L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Bomby
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L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Chiedo scusa a basso ma non ho trovato la news su cicloweb, chiedo pietà e comprensione. :worthy: :worthy: :worthy:

Tuttobiciweb pubblica la seguente news:
https://www.tuttobiciweb.it/article/202 ... appartient
Brocci (l'Eroica) propone un circuito parallelo per professionisti con caratteristiche simili a quelle dell'eroica: percorsi lunghi, duri e inediti, limite dei rapporti, ecc., nell'intento di creare gare più appassionanti ed avvincenti: il contrario di quanto propone ASO, in pratica.
Io nell'attesa di ulteriori dettagli sospendo il giudizio: i presupposti su cui si basa l'idea li condivido, l'idea in sé mi pare ancora fumosa e non troppo convincente al momento.


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Slegar
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Premesso che all'UCI interessano solamente i soldi, penso che quella news sia da affiancare a quella che l'ha preceduta:
https://www.tuttobiciweb.it/article/202 ... appartient

Lette assieme si parla di due attori, l'Eroica e l'UCI, ma la campana che si sente è solamente quella di Brocci.

Il calendario è già inflazionato, se proponiamo uno alternativo stiamo freschi. Molto meglio l'idea lanciata da qualcuno qui sul forum di inserire nelle gare ciclistiche della tappe "vintage" (visti i precedenti della testata non sarei sorpreso di un "furto di idee").


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Bomby
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Quel qualcuno ero io. Secondo me sarebbe più fattibile, anzi, sarebbe visto come un "evento".

Il mio dubbio sulla proposta di Brocci è la creazione di un circuito alternativo (tipo Hammer series) che non si fila nessuno (tipo Hammer series).


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Slegar
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Bomby ha scritto: giovedì 16 gennaio 2020, 12:33 Quel qualcuno ero io. Secondo me sarebbe più fattibile, anzi, sarebbe visto come un "evento".

Il mio dubbio sulla proposta di Brocci è la creazione di un circuito alternativo (tipo Hammer series) che non si fila nessuno (tipo Hammer series).
... e che vengono boicottate dall'UCI (tipo Hammer Series).

Comunque eccellente la TUA idea.


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cauz.
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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le partenze in notturna e i rifornimenti a terra mi sembrano robe folkloristiche, per il resto Brocci (come spesso gli capita) dietro alle provocazioni centra spesso il punto:
- occorre una regolamentazione più stringente dei mezzi, la cui evoluzione ha avuto un impatto esagerato sulle dinamiche di corsa;
- occorre ripensare i limiti chilometrici, che siano al passo col ciclismo meno selettivo di oggi;
- occorre una politica di tutela della salute e non di sola repressione.

bene così, avanti brocci e avanti coi "furti di idee". la cosa migliore che si possa fare con una buona idea è rubarla e copiarla.


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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Bomby ha scritto: giovedì 16 gennaio 2020, 12:33 Quel qualcuno ero io. Secondo me sarebbe più fattibile, anzi, sarebbe visto come un "evento".

Il mio dubbio sulla proposta di Brocci è la creazione di un circuito alternativo (tipo Hammer series) che non si fila nessuno (tipo Hammer series).
Concordo pienamente e secondo me è una gran bella idea!


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Trullo
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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I temi legati a rapporti, radioiine, elettronica , lunghezza tappe di GT e massa grassa sono da applicare alle prove esistenti del calendario internazionale. Credo che in questo senso usareper le bici la tecnologia disponibile nel 1980 (inserendo cose tipo peso minimo della bici, sviluppo minimo di un rapporto, ecc.) e le lunghezze tappe dei Tour di allora sia da un lato fattibile, e dall'altro sufficiente a tornare a un ciclismo più spettacolare


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Slegar
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Se queste sono proposte, le case si stanno già muovendo. La Specialized fornirà allo Schwalbe Classic Criterium di Adelaide, le bici in alluminio Allez Sport Sprint:
https://www.cyclingnews.com/news/bora-h ... own-under/

E' un'operazione commerciale, però estenderla alle gare ufficiali è fattibile. Praticamente quasi tutte le case hanno un modello entry level in alluminio o acciaio con cassette a sette velocità.


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Bomby
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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La mia idea era spiegata a partire da questo post viewtopic.php?f=2&t=9110&p=634041&hilit=Epoca#p634041

Qui riporto il primo intervento che feci.
Bomby ha scritto: martedì 22 ottobre 2019, 22:36 L'idea di base è riproporre, all'interno di un grande giro, una tappa storica, meglio se leggendaria: stessa partenza, percorso ed arrivo.
Fin qui, mi direte, è una idea carina ma non originalissima.
Negli ultimi anni per rendere più spettacolari le tappe si sono seguiti fondamentalmente 2 trend: tappe brevi e nervose (non sempre di nostro gradimento) oppure un ritorno all'antico, introducendo sterrati e con le proposte di abolire radio e ciclocomputer. Si suggerisce quindi di portare i ciclisti fuori dalla loro zona di comfort. Nel mondo del pedale, anche fra gli stessi professionisti, c'è un rinnovato interesse nei confronti delle biciclette d'epoca: l'eroica è un esempio scontato, anche un corridore del tour alla tappa di Parigi quest'anno si è presentato al via con una bici di qualche anno fa (non ricordo chi fosse). L'illuminazione me l'ha data Garzelli in una telecronaca questa primavera dove in uno dei suoi rari aneddoti ha raccontato di quando ha pensato di fare un'uscita con la bici con cui ha vinto il giro nel 2000, terminata chiedendosi come cacchio faceva ad andare in giro con un cancello del genere (non ha detto cancello, ma il senso era quello).
Perché non proporre la tappa storica ed imporre di correrla con una replica di una bici dell'epoca (inclusi rapporti e tutto il resto)? Pensate, una Merano-Aprica con bici e rapporti del '94, ma corsa dai corridori moderni. Anche solo una Sestriere 2005...
Ovviamente tappa e anno dovrebbero essere comunicati per tempo, per poter costruire le repliche delle bici d'epoca e fornirle ai ciclisti a inizio stagione, in modo che possano provarle ed allenarcivisi... Con bici d'epoca intendo bici che il fornitore attuale del team all'epoca forniva alla squadra professionistica che sponsorizzava, oppure per i costruttori che all'epoca non esistevano o che non sponsorizzavano squadre prof, una bici analoga a quella che un team medio poteva avere a disposizione a quel tempo.
Poi a lato delle biciclette si potrebbero aggiungere tante cosine, tipo abbigliamento fatto con tecniche e materiali d'epoca, grafiche tv identiche a quelle della tappa originale, grafica degli sponsor retrò, macchine d'epoca usate per la direzione di corsa, magari far intervenire in trasmissione i telecronisti o ancora meglio i protagonisti dell'epoca (se ancora viventi)...
Come tappe storiche non intendo solo tappe di montagna, anche tappe intermedie che sono rimaste nella storia anche per fatti extra-corsa, chessò, una Aquila 2010, la prima tappa vinta de Cipollini, Sappada '87, la crono di Verona '84 (mi immagino tutti con bici stile Moser...). Ma si potrebbe anche azzardare e andare più indietro, tipo la prima crono del giro, Ferrara-Bologna, o la prima cronoscalata al Terminillo... Oppure la Cuneo-Pinerolo '49 con le bici e i cambi del '49.
Voi capite che, se ci si mette d'accordo, anche tra organizzatori, nel definire un anno, si potrebbero riproporre a giro, tour e vuelta una tappa di quell'anno con le bici giuste che i produttori hanno preparato per tempo e che i ciclisti hanno usato almeno un po'.
E quindi si vedrebbero ciclisti che già conosciamo e amiamo in una situazione nuova. Maggiori interessi commerciali (bici e kit d'epoca, eventi riconoscibili, magari si attirano anche vecchi sponsor), rinnovato interesse per gli artigiani (faccio per dire, un produttore che nel '49 non esisteva, o progetta una bici d'epoca da 0 o si mette d'accordo con un artigiano storico che gli realizzi una replica), un nuovo evento mediatico, anzi, una nuova disciplina, un nuovo interesse atletico, magari certi corridori risaltano di più, come sui muri o sul pavè.


herbie
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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ovviamente, è solo una mia opinione: secondo me non serve a molto UNA SOLA tappa con i limiti di 30 anni fa.
Io metterei un limite al peso (sui 7,5 chili) delle bici, un limite ai rapporti (tipo il 39x26) e un limite alla massa grassa (tipo il 9%, e per riportarsi lì alcuni corridori dovrebbero sfondarsi di grassi per un paio di mesi, sai che soddisfazione.. :D ).
Chiaramente, sarebbe una specie di rivoluzione.e ci vorrebbe molto coraggio.


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Maìno della Spinetta
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Bomby ha scritto: giovedì 16 gennaio 2020, 17:44 La mia idea era spiegata a partire da questo post viewtopic.php?f=2&t=9110&p=634041&hilit=Epoca#p634041

Qui riporto il primo intervento che feci.
Bomby ha scritto: martedì 22 ottobre 2019, 22:36 L'idea di base è riproporre, all'interno di un grande giro, una tappa storica, meglio se leggendaria: stessa partenza, percorso ed arrivo.
Fin qui, mi direte, è una idea carina ma non originalissima.
Negli ultimi anni per rendere più spettacolari le tappe si sono seguiti fondamentalmente 2 trend: tappe brevi e nervose (non sempre di nostro gradimento) oppure un ritorno all'antico, introducendo sterrati e con le proposte di abolire radio e ciclocomputer. Si suggerisce quindi di portare i ciclisti fuori dalla loro zona di comfort. Nel mondo del pedale, anche fra gli stessi professionisti, c'è un rinnovato interesse nei confronti delle biciclette d'epoca: l'eroica è un esempio scontato, anche un corridore del tour alla tappa di Parigi quest'anno si è presentato al via con una bici di qualche anno fa (non ricordo chi fosse). L'illuminazione me l'ha data Garzelli in una telecronaca questa primavera dove in uno dei suoi rari aneddoti ha raccontato di quando ha pensato di fare un'uscita con la bici con cui ha vinto il giro nel 2000, terminata chiedendosi come cacchio faceva ad andare in giro con un cancello del genere (non ha detto cancello, ma il senso era quello).
Perché non proporre la tappa storica ed imporre di correrla con una replica di una bici dell'epoca (inclusi rapporti e tutto il resto)? Pensate, una Merano-Aprica con bici e rapporti del '94, ma corsa dai corridori moderni. Anche solo una Sestriere 2005...
Ovviamente tappa e anno dovrebbero essere comunicati per tempo, per poter costruire le repliche delle bici d'epoca e fornirle ai ciclisti a inizio stagione, in modo che possano provarle ed allenarcivisi... Con bici d'epoca intendo bici che il fornitore attuale del team all'epoca forniva alla squadra professionistica che sponsorizzava, oppure per i costruttori che all'epoca non esistevano o che non sponsorizzavano squadre prof, una bici analoga a quella che un team medio poteva avere a disposizione a quel tempo.
Poi a lato delle biciclette si potrebbero aggiungere tante cosine, tipo abbigliamento fatto con tecniche e materiali d'epoca, grafiche tv identiche a quelle della tappa originale, grafica degli sponsor retrò, macchine d'epoca usate per la direzione di corsa, magari far intervenire in trasmissione i telecronisti o ancora meglio i protagonisti dell'epoca (se ancora viventi)...
Come tappe storiche non intendo solo tappe di montagna, anche tappe intermedie che sono rimaste nella storia anche per fatti extra-corsa, chessò, una Aquila 2010, la prima tappa vinta de Cipollini, Sappada '87, la crono di Verona '84 (mi immagino tutti con bici stile Moser...). Ma si potrebbe anche azzardare e andare più indietro, tipo la prima crono del giro, Ferrara-Bologna, o la prima cronoscalata al Terminillo... Oppure la Cuneo-Pinerolo '49 con le bici e i cambi del '49.
Voi capite che, se ci si mette d'accordo, anche tra organizzatori, nel definire un anno, si potrebbero riproporre a giro, tour e vuelta una tappa di quell'anno con le bici giuste che i produttori hanno preparato per tempo e che i ciclisti hanno usato almeno un po'.
E quindi si vedrebbero ciclisti che già conosciamo e amiamo in una situazione nuova. Maggiori interessi commerciali (bici e kit d'epoca, eventi riconoscibili, magari si attirano anche vecchi sponsor), rinnovato interesse per gli artigiani (faccio per dire, un produttore che nel '49 non esisteva, o progetta una bici d'epoca da 0 o si mette d'accordo con un artigiano storico che gli realizzi una replica), un nuovo evento mediatico, anzi, una nuova disciplina, un nuovo interesse atletico, magari certi corridori risaltano di più, come sui muri o sul pavè.
Purtroppo il Gavia lo hanno asfaltato. Credo nel 1996 l'ultimo passaggio sterrato, prima volta dopo l'88, se no avevamo ancora il nostro passo eroico


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Winter
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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herbie ha scritto: venerdì 17 gennaio 2020, 0:02 ovviamente, è solo una mia opinione: secondo me non serve a molto UNA SOLA tappa con i limiti di 30 anni fa.
Io metterei un limite al peso (sui 7,5 chili) delle bici, un limite ai rapporti (tipo il 39x26) e un limite alla massa grassa (tipo il 9%, e per riportarsi lì alcuni corridori dovrebbero sfondarsi di grassi per un paio di mesi, sai che soddisfazione.. :D ).
Chiaramente, sarebbe una specie di rivoluzione.e ci vorrebbe molto coraggio.
:clap: :clap:


marco_graz
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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herbie ha scritto: venerdì 17 gennaio 2020, 0:02 ovviamente, è solo una mia opinione: secondo me non serve a molto UNA SOLA tappa con i limiti di 30 anni fa.
Io metterei un limite al peso (sui 7,5 chili) delle bici, un limite ai rapporti (tipo il 39x26) e un limite alla massa grassa (tipo il 9%, e per riportarsi lì alcuni corridori dovrebbero sfondarsi di grassi per un paio di mesi, sai che soddisfazione.. :D ).
Chiaramente, sarebbe una specie di rivoluzione.e ci vorrebbe molto coraggio.
Si ci devono essere altri fattori come detto anche da Bracci, ma il 9% per la massa grassa e' troppo, io a 6 (sotto il quale non sono mai sceso :diavoletto: , forse a 5.5) stavo benissimo e non ero troppo magro ma magro il giusto. Solo che questo limite dovrebbe esistere per il ciclismo tutto non solo per queste corse eroiche.

Ma piu' che un circuito alternativo dovrebbero essere le corse attuali ad includere tappe del genere o a cambiare totalmente impostazione, per dire la Strade Bianche si presta benissimo a questo tipo di gara, e' anche piu' corta di altre classiche


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Beppugrillo
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Non capisco questa cosa della massa grassa. Se sotto un limite è pericoloso lo vieti per il ciclismo, non per il ciclismo "eroico". Se il problema è solo che "fanno quasi paura" Brocci se ne faccia una ragione perché dividere il ciclismo per categorie di peso non ha alcun senso a meno che lo scopo non sia trasformarlo da sport a fenomeno da baraccone.
Sul resto, vorrei capire qual è l'idea di business. Il ciclismo oggi si regge in buona parte sugli sponsor "tecnici", che siano produttori di telai, di ruote, di componentistica, di alimentazione o di quello che volete. Questi praticamente sarebbero esclusi, perché magari Trek ti fa pure la bici limitata in alluminio, ma a chi la vende? Ai 2-3 appassionati che la usano 5 volte l'anno? Ha interesse a mandare i suoi corridori a fare delle corse con quella bici? Il primo anno magari sì, il secondo già hanno finito.
Anche il pubblico non capisco quale sarebbe. A noi già fortemente appassionati piacerebbe sicuramente. Gli altri? Magari all'inizio fa un po' di pubblico per l'aspetto folkloristico ma poi basta. Chi non segue il ciclismo non lo segue perché le gare sono troppo corte e i corridori vanno troppo forte?
Da uno sport così ossessionato dalla sua storia com'è il ciclismo ti aspetti che provi a tornare indietro invece di andare avanti, ma per me non ha senso


herbie
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Beppugrillo ha scritto: venerdì 17 gennaio 2020, 14:09 Non capisco questa cosa della massa grassa. Se sotto un limite è pericoloso lo vieti per il ciclismo, non per il ciclismo "eroico". Se il problema è solo che "fanno quasi paura" Brocci se ne faccia una ragione perché dividere il ciclismo per categorie di peso non ha alcun senso a meno che lo scopo non sia trasformarle in un fenomeno da baraccone.
è difficile stabilire QUANTO sia pericoloso avere massa grassa sotto un certo limite. Alcuni corridori a occhio stanno, come si diceva sopra, sul 5%. Poi dipende dal sistema immunitario ed endocrino di ciascuno. Non ci si espone a grandi rischi, chiaramente, ma indebolimento fisico generale e anoressia-bulimia sono dietro l'angolo in ogni caso.
Beppugrillo ha scritto: venerdì 17 gennaio 2020, 14:09 magari Trek ti fa pure la bici limitata in alluminio, ma a chi la vende? Ai 2-3 appassionati che la usano 5 volte l'anno? Ha interesse a mandare i suoi corridori a fare delle corse con quella bici? Il primo anno magari sì, il secondo già hanno finito.
che c'entra? non mi pare che gli amatori agonisti (il vero mercato che genera guadagno, quelli che cambiano la bici ogni massimo due anni e sotto i 7-8000 euro difficilmente scendono perchè altrimenti non si sentirebbero competitivi) comprino le bici perchè le usano i prof. Manco le guardano le gare dei prof. Anzi in genere hanno bici più esasperate e in generale meno sicure...
Beppugrillo ha scritto: venerdì 17 gennaio 2020, 14:09 . Chi non segue il ciclismo non lo segue perché le gare sono troppo corte e i corridori vanno troppo forte?
chi non segue il ciclismo, pur amando lo sport, non lo segue per i seguenti due motivi, molto semplificati:
1) tanto sono tutti dopati;
2)quasi sempre anche quando c'è tanta salita ci si addormenta. E queste è proprio quello a cui ha portato la semplificazione dei percorsi dovuta al peso sempre più basso, e ai rapporti sempre più corti. Salite che erano selettive anche solo 30 anni fa oggi vengono affrontate in gruppo. Questo è il punto di cui si discuteva...


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Beppugrillo
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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No mi sembra del tutto illogico. Se tu imponi il rapportone da inseguimento individuale (esagero, ma non è che vanno su leggeri adesso...) a tutti non stai dando un'arma ai migliori ma stai togliendo una difesa agli altri. Cioè non aumentano gli attacchi ma aumentano i distacchi ed è logico pensare che se aumentano i distacchi gli attacchi diminuiscono. Al massimo si può pensare che verrebbero delle tappe più frammentate con distacchi già lontano dal traguardo ma questo è divertente se poi possono cambiare i rapporti di forza e ultimamente questo non succede quasi mai (quando succede vediamo tappe epiche come Bardonecchia, senza dover forzare i rapporti)


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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Beppugrillo ha scritto: domenica 19 gennaio 2020, 17:03 No mi sembra del tutto illogico. Se tu imponi il rapportone da inseguimento individuale (esagero, ma non è che vanno su leggeri adesso...) a tutti non stai dando un'arma ai migliori ma stai togliendo una difesa agli altri. Cioè non aumentano gli attacchi ma aumentano i distacchi ed è logico pensare che se aumentano i distacchi gli attacchi diminuiscono. Al massimo si può pensare che verrebbero delle tappe più frammentate con distacchi già lontano dal traguardo ma questo è divertente se poi possono cambiare i rapporti di forza e ultimamente questo non succede quasi mai (quando succede vediamo tappe epiche come Bardonecchia, senza dover forzare i rapporti)
Appunto, si tratta di dividere il grano dal loglio. Il giro 2018 fu divertente perché fu massacrante, con corridori di classifica che saltavano per aria ad ogni tappa seria (Yates, Pinot, ecc.). Il ciclismo non è e non deve essere democratico: perché se sei meno forte di altri ti devi salvare nelle tappe che ti sono meno congeniali? Magari aiutando qualcuno dei tuoi avversari perché quello più avanti di te ha attaccato e tu vuoi riprendere una posizione che tanto perderai? Fuori, aria, sciò, attacca prima, vai in fuga, datti alle corse di una settimana, ma non rompere le scatole per la classifica generale nei grandi giri!
Le tappe più interessanti e divertenti sono proprio quelle dove un corridore che prima sembrava invincibile che salta per aria, e non salti per aria se in un giorno in cui non sei al top riesci a salvarti la gamba o se sei stato distaccato riesci a contenere i danni! È divertente forse quando i distacchi si contano in battiti d'ali di un colibrì o con le clessidre? Io preferisco le clessidre.


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Trullo
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Re: L'UCI interessata al ciclismo eroico professionale

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Se aumentano i distacchi, aumentano anche gli attacchi

Mi spiego. Tranne il caso in cui c'è un corridore che è più forte degli altri su tutti i terreni (Coppi, Merckx, Hinault, magari domani Evenepoel) le corse a tappe sono l'eterna sfida fra chi va forte in salita e chi va forte in pianura (Pantani vs Ullrich, Delgado vs Roche, Van Impe vs Zoetemelk). Se le corse a tappa sono fatte con il giusto chilometraggio a cronometro e con salite sufficientemente selettive, non c'è lo scattino ai -3 per vincere la tappa, ma il fugone per recuperare i minuti (come fece Froome due anni fa al Giro,e come una volta era la norma). Aggiugo poi che con queste premesse diventa interessante anche la tappa apparentemente interlocutoria se il corridore che parte battuto si lancia all'attacco dove meno te lo aspetti (CHiappucci Jalabert e Lemond all'attacco in una tappa di pianra, sotto il diuvio, al tour '92)


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