Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Maìno della Spinetta
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 20:18 12a TAPPA

Adesso si inizia a ragionare. E' finita la prima metà "facile" di questo Giro, all'insegna di una serie di pseudo-classiche tra la 2a e l'8a tappa e contraddistinte da due crono piuttosto fondamentali.
Da Cuneo a Pinerolo il 1949 lo vedremo col binocolo, ma non disperatevi: sarà una tappa quantomeno divertente. Punto focale sarà il circuito finale di 55 km e soprattutto l'inedita salita di Montoso. Dopo il Colletto di Rossana (2 km; 4,5%), si collina la Colletta di Paesana senza tratti di salita vera e propria. Una ventina di km pianegganti porteranno il gruppo a Pinerolo, dove si affronta per la prima volta il Muro di San Maurizio (0,5 km; 13,2%; max 20%; in pavé). Dopo alcuni km leggermente vallonati si giunge ai piedi della salita decisiva di Montoso: 8,9 km al 9,4% senza tratti di respiro con una massima del 14% ed un coefficiente di difficoltà di 786 punti. Una salita per scalatori puri, con pendenze adatte a creare distacchi. Al termine della discesa molto tecnica, i corridori dovranno affrontare 19 km pianeggianti. Da un punto di vista tattico è un momento fondamentale. Una salita come il Montoso non può essere superata indenne, quindi senza dubbio in cima resteranno pochi anche se non attaccasse nessuno. Ma questo è un motivo in più per attaccare. Sono convinto che uno scalatore che ha perso terreno nelle crono (o magari anche nelle mini-classiche) voglia subito sfruttare questa occasione. Per cui se i corridori dovessero salire a passo svelto, ci sarà da divertirsi anche nei 20 km pianeggianti, dove i vari gruppetti che si saranno spezzettati in salita (ed anche in discesa, attenzione!) si rincorreranno l'un l'altro. Ai -2500 metri si affronta un'altra volta il muro in vista degli ultimi 1500 metri pianeggianti verso il traguardo. E' una tappa in cui il comportamento dei corridori sarà estremamente influente: potrebbe non succedere nulla, così come potrebbe venir fuori un macello. Serviranno coraggio e fantasia.

Altro dato importante: la tappa sarà di "soli" 146 km, per cui in gruppo ci sarà una certa freschezza all'imbocco della salita. Difficile stabilire se è un elemento narcotizzante o al contrario scatenante... vedremo.

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Non so se sarà narcotizzata o frizzante, per me sarà molto veloce perché in tanti vorranno andare in fuga e dietro ci saranno squadre interessate a fare allargare il gap, e altre a non fare andare via la fuga.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Maìno della Spinetta ha scritto: lunedì 19 novembre 2018, 6:19
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 14 novembre 2018, 20:18 12a TAPPA
Non so se sarà narcotizzata o frizzante, per me sarà molto veloce perché in tanti vorranno andare in fuga e dietro ci saranno squadre interessate a fare allargare il gap, e altre a non fare andare via la fuga.
Esattamente; ed è per questo che potrebbe esserci molta selezione sul Montoso e di conseguenza scoppiare un po' di putiferio.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Vari impegni non mi hanno permesso di proseguire negli ultimi giorni. Ma adesso eccomi qua, pronto a presentare una delle tappe determinanti del prossimi Giro.

14a TAPPA

Il Giro sfrutta al meglio il concetto di mini tappa tanto amato dal Tour ed in soli 131 km inserisce 4000 metri di dislivello suddivisi in 5 GPM.
Non poteva mancare l'accoppiata classica salitadura-salitafacile stavolta interpretata da San Carlo e Courmayeur.

Dopo i primi 8 km, di cui solo 4 sono pianeggianti, inizia subito la prima salita verso Verrayes che sicuramente creerà grande scompiglio. Per chi si ricorda la tappa di La Toussuire al Tour 2015, la salita di Verrayes avrà qui la stessa funzione del Col du Chaussy e ricorderete che già lì iniziarano ad attaccare Nibali e Contador "nascosti" fra coloro che puntavano alla fuga del mattino.
Circa 9\10 km di discesa e si imbocca l'unico tratto pianeggiante di questa tappa (circa 15 km) per poi affrontare altre due salite dalle pendenze abbastanza dolci: Verrogne e Truc d'Arbre.
Ancora 6 km di discesa e poi un tratto per niente facile (da ricordare l'inserimento dei 2 km all'8% verso La Salle) per imboccare la salita presumibilmente decisiva di questa tappa: il Colle San Carlo. E' una salita lunga al punto giusto e ripida al punto giusto: una salita su cui si possono fare disastri, considerando anche quello che viene prima. Una lunga discesa, di cui la prima parte verso La Thuile piuttosto tecnica, porta ai piedi dell'utima facile salita verso lo Skyway, in pratica l'Aprica di turno.
Le salite nel dettaglio:
Verrayes: 6,6 km; 8,1%; 433
Verrogne: 13,8 km; 7,1%; 696
Truc d'Arbre: 8,2 km; 7,0%; 402
Colle San Carlo: 10,5 km; 9,8%; 1008
Skyway: 8,2 km; 3,1%; 79 ( prima parte di 3,7 km al 5,5% per 112 punti)

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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15a TAPPA

Il trittico del week-end si chiude con un tappone insolito: il Giro di Lombardia. Come fatto anche nel 2017 il Giro percorrerà il finale del Giro di Lombardia, ma stavolta con maggiore convinzione: ne risulta una corsa che a tutti gli effetti è un Lombardia di 237 km con Ghisallo, Colma, Civiglio e San Fermo per un totale di quasi 3000 mt di dislivello. Unica nota negativa potrebbe essere la sua collocazione dopo 2 tapponi ed in vista del tappone per eccellenza di Ponte di Legno; tuttavia l'effetto è ammortizzato dal giorno di riposo che i corridori troveranno all'indomani.
L'assenza del Muro di Sormano (sostituito dalla Colma classica) è la sola differenza con il percorso degli ultimi Giri di Lombardia comaschi.
Fare pronostici è difficile, perché se da un lato il grande spettacolo che ogni anno caratterizza il Lombardia fa ben sperare, dall'altro non dobbiamo dimenticarci che siamo all'interno di una corsa a tappe ed è difficile pensare che qualcuno tenti il tutto per tutto.

Le salite:
Madonna del Ghisallo: 8,6 km; 6,2%; 331 (primo tratto di 3,8 km al 9,2% per 321 punti)
Colma di Sormano: 9,5 km; 6,6%; 414
Civiglio: 4,2 km; 9,7%; 395
San Fermo della Battaglia: 2,7 km; 7,2%; 140
Dunque a naso dovrebbero essere 3 GPM di 2a categoria ed uno di 3a.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mi spiace non aver potuto terminare, ma la scuola mi ha portato via molto tempo assieme ad altre attività. Da oggi spero di riuscire a ripartire e presentare l'ultima settimana.


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Trullo
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mi fa piacere rivederti qui


Winter
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Hai trovato squadra tra gli under ?


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Winter ha scritto: martedì 5 febbraio 2019, 19:12 Hai trovato squadra tra gli under ?
No ho chiuso. Ma la bici resta in funzione per buona pace del fatidico chiodo. Al momento sono un mezzo allenatore. Tra un po' saprò darvi aggiornamenti più certi.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Finalmente eccomi tornato, pronto per la 3a settimana, quella che nel suo complesso lascia delusi per come è strutturata nelle ultime tappe, ma con un paio di frazioni davvero interessanti.

16 TAPPA

Una tappa che parte in salita e finisce in salita, infarcita di 4 GPM tutti più o meno impegnativi (anche la Croce di Salven ha un primo tratto impegnativo) con un totale di quasi 5500 metri di dislivello, ulteriormente appesantiti dagli interminabili 226 km. Una tappa di quelle che piacciono a noi appassionati, di quelle che potrebbero anche finire in volata (si fa per dire) se nessuno avesse il coraggio di partire da lontano, di quelle che fanno selezione solo a nominarle. Parliamoci chiaro: è una tappa alla Nibali con passaggi in quota, tante salite, lunga distanza, discese tecniche, ecc...

Vediamo nel dettaglio:
Si parte subito salendo alla Presolana: la salita vera inizia a Rovetta, ma già lì il gruppo sarà salito di 400 metri in una quindicina di km: i primi 4 sono già di salita, poi falsopiano e quindi un altro strappo per arrivare a Clusone. Chi attacca in partenza deve sganciarsi di forza, non ha alternative. Da Rovetta la salita sale abbastanza regolare, con la pendenza che aumenta dopo Castione (4 km all'8%). In cima 8 km di discesa piuttosto tecnica per imboccare subito la Croce di Salven che, pur essendo il GPM più facile del giorno, avrà il suo perché: il primo tratto è subito impegnativo ed è seguito da un falsopiano (dove tradizionalmente si dilatano i distacchi); la sua collocazione in partenza a ridosso della Presolana contribuisce sicuramente a creare scompiglio nei primi 50 km. La discesa è lunga e abbastanza veloce. Da qui inizia la fase di transizione della tappa, una quiete tra due tempeste che dura a malapena una trentina di km. Infatti la strada risalendo la Valcamonica torna ben presto a salire. Anche se il vero Gavia inizia più avanti, già tra Edolo e Vezza d'Oglio si misurano circa 11 km di salita al 4%. Poi a Ponte di Legno si entra nella storia del ciclismo, con il leggendario Gavia dal suo versante più celebre. Ufficialmente sono 16 km e mezzo all'8% con massima del 16% e la famigerata galleria. E' la Cima Coppi di questo Giro, non solo per altitudine ma anche per dislivello (se prendiamo tutta la salita da poco dopo Malonno sono 45 km al 4,7%...). Discesa da non sottovalutare, poi 30 km di fondovalle per arrivare al Mortirolo, che comunque non dovrebbero influire troppo in caso di inseguimenti, visto che scendono discretamente (i 15 km centrali praticamente sono di discesa vera e propria). Rimane comunque l'unico vero guaio della coppia Gavia-Mortirolo. In ogni caso il Gavia manterrà la sua funzione di macigno sia che venga fatto forte sia che venga fatto piano. La sua difficoltà e la sua altitudine serviranno comunque a rendere ancora più surreale la scalata al Mortirolo (anche questa dal versante classico). Sono 12 km all'11% con pendenza massima del 18 (formalmente RCS considera anche il km precedente al 2% portando i dati a 13 km con una media del 10). C'è poco da dire, se non che anche la discesa tecnica contribuirà ad arrivare tutti sbrciolati in vista degli ultimi 14 km di falsopiano verso Ponte di Legno, che prende il posto dell'Aprica. I 3 km per arrivare a Vezza d'Oglio sono gli unici un po' più ripidi (4,5% circa).
In questa tappa c'è tutto: lunga distanza, dislivello elevato, cima over 2000 (e anche di molto) accoppiata finale salita dura - salita facile.
Scatenate l'inferno.

Le salite nel dettaglio:
Passo della Presolana: 11,1 km; 5,9%; 386 (dalla partenza sono 28,3 km al 3,7% per i medesimi 386 punti)
Croce di Salven: 8,9 km; 4,1%; 150
Passo Gavia (CIMA COPPI): 16,5 km; 8,0%; 1056 (dal fondovalle sono 45 km al 4,7% per 994 punti)
Passo del Mortirolo: 12 km; 11%; 1452 (formalmente 12,8 km al 10,1% per 1305 punti)

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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TAPPA 17

Tappa di difficile interpretazione, ufficialmente classificata di media montagna.
Direi di partire dai numeri:
la tappa è lunga 180 km (lunghezza interessante) e presenta quasi 3000 metri di dislivello. Non sono pochi, ma nemmeno tanti. La tappa sarà profondamente condizionata dalla precedente. L'idea di inserire una tappa di difficile interpretazione all'indomani del tappone è potenzialmente valida, ma sicuramente questa tappa ha la pecca di avere un lungo fondovalle tra Terento e l'ascesa finale. Probabilmente con salite un po' più vicine tra loro e una partenza più esplosiva si poteva davvero vedere qualcuno in crisi che prendeva 20 minuti. La Mendola non spaventa, anche se la deviazione per Ruffrè permette di eliminare un inutile falsopiano ed inserire una breve rampa in doppia cifra. Tanta pianura per arrivare alla strana coppia Naz-Terento fra cui non esiste discesa, ma solo pochi km di falsopiano. Terento inoltre è la salita (seppur breve) più dura del giorno con molti tratti in doppia cifra e la ragguardevole media all'8%. Succederà qualcosa? Difficile crederlo. Non è da escludere una violenta crisi di qualche big e allora in questo caso la situazione potrebbe farsi più interessante: in ogni caso è improbabile vedere qualche attacco, ma l'andatura potrebbe salire e rendere più vivace l'ascesa finale. E' assai probabile che la vittoria vada alla fuga del mattino, ma la salita conclusiva è piuttosto impegnativa ed è altrettanto probabile che qualche scattino si possa vedere anche dietro.

In modo del tutto utopistico potrebbe anche inserirsi qualcuno di importante nella fuga e allora la tappa sarebbe uno show. La speranza è l'ultima a morire.

Le salite:
Passo della Mendola: 11,3 km; 4,8%; 260
Naz/Natz: 5,3 km; 6,1%; 197
Terento/Terenten: 5,8 km; 8,0%; 371
Anterselva/Antholz: 9,6 km; 5,5%; 290 (più veritiero il dato sulla parte finale della salita: 5,3 km; 7,5%; 298)

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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In attesa delle ultime 4 tappe vi lascio il confronto PRIMA\DOPO del Montello.
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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TAPPA 18

C'è decisamente poco da dire. La tappa potrebbe essere proposta al guinnes dei primati in quanto tappa dolomitica per velocisti. Da Dobbiaco si sale molto dolcemente per 30 km al Passo Cimabanche (solo nel finale ci sono 2 km al 4%). 80 km di lunga discesa porteranno il gruppo all'unico GPM di giornata a Pieve d'Alpago: una salita tutto sommato non facilissima, ma quasi insignificante, di 6 km al 5,2% con una panta dell'8%. Discesa, leggerissima risalita alla Sella di Fadalto (fa sorridere che sia il 2° valico ad essere transitato in una tappa che scavalca di netto le Dolomiti senza manco una salita :hammer: ) e ancora discesa fino alle porte di Vittorio Veneto (mancano 80 km) . Gli ultimi 60 km sono un biliardo.
Da segnalare la notevole lunghezza (220 km) che, unita alle fatiche già subite e a qualche salita che (bene o male) è sparsa sul percorso, potrebbe rendere la volata decisamente anomala. Non dobbiamo dimenticarci che le salite sono state tantissime nelle ultime 6 tappe e molti velocisti potrebbero essersi ritirati. Allo stesso tempo il giorno dopo (pur essendo molto scialbo) potrebbe essere influenzato dalle fatiche precedenti e sicuramente non agevola il chilometraggio di questa tappa. Potrebbe essere una vera e propria guerra tra poveri (o meglio tra morti) nelle ultimi 3 tappe.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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TAPPA 19

Tutti abbiamo il diritto di constatare che questa tappa è raccapricciante. Sorprende tra l'altro il fatto che questa sia stata etichettata come tappa di alta montagna, quando quella di Anterselva è di media montagna. L'unico verbo che descrive il mio approccio a questa altimetria è "perplimere" (citazione coltissima :diavoletto: ). La prima parte è tutto sommato ben disegnata, con pochissima pianura, un versante del Montello abbastanza impegnativo e il Passo San Boldo (che oltre ad essere spettacolare è anche tecnicamente interessante). Poi fuori da qualsiasi logica il percorso giunge direttamente ai piedi della salita (si fa per dire) di San Martino, inserendo solo la salitella di Lamon (di cui peccando di eccessivo ottimismo ho pure tracciato il profilo :hammer: ). Già è abbastanza debilitante arrivare a San Martino da sud, ma è una scelta quantomeno comprensibile; stupisce ancora di più l'assenza di qualsiasi tipo di variante (mi viene da pensare al Brocon che sarebbe stato lungo e regolare, adatto ad una tappa da ultimo finesettimana) che porta la tappa ad essere abbastanza inisgnificante, ancora più di Prato Nevoso 2018.
In ogni caso potrebbe fare danni lo stesso: il dislivello è comunque tanto (quasi 3000 metri in soli 150 km) e i corridori saranno già distrutti. Se da un lato la salita finale è decisamente abbordabile, dall'altro una squadra compatta ha qui la possibilità di tenere una velocità molto alta e se qualcuno avesse una cotta prenderebbe comunque svariati minuti. Altrimenti aspetteremo la tappa del sabato...
Le salite:
Santa Maria della Vittoria: 4,8 km; 5,5%; 145 (i primi 2 km sono quasi interamente in doppia cifra: 1,7 km; 9,7%; 160)
Passo San Boldo: 6,5 km; 7,1%; 328 (ultimi 3 km al 9%)
*Lamon: 4,8 km; 5,1%; 125
San Martino di Castrozza: 13,6 km; 5,6%; 426 (eliminando i primi 2 di falsopiano risultano 11,7 km; 6,1%; 435)

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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TAPPA 20

Questa è la tappa del "o la va o la spacca" con il terribile Manghen a 109 km dal traguardo. Può succedere tutto e può non succedere niente.
Tappa lunga (193 km) e durissima (oltre 5000 metri di dislivello). C'è sicuramente la possibilità di ribaltare tutto, ma serve coraggio e forse ancora di più serve un motivo per ribaltare tutto. Se la classifica dovesse essere già ben delineata sarà difficile vedere qualcosa, a causa della presenza minacciosa del Rolle, ancora più narcotizzante dell'Aprica per certi punti di vista. Se qualcuno volesse sbriciolare il gruppo sul Manghen allora sarà caos. In ogni caso non è da sottovalutare la possibilità che qualcuno vada in crisi sul Manghen senza preavviso (vedi Pinot a Cervinia) e qualcuno potrebbe aver l'intenzione di aumentare l'andatura creando comunque una selezione che sicuramente sarà notevole. Molto intelligente la scelta di passare dalla strada vecchia una volta scesi in Val di Fiemme: anziché 15 km di falsopiano su strada larga e rettilinea il gruppo dovrà salire a Cavalese (e non dimentichiamoci che sono 4 km al 6%) per poi affrontare un tratto di strada decisamente più tortuoso ed ondulato della statale nuova. Questo rende ancora più selettivo il percorso e rende meno favorevole all'inseguimento il tratto di transizione in vista del Rolle. Altro dato importante sarà il fatto di raggiungere per due volte alta quota (2047 mt per il Manghen, 1980 mt per il Rolle). Attenzione alla salita finale, molto irregolare e con pendenze massime ragguardevoli (16%). L'arrivo sarà posto dopo 1150 mt di discesa.
Tutto può succedere, anche niente.

Le salite:
Cima Campo: 18 km; 6,2%; 692
Passo Manghen: 18,9 km; 7,6%; 1092 (in realtà per arrivare a Telve ci sono altri 4 km di salita: 23,2 km; 7,2%; 1203)
Passo Rolle: 20,6 km; 4,7%; 455 (parte finale di 7,2 km al 6,4% per 295 punti)
Monte Avena: 13,5 km; 6,3%; 536 (parte finale di 6,5 km all'8,8% per 503 punti)

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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TAPPA 21

Se i distacchi fossero ancora ristretti resta un ultimo banco di prova: 15,6 km a cronometro, che nemmeno stavolta saranno per specialisti. La salita delle Torricelle, infatti, per quanto semplice, renderà il percorso anche stavolta ondulato. Non è da sottovalutare nemmeno la discesa di 4 km che presenta alcune curve insidiose. I km a cronometro sono alla fine abbastanza considerevoli (58,5 km), ma con un dislivello totale di quasi 1000 metri (in proporzione a 234 km sono 4000 metri!). Facendo un discorso piuttosto ardito potremmo dire che sul Giro nella sua interezza grava una crono di 58,5 km con 33 km pianeggianti, una salita di circa 15 km al 7% e la successiva discesa. Capite che i km a crono risultano piuttosto condizionati dalla presenza di numerosi tratti di salita, che sono anche piuttosto impegnativi. Ci dimostra che questo Giro si deciderà innanzitutto in salita.

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Maìno della Spinetta
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 6 febbraio 2019, 14:26
Winter ha scritto: martedì 5 febbraio 2019, 19:12 Hai trovato squadra tra gli under ?
No ho chiuso. Ma la bici resta in funzione per buona pace del fatidico chiodo. Al momento sono un mezzo allenatore. Tra un po' saprò darvi aggiornamenti più certi.
ah, eccolo un altro che scrive dal divano...

:diavoletto: :diavoletto: :diavoletto: :diavoletto:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Maìno della Spinetta ha scritto: martedì 12 febbraio 2019, 18:29
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 6 febbraio 2019, 14:26
Winter ha scritto: martedì 5 febbraio 2019, 19:12 Hai trovato squadra tra gli under ?
No ho chiuso. Ma la bici resta in funzione per buona pace del fatidico chiodo. Al momento sono un mezzo allenatore. Tra un po' saprò darvi aggiornamenti più certi.
ah, eccolo un altro che scrive dal divano...

:diavoletto: :diavoletto: :diavoletto: :diavoletto:
Guarda che mi son sparato lo stesso 120 km domenica.
Diciamo nonostante vada in bici solo una volta a settimana riesco a staccare comunque alcuni dei ragazzi... E la cosa è abbastanza preoccupante :old:

A parte tutto, credo sia andata più che bene alla fine. Dispiace non aver visto l'ultima categoria, ma va bene comunque. Ho imparato molto sul ciclismo e posso ugualmente mettere quello che so a disposizione di altri ragazzi e anche vostra. E poi ho in mente una miriade di progetti sia ciclistici che non.

Dal divano è tutto; passo e chiudo.

P.S.In realtà sono sul letto :diavoletto:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Lambohbk »

nibali-san baronto ha scritto: martedì 12 febbraio 2019, 17:56 TAPPA 20
Non vorrei dire una cavolata ma hanno aggiunto una salita nel finale. Prova a cercare info


FC 2017: Dwars, La Panne, Itzulia, Vuelta - Comb., Japan Cup, "L'Altro Lombardia"
FC 2018: 3° GC, Tour of the Alps, , "L'Altro Mondiale"
FC 2019: 4° GC, Limburg, California
FC 2020: 3° GC, 1° FC a Squadre, Delfinato, Tour a Squadre, Vuelta Tempo, 1° Obb. Zero Punti
FC 2021: 2° GC, Slovenia, Camp. Ita, Sett. Ita, Norvegia, Plouay
FC 2022: Kuurne, Tappa 14 Tour
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Una raccolta di statistiche sulle salite del prossimo Giro. Con questo è tutto!

PENDENZA MEDIA
Muro di San Maurizio 13,2%
Passo del Mortirolo 10,1%
Colle San Carlo 9,8%
Muro di San Luca 9,7%
Civiglio 9,7%
Montoso 9,4%
Pian del Lupo 8,7%
Verrayes 8,1%
Passo Gavia 8,0%
Terento 8,0%


PENDENZA MASSIMA
Muro di San Maurizio 20%
Passo del Mortirolo 18%
Muro di San Luca 16%
Passo Gavia 16%
Monte Avena 16%
Colle San Carlo 15%
Civiglio 14%
Montoso 14%
Pian del Lupo 14%
Madonna del Ghisallo 14%

LUNGHEZZA
Passo Gavia 45 km
Lago Serrù 28,8 km
Passo Manghen 23,2 km
Passo Rolle 20,6 km
Cima Campo 18 km
Coppa Casarinelle 15,7 km
La Serra 14 km
Verrogne 13,8 km
Colle del Lys 13,7 km
Monte Avena 13,5 km


ALTITUDINE
Passo Gavia 2618 mt
Lago Serrù 2247 mt
Passo Manghen 2047 mt
Passo Rolle 1980 mt
Colle San Carlo 1951 mt
Passo del Mortirolo 1854 mt
Anterselva 1635 mt
Verrogne 1582 mt
San Martino di Castrozza 1478 mt
Cima Campo 1425 mt


DIFFICOLTA'
Passo del Mortirolo 1452
Passo Manghen 1092
Passo Gavia 1056
Colle San Carlo 1008
Lago Serrù 847
Montoso 786
Pian del Lupo 734
Verrogne 696
Cima Campo 692
Colle del Lys 691


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Giusto per chiudere queste sono le 10 salite più dure del Tour.
Confrontandole con le 10 del Giro risulta un mostruoso divario. Più di 400 punti separano il Mortirolo dal Tourmalet; anche Manghen e Gavia sono più duri del Tourmalet, mentre il San Carlo (4°) equivale a Val Thorens (2°). Tutte le salite successive sono più dure della corrispettiva francese: addirittura il Lys (10°) sarebbe stato 7° e il Montoso (6°) sarebbe stato 3°.
Difficile dire se sia solo una questione orografica, o se ASO ha le sue colpe. Probabilmente entrambe le cose.

Tourmalet 1040
Val Thorens 1010
Izoard 751
Soulor 724
Iseran 723
Roselend 716
Peyresourde 646
Galibier 598
Mur de Peguere 580
Prat d'Albis 562


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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lambohbk ha scritto: martedì 12 febbraio 2019, 22:24
nibali-san baronto ha scritto: martedì 12 febbraio 2019, 17:56 TAPPA 20
Non vorrei dire una cavolata ma hanno aggiunto una salita nel finale. Prova a cercare info
Controllo subito

EDIT: Grazie, non avevo più seguito il topic Giro 2019. Vedo che la tappa ha assunto un aspetto decisamente diverso... mi toccherà rifare un po' tutto :crazy:


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Da oggi è ufficialmente il nuovo topic sulla categoria juniores nella sezione Ciclismo Femminile, Ciclismo Giovanile, Altri Ciclismi .

Qui non parlerò più di me stesso, ma solo del ciclismo "serio", commentando come sempre il ciclismo con gli occhi del ciclista, anzi, ormai dell'ex-ciclista.

Detto questo troverete (ogni volta che ne ho voglia :diavoletto: ) la presentazione delle corse (soprattutto le corse a tappe) ed un mio parere sui risultati delle gare che si seguiranno nel corso della stagione, che è ormai entrata nel vivo.

In ogni caso se avete curiosità sul mio passato siete ancora liberi di chiedere!


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Dopo aver visto dal vivo la Strade Bianche in 5 punti ed essermela gustata (con gigantesca amarezza per i crampi del mio compaesano Bettiol), torno a quella che ormai è diventata un'abitudine. In vista della Parigi-Nizza lascio qualche osservazione oltre alla consueta presentazione del percorso (più snella del Giro logicamente)

Prima di tutto il dato più importante è che la Tirreno ha rinunciato alla tappa di montagna, quindi la Parigi-Nizza torna a strizzare l'occhio maggiormente agli uomini da GT, presentando l'ascesa al Col du Turini che sarebbe tranquillamente HC pure al Tour.

Curiosa la presenza dei TV sempre nei finali di tappa, forse per movimentare gli ultimi km.

TAPPA 1
Tappa per velocisti leggermente movimentata da un'altimetria non troppo semplice. A 23 km dal traguardo il gruppo supera il facile GPM della Cote de Beule. La volata pressoché scontata si svolgerà in pianura: da segnalare solo i leggeri strappi tra i -5 km e i -2 km.
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TAPPA 2
Tappa decisamente pianeggiante. L'ultimo km "sale" all'1,2%, rendendo la volata meno esplosiva e più esigente.
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TAPPA 3
Anche questa è una tappa decisamente semplice, volata in piano influenzata da un leggero strappetto che termina ai -1500 mt.
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TAPPA 4
Tappa frizzante, con l'unica pecca degli ultimi 11 km in falsopiano, potenzialmente narcotizzanti. La distanza (212 km) e i 4 GPM brevi e ripidi posti negli ultimi 60 km, la rendono una piccola classica. Volata ristretta o scatti e controscatti?
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TAPPA 5
Crono per lunghi tratti pianeggiante e rettilinea, ma occhio ai km centrali con salita e discesa dall'Abbazia di St.Michel de Frigolet. Salgono anche gli ultimi 500mt. Crono decisamente lunga per una Parigi-Nizza (23 km), che si propone anche sotto questo punto di vista come un primo banco di prova per gli uomini da GT.
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TAPPA 6
Tappa di difficile interpretazione, molto movimentata negli ultimi 70 km. La salita non facilissima alla Cote de Sainte-Baume preannuncia una serie di brevi strappi o lievi ascese su cui sono collocati gli altri due GPM e i due TV. L'arrivo è posto praticamente in discesa e lo strappo verso il TV di Camps-la-Source potrebbe essere un bel trampolino per i finisseur.
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TAPPA 7
Decisamente un tappone visto che siamo soltanto a Marzo. Quasi 4000 metri di dislivello con salite relativamente semplici che anticipano la salita finale: 15 km al 7,3% sono decisamente tanti e ne uscirà vincitore un vero scalatore. I valori in campo verranno sicuramente allo scoperto.
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TAPPA 8
La classica tappa finale impegnativa: 2000 mt di dislivello in soli 110 km. Ci sarà spettacolo come al solito? Sicuramente ancora una volta ASO offre l'ultima tappa per poter ribaltare tutto.
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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Come già detto nel post di presentazione, questa Parigi-Nizza si preannunciava quasi come un piccolo Tour, con tappe di montagna impegnative ed una crono (in proporzione) piuttosto lunga. E anche questa prima tappa è stata una tappa da tipica prima settimana al Tour, con tanta tensione, ventagli e cadute. Perdono 1 minuto Antunes, Chaves, Pantano, Nieve, Soler, Lopez.
Finiti a 2' 42" tra gli altri Ulissi, Ciccone, Pozzovivo, Spilak, Aru, I.Izaguirre, Van Garderen.
Ancora peggio Henao e Sosa a 4' 30" (direi che resta in mano a Bernal e Kwiato la leadership)
Considerando che sono solo 7 tappe è quasi certo che il vincitore esca tra coloro che oggi erano davanti:
Bernal, (Sanchez?), Quintana, Kwiatkowski, Uran, G.Izaguirre, (Barguil?), Kelderman, Yates, Jungels, Bardet, Zakarin.

Come Italiani credo si possa alzare bandiera bianca :dunce:


Aggiungo che il GP di Larciano è stato decisamente combattuto, la collocazione post-StradeBianche gli permette di avere ogni anno una startlist sempre migliore. Rimprovero a Cattaneo per essersi messo sommessamente a tirare all'ultimo km: piuttosto, se non voleva far calare la velocità, poteva rischiare una sparata a sorpresa. In ogni caso l'Androni si dimostra una professional decisamente competitiva.
Interessante ricordare che il versante di Vinci del San Baronto (sul quale si immette la salita di Fornello) verrà affrontato al Giro nella tappa di Fucecchio: proprio qualche giorno fa discutendo di cosa potesse succedere in quella tappa sono stato contraddetto sul fatto che ci potesse essere selezione, soprattutto considerando la presenza del Castra, salita temibile. Obiettivamente è innegabile che da Vinci a San Baronto in alcuni tratti si possa viaggiare anche a 35\40 km\h, ma questo non significa che debba narcotizzare la corsa: a Castra se salgono forte possono restare pochi e la discesa tecnica non aiuto certo un rilassamento del gruppo. Il San Baronto inizia subito, senza tratti pianeggianti in mezzo e la parte più impegnativa è la prima, possiamo dunque immaginare la coppia Castra-SanBaronto come un macro-Fornello. Avete visto che il tratto facile, come era prevedibile, è il tratto in cui chi ha gambe può fare velocità; allo stesso modo se Castra viene salito forte e restano in pochi, a Vinci si trovano un po' tutti allo scoperto e piuttosto che una salita facile diventa il punto buono per vedere scatti e controscatti.
Non è da escludere che venga salito piano il Castra e che a Vinci arrivino anche alcuni velocisti, ma è davvero possibile che una salita così dura a "soli" 43 km in una tappa di 200, possa non fare selezione?

Vedremo tra 2 mesi... Magari nel mentre ci scappa la ricognizione in bici.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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La tappa di oggi ha ricordato quasi una corsa juniores: a tutta fin dall'inizio e nonostante la corsa sia pianeggiante, davanti restano solo poche decine di corridori. E rende l'idea di quanto sia complicato anche solo giungere al traguardo talvolta.

I distacchi sono raccapriccianti:
solo 5" per Bardet, Jungels, Quintana, Zakarin e Van Garderen;
6' 44" per Ciccone, Chaves e Yates;
8' 27" per Ulissi, Spilak, Antunes, Henao, Pozzovivo, Lopez, I.Izaguirre;
14' 21" per Aru e Sosa;
ritirati Barguil, Uran, Meintjes e G.Izaguirre.

La generale resta in mano a pochi: Kwiatkowski, (Sanchez?), Bernal, Bardet, Quintana, Kelderman, Zakarin, Jungels sono in 35". Dopo rimane il vuoto: Van Garderen è a oltre 3 minuti, Yates a 7...

Si dice che ci sia vento pure domani: buon per noi e peggio per loro.

Eh sì: pare proprio una corsa juniores...


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mantengo la tradizione e passo a presentare la Tirreno-Adriatico. Percorso anomalo rispetto agli ultimi anni, che ricorda quelli di primi anni 2000: tanti muri, ma niente salite da GT. Difficile dunque fare pronostici, anche perché con un percorso del genere anche senza essere al top si può competere con i migliori. Tuttavia non vanno sottovalutate le due giornate decisive sui muri, molto impegnative ma molto diverse: se Fossombrone è costellata di molte salite talvolta anche più lunghe e caratterizzata da un dislivello maggiore, la tappa di Recanati è una serie di rampe impossibili che potrebbe anche finire come una Freccia Vallone (ma più dura); nella prima saranno sicuramente competitivi anche gli uomini da GT, mentre nella seconda servono scattisti puri, uomini da Ardenne.

TAPPA 1
Si inizia con la consueta cronosquadre. Poco da dire, se non le stesse cose degli anni precedenti.
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TAPPA 2
Prima tappa impegnativa con l'ormai assodato traguardo di Pomarance, che in questa edizione un po' meno montuosa è stato promosso a GPM Superior. Percorso forse un po' troppo scialbo, ma la salita finale di 8 km al 4% divisa in tre gradoni (max 16%) non è da sottovalutare. Le soluzioni sono molteplici, ma è assai probabile una volata ristretta.
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TAPPA 3
Sono soltanto due le tappe per velocisti, ma come spesso è stato alla Tirreno anche queste presentano dislivelli discreti che lasciano spazio alla fantasia delle squadre più attrezzate, talvolta vogliose di mettere in difficoltà i velocisti meno resistenti. I primi 85 km sono molto frastagliati e non mancano i su e giù nemmeno nei successivi 100: la lunga distanza (226 km) e il tanto dislivello presente saranno un bel banco di prova per la Sanremo.
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TAPPA 4
E' la tappa forse più selettiva di questa Tirreno: i GPM sono 4, ma le salite sono molte di più e tutte con punte oltre il 15%.
Subito dopo il primo passaggio da Fossombrone si imboccano gli ultimi 100 terribili km, inaugurati da un trittico notevole: lo strappo di Sant'Ippolito (max 15%); il muro di Villa del Monte (max 19%); il muro di Rupoli (max 20%).
Una fase più semplice porta a Calcinelli dove la strada torna a salire attraverso Saltare verso Cartoceto (4 km al 6% con punte del 15%), seguita da un altro tratto in pendenza di un paio di km. Poi le due salite più lunghe che compongono complessivamente i 13 km verso Monteguiduccio: 4 km al 4,5% per arrivare a Montefelcino con tre rampe impegnative (max 19%); il breve strappo verso Bv. Villa Catenara di 700 mt al 7%; la salita vera di 2,6 km all'8% con punte al 18%. La discesa di circa 6 km conduce ad una manciata di km quasi pianeggianti in vista degli ultimi due brevi giri con la terribile salita dei Cappuccini da ripetere due volte (3 km all'8% con gli ultimi 1,6 km all'11% e punte del 19%).
Insomma: ci sarà da divertirsi.
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TAPPA 5
Tappa decisamente più strana ed esigente, ma forse meno selettiva. Dopo la parte in linea con le salitelle di Cartoceto, Loreto e Recanati (imbocco circuito) saranno da ripetere:
per 3 volte il muro di San Pietro (3 km al 7%; 20% negli ultimi metri) e lo strappetto verso Via Paolina Leopardi (500 mt; 7,8%);
per 4 volte il muro di Porta d'Osimo (1,5 km al 13%; max 19%)
Sicuramente è una tappa più difficile da gestire: il circuito è molto tecnico anche planetricamente, quindi volendo fare corsa dura può essere anche più selettivo della tappa precedente. Però le salite sono tutte più brevi ed intense e adatte a uomini di classiche, che potrebbero anche aspettare l'ultimo muro, alla stregua del muro di Huy. Difficile dire cosa possa succedere: dipenderà anche dalla classifica con cui si prenderà il via.
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TAPPA 6
Come la 3a, anche questa è una tappa per uomini veloci, ma molto esigente con il tratto tra i km 40 e 105 ricco di salite di media difficoltà. Non è da sottovalutare nemmeno il circuito finale con il passaggio in centro storico ed il traguardo in leggera ascesa (1 km; 2%; max 5%). Anche stavolta la lunga distanza (195 km) e il tanto dislivello presente saranno un bel banco di prova per la Sanremo.
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TAPPA 7
Crono finale che non ha niente di nuovo rispetto agli anni passati.
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Oudenaarde
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Grazie, molto interessante.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Non ho potuto seguire la tappa della Parigi-Nizza e credo ci sia poco da aggiungere sulla cronosquadre.
Piuttosto vorrei aprire una parentesi su quei pazzi (non saprei come altro chiamarli) che hanno attraversato la strada incuranti di ciclisti, moto ed auto che viaggiavano a 60 km\h.

Il discorso sulla sicurezza è decisamente ampio, ma credo si possa dividere in due macro-contesti:
1) Gestione di enormi folle di spettatori (cfr. Mont Ventoux 2016 o Alpe d'Huez 2018)
2) Gestione di singoli individui

In entrambi i casi la responsabilità è contemporaneamente dello spettatore e dell'organizzatore, ma sono situazioni profondamente differenti, anche perché se il primo caso è relativo quasi esclusivamente al Tour, il secondo riguarda tutte le corse, anche quelle di giovanissimi ed esordienti!

Mentre nel caso 1 il problema è gestire la massa che scalpita (caso in cui risulta fondamentale un'ottima gestione), nel caso 2 il vero problema è l'individuo: se guardiamo al caso di oggi è impossibile credere che il vigile non faccia niente per avvisare l'utente sconsiderato (e infatti si vede bene che ha provato a tirarlo via all'ultimo secondo); e poi è anche inutile che attraversi la strada di corsa a sua volta correndo lo stesso rischio.

Infine lo spettatore di oggi è sostanzialmente un pazzo suicida, inconsapevole e che sarebbe finito sotto una macchina se il traffico fosse stato aperto; ma cosa dire quando ci sono di mezzo persone interne al settore che si comportano allo stesso modo? Cosa dire quando si ha a che fare con automobilisti (gli stessi che vediamo lamentarsi su Facebook, perché non possono portare il figlio a scuola e devono fare 200mt a piedi)?

Vi lascio alcuni racconti:
1) Se c'è una costante in tutte le corse che ho fatto, è la smania di andar via subito dopo l'arrivo di primi: credo di aver mandato a quel paese almeno 10 volte persone che non aspettano la fine della corsa e che mentre sei in trans che cerchi di arrivare a quella benedetta riga bianca sull'asfalto attraversano, si mettono in mezzo, guardano nel vuoto. Non sei capace di restare in piedi e devi pensare anche al posto di quelli a cui sfrecci accanto.
2) Mi è capitato di vedere una macchina con la P attaccata entrare in corsa e non fermarsi minimamente ai fischi e agi urli delle staffette, senza considerare che non può aver ignorata la presenza di 200 persone in bici a 50 km\h... Mah...
3) Una volta ci siamo trovati la strada barricata da un auto messa di traverso a centro strada: non volendo perdere tempo per colpa della corsa ha deciso di fare manovra; intanto noi giungevamo a quasi 60 km\h da un tratto in discesa: è la stessa velocità con qui almeno venti persone si sono sfracellate addosso alla carrozzeria in mezzo a strigolii di freni, bestemmie ed accidenti. Uno si è rotto un femore, uno si è rotto tutti i denti, altri hanno fratturato la clavicola; il resto del gruppo che è stato costretto a fermarsi ha assistito sbigottito alla scena o forse si è unito alle bestemmie.

Un'ultima cosa:
facendo il corso per la patente non ho trovato traccia di corse ciclistiche... Come pensiamo di risolvere il problema?


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Pronostico azzeccato per Pomarance: volata ristretta. Bella volata di Alaphilippe su Van Avermaet con, per me felicemente, Bettiol subito a ruota, che dopo l'annata sfortunata dimostra di essere decisamente competitivo. Se avesse ritrovato anche un po' di brillantezza a crono come quando era junior\U23, potrebbe anche mantenere una buona posizione in generale. Intanto si è inserito in un ordine d'arrivo di tutto rispetto.

Intanto alla Parigi-Nizza vince la crono, abbastanza a sorpresa, Simon Yates. La SKY si trova saldamente nelle prime due posizioni della generale: non credo che possano perderla.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Tappa spettacolare alla Tirreno. Come avevo pensato il percorso era sufficientemente impegnativo da mettere in gioco gli uomini da GT. Numero straordinario di Lutsenko. La sfida per la generale a questo punto è incentrata su Yates e Roglic.

Voglio spendere due parole sul mio compaesano: Alberto ha dimostrato di non aver perso il talento nonostante i 3 infortuni del 2018. Dopo il 3° posto di Pomarance, oggi si dimostra già in grado di reggere in salita alcuni dei migliori corridori sul campo (E' scollinato primo del gruppetto inseguitore più avanti di Doumulin, Pinot e Carapaz per fare alcuni esempi. Inoltre nonostante i 220 km e il tanto dislivello non perde assolutamente lo spunto veloce che gli consente di vincere la volata degli inseguitori. A 26 anni ha ancora margine di crescita, anche considerando la sua evoluzione progressiva e la grande lucidità e professionalità che lo contraddistinguono. Promette bene. Intanto vediamo cosa può fare quest'anno.

Molto bene Formolo che dimostra di aver fatto un altro piccolo salto di qualità. Positiva anche la prestazione di Nibali che come l'anno scorso arriva a fine Tirreno in crescendo, già con una buona gamba. Vorrei ricordare che ha forato proprio prima del momento clue della salita decisamente tosta di Monteguiduccio e nonostante ciò è riuscito a restare agganciato e rimanere con i primi nel finale. Decisamente più pimpante degli anni passati. Se non avesse vinto la Sanremo l'anno scorso ed avesse gli occhi puntati addosso, potrebbe vincerla anche quest'anno (ha avuto lo stesso avvicinamento). In ogni caso promette bene per i grandi appuntamenti: è competitivo anche quest'anno.


Da elogiare anche la vittoria di Martinez alla Parigi-Nizza: una tale progressione al termine di una salita come il Turini non è facile da fare, e a ruota aveva un certo Lopez che non scherza affatto. Un gesto tecnico di altissimo livello.
Complimenti a Gilbert che si inserisce nella lotta per la generale alla vigilia di una tappa che, se in forma, potrebbe anche essere abbastanza adatta alle sue corde.
Bernal ha intanto messo una bella ipoteca sulla generale: Quintana non è mai stato capace di ribaltare niente... difficile credere che, salvo crisi imprevedibili, possa rifilare a Bernal quasi 50". Ma i giochi sono ancora aperti.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Giornata di grande spettacolo, sia a Recanati che a Nizza, con l'Astana che vince ovunque (anche ieri hanno sfiorato la doppietta Lopez-Lutsenko).

Complimenti a Fuglsang per l'impresa e la dedica. Yates si pone come il favorito per la vittoria finale, ma niente è ancora deciso, con Roglic a 25 secondi. Deludente Alaphilippe che dimostra di accusare su percorsi molto impegnativi. Ancora bene Nibali che tutto sommato nonostante sia decisamente fuori forma è 15° in classifica. Oggi peggio Formolo e Bettiol che hanno perso l'attimo decisivo. Io, da tifoso, spero ancora nella top10 di Bettiol che a crono non è fermo ed ha da recuperare solo 35"... speriamo!

Mea culpa! Quintana ha provato il ribaltone. Tuttavia resta tutto com'è, visto che la Sky dimostra ancora una volta di saper gestire perfettamente certe situazioni. Non malissimo Pozzovivo in salita sia oggi che ieri, considerando l'età e che non dovrebbe ancora essere al top.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: domenica 17 marzo 2019, 22:27 Yates si pone come il favorito per la vittoria finale, ma niente è ancora deciso, con Roglic a 25 secondi.
yates dice che è difficile, perché nel 2018 nella stessa crono di san benedetto del tronto roglic gli ha dato 36 secondi.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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guidobaldo de medici ha scritto: domenica 17 marzo 2019, 22:50
nibali-san baronto ha scritto: domenica 17 marzo 2019, 22:27 Yates si pone come il favorito per la vittoria finale, ma niente è ancora deciso, con Roglic a 25 secondi.
yates dice che è difficile, perché nel 2018 nella stessa crono di san benedetto del tronto roglic gli ha dato 36 secondi.
Dipende molto dalla forma dei singoli corridori, visto che siamo ad inizio stagione e le differenze sono più marcate. Roglic ha grandi chance di soffiare la classifica a Yates, ma quest'ultimo è sembrato decisamente in condizione. Se oggi riesce a raccattare qualche abbuono nei TV (non si sa mai) potrebbe seriamente pensarci.
Non escludo nessuno dei due come vincitore.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Si può dire che l'ho gufata a Yates, beffato per 1", equivalente all'abbuono che avevo messo in causa.
Roglic in ogni caso un po' sottotono (solo 11°), probabilmente appesantito dalla fatica fatta dovendo correre a tutta le due tappe decisive.

Per questo guadagna ulteriore spessore la prova di Bettiol che mette in luce ottime doti di recupero e dimostra di aver ritrovato anche l'affinità con la crono dimostrata soprattutto da junior.
Anche la sua prestazione risulta un po' una beffa: 2° di tappa per 3" e fuori dalla top10 (11°) per 10".
Io tempo fa dissi ad un amico che le caratteristiche mostrate da lui nelle categorie giovanili, mi ricordavo per certi versi il primo Nibali, da dilettante e nei primi anni da prof e che l'unica cosa che li distingueva era l'accelerazione (Bettiol è decisamente più veloce). D'altronde non dobbiamo dimenticarci che il primo è stato bronzo ai campionati del mondo sia da junior che da u23 e che il secondo è stato campione europeo a crono da junior. Sempre da junior ha vinto il Giro della Lunigiana. E vorrei far notare che al Tour del 2017 aveva dimostrato di tenere botta in salita come uno dei gregari migliori di Uran.

La mia è ovviamente una provocazione e Nibali non si tocca, ma dopo la grande prestazione di ieri mi sembra più che giusto porsi una domanda: cosa farà al Giro?
Intanto occhio alla crono di San Luca!


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Numerosi impegni (anche su questo forum) mi hanno tenuto lontano dal "mio" thread.
Alcuni spunti rapidi.

SANREMO
Alaphilippe pare Bettini e Nibali dimostra quantomeno di essere competitivo (oltreché un fenomeno assieme a Valverde): mi basta per aver la certezza su chi tifare al Giro :champion: .
nibali-san baronto ha scritto: domenica 17 marzo 2019, 0:43 Positiva anche la prestazione di Nibali che come l'anno scorso arriva a fine Tirreno in crescendo, già con una buona gamba. Vorrei ricordare che ha forato proprio prima del momento clue della salita decisamente tosta di Monteguiduccio e nonostante ciò è riuscito a restare agganciato e rimanere con i primi nel finale. Decisamente più pimpante degli anni passati. Se non avesse vinto la Sanremo l'anno scorso ed avesse gli occhi puntati addosso, potrebbe vincerla anche quest'anno (ha avuto lo stesso avvicinamento). In ogni caso promette bene per i grandi appuntamenti: è competitivo anche quest'anno.
Non dite che non l'avevo detto!


CATALOGNA
Molto bella e decisamente combattuta.
Ridicolo Quintana. Leggermente titubante Bernal che dopo aver assestato il primo colpo spesso si perita ad insistere: riesce a fare la selezione, accende la corsa, ma non riesce a restare da solo al comando.
Formolo che sapeva di non stare benissimo va in crescendo e ottiene una vittoria straordinaria a Barcellona. (bellissimo l'attacco dei gemelli)


GENT-WEVELGEM
Come ha fatto a perderla la Deceunink?

TRENTIN
Sta andando molto forte, ma gli manca ancora qualcosa, forse anche a livello tattico (tuttavia non condanno del tutto lo scatto alla Sanremo)

BETTIOL
Mi dimenticavo che aveva ben figurato anche sul pavè e infatti me lo ritrovo 4° ad Harelbeke. Ora la domanda è: dov'è che va piano?


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: martedì 2 aprile 2019, 19:52 BETTIOL
Mi dimenticavo che aveva ben figurato anche sul pavè e infatti me lo ritrovo 4° ad Harelbeke. Ora la domanda è: dov'è che va piano?
Oggi posso solo ribadire il concetto! :crazy: :drool: :italia: :trofeo: :unzunz: :ponpon: :yes:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Dopo una breve pausa su questo topic credo sia il momento di tornare a commentare.

Intanto vorrei scrivere qui che anche secondo il suo ex-DS (che è stato pure il mio) Bettiol ha le carte in regola per cimentarsi nei GT in un futuro non troppo lontano. Ma non spingo oltre.

Attenzione a Nibali che quest'anno abbiamo visto per la prima volta da qualche stagione andare abbastanza forte anche nelle corse di inizio stagione\preparazione. Adesso vediamo cosa succederà.

Oggi l'arriva a Scena è decisamente interessante soprattutto se venisse fatto forte anche il Monte Giovo... vediamo.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mi piacerebbe un tuo giudizio sul tuo quasi coetaneo Evenepoel e sui poco più vecchi Bernal, Van Aert e Van der Poel


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Trullo ha scritto: martedì 23 aprile 2019, 23:53 Mi piacerebbe un tuo giudizio sul tuo quasi coetaneo Evenepoel e sui poco più vecchi Bernal, Van Aert e Van der Poel
Evenepoel è un fenomeno ma deve imparare a correre. Ahilui è sempre stato abituato a vincere indipendentemente da come si comportasse.
Non saprei sinceramente cos'altro poter dire, perché pur essendo mio coetaneo non l'ho mai incontrato e staccava di minuti quelli che a loro volta staccavano me :velocipede:


Bernal mi piace, però ho la sensazione che abbia timore di insistere negli attacchi che fa: anche al Catalunya sembrava che dopo il pirmo scatto selettivo non avesse il coraggio (o forse le gambe) di ripartire. L'esempio è azzardato, ma se si guarda a Pantani spesso non restava da solo al primo scatto; faceva la menata e poi stava in testa e si levava tutti di ruota. Ecco Bernal ho la sensazione che sia quel tipo di corridore lì (aldilà di quanto vada forte, non certo quanto Pantani per ora) e dispiace vedere che dopo la menata chieda il cambio a chi è alla sua ruota, senza provare a restare solo. Però è un commento fatto un po' al divano... bisognerebbe essere al posto suo.

Van Aert è l'ennesimo (si fa per dire) crossista che si butta sulla strada e decide di concentrarsi su quest'ultima.
Se devo essere sincero mi sta più simpatico di Van der Poel.
Van der Poel è uno di quelli che va troppo forte e a volte stanca... Ecco, uno che a tutte le corse si piazza davanti a svariati km dal traguardo, prende la volata di testa e la vince, alla lunga mi stucca. (Peraltro facevo lo stesso Evenepoel tra gli junior...) Inoltre mi rimane antipatica questa sua continua affermazione sul fatto che la strada non gli piace, non è corretto nei confronti di chi lo sponsorizza e gli paga lo stipendio, non è corretto nei confronti del ben più piacevole Alaphilippe che se l'è visto passare avanti già un paio di volte.
Io da corridore mi sentirei offeso se il tizio che mi stronca a tutte le corse dicesse che non gli piace...

Detto ciò Van der Poel è un fenomeno... non so a questo punto quali possano essere i suoi limiti.


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Trullo
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Sempre un piacere leggerti. Come vedi Van der Poel per le corse a tappe?


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Trullo ha scritto: mercoledì 24 aprile 2019, 22:46 Sempre un piacere leggerti. Come vedi Van der Poel per le corse a tappe?
Troppo presto per dirlo... temo che non abbia l'attitudine per fare lunghe cronometro e nemmeno il peso giusto per andare oltre 2000 metri.
In ogni caso ribadisco che ora come ora è bene non mettere la mano sul fuoco.


Intanto volevo rimettermi in gioco con un paio di osservazioni più approfondite

NIBALI
Noto che, come ogni volta che Nibali cresce di condizione, riparte la solita tiritera da talk-show che vede persone razionali difendere lo squalo di chi invece lo ritiene poco più forte di Moreno Moser...
Senza fare riferimento a nessuno dei "litiganti" in particolare, ci tengo a dichiarare qui la mia posizione in merito con gli occhi di uno che ha corso fino a junior e a iniziato a comprendere meglio dei meccanismi che non si colgono dalla TV (quelli che ho spiegato nelle prime pagine della discussione).
Nibali è un fenomeno e su questo non c'è discussione. A questo punto monta la rabbia di coloro che amano Froome (e non capisco sinceramente il motivo di tifare Froome piuttosto che Nibali... come se ai tempi di Bugno avessero tifato tutti Indurain o ai tempi di Gimondi avessero tifato Merckx... un po' di patriottismo ca**o!).
E' più forte Froome o è più forte Nibali?
La questione è estremamente complicata, ma ci sono dei fatti che sono inequivocabili.
1) Froome non ha MAI vinto una classica in vita sua
2) Nibali ha vinto 51 corse, Froome 46
3) Froome ha vinto due GT in più di Nibali
4) Froome si è ritirato da un Tour (2014) per una caduta e Nibali si è ritirato da un Tour (2018) per una caduta
5) I percorsi del Giro sono mediamenti più adatti a Nibali rispetto al Tour, ma Froome al Giro non ha mai trovato Nibali (facciamo finta che non esista il 2010)
Il primo dato che a me lascia sorpreso è che Nibali (specialmente fino a qualche tempo fa) è del tutto fermo in volata... vincere 51 corse per uno che deve arrivare sempre da solo è decisamente difficile. E a me questo dà particolarmente nell'occhio perché da juniores e anche da u23 vincono quasi sempre corridori veloci. Nibali ha vinto 38 corse in 4 anni da junior e u23! Questo è sintomo di grande talento, lo stesso che gli ha permesso di arrivare solo per 51 volte (in realtà sarebbero da eliminare le corse a tappe)
Il secondo che invece mi ha fatto sempre riflettere è come Froome sia passato da attaccarsi alle moto sul Mortirolo ad arrivare secondo alla Vuelta nel giro di un anno e mezzo, senza vincere niente in mezzo. Senza voler sospettare niente in ogni caso è testimonianza di una crescita ben diversa di Froome che non è dovuta tanto al talento (che sicuramente ha, ma decisamente meno innato rispetto a quello di Vincenzo) ma alla metodologia Sky di cui Froome è stato il primo "esperimento" ed anche quello meglio riuscito. Froome non può mangiare niente che sia minimamente fuori schema (ricordo Cataldo che è scappato via dichiarando che mangiava cioccolata* di nascosto), Nibali di inverno si fa preparare le lasagne dalla moglie.

In conclusione, Froome ha sicuramente ottenuto risultati maggiori rispetto a Nibali nei GT. Nonostante questo io mi tengo Nibali nel cuore, rispetto ad un Froome che, tolta l'impresa sicuramente stupenda del Colle delle Finestre**, ha sempre emozionato meno.
Nel complesso Nibali è secondo me più straordinario. Nibali è un fuoriclasse con un palmares che sembra di un corridore degli anni 70... ma ha iniziato a vincere nel periodo in assoluto più monotono e specializzato della storia del ciclismo (a mio modesto parere): basta guardare la noia mortale di Giro e Tour nel 2012.
Froome ha ugualmente segnato la storia di questo periodo ciclistico, senza dubbio. Non c'è altro che debba essere detto e soprattutto non è necessario sminuire i risultati di entrambi.

* Posso affermare con certezza che la cioccolata fondente fa molto bene alla salute ed è anche un ottimo integratore.

** Con questo ci tengo a sottolineare che è stata un'impresa straordinaria, ma ahimé l'unica.

Detto tutto ciò non mi sento di fare pronostici sul Giro di Nibali, anche per scaramanzia. In ogni caso credo sarà un ottimo Giro ed avrà l'occasione di dimostrare il suo valore di fronte a degni avversari. La mia speranza è che possa smentire alcuni contestatori di Vincenzo.


INCONTRI DEL TERZO TIPO
La sera della tappa di Cles mi sono trovato a mangiare a ristorante (abbastanza casualmente) nello stesso posto in cui pernottavano Manzana e Gazprom.
Decisamente curioso è stato il fine-pasto dei dirigenti Gazprom (tra i quali ho riconosciuto Menchov e Petrov, che io li vedo come ciclisti di Cycling Manager 2004, un mezzo sogno praticamente :drool: ) che parlavano in italiano e affrontavano un ampio discorso sulla crescita dei giovani in Italia: insomma, i russi criticavano il modo in cui i ragazzi (potrei dire "noi ragazzi") vengono cresciuti dalle società in Italia nelle categorie giovanili, ponendo le stesse problematiche che ho più volte posto qui. Soprattutto ho sentito ripetre spesso che ci sono juniores che si allenano come professionisti (e ne sono testimone). E come io ho già sostenuto allenarsi come un professionista così presto ti impedisce di fare un ulteriore salto di qualità quando necessario... Impareranno prima o poi le nostre società?


Luca90
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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bell'intervento :clap:


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2016:Giro (primi5), Tour t11-14, ParigiTours
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Abruzzese
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: lunedì 29 aprile 2019, 23:17
Trullo ha scritto: mercoledì 24 aprile 2019, 22:46 Sempre un piacere leggerti. Come vedi Van der Poel per le corse a tappe?
Troppo presto per dirlo... temo che non abbia l'attitudine per fare lunghe cronometro e nemmeno il peso giusto per andare oltre 2000 metri.
In ogni caso ribadisco che ora come ora è bene non mettere la mano sul fuoco.


Intanto volevo rimettermi in gioco con un paio di osservazioni più approfondite

NIBALI
Noto che, come ogni volta che Nibali cresce di condizione, riparte la solita tiritera da talk-show che vede persone razionali difendere lo squalo di chi invece lo ritiene poco più forte di Moreno Moser...
Senza fare riferimento a nessuno dei "litiganti" in particolare, ci tengo a dichiarare qui la mia posizione in merito con gli occhi di uno che ha corso fino a junior e a iniziato a comprendere meglio dei meccanismi che non si colgono dalla TV (quelli che ho spiegato nelle prime pagine della discussione).
Nibali è un fenomeno e su questo non c'è discussione. A questo punto monta la rabbia di coloro che amano Froome (e non capisco sinceramente il motivo di tifare Froome piuttosto che Nibali... come se ai tempi di Bugno avessero tifato tutti Indurain o ai tempi di Gimondi avessero tifato Merckx... un po' di patriottismo ca**o!).
E' più forte Froome o è più forte Nibali?
La questione è estremamente complicata, ma ci sono dei fatti che sono inequivocabili.
1) Froome non ha MAI vinto una classica in vita sua
2) Nibali ha vinto 51 corse, Froome 46
3) Froome ha vinto due GT in più di Nibali
4) Froome si è ritirato da un Tour (2014) per una caduta e Nibali si è ritirato da un Tour (2018) per una caduta
5) I percorsi del Giro sono mediamenti più adatti a Nibali rispetto al Tour, ma Froome al Giro non ha mai trovato Nibali (facciamo finta che non esista il 2010)
Il primo dato che a me lascia sorpreso è che Nibali (specialmente fino a qualche tempo fa) è del tutto fermo in volata... vincere 51 corse per uno che deve arrivare sempre da solo è decisamente difficile. E a me questo dà particolarmente nell'occhio perché da juniores e anche da u23 vincono quasi sempre corridori veloci. Nibali ha vinto 38 corse in 4 anni da junior e u23! Questo è sintomo di grande talento, lo stesso che gli ha permesso di arrivare solo per 51 volte (in realtà sarebbero da eliminare le corse a tappe)
Il secondo che invece mi ha fatto sempre riflettere è come Froome sia passato da attaccarsi alle moto sul Mortirolo ad arrivare secondo alla Vuelta nel giro di un anno e mezzo, senza vincere niente in mezzo. Senza voler sospettare niente in ogni caso è testimonianza di una crescita ben diversa di Froome che non è dovuta tanto al talento (che sicuramente ha, ma decisamente meno innato rispetto a quello di Vincenzo) ma alla metodologia Sky di cui Froome è stato il primo "esperimento" ed anche quello meglio riuscito. Froome non può mangiare niente che sia minimamente fuori schema (ricordo Cataldo che è scappato via dichiarando che mangiava cioccolata* di nascosto), Nibali di inverno si fa preparare le lasagne dalla moglie.

In conclusione, Froome ha sicuramente ottenuto risultati maggiori rispetto a Nibali nei GT. Nonostante questo io mi tengo Nibali nel cuore, rispetto ad un Froome che, tolta l'impresa sicuramente stupenda del Colle delle Finestre**, ha sempre emozionato meno.
Nel complesso Nibali è secondo me più straordinario. Nibali è un fuoriclasse con un palmares che sembra di un corridore degli anni 70... ma ha iniziato a vincere nel periodo in assoluto più monotono e specializzato della storia del ciclismo (a mio modesto parere): basta guardare la noia mortale di Giro e Tour nel 2012.
Froome ha ugualmente segnato la storia di questo periodo ciclistico, senza dubbio. Non c'è altro che debba essere detto e soprattutto non è necessario sminuire i risultati di entrambi.

* Posso affermare con certezza che la cioccolata fondente fa molto bene alla salute ed è anche un ottimo integratore.

** Con questo ci tengo a sottolineare che è stata un'impresa straordinaria, ma ahimé l'unica.

Detto tutto ciò non mi sento di fare pronostici sul Giro di Nibali, anche per scaramanzia. In ogni caso credo sarà un ottimo Giro ed avrà l'occasione di dimostrare il suo valore di fronte a degni avversari. La mia speranza è che possa smentire alcuni contestatori di Vincenzo.


INCONTRI DEL TERZO TIPO
La sera della tappa di Cles mi sono trovato a mangiare a ristorante (abbastanza casualmente) nello stesso posto in cui pernottavano Manzana e Gazprom.
Decisamente curioso è stato il fine-pasto dei dirigenti Gazprom (tra i quali ho riconosciuto Menchov e Petrov, che io li vedo come ciclisti di Cycling Manager 2004, un mezzo sogno praticamente :drool: ) che parlavano in italiano e affrontavano un ampio discorso sulla crescita dei giovani in Italia: insomma, i russi criticavano il modo in cui i ragazzi (potrei dire "noi ragazzi") vengono cresciuti dalle società in Italia nelle categorie giovanili, ponendo le stesse problematiche che ho più volte posto qui. Soprattutto ho sentito ripetre spesso che ci sono juniores che si allenano come professionisti (e ne sono testimone). E come io ho già sostenuto allenarsi come un professionista così presto ti impedisce di fare un ulteriore salto di qualità quando necessario... Impareranno prima o poi le nostre società?
Le cose che tu hai sviscerato nel confronto tra Nibali e Froome sono quelle che io vado sostenendo (non tirando per forza in ballo Vincenzo ma facendo discorsi di carattere più generale) a proposito del talento di base, quando sostengo che uno come Froome non sarebbe mai diventato quello che è diventato (c'è chi mi continua a portare anche gli esempi del Giro delle Regioni 2007, in cui sono stato pure presente ad una tappa tra l'altro, dove in salita lo staccava pure Pirazzi) perché non c'era nulla che faceva presagire una crescita simile. Io magari ho fatto tutto un discorso (credo che fosse nel thread su Nibali o in quello del Tour of the Alps, in risposta a delle osservazioni) ma ci sono conclusioni che mi trovano concorde col tuo punto di vista.

Su quanto dici a fine messaggio circa il discorso dei nostri giovani, magari quando avrai tempo fai un salto nel thread sugli Juniores che ho aperto nell'altra sezione. Si era già sviluppato un discorso tra me e Winter che aveva preso come riferimento Ulissi (e si parlava anche di Marco Brenner, non so se anche tu ne sai di più di quella questione a cui proprio lì accennavo, magari puoi parlare anche di quello) ma sarebbe interessante anche sentire la tua in proposito su quegli argomenti, visto che ti stai trovando anche a vivere dall'interno la categoria (ovviamente questo esulando dal thread che tu stesso hai aperto e in cui ci porti le vostre esperienze dirette ;) ).


"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")

"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Abruzzese ha scritto: martedì 30 aprile 2019, 1:47 Le cose che tu hai sviscerato nel confronto tra Nibali e Froome sono quelle che io vado sostenendo (non tirando per forza in ballo Vincenzo ma facendo discorsi di carattere più generale) a proposito del talento di base, quando sostengo che uno come Froome non sarebbe mai diventato quello che è diventato (c'è chi mi continua a portare anche gli esempi del Giro delle Regioni 2007, in cui sono stato pure presente ad una tappa tra l'altro, dove in salita lo staccava pure Pirazzi) perché non c'era nulla che faceva presagire una crescita simile. Io magari ho fatto tutto un discorso (credo che fosse nel thread su Nibali o in quello del Tour of the Alps, in risposta a delle osservazioni) ma ci sono conclusioni che mi trovano concorde col tuo punto di vista.

Su quanto dici a fine messaggio circa il discorso dei nostri giovani, magari quando avrai tempo fai un salto nel thread sugli Juniores che ho aperto nell'altra sezione. Si era già sviluppato un discorso tra me e Winter che aveva preso come riferimento Ulissi (e si parlava anche di Marco Brenner, non so se anche tu ne sai di più di quella questione a cui proprio lì accennavo, magari puoi parlare anche di quello) ma sarebbe interessante anche sentire la tua in proposito su quegli argomenti, visto che ti stai trovando anche a vivere dall'interno la categoria (ovviamente questo esulando dal thread che tu stesso hai aperto e in cui ci porti le vostre esperienze dirette ;) ).
Hai colto in pieno dove volevo arrivare

Darò volentieri un'occhiata ed eventualmente guardo se tiro fuori un intervento ;)


34x27

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Chiedo scusa se la discussione non è quella giusta... ma è tornato TSP :D

https://cyclingtips.com/2019/05/the-sec ... alk-about/


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ricominciano i GT e ritorna il mio principale interesse...

Oggi purtroppo tutti hanno aspettato tutti sul Castra e il ritmo è cresciuto solo dopo. Solo la Bahrain ritiene che attaccare sia la miglior difesa ed è andata fortissima nelle due discese... mi ha fatto ricordare gli anni Liquigas :yes:
In ogni caso per difendere quella che era l'opinione di molti (ad esempio la mia e quella di Magrini), ovvero che ci fosse più selezione, vorrei farvi notare un paio di dettagli:
1) Gaviria non aveva più gambe per fare lo sprint
2) Il gruppo era perennemente in fila indiana e Lopez stava per cascarci come una pera lessa
Con questo far notare che la tappa è già stata anomala senza che la salita più dura sia stata fatta forte... Se qualcuno avesse tirato appena più forte (bastava veramente poco) o se avesse piovuto di più sarebbero arrivati 40 corridori.
In ogni caso quando dicevo che le tappe di questa prima settimana non sono semplici tappe per velocisti, ma che mai come quest'anno ogni tappa è una piccola classica che (anche senza fare danni apparenti) rimane nelle gambe in vista delle Alpi.
Lo stesso varrà per domani: ecco una descrizione della tappa (con dettagli specifici della parte vicina a casa).


Tappa per velocisti non banale. Infatti anche se gli ultimi 25 km sono del tutto pianeggianti non si devono sottovalutare i quasi 2000mt di dislivello e la lunghezza ragguardevole di 219 km: sarà una volata per uomini di fondo, capaci di ben figurare anche nelle classiche (penso a Viviani che anche oggi ha retto molto bene il colpo, al contrario di Gaviria per esempio).

Partenza da Vinci per raggiungere su strade veloci (a parte il dentello di Monte Boro) Castelfiorentino. Usciti dal paese si passa davanti casa mia
( :bll: ) e dopo un altro km iniziano le prime rampe di Poggio all'Aglione. Dopo lo strappo del Mannello di 500 mt inizia la salita vera e propria: 6,8 km al 5,4% con una difficoltà complessiva di 200 punti (non pochissimi). Presenta all'inizio e alla fine molti punti in doppia cifra: è' pur sempre una salita che, trovandosi quasi in partenza, potrebbe essere determinante ai fini della fuga del mattino. Se i fuggitivi dovessero partire di forza in salita potrebbe crearsi un gruppetto ben assortito... Occhio dunque alle fughe! Dopo la lunga discesa, a tratti tecnica, si torna sulla SR429 in corrispondenza di Certaldo (attraversamento abbastanza insidioso del paese). Da qui in poi la strada sarà a lungo ondulata (Soprattuto da Poggibonsi in poi, ma anche prima), con pochi tratti davvero pianeggianti. E' in questo tratto che è collocato l'ex GPM della Cantoniera di Montebello.
Dopo la discesa da Mereta inizia dopo ben 140 km il primo vero tratto pianeggiante, caratterizzato da strade ampie e rettilinee. Però dopo Grossetto (per evitare l'Aurelia a 4 corsie) il gruppo dovrà affrontare una nuova fase ondulata, prima con la salitella dell'Apparita (oltre 2km al 5\6%) poi con su e giù variegati. La strada torna rettilinea e pianeggiante soltanto a 25km dall'arrivo. Il finale è del tutto pianeggiante.
Altro fattore importante... il vento di Maremma! ("sotto il maestrale urla e biancheggia il mar") Gli ultimi km si svolgono nella laguna di Orbetello e potrebbero essere pericolosi. Allo stesso modo, attenzione al possibile vento laterale nel lungo tratto pianeggiante verso Grosseto. Insomma, è una tappa che non va sottovalutata del tutto, pur restando chiaramente per velocisti.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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1,7 4,2%
0,8 7,3%

Io devo smettere di dire il mio pronostico perché la gufo... Dopo che Yates ha perso la Tirreno per 1" oggi Viviani è stato declassato :boh:
Domani vince Demare! :diavoletto:
Oggi tanto fumo e niente arrosto, infatti l'unica conseguenza del nervosismo è stata la caduta dei -5.
Dispiace veder sfumare un'altra potenziale occasione di spettacolo. Dispiace anche per Vegni che aveva disegnato queste prime tappe in modo da non essere del tutto banali, ma purtroppo il forte vento è stato più a favore rispetto a quanto previsto e non ha dato l'effetto voluto.
Oggi molto più attento Lopez, mentre Geoghegan perde tanto. Carapaz purtroppo per lui ha dovuto fermarsi proprio quando si stava entrando nel vivo e si è trovato nel luogo sbagliato al momento sbagliato non per colpa sua.
Il pronostico l'avevo azzeccato, ma Gaviria mi è sembrato molto più pimpante.
Passiamo alla tappa di domani senza fare pronostici perché metterei a rischio l'incolumità dei corridori...


Anche la seconda tappa pianeggiante di questo Giro, di pianura ne avrà ben poca. Presumibilmente si concluderà comunque con uno sprint, più o meno di massa.

Dopo soli 25 km si sale verso Manciano, GPM di giornata, dando avvio ad una serie di salite più o meno abbordabili che di fatto non terminerà più, seppur intervallata da alcuni tratti pianeggianti. Proviamo ad elencare tutte le principali:
- Manciano (GPM): 8 km; 3,7% (tratti di salita intervallati da tratti in contropendenza, massima del 10% nell'ultimo km)
- Poggio Evangelista: 13,2 km; 3% (non inganni la media: sono 13 km tutti in ascesa che alternano tratti di salita a tratti di falsopiano)
(dopo Tuscania c'è una serie di strappi brevi e abbastanza ripidi)
- Querce d'Orlando (km 121,5): 7 km; 2,7% (due tratti in salita separati da 2 km pianeggianti)
- Monte Razzano (km 154,5): 4,1 km; 3,6% (il primo tratto verso Campagnano è di 1 km abbondante al 6%)
- Monterotondo: 1,5 km; 6,7% (massime oltre il 10%)
Con il nuovo tracciato fuori da Roma il primo tratto pianeggiante è leggermente anticipato ma mancheranno comunque soli 40 km su un totale di 235! E' chiaro che non si tratta di salite impegnative, ma dopo 200 km di corsa il dislivello ammonta già a circa 2000 metri. Se l'arrivo fosse in pianura sarebbe ancora a pieno titolo una tappa per velocisti, analoga in molti punti a quella di Orbetello, ma il finale (seppur addolcito rispetto a prima) potrebbe essere sufficiente a togliere i velocisti puri dalla possibilità di vittoria (a parte rare eccezioni).
Infatti il gruppo si dovrà accontentare giusto di una decina di km pianeggianti, visto che la strada torna gradualmente a salire, per affrontare un nuovo tratto tutto su e giù che non lascia respiro nemmeno sul traguardo. Infatti entrando a Frascati si imbocca l'ultimo tratto in salita che termina sul traguardo: sono 2 km al 4,4%. E attenzione, perché in un paio di punti si raggiungono massime del 7\8% (in particolare ai -2 km e ai -700 metri).
Insomma, sarà difficile un colpo di mano, ma la volata sarà decisamente anomala. Il tutto condito da ben 235 km di corsa, con quasi 3000 metri di dislivello.

Vorrei concludere confrontando questo finale, con quello di Almaden della Vuelta 2018.
FRASCATI: 2 km; 4,4%; max 7%
ALMADEN: 2 km; 4,2%; max 6%
Pensate adesso che ad Almaden arrivarono con lo stesso tempo solo 52 corridori e soprattutto che Valverde ha battuto Sagan, Izaguirre è arrivato 4°, Yates 7° e Kruijswijk 10°. Cosa succederà a Frascati? Probabilmente il finale sarà più palpitante di oggi, anche se dovesse essere processione fino allo sprint.

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34x27

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Molto interessante, grazie mille!


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

34x27 ha scritto: lunedì 13 maggio 2019, 19:25 Molto interessante, grazie mille!
Prego ;)


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Beh oggi è stato un macello, ma almeno sono contento di non aver gufato!
A parte gli scherzi, la tappa si è effettivamente dimostrata una piccola classica visto che il vincitore (seppur favorito dalla mega-caduta) è stato Carapaz. In ogni caso Viviani e Demare non hanno retto la menata a conferma che anche a gruppo compatto sarebbe stata una volata decisamente anomala.
La selezione è però stata merito della caduta che ha fatto fuori in primis Dumoulin. Funambolo come sempre Nibali. Bene Lopez che dimostra di essere più maturo rispetto agli anni passati. Danni tutto sommato limitati a 16", un distacco che potrebbe risultare irrisorio di fronte ai tapponi raccapriccianti delle ultime 10 tappe.
Nota disciplinare ad Ulissi che ha completamente sbagliato l'impostazione della volata.
Adesso la presentazione della tappa di domani



Anche la 5a tappa sarà ufficialmente pianeggiante e stavolta quasi sicuramente si concluderà in volata. In ogni caso il percorso presenta 3 salite abbastanza impegnative che potrebbero scombinare le carte.
Tappa breve (140 km), con 1400 mt di dislivello, che comincia in salita e che presenta l'ultima asperità a "soli" 45 km dal traguardo, di cui una decina in discesa. Quindi, oggi, occhio alle fughe più che mai, soprattutto se dovesse piovere come previsto. Per darvi un riferimento, potremmo paragonarla alla tappa di Iseo del 2018: unica vera differenza è che mentre il circuito finale di Iseo era più ondulato, a Terracina gli ultimi 35 km saranno un biliardo.
Salite:
- Rocca Priora: 9,4 km; 4,4%
- Rocca di Papa: 5,4 km; 6,3%
- Sezze (GPM): 5 km; 4,9%
- Foresta di Sezze (km 93): 2,4 km; 4,2%
Quindi la fuga si sgancerà quasi sicuramente di forza e sarà composta da corridori di un certo calibro. Le squadre dei velocisti non potranno lasciare spazio. Per gli spettatori più avvezzi, consiglio vivamente di vedere i primi km di questa tappa, visto che la diretta sarà integrale: potrebbero essere molto divertenti.
Ma non vi illudete: la volata di gruppo resta la possibilità più concreta!

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