Ma sì, basti pensare che nella 12 h. Cycling Marathon nell’autodromo di Monza corrono anche degli isolati, che quindi si fanno da soli, ovviamente in gruppo, tutte le 12 ore: il vincitore singolo percorre di solito intorno ai 510 km, a più di 42 di media, soste “fisiologiche” comprese...il_panta ha scritto: ↑lunedì 30 aprile 2018, 16:22Dipende anche dal dislivello. Una gara in pianura in cui si va a 45 km/h di media non è che sia così selettiva, la possono fare moltissime persone. Diverso se c'è un po' di dislivello, la gara si svolge per larga parte in gruppo. Di solito queste gare a circuito vanno così, con qualche scatto e attacco ma la maggior parte delle persone che la fa in gruppo. 45 km/h in gruppo non è niente di che, se i professionisti facessero la gara in gruppo la porterebbero a termine vicino ai 55 km/h.sceriffo ha scritto: ↑lunedì 30 aprile 2018, 9:39 Ho appena visto lo screenshot di Strava di un tizio che conosco, postato su FB. Gara amatoriale di 97km in circuito a quasi 45 di media. A M A T O R I. Siamo a medie prossime agli Under 23 e su distanze più o meno simili alle "famose" corse del martedì, che chi ha intorno ai 40 anni e ha corso, ricorda molto bene. In verità non so nemmeno se 20 anni fa, in gare dilettanti/elite si facevano quelle medie, però con uno tipo di corsa assolutamente differente. Le corse amatoriali (ne ho fatta una per scommesse e mai più!), è un continuo scattare, frustate e bruschi rallentamenti. Le altre sono più regolari, quindi più facile tenere medie elevate. Per cui mi domando: poichè gli amatori non sono tutti ex dilettanti o professionisti, può essere che abbiamo avuto generazioni di campioni rimasti incompiuti per non aver mai corso nelle categorie giovanili? Oppure sono i beveroni a 100 ottani e le bici truccate a farli andare così forte?
Pertanto, non è certo una gara del tipo criterium, percorsa a quelle medie, adatta a destare sospetti sugli amatori-bari: tantopiù che il problema maggiore delle batterie delle ipotetiche bici truccate sarebbe quello della durata.
Quindi, come si sospetta, l’eventuale uso in competizione da parte di prof o anche amatori sarebbe molto più congeniale a percorsi mossi, con possibilità di cambiare bici.
Si ottiene il comunque non indifferente vantaggio di “risparmiare la gamba”, anche in momenti non topici della gara, soprattutto in salite o strappi.