definizione oggettiva, legata a morfologia e quote, queste seconde risultano piuttosto opinabili e determinate dall'uso che di tale passaggio si fa.
Da un punto di vista geografico è interessante quel che avviene sul versante lombardo sopra al giogo di Santa Maria: lo spartiacque tra valle del Braulio (bacino Adda-Po) e val Mauranza (che scende poco sotto nella val Monastero e poi torna in Italia nell'Adige) è assai poco delineato su quei dossi erbosi (il confine con la Svizzera tira dritto incurante dello spartiacque) e solo per poco lo Stelvio rimane tra Adda e Adige invece di essere un valico interno al bacino dell'Adige.
https://map.geo.admin.ch/mobile.html?la ... 6628247006


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Bitossi
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Re: passo dello Stelvio

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il_panta ha scritto:Io ho fatto quest'estate il giro di cui parla Bitossi, e i versanti li conosco tutti bene.
Secondo me tra lo Stelvio da Bormio e lo Stelvio da Prato non c'è confronto, lo Stelvio da Bormio è una salita che a una persona allenata non dà problemi, mentre lo Stelvio da Prato ha gli ultimi 18 km sensibilmente più duri.
Su un paio di cose concordo: il versante di Prato è molto più bello, per me quello è il vero Stelvio; parcheggiare l'auto all'Umbrail Pass e scendere dal lato svizzero è la scelta migliore paesaggisticamente.
In generale, oltre al meteo, ti invito a fare attenzione al traffico. Lo Stelvio ad Agosto può essere problematico, pensa che io ho dovuto mettere il piede a terra due volte per incroci tra auto. Lo Stelvio ha un grande valore simbolico, è una salita mitica e anche un bel posto, ma non è per gli amanti della montagna. Se arrivi dalla Lombardia e ti piace la montagna vira sul Gavia e non ti pentirai!
Sì, proprio per questo conviene scalare lo Stelvio in occasione di manifestazioni sportive (in primis ovviamente il Giro), quando viene chiuso al traffico diverse ore prima.
Però c’è anche un giorno dell’anno in cui viene chiuso proprio per favorire scalate ciclistiche: nel 2018 sarà sabato 1 settembre, che poi è anche il compleanno di Bitossi quello vero... :D
Certo che puntare quel giorno per poi trovare tempo brutto, come mi pare sia successo nel 2017, è un po’ rischioso. Per questo sarebbe meglio avere una finestra di qualche giorno a disposizione.

PS: per quel che riguarda la differenza di difficoltà tra i due versanti italiani, io non ho un ricordo così netto. Fermo restando il fatto che una salita simile non va assolutamente presa sotto gamba, e che le reazioni individuali sopra i 2000 m. possono essere molto varie, l’ultima volta che ho scalato il versante di Trafoi, ormai diversi anni fa, c’erano con noi anche due gentili donzelle, toste sì, ma con nelle gambe un kilometraggio annuale di gran lunga inferiore a quello indicato da Zaffoni (nell’ordine di forse la metà se non meno), e non ricordo avessero avuto particolari difficoltà.
Giusto una mezz’oretta di attesa da parte dei maschietti, sdraiati al sole in una magnifica giornata... :D


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zaffoni franco
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Re: passo dello Stelvio

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devo dire che il sottoscritto avendo l'eta di 64 anni,teme più l'altitudine,abitando nella provincia di Trento ho scalato salite come il Bondone,la Polsa,
Pian delle Fugazze (Vallarsa)abitando nei pressi. Ma mai sopra i 1200 mt.


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Bitossi
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Re: passo dello Stelvio

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zaffoni franco ha scritto:devo dire che il sottoscritto avendo l'eta di 64 anni,teme più l'altitudine,abitando nella provincia di Trento ho scalato salite come il Bondone,la Polsa,
Pian delle Fugazze (Vallarsa)abitando nei pressi. Ma mai sopra i 1200 mt.
L’età direi che non è un problema (parere interessato, il mio... ;) ).
Per quel che riguarda l’altitudine, a meno che non si soffra della sindrome specifica, c’e di sicuro una risposta individuale in termini di prestazioni (qualcuno cala di più, altri meno), ma niente di trascendentale, visto che non si parla di Himalaya... :D

Cioè, visto anche dove abiti, non ti è mai capitato di salire a piedi su una cima oltre i 2000/2500 m., magari affrontando pendenze notevoli? L’effetto dovrebbe essere simile, anche se la bici è un po’ più faticosa, e conviene tenersi sempre una certa riserva.

Come consiglio ciclistico mi viene il Sellaronda: se fai il giro di 55 km, testandoti su tre passi oltre i 2000 m., nei quali non si incontrano mai pendenze proibitive, vai tranquillo che ce la fai anche a fare lo Stelvio senza problemi... :boh:


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Re: passo dello Stelvio

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grazie Bitossi il Sella Ronda già fatto,questo tuo consiglio mi rincuora


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