Matteo Trentin
Re: Matteo Trentin
Le prime corse al nord saranno la prova del nove per il nostro.
Daje Matteò !
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Dannata la pecora che si crede panda
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Re: Matteo Trentin
Dopo la Parigi-Tours, un' aggiustatina è doverosa. Tra l' altro ha vinto neanche 24 ore dopo il mio messaggio precedente.Oude Kwaremont ha scritto:Non so quanto potrebbe essere indicativo, ma la prestazione offerta al Mondiale non ha gettato una buona luce sul futuro di Matteo.
Ne è uscito almeno in parte ridimensionato.
Sarebbe un bene puntare su di lui, dargli la possibilità di correre per vincere. Ma alla Etixx è quasi impossibile; il discorso per cui alla Etixx fa esperienza resta sempre validissimo, ma in tre-quattro anni ci si fa le ossa quel tanto che basta per poter almeno provare.
Forse lassù hanno visto che può cavarsela bene quanto Lampaert e Van Keirsbulck, ma dovendo scegliere sempre meglio giocare in casa... o forse che più di un tanto non può dare.
Spero comunque che possa cambiare squadra e trovarne una dove possa esprimersi liberamente. Se non altro, ci toglieremo il dubbio sulle sue reali capacità.
Ha avuto l' occasione finora più grossa e l' ha sfruttata appieno. Questo non può che dimostrare che le occasioni principali se le potrebbe effettivamente meritare.
Resto però convinto anche che non avrebbe battuto GVA in volata, e comunque non si può non constatare che la qualità dei partecipanti era ovviamente inferiore nel complesso a quella del Fiandre e della Roubaix.
In definitiva, quindi, penso anch' io che i punti di partenza per testare le sue capacità di ben figurare agli appuntamenti clou siano Omloop Het Nieuwsblad, Dwars Door Vlaanderen, e magari anche qualcosa di più impegnativo come E3 Harelbeke.
Re: Matteo Trentin
In questa stagione, fino adesso, ha fatto come miglior risultato un 10 posto alla Sanremo e un 12 ad Haralbeke.
Vediamo, la stagione è lunga. In ogni caso, sono anch'io tra i coloro che lo vedrebbero volentieri in una squadra dove sia, se non la 1a punta, quantomeno la seconda, per le corse del nord.
Daje Matteo!
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Re: Matteo Trentin
Ce lo vedo bene alla Tinkoff per dare un alternativa al povero Peter che ogni vittoria deve sudarsela il triplo di chiunque altro e che rimane sistematicamente solo nei finali.LeNoble ha scritto:In questa stagione, fino adesso, ha fatto come miglior risultato un 10 posto alla Sanremo e un 12 ad Haralbeke.
Vediamo, la stagione è lunga. In ogni caso, sono anch'io tra i coloro che lo vedrebbero volentieri in una squadra dove sia, se non la 1a punta, quantomeno la seconda, per le corse del nord.
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Ce lo vedo bene a fare il capitano in Cannondale (anche se il management è ridicolo) oppure in una Trek per il dopo Cancellara, in una Katusha che al nord è rimasta un po' spuntata o in un Orica che potrebbe affinarne le doti da uomo veloce. D'altronde le pretendenti sono sicuro non mancherebbero.
Ma assolutamente via da Etixx: al chaos abituale si è aggiunto addirittura Gaviria!
Re: Matteo Trentin
Anche perché, per ora, tante mezze punte ma il fenomeno vero hanno mostrato di non averlo.
Re: Matteo Trentin
Perché no in una francese WT o in una Lampre? Lì avrebbe ancora più spazio (se non addirittura capitano unico). Sia chiaro, la butto lì.
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Re: Matteo Trentin
Vittoria alla prima tappa del Tour de l'Ain
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Re: Matteo Trentin
abbiamo il nostro uomo per il mondiale in norvegia
ora bisogna vedere di costruirli la squadra in torno
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Re: Matteo Trentin
è in gran forma,
se va alla Vuelta, portarsi a casa una tappa può essere un obiettivo più che concreto!
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Re: Matteo Trentin
non è nella preselezione per la vuelta, ma in quella delle classiche di amburgo, plouay, gare canadesi al momento...Celun ha scritto:è in gran forma,
se va alla Vuelta, portarsi a casa una tappa può essere un obiettivo più che concreto!
Re: Matteo Trentin
Megliostamgiovanni ha scritto:non è nella preselezione per la vuelta, ma in quella delle classiche di amburgo, plouay, gare canadesi al momento...Celun ha scritto:è in gran forma,
se va alla Vuelta, portarsi a casa una tappa può essere un obiettivo più che concreto!
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Matteo Trentin
Meglio, pure per me.nino58 ha scritto:Megliostamgiovanni ha scritto:non è nella preselezione per la vuelta, ma in quella delle classiche di amburgo, plouay, gare canadesi al momento...Celun ha scritto:è in gran forma,
se va alla Vuelta, portarsi a casa una tappa può essere un obiettivo più che concreto!
Non so gli altri della Etixx come se la siano cavata finora su queste corse, ma per Matteo è comunque una buona opportunità.
Re: Matteo Trentin
Brambilla e Moser luogotenentipereiro2982 ha scritto:abbiamo il nostro uomo per il mondiale in norvegia
ora bisogna vedere di costruirli la squadra in torno
Re: Matteo Trentin
per me,
mille volte meglio andare alla vuelta a prendersi la tripla corono di tappe agilmente
(una delle due di meersman o quella di keukelerie la vinceva con la pipa in bocca)
che andare a tirare le volate a kittel e a nonno boonen...
anche perchè la paris-tours l'ha già vinta e cmq si corre dopo la vuelta.
le altre corse valgono ancora meno e vincere plouay è un terno al lotto(ed anche li saranno partiti con l'idea di fare la volata per boonen).
ed anche perchè la vuelta finendo presto, tiri il fiato qualche giorno e poi hai tutto il tempo per il calendario italiano,
ad esempio bernocchi(terzo nel 2015) la tre valli e il gran piemonte(secondo nel 2015)
o per le altre corse che si corrono prima e dopo il mondiale..adesso non ho il calendario sottomano.
al massimo ti puoi pure ritirare alla vuelta dopo un paio di settimana,
come hanno sempre fatto tutti e ieri ci hanno provato in 90
mille volte meglio andare alla vuelta a prendersi la tripla corono di tappe agilmente
(una delle due di meersman o quella di keukelerie la vinceva con la pipa in bocca)
che andare a tirare le volate a kittel e a nonno boonen...
anche perchè la paris-tours l'ha già vinta e cmq si corre dopo la vuelta.
le altre corse valgono ancora meno e vincere plouay è un terno al lotto(ed anche li saranno partiti con l'idea di fare la volata per boonen).
ed anche perchè la vuelta finendo presto, tiri il fiato qualche giorno e poi hai tutto il tempo per il calendario italiano,
ad esempio bernocchi(terzo nel 2015) la tre valli e il gran piemonte(secondo nel 2015)
o per le altre corse che si corrono prima e dopo il mondiale..adesso non ho il calendario sottomano.
al massimo ti puoi pure ritirare alla vuelta dopo un paio di settimana,
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Re: Matteo Trentin
Boonen sarà pure nonno, ma se decidesse di correre altri 30 anni, Trentin non potrebbe far altro che tiragli le volate e fargli da gregario sulle pietre, tanto abissale è la differenza di classe tra i dueCelun ha scritto:per me,
mille volte meglio andare alla vuelta a prendersi la tripla corono di tappe agilmente
(una delle due di meersman o quella di keukelerie la vinceva con la pipa in bocca)
che andare a tirare le volate a kittel e a nonno boonen...
Celun ha scritto: al massimo ti puoi pure ritirare alla vuelta dopo un paio di settimana,
come hanno sempre fatto tutti e ieri ci hanno provato in 90
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Re: Matteo Trentin
D'accordo sul fatto che trentin abbia scelto il calendario sbagliato perchè facendo le stesse corse di Boonen e Kittel non può che tirar loro la volata (egregiamente) o inserirsi in qualche azione. Tra l altro lo stesso Boonen ha dichiarato che si è fatta confusione in casa Etixx perchè lui e Kittel si ritrovano lo stesso calendario...Tranchée d'Arenberg ha scritto:Boonen sarà pure nonno, ma se decidesse di correre altri 30 anni, Trentin non potrebbe far altro che tiragli le volate e fargli da gregario sulle pietre, tanto abissale è la differenza di classe tra i dueCelun ha scritto:per me,
mille volte meglio andare alla vuelta a prendersi la tripla corono di tappe agilmente
(una delle due di meersman o quella di keukelerie la vinceva con la pipa in bocca)
che andare a tirare le volate a kittel e a nonno boonen...
Celun ha scritto: al massimo ti puoi pure ritirare alla vuelta dopo un paio di settimana,
come hanno sempre fatto tutti e ieri ci hanno provato in 90
Re: Matteo Trentin
tiriamolo su, perchè il panorama degli avversari sarà quello che è, ma tre tappe alla vuelta (con contorno di maglia verde) non sono bruscolini. specie per un corridore che a 28 anni vanta ormai vittorie di tappa in tutti e tre i GT.
per bergen è già stato investito capitano (forse un po' avventatamente) e per la prima volta dovrà confrontarsi anche con le pressioni che questo ruolo comporta. sarà un test importante, a prescindere dal risultato (anche in caso di brutta sconfitta sarà interessante vedere come saprà gestirla).
per bergen è già stato investito capitano (forse un po' avventatamente) e per la prima volta dovrà confrontarsi anche con le pressioni che questo ruolo comporta. sarà un test importante, a prescindere dal risultato (anche in caso di brutta sconfitta sarà interessante vedere come saprà gestirla).
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Re: Matteo Trentin
Non mi convince Trentin capitano a Bergen. Ma come fara' ad essere in forma ai mondiali dopo Tour e Vuelta corsa a questi livelli ? Lo vedo meglio come seconda punta. E poi ai Mondiali dovra' confrontarsi con ben altri avversari, Sagan, Matthwes, Kristoff, Degenkolb, Van Avermaet, EBH...
Re: Matteo Trentin
Sono d'accordo.TIC ha scritto:Non mi convince Trentin capitano a Bergen. Ma come fara' ad essere in forma ai mondiali dopo Tour e Vuelta corsa a questi livelli ? Lo vedo meglio come seconda punta. E poi ai Mondiali dovra' confrontarsi con ben altri avversari, Sagan, Matthwes, Kristoff, Degenkolb, Van Avermaet, EBH...
Deve svolgere un ruolo di attaccante (non nei primissimi giri), lui, Bettiol e Moscon.
Per la volata c'è Viviani, all'occorrenza.
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Re: Matteo Trentin
Oggi un grande! A 3 km ha pure messo in chiaro con Terpstra chi era il capitano! E se grazie a lui ribaltiamo il Fanta, mi diventa a livello di Philippe!
FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
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Re: Matteo Trentin
No, non credo, Trentin mi pare uno molto leale coi compagni, non credo abbia preteso chissà cosa da terpstra.Walter_White ha scritto:Oggi un grande! A 3 km ha pure messo in chiaro con Terpstra chi era il capitano! E se grazie a lui ribaltiamo il Fanta, mi diventa a livello di Philippe!
A mio avviso inizialmente volevano provare a mettere in mezzo kragh andersen negli ultimi 2km ma poi si sono accorti che kragh era ancora in forze e non c'era né tempo né spazio per provare tentativi in alternanza.
Il gruppo stava rientrando e così hanno preso l'unica decisione possibile, quella di giocarsi la volata a due.
Bravo Trentin a non sprecare tutto il lavoro fatto è bravo pure Terpstra che era davanti sia oggi che al mondiale.
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Re: Matteo Trentin
la vittoria più importante della sua carriera
anche grazie ad un bel lavoro di Cimolai
anche partendo coi gradi di capitano, non ha raccolto molto questa primavera anzi
poi la brutta caduta alla Roubaix....
29 anni... ha raggiunto l'apice della carriera o potrà ancora regalarci/si qualche successo di spessore?
anche grazie ad un bel lavoro di Cimolai
anche partendo coi gradi di capitano, non ha raccolto molto questa primavera anzi
poi la brutta caduta alla Roubaix....
29 anni... ha raggiunto l'apice della carriera o potrà ancora regalarci/si qualche successo di spessore?
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Re: Matteo Trentin
Sperando che non ci siano intoppi (vedi costola rotta come ad inizio 2018 o fine 2017) direi che sarà l'anno prossimo quello della "verità" nelle classiche. Ora gli aspetta una Vuelta in cui provare a conquistare tappe e la Parigi-Tours.Visconte85 ha scritto: ↑domenica 12 agosto 2018, 17:33 la vittoria più importante della sua carriera
anche grazie ad un bel lavoro di Cimolai
anche partendo coi gradi di capitano, non ha raccolto molto questa primavera anzi
poi la brutta caduta alla Roubaix....
29 anni... ha raggiunto l'apice della carriera o potrà ancora regalarci/si qualche successo di spessore?
Sinceramente non credo possa ambire a vincere Fiandre e/o Roubaix (la top 5 è alla portata) ma sarei felice di sbagliarmi.
FC 2017: Dwars, La Panne, Itzulia, Vuelta - Comb., Japan Cup
FC 2018: 3° GC, TotA
FC 2019: 4° GC, Limburg, California
FC 2020: 3° GC, 1° FC Squadre, Delfinato, Tour Squadre, Vuelta Tempo, 1° Obb. Zero Punti
FC 2021: 2° GC, Slovenia, Camp. Ita, Sett. Ita, Norvegia, Plouay
FC 2022: Kuurne, Tappa 14 Tour
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FC 2019: 4° GC, Limburg, California
FC 2020: 3° GC, 1° FC Squadre, Delfinato, Tour Squadre, Vuelta Tempo, 1° Obb. Zero Punti
FC 2021: 2° GC, Slovenia, Camp. Ita, Sett. Ita, Norvegia, Plouay
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Re: Matteo Trentin
Beh l'anno prossimo, un po' più a sud rispetto ad oggi, ci sarebbe quella garetta di settembre che mette in palio quella maglietta tanto ambitaVisconte85 ha scritto: ↑domenica 12 agosto 2018, 17:33 29 anni... ha raggiunto l'apice della carriera o potrà ancora regalarci/si qualche successo di spessore?
"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")
"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
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Re: Matteo Trentin
Speriamo, anche se là mi basterebbe un bronzo...Abruzzese ha scritto: ↑domenica 12 agosto 2018, 17:55Beh l'anno prossimo, un po' più a sud rispetto ad oggi, ci sarebbe quella garetta di settembre che mette in palio quella maglietta tanto ambitaVisconte85 ha scritto: ↑domenica 12 agosto 2018, 17:33 29 anni... ha raggiunto l'apice della carriera o potrà ancora regalarci/si qualche successo di spessore?
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Re: Matteo Trentin
La vittoria ottenuta ieri da Trentin mi ha portato, per l'ennesima volta, a riflettere sulle aspettative che si hanno nei confronti dei corridori nostrani fin dalle categorie giovanili e quel che poi riescono effettivamente a raccogliere nel professionismo. Mi è venuto da fare un confronto con un corridore nato nello stesso anno del trentino (1989, addirittura una decina di giorni prima), con caratteristiche diverse e giunto nella massima categoria in pompa magna: Diego Ulissi.
- MATTEO TRENTIN: ha alternato fin dalle categorie giovanili l'attività del ciclocross a quella di stradista, ottenendo risultati più che lusinghieri nel fuoristrada (titoli e podi ai campionati italiani, una top 10 ai campionati del mondo e altre ottime prestazioni). A differenza di molti suoi coetanei, è approdato al dilettantismo in una piccola formazione (la Moro Brugnotto di Spercenigo), con cui ha affrontato con estrema serenità le prime stagioni tra gli Under 23. Nel 2010 è approdato in Marchiol, ottenendo i primi successi, poi nel 2011 il passaggio al Team Brilla Bike (formazione di certo non all'altezza delle più blasonate del Triveneto, ma con qualche valido corridore in rosa, compreso quell'altro grande talento del fuoristrada che era Elia Silvestri e che purtroppo si è perso per strada troppo presto). Qui la vera esplosione in termini di risultati: ben 7 successi se non ricordo male, tra cui Gran Premio Liberazione, Trofeo De Gasperi e il campionato italiano (dove su un circuito non banale precedette Fabio Aru).
Meritata chiamata nel professionismo nella Quick Step (allora Omega Pharma), dove è rimasto fino alla scorsa stagione. Tanta gavetta, spazio nelle classiche spesso precluso dalla presenza di capitani dal pedigree più che notevole (Tom Boonen, per dirne uno) ma anche la capacità di non indirizzarsi ad una carriera da semplice gregario, grazie ad una capacità di sfruttare le occasioni a disposizione che non tutti sono in grado di avere. Nel 2018 il passaggio alla Mitchelton Scott per ritagliarsi un maggior spazio e il brusco stop dovuto alla caduta nella Parigi-Roubaix, da cui ora è riuscito perfettamente a venire fuori.
Ad oggi, 13 agosto 2018, ha vinto 18 corse e risalta all'occhio la qualità delle affermazioni ottenute (considerando, come detto in precedenza, che non sempre finora ha potuto gareggiare da capitano da quando è professionista): due tappe al Tour de France (dove ottenne la prima vittoria da professionista e si tolse la soddisfazione di battere persino Sagan), una tappa al Giro d'Italia (vinta con grande intelligenza e acume tattico), quattro tappe alla Vuelta (dove se non fosse stato per l'ingordigia di un certo anglo-kenyano, avrebbe pure meritatamente portato a casa la maglia della classifica a punti), due Parigi-Tours (corsa che sarà pure decaduta in quanto a considerazione rispetto al passato ma che resta unica nel suo genere, sempre ostica per i nostri colori e in generale difficilissima da vincere), una tappa al Giro di Svizzera e ora il campionato Europeo. A questo aggiungiamo un podio mondiale mancato per poco (il quarto posto ottenuto a Bergen lo scorso anno). Non ha ancora vinto alcuna classica monumento ma si è piazzato decimo alla Milano-Sanremo (e alla prima partecipazione nella classicissima senza quella caduta in curva nel finale, il piazzamento sarebbe stato sicuramente ottimo) e tredicesimo al Giro delle Fiandre.
- DIEGO ULISSI: si parla di lui come di potenziale fenomeno fin dalle categorie giovanili. Specialmente nella categoria juniores vince a ripetizione, militando in una delle formazioni più vincenti d'Italia (la toscana Vangi, in cui militano anche altri ragazzi che poi sapranno arrivare al professionismo come Enrico Magazzini, Davide Appollonio e successivamente anche Manuel Bongiorno, oltre a qualcun altro che ora sicuramente dimentico. Tutti, per un motivo o per l'altro, hanno avuto poca fortuna nella massima categoria). Soprattutto desta sensazione la sua doppietta mondiale realizzata nel 2006 e nel 2007, nel secondo caso con l'Italia che centra l'intero podio (secondo arriva Daniele Ratto, che ha già abbandonato l'attività, e terzo Elia Favilli, che ha deciso di proseguire la propria carriera come biker. Quarto arriva un certo Peter Sagan...). Due stagioni tra i dilettanti sempre col medesimo gruppo (Seano Vangi, poi Hopplà Seano) e poi finalmente arriva l'attesissimo passaggio tra i professionisti.
Alla prima stagione subito un buon successo (Gran Premio Industria e Commercio di Prato), alla seconda stagione la prima tappa vinta al Giro d'Italia (seppur dopo il declassamento di Giovanni Visconti) e la prima vittoria in una gara a tappe (il Giro di Slovenia). C'è sempre l'attesa per quella definitiva esplosione, che dovrebbe portarlo a diventare un corridore da classiche (per provenienza è facile considerarlo come potenziale erede di Paolo Bettini). In teoria potrebbe fare discrete cose anche nelle gare a tappe. Aspetta aspetta però, nonostante alcune vittorie di pregevole fattura, l'atteso salto non arriva mai. Nelle classiche monumento non riesce mai a compiere quel cambio di marcia che dovrebbe portarlo ad affermarsi in quelle gare che dovrebbero essere il suo terreno d'elezione, sembra quasi come un Godot vanamente atteso. Ad oggi nel suo palmarés professionistico vi sono 30 successi: spiccano le sei tappe vinte al Giro d'Italia (alcune anche con splendido tempismo e freddezza), poi vi sono alcune classiche del calendario italiano (Carnago, Coppa Sabatini, Milano-Torino, Giro dell'Emilia, GP di Camaiore, Memorial Pantani, Costa degli Etruschi), brevi gare a tappe (Coppi e Bartali, Giro di Repubblica Ceca, Tour of Turkey), una tappa al Down Under, una al Giro di Svizzera mentre tra le gare in linea spicca il GP di Montrèal.
Un più che discreto palmares quindi ma decisamente lontano da quello che ci si attendeva da un corridore con le sue potenzialità, soprattutto se si va a vedere un dato abbastanza eloquente: ad oggi il miglior piazzamento di Ulissi in una classica monumento è il 20° posto alla Liegi 2013. Nei quattro mondiali disputati è arrivato 38° a Bergen come miglior risultato mentre agli Europei è giunto 9° a Plumelec nella prima edizione.
Questo è quanto, a voi eventuali (e per certi versi prevedibili) conclusioni sul modo in cui diversi nostri ragazzi giungono nella massima categoria. Ho voluto fare questo parallelo perché, a dispetto delle diverse caratteristiche dei due, mi sembra veramente eloquente il peso delle affermazioni e delle prestazioni del trentino in determinati contesti, in considerazione del percorso maturato finora.
- MATTEO TRENTIN: ha alternato fin dalle categorie giovanili l'attività del ciclocross a quella di stradista, ottenendo risultati più che lusinghieri nel fuoristrada (titoli e podi ai campionati italiani, una top 10 ai campionati del mondo e altre ottime prestazioni). A differenza di molti suoi coetanei, è approdato al dilettantismo in una piccola formazione (la Moro Brugnotto di Spercenigo), con cui ha affrontato con estrema serenità le prime stagioni tra gli Under 23. Nel 2010 è approdato in Marchiol, ottenendo i primi successi, poi nel 2011 il passaggio al Team Brilla Bike (formazione di certo non all'altezza delle più blasonate del Triveneto, ma con qualche valido corridore in rosa, compreso quell'altro grande talento del fuoristrada che era Elia Silvestri e che purtroppo si è perso per strada troppo presto). Qui la vera esplosione in termini di risultati: ben 7 successi se non ricordo male, tra cui Gran Premio Liberazione, Trofeo De Gasperi e il campionato italiano (dove su un circuito non banale precedette Fabio Aru).
Meritata chiamata nel professionismo nella Quick Step (allora Omega Pharma), dove è rimasto fino alla scorsa stagione. Tanta gavetta, spazio nelle classiche spesso precluso dalla presenza di capitani dal pedigree più che notevole (Tom Boonen, per dirne uno) ma anche la capacità di non indirizzarsi ad una carriera da semplice gregario, grazie ad una capacità di sfruttare le occasioni a disposizione che non tutti sono in grado di avere. Nel 2018 il passaggio alla Mitchelton Scott per ritagliarsi un maggior spazio e il brusco stop dovuto alla caduta nella Parigi-Roubaix, da cui ora è riuscito perfettamente a venire fuori.
Ad oggi, 13 agosto 2018, ha vinto 18 corse e risalta all'occhio la qualità delle affermazioni ottenute (considerando, come detto in precedenza, che non sempre finora ha potuto gareggiare da capitano da quando è professionista): due tappe al Tour de France (dove ottenne la prima vittoria da professionista e si tolse la soddisfazione di battere persino Sagan), una tappa al Giro d'Italia (vinta con grande intelligenza e acume tattico), quattro tappe alla Vuelta (dove se non fosse stato per l'ingordigia di un certo anglo-kenyano, avrebbe pure meritatamente portato a casa la maglia della classifica a punti), due Parigi-Tours (corsa che sarà pure decaduta in quanto a considerazione rispetto al passato ma che resta unica nel suo genere, sempre ostica per i nostri colori e in generale difficilissima da vincere), una tappa al Giro di Svizzera e ora il campionato Europeo. A questo aggiungiamo un podio mondiale mancato per poco (il quarto posto ottenuto a Bergen lo scorso anno). Non ha ancora vinto alcuna classica monumento ma si è piazzato decimo alla Milano-Sanremo (e alla prima partecipazione nella classicissima senza quella caduta in curva nel finale, il piazzamento sarebbe stato sicuramente ottimo) e tredicesimo al Giro delle Fiandre.
- DIEGO ULISSI: si parla di lui come di potenziale fenomeno fin dalle categorie giovanili. Specialmente nella categoria juniores vince a ripetizione, militando in una delle formazioni più vincenti d'Italia (la toscana Vangi, in cui militano anche altri ragazzi che poi sapranno arrivare al professionismo come Enrico Magazzini, Davide Appollonio e successivamente anche Manuel Bongiorno, oltre a qualcun altro che ora sicuramente dimentico. Tutti, per un motivo o per l'altro, hanno avuto poca fortuna nella massima categoria). Soprattutto desta sensazione la sua doppietta mondiale realizzata nel 2006 e nel 2007, nel secondo caso con l'Italia che centra l'intero podio (secondo arriva Daniele Ratto, che ha già abbandonato l'attività, e terzo Elia Favilli, che ha deciso di proseguire la propria carriera come biker. Quarto arriva un certo Peter Sagan...). Due stagioni tra i dilettanti sempre col medesimo gruppo (Seano Vangi, poi Hopplà Seano) e poi finalmente arriva l'attesissimo passaggio tra i professionisti.
Alla prima stagione subito un buon successo (Gran Premio Industria e Commercio di Prato), alla seconda stagione la prima tappa vinta al Giro d'Italia (seppur dopo il declassamento di Giovanni Visconti) e la prima vittoria in una gara a tappe (il Giro di Slovenia). C'è sempre l'attesa per quella definitiva esplosione, che dovrebbe portarlo a diventare un corridore da classiche (per provenienza è facile considerarlo come potenziale erede di Paolo Bettini). In teoria potrebbe fare discrete cose anche nelle gare a tappe. Aspetta aspetta però, nonostante alcune vittorie di pregevole fattura, l'atteso salto non arriva mai. Nelle classiche monumento non riesce mai a compiere quel cambio di marcia che dovrebbe portarlo ad affermarsi in quelle gare che dovrebbero essere il suo terreno d'elezione, sembra quasi come un Godot vanamente atteso. Ad oggi nel suo palmarés professionistico vi sono 30 successi: spiccano le sei tappe vinte al Giro d'Italia (alcune anche con splendido tempismo e freddezza), poi vi sono alcune classiche del calendario italiano (Carnago, Coppa Sabatini, Milano-Torino, Giro dell'Emilia, GP di Camaiore, Memorial Pantani, Costa degli Etruschi), brevi gare a tappe (Coppi e Bartali, Giro di Repubblica Ceca, Tour of Turkey), una tappa al Down Under, una al Giro di Svizzera mentre tra le gare in linea spicca il GP di Montrèal.
Un più che discreto palmares quindi ma decisamente lontano da quello che ci si attendeva da un corridore con le sue potenzialità, soprattutto se si va a vedere un dato abbastanza eloquente: ad oggi il miglior piazzamento di Ulissi in una classica monumento è il 20° posto alla Liegi 2013. Nei quattro mondiali disputati è arrivato 38° a Bergen come miglior risultato mentre agli Europei è giunto 9° a Plumelec nella prima edizione.
Questo è quanto, a voi eventuali (e per certi versi prevedibili) conclusioni sul modo in cui diversi nostri ragazzi giungono nella massima categoria. Ho voluto fare questo parallelo perché, a dispetto delle diverse caratteristiche dei due, mi sembra veramente eloquente il peso delle affermazioni e delle prestazioni del trentino in determinati contesti, in considerazione del percorso maturato finora.
"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")
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Re: Matteo Trentin
Vangi junior se non sbaglio era seguita da un noto preparatore pro..
se ti alleni e sei seguito come un pro da junior e under
Puoi arrivare tra i pro ma poi fai fatica
Mi vengono in mente due fratelli che corrono in italia in sto periodo tra allievi e junior
È difficile capire dove arriva il talento e dove il super allenamento
mi avevi citato diverse squadre junior..un po troppo pro
se ti alleni e sei seguito come un pro da junior e under
Puoi arrivare tra i pro ma poi fai fatica
Mi vengono in mente due fratelli che corrono in italia in sto periodo tra allievi e junior
È difficile capire dove arriva il talento e dove il super allenamento
mi avevi citato diverse squadre junior..un po troppo pro
Re: Matteo Trentin
Abruzzese, alla tua pur ottima analisi manca un tassello fondamentale: Trentin passato con Lefevre, Ulissi passato e sempre rimasto con Saronni.
Con Lefevre un po' di gavetta la fanno tutti, anche Boonen la fece, ma tutti hanno qualche possibilità, anche i gregari. La varietà con cui la Quickstep vince è qualcosa di impressionante: 13 vincitori finora, su 27 in organico + 1 innesto ad aprile + 2 stagisti ora.
Al contrario mi ricordo anni di Lampre che continua a puntare su un Cunego ormai bollito, facendo fare il gregario a gente come Niemec o Patxi Vila. In un ambiente che non ti mette mai in discussione, il rischio non dico di non sedersi ma di esprimere meno del proprio potenziale, c'è eccome.
Con Lefevre un po' di gavetta la fanno tutti, anche Boonen la fece, ma tutti hanno qualche possibilità, anche i gregari. La varietà con cui la Quickstep vince è qualcosa di impressionante: 13 vincitori finora, su 27 in organico + 1 innesto ad aprile + 2 stagisti ora.
Al contrario mi ricordo anni di Lampre che continua a puntare su un Cunego ormai bollito, facendo fare il gregario a gente come Niemec o Patxi Vila. In un ambiente che non ti mette mai in discussione, il rischio non dico di non sedersi ma di esprimere meno del proprio potenziale, c'è eccome.
Re: Matteo Trentin
Chiaramente io ho ridotto il tutto alla chiave più essenziale possibile ma sicuramente anche questi aspetti che citi possono avere la loro importanza. Mi è balzato subito all'occhio, a parità d'età, il diverso peso delle vittorie e delle prestazioni dell'uno a certi livelli (soprattutto fuori dai nostri confini) rispetto a quelle dell'altro che era molto più sponsorizzato.cassius ha scritto: ↑lunedì 13 agosto 2018, 8:15 Abruzzese, alla tua pur ottima analisi manca un tassello fondamentale: Trentin passato con Lefevre, Ulissi passato e sempre rimasto con Saronni.
Con Lefevre un po' di gavetta la fanno tutti, anche Boonen la fece, ma tutti hanno qualche possibilità, anche i gregari. La varietà con cui la Quickstep vince è qualcosa di impressionante: 13 vincitori finora, su 27 in organico + 1 innesto ad aprile + 2 stagisti ora.
Al contrario mi ricordo anni di Lampre che continua a puntare su un Cunego ormai bollito, facendo fare il gregario a gente come Niemec o Patxi Vila. In un ambiente che non ti mette mai in discussione, il rischio non dico di non sedersi ma di esprimere meno del proprio potenziale, c'è eccome.
"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")
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Re: Matteo Trentin
Certo, il preparatore era quello. Ai tempi nell'ambiente era sulla bocca di tutti (in quei periodi mi capitava di leggere un altro forum dove non di rado se ne faceva accenno).Winter ha scritto: ↑lunedì 13 agosto 2018, 7:37 Vangi junior se non sbaglio era seguita da un noto preparatore pro..
se ti alleni e sei seguito come un pro da junior e under
Puoi arrivare tra i pro ma poi fai fatica
Mi vengono in mente due fratelli che corrono in italia in sto periodo tra allievi e junior
È difficile capire dove arriva il talento e dove il super allenamento
mi avevi citato diverse squadre junior..un po troppo pro
Riguardo i fratelli e quel team ne abbiamo parlato, magari riprendo la discussione nel topic apposito. Però come sappiamo si vedono ancora oggi cose che fanno tutt'altro che bene, forse ancor di più in queste categorie rispetto ai dilettanti.
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Re: Matteo Trentin
sarà una banalità, già detta e ridetta. La differenza tra Ulissi e Trentin è una e fondamentale. Il primo sopra i 200 km quasi scompare, il secondo ha dimostrato da subito una certa attitudine per le gare dure e lunghe. Pur non avendo i gradi di capitano, già dal primo anno in omega, ha dimostrato una sicurezza in gruppo da veterano. Personalità e testa rare nel ciclismo.
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Re: Matteo Trentin
Differenza fondamentale.bove ha scritto: ↑lunedì 13 agosto 2018, 18:06 sarà una banalità, già detta e ridetta. La differenza tra Ulissi e Trentin è una e fondamentale. Il primo sopra i 200 km quasi scompare, il secondo ha dimostrato da subito una certa attitudine per le gare dure e lunghe. Pur non avendo i gradi di capitano, già dal primo anno in omega, ha dimostrato una sicurezza in gruppo da veterano. Personalità e testa rare nel ciclismo.
Eppure nessuno ha mai pensato di relegare (si fa per dire) Ulissi a ruolo di gregario.
Si aspetta sempre che possa fare il botto. Anche in nazionale.
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Re: Matteo Trentin
Ulissi va bene come capitano in un GT, se non hai l'uomo di classifica, o nelle corse sotto i 200 km. Nelle monumento, arrivato a un'età importante, vanta infatti una top20 o poco più, e ai Mondiali non ha mai combinato nulla di significativo.Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 13 agosto 2018, 18:53 Differenza fondamentale.
Eppure nessuno ha mai pensato di relegare (si fa per dire) Ulissi a ruolo di gregario.
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Con questo nessuno dice che è scarso, ma questa è la sua dimensione.
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Re: Matteo Trentin
Come non condividere queste considerazioni. Il toscano ha avuto la fortuna di correre sempre in Lampre/UAE quasi mai senza concorrenza interna. Trentin il gregario l'ha dovuto fare perchè correva in una sqaudra infarcita di campioni anche se, come dice giustamente Bove, sin da subito aveva fatto vedere che le qualità per fare bene nelle classiche non gli mancavano.Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 13 agosto 2018, 18:53Differenza fondamentale.bove ha scritto: ↑lunedì 13 agosto 2018, 18:06 sarà una banalità, già detta e ridetta. La differenza tra Ulissi e Trentin è una e fondamentale. Il primo sopra i 200 km quasi scompare, il secondo ha dimostrato da subito una certa attitudine per le gare dure e lunghe. Pur non avendo i gradi di capitano, già dal primo anno in omega, ha dimostrato una sicurezza in gruppo da veterano. Personalità e testa rare nel ciclismo.
Eppure nessuno ha mai pensato di relegare (si fa per dire) Ulissi a ruolo di gregario.
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Ulissi ha smpre goduto di una eccessiva considerazione. Il doppio oro mondiale tra gli juniores gli aveva fatto guadagare la nomea di nuovo Bettini, viste anche le origini dei due nati in due comuni confinanti. Tra i prof però non è mai esploso, è rimasto lì tra quelli che vincono qualche piccola corsa a tappe e qualche bella semiclassica, ma non ha mai dimostrato di poter stare con i migliori quando conta davvero
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Re: Matteo Trentin
Eppure gode ancora di una considerazione immeritata tra gli addetti ai lavoriTranchée d'Arenberg ha scritto: ↑martedì 14 agosto 2018, 15:17Come non condividere queste considerazioni. Il toscano ha avuto la fortuna di correre sempre in Lampre/UAE quasi mai senza concorrenza interna. Trentin il gregario l'ha dovuto fare perchè correva in una sqaudra infarcita di campioni anche se, come dice giustamente Bove, sin da subito aveva fatto vedere che le qualità per fare bene nelle classiche non gli mancavano.Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 13 agosto 2018, 18:53Differenza fondamentale.bove ha scritto: ↑lunedì 13 agosto 2018, 18:06 sarà una banalità, già detta e ridetta. La differenza tra Ulissi e Trentin è una e fondamentale. Il primo sopra i 200 km quasi scompare, il secondo ha dimostrato da subito una certa attitudine per le gare dure e lunghe. Pur non avendo i gradi di capitano, già dal primo anno in omega, ha dimostrato una sicurezza in gruppo da veterano. Personalità e testa rare nel ciclismo.
Eppure nessuno ha mai pensato di relegare (si fa per dire) Ulissi a ruolo di gregario.
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Ulissi ha smpre goduto di una eccessiva considerazione. Il doppio oro mondiale tra gli juniores gli aveva fatto guadagare la nomea di nuovo Bettini, viste anche le origini dei due nati in due comuni confinanti. Tra i prof però non è mai esploso, è rimasto lì tra quelli che vincono qualche piccola corsa a tappe e qualche bella semiclassica, ma non ha mai dimostrato di poter stare con i migliori quando conta davvero
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Re: Matteo Trentin
Ha avuto dei lampi (rari) che non sono quelli dell'incompiuto. Ulissi anche da pro ha dimostrato di saper vincere e pure di saper vincere bene, talvolta molto bene. Il problema è che lo dimostra sempre nelle occasioni sbagliateWalter_White ha scritto: ↑martedì 14 agosto 2018, 16:05 Eppure gode ancora di una considerazione immeritata tra gli addetti ai lavori
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Per me è uno dei corridori più misteriosi in circolazione. Perché il talento ce l'ha, ma non sembra accorgersene troppi nemmeno lui, tanto che non prova mai a farlo emergere al di fuori del copione previsto nelle giornate in cui rende ai massimi livelli.
Chissà, forse un cambio squadra gli avrebbe fatto bene. Invece temo che il suo mistero ce lo porteremo appresso per sempre come irrisolto.
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Re: Matteo Trentin
Ulissi è uno di quei corridori che un po' per caratteristiche tecniche e un po' per modo di correre è molto forte come cacciatore di tappe ma non come uomo da classiche. Soffre le lunghe distanze e sembra più a suo agio con le logiche di corse a tappe, in cui ci sono anche gli uomini di classifica a gestire la situazione e i finali sono meno affollati, visto che a molti non interessa il traguardo di giornata.
Alla fine la sua buona carriera l'ha fatta finora, ha 6 tappe al giro, GP Montreal, Emilia, Milano Torino, non è un campione assoluto, ma di campioni ce ne sono pochi per definizione.
Non credo neanche goda di una considerazione esagerata, non mi sembra che nessuno lo metta mai come uno dei 4-5 favoriti principali in nessuna classica, è al massimo considerato un outsider.
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Re: Matteo Trentin
Diciamo che godeva di considerazione esagerata. Ora nessuno gli da più tutto questo credito, a parte NinoLopi90 ha scritto: ↑martedì 14 agosto 2018, 19:31 Ulissi è uno di quei corridori che un po' per caratteristiche tecniche e un po' per modo di correre è molto forte come cacciatore di tappe ma non come uomo da classiche. Soffre le lunghe distanze e sembra più a suo agio con le logiche di corse a tappe, in cui ci sono anche gli uomini di classifica a gestire la situazione e i finali sono meno affollati, visto che a molti non interessa il traguardo di giornata.
Alla fine la sua buona carriera l'ha fatta finora, ha 6 tappe al giro, GP Montreal, Emilia, Milano Torino, non è un campione assoluto, ma di campioni ce ne sono pochi per definizione.
Non credo neanche goda di una considerazione esagerata, non mi sembra che nessuno lo metta mai come uno dei 4-5 favoriti principali in nessuna classica, è al massimo considerato un outsider.
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Re: Matteo Trentin
Però Ulissi in nazionale c'è sempre, eppure in quel tipo di corse e soprattutto in quelle distanza non ha mai raccolto che piazzamenti lontani dai primi.
L'idea di fare il botto giusto al mondiale è improbabile.
Va detto che al mondiale qualcuno dobbiamo anche portare.
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Re: Matteo Trentin
In nazionale ce ne vanno 9, e obiettivamente ora come ora 9 corridori italiani da corse in linea migliori di Ulissi non ci sono, in particolare certo non 9 per uno specifico percorso, visto che a Innsbruck non porti Viviani e a Doha non porti Pozzovivo. Costruissero una nazionale tutta attorno a lui sarebbe ridicolo, ma averlo come uomo d'appoggio da muovere ai -50 ci sta tutto.
Re: Matteo Trentin
Non sarà un campionissimo ma lo si sta dipingendo come l'ultimo degli strònzi però.
Re: Matteo Trentin
Non perdiamo di vista però l'origine del discorso: il tutto è partito dalla comparazione della qualità delle vittorie di due ragazzi nati nello stesso anno e approdati al professionismo con diverse aspettative. Inoltre, come ho precisato fin da subito, le caratteristiche di Trentin sono diverse da quelle di Ulissi. È importante però focalizzarsi anche sulla diversa formazione di entrambi: uno è arrivato tra i pro senza aver mai corso in squadroni e praticando costantemente il ciclocross, l'altro invece era in quella che al tempo era la squadra juniores più forte d'Italia e con preparazioni sicuramente superiori alla media.
Lo scopo della discussione non era sicuramente la demonizzazione di Ulissi ma solamente una riflessione su come le aspettative eccessive e percorsi giovanili che portino a spendere molte energie fin da subito possano magari risultare nocivi per la carriera professionistica. Ovviamente poi anche la componente caratteriale è di primaria importanza: Trentin ha una lucidità e una freddezza che magari Ulissi non è mai riuscito ad esprimere in certi ambiti, a dispetto di qualità che avrebbe (le vittorie di tappa al Giro negli scorsi anni dicono che, se vuole, la cattiveria e la freddezza le avrebbe eccome). Diciamo che è un po' come quei giocatori che rendevano al massimo solo in determinate squadre (tipo Cristiano Doni all'Atalanta).
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Re: Matteo Trentin
Per me se vince al Giro e nelle semiclassiche italiane e non sulle Ardenne o al Tour de France un perché ci saràcauz. ha scritto: ↑martedì 14 agosto 2018, 19:21Ha avuto dei lampi (rari) che non sono quelli dell'incompiuto. Ulissi anche da pro ha dimostrato di saper vincere e pure di saper vincere bene, talvolta molto bene. Il problema è che lo dimostra sempre nelle occasioni sbagliateWalter_White ha scritto: ↑martedì 14 agosto 2018, 16:05 Eppure gode ancora di una considerazione immeritata tra gli addetti ai lavori
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Per me è uno dei corridori più misteriosi in circolazione. Perché il talento ce l'ha, ma non sembra accorgersene troppi nemmeno lui, tanto che non prova mai a farlo emergere al di fuori del copione previsto nelle giornate in cui rende ai massimi livelli.
Chissà, forse un cambio squadra gli avrebbe fatto bene. Invece temo che il suo mistero ce lo porteremo appresso per sempre come irrisolto.
A Montreal l'anno scorso ottenne una bella vittoria dal nulla, e poi puntualmente a Bergen scomparve
Ogni anno ad Aprile dicono che è il suo anno, ma il suo anno è come Godot
Tra i 2 per me non c'è paragone
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Re: Matteo Trentin
A Bergen Ulissi fu prezioso in appoggio. Trentin era piu o meno il capitano. Questa è la giusta dimensione dei valori in campo in un mondiale di media difficoltà.
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Re: Matteo Trentin
Eppur fu secondo in una tappa al Tour...Walter_White ha scritto: ↑martedì 14 agosto 2018, 20:11Per me se vince al Giro e nelle semiclassiche italiane e non sulle Ardenne o al Tour de France un perché ci saràcauz. ha scritto: ↑martedì 14 agosto 2018, 19:21Ha avuto dei lampi (rari) che non sono quelli dell'incompiuto. Ulissi anche da pro ha dimostrato di saper vincere e pure di saper vincere bene, talvolta molto bene. Il problema è che lo dimostra sempre nelle occasioni sbagliateWalter_White ha scritto: ↑martedì 14 agosto 2018, 16:05 Eppure gode ancora di una considerazione immeritata tra gli addetti ai lavori
Misteri del ciclismo
Per me è uno dei corridori più misteriosi in circolazione. Perché il talento ce l'ha, ma non sembra accorgersene troppi nemmeno lui, tanto che non prova mai a farlo emergere al di fuori del copione previsto nelle giornate in cui rende ai massimi livelli.
Chissà, forse un cambio squadra gli avrebbe fatto bene. Invece temo che il suo mistero ce lo porteremo appresso per sempre come irrisolto.
A Montreal l'anno scorso ottenne una bella vittoria dal nulla, e poi puntualmente a Bergen scomparve
Ogni anno ad Aprile dicono che è il suo anno, ma il suo anno è come Godot
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Re: Matteo Trentin
Comunque Trentin ed Ulissi sono corridori completamente differenti, con storie differenti.
Il toscano appartiene alla categoria dei corridori che, per vari motivi, hanno dimostrato di più nelle categorie giovanili che nel professionismo (sembrava ridimensionato già negli u23 rispetto agli juniores), tuttavia bisogna dire che Ulissi ha vinto belle corse e detiene un palmares che la maggior parte del gruppo può sognare. Gli incompiuti sono altri. Inoltre ha mostrato più volte sprazzi di talento notevoli su praticamente ogni terreno (anche a crono e in alta montagna). Rimane sicuramente un corridore misterioso e bizzarro che vince quando non te lo aspetti e scompare quando te lo aspetti. Il grande problema di Ulissi è il pompaggio che ricevette dall'ambiente italiano, non ha mai mostrato di poter essere "un grande", la sua dimensione è quella del cacciatore di tappe e del capitano per corse minori, e qui sta l'equivoco, la stampa italiana continua a spingerlo senza ragione per le grandi classiche costringendolo ad essere bollato come flop. Il gregario è un lavoro che non tutti sono in grado di svolgere al meglio, e Ulissi non appartiene a questa categoria. Chiaro che il fatto di essere sempre stato con Saronni in una squadra tecnicamente imbarazzante, incapace di coltivare i talenti, non l'ha aiutato.
Al contrario Trentin è passato senza aspettative del "nuovo Bettini", seppur non consideri il valsuganotto un fenomeno e credo non disponga del motore per vincere un Fiandre o una Roubaix, il fatto di aver sempre corso in una delle squadre tecnicamente migliori gli ha indubbiamente giovato facendolo emergere come corridore di tutto rispetto. Inoltre Trentin mi sembra molto quadrato, professionista serio nonché ottimo gregario, umile e capace di farsi trovare pronto nell'occasione giusta (anche se arriva 4o come al mondiale). Io credo che tra un Modolo e Trentin non ci sia questa gran differenza in talento bensì in percorso formativo e dedizione. Comunque difficile dire che avrebbe combinato un Ulissi con Lefevere e Trentin con Saronni.
Il toscano appartiene alla categoria dei corridori che, per vari motivi, hanno dimostrato di più nelle categorie giovanili che nel professionismo (sembrava ridimensionato già negli u23 rispetto agli juniores), tuttavia bisogna dire che Ulissi ha vinto belle corse e detiene un palmares che la maggior parte del gruppo può sognare. Gli incompiuti sono altri. Inoltre ha mostrato più volte sprazzi di talento notevoli su praticamente ogni terreno (anche a crono e in alta montagna). Rimane sicuramente un corridore misterioso e bizzarro che vince quando non te lo aspetti e scompare quando te lo aspetti. Il grande problema di Ulissi è il pompaggio che ricevette dall'ambiente italiano, non ha mai mostrato di poter essere "un grande", la sua dimensione è quella del cacciatore di tappe e del capitano per corse minori, e qui sta l'equivoco, la stampa italiana continua a spingerlo senza ragione per le grandi classiche costringendolo ad essere bollato come flop. Il gregario è un lavoro che non tutti sono in grado di svolgere al meglio, e Ulissi non appartiene a questa categoria. Chiaro che il fatto di essere sempre stato con Saronni in una squadra tecnicamente imbarazzante, incapace di coltivare i talenti, non l'ha aiutato.
Al contrario Trentin è passato senza aspettative del "nuovo Bettini", seppur non consideri il valsuganotto un fenomeno e credo non disponga del motore per vincere un Fiandre o una Roubaix, il fatto di aver sempre corso in una delle squadre tecnicamente migliori gli ha indubbiamente giovato facendolo emergere come corridore di tutto rispetto. Inoltre Trentin mi sembra molto quadrato, professionista serio nonché ottimo gregario, umile e capace di farsi trovare pronto nell'occasione giusta (anche se arriva 4o come al mondiale). Io credo che tra un Modolo e Trentin non ci sia questa gran differenza in talento bensì in percorso formativo e dedizione. Comunque difficile dire che avrebbe combinato un Ulissi con Lefevere e Trentin con Saronni.
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Re: Matteo Trentin
Però, giusto per fare un esempio, Gasparotto è stato campione italiano, ha vinto due Amstel, ha fatto piazzamenti nei primi 5 alla Liegi e Lombardia, eppure la nazionale la vede col binocolo.
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Re: Matteo Trentin
Perchè va forte 1 giorno all'anno....Salvatore77 ha scritto: ↑giovedì 16 agosto 2018, 17:58 Però, giusto per fare un esempio, Gasparotto è stato campione italiano, ha vinto due Amstel, ha fatto piazzamenti nei primi 5 alla Liegi e Lombardia, eppure la nazionale la vede col binocolo.
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