Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Oggi tutto abbastanza lineare, con il freddo che ha fatto fare tanta fatica ai corridori che a partire dai prossimi giorni potrebbero iniziare a sentire la fatica che sale. Peccato per Doumoulin, lo attendiamo fiduciosi al Tour.
Passiamo subito alla tappa di domani.


Tappa molto simile a quella di Frascati, ma con un finale più impegnativo.
Come alla 4a tappa abbiamo un'elevata distanza (238 km), un discreto dislivello (2800 mt) e poca pianura.
Però anziché un arrivo veloce su 2 km di salita, a San Giovanni Rotondo si giungerà con una salita molto più lunga per poi arrivare in discesa. Un finale decisamente più selettivo rispetto a quello di Frascati, che offre maggiori possibilità di attacco (mi riferisco ai finisseur, o eventualmente al Nibali di turno); oppure non è da sottovalutare una fuga a lunga gittata, forse anche concessa dalla non volontà di Roglic di conservare la rosa.
Nel dettaglio abbiamo i primi 150 km privi di pianura vera e propria, con 4 ascese piuttosto semplici (tant'è che nessuna è GPM). Sicuramente l'attraversamento dell'Appennino poteva essere sfruttato meglio, ma è evidente la scelta di Vegni (come nel caso di Fucecchio) di non indurire una tappa inutilmente, puntando tutto sul finale.
Giusto per completezza ecco i dislivelli più significativi:
- Passo Nunziata Lunga - tunnel (km 15,5): 4,4 km; 4,6%
- Svincolo di Castelpetroso (Paduli): 12,5 km; 3,1%
- Svincolo di Baranello (km 87): 8,5km; 3%
- Passo del Lupo - tunnel (km 140): 3,1 km; 5,5%
Dopo una cinquantina di km pianeggianti si arriva ai piedi del Gargano e si imbocca l'unica salita davvero incisiva di questa tappa: Coppa Casarinelle.
Sono 15 km (decisamente lunga) al 4,4% per un coefficiente di difficoltà di 290 punti. Non ci sono grandi pendenze, ma si superano 650 metri di dislivello tutti di un fiato. In pratica è più duro del Lautaret :gnegne: Non ci sono mai pendenze accentuate, se non brevi tratti per superare il centro di Rignano Garganico. Dunque sarà una salita che potrebbe produrre molta selezione, ma difficilmente si potrà sganciare qualcuno. Il discorso cambia dal GPM in poi, ovvero negli ultimi 13 km.
Si affrontano 3 km di discesa abbastanza tecnica, si entra nel centro di San Marco in Lamis e da qua inizia l'ultimo strappo di 2,4 km al 5,9% con massime del 9\10% nell'ultimo km. Mancheranno solo 10 km divisi tra discesa (quasi rettilinea), pianura e gli ultimi 800 mt al 3%.
Un dettaglio importante sono i 3" secondi di abbuono che verranno assegnati a San Marco in Lamis proprio all'imbocco dell'ultimo strappo, una variabile che potrebbe incentivare qualche attacco.
Quindi come dicevo prima, è un finale che lascia spazio anche ad un eventuale colpo da finisseur, che non esclude la vittoria nemmeno di un uomo di classifica particolarmente fantasioso. Altrimenti sarà sprint di "massa" fra i superstiti delle due salite. Difficile dire chi possa resistere: dipende da quanto salirà forte il gruppo.
Attenzione perché con la pioggia di oggi e il finale a palla di Frascati, i corridori potrebbero iniziare a percepire le prime fatiche. Siamo al 6°giorno di corsa e per la 4a volta si superano i 200 km (e anche di tanto), quindi potrebbe bastare davvero poco per scremare il gruppo in salita. Certo è che i big dovrebbero rimanere quasi tutti insieme.
Lo stesso discorso vale anche per le prossime giornate ed occhio, perché già a Pesaro e soprattutto nella crono i corridori con un buon recupero e tanto fondo potrebbero iniziare ad emergere.

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34x27

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nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 15 maggio 2019, 22:27 Il discorso cambia dal GPM in poi, ovvero negli ultimi 13 km.
Si affrontano 3 km di discesa abbastanza tecnica, si entra nel centro di San Marco in Lamis e da qua inizia l'ultimo strappo di 2,4 km al 5,9% con massime del 9\10% nell'ultimo km.
Non ho ben capito.... questo strappo è DOPO il traguardo volante sulla strada per arrivare a SGR? O Prima?


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Lambohbk
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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34x27 ha scritto: giovedì 16 maggio 2019, 10:12
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 15 maggio 2019, 22:27 Il discorso cambia dal GPM in poi, ovvero negli ultimi 13 km.
Si affrontano 3 km di discesa abbastanza tecnica, si entra nel centro di San Marco in Lamis e da qua inizia l'ultimo strappo di 2,4 km al 5,9% con massime del 9\10% nell'ultimo km.
Non ho ben capito.... questo strappo è DOPO il traguardo volante sulla strada per arrivare a SGR? O Prima?
Subito dopo


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Bel finale con una grande prestazione di Masnada, bello vedere un po' di italiani alla ribalta. Molto interessante Giovanni Carboni in maglia in bianca, chissà cosa potrà fare (ma con Lopez la vedo dura).
Dietro l'acqua rimane calmissima, forse come qualcuno ha già scritto, anche la caduta di inizio tappa ha influito su questa accidia dei big. Saranno comunque altri 238 km che rimarranno nelle gambe in vista della tappa di domani, ancora adatta alle fughe. Ma risulta difficile credere che ne vanga fatta andare via un'altra considerando che Valerio Conti ha tutto l'interesse di conservare la maglia e che domani potrebbe anche essere una tappa adatta a lui. Vediamola nel dettaglio.



Anche in questa tappa Vegni ha preferito non inserire salite troppo impegnative, ripiegando su un percorso poco più che vallonato. Forse è la tappa in cui si nota maggiormente l'assenza di vere salite appenniniche, dato che si arriva nel cuore dell'Appennino ai piedi del Gran Sasso.
E' comunque una tappa dal finale interessante che, come oggi, lascia spazio ai finisseur e ai big più intrepidi di tentare qualcosa.

La tappa che più si addentra nell'Appennino sarà dunque relativamente breve (185 km) e con "soltanto" 2500 metri di dislivello (meno anche di Frascati che sarebbe tappa pianeggiante).
I passaggi da segnalare sono 3:
1 - Un primo tratto ondulato dal km 35 al km 90, da cui emergono le tre salite di Miglianico (1,1 km; 8%), Ripa Teatina (GPM; 4,7 km; 3%) e Chieti (5,5 km; 4,2%)
2 - Dopo un lungo fondovalle, al km 130 si arriva ai piedi della salita più dura di giornata: Le Svolte di Popoli. Sono 7,8 km al 6,3% (difficoltà di 310 punti), con un paio di tratti impegnativi (i 2 km centrali sono al 9% di media). Al GPM anziché scendere, la strada resta in pianura per poi salire a gradoni (3 brevi strappi intervallati da falsopiani) verso lo scollinamento (Bv. di Barisciano) a 890 mt. La discesa abbastanza semplice di 8 km termina ai -16.
3 - Dopo circa 7 km si entra nel finale. Gli ultimi 9500 metri saranno caratterizzati da due strappi: Torrione (2,2 km al 6,6%, con una massima del 9%) e quello finale che attraverso Porta Napoli porta al traguardo in Viale Crispi (1,1km al 7,6%, con il primo tratto impegnativo). Fra di essi ci sono soltanto 800 metri circa di falsopiano (3%). Un finale intrigante, ma deboluccio di fronte alla mole del Gran Sasso.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Oggi una corsa folle, che è stata sufficiente (nonostante poche salite e non molto selettive) a far rimanere in gruppo soltanto 50 corridori, senza nemmeno che attaccassero i big. La Bahrain di Nibali si dimostra solida ma non solidissima: certamente la performance dell'inseguimento è stata notevolissima, ma poi sono finite le energie.
In sintesi iniziamo a vedere la fatica che sale a causa di questa serie di pseudo-classiche che hanno affrontato fin dall'inizio. Quindi considerando la giornata pazza di oggi (che ha messo ulteriore stanchezza nelle gambe) e il percorso di domani... Occhio alla tappa di domani!
Purtroppo non è più valido il materiale dettagliato che ho fornito questo inverno, visto che è stato indurito il Monte della Mattera e che è cambiato il versante di Monteluro... :muro:



Siamo giunti all'altro giorno di questa prima settimana (assieme a L'Aquila) che lascia l'amaro in bocca. Se oggi è mancato il tappone appenninico, domani mancheranno i muri marchigiani. Devo dire, però, che guardando il percorso con attenzione si nota che dietro all'altimetria dalle dolci inclinazioni si nascondono in realtà salite quantomeno interessanti (seppur deludenti). Ciò in cui eravamo concordi era la spettacolarità del finale sulla panoramica tra Gabicce e San Bartolo sia tecnicamente che paesaggisticamente. Ma anche l'avvicinamento non è poi così scontato. Certamente se il percorso avesse incluso il Monte delle Cesane (probabilmente ipotizzato, vista la sua misteriosa presenza nel presskit), sarebbe stata tutta un'altra storia, anche senza muri.

Veniamo al sodo:
Dopo 140 km sostanzialmente pianeggianti, inizia una serie interminabile di su e giù che terminerà soltanto a circa 2 km dal traguardo. Indipendentemente dalla presenza dei muri, questo è un dato oggettivo di cui tener conto. Vengono accumulati in totale 2000 metri di dislivello, quasi tutti negli ultimi 100 km. Dopo un primo strappo verso San Costanzo (2,2 km; 6,3%), al km 159 (dove è collocato il TV con abbuoni di Calcinelli) inizia la salita più impegnativa del giorno verso il GPM di Monte della Mattera: 9,1 km; 3,9%; max 14%. La salita è divisa in due gradoni, separati da un breve tratto in discesa: i primi 4 km sono al 5,3% medio e salgono regolari con pendenze molto abbordabili per 3km in vista del breve muro in uscita da Saltara con la massima del 14%; dopo 1 km abbondante inizia il secondo tratto caratterizzato da 2 km con pendenze costanti (6% di media) e (dopo un altro km quasi pianeggiante) inizia l'ultimo strappo di 1 km circa con alcuni tratti in doppia cifra.
Non sarà certo decisiva, visto che mancano ancora 67 km, ma aprirà le danze.
Si affrontano 8 km di discesa (i primi abbastanza tecnici) e poi un altro strappo (3,2 km al 4,2%) verso Candelara; si torna a scendere e al km 186 si torna per qualche km su strade ampie e pianeggianti.
Al km 198 inizia la fase calda: si affronta il GPM di Monteluro di 6 km al 3% con punte al 12% (la prima parte sono in realtà 2 km al 7%). E adesso restano soltanto 35 km: 5 sono di discesa, 3 quasi pianeggianti porteranno il gruppo a Gabicce Mare, poi per 24 km non ci sarà tregua. Si comincia con l'ultimo GPM verso Gabicce Monte di 2,2 km al 5,1% con punte dell'11%: verrà preso dal lungo mare per cui la media nasconde una prima parte in realtà piuttosto impegnativa. Da qui in poi uno strappo dietro l'altro (seppur con pendenze abbastanza modeste), discese tecniche e mai un rettilineo più lungo di 200 metri.
Un breve elenco degli strappi più rilevanti (lunghezza, pendenza media e massima, distanza dal traguardo allo scollinamento):
- Vigna del Mare: 500 mt al 6,5%; max 10%; -22 km
- La Montagnola: 2,3 km al 4,6%; max 9%; -18 km
- Fiorenzuola di Foca: 700 mt al 5,1%; max 9%; -15 km
- Santa Maria Alta: 1,7 km al 3,8%; max 8%; -7 km
Dopo la discesa tecnica di oltre 3 km da Monte San Bartolo a Pesaro, mancheranno soltanto 2km. E' il paradiso degli audaci... un altra piccola classica. E se ne contano molte in questo Giro (in primis Fucecchio e ancor di più Como), dove il fondo e la resistenza la faranno da principi.
In questo Giro 9 tappe superano i 200 km e ben 6 infrangono la fatidica barriera dei 220. Questa sarà la tappa più lunga con ben 239 km.
E' una tappa per corridori forti, senza che siano richieste specializzazioni. Tutto può succedere: anche niente.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Scusate... Ho inserito la vecchia altimetria...

Ecco quella vera

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ad essere sincero sono rimasto deluso dalla giornata oggi, si è ben visto dalla TV che non c'era un metro di pianura e su la lunghezza notevole di 239 km mi aspettava qualche piccolo colpo, forse anche dei big. Rimane il fatto che è un'altra tappa che resterà nelle gambe, soprattutto domani, avvantaggiando a crono gli uomini di fondo e con grandi doti di recupero.
Alcuni cenni sulla crono di domani.


La prima settimana si conclude con una giornata chiave di questo Giro. Infatti la crono di San Marino sarà la più lunga e sicuramente la più influente. La struttura è simile al prologo di Bologna: 2\3 sono completamente pianeggianti; 1\3 è tutto in salita. Le pendenze sono comunque lievi e i passisti saranno i padroni di questa tappa. Tuttavia la salita verso San Marino non è per niente banale e potrà senza dubbio favorire corridori meno specialisti. Infatti non deve ingannare la media del 4,5% che nasconde alcuni tratti con pendenze abbastanza accentuate:
- il primo km di salita presenta una media che sfiora il 9%
- la rampa dopo Montegiardino tiene la doppia cifra per alcune centinaia di metri
- lo strappo verso il traguardo presenta a sua volta alcuni tratti in doppia cifra (per 500 metri la media è del 9,4%)
Inoltre, laddove la strada inizia a scendere, entra in gioco una planimetria non troppo lineare: in pratica i tratti di salita che falsano la pendenza media sono comunque tratti dove i cronoman non fanno grande differenza. Ne risultano 22,6 km per specialisti puri e 12,2 km che possono addirsi anche a scalatori puri.
Una crono per uomini forti. "Non sapremo chi..." no vabbè ve lo risparmio... ci arrivate da soli :roll: .

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mi rifiuto di presentare il percorso delle prossime tappe... :diavoletto:

In ogni caso un breve commento sulle giornate già trascorse mi sembra doveroso.
Potrà non sembrare, ma come avevo già detto all'inizio pochi giorni dopo la presentazione del Giro, è venuta fuori una prima settimana estremamente impegnativa. Se è vero che solo nella tappa dell'Aquila il percorso ondulato ha creato selezione (non considero Frascati per ovvie ragioni) è importante evidenziare due fattori:
1) Gli uomini di classifica avevano la necessità di restare coperti, in vista delle ultime 10 tappe che saranno tutte potenzialmente pericolose (tranne la 18)
2) Le uniche vere tappe per velocisti sono \ sono state Orbetello, Terracina, Modena, Novi e S.Maria di Sala. Un po' poche... ne consegue che ai velocisti faceva comodo una sorta di tacito accordo con i big che non hanno reso la corsa difficile. In questo modo le tappe potenzialmente pericolose sono state più tranquille per i big e hanno lasciato spazio ai velocisti.
Tuttavia, attenzione! Hanno totalizzato quasi 15.000 metri di dislivello in 9 tappe, di cui 5 sopra i 200 km. Abbiamo già visto nella crono di San Marino come tante persone siano scoppiate letteralmente nel tratto in salita. Questo è il segnale che è stato un inizio di Giro estremamente impegnativo al contrario di quello che potrebbe sembrare in apparenza. Detto ciò tutto è ancora aperto e distacchi sono ampi al punto giusto da permetterci di vedere un po' di spettacolo. A voi!


Fedaia
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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La pioggia e il freddo presi nella prima parte presenteranno il conto da Giovedi in avanti.
IMHO, a fine Giro avremo distacchi pesanti tra i primi.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Fedaia ha scritto: lunedì 20 maggio 2019, 21:16 La pioggia e il freddo presi nella prima parte presenteranno il conto da Giovedi in avanti.
IMHO, a fine Giro avremo distacchi pesanti tra i primi.
Concordo.
Passiamo subito alla tappa di domani... senza pronostici come sempre :bll:

Adesso si inizia a ragionare. E' finita la prima metà "facile" di questo Giro, all'insegna di una serie di pseudo-classiche tra la 2a e l'8a tappa e contraddistinta da due crono piuttosto fondamentali.
Da Cuneo a Pinerolo il 1949 lo vedremo col binocolo, ma non disperatevi: sarà una tappa quantomeno divertente. Punto focale sarà il circuito finale di 65 km e soprattutto l'inedita salita di Montoso. Dopo il Colletto di Rossana (2 km; 4,5%), si collina la Colletta di Paesana senza tratti di salita vera e propria. Una ventina di km pianegganti porteranno il gruppo a Pinerolo, dove si affronta per la prima volta il Muro di San Maurizio (0,5 km; 13,2%; max 20%; in pavé). Dopo alcuni km leggermente vallonati si giunge ai piedi della salita decisiva di Montoso: 8,8 km al 9,5% senza tratti di respiro con una massima del 14% ed un coefficiente di difficoltà di 794 punti. Una salita per scalatori puri, con pendenze adatte a creare distacchi. Al termine della discesa molto tecnica, i corridori dovranno affrontare 18 km pianeggianti. Da un punto di vista tattico è un momento fondamentale. Una salita come il Montoso non può essere superata indenne, quindi senza dubbio in cima resteranno pochi anche se non attaccasse nessuno. Ma questo è un motivo in più per attaccare. Sono convinto che uno scalatore particolarmente indietro in classifica voglia subito sfruttare questa occasione. Per cui se i corridori dovessero salire a passo svelto, ci sarà da divertirsi anche nei 20 km pianeggianti, dove i vari gruppetti che si saranno spezzettati in salita (ed anche in discesa, attenzione!) si rincorreranno l'un l'altro. Ai -2500 metri si affronta un'altra volta il muro in vista degli ultimi 1500 metri pianeggianti verso il traguardo. E' una tappa in cui il comportamento dei corridori sarà estremamente influente: potrebbe non succedere nulla, così come potrebbe venir fuori un macello. Serviranno coraggio e fantasia.

Altro dato importante: la tappa sarà di "soli" 158 km, per cui in gruppo ci sarà una certa freschezza all'imbocco della salita. Difficile stabilire se è un elemento narcotizzante o al contrario scatenante... vedremo.

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Mr. MM
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 18:41
Hai delle capacità narrative non indifferenti (oltre che di analisi tecnica).
Fossi dello staff di CW ti prenderei subito.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mr. MM ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 19:24
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 18:41
Hai delle capacità narrative non indifferenti (oltre che di analisi tecnica).
Fossi dello staff di CW ti prenderei subito.
Per me sarebbe un sogno che si realizza... Mi viene da dire "stic**zi"! EDIT: Dè boia!
Grazie per l'apprezzamento.
Ultima modifica di nibali-san baronto il mercoledì 22 maggio 2019, 22:19, modificato 1 volta in totale.


Luca90
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Luca90 »

nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:04
Mr. MM ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 19:24
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 18:41
Hai delle capacità narrative non indifferenti (oltre che di analisi tecnica).
Fossi dello staff di CW ti prenderei subito.
Per me sarebbe un sogno che si realizza... Mi viene da dire "stic**zi"!
Grazie per l'apprezzamento.
ma perchè stroppiate tutti questa espressione romana???? si dice stocazzo non sticazziiii... :boh:


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il_panta
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Luca90 ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:38
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:04
Mr. MM ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 19:24
Hai delle capacità narrative non indifferenti (oltre che di analisi tecnica).
Fossi dello staff di CW ti prenderei subito.
Per me sarebbe un sogno che si realizza... Mi viene da dire "stic**zi"!
Grazie per l'apprezzamento.
ma perchè stroppiate tutti questa espressione romana???? si dice stocazzo non sticazziiii... :boh:
"stocazzo" e "sticazzi" non hanno significati diversi?
"stocazzo" per me è questo ( per "sticazzi" invece mi rifaccio alla spiegazione di Rocco Schiavone ( In ogni caso, seguendo i precetti di Rocco Schiavone, quello dovrebbe essere più un "mecojoni".
Oh io non sono romano, non mi fucilate, ma voglio imparare perché amo la parlata romana.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Luca90 »

il_panta ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:48
Luca90 ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:38
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:04
Per me sarebbe un sogno che si realizza... Mi viene da dire "stic**zi"!
Grazie per l'apprezzamento.
ma perchè stroppiate tutti questa espressione romana???? si dice stocazzo non sticazziiii... :boh:
"stocazzo" e "sticazzi" non hanno significati diversi?
"stocazzo" per me è questo ( per "sticazzi" invece mi rifaccio alla spiegazione di Rocco Schiavone ( In ogni caso, seguendo i precetti di Rocco Schiavone, quello dovrebbe essere più un "mecojoni".
Oh io non sono romano, non mi fucilate, ma voglio imparare perché amo la parlata romana.
Quando una cosa non ti interessa dici sticazzi... Quando rimani sorpreso di una cosa dici mecojoni... anche un ardio stocazzo rappresenta meraviglia ma non sempre positiva dipende dalle circostanze ...
Sicuro in questo caso lo sticazzi non ci stava per niente... anzi pure offensivo...


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giorgio ricci
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da giorgio ricci »

Per me 'stocazzo' "é una negazione, un rifiuto.
Es. Vogliono farti lavorare di domenica. - stocazzo che rinuncio alla domenica.
Non è così? Il resto perfetto Rocco Schiavone.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Luca90 ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 22:02
il_panta ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:48
Luca90 ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:38

ma perchè stroppiate tutti questa espressione romana???? si dice stocazzo non sticazziiii... :boh:
"stocazzo" e "sticazzi" non hanno significati diversi?
"stocazzo" per me è questo ( per "sticazzi" invece mi rifaccio alla spiegazione di Rocco Schiavone ( In ogni caso, seguendo i precetti di Rocco Schiavone, quello dovrebbe essere più un "mecojoni".
Oh io non sono romano, non mi fucilate, ma voglio imparare perché amo la parlata romana.
Quando una cosa non ti interessa dici sticazzi... Quando rimani sorpreso di una cosa dici mecojoni... anche un ardio stocazzo rappresenta meraviglia ma non sempre positiva dipende dalle circostanze ...
Sicuro in questo caso lo sticazzi non ci stava per niente... anzi pure offensivo...
Scusate, mea culpa... Sarò anche bravo a scrivere ma col romanesco non c'ho niente a che vedere... Correggo con un "boia" che mi è più consono :hippy:


Mr. MM
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Mr. MM »

Luca90 ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 22:02
il_panta ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:48
Luca90 ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:38

ma perchè stroppiate tutti questa espressione romana???? si dice stocazzo non sticazziiii... :boh:
"stocazzo" e "sticazzi" non hanno significati diversi?
"stocazzo" per me è questo ( per "sticazzi" invece mi rifaccio alla spiegazione di Rocco Schiavone ( In ogni caso, seguendo i precetti di Rocco Schiavone, quello dovrebbe essere più un "mecojoni".
Oh io non sono romano, non mi fucilate, ma voglio imparare perché amo la parlata romana.
Quando una cosa non ti interessa dici sticazzi... Quando rimani sorpreso di una cosa dici mecojoni... anche un ardio stocazzo rappresenta meraviglia ma non sempre positiva dipende dalle circostanze ...
Sicuro in questo caso lo sticazzi non ci stava per niente... anzi pure offensivo...
Rassicuro Nibali San baronto che non mi sono offeso, perché qui al nord "sticazzi" non ha il significato di "chi se ne frega", ma esprime sorpresa: " ho vinto un milione di euro" "sticazzi!"


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mr. MM ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 23:19
Luca90 ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 22:02
il_panta ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:48

"stocazzo" e "sticazzi" non hanno significati diversi?
"stocazzo" per me è questo ( per "sticazzi" invece mi rifaccio alla spiegazione di Rocco Schiavone ( In ogni caso, seguendo i precetti di Rocco Schiavone, quello dovrebbe essere più un "mecojoni".
Oh io non sono romano, non mi fucilate, ma voglio imparare perché amo la parlata romana.
Quando una cosa non ti interessa dici sticazzi... Quando rimani sorpreso di una cosa dici mecojoni... anche un ardio stocazzo rappresenta meraviglia ma non sempre positiva dipende dalle circostanze ...
Sicuro in questo caso lo sticazzi non ci stava per niente... anzi pure offensivo...
Rassicuro Nibali San baronto che non mi sono offeso, perché qui al nord "sticazzi" non ha il significato di "chi se ne frega", ma esprime sorpresa: " ho vinto un milione di euro" "sticazzi!"
Ah ecco, allora non sono completamente scemo :crazy:
In ogni caso da bambino avevo la duplice ambizione di diventare telecronista e di essere al posto di Mauro Vegni, ma per ragioni pratiche (soprattutto un discorso di studi) credo propenderò per altri obiettivi. L'idea di considerarmi "giornalista" non mi dispiacerebbe, sia perché mi piace scrivere, sia perché credo di avere tante cose da dire, motivazioni analoghe a quelle per cui sognavo di diventare telecronista. Tra l'altro a Castelfiorentino mi conoscono ancora con il soprannome di "giornalista" e per qualche anno sono stato popolare per l'imitazione di Savoldelli. A volte mi toccava commentare gli allenamenti in diretta :mrgreen: .


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mr. MM ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 23:19
Luca90 ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 22:02
il_panta ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 21:48

"stocazzo" e "sticazzi" non hanno significati diversi?
"stocazzo" per me è questo ( per "sticazzi" invece mi rifaccio alla spiegazione di Rocco Schiavone ( In ogni caso, seguendo i precetti di Rocco Schiavone, quello dovrebbe essere più un "mecojoni".
Oh io non sono romano, non mi fucilate, ma voglio imparare perché amo la parlata romana.
Quando una cosa non ti interessa dici sticazzi... Quando rimani sorpreso di una cosa dici mecojoni... anche un ardio stocazzo rappresenta meraviglia ma non sempre positiva dipende dalle circostanze ...
Sicuro in questo caso lo sticazzi non ci stava per niente... anzi pure offensivo...
Rassicuro Nibali San baronto che non mi sono offeso, perché qui al nord "sticazzi" non ha il significato di "chi se ne frega", ma esprime sorpresa: " ho vinto un milione di euro" "sticazzi!"
ce stroppiate le affermazioni cambiandone il senso insomma :uhm: :boh: :bll:


2015:TreValliVaresine
2016:Giro (primi5), Tour t11-14, ParigiTours
2017:Kuurne, TroBroLeon
2018:Tour of Guangxi
2019:Dwars,Tour t18, Vuelta t8, 'Emilia
2020:CoppiBartali, BinckBanktour, Giro t1, Vuelta t 1-2
2021:Larciano, Dwars, Turchia, Tour t16, Primus Classic
2022:La marseillaise, Vuelta t3-10, Japan Cup
2023 :FrecciaVallone, Giro t20, Vuelta(primi5)
2024: MuscatClassic
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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giorgio ricci ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 22:12 Per me 'stocazzo' "é una negazione, un rifiuto.
Es. Vogliono farti lavorare di domenica. - stocazzo che rinuncio alla domenica.
Non è così? Il resto perfetto Rocco Schiavone.
Esatt, almeno nel nord-ovest è così.


Mr. MM
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Mr. MM »

nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 23:42
Mr. MM ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 23:19
Luca90 ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 22:02
Quando una cosa non ti interessa dici sticazzi... Quando rimani sorpreso di una cosa dici mecojoni... anche un ardio stocazzo rappresenta meraviglia ma non sempre positiva dipende dalle circostanze ...
Sicuro in questo caso lo sticazzi non ci stava per niente... anzi pure offensivo...
Rassicuro Nibali San baronto che non mi sono offeso, perché qui al nord "sticazzi" non ha il significato di "chi se ne frega", ma esprime sorpresa: " ho vinto un milione di euro" "sticazzi!"
Ah ecco, allora non sono completamente scemo :crazy:
In ogni caso da bambino avevo la duplice ambizione di diventare telecronista e di essere al posto di Mauro Vegni, ma per ragioni pratiche (soprattutto un discorso di studi) credo propenderò per altri obiettivi. L'idea di considerarmi "giornalista" non mi dispiacerebbe, sia perché mi piace scrivere, sia perché credo di avere tante cose da dire, motivazioni analoghe a quelle per cui sognavo di diventare telecronista. Tra l'altro a Castelfiorentino mi conoscono ancora con il soprannome di "giornalista" e per qualche anno sono stato popolare per l'imitazione di Savoldelli. A volte mi toccava commentare gli allenamenti in diretta :mrgreen: .
Guarda, io non sono nessuno, ma leggendo quello che scrivi, e soprattutto come lo scrivi, ti direi di andare dritto sulla strada del giornalismo. Se poi ci aggiungi lo studio della storia del ciclismo, sei a cavallo (magari hai già provveduto, non so).

Poi, ognuno della sua vita dispone come vuole, facendo ciò che più lo aggrada.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Luca90 ha scritto: giovedì 23 maggio 2019, 1:16
Mr. MM ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 23:19
Luca90 ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 22:02
Quando una cosa non ti interessa dici sticazzi... Quando rimani sorpreso di una cosa dici mecojoni... anche un ardio stocazzo rappresenta meraviglia ma non sempre positiva dipende dalle circostanze ...
Sicuro in questo caso lo sticazzi non ci stava per niente... anzi pure offensivo...
Rassicuro Nibali San baronto che non mi sono offeso, perché qui al nord "sticazzi" non ha il significato di "chi se ne frega", ma esprime sorpresa: " ho vinto un milione di euro" "sticazzi!"
ce stroppiate le affermazioni cambiandone il senso insomma :uhm: :boh: :bll:
Esattamente! :angelo:


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mr. MM ha scritto: giovedì 23 maggio 2019, 21:24 Guarda, io non sono nessuno, ma leggendo quello che scrivi, e soprattutto come lo scrivi, ti direi di andare dritto sulla strada del giornalismo. Se poi ci aggiungi lo studio della storia del ciclismo, sei a cavallo (magari hai già provveduto, non so).

Poi, ognuno della sua vita dispone come vuole, facendo ciò che più lo aggrada.
Sono felice che ti piaccia quello che scrivo. Posso assicurare che ho una buona conoscenza storica. Però per me si pone il "problema" dell'università: per come sono fatto ho bisogno di un indirizzo che mi invogli a studiare, non tanto per l'argomento della laurea, quanto per i singoli esami che comporrano il percorso. Sono arrivato ad un punto in cui non ho più voglia di studiare e, se lo deve fare, mi deve piacere quello che studio. In questo senso la strada del giornalismo mi sarebbe ardua. Ho altri progetti in mente, ma (se per caso qualcuno mi volesse) non dispiacerebbe scrivere qualche articolo. :fischio:

Torniamo a ciò che mi compete di più: le tappe di montagna.
Oggi, pur restando generico avevo azzeccato il pronostico, con i big che (anche senza eccedere) si sono selezionati e sono rimasti praticamente soli, favorendo l'azione molto interessante di Lopez e Landa.
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 22 maggio 2019, 18:41 Sono convinto che uno scalatore particolarmente indietro in classifica voglia subito sfruttare questa occasione. Per cui se i corridori dovessero salire a passo svelto, ci sarà da divertirsi anche nei 20 km pianeggianti, dove i vari gruppetti che si saranno spezzettati in salita (ed anche in discesa, attenzione!) si rincorreranno l'un l'altro. Serviranno coraggio e fantasia.
Passiamo alla succulenta tappa di domani...


Dopo la mina vagante del Montoso, inizia il vero momento chiave di questo Giro: 4 tappe importantissime, talvolta con grandi dislivelli, talvolta con lunghe distanze, spesso con entrambi. In fila avremo questo (pseudo)tappone, il tapponcino valdostano, un vero e proprio Giro di Lombardia (da considerare quasi alla stregua di un tappone considerando la sua collocazione) e dopo il riposo il vero tappone di questo Giro con Gavia e Mortirolo.

La 13a tappa presenta 196km (non pochi) con quasi 5000 metri di dislivello. Dunque anche questo sarà un vero e proprio tappone. La differenza rispetto agli altri tapponi presenti in questo Giro, è il risvolto tattico che potrà avere: questa tappa è chiaramente disegnata prevedendo un'unica battaglia sulla salita finale. Il Nivolet d'altronde non permette grandi alternative; anzi, c'è da dire che Vegni ha compiuto il miracolo dell'inserimento di Pian del Lupo, salita che ha permesso la trasformazione da tappa mono-salita a tappone. Difficile pensare ad un attacco qui, anche a causa di quasi 15 km di falsopiano prima dell'inizio della salita finale. Per di più quest'ultima è lunga una trentina di km.
In ogni caso è stata aggiunta una chance in più di fare corsa dura e far emergere maggiormente le doti di fondo. E' evidente che Vegni ha dato grande risalto alla resistenza, al ciclismo di un tempo, inserendo tantissime tappe sopra i 180 km. Probabilmente un invito a Nibali per tornare, o forse un ritorno alle origini, ai Giri zomegnaneschi, ai tapponi che tutti noi rimpiangiamo guardando il percorso del Tour. E forse questi tapponi saranno lo schiaffo definitivo al Tour. Vedremo se Vegni sarà premiato anche con un bello spettacolo

Dopo questa introduzione passiamo al lato prettamente tecnico di questa tappa.
Quasi in partenza, dopo un breve strappo verso Frossasco, si sale alla Colletta di Cumiana (3,5 km al 7% con massime dell'11%). Al termine della discesa, dopo soltanto una decina di km, si sale al primo GPM di giornata: il Colle del Lys. Sono 14,9 km, con una pendenza media 6,4%. Gli ultimi 5 km sono i più impegnativi con una media dell'8,2 e una pendenza massima del 12%. Un avvio molto intenso dove probabilmente vedremo una fuga corposa (ci sono in palio i primi GPM di alta categoria per la classifica degli scalatori) che probabilmente conterrà anche uomini di fiducia dei big, da sfruttare sulla salita finale in caso di bisogno.
Dopo una discesa abbastanza tecnica, non è da sottovalutare nemmeno l'avvicinamento al Pian del Lupo: infatti dal km 68 al km 111 la discesa lascerà il posto ad un lungo tratto ricco di sali-scendi e planimetricamente complicato. Sicuramente favorirà la fuga del mattino e al contempo rende il Colle del Lys più influente di quanto si pensi: in pratica risulta tatticamente molto vicino al Pian del Lupo. Su un percorso del genere diventa difficile rientrare ed è più facile creare ulteriore selezione in gruppo se qualcuno volesse fare corsa dura. Insomma è un altro elemento che rende questa tappa un tappone.
Sul Pian del Lupo, come già ho detto sarà difficile vedere un'azione in prima persona, però potrebbe essere verosimile che una squadra voglia scremare il gruppo, approfittando delle pendenze piuttosto accentuate.
Passato Cuorgné si affronta un primo tratto in salita (2,5 km al 6%), poi prima di Colleretto Catelnuovo inizia la salita vera e propria di 10,4 km con un 8,4% di pendenza media (formalmente viene fatta iniziare un km più avanti) con un tratto centrale molto impegnativo (2,5 km; 11,2%; max 14%).
Discesa ancora una volta impegnativa verso Pont Canavese, dove la strada inizierà a salire inesorabilmente verso il traguardo: mancano 45 km.
Si può considerare l'inizio della salita verso Lago Serrù dopo località Rosone, ricavandone 28.8 km al 5,4% (formalmente inizia a Noasca, da cui 20,3 km al 5,9%). Già dopo Noasca i corridori affronteranno un primo km in doppia cifra, per poi arrivare a 18 km dal traguardo nel vivo di questa tappa. Restano i due tratti più impegnativi della salita:
- la rinnovata strada vecchia sulla quale il gruppo salirà per 3 km con una media dell'8,7% e punte del 14%.
- gli ultimi 4500 metri al 9,6% con punte del 13%
In mezzo un tratto più semplice, talvolta in leggera discesa, 2 strappi più evidenti per raggiungere Ceresole Reale e il Rifugio Muzio.
Non dimenticate l'altitudine: l'arrivo sarà collocato a 2247 metri.

Per completezza ecco la difficoltà delle varie salite, che sarà crescente.
Colletta di Cumiana: 172
Colle del Lys: 610
Pian del Lupo: 734
Lago Serrù: 840


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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Vegni aveva ragione... serviva tornare all'antica.
Una tappa certamente non noiosa che però ha avuto due grandi "assenti": Nibali e Roglic. Certamente si fa per dire, ma se da un lato Nibali può essere giustificato perché tenta il tutto per tutto per vincere, Roglic non si capisce cosa aspetti... Adesso si ritrova tutti addosso e Nibali ha se non altro ottenuto (come ha dichiarato lui stesso) una maggiore responsabilità da parte di tutti e soprattutto un Roglic che adesso sarà costretto ad inseguire al contrario di oggi.
Detto ciò è difficile dire chi dei due fosse più forte... La sensazione è che in ogni caso al contrario degli ultimi anni, Nibali non ha da colmare distacchi abissali dopo le prime giornate e soprattutto ne primo tappone era al livello dei più forti. E questo è tutto ciò che conta. Vedo scrivere spesso che domani sia la tappa buona per attaccare: la mia risposta è ni. Da un lato è una tappa che non offre respiro, la squadra conta fino a un certo punto e Roglic dovrà inseguire per tutto il giorno i vari Mollema, Zakarin, Carapaz e via dicendo; inoltre il fattore recupero inizierà senza dubbio a pesare. Dall'altro lato però la tappa è relativamente breve (grande deficit per Nibali, non tanto perché questo lo metta in difficoltà, ma perché lo favorisce meno) ed è comunque soltanto al secondo giorno di alta montagna. Rimane l'incognita discesa... ma Roglic non è Zakarin.
Provo pensieri contrastanti dopo questa tappa. Però la certezza è che sarà un Giro spettacolare. Nibali, secondo me, deve sperare vivamente che ci sia il Gavia, perché la tappa di Ponte di Legno ora come ora è l'apoteosi delle sue qualità. Detto ciò le tappe adatte a lui sono comunque molte ed è ancora tutto aperto.
Faccio notare un dato: Doumoulin per il famoso cagotto perse molto più di un minuto e 40... basta poco per ribaltare la classifica ora come ora.
Non dimentichiamoci nemmeno l'incognita di domenica... un esperimento che favorisce sicuramente Nibali. Ma non mi sento di dare nessuno per favorito. Ho parlato più di Nibali solo per una questione di tifo.

Aggiungo una parentesi sulla dichiarazione post-gara: Nibali ha detto un dato di fatto, spiegando addirittura che pure gli attacchi di Majka e Carapaz erano dovuti alla passività di Roglic (Nibali e Majka hanno parlato). Se qualcuno mi viene a dire che la frase sui trofei è arrogante rispondo nel seguente modo:
1) L'ha detto scherzando
2) Yates si è permesso di dire che si dovevano tutti cacare sotto, quando in carriera ha vinto soltanto una Vuelta. Mi sembra un'affermazione decisamente più scorretta (se pensiamo che tra i destinatari c'era anche Doumoulin), fatta da uno che non ha certamente la stessa autorità e che a molti spettatori non ha dato fastidio
Non mi pare il caso di montare polemiche assurde per infangare uno che è più sottovalutato che sopravvalutato.



Torniamo a cose più gioviali: la tappa di domani!

Il Giro sfrutta al meglio il concetto di mini tappa tanto amato dal Tour ed in soli 131 km inserisce 4000 metri di dislivello suddivisi in 5 GPM.
Non poteva mancare l'accoppiata classica salitadura-salitafacile stavolta interpretata da San Carlo e Courmayeur.

Dopo i primi 7 km, di cui solo 3 sono pianeggianti, inizia subito la prima salita verso Verrayes che sicuramente creerà grande scompiglio. Per chi si ricorda la tappa di La Toussuire al Tour 2015, la salita di Verrayes avrà qui la stessa funzione del Col du Chaussy e ricorderete che già lì iniziarano ad attaccare Nibali e Contador "nascosti" fra coloro che puntavano alla fuga del mattino.
Circa 10 km di discesa e si imbocca l'unico tratto pianeggiante di questa tappa (circa 14 km) per poi affrontare altre due salite dalle pendenze non eccessive, ma comunque impegnative e con discese molto interessanti: Verrogne e Truc d'Arbre.
Ancora 6 km di discesa e poi un tratto per niente facile (da ricordare l'inserimento dei 2 km all'8,3% verso La Salle) per imboccare la salita presumibilmente decisiva di questa tappa: il Colle San Carlo. E' una salita lunga al punto giusto e ripida al punto giusto: una salita su cui si possono fare disastri, considerando anche quello che viene prima. Una lunga discesa, di cui la prima parte verso La Thuile molto tecnica, porta ai piedi dell'ultima facile salita verso lo Skyway, in pratica l'Aprica di turno.
Le salite nel dettaglio:
Verrayes: 6,7 km; 8,0%; 429
Verrogne: 13,8 km; 7,1%; 696
Truc d'Arbre: 8,2 km; 7,0%; 402
Colle San Carlo: 10,5 km; 9,8%; 1008
Skyway: 8 km; 3,2%; 82 ( prima parte di 3,3 km al 6% per 119 punti)

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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La tappa di oggi mi ha fatto inca**are!
Se andiamo a vedere le forze in campo, abbiamo visto che Nibali (con ancora una settimana di fronte e in una tappa che certo non raggiungeva i 200 km) era il più forte dopo Carapaz (di cui risulta difficile capire quanto sia andato via e quando lo abbiamo lasciato andare... ne parlo dopo), nonostante gli mancasse la forza di levarsi tutti di ruota. E' innegabile che gli unici scatti che creavano selezione nel gruppo dei primi sul San Carlo erano i suoi. Il tutto confermato dall'aver vinto la volata del 3° posto (cosa che dimostra sicuramente un'ottima condizione).
La domanda è: Roglic è allergico alla maglia rosa?
E la seconda è: Roglic è mostruosamente astuto oppure non capisce un emerita cippa?
Allora Carapaz ha avuto un vantaggio massimo di 35 secondi che è sceso sotto i 30 con lo scatto notevole di Nibali in vetta al GPM (da far notare che imboccare la discesa fuori soglia ha rischiato di far staccare Lopez). In fondo alla discesa era il medesimo. Roglic ha palesemente voluto non tirare, specialmente quando è tornata a salire la strada. Cerco di mettermi nei panni di Lopez:
1) Ho dalla mia soltanto una crono di appena 17 km, di cui 10 tra salita e discesa
2) Ho soltanto Nibali vicino che mi preoccupa seriamente
3) Carapaz è all'attacco e sta bene... se rientrasse in classifica?
4) Yates sta ancora perdendo, ma sta meglio di ieri. Potrebbe essere in crescita?
Traendo le conclusioni io ritengo che andare talmente piano da far rientrare pesantemente in classifica un Carapaz in grande forma, da dare la possibilità di Yates di riagganciarsi e addirittura di partire in contropiede e guadagnare 22 secondi, soltanto per fare in modo da non avere la maglia rosa nemmeno domani... bhe il gioco vale davvero la candela?
L'unica spiegazione che riesco a dare è proprio quello di cercare di scaricare ogni volta la responsabilità su qualcun altro, come se a lui interessasse solo far perdere Nibali, o ancora peggio ritenendo di poter mettere in difficoltà tutti gli altri quando gli pare e piace. In questa chiave si spiegherebbe anche la sua passività a Pinerolo.
A un certo punto se Nibali si innervosisce io la capisco, perché anche io ho corso, perché ho spesso a che fare con direttori sportivi e posso giurare che comportarsi in questo modo irrita gli avversari. Io, da un punto di vista "poetico", non lo trovo nemmeno un gran modo di onorare la corsa. E' dalla 6a tappa che evita volontariamente la maglia rosa: se pensa di comportarsi così per tutta la carriera... ne farà incavolare tanti.

Putroppo per Nibali è venuto a mancare il Gavia, che poteva essere uno strumento utilissimo a Nibali per trovare quel piccolo scatto in più per levarsi tutti di ruota sul Mortirolo. Direi che è tutto rimandato al Croce d'Aune... speriamo!

Veniamo a domani!



Il trittico del week-end si chiude con un tappone insolito: il Giro di Lombardia. Come fatto anche nel 2017 il Giro percorrerà il finale del Giro di Lombardia, ma stavolta con maggiore convinzione: ne risulta una corsa che a tutti gli effetti è un Lombardia di 232 km con Ghisallo, Colma e Civiglio per un totale di quasi 2500 mt di dislivello. Considerando che la tappa di martedì è stata "alleggerita" i corridori potrebbero sentirsi più liberi di fare corsa dura, soprattutto coloro come Nibali e Carapaz che devono cercare di logorare Roglic; l'effetto è incrementato dal giorno di riposo che i corridori troveranno all'indomani.
L'assenza del Muro di Sormano (sostituito dalla Colma classica) e del San Fermi sono le sole differenze con il percorso degli ultimi Giri di Lombardia comaschi. Non per forza questo è un dato negativo: la Colma (compresa la discesa!) risulta avvicinata al traguardo e la corsa si deciderà più che mai sul Civiglio che è una salita estremamente impegnativa. Occhio al maltempo!
Fare pronostici è difficile, perché se da un lato il grande spettacolo che ogni anno caratterizza il Lombardia fa ben sperare, dall'altro non dobbiamo dimenticarci che siamo all'interno di una corsa a tappe ed è difficile pensare che qualcuno tenti il tutto per tutto.

Le salite:
Madonna del Ghisallo: 8,6 km; 5,6%; 270 (primo tratto di 3,8 km al 9,2% per 321 punti)
Colma di Sormano: 9,6 km; 6,6%; 418
Civiglio: 4,1 km; 9,7%; 386

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barrylyndon
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da barrylyndon »

Per me Roglic in salita e' questo..un diesel senza turbina..non ha cambi di ritmo importanti,tranne la frullatina che nulla ha a che fare con quella Doc di Froome.
Segue solo Nibali..ma sta perdendo solo un sacco di tempo.Sembra che nella sua testa sia solo Nibali il suo avversario.Ed e' cosi 'da Frascati, quando, a ruota di Carapaz, lo ha lasciato andare senza batter ciglio..sta perdendo un sacco di tempo e forse pure il Giro.
Ieri mi e' sembrato un po' in difficolta', a dire il vero.Non aveva una gran faccia.


Nibali sta a Froome come Thoeni stava a Klammer.
nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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barrylyndon ha scritto: domenica 26 maggio 2019, 7:10 Per me Roglic in salita e' questo..un diesel senza turbina..non ha cambi di ritmo importanti,tranne la frullatina che nulla ha a che fare con quella Doc di Froome.
Segue solo Nibali..ma sta perdendo solo un sacco di tempo.Sembra che nella sua testa sia solo Nibali il suo avversario.Ed e' cosi 'da Frascati, quando, a ruota di Carapaz, lo ha lasciato andare senza batter ciglio..sta perdendo un sacco di tempo e forse pure il Giro.
Ieri mi e' sembrato un po' in difficolta', a dire il vero.Non aveva una gran faccia.
Anche secondo me questa passività è da collegare a delle gambe non perfettamente reattive, soprattuttto ieri. In ogni casso in tanto che non si stacca continuerà a permettere a tutti di rientrare in classifica. Ed è andata bene che Molllema e Zakarin hanno perso di nuovo invece di restare coi primi!


Gimbatbu
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Gimbatbu »

Ma se la risposta fosse molto più semplice? Roglic probabilmente più di tanto non ne ha, cerca di salvare la gamba, va su coi rapportini da città, potrebbe essere che cerca di gestire forze che vanno scemando, grave errore secondo me è stato fare il Romandia in quel modo ( era meglio allenarsi e recuperare da un inizio stagione dispendioso). Nibali secondo me ha fatto qualche fesseria nel Trentino, ma è troppo esperto per non essere corso ai ripari ed adesso mi sembra avviato verso un finale notevole. Resta il fatto che la corsa a questo punto l' ha in mano la Movistar, con due uomini in forma, forti in salita e con gente come Amador e compagni di ottima levatura; se oggi attacca Landa non lo puoi lasciare andare e porti Carapaz sul velluto. L' incognita è Yates, non reputando Majka in grado di concorrere per la rosa e solo per un piazzamento di prestigio. Simon tenterà di rovesciare la corsa, non ha una squadra pessima e ieri mi ha favorevolmente impressionato. Le salite di oggi e il Mortirolo sono adattissime ai suoi mezzi.


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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Gimbatbu ha scritto: domenica 26 maggio 2019, 7:33 Ma se la risposta fosse molto più semplice? Roglic probabilmente più di tanto non ne ha, cerca di salvare la gamba, va su coi rapportini da città, potrebbe essere che cerca di gestire forze che vanno scemando, grave errore secondo me è stato fare il Romandia in quel modo ( era meglio allenarsi e recuperare da un inizio stagione dispendioso).
Mi pare chiaro, altrimenti tra uno scatto e l'altro in questi giorni avrebbe piazzato uno scatto secco per dare un segnale di superiorità e far desistere gli avversari dall'attaccarlo. Se ha fatto 2 scatti del morto e basta vuol dire che gli basta così per ora.


Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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nibali-san baronto ha scritto: domenica 26 maggio 2019, 1:09 Considerando che la tappa di martedì è stata "alleggerita" i corridori potrebbero sentirsi più liberi di fare corsa dura, soprattutto coloro come Nibali e Carapaz che devono cercare di logorare Roglic; l'effetto è incrementato dal giorno di riposo che i corridori troveranno all'indomani.
E così è stato.
Nibali è riuscito a "liberarsi" dalla guerra tattica con Roglic.
La situazione a questo punto non è troppo diversa dal 2016, come se a Risoul Chaves e Nibali fossero arrivati insieme.
Abbiamo però di fronte un'intera settimana ed un Nibali che ieri ha iniziato a far vedere di avere una condizione sufficiente a mettere in difficoltà gli avversari. Tutti tranne Carapaz che in salita è stato il più costante.
Forse per la prima volta le indicazioni sulla condizione dei protagonisti sono state chiare: da martedì in poi si decide una volta per tutte chi vincerà questo Giro d'Italia.

Adesso veniamo alla tappa di martedì di cui sono costretto a riscrivere la presentazione.


Una tappa che parte in salita e finisce in salita, infarcita di 5 salite più o meno impegnative con un totale di quasi 5000 metri di dislivello, su un kilometraggio discreto (194 km). Parliamoci chiaro: non è più l'apoteosi di prima, ma è comunque una tappa priva di pianura, che (guardando il lato positivo) ha ridotto i tratti di falsopiano rendendolo tatticamente più imprevedibile, seppur meno selettiva. Rimane, dunque, una tappa di quelle che piacciono a noi appassionati, di quelle che fanno selezione solo a nominarle.

Vediamo nel dettaglio:
Si parte subito salendo alla Presolana: la salita vera inizia a Rovetta, ma già lì il gruppo sarà salito di 400 metri in una quindicina di km: i primi 4 sono già di salita, poi falsopiano e quindi un altro strappo per arrivare a Clusone. Chi attacca in partenza deve sganciarsi di forza, non ha alternative. Da Rovetta la salita sale abbastanza regolare, con la pendenza che aumenta dopo Castione (4 km all'8%).
Lascio sia il mio profilo che quello del Giro, visto che quello del Giro ritrae solo gli ultimi 4 km che in realtà sono ben poco rispetto all'intera salita
In cima 8 km di discesa piuttosto tecnica per imboccare subito la Croce di Salven che, pur essendo la salita più facile del giorno, avrà il suo perché: il primo tratto è subito impegnativo ed è seguito da un falsopiano (dove tradizionalmente si dilatano i distacchi); la sua collocazione in partenza a ridosso della Presolana contribuisce sicuramente a creare scompiglio nei primi 50 km. La discesa è lunga e abbastanza veloce. Da qui inizia la fase di transizione della tappa, una quiete tra due tempeste che dura a malapena 19 km. Infatti la strada risalendo la Valcamonica torna ben presto a salire.
Si entra, quindi, nella parte meno prevedibile della tappa che non presenta pianura (e nemmeno falsopiani, ma piuttosto strappi in successione) e sarà determinante per chiarire come verrà imboccato il Mortirolo.
Quasi sicuramente nei primi 60 km ci potrebbe essere anarchia, perché si dovrà sganciare una fuga (sicuramente di uomini forti), mentre in questa parte (79-154) la condotta del gruppo sarà determinante: con andatura elevata si può creare molta selezione ed arrivare già stanchi al Mortirolo, ma è probabile anche che si vada in modo più regolare accumulando dislivello (che comunque resta sulle gambe) senza voler sgranare il gruppo ulteriormente. Sarà determinante l'eventuale maltempo. Nello specifico verranno affrontate due salite: prima si sale a Cevo, salita abbastanza lunga con pendenze abbordabili divisa in due tronconi (leggermente più ripida la prima parte del secondo); discesa tecnica, un paio di tratti in salita per giungere a Edolo e si va ad imboccare l'Aprica dalla strada vecchia, caratterizzata dal primo breve muro verso Santicolo che invece di essere immediatamente seguito da falsopiano (come il versante "classico") presenta una strada su e giù (sicuramente più adatta a creare selezione). Attenzione poi alla discesa dell'Aprica che termina a soli 13 km da Mazzo: se vi ricordate la tappa del 2015 (che potrebbe risultare piuttosto somigliante), vi ricorderete l'attacco Astana in discesa che creò grande scompiglio in vista dell'imbocco del Mortirolo.

Non c'è il Gavia e certamente questi due nuovi GPM non possono sostituirlo. Tuttavia questa fase di corsa servirà comunque a rendere ancora più impervia la scalata al Mortirolo (dal versante classico). Sono 12 km all'11% con pendenza massima del 18 (formalmente RCS considera anche il km precedente al 2% portando i dati a 13 km con una media del 10). C'è poco da dire, se non che anche la discesa tecnica contribuirà ad arrivare tutti sbriciolati in vista degli ultimi 14 km di falsopiano verso Ponte di Legno, che prende il posto dell'Aprica. I 3 km per arrivare a Vezza d'Oglio sono gli unici un po' più ripidi (4,5% circa).
In questa tappa si nota pesantemente l'assenza del passaggio over 2000, ma non mancherà niente: distanza discreta, dislivello elevato e accoppiata finale salita dura - salita facile.
Scatenate l'inferno.

Le salite nel dettaglio:
Passo della Presolana: 11,1 km; 5,9%; 386 (dalla partenza sono 28,5 km al 3,7% per i medesimi 390 punti)
Croce di Salven: 8,9 km; 4,1%; 150 (formalmente 9,1 km al 3,9% per 138 punti)
Cevo: 10,6 km; 5,9%; 369
Aprica: 13 km, 3,6%; 169
Passo del Mortirolo: 11,9 km; 10,9%; 1414

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Oggi sono due le cose da far notare.
Finalmente l'Italia ha ritrovato un po' di scalatori, categoria che non ci ha visto molto protagonisti negli ultimi anni (eccetto i soliti noti). Eccezionale Ciccone che, vorrei farlo notare a chi questo dettaglio è passato inosservato, si trova in 16a posizione in classifica! E non è da poco per uno che ha soprattutto fatto il gregario o è andato in fuga. Lodevoli poi Masnada e Cattaneo che diventano "testimonial" della protesta contro la nuova riforma UCI: anche loro sono rispettivamente al 18° e al 24° posto in classifica, che non è assolutamente poco.
Passiamo adesso a ciò che renderà davvero entusiasmanti i prossimi giorni. Confrontiamo le prestazioni di Nibali e Carapaz.
Intanto è importante far notare che Nibali ha fatto un paio di accelerazioni davvero ben assestate che Carapaz intelligentemente non ha seguito. Questo significa che Carapaz per arrivare in cima al Mortirolo si è dovuto gestire, mentre Nibali ne aveva per attaccare (e sul Mortirolo vuol dire tanto!).
Il secondo dato è il dettaglio della mantellina: Carapaz non se l'è messa e dalla mimica a me è sembrato piuttosto provato nel finale, al contrario di Nibali che sembrava più fresco. A dimostrazione di ciò è da ricordare che Lopez ha perso ben 30" soltanto nell'ultimo km.
Nibali ogni giorno che passa fa attacchi sempre più convincenti e domani potrebbe essere la giornata in cui ribaltare tutto a sorpresa, non per forza attaccando, ma anche solo facendo corsa dura mettendo a tirare Pozzovivo e Caruso (che si stanno dimostrando davvero in palla) in vista dell'ultima salita. Domani la fatica non sarà stata per niente smaltita e se si vuol fare corsa dura il percorso presente salite disseminate per tutto il percorso seppur relativamente semplici. Ma domani partono già cotti e triti.
Passiamo allora ad analizzare la tappa di domani.


Tappa di difficile interpretazione, ufficialmente classificata di media montagna.
Direi di partire dai numeri:
la tappa è lunga 180 km (lunghezza interessante) e presenta quasi 3000 metri di dislivello. Non sono pochi, ma nemmeno tanti. La tappa sarà profondamente condizionata dalla precedente. L'idea di inserire una tappa di difficile interpretazione all'indomani del tappone è potenzialmente valida, ma sicuramente questa tappa ha la pecca di avere un lungo fondovalle tra Terento e l'ascesa finale. Probabilmente con salite un po' più vicine tra loro e una partenza più esplosiva si poteva davvero vedere qualcuno in crisi che prendeva 20 minuti. Attenzione già da Mostizzolo dove la strada si farà per i successivi 30 km molto impegnativa: già prima della Mendola si affrontano strade spesso in salita con pochissimi falsopiani; la Mendola stessa è stata indurita con il passaggio dalla strada vecchia dopo Fondo e anche la deviazione per Ruffrè permette di eliminare un inutile falsopiano ed inserire una breve rampa in doppia cifra. Dopo una discesa molto tecnica, si raggiunge il "punto morto" della tappa con tanta pianura per arrivare alla strana coppia Naz-Terento fra cui non esiste discesa, ma solo pochi km di falsopiano. Terento inoltre è la salita (seppur breve) più dura del giorno con molti tratti in doppia cifra e la ragguardevole media all'8%. Succederà qualcosa? Difficile a dirsi. Non è da escludere una violenta crisi di qualche big e allora in questo caso la situazione potrebbe farsi più interessante: in ogni caso riengo improbabile vedere qualche attacco serio, tuttavia l'andatura potrebbe salire già a Terento o prima e rendere più vivace l'ascesa finale. E' assai probabile che la vittoria vada alla fuga del mattino, ma la salita conclusiva è piuttosto impegnativa ed è altrettanto probabile che qualche azione si possa vedere anche dietro.

In modo del tutto utopistico potrebbe anche inserirsi qualcuno di importante nella fuga e allora la tappa sarebbe uno show. La speranza è l'ultima a morire.

Le salite:
Passo della Mendola: 10,7 km; 5,1%; 278 (formalmente 8,4 km; 4,5%; 170)
Elvas: 3,4 km; 7,6%; 197
Terento/Terenten: 5,7 km; 8,4%; 402 (formalmente 6,6 km; 7,6%; 381)
Anterselva/Antholz: 4,8 km; 8%; 307 (formalmente: 5,5 km; 6,9%; 262)

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34x27

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Grazie di condividere tutto ciò :clap:


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

34x27 ha scritto: mercoledì 29 maggio 2019, 9:19 Grazie di condividere tutto ciò :clap:
Di niente. Lo faccio volentieri visto che mi diverto e mi rendo anche utile :stretta:


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Beh oggi da tifoso temo seriamente da dire che il Giro sia finito. Come "commentatore" sono costretto ad essere obiettivo e dire che né Froome l'anno scorso né Nibali nel 2016 sembravano in grado di staccare tutti.
Ad esempio se guardiamo al 2016 Nibali ha avuto tante giornate no e poi è stato il più forte in salita negli ultimi due giorni (da un punto di vista di prestazione, senza questionare se abbia vinto per culo o meno.
Invece Froome l'anno scorso dopo aver vinto sullo Zoncolan con una prestazione che assomiglia a quella di Nibali ieri sul Mortirolo ha poi accusato a Sappada e con una crono non eccezionale, per poi ribaltare in tutto in modo straordinario.
Però a questo punto Carapaz è davvero un solidissimo favorito per la vittoria finale. Per cui ritornando al punto di partenza, la tendenza di oggi, in quanto tifoso, mi fa perdere le speranze.
Passiamo velocemente a domani!


C'è decisamente poco da dire. La tappa potrebbe essere proposta al guinnes dei primati in quanto tappa dolomitica per velocisti. Da Dobbiaco si sale molto dolcemente per 30 km al Passo Cimabanche (solo nel finale ci sono 2 km al 4%). 80 km di lunga discesa porteranno il gruppo all'unico GPM di giornata a Pieve d'Alpago: una salita tutto sommato non facilissima, ma quasi insignificante, di 6 km al 5,2% con una punta dell'8%. Discesa, leggerissima risalita alla Sella di Fadalto (fa sorridere che sia il 2° valico ad essere transitato in una tappa che scavalca di netto le Dolomiti senza manco una salita :hammer: ) e ancora discesa fino alle porte di Vittorio Veneto (mancano 80 km) . Gli ultimi 60 km sono un biliardo.
Da segnalare la notevole lunghezza (222 km) che, unita alle fatiche già subite e a qualche salita che (bene o male) è sparsa sul percorso, potrebbe rendere la volata decisamente anomala. Non dobbiamo dimenticarci nemmeno che tantissimi velocisti si sono ritirati: sarà una volata tra zombie e potrebbero esserci sorprese. Allo stesso tempo il giorno dopo (pur essendo molto scialbo) potrebbe essere influenzato dalle fatiche precedenti e sicuramente non agevola il chilometraggio di questa tappa. Potrebbe essere una vera e propria guerra tra poveri (o meglio tra morti) nelle ultime 3 tappe.

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34x27

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Mi porto avanti... dando per scontato che domani non succederà niente, qual è la tua previsione -non speranza- per sabato pomeriggio: Vincenzo può inventarsi un numero?


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barrylyndon
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da barrylyndon »

Vincenzo sara' gia' bravo se si portera' a casa un podio..piuttosto onorevole visto che a parte Carapaz e Landa, e' l'unico che ha attaccato a fondo.
Vedremo se il cedimento di ieri e' sintomo di qualcosa di piu' grosso, alla Yates l'anno scorso, o e' ancora il Nibali che tutti conosciamo.
Qualche risposta gia' domani, secondo me.
Se arriva con i migliori senza affanno,e parlo di Landa e Carapaz, potrebbe essere stata una crisi momentanea.
Altrimenti, elmetto e trincea a difendere almeno il podio..
Io ci andrei piano con, eh ma lui viene fuori nel finale, ecc.ecc.
E' dal 2014 che Nibali non iniziava un Gt con una forma ottima.
Solo che li' aveva 5 anni di meno.


Nibali sta a Froome come Thoeni stava a Klammer.
nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

34x27 ha scritto: giovedì 30 maggio 2019, 8:17 Mi porto avanti... dando per scontato che domani non succederà niente, qual è la tua previsione -non speranza- per sabato pomeriggio: Vincenzo può inventarsi un numero?
Non risponderò immediatamente alla tua domanda, troverai la tua risposta sparsa in mezzo ai prossimi commenti.

Partiamo con la tappa di oggi dove i 3 fuggitivi hanno approfittato probabilmente anche della tanta stanchezza in gruppo. Tantissimi complimenti a Cima che ha fatto una super volata!
Cosa potrebbe succedere adesso?
Come ho già scritto in altri luoghi, domani (anche se non dovrebbe succedere molto) sarà una giornata fondamentale. Ciò che accadrà sabato dipenderà quasi esclusivamente da cosa succederà domani: attenzione potrebbe succedere anche qualcosa di cui non ci accorgiamo.
Domani la salita, seppur semplice, è molto lunga e negli ultimi km gli uomini di classifica capiranno tutti come si sentono in vista di sabato. Altro dato interessantissimo è ciò che è accaduto ieri: dopo i primi km molto regolari (5/6%) sono bastati 1000 metri per ridurre il gruppo maglia rosa in un manipolo di 10 corridori. Ergo, domani basta salire forte per arrivare in vetta in 3 gatti a giocarsi la vittoria di tappa. Domani sarà un test.
Detto questo prevedere cosa succederà domani è impossibile. Però forse domani potremo pronosticare qualcosa per sabato.
Riguardo a Nibali: in linea teorica a lui spetta il ribaltone, sia per la fantasia e il coraggio di cui dispone, sia per le straordinarie capacità di recupero e di fondo. Nibali sarebbe l'uomo perfetto per una tappa di 194 km con oltre 5000 metri di dislivello piazzata alla 20a tappa. Rimane da capire se il cedimento di Anterselva fosse una giornata no (e ci potrebbe stare visto che il Mortirolo forse non è la salita per lui e ci ha pure attaccato, quindi potrebbe aver avuto una piccola crisi nel "day after") o se (cosa che temo fortemente) sia un calo di condizione, che di solito non ha avuto perché partiva con una condizione meno eccelsa.
Oggettivamente non me la sento di escludere nessuna delle due possibilità. La risposta la conoscerà soltanto lui stesso in base a quello che sentirà domani. Se domani Nibali si sente le gambe del Civiglio, Carapaz si dovrà preoccupare; se dovesse perdere 20\30", o magari anche rimanendo in gruppo non dovesse sentirsi benissimo, allora può darsi che non provi niente di eccezionale e faccia solo uno scatto a favore di telecamera.
In ogni caso ripeto che non mi sento di pronosticare nulla, sto solo mettendo sul tavolo delle trattative una serie di ipotesi tutte probabili.
E attenzione perché questo discorso varrà per tutti, compresi Carapaz, Roglic e Landa. Domani potrebbe cedere un big qualunque (anche Nibali stesso) allo stesso modo di Yates a Prato Nevoso l'anno scorso.
Domani, a fronte di una salita di 12 km e dell'ordine di arrivo, i contendenti al Trofeo Senza Fine avranno delle risposte positive o negative. Noi non è detto se potremo vederle o meno.
Direi di passare a presentare il percorso.


Tutti abbiamo il diritto di constatare che questa tappa è raccapricciante. Sorprende tra l'altro il fatto che questa sia stata etichettata come tappa di alta montagna, quando quella di Anterselva era di media montagna. L'unico verbo che descrive il mio approccio a questa altimetria è "perplimere" (citazione coltissima :diavoletto: ). La prima parte è tutto sommato ben disegnata, con pochissima pianura, un versante del Montello abbastanza impegnativo e il Passo San Boldo (che oltre ad essere spettacolare è anche tecnicamente interessante). Poi fuori da qualsiasi logica il percorso giunge direttamente ai piedi della salita (si fa per dire) di San Martino, inserendo solo la salitella di Lamon. Già è abbastanza debilitante arrivare a San Martino da sud, ma è una scelta quantomeno comprensibile; stupisce ancora di più l'assenza di qualsiasi tipo di variante (mi viene da pensare al Brocon che sarebbe stato lungo e regolare, adatto ad una tappa da ultimo finesettimana) che porta la tappa ad essere abbastanza inisgnificante, ancora più di Prato Nevoso 2018.
In ogni caso potrebbe fare danni lo stesso: il dislivello è comunque tanto (circa 3000 metri in soli 134 km) e i corridori saranno già distrutti. Se da un lato la salita finale è decisamente abbordabile, dall'altro una squadra compatta ha qui la possibilità di tenere una velocità molto alta e se qualcuno avesse una cotta potrebbe prendere comunque un po' di secondi (forse minuti...). Altrimenti aspetteremo la tappa di sabato.
Ci tengo a smentire un dettaglio: è vero che San Martino assomiglia più a Montevergine che a Prato Nevoso. Però Montevergine sono 17 km al 5%, San Martino sono 13,6 km al 5,6% . Se invece prendiamo solo la parte più impegnativa delle salite abbiamo a Montevergine 9,1 km al 5,5%; a San Martino abbiamo più di 11 km al 6,3%, falsati pure da 400 metri centrali quasi pianeggianti. Sembra poco ma c'è molto differenza tra oscillare tra il 4% e il 6% e oscillare tra il 6% e l'8%. Consideriamo anche che di solito Montevergine è sempre nella prima settimana, mentre qua ci arrivano tutti cotti.
Ci tengo però anche a dire che personalmente questa tappa mi fa schifo... potevano quantomeno arrivare al Rolle, oppure inserire una salita prima.
Le salite:
Santa Maria della Vittoria: 4,8 km; 5,5%; 145 (i primi 2 km sono quasi interamente in doppia cifra: 1,7 km; 9,7%; 160)
Passo San Boldo: 6,3 km; 6,8%; 291 (2 km al 9,6% in mezzo ai tornanti in galleria)
*Lamon: 7,4 km; 3,7%; 101 (io ho conteggiato un più veritiero 4,8 km al 5,1% per 125 punti)
San Martino di Castrozza: 11,6 km; 6,2%; 446 (formalmente 13,6 km; 5,6%; 426)

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Felicissimo per Chaves. Triste per Vendrame: senza salto di catena avrebbe vinto lui.
Lopez viene fatto andare via e, con un vantaggio più ristretto, potrebbe anche lui tentare qualcosa domani.
Non mi sento di fare pronostici: come ho detto ieri solo i corridori sanno come stanno loro stessi.
Però mi hanno fatto specie due dettagli
1) Carapaz ha detto a Landa di non seguire Lopez (presumibilmente per salire più piano)
2) Nibali non è andato dietro a Lopez (anche questo sarebbe un segno di debolezza
Però sono arrivati tutti insieme e ripeto: solo Nibali sa come sta, così come tutti gli altri.
Domani occhi alla TV, per vedere se vincerà il favorito (senza dubbio Carapaz) o se qualcuno ribalterà tutto. Non mi sento di escludere niente, ma scalzare Carapaz si fa davvero difficile.


Questa è la tappa del "o la va o la spacca" con il terribile Manghen a 116 km dal traguardo. Può succedere tutto e può non succedere niente.
Tappa lunga (194 km) e durissima (ben oltre 5000 metri di dislivello). C'è sicuramente la possibilità di ribaltare tutto, ma serve coraggio e forse ancora di più serve un motivo per ribaltare tutto. Se il coraggio dovesse mancare sarà difficile vedere qualcosa, a causa della presenza minacciosa del Rolle, ancora più narcotizzante del Sestriere nel 2018 per certi punti di vista. Se qualcuno volesse sbriciolare il gruppo sul Manghen allora sarà caos. In ogni caso non è da sottovalutare la possibilità che qualcuno vada in crisi sul Manghen senza preavviso (vedi Pinot a Cervinia) e qualcuno potrebbe aver l'intenzione di aumentare l'andatura creando comunque una selezione che sicuramente sarà notevole. Molto intelligente la scelta di passare dalla strada vecchia una volta scesi in Val di Fiemme: anziché 15 km di falsopiano su strada larga e rettilinea il gruppo dovrà salire a Cavalese (e non dimentichiamoci che sono 4 km al 6%) per poi affrontare un tratto di strada decisamente più tortuoso ed ondulato della statale nuova. Questo rende ancora più selettivo il percorso e rende meno favorevole all'inseguimento il tratto di transizione in vista del Rolle. Altro dato importante sarà il fatto di raggiungere per due volte alta quota (2047 mt per il Manghen, 1980 mt per il Rolle). Attenzione alla salita finale del Croce d'Aune, molto irregolare e con pendenze massime ragguardevoli (16%), seguita poi dal più costante Monte Avena, che presenta le pendenze giusto per ampliare i distacchi al termine di una tappa come questa.
Tutto può succedere, anche niente.

Le salite:
Cima Campo: 18,7 km; 5,9%; 651 (con 12 km al 6,8%)
Passo Manghen: 18,9 km; 7,6%; 1092 (in realtà per arrivare a Telve ci sono altri 4 km di salita: 23 km; 7,3%; 1226)
Passo Rolle: 20,6 km; 4,7%; 455 (parte finale di 7,1 km al 6,5% per 300 punti)
Croce d'Aune: 11,1 km; 5,5%; 336 (parte finale di 4 km all'8,4% per 282 punti)
Monte Avena: 6,9 km; 7,3%; 368

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34x27

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Un ultimo grazie per le preziose analisi! :cincin:

Ti aspetto per il Tour?


Gimbatbu
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Iscritto il: mercoledì 19 aprile 2017, 17:42

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da Gimbatbu »

Bravissimo! Probabilmente non eri neanche nato, ma sul Manghen nell' 80 perfino Hinault patì uno scalatore puro come Battaglin ( vabbè, poi due giorni dopo il bretone staccò tutti sullo Stelvio e insieme al compagno di squadra Bernaudeau fece 100 km di fuga e stravinse il Giro...).


nibali-san baronto
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Iscritto il: mercoledì 17 agosto 2016, 20:43

Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Che posso dire sono felice di essere stato utile!
Ovviamente ci vediamo al Tour, ma prima spero di poter commentare almeno anche Delfinato... poi vedremo. Speriamo che la maturità non mi tolga troppo tempo.
Gimbatbu ha scritto: sabato 1 giugno 2019, 12:22 Bravissimo! Probabilmente non eri neanche nato, ma sul Manghen nell' 80 perfino Hinault patì uno scalatore puro come Battaglin ( vabbè, poi due giorni dopo il bretone staccò tutti sullo Stelvio e insieme al compagno di squadra Bernaudeau fece 100 km di fuga e stravinse il Giro...).
Bhe in effetti va detto che anche Nibali aveva un precedente famoso: sul celebre Colle dell'Agnello del 2016, la prima accelerazione di Chaves l'accusò. Gestì lo sforzo rientrò e poi rimase coi primi, al punto di mandare al limite Krujswijk che poi cadde alla prima curva. Oggi su larga scala è accaduta la stessa cosa. La sensazione è che fosse comunque un Nibali in calando rispetto al Mortirolo, che oggi ne aveva per essere al pari della coppia Movistar, ma non per staccarli e nemmeno per batterli in volata.
Aggiungo che se qualcuno pensa che abbia corso solo per il podio io ho una sensazione diversa: oggi lui voleva attaccare sul Manghen (aveva messo Caruso davanti), ma ahilui è stato costretto a difendersi, perché gli altri ne avevano di più. Quindi si è trovato costretto ad aspettare il finale dove in ogni caso non è riuscito a levarseli di ruota (anche se ci ha provato).
La certezza è che i 3 che oggi sono andati via sul Monte Avena sono stati nel loro complesso i più forti in salita di questo Giro.
Inoltre resta il fatto che, su tappe di fondo di questo tipo, Nibali dimostra ancora una volta di stare con i migliori del lotto. Io mi chiedo: e se ci fosse stato il Gavia?
A ognuno le sue ricostruzioni fantastiche...

Complimenti a Carapaz che vince meritatamente il Giro: evidentemente è troppo giovane per un Nibali che forse inizia ad essere vecchio.
Aggiungerei complimenti a Ciccone che si trova ancora in 16a posizione e si dimostra un possibile candidato anche per fare classifica generale in futuro.
Complimenti anche a Masnada per la Cima Coppi.
Una nuova generazione di scalatori puri italiani è finalmente arrivata!



Ultimo banco di prova che deciderà la 3a piazza del podio: 17 km a cronometro, che nemmeno stavolta saranno per specialisti. La salita delle Torricelle, infatti, per quanto semplice, renderà il percorso anche stavolta ondulato. Non è da sottovalutare nemmeno la discesa di 4 km che presenta alcune curve insidiose.

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P.S.
nibali-san baronto ha scritto: martedì 12 febbraio 2019, 18:15 I km a cronometro sono alla fine abbastanza considerevoli (58,5 km), ma con un dislivello totale di quasi 1000 metri (in proporzione a 234 km sono 4000 metri!). Capite che i km a crono risultano piuttosto condizionati dalla presenza di numerosi tratti di salita, che sono anche piuttosto impegnativi. Ci dimostra che questo Giro si deciderà innanzitutto in salita.
Avevo ragione... :hippy:
Grazie a tutti per avermi seguito.
Buon finale di Giro a tutti.


nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Ci risiamo! Adesso mi limito a descrivere la tappa; stasera alcune osservazioni su quanto accaduto a Giugno.

Tappa per velocisti? Quasi sicuramente, ma, come detto per molte tappe del Giro, sarà una volata strana.
Innanzitutto per la presenza di due mitici muri del Giro delle Fiandre (Grammont e Bosberg), per il passaggio su un terzo tratto in pavè pianeggiante (Thimeon) al km 118 di circa 2 km, per la notevole lunghezza (195 km) e per l'arrivo che presenta gli ultimi 500 metri in salita al 4\5%.
A questo si aggiunge che di pianura ce ne sarà veramente poca, con molteplici strappi non semplicissimi che si susseguono negli ultimi 120 km.
Attenzione dunque, perché viene fuori una piccola classica. Ciò non toglie che l'arrivo in volata sia la cosa più probabile, ma 1500 metri di dislivello su 195 km con 3 tratti in pavè non sono una passeggiata.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Sarà un Tour strano: nessuno è sembrato in palla a sufficienza per sembrare il favorito. Froome e Dumoulin si sono persi per strada; Thomas è caduto in Svizzera; al Delfinato né Porte né Quintana né Yates sono sembrati in palla; Bardet è stato battuto clamorosamente da Herrada sul Ventoux. Solo Pinot e Fuglsang sono sembrati più in crescita (ma uno è già stato debilitato da un bel "tonfo" sul marciapiede). E infine Nibali ha l'incognita di aver fatto prima il Giro.

Alcuni piccoli importanti segnali dalla tappa di oggi:
Innanzitutto nel suo piccolo è estremamente rilevante il piccolo sparpaglio venuto fuori sui 2 km di pavè a 75 km dal traguardo. Sicuramente è emersa una notevole distrazione di Martin e Yates, ma soprattutto è emersa ancora una volta la grande capacità di Nibali di rimanere davanti.
Attenzione: indipendentemente che poi abbia la forza di farlo, un Nibali che esce dal settore di pavè in 10a posizione sta pensando alla classifica.

Delude Viviani, a cui sono andate tutte storte: ha forato sul pavè, si trova chiuso nel finale e per riuscire a passare prende tanto vento finendo per prendere un'altra spallata a ridosso del traguardo e piantarsi.
Bello vedere 4 italiani nei primi 10 (6 nei primi 13) con Bettiol 12° che dimostra una condizione in forte crescita: occhio alla tappa di lunedì!

Dispiace per Sagan. Non resta che dire: "Teunissen, ma chi ca**o è?" (semicit.)

Domani cronosquadre. Da segnalare solo che è piuttosto vallonata, dunque di difficile interpretazione da parte delle squadre per la gestione dello sforzo.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Difficile commentare il risultato di una cronosquadre: sicuramente emerge il dominio della Jumbo, una Trek molto deludente e una Ineos non eccessivamente in palla. Un Tour che dunque si conferma aperto. Oggi avremo qualche piccola certezza in più.

I primi 120 km sono poco rilevanti ma certamente non si può dire che siano pianeggianti. Più lineari i successivi 40 km che portano all'imbocco degli ultimi impegnativi 50 km: 4 GPM e 3 cote non catalogate.
Si comincia con una cote all'uscita di Sermiers di circa 1500 metri al 7\8%, seguita da una zampellotto di 1 km al 4%.
Senza soluzione di continuità inizia il primo GPM: ufficialmente 1,1 km al 6,8%, con gli ultimi 400 metri in doppia cifra.
Offrono un po' di respiro i successivi 10 km, che portano al secondo momento intenso di questo finale. Si affrontano in rapida successione la Cote d'Hautvillers (900 metri al 10,1%) e la lunga Cote de Champillon (ufficialmente 1,8 km al 6,6%, ma più realisticamente di 2,2 km al 6,7%).
Una lunga discesa di 4 km con alcune curve interessanti ed altri 4 km pianeggianti portano al muro della Cote de Mutigny: 900 metri al 12,2%, con massime che sfiorano il 20%.
Mancheranno soltanto 15 km al traguardo: dopo la discesa si affrontano circa 4 km pianeggianti, un tratto in salita (2 km al 3%, max 6%), quindi la Cote du Mont Berton (ufficialmente 1,1 km al 5,5%, con 400 metri al 8\9%).
Una ripida discesa porta ai -2km: curva a destra per entrare ad Epernay; due rotonde portano ai -1500 metri dove inizia un rettilineo in pavè di 900 metri (in parte al 2\3%); rotonda a destra ai -500 metri con la strada che inizia a salire; altra rotonda a sinistra ai -300 metri dove la strada si impenna in doppia cifra (intorno al 15%).

Attenzione a due dettagli:
1) le strade sono spesso strette e il finale sarà dunque simile ad un Giro delle Fiandre, considerando anche che passando attraverso i centri abitati non mancheranno brevi tratti di lastricato (come all'ultimo km!)
2) spesso le cote non saranno seguite da immediata discesa, ma da brevi tratti di falsopiano o leggera salita. Un dettaglio tatticamente decisivo.

In sostanza sono 215 km con oltre 2000 metri di dislivello. Difficile fare un pronostico, visto che proprio questa tappa sarà la prima ad indicarci lo stato di forma degli uomini più interessanti, sia per il successo che per la classifica. Tenendo per me due nomi che forse potete intuire, direi che sar una sfida tra Sagan, Alaphilippe e Van Aert.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Complimenti ad Alpahilippe che somiglia sempre di più a Bettini.
Ancora bene gli azzurri, nonostante la defezione di Bettiol che ha forato ai piedi del primo GPM.
Bernal guadagna 5"... ma soprattutto possiamo eliminare alcuni dei big dalla lista dei pretendenti alla gialla (ritardi rispetto a Bernal):
Aru perde 56" (anche perché ha forato)
Zakarin perde 2' 25" (ha forato, ma molto prima di Aru... e non è rientrato)
S.Yates perde 5' 57"
Dennis perde 8' 09"


Passiamo subito alla tappa di oggi.
La tappa è senza se e senza ma una tappa per velocisti. Gli elementi di maggior interesse sono 3.
Innanzitutto non si dovrà sottovalutare la possibilità dei ventagli che su tappe di queste genere è sempre dietro l'angolo (possibilità che è confermata dagli ultimi aggiornamenti). Indipendentemente dal fatto che ci sia selezione o meno, ci sarà grande nervosismo quindi si alza anche il rischio di cadute.
In seconda istanza non va sottovalutata la cote de Maron che termina a soli 15km dal traguardo e che, seppur semplice, è abbastanza lunga (3,2 km).
L'elemento di interesse non è tanto la salita in sé quanto ciò che viene dopo: ci sarà un altro breve zampellotto e la discesa seguente terminerà a soli 10 km dal traguardo. Inoltre la strada continuerà a scendere fino ai -500 mt. Le conseguenze sono una volata che sarà estremamente lanciata e l'avvicinamento tattico della salita che sarà senz'altro influente sull'impostazione della volata.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Ieri si è finalmente sbloccato Viviani. Mi dà soddisfazione il fatto che proprio sullo zampellotto che avevo segnalato sia partito Calmejane...
E oggi?

La tappa è di difficile interpretazione. Potenzialmente perfetta per la fuga da lontano, ma siamo solo alla 5a tappa e la classifica è ancora tutta da scrivere. Più probabile è dunque che il gruppo si giochi il finale.
Si comincia in salita scollinando (senza GPM) il Col de Saales dopo 15 km, seguito poco dopo dal primo GPM: Cote de Grendelbruch, circa 3 km al 6%.
Il successivo tratto fino a Selestat sarà il più semplice, ma comunque sempre vallonato (anche il TV è in cima ad uno strappo di 2 km).
Dopo 103 km si entra nel finale con la prima ascesa impegnativa. La salita verso il Castello di Haut-Koeninsbourg è di 6 km molto regolari al 6% di media. La salita sarà un importante spartiacque seguito da una fase estremamente complicata: la discesa piuttosto tecnica immetterà il gruppo in un tratto di 20 km decisamente vallonato, che contribuisce ad aumentare il dislivello complessivo ed arrivare a ridosso delle due salite conclusive con il fiato ancora corto. Si imbocca dunque la Cote des Trois-Epis che inizia ufficialmente dopo 3 km al 3%: sono 5 km al 6,7%, contraddistinta da una parte centrale costantemente tra il 7% e il 9%; non sono pendenze impossibili, ma è salita vera. Una discesa non semplicissima lancia il gruppo direttamente sulla salita conclusiva, la Cote des Cinq Chateaux: sono 4,6 km al 6,1%, contraddistinti da due gradoni entrambi di 2 km all'8% con tratti in doppia cifra. Dunque una salita impegnativa che se fosse fatta velocemente potrebbe far scoppiare i fuochi d'artificio anche tra i big. Importante ricordare che dopo il GPM la strada continua a salire leggermente per oltre 2 km, rendendo l'ascesa nel suo complesso piuttosto lunga e adatta a creare selezione. Dipenderà molto dalla mentalità con cui il gruppo approccerà le ultime due salite.
Una discesa veloce e tecnica con alcune curve ceche in cui si può provare ad allungare, porterà quel che rimane del gruppo agli ultimi 10 km completamente pianeggianti caratterizzati da lunghi rettilinei che favoriscono il rientro dei ritardatari.
Al traguardo si saranno sommati 175 km con quasi 2500 metri di dislivello. Può succedere tutto e niente.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Alla fine niente di importante, anche se è bello rivedere Sagan al primo posto. Bene i due azzurri. Zakarin intanto esce di classifica.
Boasson Hagen è stato un fenomeno...
Domani una tappa bellissima, forse sciupata dall'inedito km sterrato.

Sono a malapena 20 i km pianeggianti che il gruppo troverà in partenza. Dopodiché si inizia a salire verso il Grand Ballon e non ci sarà respiro per i successivi 140 km.
Il primo GPM sarà il 1a categoria di Le Markstein, lunga salita (10,8 km al 5,4%) con pendenze costantemente tra il 7% e il 9% (tranne una breve discesa). La salita in realtà prosegue ancora, prima in falsopiano, poi con 1,3 km al 9% verso il 3a categoria del Grand Ballon. Una lunga discesa piuttosto semplice porta ai piedi del Col du Hunsdruck (5,3 km al 6,9%), salita molto irregolare con massime del 13%. Una rapida discesa porto all'unico tratto relativamente semplice del percorso: 10 km di falsopiano che portano all'imbocco del Ballon d'Alsace. Senza dubbio è una delle salite più impegnative della giornata, complessivamente di 11 km al 5,8%, ma in realtà contraddistinta dai primi 7 km con una pendenza media dell'8% e massime all'11\12%. Una discesa veloce porta alla salita più semplice del giorno verso il Col des Croix. Altra discesa veloce e a Servance la strada inizia a salire per i successivi 10 km, per raggiungere la vetta del temibile Col des Chevrères, ufficialmente di 3,5 km al 9,5% con punte del 18%. Dopo una discesa tecnica e soli 3 km di falsopiano si imbocca la salita conclusiva verso la Planche: 7 km al 8,7%, con massime del 24%.
La salita sarà la medesima fino all'ultimo km: più regolare nei primi 5 km, seguiti da 500 metri più semplici, il primo muro al 20%, altri 300 metri semplici, quindi lo sterrato di 700 metri circa che termina a ridosso del traguardo posto su un ultimo muro in asfalto al 24%.

E' un vero tappone di 160 km con 4000 metri di dislivello. Forse lo spauracchio dello sterrato e del muro potrebbe tenere la corsa più cucita, ma sarà comunque una vera tappa di montagna. Domani sapremo chi può giocarsi la vittoria in questo Giro e soprattutto chi dovrà spostare l'obiettivo su una vittoria di tappa. Bernal è sicuramente il nome più pronosticabile. Ma non escludo nemmeno i francesi, Uran e (se dovesse aver recuperato dalla caduta del primo giorno) Fuglsang.

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nibali-san baronto
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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Alcuni impegni mi hanno tenuto lontano dal forum ieri... Ricominciamo da dove ci eravamo lasciati.

Il primo elemento è quello di un bravissimo Ciccone, che se ripensiamo a cosa fece Voeckler nel 2011... vabbè il ragazzo non deve subire pressioni!
Il secondo è che arrivi del genere andrebbero proibiti: come avevo in parte previsto, non è successo niente fino agli ultimi 700 metri... inserire uno spauracchio del genere è assolutamente deleterio per lo spettacolo, oltre ad essere un elemento che rende le tappe del tutto anomale (non per ultimo il fatto che Theuns abbia battuto Ciccone). Si può dire che gli unici segnali che si posso effettivamente considerare veritieri sono quelli emersi fino all'ultimo km. Quindi è senza dubbio preoccupante che Barguil e Bardet si siano staccati prima del muro e che Valverde si sia auto-ridotto a gregario.
Ciò che è accaduto strettamente sullo sterrato è assolutamente da prendere con le pinze: emerge senza dubbio un'ottima forma di Thomas e Pinot, ma certo è difficile stabilire con precisione il reale stato di forma di chi si è piantato proprio sul finale. Ad esempio è il caso di Nibali che a giudicare dalle sue stesse dichiarazioni non aveva ben studiato il finale ed aveva sicuramente sottovalutato la rampa (ad essere sincero anch'io la credevo meno eccessiva). Direi che tutto è rimandato alla tappa del Tourmalet... o forse a questo fine-settimana. Saranno due tappe molto impegnative, ma come sempre dipenderà dall'atteggiamento dei corridori e potrebbe non succedere niente. Cominciamo con domani.

200 km e quasi 4000 metri di dislivello: in pratica è una sorta di Giro di Lombardia, col finale di una Liegi. Al km 44 inizia la prima ascesa e poi non si smette più di salire e scendere senza sosta fin sul traguardo, con salite spesso impegnative con molti tratti in doppia cifra.
Elenco le principali ascese:
- Col de la Croix Montmain: 6,1 km; 7%; 299
- Col de la Croix-de-Thel: 4,1 km; 8,1%; 269
- Col de la Croix Paquet: 2,1 km; 9,7%; 198
- Cote d'Affoux: 8,5 km; 4,5%; 172
- Col de la Croix de Part: 4,9 km; 7,9%; 306
- Cote d'Aveize: 5,2 km; 6,4%; 213
(Croix Chazelles: 4,3 km; 5,8%; 145)
- Cote de la Jalliere: 1,9 km; 7,9%; 119
L'ultimo GPM sarà anche Point Bonus e si troverà a soli 13 km dal traguardo, che saranno tutt'altro che pianeggianti. Ultima asperità sarà un breve strappo di 1 km al 5% che termina ai -2 km. Insomma non ci sarà riposo fin sul traguardo.
Difficile pronosticare qualcosa di preciso... ma ho la sensazione che qui (o il giorno dopo) Alaphilippe si voglia riprendere la maglia gialla.

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Re: Il ciclismo visto con gli occhi di un ciclista

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Come giudicheresti la prestazione di Nibali esclusa la rampa?
nibali-san baronto ha scritto: sabato 13 luglio 2019, 1:10 (non per ultimo il fatto che Theuns abbia battuto Ciccone).
Teuns ;) L'altro è a casa...


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