Storia
Re: Storia
Alessandro Barbero - La Comune di Parigi
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (VII)
Dopo la guerra, nell'opuscolo del '45 Dalla Costa sorvola sul primo bombardamento americano, che provocò (sembra) 230 morti e che spinse i politici italiani a chiedere lo status di città aperta.
La costante minimizzazione dei fatti non concorda nel modo più assoluto con i dati riportati su "La Nazione del popolo" dell'ottobre '44: circa 100 partigiani, 200 franchi tiratori e 300 civili senza colore. Quei 500 morti dovrebbero pesare sulla di lui coscienza (se ne avesse una), perché tutto sarebbe stato risparmiato se si fosse preso la briga di informare Alexander e quindi convincerlo ad aggirare la città!
Se un uomo perde di vista il valore di ogni vita, significa che la coscienza è soffocata da pregiudizi ideologici. Il Cardinale invece fa un'enorme differenza fra chi è ucciso da bombe buone e da pallottole cattive, ma d'altra parte da un seguace di Agostino di Ippona (che giustificava la guerra santa) che cosa si vuol pretendere?
P.S. Chi crede che la Chiesa abbia come principi basilari la sacralità della vita prende il più grosso degli abbagli possibili, perché la religione cattolica ha sempre avuto come imperativo categorico il mantenimento del potere e, se la vita può servire come buona propaganda ai giorni nostri, ben venga. Stesso discorso vale per la pace: la chiesa si rinnova (lo diceva anche Gaber) per mantenere i propri privilegi.
Dopo la guerra, nell'opuscolo del '45 Dalla Costa sorvola sul primo bombardamento americano, che provocò (sembra) 230 morti e che spinse i politici italiani a chiedere lo status di città aperta.
La costante minimizzazione dei fatti non concorda nel modo più assoluto con i dati riportati su "La Nazione del popolo" dell'ottobre '44: circa 100 partigiani, 200 franchi tiratori e 300 civili senza colore. Quei 500 morti dovrebbero pesare sulla di lui coscienza (se ne avesse una), perché tutto sarebbe stato risparmiato se si fosse preso la briga di informare Alexander e quindi convincerlo ad aggirare la città!
Se un uomo perde di vista il valore di ogni vita, significa che la coscienza è soffocata da pregiudizi ideologici. Il Cardinale invece fa un'enorme differenza fra chi è ucciso da bombe buone e da pallottole cattive, ma d'altra parte da un seguace di Agostino di Ippona (che giustificava la guerra santa) che cosa si vuol pretendere?
P.S. Chi crede che la Chiesa abbia come principi basilari la sacralità della vita prende il più grosso degli abbagli possibili, perché la religione cattolica ha sempre avuto come imperativo categorico il mantenimento del potere e, se la vita può servire come buona propaganda ai giorni nostri, ben venga. Stesso discorso vale per la pace: la chiesa si rinnova (lo diceva anche Gaber) per mantenere i propri privilegi.
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (VIII)
Se si escludono le alluvioni, Firenze ha subito negli ultimi cinque secoli soltanto due sconvolgimenti ed entrambi dovuti a tradimento di cittadini/ospiti: Nel 1530 fu il perugino Malatesta Baglioni, comprato dal Papa, ad aprile le porte al nemico e nel 1944 fu opera del vicentino Elia Dalla Costa, il quale tradì per interessi personali!
Prima di allora il gen. Alexander era sempre stato rispettoso delle città d'arte, ma con Firenze non fu così e di fatto permise alle truppe qualunque eccesso, nonostante che i tedeschi avessero proposto di risparmiare la città del giglio. La chiesa cattolica apostolica romana, da Costantino in poi ha sempre cercato di manipolare l'opinione pubblica, mettendo in primo piano i pochi "martiri" e valorosi della loro fede e anche in quel caso ha provato a santificare l'operato dell'Infame e magari ci sarà anche riuscita con buona parte dei fiorentini.
Ma se si guarda in faccia la realtà storica purtroppo il suo non intervento fu molto deleterio, con buona pace di coloro che sono morti, feriti, stuprati etc.
Se si escludono le alluvioni, Firenze ha subito negli ultimi cinque secoli soltanto due sconvolgimenti ed entrambi dovuti a tradimento di cittadini/ospiti: Nel 1530 fu il perugino Malatesta Baglioni, comprato dal Papa, ad aprile le porte al nemico e nel 1944 fu opera del vicentino Elia Dalla Costa, il quale tradì per interessi personali!
Prima di allora il gen. Alexander era sempre stato rispettoso delle città d'arte, ma con Firenze non fu così e di fatto permise alle truppe qualunque eccesso, nonostante che i tedeschi avessero proposto di risparmiare la città del giglio. La chiesa cattolica apostolica romana, da Costantino in poi ha sempre cercato di manipolare l'opinione pubblica, mettendo in primo piano i pochi "martiri" e valorosi della loro fede e anche in quel caso ha provato a santificare l'operato dell'Infame e magari ci sarà anche riuscita con buona parte dei fiorentini.
Ma se si guarda in faccia la realtà storica purtroppo il suo non intervento fu molto deleterio, con buona pace di coloro che sono morti, feriti, stuprati etc.
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (IX)
Possiamo dare uno sguardo al Dalla Costa uomo: il tipico cattolico d'antan, credere e pregare. Inflessibile nella dottrina, fece allontanare negli anni Cinquanta il primo prete-operaio (Don Bruno Borghi) e si deve sempre a lui l'esilio a Barbiana di Don Lorenzo Milani.
Qui il discorso si fa complicato, perché il Cattolicesimo non si può confondere con il Cristianesimo riformato, che ormai non può chiamarsi più religione, perché non c'è più nessuno deputato a scegliere con cura quel che deve designarsi sacro, cioè quel che è inerente al Dio e a ciò che gli sta avvinto, in particolare il rito, mentre tutto il resto rappresenta il mondo. Nella religione la forma è sostanza.
A questo proposito si deve sottolineare l'incoerenza assoluta del papa Francesco Primo che ha nominato beato il Nostro Cardinale e subito dopo è andato a pregare sulla tomba di Don LOrenzo Milani: esempio classico altresì di cerchiobottismo!
Possiamo dare uno sguardo al Dalla Costa uomo: il tipico cattolico d'antan, credere e pregare. Inflessibile nella dottrina, fece allontanare negli anni Cinquanta il primo prete-operaio (Don Bruno Borghi) e si deve sempre a lui l'esilio a Barbiana di Don Lorenzo Milani.
Qui il discorso si fa complicato, perché il Cattolicesimo non si può confondere con il Cristianesimo riformato, che ormai non può chiamarsi più religione, perché non c'è più nessuno deputato a scegliere con cura quel che deve designarsi sacro, cioè quel che è inerente al Dio e a ciò che gli sta avvinto, in particolare il rito, mentre tutto il resto rappresenta il mondo. Nella religione la forma è sostanza.
A questo proposito si deve sottolineare l'incoerenza assoluta del papa Francesco Primo che ha nominato beato il Nostro Cardinale e subito dopo è andato a pregare sulla tomba di Don LOrenzo Milani: esempio classico altresì di cerchiobottismo!
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (X)
Il Cardinale non volle consegnare la lettera ad Alexander nel timore di apparire, nel caso, filotedesco, perché, pur essendo l'offerta di Kesselring generosa, gli avrebbe anche dato cospicui vantaggi.
Firenze era sovrappopolata e gli costava un enorme sforzo quotidiano rifornirla di viveri, il ritiro sui monti gli avrebbe permesso di migliorare le difese, evitando combattimenti estenuanti e se gli Alleati non avessero rispettato i patti e usato Firenze a fini militari, avrebbe potuto denunciare la violazione a fini di propaganda.
Pertanto sarebbe stato logico per tutti salvare il centro storico, con il ritiro tedesco a Fiesole e i britannici che passavano sui due ponti estremi, ma il Cardinale si oppose (di fatto) a questa soluzione!
Il Cardinale non volle consegnare la lettera ad Alexander nel timore di apparire, nel caso, filotedesco, perché, pur essendo l'offerta di Kesselring generosa, gli avrebbe anche dato cospicui vantaggi.
Firenze era sovrappopolata e gli costava un enorme sforzo quotidiano rifornirla di viveri, il ritiro sui monti gli avrebbe permesso di migliorare le difese, evitando combattimenti estenuanti e se gli Alleati non avessero rispettato i patti e usato Firenze a fini militari, avrebbe potuto denunciare la violazione a fini di propaganda.
Pertanto sarebbe stato logico per tutti salvare il centro storico, con il ritiro tedesco a Fiesole e i britannici che passavano sui due ponti estremi, ma il Cardinale si oppose (di fatto) a questa soluzione!
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (XI)
W. Churchill fu molto obiettivo in questo caso e riconobbe che i tedeschi furono costretti a far saltare i ponti e ciò nonostante dovettero sacrificare più di 1500 uomini (fra paracadutisti e fanteria) per frenare l'assalto degli inglesi a sud della città. Ripeto, Churchill riconobbe che la responsabilità della distruzione dei ponti ricadeva su di loro e infatti scrive così: " L'VIII armata britannica bonificò l'area a sud dell'Arno e i neozelandesi, penetrando nelle difese spinsero i tedeschi a ripiegare attraverso Firenze"; costringendoli a distruggere i ponti alle loro spalle, salvo il Ponte Vecchio.
Se in questi 75 anni gli storici cattolici e laici non hanno mai citato le parole dello statista britannico, non è perché non le hanno lette, ma perché non volevano smentire il Cardinale. Prima la fedeltà alla linea politica dominante e solo poi ... la verità!
W. Churchill fu molto obiettivo in questo caso e riconobbe che i tedeschi furono costretti a far saltare i ponti e ciò nonostante dovettero sacrificare più di 1500 uomini (fra paracadutisti e fanteria) per frenare l'assalto degli inglesi a sud della città. Ripeto, Churchill riconobbe che la responsabilità della distruzione dei ponti ricadeva su di loro e infatti scrive così: " L'VIII armata britannica bonificò l'area a sud dell'Arno e i neozelandesi, penetrando nelle difese spinsero i tedeschi a ripiegare attraverso Firenze"; costringendoli a distruggere i ponti alle loro spalle, salvo il Ponte Vecchio.
Se in questi 75 anni gli storici cattolici e laici non hanno mai citato le parole dello statista britannico, non è perché non le hanno lette, ma perché non volevano smentire il Cardinale. Prima la fedeltà alla linea politica dominante e solo poi ... la verità!
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Re: Storia
Il Cardinale che tradì Firenze: Elia Dalla Costa 1943-45 di Paolo Paoletti (XII)
Nonostante tutte le infamie commesse, il Cardinale ha sempre goduto di buona stampa e il motivo è (forse) semplice: nessuno aveva esaminato il suo carteggio e quindi non poteva accorgersi di tutte le manipolazioni che il gRANDE pRELATO vi aveva apportato! Naturalmente non sono mancate le biografie (che sarebbe meglio chiamare agiografie), ma tutte hanno evitato il raffronto fra ciò che aveva scritto nel 1944 e quello che imnvece pubblicò l'anno dopo. Sta di fatto che che nel marzo 2016 il Nostro è stato elevato agli altari come beato e venerabile.
Nota del tutto mia: La cosa che mi stupisce non è il fatto in sé, perché santi e beati sono stati quasi tutti criminali, bensì che non ci avesse pensato prima il papa-boy(a) che è il primatista in fatto di tali "onorificenze". [Fine]
Nonostante tutte le infamie commesse, il Cardinale ha sempre goduto di buona stampa e il motivo è (forse) semplice: nessuno aveva esaminato il suo carteggio e quindi non poteva accorgersi di tutte le manipolazioni che il gRANDE pRELATO vi aveva apportato! Naturalmente non sono mancate le biografie (che sarebbe meglio chiamare agiografie), ma tutte hanno evitato il raffronto fra ciò che aveva scritto nel 1944 e quello che imnvece pubblicò l'anno dopo. Sta di fatto che che nel marzo 2016 il Nostro è stato elevato agli altari come beato e venerabile.
Nota del tutto mia: La cosa che mi stupisce non è il fatto in sé, perché santi e beati sono stati quasi tutti criminali, bensì che non ci avesse pensato prima il papa-boy(a) che è il primatista in fatto di tali "onorificenze". [Fine]
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Re: Storia
Gaetano Salvemini, raccontato da A. Barbero
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Re: Storia
Storia d'Italia
dall'avvento del Fascismo ai giorni nostri (il dopo Mussolini raccontato da Indro Montanelli)
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Re: Storia
Telmo Pievani e la storia del tempo profondo
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Re: Storia
Storia della religione, ovvero, perché i cristiani non "cattolici ortodossi" non possono definirsi tali, secondo Barbero e (anche secondo me)
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Re: Storia
A. Barbero su diversità, religione, democrazia ed altro.
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Re: Storia
Alessandro Barbero - Cause e dinamiche dello scoppio della 2° Guerra Mondiale (solo audio)
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Re: Storia
Interessante l'introduzione ironica di Barbero (intorno ai santi)
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- matteo.conz
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- Iscritto il: sabato 19 maggio 2012, 15:12
Re: Storia
Canale bellissimo, il tipo è un'enciclopedia
Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Re: Storia
Eva Cantarella - Raccontare il mondo classico
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Re: Storia
Eva Cantarella, Mauro Bonazzi: ULISSE/ LA SCOPERTA - I MITI FONDATORI
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- jerrydrake
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- Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 12:14
Re: Storia
In questa forma no di certo; sui contenuti singoli ti farò sapere, ma per il momento ti ringrazio.jerrydrake ha scritto: ↑domenica 15 marzo 2020, 11:41 Non so se questo link ai podcast di Alessandro Barbero era già stato postato:
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- jerrydrake
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- Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 12:14
Re: Storia
Quali mi consigli? Quello sul sesso nel medioevo è spettacolare!lemond ha scritto: ↑domenica 15 marzo 2020, 14:32In questa forma no di certo; sui contenuti singoli ti farò sapere, ma per il momento ti ringrazio.jerrydrake ha scritto: ↑domenica 15 marzo 2020, 11:41 Non so se questo link ai podcast di Alessandro Barbero era già stato postato:
Re: Storia
jerrydrake ha scritto: ↑lunedì 16 marzo 2020, 14:13Quali mi consigli? Quello sul sesso nel medioevo è spettacolare!lemond ha scritto: ↑domenica 15 marzo 2020, 14:32In questa forma no di certo; sui contenuti singoli ti farò sapere, ma per il momento ti ringrazio.jerrydrake ha scritto: ↑domenica 15 marzo 2020, 11:41 Non so se questo link ai podcast di Alessandro Barbero era già stato postato:
Li ò già ascoltati tutti, ma proprio codesto è quello che mi è parso meno interessante, insieme a gli orari del "manducare". Eccoti l'ultimojerrydrake ha scritto: ↑lunedì 16 marzo 2020, 14:13Quali mi consigli? Quello sul sesso nel medioevo è spettacolare!lemond ha scritto: ↑domenica 15 marzo 2020, 14:32In questa forma no di certo; sui contenuti singoli ti farò sapere, ma per il momento ti ringrazio.jerrydrake ha scritto: ↑domenica 15 marzo 2020, 11:41 Non so se questo link ai podcast di Alessandro Barbero era già stato postato:
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Re: Storia
SOCRATE✧ raccontato da Luciano Canfora - (Alle otto della sera)
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Re: Storia
Paolo Mieli su Sparta e Atene, interviene A. Barbero
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Re: Storia
SPARTA E ATENE❧ raccontato da Sergio Valzania (Alle 8 della sera)
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Re: Storia
ANDREA GIARDINA | IL "RAZZISMO" DEI ROMANI? | LEZIONI DI STORIA
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Luce sull'Archeologia - La fine del mondo antico: da Roma a Costantinopoli
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Storia
Per quel che mi riguarda, mi limito a consigliare l'intervento di Luciano Canfora
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Re: Storia
riprendo discussione che era stata iniziata in altro thread
Abraham Lincoln è stato uno dei migliori uomini politici di tutta l'era moderna, un uomo al di sopra del proprio partito e dei propri tempi, in grado elevarsi più in alto delle diatribe più basse, dei beceri interessi finanziari, e di vedere molto lontano, nonché di avere a cuore il bene della propria nazione e di aver individuato, con sorprendente chiaroveggenza, il futuro degli Stai Uniti (almeno fino al Secondo conflitto mondiale). Sicuramente il miglior Presidente che l'America abbia mai avuto.
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Abraham Lincoln è stato uno dei migliori uomini politici di tutta l'era moderna, un uomo al di sopra del proprio partito e dei propri tempi, in grado elevarsi più in alto delle diatribe più basse, dei beceri interessi finanziari, e di vedere molto lontano, nonché di avere a cuore il bene della propria nazione e di aver individuato, con sorprendente chiaroveggenza, il futuro degli Stai Uniti (almeno fino al Secondo conflitto mondiale). Sicuramente il miglior Presidente che l'America abbia mai avuto.
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Re: Storia
Abraham Lincoln è stato un grandissimo politico, con una chiarissima visione del futuro dell'America che votò se stesso e le sue idee alla causa unionista. Affermare, all'epoca, che il governo centrale dovesse prevalere sugli interessi dei singoli Stati non era affatto scontato dal punto di vista giuridico, né dal punto di vista del "sentire" dei singoli cittadini.Scattista ha scritto: ↑giovedì 2 aprile 2020, 16:51 riprendo discussione che era stata iniziata in altro thread
Abraham Lincoln è stato uno dei migliori uomini politici di tutta l'era moderna, un uomo al di sopra del proprio partito e dei propri tempi, in grado elevarsi più in alto delle diatribe più basse, dei beceri interessi finanziari, e di vedere molto lontano, nonché di avere a cuore il bene della propria nazione e di aver individuato, con sorprendente chiaroveggenza, il futuro degli Stai Uniti (almeno fino al Secondo conflitto mondiale). Sicuramente il miglior Presidente che l'America abbia mai avuto.
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Inutile guardare con gli occhi di oggi all'America degli anni 50 del XIX secolo, Lincoln divenne il leader di un partito neonato, quindi non concordo quando affermi che fu al di sopra del proprio partito, nel senso che fondamentalmente il Partito Repubblicano era lui.
Sicuramente un grandissimo presidente, ma non è così scontato (per gli storici) che sia stato il più grande. Esistono numerose classifiche storiche dei presidenti, il vecio Abraham è sempre tra i primi, sovente primo, ma se la gioca con George Washington e Franklin Delano Roosevelt (al quale andrebbe il mio voto).
La nostra "diatriba" non nasce, però, sul riconoscimento dell'immensa figura storica o sullo spessore politico di Lincoln, piuttosto sull'assenza di parole nella sua campagna elettorale. Ricordo bene Barack Obama lanciare la sua corsa davanti al Campidoglio si Springfield, vale a dire lì dove Lincoln, in occasione della nomination repubblicana, tenne il celeberrimo Discorso della Casa Divisa. Lincoln parlava e faceva campagne elettorali, la differenza rispetto alla gran parte dei politici di oggi sta nel fatto che diceva cose intelligenti e aveva visioni innovative.
Re: Storia
Che è stato il presidente americano (erano iniziati anche gli altri citati) che probabilmente raggiunse i più alti gradi massonici e appartenne alle logge più prestigiosejerrydrake ha scritto: ↑giovedì 2 aprile 2020, 18:13Abraham Lincoln è stato un grandissimo politico, con una chiarissima visione del futuro dell'America che votò se stesso e le sue idee alla causa unionista. Affermare, all'epoca, che il governo centrale dovesse prevalere sugli interessi dei singoli Stati non era affatto scontato dal punto di vista giuridico, né dal punto di vista del "sentire" dei singoli cittadini.Scattista ha scritto: ↑giovedì 2 aprile 2020, 16:51 riprendo discussione che era stata iniziata in altro thread
Abraham Lincoln è stato uno dei migliori uomini politici di tutta l'era moderna, un uomo al di sopra del proprio partito e dei propri tempi, in grado elevarsi più in alto delle diatribe più basse, dei beceri interessi finanziari, e di vedere molto lontano, nonché di avere a cuore il bene della propria nazione e di aver individuato, con sorprendente chiaroveggenza, il futuro degli Stai Uniti (almeno fino al Secondo conflitto mondiale). Sicuramente il miglior Presidente che l'America abbia mai avuto.
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Inutile guardare con gli occhi di oggi all'America degli anni 50 del XIX secolo, Lincoln divenne il leader di un partito neonato, quindi non concordo quando affermi che fu al di sopra del proprio partito, nel senso che fondamentalmente il Partito Repubblicano era lui.
Sicuramente un grandissimo presidente, ma non è così scontato (per gli storici) che sia stato il più grande. Esistono numerose classifiche storiche dei presidenti, il vecio Abraham è sempre tra i primi, sovente primo, ma se la gioca con George Washington e Franklin Delano Roosevelt (al quale andrebbe il mio voto).
La nostra "diatriba" non nasce, però, sul riconoscimento dell'immensa figura storica o sullo spessore politico di Lincoln, piuttosto sull'assenza di parole nella sua campagna elettorale. Ricordo bene Barack Obama lanciare la sua corsa davanti al Campidoglio si Springfield, vale a dire lì dove Lincoln, in occasione della nomination repubblicana, tenne il celeberrimo Discorso della Casa Divisa. Lincoln parlava e faceva campagne elettorali, la differenza rispetto alla gran parte dei politici di oggi sta nel fatto che diceva cose intelligenti e aveva visioni innovative.
Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
.·. Sic Semper Tyrannis .·.
Dove ... Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager. (P. Levi)
μολὼν λαβέ Spartans Are Here
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Re: Storia
Sbagli. Il discorso della Casa Divisa è del 1858, quando Lincoln era un perfetto sconosciuto.jerrydrake ha scritto: ↑giovedì 2 aprile 2020, 18:13Abraham Lincoln è stato un grandissimo politico, con una chiarissima visione del futuro dell'America che votò se stesso e le sue idee alla causa unionista. Affermare, all'epoca, che il governo centrale dovesse prevalere sugli interessi dei singoli Stati non era affatto scontato dal punto di vista giuridico, né dal punto di vista del "sentire" dei singoli cittadini.Scattista ha scritto: ↑giovedì 2 aprile 2020, 16:51 riprendo discussione che era stata iniziata in altro thread
Abraham Lincoln è stato uno dei migliori uomini politici di tutta l'era moderna, un uomo al di sopra del proprio partito e dei propri tempi, in grado elevarsi più in alto delle diatribe più basse, dei beceri interessi finanziari, e di vedere molto lontano, nonché di avere a cuore il bene della propria nazione e di aver individuato, con sorprendente chiaroveggenza, il futuro degli Stai Uniti (almeno fino al Secondo conflitto mondiale). Sicuramente il miglior Presidente che l'America abbia mai avuto.
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Inutile guardare con gli occhi di oggi all'America degli anni 50 del XIX secolo, Lincoln divenne il leader di un partito neonato, quindi non concordo quando affermi che fu al di sopra del proprio partito, nel senso che fondamentalmente il Partito Repubblicano era lui.
Sicuramente un grandissimo presidente, ma non è così scontato (per gli storici) che sia stato il più grande. Esistono numerose classifiche storiche dei presidenti, il vecio Abraham è sempre tra i primi, sovente primo, ma se la gioca con George Washington e Franklin Delano Roosevelt (al quale andrebbe il mio voto).
La nostra "diatriba" non nasce, però, sul riconoscimento dell'immensa figura storica o sullo spessore politico di Lincoln, piuttosto sull'assenza di parole nella sua campagna elettorale. Ricordo bene Barack Obama lanciare la sua corsa davanti al Campidoglio si Springfield, vale a dire lì dove Lincoln, in occasione della nomination repubblicana, tenne il celeberrimo Discorso della Casa Divisa. Lincoln parlava e faceva campagne elettorali, la differenza rispetto alla gran parte dei politici di oggi sta nel fatto che diceva cose intelligenti e aveva visioni innovative.
Lincoln fu designato candidato presidente, in modo rocambolesco, il 16 Maggio 1860, alla Convenzione Repubblicana di Chicago.
Durante la campagna elettorale mantenne un rigoroso silenzio, dicendo che aveva precisato il suo pensiero in altre occasioni e opuscoli scritti
Ovviamente lo fece anche per calcolo. Perché il neonato Partito Repubblicano era un mix degli interessi più disparati, e, parlando da candidato, Lincoln avrebbe accontentato alcuni e scontentato altri. Meglio lasciar parlare esponenti locali. E anche perché lui si sentiva e avrebbe poi intrapreso una politica "nazionale" (anche andando contro ai capitalisti del New England) mentre il suo partito era, al momento, solo un partito regionale. Quindi lui si sentiva al di sopra.
Mentre il Partito Democratico era ancora un partito nazionale.
Re: Storia
Lezioni di Storia (I VOLTI DEL POTERE) L'impero di Augusto - Andrea Giardina
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Re: Storia
Hai ragione, non ho specificato bene: nomination repubblicana per il posto al Senato come rappresentante dell'Illinois nelle elezioni di medio termine del 1858. A seguito della contestatissima sentenza della Corte Suprema Dred Scott v. Sandford, i Repubblicani decisero di opporre in Illinois, al grande leader democratico Stephen Arnold Douglas, l'astro nascente Abraham Lincoln. Non di certo un perfetto sconosciuto come lo definisci tu, visto che era stato eletto Deputato alla Camera (dello Stato non degli USA) ben 24 anni prima e Deputato nazionale nel '47. Lincoln perse le elezioni ma si rifece con gli interessi 2 anni dopo superando Douglas nella corsa alla Presidenza (grazie soprattutto alle spaccature interne tra democratici del sud e del nord che presentarono 2 diversi candidati).Scattista ha scritto: ↑venerdì 3 aprile 2020, 0:21Sbagli. Il discorso della Casa Divisa è del 1858, quando Lincoln era un perfetto sconosciuto.jerrydrake ha scritto: ↑giovedì 2 aprile 2020, 18:13
La nostra "diatriba" non nasce, però, sul riconoscimento dell'immensa figura storica o sullo spessore politico di Lincoln, piuttosto sull'assenza di parole nella sua campagna elettorale. Ricordo bene Barack Obama lanciare la sua corsa davanti al Campidoglio si Springfield, vale a dire lì dove Lincoln, in occasione della nomination repubblicana, tenne il celeberrimo Discorso della Casa Divisa. Lincoln parlava e faceva campagne elettorali, la differenza rispetto alla gran parte dei politici di oggi sta nel fatto che diceva cose intelligenti e aveva visioni innovative.
Lincoln fu designato candidato presidente, in modo rocambolesco, il 16 Maggio 1860, alla Convenzione Repubblicana di Chicago.
Durante la campagna elettorale mantenne un rigoroso silenzio, dicendo che aveva precisato il suo pensiero in altre occasioni e opuscoli scritti
Ovviamente lo fece anche per calcolo. Perché il neonato Partito Repubblicano era un mix degli interessi più disparati, e, parlando da candidato, Lincoln avrebbe accontentato alcuni e scontentato altri. Meglio lasciar parlare esponenti locali. E anche perché lui si sentiva e avrebbe poi intrapreso una politica "nazionale" (anche andando contro ai capitalisti del New England) mentre il suo partito era, al momento, solo un partito regionale. Quindi lui si sentiva al di sopra.
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Re: Storia
Giovanni Brizzi - Imperium: alle radici dell’impero
non solo storia, ma anche politica e religione.
non solo storia, ma anche politica e religione.
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Re: Storia
Perfetto sconosciuto a livello nazionale, cioé al di fuori dell'Illinoisjerrydrake ha scritto: ↑venerdì 3 aprile 2020, 15:55Hai ragione, non ho specificato bene: nomination repubblicana per il posto al Senato come rappresentante dell'Illinois nelle elezioni di medio termine del 1858. A seguito della contestatissima sentenza della Corte Suprema Dred Scott v. Sandford, i Repubblicani decisero di opporre in Illinois, al grande leader democratico Stephen Arnold Douglas, l'astro nascente Abraham Lincoln. Non di certo un perfetto sconosciuto come lo definisci tu, visto che era stato eletto Deputato alla Camera (dello Stato non degli USA) ben 24 anni prima e Deputato nazionale nel '47. Lincoln perse le elezioni ma si rifece con gli interessi 2 anni dopo superando Douglas nella corsa alla Presidenza (grazie soprattutto alle spaccature interne tra democratici del sud e del nord che presentarono 2 diversi candidati).Scattista ha scritto: ↑venerdì 3 aprile 2020, 0:21Sbagli. Il discorso della Casa Divisa è del 1858, quando Lincoln era un perfetto sconosciuto.jerrydrake ha scritto: ↑giovedì 2 aprile 2020, 18:13
La nostra "diatriba" non nasce, però, sul riconoscimento dell'immensa figura storica o sullo spessore politico di Lincoln, piuttosto sull'assenza di parole nella sua campagna elettorale. Ricordo bene Barack Obama lanciare la sua corsa davanti al Campidoglio si Springfield, vale a dire lì dove Lincoln, in occasione della nomination repubblicana, tenne il celeberrimo Discorso della Casa Divisa. Lincoln parlava e faceva campagne elettorali, la differenza rispetto alla gran parte dei politici di oggi sta nel fatto che diceva cose intelligenti e aveva visioni innovative.
Lincoln fu designato candidato presidente, in modo rocambolesco, il 16 Maggio 1860, alla Convenzione Repubblicana di Chicago.
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Ovviamente lo fece anche per calcolo. Perché il neonato Partito Repubblicano era un mix degli interessi più disparati, e, parlando da candidato, Lincoln avrebbe accontentato alcuni e scontentato altri. Meglio lasciar parlare esponenti locali. E anche perché lui si sentiva e avrebbe poi intrapreso una politica "nazionale" (anche andando contro ai capitalisti del New England) mentre il suo partito era, al momento, solo un partito regionale. Quindi lui si sentiva al di sopra.
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Re: Storia
SCIPIONE L'AFRICANO❧ L'EROE DIMENTICATO. Di Giovanni Brizzi
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Re: Storia
Luciano Canfora racconta Gaio Giulio Cesare
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Re: Storia
Solo Audio - La lezione (dimenticata) delle due guerre mondiali - Alessandro Barbero
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Re: Storia
Giovanni Filoramo: "Religione e politica nel cristianesimo di Costantino"
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Re: Storia
Anche su RAI Storia avevano fatto una puntata su Costantino con l'intervento di Barbero, molto ben fatta
Re: Storia
Certo Barbero è superiore per divertimento e per schiettezza. Da non perdere gli aneddoti sulle falsità di Eusebio di Cesarea (credo sia il più grande bugiardo di tutti i tempi) e sulla stupidità dell'imperatore, a detta del nipote Giuliano, etc.
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Re: Storia
Si, assolutamente il migliore Barbero
Re: Storia
Luciano Canfora: Tra le due abdicazioni del Bonaparte
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Re: Storia
Giovanna D'Arco - di Alessandro Barbero
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Re: Storia
Sarei davvero lieto di poter rispondere, perché la storia romana è la parte che più mi appassiona, però dovrei capire a che cosa ti riferisci.
Posso solo, per il momento, dirti che, secondo me:
Gaio Giulio è stato un genio universale
Cicerone un grande intellettuale, ma poco simpatico come uomo.
il Senato una plutocrazia, nella quale purtroppo avevano la meglio demagoghi reazionari, come i Catoni.
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Re: Storia
Sono d'accordo con te.lemond ha scritto: ↑venerdì 17 aprile 2020, 12:40Sarei davvero lieto di poter rispondere, perché la storia romana è la parte che più mi appassiona, però dovrei capire a che cosa ti riferisci.
Posso solo, per il momento, dirti che, secondo me:
Gaio Giulio è stato un genio universale
Cicerone un grande intellettuale, ma poco simpatico come uomo.
il Senato una plutocrazia, nella quale purtroppo avevano la meglio demagoghi reazionari, come i Catoni.
La mia domanda era un po' così in generale, nel dettaglio sulla loro idea della gestione dello Stato.
Re: Storia
Così in sintesi: Cesare aveva capito che la Roma dei suoi tempi non poteva essere governata come quella dei primordi, perché non era più una città. Il Senato, come ogni soggetto reazionario, pensava a tener stretto il potere e a cercare in ogni modo di conservare il "mos maiorum". Cicerone non è mai stato un politico, ma solo un "consigliori" e non ha mai saputo bene da che parte schierarsi e, in quanto "homo novus" soffriva di un complesso di inferiorità in generale ed enorme nei confronti del divo Iulio. Come consigliere dei "liberatori" fallì miseramente e mal gliene incolse, perché Ottaviano non lo protesse da Antonio, quando si arrivò al "redde rationem".pietro ha scritto: ↑venerdì 17 aprile 2020, 12:43Sono d'accordo con te.lemond ha scritto: ↑venerdì 17 aprile 2020, 12:40Sarei davvero lieto di poter rispondere, perché la storia romana è la parte che più mi appassiona, però dovrei capire a che cosa ti riferisci.
Posso solo, per il momento, dirti che, secondo me:
Gaio Giulio è stato un genio universale
Cicerone un grande intellettuale, ma poco simpatico come uomo.
il Senato una plutocrazia, nella quale purtroppo avevano la meglio demagoghi reazionari, come i Catoni.
La mia domanda era un po' così in generale, nel dettaglio sulla loro idea della gestione dello Stato.
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Re: Storia
Maximilien de Robespierre (1758-1794) - di Lucio Villari
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Re: Storia
Barbero e Cardini che rispondono a domande su Costantino e la presunta caduta dell'impero romano.
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