Eroica ha scritto:Su Aru secondo me bisogna andarci piano, dire "fuori dal podio al Giro è un disastro" è sbagliato. Innanzitutto può accadere di tutto, una caduta o una foratura, che gli faccia avere un risultato inferiore alle qualità dimostrate. Inoltre si creano aspettative false che non potranno essere rispettate: Aru ha vinto una Vuelta grazie alla squadra e all'inesperienza di Dumoulin, ed è stato 2 volte sul podio al Giro ma non ha mai dimostrato di poterlo vincere. Ha limiti evidenti troppo grandi per permetterci di sentenziare che un non-podio al Giro sia un fallimento: Crolli in ogni Grande Giro da lui disputato, limitato a stare in gruppo, soffre il maltempo, limitato a cronometro, sul passo non ne parliamo ma soprattutto sembra incapace di gestirsi, va al 200% (poi collassa): alla Tirreno stava morendo su quell'arrivo in salite (mentre Landa aveva aperto il gas ma si vedeva in faccia che stava bene), sempre alla Tirreno nella cronometro finale il confronto tra Fabio scompostissimo al 150% e Vincenzo a passeggio era pietoso. Questo modo di correre lo paghi per forza di cose.
La sua unica forza è l'accelerazione secca in salita, secondo me (visto il numero al campionato italiano) dovrebbe concentrarsi più sulle classiche, se lo aspettiamo come grangirista allora la delusione sarà scontata.
Sono d'accordo con buona parte delle tue considerazioni, ma non sull'ultima frase però.
Nel contesto ciclistico attuale succede costantemente il contrario, sono gli uomini da classiche che cercando di essere competitivi anche nelle corse a tappe...vedi Dan Martin o Teuns che l'anno scorso annaspava nella tappa più dura del Giro di Polonia e ora, dopo solo pochi mesi, fa 2° nell'arrivo in salita della Parigi - Nizza e 4° ad Arrate.
I tempi in cui i Rebellin, i Bettini, i Nardello presa coscienza dei loro limiti lasciavano perdere i GT per concentrarsi sulle gare in linea sono finiti. Da un lato perché i GT sono sempre più semplici, con poca crono e pochi tapponi, e strizzano l'occhio a questi corridori, e dall'altro perché il panorama delle corse di un giorno dure è sempre più desolante.
D'altronde se Aru volesse concentrarsi sulle corse di un giorno a che gare potrebbe puntare? Lombardia, Freccia Vallone, San Sebastian, Mi-To ed Emilia? Già considerare la Liegi mi sembrerebbe una forzatura, perché parliamo di un corridore che non ha lo spunto veloce di Bettini, ma neanche di Rebellin.
Non c'è più Zurigo, gran parte delle classiche italiane non esistono più e di quelle che continuano a svolgersi alcune sono cadute in totale disgrazia (Matteotti, Appennino). In questo contesto ad Aru conviene rimanere uomo da GT nonostante i suoi limiti...e la squadra che lo ha tra le mani sarà sempre la prima a imporgli di continuare su questa strada.