Cinematografo

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nemecsek.
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io me sto facendo na scorpacciata de koreani

ma andate su torrent o avete siti di streaming dove trovate tutta sta roba di nicchia?

uscite i link!

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matteo.conz
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nemecsek. ha scritto: giovedì 16 aprile 2020, 23:17 io me sto facendo na scorpacciata de koreani

ma andate su torrent o avete siti di streaming dove trovate tutta sta roba di nicchia?

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Io cb01.uno con VPN e torrent. Se avessi una connessione decente caricherei un bel po' di roba su Mega.


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Cthulhu
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Re: Cinematografo

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nemecsek. ha scritto: giovedì 16 aprile 2020, 23:17 io me sto facendo na scorpacciata de koreani

ma andate su torrent o avete siti di streaming dove trovate tutta sta roba di nicchia?

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io trovo tutti i torrent possibili e immaginabili qui. https://rutracker.net/forum/index.php.
Ti devi sbattere un po' traducendo la pagina per farti un account, ma è il paese del bengodi. C'è anche tutto di musica, qualsiasi genere.
E comunque se ti stai a ingozzare di coreani, questi sono gli antenati più famosi e osannati


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jerrydrake
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Cthulhu ha scritto: venerdì 17 aprile 2020, 1:31
nemecsek. ha scritto: giovedì 16 aprile 2020, 23:17 io me sto facendo na scorpacciata de koreani

ma andate su torrent o avete siti di streaming dove trovate tutta sta roba di nicchia?

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io trovo tutti i torrent possibili e immaginabili qui. https://rutracker.net/forum/index.php.
Ti devi sbattere un po' traducendo la pagina per farti un account, ma è il paese del bengodi.
Ma c'è anche roba in italiano? Io mi arrabatto tra corsari di vari colori


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jerrydrake ha scritto: venerdì 17 aprile 2020, 8:18
Cthulhu ha scritto: venerdì 17 aprile 2020, 1:31
nemecsek. ha scritto: giovedì 16 aprile 2020, 23:17 io me sto facendo na scorpacciata de koreani

ma andate su torrent o avete siti di streaming dove trovate tutta sta roba di nicchia?

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io trovo tutti i torrent possibili e immaginabili qui. https://rutracker.net/forum/index.php.
Ti devi sbattere un po' traducendo la pagina per farti un account, ma è il paese del bengodi.
Ma c'è anche roba in italiano? Io mi arrabatto tra corsari di vari colori
Di solito ci sono i sottotitoli in inglese.In italiano difficile, solo i film italiani. una volta entrati poi la ricerca la fai in caratteri latini e scegli. il problema è l'accesso, devi tradurre la pagina iniziale per sapere come fare


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nemecsek.
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grazie fighiuletti

housemaid era già in lista

Barking Dogs Never Bite introvabile in ita anche sottotitolato :boh:


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Re: Cinematografo

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nemecsek. ha scritto: venerdì 17 aprile 2020, 12:45 grazie fighiuletti

housemaid era già in lista

Barking Dogs Never Bite introvabile in ita anche sottotitolato :boh:
https://rutracker.net/forum/viewtopic.php?t=4656454
EDIT: non avevo capito lo cercavi sottotitolato in italiano. Mi sa ti devi arrangiare con l'inglese.


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Re: Cinematografo

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Allora i giapponesi...
Premetto che sarà una cosa lunghetta. Io parecchio tempo fa ero un'autorità in materia. Nella seconda metà degli anni 80 pensai bene di passare l'estate a Londra - in quell'epoca felice si poteva fare con pochi soldi: stavo in una casa occupata a Whitechapel, a 50 metri da dive Jack lo squartatore aveva sgozzato una delle sue vittime, i'abbonamento settimanale alla metro costava come una corsa singola oggi e per mangiare andavo alla mensa- gratuita - degli Hare Khrishna che sfornava manicaretti, anche se vegetariani. In pratica spendevo solo per le sbronze...capitò che proprio quell'estate fosse in programma al National Film Theatre una rassegna epocale di film giapponesi del periodo classico che durò più di due settimane. La maggior parte erano film che nessuno o quasi aveva visto in Europa. Io ero riuscito a procurarmi un accredito stampa e praticamente ci svernavo, guardando 5-6 film al giorno, ne avrò visti quasi 100. Quando tornai a casa scrissi 2-3 articoli su una rivista di fanatici e per un po' ci fu gente che mi telefonava da tutta Italia magari per sapere qualcosa su Yamanaka o per farsi raccontare i film di Naruse.

Per iniziare una considerazione generale: nel cinema giapponese classico i film rientravano piuttosto rigidamente in due categorie: quelli di genere Jidaigeki, ambientati fino al 1868, data della fine dello shogunato, della restaurazione del potere imperiale e dell'inizio dell'occidentalizzazione del Giappone, In pratica la fine del Medio Evo nipponico.insomma i film sui samurai e simili.
i film Gendaigeki di ambientazione contemporanea.
I Giapponesi nel passato hanno sempre preferito esportare i film jidaigeki, più spettacolari,più esotici e pieni di clichè da esportazione ( parliamoci chiaro, samurai, geishe, katane e harakiri sono come la mafia, l'opera, la pizza e gli spaghetti ) e quindi ritenuti più adatti a pubblico occidentale , convinti che la maggioranza delle pellicole gendaigeki fossero troppo giapponesi per piacere all'estero. Tanto che si stupirono molto quando gli occidentali dimostrarono di apprezzare Ozu.
In effetti i film gendaigeki hanno spesso caratteristiche particolari.Il giapponese ( si parla di quello di una volta, non globalizzato) ha una educazione che gli impedisce di esprimere le emozioni in maniera forte, qualsiasi reazione fuori dalle righe è negativa, perché rompe l'equilibrio generale.
Tutto questo si riflette nei film di ambientazione contemporanea. Ben difficilmente nelle pellicole gendaigeki succede qualcosa di particolare, i protagonisti sono gente comunemnon ci sono situazione eccezionali, momenti drammatici e in qualche modo risolutivi. Scordatevi i colpi di scena. Nessuno è veramente cattivo e nessuno è veramente buono. Vengono raccontate giornate normali di persone normali; ma, attenzione, non è che il dramma non ci sia, esiste, ma affiora poco a poco dalle situazioni, dai dialoghi. C'è sempre un certo pessimismo di fondo, mitigato dalla consapevolezza, a volte triste, a volte addirittura ilare, che la vita è così e bisogna accettarla. Mentre i film occidentali hanno di solito una conclusione ben definita i film gendaigeki finiscono perché devono finire, alla fine non è successo molto e anche se è successo qualcosa non si è molto più felici o più tristi di prima. Attenzione; spesso per questo genere di film si parla di shomingeki ( storie di gente comune ), ma non è una definizione corretta, è stata inventata da studiosi occidentali. Al limite i giapponesi per le storie che trattano di gente comune usano il termine shōshimin-eiga.
Poi vi volevo parlare della figura del benshi ovvero il narratore. All'epoca del cinema muto generalmente non c'erano sottotitoli o ce n'erano pochissimi, la storia veniva raccontata dal vivo nel cinema dal benshi, che parlava continuamente, descriveva anche le cose più ovvie, si inventava i dialoghi, faceva battute ,addirittura spiegava come funziona il proiettore ( il giapponese deve sapere tutto, si vergogna moltissimo se gli sfugge qualcosa di quello che viene proposto alla sua attenzione. Infatti sono geni della meccanica ),spesso e volentieri si inventava anche la trama. I benshi erano più popolari e pagati degli attori e fecero una resistenza feroce a tutte le innovazioni, sia all'uso creativo del montaggio che rendendo la narrazione più precisa rendeva inutili le loro divagazioni sia soprattutto - ovviamente- contro il sonoro. Tanto è vero che il primo film sonoro giapponese è del 1931 e fino al 1934-35 la maggior parte delle pellicole era muta.
Queste come considerazioni generali.
Ho preferito fare in questa maniera, così i prossimi post saranno più leggeri, con solo i registi e i film raccomandati senza perdere molto tempo a spiegare il contesto.
A presto.


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matteo.conz
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Re: Cinematografo

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Re: Cinematografo

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Su YouTube c'è una quantità sorprendente di film giapponesi, direi la maggior parte di quelli che citerò. Non metto link, basta fare una ricerca con il nome del regista. I titoli li scrivo in italiano anche quando non hanno avuto una distribuzione da noi, per non appesantire la lettura. E anche perché sono spesso emblematici e divertenti.
Il primo film giapponese di livello è Anime sulla strada (1921) di Minoru Murata, dramma angosciante di fame, miseria e gelo.
Il primo regista con dichiarate ambizioni artistiche è però Teinosuke Kinugasa, che con il capolavoro Una pagina di follia (1926) e Incroci (1928) si ispira al cinema espressionista tedesco.Poi proseguirà la carriera per altri 40 anni,senza più ritrovare quello stato di grazia
Daisuke Ito è il padre del jidaigeki, soprattutto con il film un diario dei viaggi di Chuji (1927), appena visto - manca la prima parte : bello, ma di interesse ormai più per gli studiosi per la presenza di clichè e convenzioni che saranno sviluppati in seguito, e con un film dal titolo meraviglioso - la spada assassina di uomini e sventratrice di cavalli (1929) di cui è rimasto solo un frammento.
All'epoca Mizoguchi e soprattutto Ozu era o già al lavoro, ma li affronteremo in seguito.
Impressionante il dramma sociale Cosa l'ha indotta a fare questo ? (1930) di Shigeyoshi Suzuki, di cui manca il finale, distrutto dalla censura americana nel dopoguerra:la sventurata protagonista, ospite di un gruppo di suore che non mostra alcuna pietà lanciava una bibbia contro un crocefisso, urlava ( in didascalia..) bugie,la la misericordia di Dio è una bugia, altrimenti avrebbe avuto misericordia di me, gli angeli sono una bugia, il paradiso è una bugia e dava fuoco a tutto.
Uno dei primi maestri dello shomingeki ( storie di gente comune- è un termine un po' scorretto, come ho già detto, ma lo userò visto che è molto diffuso ) è Yasujiro Shimazu, con il capolavoro La nostra vicina signorina Yae ( 1934) e Riunione di famiglia (1936)
Da non confondere con Hiroshi Shimizu, autore di squisita sensibilità , bravissimo a lavorare con i bambini, di cui consiglio Il signor grazie (1934), Bambini nel vento (1937) I massaggiatori e una donna (1940) - molto meno scabroso di quanto sembri, anche se i giapponesi per quanto riguarda il sesso hanno sempre avuto meno moralismi, ricordo un titolo degli anni 30 come esempio: gli strani effetti di un budino afrodisiaco - e i bambini dell'alveare (1948)
Splendido Umanità e palloni di carta (1937) di Sadao Yamanaka, che con delicatezza ibrida il film di samurai con l'attenzione ai problemi delle classi più povere. Purtroppo il regista è scomparso a soli 29 anni, privandoci di un talento che non sfigura con Ozu e Mizoguchi. Di lui da vedere anche la commedia il vaso da un milione di Ryo (1935).
Dell'apprezzato regista di commedie Mansaku Itami sono riuscito a vedere solo la curiosa coproduzione nippo-tedesca la figlia del samurai (1937), diretta insieme a Arnold Fanck. Poi i registi litigarono e ognuno fece la sua versione
La mentalità quieta, gentile, mai sopra le righe e pacatamente pessimista nipponica dell'epoca si vede anche nei film di propaganda nazionalista ,cosa per noi abbastanza contraddittoria. Cito i cinque esploratori (1938) di Tomotaka Tasaka e il cavallo (1941) di Kajiro Yamamoto, autore anche del famoso film di guerra la battaglia nel mare tra le Hawaii e la Malesia ( 1942) : le battaglie e i bombardamenti ricostruiti con i modellini sono così ben fatti che gli americani li presero per reali e li proiettarono per tali
Nell'anteguerra c'erano già grandi registi in attività che non ho citato: oltre a Ozu e Mizoguchi almeno Naruse e Gosho, ma visto che i loro migliori film sono nel dopoguerra rimando alla prossima puntata. Che tratterà di film un po' più famosi...


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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: giovedì 16 aprile 2020, 22:16
Admin ha scritto: giovedì 16 aprile 2020, 17:48
Colonna sonora da brividi, fondamentale per farsi entrare l'opera nelle vene. Senza che me li cerchi da me, mi sapete dire quali brani contiene?

Sono solo due pezzi per piano, violino, violoncello e percussione, Valuska e Oreg, ripetuti varie volte. Meravigliosi, vero ? Io poi ho una passione assoluta per il timbro del violoncello.
Ecco il link alla raccolta li contiene https://www.discogs.com/it/Mih%C3%A1ly- ... se/5874859
Grazie C. ;)


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Re: Cinematografo

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Il cinema giapponese nel dopoguerra e soprattutto negli anni 50 raggiunse vertici ineguagliabili: nessuna cinematografia al mondo ha mai prodotto così tanti grandi film in un decennio.
Parto subito con i grandissimi.
Yasujiro Ozu nell'anteguerra aveva prodotto una serie di splendidi film, sempre affrontando i semplici problemi della gente comune, ma con uno stile ancora relativamente convenzionale. Spesso si tratta di commedie dal tono più leggero dei film successivi. Racconto la trama dello splendido Sono nato ma ( 1932): due ragazzini si accorgono che il padre si comporta con il suo principale in maniera servile, facendo un po' da buffone di corte.
Se ne vergognano e lo prendono in giro.Il padre dice che nella vita bisogna pur mangiare.I ragazzini cominciano a rendersi conto che probabilmente dovranno fare lo stesso in futuro con il figlio del principale, loro amico, nonostante siano molto più bravi a scuola e lo battano a lotta quando vogliono.
Come piccola vendetta costringono il ragazzino ad dire che il loro padre è molto migliore del suo. Cosa che fa senza problemi, perché sono loro i capo-banda e quella è la regola. l'ultima scena mostra il padre dei ragazzi che continua a fare il buffone per il principale. Fine. Trovatemi un film occidentale del periodo con una storia così semplice, acuta, profonda e rivelatrice, il tutto raccontato con i tono lievi di una commedia quasi farsesca.
Ma è nel dopoguerra che Ozu trova il suo inconfondibile stile, fatto di storie familiari semplici, genitori che vanno a trovare i figli dalla campagna in citta e sono appena sopportati dagli indaffarati figli, padri che non sono contenti che la figlia si sposi, cose così, narrazione ellittica ( non succede mai nulla sullo schermo, solo gente che parla tranquillamente, nessun momento superficialmente drammatico, gli eventi - ad esempio un matrimonio - vengono solo raccontati, mai mostrati ), la macchina da presa immobile piazzata a pochi centimetri da terra e diretta sempre sulla persona che parla in un modo che fa sentire lo spettatore non come uno che osserva la scena ma uno che ne fa parte, le inquadrature vuote dove ci sono solo oggetti o panorami come raccordi etc. Sul suo stile sono state scritte migliaia di pagine, a mio parere senza mai riuscire a spiegare completamente la forza tranquilla dei suoi film, la sorta di illuminazione trascendentale che producono nello spettatore: la vita va accettata per quello che è, l'agitazione dell'uomo è senza costrutto, come smuovere l'acqua di un lago con una mano.Il famoso critico americano Roger Ebert ha detto : mi sembra che Ozu guardi i suoi film insieme a me invece di metterli sulla schermo per farmeli guardare. Per molti anni i giapponesi non avevano esportato i suoi film, ritenendo gli occidentali incapaci di capirli.
Si sbagliavano: Wim Wenders ha dichiarato " la cosa più simile al paradiso che conosco è il cinema di Ozu". Nell'ultima edizione ( 2012 ) del sondaggio decennale della rivista Sight and Sound sui più grandi film della storia del cinema ( ce ne sono tante di queste classifiche, ma questa è la più prestigiosa e "ufficiale", una specie di pallone d'oro, per intendersi ) una storia di Tokyo ( Tokyo Monogatari 1953 ) è terzo nelle scelte dei critici e primo in quelle dei registi.
Oltre i film già citati consiglio
Figlio Unico (1936), C'era un Padre (1942) Tarda Primavera (1949) Inizio di Primavera (1956) Crepuscolo di Tokyo (1957,il suo più cupo ) Fiore d'Equinozio (1958) Erbe Fluttuanti (1959) Tardo Autunno (1960) e il Sapore del Sake (1962). Ma vanno bene tutti...
Mi sono dilungato un po' troppo, ma Ozu è Ozu e magari c'è qualcuno che non ha mai visto i suoi film e volevo invogliarlo.

Kenji Mizoguchi è un po' più semplice da capire, il suo stile pittorico e sensuale le inquadrature e i piani sequenza in campo lungo che immergono i personaggi nel paesaggio, i ritmi lenti, la tremenda forza emozionale dei suoi film non hanno bisogno di troppe parole
E' impossible non venire travolti dalla bellezza di I Racconti della Luna Pallida d'Agosto (1953) o dalla tempesta emotiva dell'Intendente Sansho (1954)
Oltre a questi da vedere Elegia di Osaka e le Sorelle del Gion ( entrambi 1936), la Storia dell'Ultimo Crisantemo (1939) i 47 Ronin Ribelli (1941, la miglior versione della celebre storia) la Signorina Oyu (1951), ovviamente La Vita di Oharu (1952), Gli Amanti Crocifissi (1954) La Nuova Storia del Clan Taira (1955) e La Strada della Vergogna (1956).

Akira Kurosawa è il più noto dei tre, anche se forse sta mezzo gradino sotto gli altri due ( ma è come dire che uno scultore è mezzo gradino sotto Michelangelo o un drammaturgo è mezzo gradino sotto Shakespeare ). Il suo stile e i suoi temi sono più vicini alla sensibilità occidentale. Una comunicazione a due sensi: si è ispirato al cinema occidentale e lo ha ispirato, sia a livello stilistico si per i remake che sono stati fatti dai suoi film.
Rashomon (1950) e i Sette Samurai (1954) li hanno visti tutti, anche se del secondo consiglio la versione integrale di 3 ore e mezzo.
Da vedere assolutamente anche l'Angelo Ubriaco (1948) Cane Randagio (1949),Vivere (1952),Il trono di Sangue (1957- da Macbeth ), la Sfida del Samurai (1961, rifatto da Leone con Per un Pugno di Dollari ) Ran (1985 da Re Lear). Io poi amo l'ultimo suo film ,Madadayo (1993) ma è una cosa molto personale.

Prossimamente parlerò degli altri grandi del periodo d'oro giapponese, minori solo in paragone ai giganti.


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Un altro grande dell'epoca è Mikio Naruse, autore di drammi familiari senza speranza, dove i personaggi non hanno alcuna possibilità di sfuggire al loro triste destino. Diceva Naruse " se uno si agita poi finisce a sbattere contro un muro" e questo è il senso dei suoi film migliori, girati con una maestria e un minimalismo straordinari, anche se con uno stile meno rigoroso di quello di Ozu. Il suo tema principale è l'infelicità coniugale. Cito la commedia pre-bellica Moglie, sii simile a una rosa (1935) e i ben più cupi tardi capolavori Madre (1952), L'eco delle montagne (1954), Nubi Fluttuanti (1955), il Flusso e Crisantemi Tardivi ( entrambi 1956 )
Heinosuke Gosho, altro autore importantissimo, è un po' meno cupo, i suoi film malinconici hanno anche momenti umoristici, viene definito una specie di incrocio tra Chaplin e De Sica. Raccomando La Moglie del vicino e la mia (1931), primo film sonoro giapponese, il Fardello della Vita (1933) La dove si vedono i camini (1953), L'albergo di Osaka (1954) e Adolescenza (1955)
Keisuke Kinoshita sa essere sia comico e brillante che profondamente drammatico.Tra i suoi film, tutti di grande impatto, c'è il primo film a colori giapponese Carmen torna a casa (1951), commedia su una spogliarellista, il suo seguito Il puro amore di Carmen (1952) e i più drammatici Una Tragedia giapponese (1953), 24 occhi (1954), La Ballata di Narayama (1958) e Amore Immortale (1961).
Kazaburo Yoshimura, grande professionista, ha uno stile più eclettico e meno personale, da vedere Il ballo di casa Anjo (1947) e Una storia di Osaka (1957) film che doveva girare Mizoguchi prima della sua prematura scomparsa.
DI Hiroshi Inagaki molto belli l'Uomo del Risciò (1943), superiore al suo remake con Toshiro Mifune che ebbe un buon successo internazionale, e la trilogia del Samurai (1954-1956) sulla vita del leggendario spadaccino Musashi.
Di Shiro Toyoda consiglio Oche selvatiche (1953) e soprattutto Rapporti Coniugali (1955)
Il miglior film di Tamashi Imai, regista fortemente ideologizzato ( era membro del partito comunista ) è Acque Torbide (1953)
Kon Ichikawa è molto famoso per il dramma pacifista l'Arpa Birmana (1956) e per lo splendido documentario Le Olimpiadi di Tokyo (1965), anche se il suo film che preferisco è il dramma erotico la Chiave (1959). Altro che Tinto Brass che ne fece il remake..Poi Ichikawa ebbe un rapido declino, simboleggiato dalla tremenda coproduzione italiana Topo Gigio ( molto popolare in Giappone ) e la guerra del missile
Tomu Uchida, artista molto interessante rimasto fermo per anni per il suo coinvolgimento nella occupazione della Manciuria, ha girato tra gli altri Il Monte Fuji e la spada insanguinata (1955), Morte a Yoshiwara (1960) e un fuggitivo dal passato (1964).
Cito qui un piccolo gioiello dimenticato:Le montagne d'argento (1947) di Senkichi Taniguchi su sceneggiatura di Kurosawa,primo film di Toshiro Mifune.
Tra gli autori più commerciali Nobuo Nakagawa con i suoi horror Storia di fantasmi di Yotsuya nel Tokaido (1959) e Inferno (1960).
Poi c'è Ishiro Honda, regista dei due primi film di Godzilla, il primo del 1954 e Godzilla contro King Kong del 1962.
Impressionante l'opera di Masaki Kobayashi , soprattutto la trilogia la Condizione Umana ,nove ore abbondanti, ma su tre film: Nessun amore più grande ,il cammino verso l'eternità (entrambi del 1959) e la preghiera del soldato (1961) che segue la vita di un ingegnere dalla sua assegnazione a un campo di prigionia per cinesi in Manciuria alla morte per congelamento mentre tenta di sfuggire da un lager sovietico. Molto belli anche i film di samurai revisionisti Harakiri (1962 - il titolo originale è Seppuku, che è il vero nome del suicidio rituale, quello con l'assistente che poi ti mozza la testa per farti soffrire meno, harakiri è un termine molto più volgare e quasi mai usato in Giappone ) e L'ultimo samurai (1967) e il film di fantasmi Kwaidan (1964).
Chiaramente con gli anni 60, la contestazione, l'impegno politico, la liberazione sessuale è cambiato tutto, in Giappone come altrove. I nuovi registi hanno cominciato a proporre film che rifiutavano la tradizione, con un linguaggio volutamente provocatorio e soggetti sempre più scabrosi.
Sono opere molto interessanti, tra le quali autentiche gemme, ma devo dire che il mio cuore è per il cinema giapponese tradizionale: l'esercizio di epater le bourgeois alla fine risulta spesso un po' sterile e fine a se stesso. Ma questa è una opinione personale e ne riparleremo alla prossima puntata.
Che spero sia l'ultima, sto scrivendo un romanzo...


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I due Godzilla li ho visti anch’io, da ragazzino all’oratorio! :diavoletto:
Anzi, mi par di ricordare che Honda fosse uno dei registi che prendevamo in giro, insieme agli inglesi della Hammer Film, per la grossolanità degli effetti speciali, e per quella che ci sembrava una recitazione molto naïf. Magari sbagliavamo, sarebbe bello rivederli adesso.
OT: il primo Dracula però era di sicuro un film di grande tensione, tant’è che ricordo ancora delle scene (il fatto che molti fossero film di fine anni ‘50, e visto che la mia adolescenza si situa a cavallo del 1970, ci ricorda poi come la tenuta commerciale nelle sale, fino ad arrivare a quelle parrocchiali, fosse molto lunga).

Ovviamente ho visto diversi altri film giapponesi, da L’arpa birmana a quelli di Kurosawa, fino a Dersu Uzala, che Cthulhu non ha citato, immagino perché ormai decisamente troppo “occidentale”. Quasi tutti in televisione, tranne gli ultimi. All’università nisba, esisteva solo il cinema italiano... :boh:

Le moderne tecnologie ci consentono di fare un ripasso, anche se mi pare che, come per la musica, molti film riversati nei canali informatici siano spesso di bassa qualità visiva e sonora. :(


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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: sabato 18 aprile 2020, 23:40 Un altro grande dell'epoca è Mikio Naruse, autore di drammi familiari senza speranza, dove i personaggi non hanno alcuna possibilità di sfuggire al loro triste destino. Diceva Naruse " se uno si agita poi finisce a sbattere contro un muro" e questo è il senso dei suoi film migliori, girati con una maestria e un minimalismo straordinari, anche se con uno stile meno rigoroso di quello di Ozu. Il suo tema principale è l'infelicità coniugale. Cito la commedia pre-bellica Moglie, sii simile a una rosa (1935) e i ben più cupi tardi capolavori Madre (1952), L'eco delle montagne (1954), Nubi Fluttuanti (1955), il Flusso e Crisantemi Tardivi ( entrambi 1956 )
Heinosuke Gosho, altro autore importantissimo, è un po' meno cupo, i suoi film malinconici hanno anche momenti umoristici, viene definito una specie di incrocio tra Chaplin e De Sica. Raccomando La Moglie del vicino e la mia (1931), primo film sonoro giapponese, il Fardello della Vita (1933) La dove si vedono i camini (1953), L'albergo di Osaka (1954) e Adolescenza (1955)
Keisuke Kinoshita sa essere sia comico e brillante che profondamente drammatico.Tra i suoi film, tutti di grande impatto, c'è il primo film a colori giapponese Carmen torna a casa (1951), commedia su una spogliarellista, il suo seguito Il puro amore di Carmen (1952) e i più drammatici Una Tragedia giapponese (1953), 24 occhi (1954), La Ballata di Narayama (1958) e Amore Immortale (1961).
Kazaburo Yoshimura, grande professionista, ha uno stile più eclettico e meno personale, da vedere Il ballo di casa Anjo (1947) e Una storia di Osaka (1957) film che doveva girare Mizoguchi prima della sua prematura scomparsa.
DI Hiroshi Inagaki molto belli l'Uomo del Risciò (1943), superiore al suo remake con Toshiro Mifune che ebbe un buon successo internazionale, e la trilogia del Samurai (1954-1956) sulla vita del leggendario spadaccino Musashi.
Di Shiro Toyoda consiglio Oche selvatiche (1953) e soprattutto Rapporti Coniugali (1955)
Il miglior film di Tamashi Imai, regista fortemente ideologizzato ( era membro del partito comunista ) è Acque Torbide (1953)
Kon Ichikawa è molto famoso per il dramma pacifista l'Arpa Birmana (1956) e per lo splendido documentario Le Olimpiadi di Tokyo (1965), anche se il suo film che preferisco è il dramma erotico la Chiave (1959). Altro che Tinto Brass che ne fece il remake..Poi Ichikawa ebbe un rapido declino, simboleggiato dalla tremenda coproduzione italiana Topo Gigio ( molto popolare in Giappone ) e la guerra del missile
Tomu Uchida, artista molto interessante rimasto fermo per anni per il suo coinvolgimento nella occupazione della Manciuria, ha girato tra gli altri Il Monte Fuji e la spada insanguinata (1955), Morte a Yoshiwara (1960) e un fuggitivo dal passato (1964).
Cito qui un piccolo gioiello dimenticato:Le montagne d'argento (1947) di Senkichi Taniguchi su sceneggiatura di Kurosawa,primo film di Toshiro Mifune.
Tra gli autori più commerciali Nobuo Nakagawa con i suoi horror Storia di fantasmi di Yotsuya nel Tokaido (1959) e Inferno (1960).
Poi c'è Ishiro Honda, regista dei due primi film di Godzilla, il primo del 1954 e Godzilla contro King Kong del 1962.
Impressionante l'opera di Masaki Kobayashi , soprattutto la trilogia la Condizione Umana ,nove ore abbondanti, ma su tre film: Nessun amore più grande ,il cammino verso l'eternità (entrambi del 1959) e la preghiera del soldato (1961) che segue la vita di un ingegnere dalla sua assegnazione a un campo di prigionia per cinesi in Manciuria alla morte per congelamento mentre tenta di sfuggire da un lager sovietico. Molto belli anche i film di samurai revisionisti Harakiri (1962 - il titolo originale è Seppuku, che è il vero nome del suicidio rituale, quello con l'assistente che poi ti mozza la testa per farti soffrire meno, harakiri è un termine molto più volgare e quasi mai usato in Giappone ) e L'ultimo samurai (1967) e il film di fantasmi Kwaidan (1964).
Chiaramente con gli anni 60, la contestazione, l'impegno politico, la liberazione sessuale è cambiato tutto, in Giappone come altrove. I nuovi registi hanno cominciato a proporre film che rifiutavano la tradizione, con un linguaggio volutamente provocatorio e soggetti sempre più scabrosi.
Sono opere molto interessanti, tra le quali autentiche gemme, ma devo dire che il mio cuore è per il cinema giapponese tradizionale: l'esercizio di epater le bourgeois alla fine risulta spesso un po' sterile e fine a se stesso. Ma questa è una opinione personale e ne riparleremo alla prossima puntata.
Che spero sia l'ultima, sto scrivendo un romanzo...
grazie C interventi sempre interessanti

edit ho trovato alla fine Barking Dogs Never Bite, divertente, amaro, delicato... per una volta niente splatter...


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Cthulhu ha scritto: sabato 18 aprile 2020, 23:40
Chiaramente con gli anni 60, la contestazione, l'impegno politico, la liberazione sessuale è cambiato tutto, in Giappone come altrove. I nuovi registi hanno cominciato a proporre film che rifiutavano la tradizione, con un linguaggio volutamente provocatorio e soggetti sempre più scabrosi.
Sono opere molto interessanti, tra le quali autentiche gemme
se fra queste considererai Ano natsu ichiban shizukana umi di Kitano, riesumerò un vecchio aneddoto.... 8-)


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Cthulhu
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Re: Cinematografo

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Nagisa Oshima è sicuramente il più famoso dei registi venuti fuori negli anni 60. Più che i film con cui è diventato famoso in occidente ( l'impero dei sensi,Furyo ) consiglio i più radicali e sperimentali l'impiccagione (1968) e diario di un ladro di Shinjoku (1969), oltre al suo capolavoro La cerimonia (1971). Molto bello il più tardo Tabu-Gohatto (1999) sui rapporti omosessuali tra i samurai.
Kaneto Shindo è famoso per due opere interessanti dei primi anni 60: L'isola nuda (1960 ) e l'horror Onibaba (1964)
Altri film importanti del periodo sono l'eccellente La donna di sabbia di Hiroshi Teshigahara (1964), il più delicato Lei e Lui di Susumu Hani (1968) e il monumentale ( e pallosissimo ) apologo brechtiano Eros+Massacro di Yoshishige Yoshida (1969)
Altro autore importante è Shohei Imamura, dei suoi film consiglio Porci,Geishe e Samurai (1961),il suo capolavoro Cronache entomologiche del Giappone (1963- conosciuto anche come la donna insetto) e il remake de La ballata di Narayama (1983), anche se forse preferisco la versione di Kinoshita.
Masahiro Shinoda ha attualizzato la lezione di Mizoguchi in film come Doppio Suicidio ( 1969 ) e la Ballata di Orin (1977). Molto interessante anche Silenzio (1971) tratto dallo stesso romanzo da cui Scorsese ha girato l'omonimo film.
Come spesso succede film di genere magati girati al risparmio sono più validi di molte opere da sala d'essai.
In particolare Seijun Suzuki, autore di decine di film di genere Yakuza a basso costo, è straordinario. Da vedere almeno La giovinezza di una belva (1963),Barriera di carne (1964) Deriva a Tokyo (1966) e La farfalla nel mirino (1967).
Hideo Gosha ha diretto gli eccellenti jidaigeki tre samurai fuorilegge (1964) e Dove volano i corvi (1969) e lo Yakuza I Lupi (1971)
Yasuzu Masamura ha girato una lunga serie di film a basso costo che mischiano critica politica- spesso antimilitarista - alla sex exploitation.
Cito l'orrendamente titolato in italiano Nuda per un pugno d'eroi (1965- il titolo originale è Angelo Rosso ), la moglie di Seisaku (1965, dove una donna cava gli occhi al suo uomo per impedirgli di partecipare a una missione suicida ) e il macabro melodramma horror Bestia ceca (1969)
Il film di vendetta Lady Snowblood ( 1973) di Toshiya Fujita è stato ripetutamente citato da Tarantino in Kill Bill
Kinji Fukasaku, autore del più tardo e celebre Battle Royale (2000) prima aveva girato l'eccellente yakuza Lotta senza onore e umanità ( 1973).
Sesso, violenza e perversioni unite alla militanza politica di estrema sinistra sono i temi di Koji Wakamatsu, precursore di Sion Sono: impressionanti L'embrione caccia in segreto (1966),Angeli Violati (1967) e Su su seconda volta vergine (1969), ma dico la verità, li ho guardati per dovere, non sono my cup of tea, direbbero gli inglesi.
Molto divertente la commedia horror House (1977) di Nobuhiko Obayashi.
Per quanta riguarda gli horror più recenti c'è chi ne sa più di me.
Cito comunque i celebri Tetsuo (1989) di Shinya Matsumoto, Ring (1998 - l'originale ) di Hideo Nakata e Ju on Rancore (2002) di Takashi Shimizu.
L'autore più dotato del genere per me è Kiyoshi Kurosawa, autore di Cure (1997), Kairo( 2001) e Tokyo Sonata (2008)
Di Takashi Miike ho apprezzato ( distogliendo ogni tanto lo sguardo) Audition (1998) e Ichi the killer (2001). Il titolo di Sukiyaki western Django (2007) è più divertente del film.
Per Sion Sono, vedi Wakamatsu. Mi rendo conto che ha talento, ho visto il club dei suicidi (2001) e Guilty of romance (2011) ma per quanto riguarda quello che è considerato il suo capolavoro, Love Exposure (2008) beh, un film di quattro ore che ha come protagonisti tizi che si divertono a fotografare di nascosto le mutandine delle ragazze se lo guarderà qualcun altro...
Tornando a film più "rispettabili", per me i migliori di Takeshi Kitano sono Sonatine (1993) Hana-bi (1997) e Zatoichi (2003). Divertente lo pseudo-spaghetti ( o meglio ramen ) western culinario Tampopo (1985) di Juzo Itami. Cito anche Eureka (2000) di Shinji Aoyama e La foresta del lutto (2007) di Naomi Kawase ( l'unica donna, in questo in Giappone sono ancora indietro ).
Ma il più grande regista giapponese in circolazione è a mio parere nettamente Hirokazu Kore-eda, autore di una serie di splendidi drammi familiari che sono un po' un mix tra Ozu e Hou Hsiao-Hsien ( per me il più grande regista in attività) : Still Walking (2008), Tale padre tale figlio (2013), Little Sister (2015),Ritratto di famiglia con tempesta (2016) e Un affare di famiglia (2018).
Degli anime non so nulla, non mi sono mai interessato, conosco solo Miyazaki che è fantastico ( ho una passione per Porco Rosso) ma ne sapete di sicuro più di me.
Mi pare non ci sia altro...


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nemecsek. ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 13:29
Cthulhu ha scritto: sabato 18 aprile 2020, 23:40
Chiaramente con gli anni 60, la contestazione, l'impegno politico, la liberazione sessuale è cambiato tutto, in Giappone come altrove. I nuovi registi hanno cominciato a proporre film che rifiutavano la tradizione, con un linguaggio volutamente provocatorio e soggetti sempre più scabrosi.
Sono opere molto interessanti, tra le quali autentiche gemme
se fra queste considererai Ano natsu ichiban shizukana umi di Kitano, riesumerò un vecchio aneddoto.... 8-)
Quello sul surfista ? Beh, raccontacelo lo stesso l'aneddoto anche se non l'ho citato,


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Bitossi ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 11:28 I due Godzilla li ho visti anch’io, da ragazzino all’oratorio! :diavoletto:
Anzi, mi par di ricordare che Honda fosse uno dei registi che prendevamo in giro, insieme agli inglesi della Hammer Film, per la grossolanità degli effetti speciali, e per quella che ci sembrava una recitazione molto naïf. Magari sbagliavamo, sarebbe bello rivederli adesso.
OT: il primo Dracula però era di sicuro un film di grande tensione, tant’è che ricordo ancora delle scene (il fatto che molti fossero film di fine anni ‘50, e visto che la mia adolescenza si situa a cavallo del 1970, ci ricorda poi come la tenuta commerciale nelle sale, fino ad arrivare a quelle parrocchiali, fosse molto lunga).

Ovviamente ho visto diversi altri film giapponesi, da L’arpa birmana a quelli di Kurosawa, fino a Dersu Uzala, che Cthulhu non ha citato, immagino perché ormai decisamente troppo “occidentale”. Quasi tutti in televisione, tranne gli ultimi. All’università nisba, esisteva solo il cinema italiano... :boh:

Le moderne tecnologie ci consentono di fare un ripasso, anche se mi pare che, come per la musica, molti film riversati nei canali informatici siano spesso di bassa qualità visiva e sonora. :(
Dersu Uzala non l'ho citato perché ho dovuto fare una cernita e sono stato indeciso fino alla fine se metterlo. I film di Godzilla sono così come dici, è il suo bello...
Sulla qualità delle copie a volte non si può fare altrimenti, per cose dell'anteguerra non c'è di meglio nemmeno in pellicola. fortunatamente tanta roba è nel catalogo Criterion e loro sono una garanzia. Sul sito http://rarefilmm.com ci sono ad esempio dei Gosho e Naruse perfetti. I russi hanno messo tutto il cinema possibile e immaginabile e di ottima qualità da scaricare via torrent, è un po' faticoso all'inizio per via del cirillico ma una volta preso il via trovi qualsiasi cosa.


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Cthulhu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 17:22
Bitossi ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 11:28 I due Godzilla li ho visti anch’io, da ragazzino all’oratorio! :diavoletto:
Anzi, mi par di ricordare che Honda fosse uno dei registi che prendevamo in giro, insieme agli inglesi della Hammer Film, per la grossolanità degli effetti speciali, e per quella che ci sembrava una recitazione molto naïf. Magari sbagliavamo, sarebbe bello rivederli adesso.
OT: il primo Dracula però era di sicuro un film di grande tensione, tant’è che ricordo ancora delle scene (il fatto che molti fossero film di fine anni ‘50, e visto che la mia adolescenza si situa a cavallo del 1970, ci ricorda poi come la tenuta commerciale nelle sale, fino ad arrivare a quelle parrocchiali, fosse molto lunga).

Ovviamente ho visto diversi altri film giapponesi, da L’arpa birmana a quelli di Kurosawa, fino a Dersu Uzala, che Cthulhu non ha citato, immagino perché ormai decisamente troppo “occidentale”. Quasi tutti in televisione, tranne gli ultimi. All’università nisba, esisteva solo il cinema italiano... :boh:

Le moderne tecnologie ci consentono di fare un ripasso, anche se mi pare che, come per la musica, molti film riversati nei canali informatici siano spesso di bassa qualità visiva e sonora. :(
Dersu Uzala non l'ho citato perché ho dovuto fare una cernita e sono stato indeciso fino alla fine se metterlo. I film di Godzilla sono così come dici, è il suo bello...
Sulla qualità delle copie a volte non si può fare altrimenti, per cose dell'anteguerra non c'è di meglio nemmeno in pellicola. fortunatamente tanta roba è nel catalogo Criterion e loro sono una garanzia. Sul sito http://rarefilmm.com ci sono ad esempio dei Gosho e Naruse perfetti. I russi hanno messo tutto il cinema possibile e immaginabile e di ottima qualità da scaricare via torrent, è un po' faticoso all'inizio per via del cirillico ma una volta preso il via trovi qualsiasi cosa.
Grazie Cthu; fra l'altro ho una collega russa, da cui mi farò aiutare, evitando che la mafija mi cloni la carta di credito! :diavoletto:


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Cthulhu, dal momento che il cinema giapponese lo conosci a menadito faccio come quelli che entrano in un negozio di dischi e chiedono "quel pezzo che fa così" esibendosi in imitazioni assai personali. Chiedo perdono, ma tanti anni fa (diciamo almeno una quindicina) su RAI 3 diedero uno stupendo( almeno a me piacque moltissimo) film giapponese ambientato in Cina dopo che la guerra era finita (o stava finendo) che ha per protagonista un soldato che tenta solitariamente di tornare a casa tra abbandoni dei compagni e risentimento dei locali e alla fine (se ricordo bene) muore in un teribile paesaggio imbiancato dalla neve senza poter raggiungere la meta desiderata. E' possibile riuscire ad estrapolare di che film si tratti? Credo fosse una serie dedicata proprio ai grandi registi orientali.Grazie e perdonami per l' approssimazione.


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Alanford
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Il cinema giapponese mi ha sempre affascinato, naturalmente ho visto molti film di Ozu (il mio preferito) e Kurosawa, poche cose degli altri; ma non ho certo la conoscenza smisurata di Cthulhu, dovrò recuperare qualcosa. :)
Dei contemporanei amo Miyazaki e anche in me Porco Rosso ha lasciato il segno, ma ce ne sono due che mi hanno conquistato ancor di più, La città incantata e Il castello errante di Howl.
Un po' di anni fa, ho visto alcuni lavori di Yoji Yamada e ne sono rimasto incantato, nel suo stile di sicuro si è ispirato ad Ozu. Non raggiunge le vette del maestro, ma i suoi film li ho trovati delle piccole perle. Fra quelli che ho potuto vedere, spiccano Tokyo Family (2013), The Little House (2014) e la trilogia sui samurai, tra quest'ultimi il mio preferito è Il Crepuscolo del Samurai (2002). Sai qualcosa sulla sua filmografia antecedente al 2000? (di cui sono completamente all'oscuro).
Comunque Cthulhu, gran bel lavoro :clap:


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Admin ha scritto: mercoledì 8 aprile 2020, 10:24

L'altro giorno ho guardato The woman who left, di Lav Diaz. È un regista filippino uso a sforare le 4 ore (arrivando anche a 12) coi suoi film, in quest'occasione si è fermato a 3 e un po'. Buon film ma non entusiasmante a mio avviso. Fotografia iperrealista in bn, pareva Ciprì e Maresco.
Mi sentivo convinto nell'affrontare le quasi 4 ore filippine, ma questo post mi sta bloccando. Tolto Marco, che di cinema ci capisce ancor meno che di ciclismo :diavoletto: , qualcun altro ha visto The Woman Who Left?


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Gimbatbu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 20:25 Cthulhu, dal momento che il cinema giapponese lo conosci a menadito faccio come quelli che entrano in un negozio di dischi e chiedono "quel pezzo che fa così" esibendosi in imitazioni assai personali. Chiedo perdono, ma tanti anni fa (diciamo almeno una quindicina) su RAI 3 diedero uno stupendo( almeno a me piacque moltissimo) film giapponese ambientato in Cina dopo che la guerra era finita (o stava finendo) che ha per protagonista un soldato che tenta solitariamente di tornare a casa tra abbandoni dei compagni e risentimento dei locali e alla fine (se ricordo bene) muore in un teribile paesaggio imbiancato dalla neve senza poter raggiungere la meta desiderata. E' possibile riuscire ad estrapolare di che film si tratti? Credo fosse una serie dedicata proprio ai grandi registi orientali.Grazie e perdonami per l' approssimazione.
Sicuramente La preghiera del Soldato, terza parte della trilogia La Condizione Umana di Masaki Kobayashi. La cito in fondo alla penultima parte della mia pappardella. Hai ragione, è bellissimo, merita vederne tutte e tre le parti, in tutto sono più di nove ore, però.


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Alanford ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 20:43 Il cinema giapponese mi ha sempre affascinato, naturalmente ho visto molti film di Ozu (il mio preferito) e Kurosawa, poche cose degli altri; ma non ho certo la conoscenza smisurata di Cthulhu, dovrò recuperare qualcosa. :)
Dei contemporanei amo Miyazaki e anche in me Porco Rosso ha lasciato il segno, ma ce ne sono due che mi hanno conquistato ancor di più, La città incantata e Il castello errante di Howl.
Un po' di anni fa, ho visto alcuni lavori di Yoji Yamada e ne sono rimasto incantato, nel suo stile di sicuro si è ispirato ad Ozu. Non raggiunge le vette del maestro, ma i suoi film li ho trovati delle piccole perle. Fra quelli che ho potuto vedere, spiccano Tokyo Family (2013), The Little House (2014) e la trilogia sui samurai, tra quest'ultimi il mio preferito è Il Crepuscolo del Samurai (2002). Sai qualcosa sulla sua filmografia antecedente al 2000? (di cui sono completamente all'oscuro).
Comunque Cthulhu, gran bel lavoro :clap:
Yamada... :muro: :muro: :muro: Lo sapevo che qualcosa mi scordavo, eppure mi piace molto e l'avevo in lista. The Little house non 'ho visto, concordo sugli altri. Prima era famoso per una serie interminabile di commedie sotto il titolo collettivo " E' dura essere un uomo " con protagonista il popolarissimo personaggio di Tora-san, un ambulante sfigatissimo in amore. Io ne ho visti giusto un paio ( dice sono più di 40...) perché è difficile trovarli anche solo sottotitolati. Per il resto consiglio Una classe da ricordare (1993) ambientato in una scuola serale per adulti, molto ben fatto e commovente


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Comunque diciamo la verità: in un forum di calciofili si potrebbero fare i discorsi che facciamo qui e anche altrove ?


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Cthulhu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 22:19
Gimbatbu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 20:25 Cthulhu, dal momento che il cinema giapponese lo conosci a menadito faccio come quelli che entrano in un negozio di dischi e chiedono "quel pezzo che fa così" esibendosi in imitazioni assai personali. Chiedo perdono, ma tanti anni fa (diciamo almeno una quindicina) su RAI 3 diedero uno stupendo( almeno a me piacque moltissimo) film giapponese ambientato in Cina dopo che la guerra era finita (o stava finendo) che ha per protagonista un soldato che tenta solitariamente di tornare a casa tra abbandoni dei compagni e risentimento dei locali e alla fine (se ricordo bene) muore in un teribile paesaggio imbiancato dalla neve senza poter raggiungere la meta desiderata. E' possibile riuscire ad estrapolare di che film si tratti? Credo fosse una serie dedicata proprio ai grandi registi orientali.Grazie e perdonami per l' approssimazione.
Sicuramente La preghiera del Soldato, terza parte della trilogia La Condizione Umana di Masaki Kobayashi. La cito in fondo alla penultima parte della mia pappardella. Hai ragione, è bellissimo, merita vederne tutte e tre le parti, in tutto sono più di nove ore, però.
Grazie Cthulhu, mi era sfuggito il fatto che l' avessi menzionato in precedenza, complimenti per la preparazione e l' entusiasmo sincero che trasmetti in queste tue informazioni che ci dai. E' una spinta per ricordare o scoprire per la prima volta mondi e culture diversi dal nostro.


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Cthulhu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 22:57 Comunque diciamo la verità: in un forum di calciofili si potrebbero fare i discorsi che facciamo qui e anche altrove ?
Su questo non ci sono proprio dubbi... :clap: :clap: :cincin:


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Cthulhu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 22:57 Comunque diciamo la verità: in un forum di calciofili si potrebbero fare i discorsi che facciamo qui e anche altrove ?
Io non esagererei, perché l'amore per il calcio permea gran parte della popolazione e quindi uno può essere al contempo ... Io invece sono solo calciofilo e quindi non intervengo. :) :cincin:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Non mi ricordo chi l' ha detto, ma è una definizione azzeccata: Il calcio è la cosa più importante tra quelle meno importanti!


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lemond ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 9:31
Cthulhu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 22:57 Comunque diciamo la verità: in un forum di calciofili si potrebbero fare i discorsi che facciamo qui e anche altrove ?
Io non esagererei, perché l'amore per il calcio permea gran parte della popolazione e quindi uno può essere al contempo ... Io invece sono solo calciofilo e quindi non intervengo. :) :cincin:
Non dico di no. ma vacci un un forum di tifosi di calcio a parlare dei film di Bela Tarr o di antropologia evoluzionista...


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Cthulhu ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 14:16
lemond ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 9:31
Cthulhu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 22:57 Comunque diciamo la verità: in un forum di calciofili si potrebbero fare i discorsi che facciamo qui e anche altrove ?
Io non esagererei, perché l'amore per il calcio permea gran parte della popolazione e quindi uno può essere al contempo ... Io invece sono solo calciofilo e quindi non intervengo. :) :cincin:
Non dico di no. ma vacci un un forum di tifosi di calcio a parlare dei film di Bela Tarr o di antropologia evoluzionista...
In ogni forum (penso) ci saranno quelli che parlano di tante cose e i tifosi unidirezionali. Per il resto che mi potrebbero fare se cominciassi una discussione su Darwin? Su Bela Tarr non potrei, perché non so chi sia. ;) :cincin:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Cthulhu ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 14:16
lemond ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 9:31
Cthulhu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 22:57 Comunque diciamo la verità: in un forum di calciofili si potrebbero fare i discorsi che facciamo qui e anche altrove ?
Io non esagererei, perché l'amore per il calcio permea gran parte della popolazione e quindi uno può essere al contempo ... Io invece sono solo calciofilo e quindi non intervengo. :) :cincin:
Non dico di no. ma vacci un un forum di tifosi di calcio a parlare dei film di Bela Tarr o di antropologia evoluzionista...
:D

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Mircea Eliade l'ho scoperto su Toronews

Peraltro si dice che se non si vogliono incontrare tifosi gobbi a Torino basta infilarsi in una libreria. :diavoletto:


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Cthulhu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 17:11
nemecsek. ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 13:29
Cthulhu ha scritto: sabato 18 aprile 2020, 23:40
Chiaramente con gli anni 60, la contestazione, l'impegno politico, la liberazione sessuale è cambiato tutto, in Giappone come altrove. I nuovi registi hanno cominciato a proporre film che rifiutavano la tradizione, con un linguaggio volutamente provocatorio e soggetti sempre più scabrosi.
Sono opere molto interessanti, tra le quali autentiche gemme
se fra queste considererai Ano natsu ichiban shizukana umi di Kitano, riesumerò un vecchio aneddoto.... 8-)
Quello sul surfista ? Beh, raccontacelo lo stesso l'aneddoto anche se non l'ho citato,
Si, quello....
A ben pensarci non è poi così interessante l'aneddoto..
Piuttosto, anche se c'è molta carne al fuoco con i russi e i giapponesi, ora è la volta del cinema francese, n'est pas? :hippy:


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Ho appena finito di vedre il Pasto nudo di Cronenberg. Lo avevo visto circa 15 anni fa e non ci avevo capito molto. Questa volta è stata tutta un'altra cosa anche perchè conosco meglio la storia di Burroughs alias Od Bul Lee...film consgliatissimo! La scena delle macchine da scrivere e varie altre sono pazzesche! cè su prime, cb01,ecc


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matteo.conz ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 21:36 Ho appena finito di vedre il Pasto nudo di Cronenberg. Lo avevo visto circa 15 anni fa e non ci avevo capito molto. Questa volta è stata tutta un'altra cosa anche perchè conosco meglio la storia di Burroughs alias Od Bul Lee...film consgliatissimo! La scena delle macchine da scrivere e varie altre sono pazzesche! cè su prime, cb01,ecc
Quando ti permetti di maneggiare Ballard o Burroughs devi sapere il fatto tuo.
Del pasto ricordo che avevo sballato per una cravatta che portava Lee, avevo tediato un amico che lavorava nel settore per trovarne una simile... 8-)


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nemecsek. ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 22:11
matteo.conz ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 21:36 Ho appena finito di vedre il Pasto nudo di Cronenberg. Lo avevo visto circa 15 anni fa e non ci avevo capito molto. Questa volta è stata tutta un'altra cosa anche perchè conosco meglio la storia di Burroughs alias Od Bul Lee...film consgliatissimo! La scena delle macchine da scrivere e varie altre sono pazzesche! cè su prime, cb01,ecc
Quando ti permetti di maneggiare Ballard o Burroughs devi sapere il fatto tuo.
Del pasto ricordo che avevo sballato per una cravatta che portava Lee, avevo tediato un amico che lavorava nel settore per trovarne una simile... 8-)
La cravatta a forma di vulva? o forse ano? :diavoletto:
Comunque di sicuro Cronenberg sa il fatto suo altrochè!
Sul tema della fusione\interlelazione tra mentre corpo\umano con le mecchine\tecnologia, lo trovo superirore anche a Videodrome o Gli inseparabili. Eccezionale.
Ultima modifica di matteo.conz il lunedì 20 aprile 2020, 22:43, modificato 1 volta in totale.


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Re: Cinematografo

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matteo.conz ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 22:31

La cravatta a forma di vulva? o forse ano? :diavoletto:
Comunque di sicuro Cronenberg sa il fatto suo altrochè!
aveva delle greche se ben ricordo... malpensante....


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Re: Cinematografo

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nemecsek. ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 22:42
matteo.conz ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 22:31

La cravatta a forma di vulva? o forse ano? :diavoletto:
Comunque di sicuro Cronenberg sa il fatto suo altrochè!
aveva delle greche se ben ricordo... malpensante....
:diavoletto: :diavoletto: :diavoletto:
Gloria e vita alla nuova Carne! :diavoletto:


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Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
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Re: Cinematografo

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nemecsek. ha scritto: lunedì 20 aprile 2020, 17:56
Cthulhu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 17:11
nemecsek. ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 13:29

se fra queste considererai Ano natsu ichiban shizukana umi di Kitano, riesumerò un vecchio aneddoto.... 8-)
Quello sul surfista ? Beh, raccontacelo lo stesso l'aneddoto anche se non l'ho citato,
Si, quello....
A ben pensarci non è poi così interessante l'aneddoto..
Piuttosto, anche se c'è molta carne al fuoco con i russi e i giapponesi, ora è la volta del cinema francese, n'est pas? :hippy:
Eh, cacchio, ma quella è roba lunga...dovrei partire dall'uscita dalla fabbrica Lumiere a Lione.
Fra l'altro ho una mia opinione: tanto (non tutto) cinema francese è un po' sopravvalutato, visto che hanno avuto per decenni quasi il monopolio della critica cinematografica. E si sa quanto sono sciovinisti.
Magari mi limito a una lista di registi e di film da vedere senza fare una specie di storia.


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Re: Cinematografo

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Per tornare a un argomento da non cinefili, non so se Valeria Bruni Tedeschi è stata inserita fra gli attori-registi. Dico questo perché pochi giorni fa ho sopportato uno dei film più noiosi della mia vita cinematografica "Un castello in Italia!" :x


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: martedì 21 aprile 2020, 8:17
Fra l'altro ho una mia opinione: tanto (non tutto) cinema francese è un po' sopravvalutato, visto che hanno avuto per decenni quasi il monopolio della critica cinematografica. E si sa quanto sono sciovinisti.
Magari mi limito a una lista di registi e di film da vedere senza fare una specie di storia.
Vai con un sunto.
Le premesse per far innervosire admin ci sono... :diavoletto:


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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: martedì 21 aprile 2020, 8:17
Fra l'altro ho una mia opinione: tanto (non tutto) cinema francese è un po' sopravvalutato
Come ho già detto qualche post fa, per essermi dovuto sciroppare dosi industriali di Chabrol, Rohmer, Truffaut, Godard, Resnais ecc. non posso che essere d' accordo con te, a differenza della letteratura dove i francesi, almeno fino agli anni '50 non temono confronti.


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Re: Cinematografo

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Gimbatbu ha scritto: martedì 21 aprile 2020, 23:10
Cthulhu ha scritto: martedì 21 aprile 2020, 8:17
Fra l'altro ho una mia opinione: tanto (non tutto) cinema francese è un po' sopravvalutato
Come ho già detto qualche post fa, per essermi dovuto sciroppare dosi industriali di Chabrol, Rohmer, Truffaut, Godard, Resnais ecc. non posso che essere d' accordo con te, a differenza della letteratura dove i francesi, almeno fino agli anni '50 non temono confronti.
Speriamo che Cuth riesca a far innervosire admin in proposito... :diavoletto:
Ieri ho visto L'altro volto della speranza, del mio amato Aki
Ho trovato Lo specchio di Tarkovskj e ho pure imparato a scaricare e montare i sottotitoli :D


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Re: Cinematografo

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nemecsek. ha scritto: mercoledì 22 aprile 2020, 21:39
Gimbatbu ha scritto: martedì 21 aprile 2020, 23:10
Cthulhu ha scritto: martedì 21 aprile 2020, 8:17
Fra l'altro ho una mia opinione: tanto (non tutto) cinema francese è un po' sopravvalutato
Come ho già detto qualche post fa, per essermi dovuto sciroppare dosi industriali di Chabrol, Rohmer, Truffaut, Godard, Resnais ecc. non posso che essere d' accordo con te, a differenza della letteratura dove i francesi, almeno fino agli anni '50 non temono confronti.
Speriamo che Cuth riesca a far innervosire admin in proposito... :diavoletto:
Ieri ho visto L'altro volto della speranza, del mio amato Aki
Ho trovato Lo specchio di Tarkovskj e ho pure imparato a scaricare e montare i sottotitoli :D
a proposito di Aki..


Per quanto mi riguarda nel cinema francese ci sono solo cinque intoccabili. E solo uno è della Nouvelle vague. Ma non lo conosce quasi nessuno...


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Re: Cinematografo

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nemecsek. ha scritto: mercoledì 22 aprile 2020, 21:39
Ieri ho visto L'altro volto della speranza, del mio amato Aki
Anch'io amo Aki: bello ma non eccezionale L'altro volto della speranza. Per me i migliori di Kaurismäki sono Leningrad Cowboys Go America e L'uomo senza passato.


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Re: Cinematografo

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EMILIO GENTILE | UOMINI E CAPORALI, LA STORIA SECONDO TOTÒ



Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
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Re: Cinematografo

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jerrydrake ha scritto: giovedì 23 aprile 2020, 9:29
nemecsek. ha scritto: mercoledì 22 aprile 2020, 21:39
Ieri ho visto L'altro volto della speranza, del mio amato Aki
Anch'io amo Aki: bello ma non eccezionale L'altro volto della speranza. Per me i migliori di Kaurismäki sono Leningrad Cowboys Go America e L'uomo senza passato.
concordo. :)
Cthulhu ha scritto: giovedì 23 aprile 2020, 0:02

Per quanto mi riguarda nel cinema francese ci sono solo cinque intoccabili. E solo uno è della Nouvelle vague. Ma non lo conosce quasi nessuno...
devo dunque dedurre che Truffaut sia fuori dalla cinquina... qqua me innervosisco io... :diavoletto:
...e Melville non credo sia ascrivibile alla NV... o si? ... chissà se è nelle cinquina...


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Re: Cinematografo

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Scusate se mi intrometto.
Uno dei film che mi è piaciuto di più in assoluto è Les choristes. Magistrale


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
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