jumbo ha scritto:Il volano turistico è immediato sulle località in cui si svolgono le gare e questo attira i finanziamenti degli enti locali e anche delle società degli impianti di risalita (almeno credo).
Credo che questo punto sia essenziale e purtroppo poco replicabile col ciclismo
Condivisibili poi le osservazioni sul difficile paragone con sci e tennis, sport prettamente individuali, da un lato e con gli sport di squadra dall'altro. Il ciclismo è contemporaneamente uno sport individuale e uno sport di squadra
Legittima poi l'osservazione sul fatto che non basta costringere a partecipare le squadre più forti se queste partecipano con le seconde linee.
L’unico modo secondo me per ovviare a questo è avere
- Una gerarchia chiara delle corse importanti e una loro calendarizzazione che permetta di favorire la partecipazione al maggior numero di esse
- Un sistema che riduca fortemente il numero di corridori per squadra e imponga che la stessa squadra non possa partecipare contemporaneamente a più competizioni contemporaneamente
- Un criterio di inviti/obblighi di partecipazione che rispecchi la gerarchia di cui sopra
Provo a esemplificare (tenete presente che è un esempio buttato giù di getto per cui non focalizzatevi sui dettagli ma sull’impostazione generale
Io pensavo a un circuito di prima fascia, con i tre GT e nove classiche (potrebbero essere le cinque monumento, più Amstel, una classica nordamericana, una mediorientale e una dell’estremo oriente) così organizzato
- Cinque classiche fra metà marzo e metà aprile, subito dopo la Vuelta. Sei settimane di pausa e il Tour fra fine giugno e metà luglio. Altre sei settimane di pausa, Giro a settembre, subito dopo a seguire le altre quattro classiche e il mondiale. DI fatto quindi tre periodi separati da due intervalli di un mese e mezzo l’uno
- A ogni gara del circuito di prima fascia (tranne il mondiale che è per nazionali) partecipano ventidue squadre di otto corridori (176 in tutto)
- Le squadre piazzate ai primi 14 posti del ranking dell’anno precedente hanno l’obbligo di partecipare a tutte le 12 prove. Altri quattro posti sono destinati alle squadre comprese fra la posizione 15 e 26 del ranking, che hanno l’obbligo di partecipare a un GT e tre classiche (scelta ovviamente in ordine di ranking: se tutte scelgono il tour come prima scelta ci vanno quelle dalla 15 alla 18). Gli ultimi quattro a invito discrezione degli organizzatori (eventualmente riscegliendo squadre del ranking fra 15 e 26 che hanno scelto altre prove come obbligatorie)
- Per garantire la miglior partecipazione possibile, e per contenere i costi, le squadre hanno roster ridotti (immagino da 16 a 18 corridori) e non possono partecipare ad altre prove nel periodo in cui si svolgono le corse di prima fascia
A seguire un circuito di seconda fascia, con sostanzialmente le altre gare di WT attuali, cioè semiclassiche e brevi corse a tappe. Indicativamente 10 e 10, però abbinate in modo che ogni squadra possa scegliere una sola delle due (es. al sabato la Strade Bianche e la domenica la Omloop Het Nieuwsblad, oppure il Giro di California sovrapposto a quello di Svizzera) che occupino grosso modo il periodo fra metà febbraio e metà marzo, e una parte delle due pause del circuito di prima fascia. Qui il criterio potrebbe essere la partecipazione a ogni gara di 7 squadre fra le prime 14 e 6 fra le successive 12, con gli altri 11 posti dedicati a inviti liberi
Infine una serie di circuiti nazionali o sovranazionali di terza fascia che sfrutta i “buchi” lasciati dai primi due circuiti, a partecipazione libera dove si può garantire la sopravvivenza con starting list dignitose delle prove tradizionali dei calendari nazionali (Appennino, trofeo Matteotti, tre valli, ecc.)
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)