Luisito84 ha scritto: ↑martedì 16 luglio 2019, 19:15
Tranchée d'Arenberg ha scritto: ↑martedì 16 luglio 2019, 17:26
Che differenza c'è? A Nibali - quello che durante la sua carriera ha vinto praticamente tutto - cosa aggiunge arrivare 7°-8° in un Tour de France? Forse son tonto, ma sta cosa continuo a non capirla. Vogliamo che a fine carriera si trasformi nel fantasma di Zubeldia? Ma anche no.
Ragazzi, qui state facendo un dramma incredibile perchè Nibali 35enne dopo aver fatto 2° al Giro, va al Tour (portato di forza dalla squadra) e giustamente non riesce a fare classifica perchè non è in condizione. Mi pare normale, fisiologico.
Ma riusciamo ad essere un pò più realisti? Io vedo troppo isterismo attorno a quanto (non è) accaduto.
Il discorso è questo: Il tour è la corsa più importante del mondo, Nibali nei primi anni di carriera (2009, 2012) ha dimostrato che come grande giro non gli è più indigesto degli altri due.
Dopo il 2014, per un motivo o per un altro al Tour non è stato all'altezza, riempiendo attraverso le sue prestazioni il serbatoio di critiche dei suoi detrattori.
2015: preparazione sbagliata.
2016: stendiamo un velo pietoso.
2017:mancata partecipazione.
2018: caduto non per colpa sua.
2019: non dico niente.
Ora, il mio pensiero è: un corridore così longevo e che in questi ultimi 5 anni è riuscito ad avere tanti risultati, andando a podio a giri e vuelta e vincendo classiche, perché è così poco efficace nel preparare la corsa più importante del mondo. O vogliamo dare ragione ai suoi detrattori e diciamo che rispetto agli altri campionissimi da grandi giri è un passo sotto? Va bene, ma anche se fosse, perché almeno in 3 dei 5 anni non ha nemmeno tentato di arrivare al podio, cosa che gli è riuscita negli altri giri.
Ovviamente se non aveva le gambe il discorso è chiuso, ma se così non fosse mollare per vincere un altro Lombardia o altre cose che ha già vinto non mi convince come scelta. Dopo l'imprevisto dell'anno scorso avrebbe dovuto avere una motivazione incredibile per preparare il tour e anche se voleva fare il giro avrebbe dovuto dare tutto per restare il più possibile in classifica, anche a costo di scoppiare. Pantani avrebbe corso così, nel 2000 attaccò a 150 chilometri dall'arrivo per rimettere a posto le cose. Lui invece sembra che si accontenti. Ad ogni modo è un mio pensiero, per me ha fatto tanto, tantissimo, è un fuoriclasse e non deve dimostrare niente, ma vedergli fare il comprimario nella corsa più importante non è piacevole, ma se non ha avuto le gambe, il discorso è finito già prima di iniziare.
Sì, meglio ottavo che vincitore di tappe, ma chiaramente non un ottavo a venti minuti, un ottavo che fino a due giorni prima della fine fa paura per il podio. Perché più del risultato conta per me quanto un corridore è in grado di dire la sua in una corsa. Nelle classiche conta l'ordine d'arrivo, nei grandi giri la classifica. Almeno per gli uomini da classifica. Per i giovani, i velocisti, i cronoman, gli uomini da classiche ben vengano le tappe.
Ciò detto, è solo un mio pensiero, condivisibile o meno, nessun isterismo.
Secondo me il tuo ragionamento parte da un presupposto sbagliato, ovvero che il Tour sia la corsa più importante al mondo. Magari può essere così per un inglese, un australiano, un americano, un francese, un tedesco, ecc. ecc. Ma così non sarà mai per un italiano, perché per un italiano il Giro d'Italia ha lo stesso identico valore del Tour, ne di più e ne di meno, sia perché si tratta della corsa di casa sia perché comunque il Giro d'Italia è una corsa storica ed importante a prescindere nel calendario ciclistico internazionale. Basta vedere la carriera di qualsiasi italiano forte della storia del ciclismo nei GT, e nessuno di questi ha mai considerato il Tour come superiore al Giro, nessuno. Che si parli di Binda, Coppi, Bartali, Gimondi, Pantani, ecc. ecc. ebbene, nessuno di questi tra i vincitori italiani di Tour o che avrebbero potuto ambire a farlo ha anteposto il Tour al Giro.
Nibali rientra in pieno in questa tradizione di ciclisti italici. Nella sua carriera ha sempre alternato gli obiettivi stagionali puntando un anno al Giro (e Vuelta di conseguenza) ed un anno al Tour più o meno in media:
-2009 sesto al Tour a 24 anni e mezzo
-2010 terzo al Giro e primo alla Vuelta
-2011 secondo al Giro e settimo alla Vuelta
-2012 terzo al Tour
-2013 primo al Giro e secondo alla Vuelta
-2014 primo al Tour
-2015 quarto al Tour (dove si era preparato bene, ha vinto una bella tappa ed il podio lo ha mancato per una serie di sfighe tra ventagli, cadute, forature, ecc. ecc. più che per una mancanza di preparazione come dici)
-2016 primo al Giro e Tour corso in preparazione delle Olimpiadi (che avrebbe anche vinto senza caduta)
-2017 terzo al Giro e secondo alla Vuelta
-2018 caduto al Tour per colpe altrui (ma stava andando forte fino al momento della caduta e del ritiro)
-2019 secondo al Giro e Tour penso da cacciatore di tappe.
Come si può notare, nella sua carriera c'è stata sempre questa alternanza. Inoltre secondo me tu sbagli a considerare Nibali come un semplice GTista. E no, Nibali non è un Gtista come tutti gli altri, Nibali è anche altro, Nibali è anche un cacciatore di corse di un giorno di prestigio di tutto rispetto, ed è proprio questo che a mio avviso lo differenzia e lo rende un gradino superiore rispetto agli altri Gtisti e corridori in generale. Quello che per te è un limite per me è il suo più grande pregio, ecco perché ad esempio ritengo la scelta del 2016 sacrosanta e condivisibilissima a differenza tua. Ecco perché credo che anche quest'anno faccia bene a puntare solo alle tappe al Tour una volta capito che non può puntare al podio e alla vittoria della classifica generale. Perché nel ciclismo se non sei un Gtista e basta c'è anche altro, ed è altrettanto importante.