Condivido il ragionamento sulla base che si è assottigliata, quando parliamo di junior.Winter ha scritto: ↑giovedì 31 gennaio 2019, 18:34 ma secondo me il grosso problema del ciclismo giovanile.. Under e Junior
e' l'aver cercato di copiare i professionisti (parlo di meta' anni 90 anni 2000)
squadre junior o under da mezzo miliardo di lire
Nei dilettanti erano una dozzina .. quindicina all'inizio
poi son sparite una a una.. e ne son restate 3 o 4
nel frattempo pero' son sparite le piccole squadre di paese
d'altronde era impossibile competere
davanti c'erano sempre gli squadroni
dopo un po' ad arrivare 50esimi si son stufati
le squadre di paese organizzavano anche le gare..
da mille e rotti gare dilettanti siamo scesi a poco piu' di 200
stessa cosa i tesserati.. da oltre 2000 a 600
le squadre di paese avevano gli junior , gli allievi , gli esordiente ecc (magari 4 o 5.. per squadra non 20)
mentre gli squadroni han solo gli junior..
grosso problema è il notevole calo demografico
se hai 2400 junior nel 1990.. quindi per classi 1972-1973.. i nati italiani di queste due annate.. son 1.750.000 (dimezziamo visto che si parla di uomini e donne)
un ciclista juniores ogni 365 italiani
nel 2018 hai 1100 junior per classi 2000 - 2001 i nati son 1078000 (dimezziamo sempre per lo stesso discorso)
un ciclista juniores ogni 490 italiani
la media è meno evidente , rispetto alla perdita effettiva di corridori
meno ciclisti vuol dire meno squadre
tante squadre han chiuso perche' non avevano piu' corridori..
con la diminuzione delle gare son aumentati i costi per le squadre
se prima una squadra junior bergamasca poteva correre tutta la stagione nella sua provincia..
adesso non basta in tutta la lombardia.. deve sconfinare in veneto ecc
Però sugli under un discorso bisogna farlo e va al di là del ciclismo.
Da junior fai gare da 100 km, non devi girare (per forza) l'Italia, sei alle superiori (3o e 4o anno)...ci vuole una grossa base di praticanti e come dici tu gli squadroni che pagano i loro atleti hanno cannibalizzato il movimento, svuotandolo.
Ma correre negli under è troppo difficile, richiede tempo per allenarsi, soldi per gareggiare in contesti più ampi, inoltre dopo la maturità se non studi e non lavori devi almeno vedere qualche euro se no abbiamo proprio deciso che il ciclismo è per famiglie abbienti. Un'attività under come si deve non è sostenibile farla insieme ad altro, al più studiare qualcosa di facile.
E allora, facendo un ragionamento complessivo in un Paese dove quegli anni dai 19 ai 30 sono sempre più decisivi per la tua carriera e la tua vita, non ci piango la notte se c'è un fuggi fuggi dagli under. Per quanto sia spietato dirlo, abbiamo bisogno di un ciclismo che "metta le cose in chiaro" prima possibile con i ragazzi, che non li illuda: se ne hai prosegui, se non ne hai studia o impara un mestiere. Esattamente come fanno tutti gli altri sport, non c'è praticamente nessun over 20 che fa gare di sci "seriamente" se non è nei corpi sportivi, solo l'atletica e qualche altro sport permettono una pratica ad altissimo livello lavorando a tempo pieno (penso al salumiere Ruggero Pertile, arrivato a sfiorare il podio mondiale in maratona).
Ci possiamo permettere, con questi chiari di luna, una "vera" categoria dilettanti? O dobbiamo prendere atto che ormai è una categoria professionistica minore, e completare la trasformazione? Anche per mettere qualche soldino in più in tasca a ragazzi che macinano 1000 ore all'anno in bici...