Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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nurseryman
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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GregLemond ha scritto: sabato 13 giugno 2020, 20:58 Questa cosa del Tour centrismo pero mi pare un po come il "caso starbucks".

Tutti a discutere del fatto che starbucks fa l espresso a 2,50... nessuno del perchè starbucks ci riesce e gli altri no.

Mi sbagliero (e se sbaglio correggetemi)... ma al tour Saronni non avrebbe mai vinto per dire... ma nemmeno Moser...
Ma anche Savoldelli o di Luca...

Esistono le categorie
condivido
pero il Falco e Di Luca Hanno vinto giri veri
al tempo di Moser e Saronni il giro era disegnato solo per loro
ricordo il primo giro vinto da Saronni in cui la salita più dura era boscochiesanuova :hammer: :hammer:
il tour ha guadagnato tanto appeal e considerazione internazionale in quegli anni e ora vive di rendita


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eliacodogno
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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cassius ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 21:26 Abbiamo avuto la Coppa del Mondo che metteva in un calderone le 5 Monumento (stacce, dicono a Roma) con corse degnissime (Zurigo, Amstel) e altre inventate per la bisogna o di tradizione scarsa. L'intento era buono, dare un senso alla continuità in una stagione, il risultato pessimo, vincitori appunto difficilmente rappresentativi. È stata archiviata.

Adesso qualche cazzata in divenire c'è. Il WT bulimico, secondo me è tra queste. Prima o poi correggeranno il tiro?
Nella cdm c'era anche la parigi tours assolutamente degna per me. Dopo la cdm ha perso molto ed è pure fuori dal wt (chissà perché? In un contesto bulimico, condivido).

Dimenticavo di ricordare , a onor del vero, che dal periodo dell'agosto di cdm parecchio più scoppiettante si è passati ad una vuelta più partecipata di 20 anni fa. Però ecco dovessi trovare spunti di miglioramento qualcosa per rivitalizzare l'estate credo si possa fare


Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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Primo86 ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 15:30
Bomby ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 11:58 Chi è appassionato di treni ricorda con piacere i treni della sua infanzia, treni che i più anziani di lui all'epoca schifavano con sdegno; entrambi si trovano concordi nel disdegnare i plasticoni che sono in giro oggi, ma anche i più anziani si ritrovano a rimpiangere i treni che una volta schifavano.
Ai cuccettisti dell'Intercity notte Milano - Siracusa non piace questo elemento.
Se dovessi scegliere ti dico metà anni 90, quando andavo a guardare i treni in stazione con il nonno. Più o meno quella è l'epoca d'oro dell'appassionato, quando si andava in stazione a guardare i treni. Da pendolare ti dico oggi, tutta la vita e nonostante tutti i problemi che ci sono.


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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È un discorso che si è fatto più volte: un ritorno alla cdm che sia davvero rappresentativa delle corse ad oggi più importanti (i 3 gt, le monumento, e le altre classiche, nuove o vecchie che fanno oggi palmarès, magari con un occhio alle corse di prestigio magari cadute un po'nel dimenticatoio) io lo vedrei di buon occhio. Con un buon amalgama di punteggi per garantire possibilità di vittoria a tutti e incoraggiare tutti a partecipare a molte corse del campionato. Non la ripeto per l'ennesima volta.


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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Winter ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 12:37
Mr. MM ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 9:40 Ho già risposto a questa obiezione.
Anche al Tour of Rwanda c'è un entusiasmo incredibile. Lo facciamo diventare WT?

Io non entro nel merito della bontà della corsa (c'è un'infinità di belle corse), ma sul fatto che sia inserita in un circuito di gare alla pari con la storia dello sport (sì, ho scritto che "fa schifo" e ammetto di aver creato un misunderstanding, diciamo che fa schifo vedere una corsa di preparazione di gennaio messa al pari - cioè nello stesso calderone - di Giro, Tour, Fiandre, etc ).
Be' ma se mi paragoni il tdu..a quello del Ruanda..
Se mi si mette come conditio sine qua non la partecipazione del pubblico, allora vale tutto.
Winter ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 12:37Kitzbuhel..è nel calendario di cdm come lake Louise
Ti sembrano uguali?
Quindi, secondo questo ragionamento, se in Siria c'è la guerra, facciamo la guerra anche in Italia?


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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giorgio ricci ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 17:39 La Freccia è una gara importante, per essere nell'olimpo era sufficiente non sfregiarla come han fatto negli anni 80.
In primis , dovrebbero aggiungerci i 50 km mancanti e poi mantenere il muro di huy ma non come arrivo.
Le strade bianche è una bella corsa ma non è, e non sarà per lungo trmpo livello delle grandi classiche . La Parigi Tours da è da valorizzare cosi come la Parigi Bruxelles che deve ritornare di 300 km. Sarebbe una cosa cosi scandalosa un un'unicum nel panorama del ciclismo ?
E perché non trovare un modo per riproporre la Bordeaux Parigi ? Spettacolo ormai desueto che sarebbe visto con curiosita e porrebbe eseere recepito come eroico, tanto quanto la Parigi Bruxelles.
Il Camoionato di Zurigo era una gara che dovrebbe essere messa nelle grandi classiche, invece è sparita.
Per quanto tempo dobbiamo ancora sentirci dire che San Sebastian, Amburgo e le corsette canadesi sono classiche ?
Le corse pregne di storia sono quelle citate sopra .
Quoto tutto, a parte sulla SB. E' già talmente apprezzata da squadre e corridori che ormai è almeno al livello di Gand-Amstel-Freccia, ma a mio modo di vedere anche di più.
Sul resto :clap:


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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cassius ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 19:32 La storia non si compra ma la storia non è tutto. Ci sono classiche che si sono molto appannate, a volte anche solo perchè l'organizzatore non ha sgomitato abbastanza per farla diventare WT (es. di prima, Parigi-Tours).
Vero, però ad esempio la Parigi-Tours venne tenuta fuori appositamente dal WT e da lì inizio il declino. La Parigi-Bruxelles più o meno idem. Basterebbe ravvivare i percorsi, dare la giusta importanza a scapito di robette ad oggi presenti nel WT e vedi come tornano importanti.

cassius ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 19:32 Il ciclismo cambia e il feticismo del chilometraggio viene sostituito da altre cose.
Storco il naso, perchè il fondo è proprio la base di questo sport...


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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giorgio ricci ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 22:04 San Sébastian é una corsa che ha avuto il merito di storicizzarsi nonostante la collocazione nel calendario.
Nasce comunque nel 1982 come corsa nazionale, o meglio basca, e ha goduto di una promozione con la coppa del mondo, in quanto si sentiva la necessità di inserire una prova in Spagna. Comunque i si può considerare una prova importante.
La coppa del mondo di Verbrugghe ha pero fatto danni enormi.
Quando è stata introdotta nell '89 mi aspettavo ad esempio che dentro ci fosse Francoforte, prova considerata importante, e invece hanno preferito inventarsi un altra improbabile gara In Germania. Non ho mai capito il motivo
Poi sono state vergognosamente degradate corse come Gand Wevelgem e Freccia per far posto ad una corsa in Inghilterra senza alcun appeal.
C'era bisogno di questa competizione quando c'era già la classifica mondiale a punti?
Volevano imitare lì sci, io dissi già nell'88 che questa classifica non avrebbe avuto ne futuro ne interesse. Infatti nonostante venisse spinta dai media ha perso appeal in pochi anni ed è sparita come un qualsiasi trofeo dello scalatore senza portare troppa gloria ai corridori.
Quotissimo, ed è più o meno la stessa cosa che contesto oggigiorno nel WT. Corse storiche tralasciate e corsette inventate che interessano pochi.
Resta il fatto che la Coppa del Mondo fosse comunque seguita con interesse.


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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Admin ha scritto: sabato 13 giugno 2020, 8:05 Giorgio, me la ricordo diversa la Coppa del Mondo, nel senso che l'interesse c'era eccome (al punto che capitava che al Lombardia si corresse sull'avversario di challenge piuttosto che per vincere la corsa), e la sua soppressione nel 2004 è stata considerata un mezzo delitto. Ti dirò di più: quando scrivevo sul Tempo, chiamavo il caposervizio e gli dicevo "c'è questa tal corsa, ci faccio un pezzo?", e lui "è Coppa del Mondo?";
"no", "ci facciamo una breve";
"sì", "ti do l'apertura".

In merito alla denominazione di monumento, a me piace così come anche Tripla Corona, altro recente ingresso nella tassonomia ciclistica. Al di là del fatto che viviamo nel 2020 e non nel 1960, per cui ci sta che le cose siano cambiate e ci si rapporti a quelle e non ai rapporti di forza e agli equilibri di 60 anni fa... nel calcio tra le squadre più blasonate tutti citano Juve, Inter e Milan e nessuno, da almeno 70 anni, la Pro Vercelli, ci sarà un motivo, no?
Sminuire oggi il simbolo "monumento" (di simbolo si tratta) sarebbe un po' come se nel 1931 qualcuno avesse detto "questa novità della maglia rosa è una schifezza, forse che Ganna valesse meno di Guerra sol perché non la vestiva?"; e io gli avrei risposto "forse era più forte Ganna, forse è più forte Guerra, ma la maglia rosa oggi c'è e 20 anni fa no, per cui viva Guerra in rosa, il cui dirlo non inficia in nulla il mio massimo rispetto per il ciclismo d'altri tempi!".

Voglio dire, che senso ha dire oggi che 60 anni fa la Parigi-Bruxelles era più importante della Liegi? Forse il ciclismo degli ultimi 60 anni, che ha infine prodotto l'attuale rapporto tra le due corse, non vale nulla, e dobbiamo valutare le cose solo col metro del 1960?

:cincin:
Beh, però se io mi invento un circuito di corse "importanti" e ne escludo volontariamente una per inserirci il TDU ( :bll: ) non è la stessa cosa.
E' come se ad un certo punto la Pro Vercelli, all'apice del successo, fosse stata retrocessa d'ufficio in serie D, per ripescare la Pro San Bonifacese United. Ma non è successo.


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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Admin ha scritto: sabato 13 giugno 2020, 12:43
Winter ha scritto: sabato 13 giugno 2020, 12:41
Admin ha scritto: sabato 13 giugno 2020, 8:05 In merito alla denominazione di monumento, a me piace così come anche Tripla Corona, altro recente ingresso nella tassonomia ciclistica. Al di là del fatto che viviamo nel 2020 e non nel 1960, per cui ci sta che le cose siano cambiate e ci si rapporti a quelle e non ai rapporti di forza e agli equilibri di 60 anni fa... nel calcio tra le squadre più blasonate tutti citano Juve, Inter e Milan e nessuno, da almeno 70 anni, la Pro Vercelli, ci sarà un motivo, no?
Sminuire oggi il simbolo "monumento" (di simbolo si tratta)
:cincin:
Ma esisteva già il termine classiche
Non bastava??
Monumento di che?

Idem triplice corona..copiata da ippica e baseball
Non bastava grandi giri?
Caro Fabio, se mi dici che mai in vita tua hai usato il termine "triplete" mi ritiro dalla conversazione. :bll:
Io uso treble :crazy:


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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giorgio ricci ha scritto: sabato 13 giugno 2020, 21:56 La Vuelta era una corsa minore con un percorso non da grande giro soprattutto negli anni 60 e 70
Che ora voglia diventare a livello di Tour e Giro ci sta, ma per me resta una corsa di secondo livello
La Vuelta ha fatto un percorso dal "basso", ha saputo costruirsi una certa credibilità, vuoi per le azioni di marketing di ASO, vuoi per il suo percorso particolare, vuoi per il posizionamento in stagione.
Non la vedo come imposta d'imperio come il TDU, le corse canadesi, le corse in Cina-Turchia, etc.

Questo è il nodo centrale del mio discorso.

Voglio dire: se un domani dovessero inventare una San Pietroburgo-Mosca (sì, lo so che sono 800km :hammer: , faccio per dire) hai due possibilità:
1. la imponi sin dalla sua prima edizione nel WT a scapito magari di qualche altra classica storica
2. attendi qualche anno, vedi che cresce l'interesse verso la corsa e poi la promuovi (faccio sempre il noioso, trito e ritrito esempio della SB, ma funziona)


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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eliacodogno ha scritto: domenica 14 giugno 2020, 22:52 Nella cdm c'era anche la parigi tours assolutamente degna per me. Dopo la cdm ha perso molto ed è pure fuori dal wt (chissà perché? In un contesto bulimico, condivido).
Mi sembra di aver capito che non si volessero inserire troppe corse francesi nel WT.


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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Mr. MM ha scritto: lunedì 15 giugno 2020, 10:15
Winter ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 12:37
Mr. MM ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 9:40 Ho già risposto a questa obiezione.
Anche al Tour of Rwanda c'è un entusiasmo incredibile. Lo facciamo diventare WT?

Io non entro nel merito della bontà della corsa (c'è un'infinità di belle corse), ma sul fatto che sia inserita in un circuito di gare alla pari con la storia dello sport (sì, ho scritto che "fa schifo" e ammetto di aver creato un misunderstanding, diciamo che fa schifo vedere una corsa di preparazione di gennaio messa al pari - cioè nello stesso calderone - di Giro, Tour, Fiandre, etc ).
Be' ma se mi paragoni il tdu..a quello del Ruanda..
Se mi si mette come conditio sine qua non la partecipazione del pubblico, allora vale tutto.
Winter ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 12:37Kitzbuhel..è nel calendario di cdm come lake Louise
Ti sembrano uguali?
Quindi, secondo questo ragionamento, se in Siria c'è la guerra, facciamo la guerra anche in Italia?
La partecipazione del pubblico, l interesse mediatico e degli sponsor. Il Ruanda con il tdu non centra nulla
2) pure le strade bianche..non centrano nulla con le cinque grandi classiche
Sia come spettatori , audience tv e interesse mediatico
Facciamo un wt con solo 5 gare di un giorno?


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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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Winter ha scritto: lunedì 15 giugno 2020, 11:16
Mr. MM ha scritto: lunedì 15 giugno 2020, 10:15
Winter ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 12:37
Be' ma se mi paragoni il tdu..a quello del Ruanda..
Se mi si mette come conditio sine qua non la partecipazione del pubblico, allora vale tutto.
Winter ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 12:37Kitzbuhel..è nel calendario di cdm come lake Louise
Ti sembrano uguali?
Quindi, secondo questo ragionamento, se in Siria c'è la guerra, facciamo la guerra anche in Italia?
La partecipazione del pubblico, l interesse mediatico e degli sponsor. Il Ruanda con il tdu non centra nulla
2) pure le strade bianche..non centrano nulla con le cinque grandi classiche
Sia come spettatori , audience tv e interesse mediatico
Infatti era una provocazione alla risposta "al TDU c'è un grande pubblico". C'è anche in Africa. Peccato tu non l'abbia colta con il giusto spirito.
Ovviamente non ero serio nel considerare il Rwanda come WT (ti pare?), ma seguivo un ragionamento fallace ("c'è pubblico").

Sulla SB, vatti a vedere le startlist prima che diventasse WT. E poi dimmi che non c'era interesse.
Winter ha scritto: lunedì 15 giugno 2020, 11:16Facciamo un wt con solo 5 gare di un giorno?
E chi l'ha detto? Questo te lo sei inventato di sana pianta.
Ho scritto che è inutile avere 50 gare WT se la metà sono insignificanti e in più si tengono fuori alcune corse storiche. E che mi va bene inserire corse nuove, ma devono fare un percorso simile alla SB o alla Vuelta* e avere un senso, non inserirle d'imperio tanto per (o per opportunità politiche).

*non che la Vuelta sia una corsa nuova, ma negli ultimi 20 anni ha avuto una spinta notevole.


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Trullo
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

Messaggio da leggere da Trullo »

Io credo che un ritorno alla coppa del mondo possa in qualche modo contrastare lo strapotere del Tour dando dignità maggiore alle classiche, e costruendo un percorso di una quindicina di corse di un giooro con tutte le classiche "di quando ero bambino" (con Strade Bianche al posto di Zurigo) più San Sebastian e una corsa americana e una sul Pacifico. In questo modo il calendario di prima fascia è qualcosa di più del sembpice 3 grandi giri + 5 monumento e molto meno dell'attuale confusionario WT (ed è grosso modo "la vecchia coppa del mondo più strade bianche, Freccia e Gand")

Le corse fuori dalla coppa del mondo, comprese TUTTE le brevi corse a tappe, le raggrupperei in una serie di circuiti nazionali o sovranazionali
Qui un esempio che avevo abbozzato alcuni mesi fa, partendo da un'idea di Bomby e rielaborandola per evitare la sovrapposizione delle prove di prima fascia (appunto i 3 grandi giri e le 15 classiche) con tutto il resto

Poi c'erano anche alcune piccole idee per aumentare la partecipazione (Liegi il weekend prima della Vuelta e Lombardia il weekend dopo il Giro per ottiimizzare il picco di forma degli scalatori, Vuelta ad Aprile e giro a Settembre per aumentare la distanza fra queste e il Tour...)
Calendario ciclismo V7.xlsx
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Bomby
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

Messaggio da leggere da Bomby »

Io a suo tempo proposi questo, in tema di CDM e calendari.

viewtopic.php?f=2&t=9241&p=632286&hilit ... CI#p632286

Alla fine del post trovate un ipotetico (sic!) calendario del 2020, che teneva conto anche delle Olimpiadi.

Inserivo nel Champion Tour, ovvero la CDM vera e propria:
  • Giro
  • Tour
  • Vuelta
  • Sanremo
  • Fiandre
  • Roubaix
  • Liegi
  • Lombardia
  • Down Under
  • Cadel Evans GORR
  • Strade Bianche
  • Amstel
  • Freccia
  • San Sebastian
  • Parigi-Tours
Le corse australiane erano inserite più che altro perchè in Australia ormai c'è una buona se non ottima tradizione, molta passione e affiatamento. Poi funzionano benissimo come apertura di stagione.
Per il resto non ho di certo largheggiato.
Tutte queste corse non avrebbero sovrapposizioni con corse di CDM o del WT (categoria inferiore in questo caso).

Non sto qui a scrivervi di nuovo il papiro, ma in sostanza in questo modo si veniva a creare una selezione ristretta di gare di valore, che potevano concorrere a comporre una classifica davvero indicativa del valore dell'atleta. Poi c'erano tutte le altre categorie di gare, utili a stilare altre classifiche, anche qui stando attenti a separare il grano dal loglio, ovvero le corse di una certa caratura da quelle meno importanti.


tommaso
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

Messaggio da leggere da tommaso »

Bomby ha scritto: lunedì 15 giugno 2020, 18:39 Io a suo tempo proposi questo, in tema di CDM e calendari.

viewtopic.php?f=2&t=9241&p=632286&hilit ... CI#p632286

Alla fine del post trovate un ipotetico (sic!) calendario del 2020, che teneva conto anche delle Olimpiadi.

Inserivo nel Champion Tour, ovvero la CDM vera e propria:
  • Giro
  • Tour
  • Vuelta
  • Sanremo
  • Fiandre
  • Roubaix
  • Liegi
  • Lombardia
  • Down Under
  • Cadel Evans GORR
  • Strade Bianche
  • Amstel
  • Freccia
  • San Sebastian
  • Parigi-Tours
Le corse australiane erano inserite più che altro perchè in Australia ormai c'è una buona se non ottima tradizione, molta passione e affiatamento. Poi funzionano benissimo come apertura di stagione.
Per il resto non ho di certo largheggiato.
Tutte queste corse non avrebbero sovrapposizioni con corse di CDM o del WT (categoria inferiore in questo caso).

Non sto qui a scrivervi di nuovo il papiro, ma in sostanza in questo modo si veniva a creare una selezione ristretta di gare di valore, che potevano concorrere a comporre una classifica davvero indicativa del valore dell'atleta. Poi c'erano tutte le altre categorie di gare, utili a stilare altre classifiche, anche qui stando attenti a separare il grano dal loglio, ovvero le corse di una certa caratura da quelle meno importanti.
si torna sempre lí, se metti dentro down under, é assurdo lasciar fuori tirreno o baschi. Comunque bel lavoro, in linea di massima mi piacerebbe molto


NibalAru
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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tommaso ha scritto: lunedì 15 giugno 2020, 19:00
Bomby ha scritto: lunedì 15 giugno 2020, 18:39 Io a suo tempo proposi questo, in tema di CDM e calendari.

viewtopic.php?f=2&t=9241&p=632286&hilit ... CI#p632286

Alla fine del post trovate un ipotetico (sic!) calendario del 2020, che teneva conto anche delle Olimpiadi.

Inserivo nel Champion Tour, ovvero la CDM vera e propria:
  • Giro
  • Tour
  • Vuelta
  • Sanremo
  • Fiandre
  • Roubaix
  • Liegi
  • Lombardia
  • Down Under
  • Cadel Evans GORR
  • Strade Bianche
  • Amstel
  • Freccia
  • San Sebastian
  • Parigi-Tours
Le corse australiane erano inserite più che altro perchè in Australia ormai c'è una buona se non ottima tradizione, molta passione e affiatamento. Poi funzionano benissimo come apertura di stagione.
Per il resto non ho di certo largheggiato.
Tutte queste corse non avrebbero sovrapposizioni con corse di CDM o del WT (categoria inferiore in questo caso).

Non sto qui a scrivervi di nuovo il papiro, ma in sostanza in questo modo si veniva a creare una selezione ristretta di gare di valore, che potevano concorrere a comporre una classifica davvero indicativa del valore dell'atleta. Poi c'erano tutte le altre categorie di gare, utili a stilare altre classifiche, anche qui stando attenti a separare il grano dal loglio, ovvero le corse di una certa caratura da quelle meno importanti.
si torna sempre lí, se metti dentro down under, é assurdo lasciar fuori tirreno o baschi. Comunque bel lavoro, in linea di massima mi piacerebbe molto
Troppe, veramente troppe corsette a tappe di una settimana a mio avviso sono inserite nel calendario del World Tour.

-Tour Down Under
-UAE Tour
-Parigi Nizza
-Tirreno Adriatico
-Vuelta Catalunya
-Giro dei Paesi Baschi
-Giro di Turchia
-Giro di Romandia
-Tour of California
-Criterium del Delfinato
-Giro di Svizzera
-Giro di Polonia
-BlinckBank Tour
-Tour of Guangxi

Sono ben 14 corsette a tappe inserite nel calendario World Tour che si vanno a sommare ai tre GT e ad una ventina di classiche per un totale di 38 appuntamenti, troppi veramente troppi. E per come la vedo io restano fuori da questo calendario tante corse a tappe brevi che hanno molto più fascino e molto più interesse di tanti di questi eventi inseriti nel World Tour. E stesso discorso a mio avviso si potrebbe fare con diverse classiche rimaste fuori dal circuito World Tour.

La mia proposta sarebbe snellire di molto il calendario World Tour portandolo solo ad una quindicina (massimo 20) eventi annuali. Con un blocco fisso di corse che rimane tutte le stagioni (ovvero i 3 GT e le 5 monumento) ed un blocco variabile di altre 7-12 corse da prendere tra altre classiche e corsette a tappe di una settimana che ogni anno andranno a cambiare.

Ad esempio se un anno farà parte del World Tour la Parigi-Nizza l'anno successivo prenderà il suo posto la quasi contemporanea Tirreno-Adriatico. Se un anno fa parte del World Tour il Criterium del Delfinato, l'anno seguente al suo posto troveremo il Giro della Svizzera e così via. Idem con le classiche non monumento.

In questo modo si darebbe davvero la possibilità ad un corridore di gestire una classifica e dargli la possibiltà di partecipare ad una competizione che interessa a più corridori. Vincere una Coppa del Mondo/classifica World Tour ristretta ad un numero di eventi controllabile per un corridore in una singola stagione allora si che darebbe prestigio alla Competizione. Perchè partecipare a 38 eventi stagionali è praticamente impossibile per chiunque, parteciparne ad una quindicina invece è tutta altra storia, molto più fattibile come cosa.

Ed il sistema del blocco fisso ed il blocco variabile secondo me è comunque un modo per mantenere da una parte la forza della traduzione (non rinunciando mai a quegli eventi che hanno fatto la storia del ciclismo) lasciando comunque dall'altra parte uno spiraglio all'innovazione senza appesantire troppo il calendario di eventi e facendo in modo che all'evento nuovo che varia ogni anno venga data la giusta importanza. In questo modo magari c'è davvero la possibilità che tutti i migliori siano alla partenza di quella determinata corsetta a tappe di una settimana o di quella classica. Ad esempio nell'anno in cui il Tour di Guangxi sarà inserito nel World Tour di 15 eventi stagionali è probabile che in quella stagione si presenteranno in Cina tutti i migliori corridori. Magari ti capita una volta ogni tre anni ma quell'anno lo rendi finalmente un grande evento. Lasciato così ogni anno all'interno di un calendario di ben 38 eventi invece finisci sempre che alla fine questo evento di fine stagione lo snobbano tutti i migliori o quasi.


pietro
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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Bomby ha scritto: lunedì 15 giugno 2020, 18:39 Io a suo tempo proposi questo, in tema di CDM e calendari.

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Alla fine del post trovate un ipotetico (sic!) calendario del 2020, che teneva conto anche delle Olimpiadi.

Inserivo nel Champion Tour, ovvero la CDM vera e propria:
  • Giro
  • Tour
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  • Sanremo
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  • Lombardia
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  • Strade Bianche
  • Amstel
  • Freccia
  • San Sebastian
  • Parigi-Tours
Le corse australiane erano inserite più che altro perchè in Australia ormai c'è una buona se non ottima tradizione, molta passione e affiatamento. Poi funzionano benissimo come apertura di stagione.
Per il resto non ho di certo largheggiato.
Tutte queste corse non avrebbero sovrapposizioni con corse di CDM o del WT (categoria inferiore in questo caso).

Non sto qui a scrivervi di nuovo il papiro, ma in sostanza in questo modo si veniva a creare una selezione ristretta di gare di valore, che potevano concorrere a comporre una classifica davvero indicativa del valore dell'atleta. Poi c'erano tutte le altre categorie di gare, utili a stilare altre classifiche, anche qui stando attenti a separare il grano dal loglio, ovvero le corse di una certa caratura da quelle meno importanti.
Se c'è il Down Under bisogna mettere anche altre corse a tappe di una settimana.
E poi non può esserci la Cadel Evans Great Ocean Road Race e non la Gand-Wevelgem.


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
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Trullo
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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Bomby, si il calendario che proponevo nasceva proprio dalla discussione che hai lìnkato, dove ero d'accordo con la gran parte di ciò che scrivevi. Nella mia idea, la prima fascia comprende come corse a tappe i soli grandi giri, insieme a una quindicina di classiche (interessante anche l'idea di fare ruotare quelle meno consolidate per sperimentare paesi e percorsi nuovi). Le corse a tappe di una settimana le retrocederei al livello inferiore, al livello delle semiclassiche (vedi excel linkato stasera)


Bomby
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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Effettivamente a distanza di qualche mese declasserei il TDU e la CEGORR (mizzega che brutto nome, anche in sigla :ouch: ).

Ciclare alcune brevi corse a tappe di grande tradizione lo si potrebbe anche fare, Tirreno/PA-Ni, Svizzera/Delfinato, ecc., ma io le vedo ormai come corse di preparazione ai grandi eventi. E' anche vero che quella delle brevi corse a tappe è una tipologia di evento che ha una sua dignità. Visto il blasone che ha (anche se ormai un sbiadito), si potrebbe promuovere il Giro di Svizzera a CT, sostituendolo al TDU. In questo modo anche una corsa Svizzera, uno dei paesi storici del ciclismo europeo avrebbe una sua rappresentanza nel CT. Certo sarebbe un filo complicata da gestire la concomitanza con il Delfinato.


NibalAru
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Re: Tour-centrismo. Il male del ciclismo

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Bomby ha scritto: lunedì 15 giugno 2020, 23:52 Effettivamente a distanza di qualche mese declasserei il TDU e la CEGORR (mizzega che brutto nome, anche in sigla :ouch: ).

Ciclare alcune brevi corse a tappe di grande tradizione lo si potrebbe anche fare, Tirreno/PA-Ni, Svizzera/Delfinato, ecc., ma io le vedo ormai come corse di preparazione ai grandi eventi. E' anche vero che quella delle brevi corse a tappe è una tipologia di evento che ha una sua dignità. Visto il blasone che ha (anche se ormai un sbiadito), si potrebbe promuovere il Giro di Svizzera a CT, sostituendolo al TDU. In questo modo anche una corsa Svizzera, uno dei paesi storici del ciclismo europeo avrebbe una sua rappresentanza nel CT. Certo sarebbe un filo complicata da gestire la concomitanza con il Delfinato.
Dato che ci siamo, voglio provarci anche io a fare questo Champions Tour con tanto di blocco di corse fisse (per rispettare la tradizione delle corse più importanti di questo sport) e di blocco variabile (con un mix di tradizione ma anche di innovazione per portare il ciclismo anche in luoghi dove sta emergendo solo ora come sport). Faccio una proposta in cui sono previsti 16 eventi annuali (i 3 GT, le 5 monumento, altre 4 corse di un giorno ed altre 4 corsette a tappe) ma ad esempio se ne potrebbero fare anche altre in cui ne sono previsti 18/20 (3 GT, 5 Monumento, 5/6 altre classiche e 5/6 corse a tappe). Se si va oltre questi numeri credo che diventi di nuovo solo una mezza pagliacciata come lo è l'attuale World Tour con quasi 40 eventi annuali.

Blocco fisso (immutabile per ogni stagione)
-Tour de France
-Giro d'Italia
-Vuelta di Spagna
-Milano Sanremo
-Giro delle Fiandre
-Parigi Roubaix
-Liegi Bastogne Liegi
-Giro di Lombardia

Blocco variabile anno uno (per CT a 16 eventi)
-Cadel Evans G.O.R.R.
-Freccia Vallone
-Clasica San Sebastian
-Una classica Canadese tra Quebec e Montreal
-Tirreno Adriatico
-Giro di Romandia
-Criterium del Delfinato
-Tour of Guangxi

Blocco variabile anno due (per CT a 16 eventi)
-Strade Bianche
-Gand-Wevelgem
-Amstel Gold Race
-Japan Cup
-Tour Down Under
-Parigi Nizza
-Giro dei Paesi Baschi
-Giro di Svizzera

Blocco variabile anno tre (per CT a 16 eventi)
-Dwaars Door Vlaanderen
-Classica Francoforte
-G.P. Plouay/Bretagne Classic
-Ride London Surrey Classic
-UAE Tour
-Giro di Catalunya
-Giro di Turchia (o Giro di Slovenia/Croazia/Germania/Gran Bretagna ecc. ecc)
-BinckBank Tour

Blocco variabile anno 4 (per CT a 16 eventi)
-Una tra Omloop, Harelbeke e De Panne
-Parigi Tours o Parigi Bruxelles
-GP Zurigo o Gran Premio delle Nazioni
-Un'altra classica in un paese con poca tradizione ciclistica
-Giro di California (o Giro di Colombia)
-Tour of The Alps (allungato ad una settimana di corsa)
-Giro di Polonia
-Vuelta Andalucia (o Vuelta Burgos)

Ovviamente le corse del blocco variabile che in quella stagione rimangono fuori dal Champions Tour andranno a costituire in quelle stagione un circuito di secondo livello immediatamente sotto al CT.


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