Penso anch'io: stamane mi è subito venuta in mente la Fenice che forse è meglio di prima.Slegar ha scritto: ↑martedì 16 aprile 2019, 11:23 L'Europa è piena di chiese distrutte dagli incendi e ricostruite meglio di prima; forse è la volta buona che completano la facciata, interrotta dopo l'inizio della guerra dei cent'anni e non realizzata per mancanza di fondi nel restauro di Viollet-le-Duc della maetà del XIX secolo.
Storia
- matteo.conz
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Re: Storia
Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
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Re: Storia
Ok l'incendio è occasione di ricostruzione, ma ad esempio la struttura in legno del tetto, con alcuni elementi in legno di alberi nati oltre mille anni fa, non tornerà mai più lo stessa:
http://www.notredamedeparis.fr/la-cathe ... charpente/
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Re: Storia
Alessandro Barbero incontra alcuni lettori
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Storia
Per chi sa poco di storia cinese e del futuro possibile del mondo, questo ascolto è piuttosto illuminante.
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Re: Storia
E. Todd sistema economico e famigliare (con intervento anche di A. Barbero)
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Re: Storia
Qui, s.m. siamo al massimo della goduria intellettuale: Barbero e Ferraris insieme
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Re: Storia
"Il Delitto Matteotti" Film Completo
Un film di Florestano Vancini. Con Mario Adorf, Vittorio De Sica, Riccardo Cucciolla, Franco Nero.
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- jerrydrake
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Re: Storia
Rimanendo in tema e nel contesto storico:
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/me ... 7da59.html
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/me ... 99267.html
Le 2 puntate della bella fiction su Giuseppe Di Vittorio, uno dei più grandi sindacalisti che l'Italia abbia mai avuto.
Re: Storia
Finito questo: Bronte, cronaca di un Massacro che I libri di storia non hanno raccontato; Florestano Vancini 1972
Ora passo a Di Vittorio.
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Re: Storia
Molto interessante, specie per me che non lo conoscevo proprio, così come ho avevo saputo solo da pochi giorni l'importanza di Bruno Buozzi nella prima metà del secolo scorso. Però una domanda la devo proprio fare: che c'entra Di Vittorio con il P.C.I.? Tanto più che nello sceneggiato se c' è una figura che può eguagliare in realismo e meschinità i baroni pugliesi, questi è Palmiro Togliatti.jerrydrake ha scritto: ↑sabato 8 giugno 2019, 20:50Rimanendo in tema e nel contesto storico:
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/me ... 7da59.html
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/me ... 99267.html
Le 2 puntate della bella fiction su Giuseppe Di Vittorio, uno dei più grandi sindacalisti che l'Italia abbia mai avuto.
P.S. il tradimento del laicismo italiano con l'art. 7 della Costituzione non poteva figurare, perché Di Vittorio non credo abbia fatto parte dell'assemblea costituente.
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Re: Storia
Al PCI Di Vittorio aderì perché in contrasto con la "linea antifascista morbida" dell'amico Buozzi, e nel PCI ci rimase fino alla morte (e successivamente ls figlia Baldina fu deputata e senatrice PCI). Nonostante questo fu tra le poche voci di spicco tra i dirigenti marxisti a schierarsi apertamente contro Stalin ed è per questo che a lui va la mia grandissima ammirazione.lemond ha scritto: ↑domenica 9 giugno 2019, 17:24Molto interessante, specie per me che non lo conoscevo proprio, così come ho avevo saputo solo da pochi giorni l'importanza di Bruno Buozzi nella prima metà del secolo scorso. Però una domanda la devo proprio fare: che c'entra Di Vittorio con il P.C.I.? Tanto più che nello sceneggiato se c' è una figura che può eguagliare in realismo e meschinità i baroni pugliesi, questi è Palmiro Togliatti.jerrydrake ha scritto: ↑sabato 8 giugno 2019, 20:50Rimanendo in tema e nel contesto storico:
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/me ... 7da59.html
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/me ... 99267.html
Le 2 puntate della bella fiction su Giuseppe Di Vittorio, uno dei più grandi sindacalisti che l'Italia abbia mai avuto.
P.S. il tradimento del laicismo italiano con l'art. 7 della Costituzione non poteva figurare, perché Di Vittorio non credo abbia fatto parte dell'assemblea costituente.
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Re: Storia
Allora anche lui votò per l'Introduzione delle SS trinità nelle costituzione italiana!?
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Re: Storia
S.m. non fu molto coerente nel lasciare il P.S.I. per una questione tattica, passando poi sopra alla strategia pragmatica del P.C.I. anche nei confronti dei na§isti. Quanto al fatto di essere marxista, ho qualche dubbio, perché la questione della terra ai contadini era per lui forse la cosa più importante. E poi era un sindacalista, più che un politico a tutto tondo.jerrydrake ha scritto: ↑domenica 9 giugno 2019, 19:10 Al PCI Di Vittorio aderì perché in contrasto con la "linea antifascista morbida" dell'amico Buozzi, e nel PCI ci rimase fino alla morte (e successivamente la figlia Baldina fu deputata e senatrice PCI). Nonostante questo fu tra le poche voci di spicco tra i dirigenti marxisti a schierarsi apertamente contro Stalin ed è per questo che a lui va la mia grandissima ammirazione.
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Re: Storia
Questo non lo so, ma non credo che tutti gli articoli siano stati votati all'unanimità.lemond ha scritto: ↑lunedì 10 giugno 2019, 8:52Allora anche lui votò per l'Introduzione delle SS trinità nelle costituzione italiana!?
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Re: Storia
Più che tattica era pratica la questione! Poi sull'adesione alla visione operaiocentrica di Lenin e Stalin piuttosto che a quella contadinocentrica di Mao mi pare proprio che Di Vittorio si sia sempre speso per una terza via con l'unione di contadini e operai. Se poi per "strategia pragmatica del P.C.I. nei confronti dei nazisti" ti riferisci al Patto Molotov-Ribbentrop la sua fu sempre una posizione di contrarietà assoluta.lemond ha scritto: ↑lunedì 10 giugno 2019, 8:59S.m. non fu molto coerente nel lasciare il P.S.I. per una questione tattica, passando poi sopra alla strategia pragmatica del P.C.I. anche nei confronti dei na§isti. Quanto al fatto di essere marxista, ho qualche dubbio, perché la questione della terra ai contadini era per lui forse la cosa più importante. E poi era un sindacalista, più che un politico a tutto tondo.jerrydrake ha scritto: ↑domenica 9 giugno 2019, 19:10 Al PCI Di Vittorio aderì perché in contrasto con la "linea antifascista morbida" dell'amico Buozzi, e nel PCI ci rimase fino alla morte (e successivamente la figlia Baldina fu deputata e senatrice PCI). Nonostante questo fu tra le poche voci di spicco tra i dirigenti marxisti a schierarsi apertamente contro Stalin ed è per questo che a lui va la mia grandissima ammirazione.
Re: Storia
Ma certo e fu anche contrario all'invasione dell'Ungheria, quello che non capisco è perché rimanere lì, dato che era uscito dal P.S.I. perché quei compagni (socialfascisti per gli ortodossi) erano un po' troppo morbidi verso il fascismo. Insomma si doveva essere rigorosi con Mussolini e consen§ienti invece con Hitler?jerrydrake ha scritto: ↑lunedì 10 giugno 2019, 13:31 Se poi per "strategia pragmatica del P.C.I. nei confronti dei nazisti" ti riferisci al Patto Molotov-Ribbentrop la sua fu sempre una posizione di contrarietà assoluta.
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Re: Storia
Fatte le debite proporzioni, un Cinquestelle "ante litteram" ?lemond ha scritto: ↑lunedì 10 giugno 2019, 17:51Ma certo e fu anche contrario all'invasione dell'Ungheria, quello che non capisco è perché rimanere lì, dato che era uscito dal P.S.I. perché quei compagni (socialfascisti per gli ortodossi) erano un po' troppo morbidi verso il fascismo. Insomma si doveva essere rigorosi con Mussolini e consen§ienti invece con Hitler?jerrydrake ha scritto: ↑lunedì 10 giugno 2019, 13:31 Se poi per "strategia pragmatica del P.C.I. nei confronti dei nazisti" ti riferisci al Patto Molotov-Ribbentrop la sua fu sempre una posizione di contrarietà assoluta.
Per neutralizzare l'avversario, baciarlo in bocca (e con la metafora mi fermerei qui).
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Storia
La tua frase mi risulta ambigua, perché si può riferire sia ai socialisti vs il fascismo e al Migliore nei confronti dei na§isti, però non mai a Di Vittorio.nino58 ha scritto: ↑martedì 11 giugno 2019, 8:54Fatte le debite proporzioni, un Cinquestelle "ante litteram" ?lemond ha scritto: ↑lunedì 10 giugno 2019, 17:51Ma certo e fu anche contrario all'invasione dell'Ungheria, quello che non capisco è perché rimanere lì, dato che era uscito dal P.S.I. perché quei compagni (socialfascisti per gli ortodossi) erano un po' troppo morbidi verso il fascismo. Insomma si doveva essere rigorosi con Mussolini e consen§ienti invece con Hitler?jerrydrake ha scritto: ↑lunedì 10 giugno 2019, 13:31 Se poi per "strategia pragmatica del P.C.I. nei confronti dei nazisti" ti riferisci al Patto Molotov-Ribbentrop la sua fu sempre una posizione di contrarietà assoluta.
Per neutralizzare l'avversario, baciarlo in bocca (e con la metafora mi fermerei qui).
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Re: Storia
E' ambigua , è vero, perchè i soggetti in gioco sono tanti.lemond ha scritto: ↑martedì 11 giugno 2019, 9:02La tua frase mi risulta ambigua, perché si può riferire sia ai socialisti vs il fascismo e al Migliore nei confronti dei na§isti, però non mai a Di Vittorio.nino58 ha scritto: ↑martedì 11 giugno 2019, 8:54Fatte le debite proporzioni, un Cinquestelle "ante litteram" ?lemond ha scritto: ↑lunedì 10 giugno 2019, 17:51
Ma certo e fu anche contrario all'invasione dell'Ungheria, quello che non capisco è perché rimanere lì, dato che era uscito dal P.S.I. perché quei compagni (socialfascisti per gli ortodossi) erano un po' troppo morbidi verso il fascismo. Insomma si doveva essere rigorosi con Mussolini e consen§ienti invece con Hitler?
Per neutralizzare l'avversario, baciarlo in bocca (e con la metafora mi fermerei qui).
Spiego comunque la (lontana) similitudine.
Se è vero che Molotov (cioè Stalin) cercò (anche) di neutralizzare Ribbentrop (cioè Hitler)firmando un contratto (che venne poi stracciato con l'Operazione Barbarossa)allo stesso modo i 5 Stelle hanno firmato un contratto con la Lega (che prova, con discreto successo, a fagocitarseli).
Il tutto, ripeto, con le debite proporzioni e con il dovuto umorismo.
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Re: Storia
Codesto mi torna; prima no, perché credevo che tu avessi come punto di riferimento Di Vittorio e non il socialismo reale degli albori.nino58 ha scritto: ↑martedì 11 giugno 2019, 9:23 E' ambigua , è vero, perchè i soggetti in gioco sono tanti.
Spiego comunque la (lontana) similitudine.
Se è vero che Molotov (cioè Stalin) cercò (anche) di neutralizzare Ribbentrop (cioè Hitler)firmando un contratto (che venne poi stracciato con l'Operazione Barbarossa)allo stesso modo i 5 Stelle hanno firmato un contratto con la Lega (che prova, con discreto successo, a fagocitarseli).
Il tutto, ripeto, con le debite proporzioni e con il dovuto umorismo.
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Re: Storia
In questo periodo sono in fissa con la seconda guerra mondiale (effettivamente è un periodo che mi affascina).
Volevo affrontare per bene il periodo della Resistenza, ma essendo un argomento controverso (purtroppo) cercavo un libro (o più) che la affrontasse in modo adeguato. Con adeguato intendo dire in modo equilibrato, obiettivo, che racconti i molti pregi della Resistenza, ma che non ne nasconda i lati oscuri e controversi: non un'agiografia, insomma, ma nemmeno uno scritto revisionista. Preferirei un libro che faccia un quadro generale delle vicende resistenziali, ovvero che non si concentri su episodi specifici (nel caso ci penserò più avanti), ma che tracci piuttosto un quadro generale; non ho paura dei mattoni.
Tempo fa mi comperai un libro sulla resistenza della bassa modenese che, per quanto scritto da uno storico dilettante, non era poi tanto male: inaspettatamente rispettava le caratteristiche che cercavo in un libro sul tema (oltretutto da quanto ho percepito lo scrittore era di area cattolica, e mi ha stupito parecchio che non sparasse ad alzo zero sulle vicende dei partigiani comunisti, ma le trattava con doverosa obiettività).
Spero voi sappiate consigliarmi al meglio, se si trova anche in Ebook sarebbe meglio per non sfondare la libreria...
Volevo affrontare per bene il periodo della Resistenza, ma essendo un argomento controverso (purtroppo) cercavo un libro (o più) che la affrontasse in modo adeguato. Con adeguato intendo dire in modo equilibrato, obiettivo, che racconti i molti pregi della Resistenza, ma che non ne nasconda i lati oscuri e controversi: non un'agiografia, insomma, ma nemmeno uno scritto revisionista. Preferirei un libro che faccia un quadro generale delle vicende resistenziali, ovvero che non si concentri su episodi specifici (nel caso ci penserò più avanti), ma che tracci piuttosto un quadro generale; non ho paura dei mattoni.
Tempo fa mi comperai un libro sulla resistenza della bassa modenese che, per quanto scritto da uno storico dilettante, non era poi tanto male: inaspettatamente rispettava le caratteristiche che cercavo in un libro sul tema (oltretutto da quanto ho percepito lo scrittore era di area cattolica, e mi ha stupito parecchio che non sparasse ad alzo zero sulle vicende dei partigiani comunisti, ma le trattava con doverosa obiettività).
Spero voi sappiate consigliarmi al meglio, se si trova anche in Ebook sarebbe meglio per non sfondare la libreria...
Re: Storia
Per me il modo migliore di conoscere codesto periodo è stato ascoltare il Solito su youtube.Bomby ha scritto: ↑domenica 30 giugno 2019, 13:05 In questo periodo sono in fissa con la seconda guerra mondiale (effettivamente è un periodo che mi affascina).
Volevo affrontare per bene il periodo della Resistenza, ma essendo un argomento controverso (purtroppo) cercavo un libro (o più) che la affrontasse in modo adeguato. Con adeguato intendo dire in modo equilibrato, obiettivo, che racconti i molti pregi della Resistenza, ma che non ne nasconda i lati oscuri e controversi: non un'agiografia, insomma, ma nemmeno uno scritto revisionista. Preferirei un libro che faccia un quadro generale delle vicende resistenziali, ovvero che non si concentri su episodi specifici (nel caso ci penserò più avanti), ma che tracci piuttosto un quadro generale; non ho paura dei mattoni.
Tempo fa mi comperai un libro sulla resistenza della bassa modenese che, per quanto scritto da uno storico dilettante, non era poi tanto male: inaspettatamente rispettava le caratteristiche che cercavo in un libro sul tema (oltretutto da quanto ho percepito lo scrittore era di area cattolica, e mi ha stupito parecchio che non sparasse ad alzo zero sulle vicende dei partigiani comunisti, ma le trattava con doverosa obiettività).
Spero voi sappiate consigliarmi al meglio, se si trova anche in Ebook sarebbe meglio per non sfondare la libreria...
Alessandro è abbastanza equilibrato, pur sbilanciandosi un po' più verso i pro che i contro. Per es. sostiene che si deve valutare in sé stessa, anche a prescindere dai risultati. Se avessi l'opportunità di incontrarlo di persona, dopo aver concordato che il discorso può essere giusto, gli chiederei: ma benefici da un punto di vista tattico (perché lui è anche uno storico militare) ci sono stati davvero?
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Re: Storia
Non saprei quale libro consigliarti, ma posso dirti una cosa: mi sono messo all'anima le 1200 pagine circa di Costantino il vincitore del Nostro, ma dai video ho imparato molto di più e sul divertimento c'è la stessa differenza (direbbe Guccini) fra andare sotto un camion o sotto un fico.
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Re: Storia
Sì ma anche te, mangiapreti come sei (siamo in 2), vai a leggerti un libro su quello che ha sdoganato il cristianesimo...
Re: Storia
Ma mica è un libro pro Costantino, anzi è esattamente il contrario; spassosissimo è il pezzo dove Giuliano parla dello zio, dove, fra le altre cose, dice: non era mica cattivo, era scemo. E Barbero in apertura afferma che il Nostro ha il primato insieme a ... (non ricordo) in fatto di uccisione di imperatori romani.
P.S. Quelli assassinati da Costantino erano anche suoi parenti.
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Re: Storia
Buon sangue non mente. Aveva ragione una anziana parente di mia madre, che ai figli diceva (traduco) "Fate i bravi e non andate a messa!".
Re: Storia
approfitto per inserire Luciano Canfora e la Grecia classica e per aggiungere alla tua osservazione del messaggio precedente che non ce l'ò con i preti che per lo più è solo gente che ha sbagliato mestiere, ma molti di loro lo hanno fatto in buona fede. Quello che non sopporto è l'ipocrisia delle persone che sostengono si debba aver rispetto per le menzogne ... se sono codificate.
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Re: Storia
La Guerra Civile Italiana 1919 - 1949
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Re: Storia
a proposito di leggende e di quel che credono quasi tutti: Nerone e l'incendio di Roma
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
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Re: Storia
La Carta del Carnaro.
http://www.dircost.unito.it/cs/docs/carnaro1920.htm
Questi erano avanti de sessantanni, prima che arivasse il Merda (cit.) a impossessarse de tutto.
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Questi erano avanti de sessantanni, prima che arivasse il Merda (cit.) a impossessarse de tutto.
Re: Storia
Vero, ma per Fiume, vincere contro tutti era impossibile!nemecsek. ha scritto: ↑martedì 23 luglio 2019, 21:46 La Carta del Carnaro.
http://www.dircost.unito.it/cs/docs/carnaro1920.htm
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Re: Storia
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Re: Storia
Alessandro Barbero "La Jacquerie"
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Re: Storia
30 puntate da 15 minuti circa l'una dello sceneggiato Rai "I Buddenbrook "
Questa è la prima
le altre scorrono di seguito.
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- UribeZubia
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Re: Storia
Me lo sorseggerò nel pomeriggio e di sicuro il gradimento sarà assicurato. GrazieUribeZubia ha scritto: ↑mercoledì 9 ottobre 2019, 18:30 Alessandro Barbero e il Patto Molotov-Ribbentrop
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Re: Storia
Ho avuto diritto a un solo sorso, perché non è la conferenza, ma un semplice estratto, da cui si evince che ci sono motivi per un accordo con il nazismo. Nulla da eccepire, visto che si trattava di difendere quello che si era costruito fino allora. Però sorge la domanda successiva e cioè, che cosa? Io presumo questolemond ha scritto: ↑giovedì 10 ottobre 2019, 9:11Me lo sorseggerò nel pomeriggio e di sicuro il gradimento sarà assicurato. GrazieUribeZubia ha scritto: ↑mercoledì 9 ottobre 2019, 18:30 Alessandro Barbero e il Patto Molotov-Ribbentrop
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Re: Storia
Intervista a Ettore Cinnella
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Re: Storia
Lezioni di storia: il carattere degli italiani, Leonardo da Vinci
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Re: Storia
Ho letto solo ieri che De Gasperi fece di tutto per mettere in minoranza don Sturzo e far entrare così i rappresenti del Partito Popolare nel primo governo Mussolini, subito dopo la "marcia su Roma". Fino ad ora avevo sempre pensato che De Gasperi fosse uno dei pochi statisti italiani, anche perché, a differenza di Togliatti, aveva votato contro l'art 7 della Costituzione, ma ormai non ne sono più sicuro!
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Re: Storia
Alessandro Barbero: l'uomo e la natura
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti
Firenze fu l'unica città d'arte italiana a conoscere gli orrori della guerra aerea e terrestre. Perché?
Si è cercato di accusare i tedeschi di ogni malvagità, ma in verità il comandante di tutte le truppe tedesche in Italia (A. Kesselring) aveva sempre ordinato il ritiro dalle città riconosciute dal punto di vista artistico e ospedaliero; inoltre Firenze era fra le quattro città "indifese" europee.
La risposta che le fonti storiche ci forniscono è che la tragedia fu dovuta a due persone in particolare: il Cardinale Elia Dalla Costa e il capo delle truppe alleate in Italia, gen. H. Alexander.
Dopo il disastroso bombardamento americano del 25 settembre 1943 gli alleati ordinarono che la notizia non comparisse sui giornali e alla radio in lingua inglese; a ottobre Hitler si era reso disponibile a dichiarare Firenze *città aperta* e il 23 giugno 1944 Kesserling designò ufficialmente la città come "da non difendere" e in questo modo dimostrò di aver messo da parte la rabbia per il tradimento alleato di Roma, dove il gen. Clark non aveva tenuto conto degli accordi stipulati in Vaticano, approfittando dei ponti lasciati intatti dai tedeschi, per inseguirli!!!
Nella lettera che K. scrisse al cardinale esigeva soltanto un'assicurazione che Firenze non fosse usata a fini militari, ma Dalla Costa decise di non andare incontro all'esercito britannico, che avanzava da Siena, per informarli delle disposizioni di Kesserling!!!
Firenze fu l'unica città d'arte italiana a conoscere gli orrori della guerra aerea e terrestre. Perché?
Si è cercato di accusare i tedeschi di ogni malvagità, ma in verità il comandante di tutte le truppe tedesche in Italia (A. Kesselring) aveva sempre ordinato il ritiro dalle città riconosciute dal punto di vista artistico e ospedaliero; inoltre Firenze era fra le quattro città "indifese" europee.
La risposta che le fonti storiche ci forniscono è che la tragedia fu dovuta a due persone in particolare: il Cardinale Elia Dalla Costa e il capo delle truppe alleate in Italia, gen. H. Alexander.
Dopo il disastroso bombardamento americano del 25 settembre 1943 gli alleati ordinarono che la notizia non comparisse sui giornali e alla radio in lingua inglese; a ottobre Hitler si era reso disponibile a dichiarare Firenze *città aperta* e il 23 giugno 1944 Kesserling designò ufficialmente la città come "da non difendere" e in questo modo dimostrò di aver messo da parte la rabbia per il tradimento alleato di Roma, dove il gen. Clark non aveva tenuto conto degli accordi stipulati in Vaticano, approfittando dei ponti lasciati intatti dai tedeschi, per inseguirli!!!
Nella lettera che K. scrisse al cardinale esigeva soltanto un'assicurazione che Firenze non fosse usata a fini militari, ma Dalla Costa decise di non andare incontro all'esercito britannico, che avanzava da Siena, per informarli delle disposizioni di Kesserling!!!
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (II)
Ci sono alcune spiegazioni per il comportamento del Cardinale:
a) non aveva capito il significato di città aperta
b) non voleva interferire con i piani militari dei vincitori
c) poteva credere che comunque gli alleati avrebbero cominciato a rispettare la convenzione internazionale dell'Aia (cosa che non avevano mai fatto fino allora).
Da Costa fu davvero un ingenuo o tradì di proposito la città che lo ospitava? L'unica cosa certa è che non si consigliò con nessuno e non volle nemmeno chiedere al gen. Alexander l'aggiramento della città!
Per tutto questo Firenze pagò un prezzo enorme e le cicatrici della guerra sono ancora visibili intorno al Ponte Vecchio.
I politici e gli storici contemporanei, per salvare la memoria dell'infame, tacquero sulla strage sudafricana all'Impruneta e sugli stupri nel quartiere di Campo di Marte!
Ci sono alcune spiegazioni per il comportamento del Cardinale:
a) non aveva capito il significato di città aperta
b) non voleva interferire con i piani militari dei vincitori
c) poteva credere che comunque gli alleati avrebbero cominciato a rispettare la convenzione internazionale dell'Aia (cosa che non avevano mai fatto fino allora).
Da Costa fu davvero un ingenuo o tradì di proposito la città che lo ospitava? L'unica cosa certa è che non si consigliò con nessuno e non volle nemmeno chiedere al gen. Alexander l'aggiramento della città!
Per tutto questo Firenze pagò un prezzo enorme e le cicatrici della guerra sono ancora visibili intorno al Ponte Vecchio.
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (III)
Il Cardinale decise di favorire in ogni modo possibile gli alleati vincitori e offrì loro Firenze, come se fosse cosa sua, perché nascondere il documento di Kesselring permise al gen. Alexander di continuare a dire che mancava una risposta ufficiale tedesca. Scientemente il Dalla Costas calcolò che era meglio per lui e per la Chiesa Trionfante nascondere ciò che dimostrava la buona volontà tedesca di salvare Firenze!
Solo il 30 luglio, quando ormai i giochi erano fatti, con più di cento morti civili nel solo comune dell'Impruneta, oltre ai cannoneggiamenti britannici sulla città, il Nostro si decise a passare le linee e fermare gli alleati!
Per 75 anni le istituzioni "laiche" e religiose hanno fatto passare per verità che erano stati i tedeschi a distruggere i ponti e le case torri intorno al Ponte Vecchio, ma quando è stato possibile accedere alle fonti e proprio, fra queste, all'archivio della diocesi, chi ama la storia e non la superstizione, ha dovuto ricredersi!
Il Cardinale decise di favorire in ogni modo possibile gli alleati vincitori e offrì loro Firenze, come se fosse cosa sua, perché nascondere il documento di Kesselring permise al gen. Alexander di continuare a dire che mancava una risposta ufficiale tedesca. Scientemente il Dalla Costas calcolò che era meglio per lui e per la Chiesa Trionfante nascondere ciò che dimostrava la buona volontà tedesca di salvare Firenze!
Solo il 30 luglio, quando ormai i giochi erano fatti, con più di cento morti civili nel solo comune dell'Impruneta, oltre ai cannoneggiamenti britannici sulla città, il Nostro si decise a passare le linee e fermare gli alleati!
Per 75 anni le istituzioni "laiche" e religiose hanno fatto passare per verità che erano stati i tedeschi a distruggere i ponti e le case torri intorno al Ponte Vecchio, ma quando è stato possibile accedere alle fonti e proprio, fra queste, all'archivio della diocesi, chi ama la storia e non la superstizione, ha dovuto ricredersi!
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (IV)
La politica del Cardinale è più o meno quella del mio amico Alberto: rispetto a priori di qualsiasi autorità costituita e infatti il primo, fino al 1943, fu a sostegno del regime fascista e nel '44/'45 così a favore degli Alleati da passare sopra ai loro crimini di guerra e così antifascista da sorvolare sulle esecuzioni di massa comuniste.
Anche Guccini ne fa un ritratto scherzoso nel suo 3 dicembre '39
In altre parole per lui la Chiesa accetta ogni forma di governo, purché sia sostenuta dal potere e infatti da Costantino in poi la di lui ditta ha potuto prosperare proprio per questa strategia.
La politica del Cardinale è più o meno quella del mio amico Alberto: rispetto a priori di qualsiasi autorità costituita e infatti il primo, fino al 1943, fu a sostegno del regime fascista e nel '44/'45 così a favore degli Alleati da passare sopra ai loro crimini di guerra e così antifascista da sorvolare sulle esecuzioni di massa comuniste.
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (V)
Il Cardinale, pur messo a conoscenza da più religiosi dei bombardamenti terroristici sudafricani su Impruneta e degli stupri commessi dalle truppe indiane, non denunciò niente, né si rivolse alle truppe anglo-americane, anzi celebrò un Te Deum di ringraziamento in Duomo, cancellando così tutti i crimini generati dal mancato aggiramento della città. Egli sapeva che, dopo la strage del 27 settembre, gli aerei inglesi erano ritornati il giorno dopo a Impruneta, distruggendo la basilica e l'ospedale. Se il Cardinale non fu quel che voleva apparire il motivo credo sia uno soltanto: la regola che la Chiesa deve stare sempre dalla parte dei vincitori.
Pertanto il suo metro di giudizio era il seguente: se si è vittima dei bombardamenti alleati, tutto rientra nella normale prassi bellica (a Collonata, per es. morirono ben 23 orfanelli, raccolti nel piccolo collegio di recente formazione), se invece si muore vittime di rappresaglie, gli autori sono designati come criminali di guerra!
Il Cardinale, pur messo a conoscenza da più religiosi dei bombardamenti terroristici sudafricani su Impruneta e degli stupri commessi dalle truppe indiane, non denunciò niente, né si rivolse alle truppe anglo-americane, anzi celebrò un Te Deum di ringraziamento in Duomo, cancellando così tutti i crimini generati dal mancato aggiramento della città. Egli sapeva che, dopo la strage del 27 settembre, gli aerei inglesi erano ritornati il giorno dopo a Impruneta, distruggendo la basilica e l'ospedale. Se il Cardinale non fu quel che voleva apparire il motivo credo sia uno soltanto: la regola che la Chiesa deve stare sempre dalla parte dei vincitori.
Pertanto il suo metro di giudizio era il seguente: se si è vittima dei bombardamenti alleati, tutto rientra nella normale prassi bellica (a Collonata, per es. morirono ben 23 orfanelli, raccolti nel piccolo collegio di recente formazione), se invece si muore vittime di rappresaglie, gli autori sono designati come criminali di guerra!
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (VI)
Anche la Democrazia Cristiana era stata tenuta all'oscuro dei fatti dal Nostro e ciò si evidenzia dal messaggio che che il Comando Marte fece partire per gli Alleati, nel quale si chiedeva l'aggiramento della città, perché l'ingresso delle truppe poteva scatenare la guerra civile. Il partito temeva, perché sapeva che stavano cominciando esecuzioni di massa dei partigiani comunisti sui fascisti o presunti tali. E naturalmente il silenzio del Cardinale fu assordante e le uniche parole di condanna sono contro le pallottole tedesche, in questo caso, inesistenti.
L'undici agosto la Brigata Sinigaglia creò un cumulo di cadaveri di veri e/o supposti franchi tiratori fascisti proprio sul sagrato di Santa Maria Novella, ma il Cardinale non se ne accorse. Padre R. Santilli cercò invano di condividere quella brutale esperienza con i membri democristiani del Comitato di Liberazione e probabilmente si sarà recato anche alla Curia, vista la vicinanza del palazzo Vescovile, ma il Cardinale non aprì bocca, però scrisse al Papa che i fucilati non si contano, per le continue rappresaglie che i tedeschi fanno: dieci per ognuno di loro. Egli non sapeva che i tedeschi si erano ritirati dalla città e poi nei giorni precedenti non c'era stato alcun omicidio di soldati teutonici. Quindi rimane la domanda, perché il Cardinale mentì al Papa?
Anche la Democrazia Cristiana era stata tenuta all'oscuro dei fatti dal Nostro e ciò si evidenzia dal messaggio che che il Comando Marte fece partire per gli Alleati, nel quale si chiedeva l'aggiramento della città, perché l'ingresso delle truppe poteva scatenare la guerra civile. Il partito temeva, perché sapeva che stavano cominciando esecuzioni di massa dei partigiani comunisti sui fascisti o presunti tali. E naturalmente il silenzio del Cardinale fu assordante e le uniche parole di condanna sono contro le pallottole tedesche, in questo caso, inesistenti.
L'undici agosto la Brigata Sinigaglia creò un cumulo di cadaveri di veri e/o supposti franchi tiratori fascisti proprio sul sagrato di Santa Maria Novella, ma il Cardinale non se ne accorse. Padre R. Santilli cercò invano di condividere quella brutale esperienza con i membri democristiani del Comitato di Liberazione e probabilmente si sarà recato anche alla Curia, vista la vicinanza del palazzo Vescovile, ma il Cardinale non aprì bocca, però scrisse al Papa che i fucilati non si contano, per le continue rappresaglie che i tedeschi fanno: dieci per ognuno di loro. Egli non sapeva che i tedeschi si erano ritirati dalla città e poi nei giorni precedenti non c'era stato alcun omicidio di soldati teutonici. Quindi rimane la domanda, perché il Cardinale mentì al Papa?
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