La crisi del ciclismo italiano
- barrylyndon
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Due anni non sono pochi..eh.
e l'anno scorso non ebbe alcun picco..ovvero, lo ebbe al Tour,ma non ebbe modo di dimostrarlo...La Sanremo l'ha vinta piu' per la classe che per la condizione fisica.
Comunque non lo sapremo mai..Per me quest'anno ha fatto il massimo dal punto di vista fisico.
e l'anno scorso non ebbe alcun picco..ovvero, lo ebbe al Tour,ma non ebbe modo di dimostrarlo...La Sanremo l'ha vinta piu' per la classe che per la condizione fisica.
Comunque non lo sapremo mai..Per me quest'anno ha fatto il massimo dal punto di vista fisico.
Nibali sta a Froome come Thoeni stava a Klammer.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma sono d;accordo eh solo che se quel massimo lo gestiva meglio (riposo post giro per finale di stagione) secondo me era meglio.barrylyndon ha scritto: ↑sabato 12 ottobre 2019, 21:47 Due anni non sono pochi..eh.
e l'anno scorso non ebbe alcun picco..ovvero, lo ebbe al Tour,ma non ebbe modo di dimostrarlo...La Sanremo l'ha vinta piu' per la classe che per la condizione fisica.
Comunque non lo sapremo mai..Per me quest'anno ha fatto il massimo dal punto di vista fisico.
E l'anno prossimo e' cmq chiamato ad un altro triplo sforzo visto che quasi sicuramente puntera' al giro per poi essere al meglio dopo due mesi alle olimpiadi e dopo altri due mesi al mondiale, in pratica un suicidio fisico.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Credo che Guercilena abbia la giusta lungimiranza per non trascinarlo in calendari suicidi.
E penso che Nibali stesso abbia ben chiaro quello che può/deve e quello che non può/deve fare.
Noi, da osservatori/tifosi, ci augureremmo una vittoria a fine luglio o una a fine settembre.
In questa stagione non mi accanirei sui GT.
E penso che Nibali stesso abbia ben chiaro quello che può/deve e quello che non può/deve fare.
Noi, da osservatori/tifosi, ci augureremmo una vittoria a fine luglio o una a fine settembre.
In questa stagione non mi accanirei sui GT.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: La crisi del ciclismo italiano
io su questo picco al Tour ci farei la tara. Il giorno prima in salita si era staccato dai migliori, sull'Alpe aveva provato già ad attaccare e gli SKY erano andati a riprenderlo con i gregari senza scomporsi. Poi, certo, era tornato sotto, ma sul momento il dolore non si sente e davanti si erano fatti un paio di km quasi in surplace.barrylyndon ha scritto: ↑sabato 12 ottobre 2019, 21:47 Due anni non sono pochi..eh.
e l'anno scorso non ebbe alcun picco..ovvero, lo ebbe al Tour,ma non ebbe modo di dimostrarlo...La Sanremo l'ha vinta piu' per la classe che per la condizione fisica.
Comunque non lo sapremo mai..Per me quest'anno ha fatto il massimo dal punto di vista fisico.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Pare che l'anno prossimo sia record (da quando?) di neopro italiani
https://www.tuttobiciweb.it/article/201 ... gione-2020
Segnale positivo?
https://www.tuttobiciweb.it/article/201 ... gione-2020
Segnale positivo?
Re: La crisi del ciclismo italiano
Dipende, se questo deve significare piu` turnover nel professionismo, con tanta gente che passa e poi resta senza contratto a 25 anni, e` un male, se con gli anni si andra` verso un aumento globale dei professionisti e` un bene.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Intanto vediamo se mai vedrà la luce questa fantomatica squadra ungherese.cassius ha scritto: ↑martedì 22 ottobre 2019, 13:19 Pare che l'anno prossimo sia record (da quando?) di neopro italiani
https://www.tuttobiciweb.it/article/201 ... gione-2020
Segnale positivo?
Ho sempre pensato e continuo a farlo che la categoria U23 in Italia sia il buco nero del nostro ciclismo, dove le qualità vengono inghiottite da una mediocrità diffusa dovuta al mancato confronto con ciclisti più scafati. A conferma di ciò sono andato a guardarmi il calendario internazionale UCI per la categoria U23 e tralasciando campionati nazionali, continentali e Nation Cup, in Italia nel 2019 si sono svolte 14 gare sulle 27 previste e per il prossimo anno saranno 14 su 24.
A mio avviso questo è un ulteriore segnale di come la categoria U23 sia vista in Italia come mondo a se stante e non come il trampolino di lancio verso il professionismo.
Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità
Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Re: La crisi del ciclismo italiano
Mi permetto di aggiungere un'altra cosa: perché alle varie corse di categoria .2 italiane non partecipano anche le squadre italiane Professional? In Francia ed in Belgio mi pare che le squadre Professional siano quasi sempre al via in queste gare, le nostre squadre Professional hanno disputato e fatto risultati in .2 in Venezuela, Croazia, Cina, Francia... non mi pare che fare le gare italiane sia più degradante, anzi. Se poi è per paura che massacrino la concorrenza (ma non credo), si potrebbe mettere in limite massimo di punti per la partecipazione dei corridoriSlegar ha scritto: ↑mercoledì 23 ottobre 2019, 12:39 Ho sempre pensato e continuo a farlo che la categoria U23 in Italia sia il buco nero del nostro ciclismo, dove le qualità vengono inghiottite da una mediocrità diffusa dovuta al mancato confronto con ciclisti più scafati. A conferma di ciò sono andato a guardarmi il calendario internazionale UCI per la categoria U23 e tralasciando campionati nazionali, continentali e Nation Cup, in Italia nel 2019 si sono svolte 14 gare sulle 27 previste e per il prossimo anno saranno 14 su 24.
A mio avviso questo è un ulteriore segnale di come la categoria U23 sia vista in Italia come mondo a se stante e non come il trampolino di lancio verso il professionismo.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Se ci mandano i pischelletti per farsi le ossa, perché no?Seb ha scritto: ↑mercoledì 23 ottobre 2019, 21:16 Mi permetto di aggiungere un'altra cosa: perché alle varie corse di categoria .2 italiane non partecipano anche le squadre italiane Professional? In Francia ed in Belgio mi pare che le squadre Professional siano quasi sempre al via in queste gare, le nostre squadre Professional hanno disputato e fatto risultati in .2 in Venezuela, Croazia, Cina, Francia... non mi pare che fare le gare italiane sia più degradante, anzi. Se poi è per paura che massacrino la concorrenza (ma non credo), si potrebbe mettere in limite massimo di punti per la partecipazione dei corridori
Diverso è il discorso se una Androni arriva con Masnada, Vendrame ecc perché lì, se non decidono proprio di correre a caso, vanno a rubare le caramelle ai bambini.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
È finita?
No, scherzi a parte, sono felice di questo italiano. Ha dimostrato che lentamente si stanno creando dei corridori molto molto solidi. I migliori sono stati Battistella e Bagioli, 2 talenti cristallini che mi auguro che trovino subito il modo per mettersi in mostra, ma meritano un riconoscimento Dainese, che secondo me non è riuscito a rimanere con i migliori causa totale assenza di squadra, Gravaglia, bel talento che aspetta nel WT, Ganna che è un mostro,oltre alle riconferme di Ballerini Vendrame e Masnada che, pur non essendo novellini come i primi citati, si dimostrano corridori solidi. Aggiungiamoci un Formolo e un Nizzolo che si sono svegliati e un Bettiol da cui è lecito aspettare tanto e per i prossimi 5 anni dovremmo essere pronti ad avere una buona squadra.
Manca l'uomo da GT, ma io credo che Battistella ,Bagioli e forse Konychev possano davvero un giorno pensare di diventarlo.
Unica nota negativa è l'assenza di risultati di Aru e Moscon ( non in questa corsa ma in questo periodo si) dai quali non riesco a rassegnarmi che sia tutto finito. Incrociamo le dita....
No, scherzi a parte, sono felice di questo italiano. Ha dimostrato che lentamente si stanno creando dei corridori molto molto solidi. I migliori sono stati Battistella e Bagioli, 2 talenti cristallini che mi auguro che trovino subito il modo per mettersi in mostra, ma meritano un riconoscimento Dainese, che secondo me non è riuscito a rimanere con i migliori causa totale assenza di squadra, Gravaglia, bel talento che aspetta nel WT, Ganna che è un mostro,oltre alle riconferme di Ballerini Vendrame e Masnada che, pur non essendo novellini come i primi citati, si dimostrano corridori solidi. Aggiungiamoci un Formolo e un Nizzolo che si sono svegliati e un Bettiol da cui è lecito aspettare tanto e per i prossimi 5 anni dovremmo essere pronti ad avere una buona squadra.
Manca l'uomo da GT, ma io credo che Battistella ,Bagioli e forse Konychev possano davvero un giorno pensare di diventarlo.
Unica nota negativa è l'assenza di risultati di Aru e Moscon ( non in questa corsa ma in questo periodo si) dai quali non riesco a rassegnarmi che sia tutto finito. Incrociamo le dita....
Sparo una sentenza su Remco per me lui è un Benoot che ci crede di più. Cioè non sarà lui il futuro dei belgi nei GT ma mi da sempre più la sensazione di essere quelli che per me sono i "classici mezzi corridori belga". Sono forti, però la salita non è roba per loro.
Io, 4 febbraio 2022
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- CarbonaraJazz
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Beh Battistella possibile uomo da GT mi sembra esageratamente ottimista.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Formolo come pedalata ricorda Basso.
Però hanno caratteristiche molto diverse.
Basso aveva molto più recupero e a crono si difendeva meglio, Formolo più adatto a percorsi misti, molto resistente negli attacchi a lunga gittata e molto più bravo in discesa. Ad entrambi manca(va) lo scatto secco, leggermente meglio Formolo.
Speriamo che Formolo possa portarci a casa qualche classica, ce l'ha nelle corde.
Però hanno caratteristiche molto diverse.
Basso aveva molto più recupero e a crono si difendeva meglio, Formolo più adatto a percorsi misti, molto resistente negli attacchi a lunga gittata e molto più bravo in discesa. Ad entrambi manca(va) lo scatto secco, leggermente meglio Formolo.
Speriamo che Formolo possa portarci a casa qualche classica, ce l'ha nelle corde.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Dopo un inizio sprint e qualche anno così così mi pare che formolo sia quello che abbia acquistato più consapevolezza e coscienza dei propri mezzi. Su percorsi tipo Lombardia, liesgi, mondiale duro può piazzare la botta.qrier ha scritto: ↑domenica 23 agosto 2020, 17:27 Formolo come pedalata ricorda Basso.
Però hanno caratteristiche molto diverse.
Basso aveva molto più recupero e a crono si difendeva meglio, Formolo più adatto a percorsi misti, molto resistente negli attacchi a lunga gittata e molto più bravo in discesa. Ad entrambi manca(va) lo scatto secco, leggermente meglio Formolo.
Speriamo che Formolo possa portarci a casa qualche classica, ce l'ha nelle corde.
Bettiol la botta l'ha già data ma è un corridore con più ombre che luci
Re: La crisi del ciclismo italiano
Oggi potrebbe aver chiuso la carriera Fabio Aru, l'uomo che avrebbe potuto "coprirci" fino a tutti i primi anni 2020 nei GT.
Nibali è agli sgoccioli (e che sgoccioli, eh, ma sempre sgoccioli sono) e finito lui non abbiamo nessuno che possa ragionevolmente puntare una top5 di una GT.
Nelle classiche viviamo di qualche lampo isolato di un Bettiol mentre Trentin con la mente è ancora a Harrogate e si è pure trovato un team che chiude a fine anno. Colbrelli è da top10 nelle corse importanti, se va bene, e vince la stessa roba che vinceva in CSF Navigare.
Viviani, uscito da wolfpack, è uscito dai radar, e un Nizzolo non fa primavera.
Formolo ha qualche giornata d'oro ogni anno, per cui una vittoria al Catalunya o al Delfinato te la porta a casa, ma a 28 anni la paura è che sia un Ulissi con meno spunto veloce.
Moscon è un paria del ciclismo e la Merdaos Ineos ha deciso di rendergli la vita difficile pure per la ricerca di un ingaggio l'anno prossimo (come se nella stagione più compressa di sempre non facesse comodo comunque un Moscon da schierare).
Ci restano Ciccone, ma col culo che c'abbiamo è fermo ai box per covid e rischia pure di terminare qui la stagione, e Andrea Bagioli, ma parliamo di un 99 che per ora ha vinto due belle tappe di corse 2.1.
Direi che in questo scorcio di 2020 questo thread torna prepotentemente d'attualità!
Nibali è agli sgoccioli (e che sgoccioli, eh, ma sempre sgoccioli sono) e finito lui non abbiamo nessuno che possa ragionevolmente puntare una top5 di una GT.
Nelle classiche viviamo di qualche lampo isolato di un Bettiol mentre Trentin con la mente è ancora a Harrogate e si è pure trovato un team che chiude a fine anno. Colbrelli è da top10 nelle corse importanti, se va bene, e vince la stessa roba che vinceva in CSF Navigare.
Viviani, uscito da wolfpack, è uscito dai radar, e un Nizzolo non fa primavera.
Formolo ha qualche giornata d'oro ogni anno, per cui una vittoria al Catalunya o al Delfinato te la porta a casa, ma a 28 anni la paura è che sia un Ulissi con meno spunto veloce.
Moscon è un paria del ciclismo e la Merdaos Ineos ha deciso di rendergli la vita difficile pure per la ricerca di un ingaggio l'anno prossimo (come se nella stagione più compressa di sempre non facesse comodo comunque un Moscon da schierare).
Ci restano Ciccone, ma col culo che c'abbiamo è fermo ai box per covid e rischia pure di terminare qui la stagione, e Andrea Bagioli, ma parliamo di un 99 che per ora ha vinto due belle tappe di corse 2.1.
Direi che in questo scorcio di 2020 questo thread torna prepotentemente d'attualità!
Re: La crisi del ciclismo italiano
Concordo.cassius ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 17:13 Oggi potrebbe aver chiuso la carriera Fabio Aru, l'uomo che avrebbe potuto "coprirci" fino a tutti i primi anni 2020 nei GT.
Nibali è agli sgoccioli (e che sgoccioli, eh, ma sempre sgoccioli sono) e finito lui non abbiamo nessuno che possa ragionevolmente puntare una top5 di una GT.
Nelle classiche viviamo di qualche lampo isolato di un Bettiol mentre Trentin con la mente è ancora a Harrogate e si è pure trovato un team che chiude a fine anno. Colbrelli è da top10 nelle corse importanti, se va bene, e vince la stessa roba che vinceva in CSF Navigare.
Viviani, uscito da wolfpack, è uscito dai radar, e un Nizzolo non fa primavera.
Formolo ha qualche giornata d'oro ogni anno, per cui una vittoria al Catalunya o al Delfinato te la porta a casa, ma a 28 anni la paura è che sia un Ulissi con meno spunto veloce.
Moscon è un paria del ciclismo e la Merdaos Ineos ha deciso di rendergli la vita difficile pure per la ricerca di un ingaggio l'anno prossimo (come se nella stagione più compressa di sempre non facesse comodo comunque un Moscon da schierare).
Ci restano Ciccone, ma col culo che c'abbiamo è fermo ai box per covid e rischia pure di terminare qui la stagione, e Andrea Bagioli, ma parliamo di un 99 che per ora ha vinto due belle tappe di corse 2.1.
Direi che in questo scorcio di 2020 questo thread torna prepotentemente d'attualità!
Tenuto anche presente che Colleoni e Aleotti sono sempre arrivati dietro Pidcock, il quadro è quello che hai descritto.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Per la classifica dei grandi giri la situazione sta al limite del ridicolo .
Se il miglior corridore piazzato dopo Nibali nelle ultime annate nei dieci della generale fa il nome di Pozzovivo , anche lui ultratrentenne , siamo in pieno allarme rosso .
Se il miglior corridore piazzato dopo Nibali nelle ultime annate nei dieci della generale fa il nome di Pozzovivo , anche lui ultratrentenne , siamo in pieno allarme rosso .
Re: La crisi del ciclismo italiano
E non da oggiIl Complottista ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 17:20 Per la classifica dei grandi giri la situazione sta al limite del ridicolo .
Se il miglior corridore piazzato dopo Nibali nelle ultime annate nei dieci della generale fa il nome di Pozzovivo , anche lui ultratrentenne , siamo in pieno allarme rosso .
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- jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Sinceramente sono molto sorpreso della vostra sorpresa. L'assenza di specialisti nei GG si vedeva bene già dopo l'Operaciòn Puerto. Nibali è ovviamente la grande eccezione e Aru è stato l'unico a farci gioire e sperare per un breve periodo. Per le classiche non abbiamo neanche potuto illuderci ci fosse un dopo Bettini. Poi sognare non costa nulla, sperare che Moscon fosse il nuovo Merckx non è mica vietato. Però a guardare seriamente i risultati dei giovani si capivano da tanto le difficoltà del ciclismo azzurro.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
è un male comune, se il belgio non vince un tour da 44 anni, un giro da 42 e una vuelta da 43, i francesi l'ultimo gt (vuelta) è stato 23 anni fa, e gli spagnoli non hanno nulla all'orizzonte, direi che siamo in ottima compagnia e sono le 4 nazioni "storiche" del ciclismo è anche vero che gli altri hanno in rampa di lancio i van van aert, van der poel, evenepoel, alaphiliphe e noi nulla,nino58 ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 17:21E non da oggiIl Complottista ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 17:20 Per la classifica dei grandi giri la situazione sta al limite del ridicolo .
Se il miglior corridore piazzato dopo Nibali nelle ultime annate nei dieci della generale fa il nome di Pozzovivo , anche lui ultratrentenne , siamo in pieno allarme rosso .
corsu anima e core corsu, anima e core corsu, corsu sempre di più
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il Belgio tempo 5 anni e avrà Tour, Giro, Roubaix, Fiandre, e altra robasagittario1962 ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 17:49è un male comune, se il belgio non vince un tour da 44 anni, un giro da 42 e una vuelta da 43, i francesi l'ultimo gt (vuelta) è stato 23 anni fa, e gli spagnoli non hanno nulla all'orizzonte, direi che siamo in ottima compagnia e sono le 4 nazioni "storiche" del ciclismo è anche vero che gli altri hanno in rampa di lancio i van van aert, van der poel, evenepoel, alaphiliphe e noi nulla,nino58 ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 17:21E non da oggiIl Complottista ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 17:20 Per la classifica dei grandi giri la situazione sta al limite del ridicolo .
Se il miglior corridore piazzato dopo Nibali nelle ultime annate nei dieci della generale fa il nome di Pozzovivo , anche lui ultratrentenne , siamo in pieno allarme rosso .
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ragazzi, se togliamo Nibali, l'Italia:
- non vince un giro dal 2010 (non considero il 2011 per ovvi motivi), e non fa podio dal 2015;
- non vince un tour dal 1998 e non fa podio dal 2005;
- non vince una vuelta dal 2015 e non fa podio dallo stesso anno;
- non vince una sanremo dal 2006 e non fa podio dal 2010;
- non vince un lombardia dal 2008 e non fa podio dal 2017;
- non vince una liegi dal 2007;
- non vince una roubaix dal 1999 e non fa podio dal 2012;
- non vince una freccia vallone dal 2009 e da allora nessun podio;
- non vince un mondiale dal 2008 e da allora l'unico podio è l'argento di trentin dell'anno scorso .
Insomma (eccezion fatta per il fiandre di bettiol dell'anno scorso), diciamo le cose come stanno: Nibali è stata la foglia di fico che ha nascosto una enorme crisi del movimento, specialmente nel settore delle gare a tappe. Al Tour dal 2012 ad oggi solo Nibali (in tre occasioni) e Aru (nel 2017) hanno raggiunto la top 10.
- non vince un giro dal 2010 (non considero il 2011 per ovvi motivi), e non fa podio dal 2015;
- non vince un tour dal 1998 e non fa podio dal 2005;
- non vince una vuelta dal 2015 e non fa podio dallo stesso anno;
- non vince una sanremo dal 2006 e non fa podio dal 2010;
- non vince un lombardia dal 2008 e non fa podio dal 2017;
- non vince una liegi dal 2007;
- non vince una roubaix dal 1999 e non fa podio dal 2012;
- non vince una freccia vallone dal 2009 e da allora nessun podio;
- non vince un mondiale dal 2008 e da allora l'unico podio è l'argento di trentin dell'anno scorso .
Insomma (eccezion fatta per il fiandre di bettiol dell'anno scorso), diciamo le cose come stanno: Nibali è stata la foglia di fico che ha nascosto una enorme crisi del movimento, specialmente nel settore delle gare a tappe. Al Tour dal 2012 ad oggi solo Nibali (in tre occasioni) e Aru (nel 2017) hanno raggiunto la top 10.
- Camoscio madonita
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ho grosse aspettative per le Classiche del Nord su Ballerini (un cognome per nulla casuale ).
Speriamo in Bagioli per le Ardenne.
Ganna per le crono.
Per i GT siamo messi maluccio: abbiamo dei buoni corridori come Ciccone o Masnada, soprattutto il primo ma non li vedo oltre una top 10. Ci sarebbe sempre Conci, speriamo dia qualche segnale positivo a breve.
Tra quelli che ancora hanno qualche anno tra i pro possiamo contare su Formolo, Bettiol (sperando che il fiandre 2019 non sia un episodio isolato), Moscon e Trentin.
Speriamo in Bagioli per le Ardenne.
Ganna per le crono.
Per i GT siamo messi maluccio: abbiamo dei buoni corridori come Ciccone o Masnada, soprattutto il primo ma non li vedo oltre una top 10. Ci sarebbe sempre Conci, speriamo dia qualche segnale positivo a breve.
Tra quelli che ancora hanno qualche anno tra i pro possiamo contare su Formolo, Bettiol (sperando che il fiandre 2019 non sia un episodio isolato), Moscon e Trentin.
Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto, ma il primo vero amore non si scorda mai: Merano-Aprica, 5 giugno 1994.
Re: La crisi del ciclismo italiano
E pensa che c'è chi è anti-Nibali, anche in questo forum.schwoch83 ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 19:50 Ragazzi, se togliamo Nibali, l'Italia:
- non vince un giro dal 2010 (non considero il 2011 per ovvi motivi), e non fa podio dal 2015;
- non vince un tour dal 1998 e non fa podio dal 2005;
- non vince una vuelta dal 2015 e non fa podio dallo stesso anno;
- non vince una sanremo dal 2006 e non fa podio dal 2010;
- non vince un lombardia dal 2008 e non fa podio dal 2017;
- non vince una liegi dal 2007;
- non vince una roubaix dal 1999 e non fa podio dal 2012;
- non vince una freccia vallone dal 2009 e da allora nessun podio;
- non vince un mondiale dal 2008 e da allora l'unico podio è l'argento di trentin dell'anno scorso .
Insomma (eccezion fatta per il fiandre di bettiol dell'anno scorso), diciamo le cose come stanno: Nibali è stata la foglia di fico che ha nascosto una enorme crisi del movimento, specialmente nel settore delle gare a tappe. Al Tour dal 2012 ad oggi solo Nibali (in tre occasioni) e Aru (nel 2017) hanno raggiunto la top 10.
La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
Re: La crisi del ciclismo italiano
Krisper ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 20:20E pensa che c'è chi è anti-Nibali, anche in questo forum.schwoch83 ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 19:50 Ragazzi, se togliamo Nibali, l'Italia:
- non vince un giro dal 2010 (non considero il 2011 per ovvi motivi), e non fa podio dal 2015;
- non vince un tour dal 1998 e non fa podio dal 2005;
- non vince una vuelta dal 2015 e non fa podio dallo stesso anno;
- non vince una sanremo dal 2006 e non fa podio dal 2010;
- non vince un lombardia dal 2008 e non fa podio dal 2017;
- non vince una liegi dal 2007;
- non vince una roubaix dal 1999 e non fa podio dal 2012;
- non vince una freccia vallone dal 2009 e da allora nessun podio;
- non vince un mondiale dal 2008 e da allora l'unico podio è l'argento di trentin dell'anno scorso .
Insomma (eccezion fatta per il fiandre di bettiol dell'anno scorso), diciamo le cose come stanno: Nibali è stata la foglia di fico che ha nascosto una enorme crisi del movimento, specialmente nel settore delle gare a tappe. Al Tour dal 2012 ad oggi solo Nibali (in tre occasioni) e Aru (nel 2017) hanno raggiunto la top 10.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma quale è il problema se non vince un italiano? Io questo nazionalismo esaltato per lo sport non lo concepisco proprio
Re: La crisi del ciclismo italiano
Io tifo per gli italiani più qualche straniero che mi piace in particolare.
Non ci vedo nulla di male a sostenere i propri connazionali, poi le gare mi piacciono lo stesso se sono lottate. Però difficilmente riesco ad emozionarmi in ugual modo.
Però ci sono anche molti che si interessano alle gare solo se ci sono italiani competitivi.
Se tra qualche anno avessimo il nulla assoluto chissà se la Rai continuerebbe a far vedere le corse.
Re: La crisi del ciclismo italiano
E' lo sport italiano in generale che è in crisi.
Nel calcio nell'ultimo decennio l'Italia non ha vinto nessun torneo internazionale ufficiale per club o per nazionali a tutti i livelli ( maggiore ,olimpica,U21,U20,U19,U17). E parlo di più di 80 tornei in tutto e 0 vittorie.
Nel basket dopo l'argento 2004 non ci siamo mai più qualificati per le Olimpiadi. E le nostre squadre di club sono anni che non arrivano nemmeno ai playoff nell'Europaleague che una volta dominavamo o quasi.
Nel rugby siamo la barzelletta del 6 nazioni.
L'atletica nemmeno tantissimo tempo fa aveva i Mori,gli Schwazer, i Gibilisco, i Baldini, ora al massimo elemosiniamo qualche bronzino nella marcia femminile.
La pallavolo regge ma una volta dominavamo ora non vinciamo più nulla.
nel motociclismo siamo sempre competitivi ma i tempi d'oro sono passati. La F1 esula da questo discorso e comunque è meglio stendere un velo pietoso
Potrei continuare con boxe, canottaggio,ginnastica,sci di fondo,etc.
Poi alle Olimpiadi reggiamo nel medagliere, ma grazie a sport da quattro ( anche tre ) gatti come tiri al piattello e alla carabina,arco,scherma e simili.
Uniche note positive nuoto, sci alpino, biathlon.
Il tennis maschile è in netta crescita ma per ora non pareggia la sparizione delle nostre magnifiche donne.
E soprattutto non abbiamo nessun campionissimo riconosciuto come tale in tutto il mondo. Valentino,Tomba, Baggio, Maldini erano idoli mondiali conosciuti ovunque, ora chi abbiamo ?
Alla fine il ciclismo non è nemmeno quello messo peggio.
Nel calcio nell'ultimo decennio l'Italia non ha vinto nessun torneo internazionale ufficiale per club o per nazionali a tutti i livelli ( maggiore ,olimpica,U21,U20,U19,U17). E parlo di più di 80 tornei in tutto e 0 vittorie.
Nel basket dopo l'argento 2004 non ci siamo mai più qualificati per le Olimpiadi. E le nostre squadre di club sono anni che non arrivano nemmeno ai playoff nell'Europaleague che una volta dominavamo o quasi.
Nel rugby siamo la barzelletta del 6 nazioni.
L'atletica nemmeno tantissimo tempo fa aveva i Mori,gli Schwazer, i Gibilisco, i Baldini, ora al massimo elemosiniamo qualche bronzino nella marcia femminile.
La pallavolo regge ma una volta dominavamo ora non vinciamo più nulla.
nel motociclismo siamo sempre competitivi ma i tempi d'oro sono passati. La F1 esula da questo discorso e comunque è meglio stendere un velo pietoso
Potrei continuare con boxe, canottaggio,ginnastica,sci di fondo,etc.
Poi alle Olimpiadi reggiamo nel medagliere, ma grazie a sport da quattro ( anche tre ) gatti come tiri al piattello e alla carabina,arco,scherma e simili.
Uniche note positive nuoto, sci alpino, biathlon.
Il tennis maschile è in netta crescita ma per ora non pareggia la sparizione delle nostre magnifiche donne.
E soprattutto non abbiamo nessun campionissimo riconosciuto come tale in tutto il mondo. Valentino,Tomba, Baggio, Maldini erano idoli mondiali conosciuti ovunque, ora chi abbiamo ?
Alla fine il ciclismo non è nemmeno quello messo peggio.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Io ho vissuto un anno in USA e ho visto le Olimpiadi nelle loro TV e ti posso assicurare che al confronto i telecronisti di ciclismo della RAI sono degli esterofili sfrenati. Se l'americano perdeva era sicuramente un complotto o doping ( che detto in un paese dove il doping lo compri al supermercato in flaconi da mezzo litro fa ridere ).
Un po' di nazionalismo nello sport ci sta, in fondo è la simulazione di una battaglia.
Ma non mi sembra proprio che in Italia si esageri.
Quello che sconcerta è più che altro la tendenza italiana di dirsi bravi da soli ( del genere " siamo i migliori del mondo in questo e quello"; peccato che il resto del mondo non ne sia a conoscenza...)
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il problema è che alla maggior parte delle persone interessa di più uno sport dove a lottare per la vittoria ci sono degli italiani.
Io ad esempio in certi sport come lo sci alpino tifo sempre atleti italiani, mentre nel ciclismo o nello sci di fondo per altri
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Re: La crisi del ciclismo italiano
prova a sentire i francesi e poi mi sai dire, e non solo posso dirti che ero in una regione francese (che non si sente francese) sia per l'europeo 2016 sconfitti sia per il mondiale 2018 vincitori, in entrambi i casi un nazionalismo così sfrenato non l'ho mai visto........ (il mio vicino di casa indipendentista e antifrancese sparò in aria perchè gli andarono a festeggiare sotto casa la vittoria del mondiale) nel 2016 risse per strada fra locali e francesi continentali dopo la sconfitta con il portogalloCthulhu ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 23:00Io ho vissuto un anno in USA e ho visto le Olimpiadi nelle loro TV e ti posso assicurare che al confronto i telecronisti di ciclismo della RAI sono degli esterofili sfrenati. Se l'americano perdeva era sicuramente un complotto o doping ( che detto in un paese dove il doping lo compri al supermercato in flaconi da mezzo litro fa ridere ).
Un po' di nazionalismo nello sport ci sta, in fondo è la simulazione di una battaglia.
Ma non mi sembra proprio che in Italia si esageri.
Quello che sconcerta è più che altro la tendenza italiana di dirsi bravi da soli ( del genere " siamo i migliori del mondo in questo e quello"; peccato che il resto del mondo non ne sia a conoscenza...)
corsu anima e core corsu, anima e core corsu, corsu sempre di più
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ve be' ma la Corsica si sente quasi meno francese di quanto si sentano italiani i sudtirolesi.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Perdonami Cthu ma il numero di partecipanti nulla ha a che vedere con il livello di concorrenza internazionale. Ciò che conta è il numero di nazioni competitive. Vatti a vedere quante nazioni e quanti continenti sono andati a podio a Mondiali e Olimpiadi nella scherma: è infinitamente più globale di biathlon, sci alpino e ciclismo. Quanti asiatici o africani hai visto vincere mondiali di ciclismo? Quanti nordamericani non statunitensi conti nella top mondiale (e anche americani gran pochini direi). Il ciclismo rimane uno sport europeo con l'aggiunta dei colombiani. Sci e biathlon discipline europee. Nella scherma non vincono solo gli oceanici. La crisi è di tutto lo sport italiano (incominciata con la truffa del superenalotto e la decadenza di Totocalcio e Totip), la VERA crisi è soprattutto ciclistica, vale a dire del secondo sport azzurro (dopo la scherma) per medaglie olimpiche. Vero che ormai siamo peggiorati ovunque, ma di certo nel basket, nella ginnastica o nell'atletica non siamo mai stati dei dominatori.Cthulhu ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 22:48 E' lo sport italiano in generale che è in crisi.
Poi alle Olimpiadi reggiamo nel medagliere, ma grazie a sport da quattro ( anche tre ) gatti come tiri al piattello e alla carabina,arco,scherma e simili.
Uniche note positive nuoto, sci alpino, biathlon.
Re: La crisi del ciclismo italiano
La verità è che siamo stati abituati bene in passato.
Nel ciclismo rispetto all'atletica, ad esempio, reggiamo ancora.
L'atletica è la cartina di tornasole del livello sportivo.
Pochi giorni fa è stato fatto il nuovo record italiano nei 5000 mt.
13'02''26 Yeman Crippa
Il precedente record italiano era di Totò Antibo 13'05''59
Il livello mondiale è salito troppo.
Il record mondiale è irraggiungibile per un non africano, Cheptegei 12'35"36.
Ma la decima prestazione mondiale è di 12'47"04 di Sihine.
Parliamo di distanze siderali.
Al di là dei problemi strutturali dello sport Italiano, e sono tanti, credo ci si debba abituare ad un ridimensionamento sportivo.
Più per meriti altrui che per nostri demeriti, che comunque ci sono. La politica sportiva italiana è da rifare tutta.
Nel ciclismo rispetto all'atletica, ad esempio, reggiamo ancora.
L'atletica è la cartina di tornasole del livello sportivo.
Pochi giorni fa è stato fatto il nuovo record italiano nei 5000 mt.
13'02''26 Yeman Crippa
Il precedente record italiano era di Totò Antibo 13'05''59
Il livello mondiale è salito troppo.
Il record mondiale è irraggiungibile per un non africano, Cheptegei 12'35"36.
Ma la decima prestazione mondiale è di 12'47"04 di Sihine.
Parliamo di distanze siderali.
Al di là dei problemi strutturali dello sport Italiano, e sono tanti, credo ci si debba abituare ad un ridimensionamento sportivo.
Più per meriti altrui che per nostri demeriti, che comunque ci sono. La politica sportiva italiana è da rifare tutta.
La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
Re: La crisi del ciclismo italiano
Quanto Antibo fece il suo record, la migliore prestazione al mondo era di Aouita con 12'58"39, con circa 7 secondi di distanza.Krisper ha scritto: ↑giovedì 10 settembre 2020, 9:44 Pochi giorni fa è stato fatto il nuovo record italiano nei 5000 mt.
13'02''26 Yeman Crippa
Il precedente record italiano era di Totò Antibo 13'05''59
Il livello mondiale è salito troppo.
Il record mondiale è irraggiungibile per un non africano, Cheptegei 12'35"36.
Ma la decima prestazione mondiale è di 12'47"04 di Sihine.
Parliamo di distanze siderali.
Al di là dei problemi strutturali dello sport Italiano, e sono tanti, credo ci si debba abituare ad un ridimensionamento sportivo.
Più per meriti altrui che per nostri demeriti, che comunque ci sono. La politica sportiva italiana è da rifare tutta.
Ora il delta è di circa 27 secondi.
Un giorno potremo raccontare ai nipotini che noi siamo stati fortunati a veder correre Sagan
Re: La crisi del ciclismo italiano
Dai tempi di Antibo ad oggi i metodi di allenamento sono migliorati moltissimo.
Un Antibo che si fosse allenato con i metodi, l'alimentazione, l'integrazione che fa Crippa probabilmente farebbe sub 13' su una gamba sola.
Anche le abitudini degli stessi atleti sono cambiate: Gelindo Bordin fumava e faceva sub 2h10' in maratona. Ma faceva chilometraggi che oggi vengono visti come disumani.
Secondo me i problemi sono i seguenti:
- continuo calo dell'attività motoria di base, pre (ed extra) sportiva, che ti fa perdere appunto la "base";
- continuo calo della percentuale di ragazzi che fanno sport, basta vedere l'aumento delle esenzioni dall'educazione fisica;
- squadre sempre meno esigenti perchè sennò ti scappano quei pochi atleti che hai;
- quando poi sono un po' più grandini, i ragazzi devono scegliere presto se provarci seriamente con lo sport o lasciar perdere per imparare un mestiere. Con la disoccupazione che c'è, c'è poco da scherzare, prima magari pensavano che comunque alla peggio a 23-25 anni si sarebbero buttati a fare quel che capitava...
Il mondo corre, l'Occidente sta in poltrona e su questo l'Italia è in prima fila.
Un Antibo che si fosse allenato con i metodi, l'alimentazione, l'integrazione che fa Crippa probabilmente farebbe sub 13' su una gamba sola.
Anche le abitudini degli stessi atleti sono cambiate: Gelindo Bordin fumava e faceva sub 2h10' in maratona. Ma faceva chilometraggi che oggi vengono visti come disumani.
Secondo me i problemi sono i seguenti:
- continuo calo dell'attività motoria di base, pre (ed extra) sportiva, che ti fa perdere appunto la "base";
- continuo calo della percentuale di ragazzi che fanno sport, basta vedere l'aumento delle esenzioni dall'educazione fisica;
- squadre sempre meno esigenti perchè sennò ti scappano quei pochi atleti che hai;
- quando poi sono un po' più grandini, i ragazzi devono scegliere presto se provarci seriamente con lo sport o lasciar perdere per imparare un mestiere. Con la disoccupazione che c'è, c'è poco da scherzare, prima magari pensavano che comunque alla peggio a 23-25 anni si sarebbero buttati a fare quel che capitava...
Il mondo corre, l'Occidente sta in poltrona e su questo l'Italia è in prima fila.
Re: La crisi del ciclismo italiano
C'è da dire che al Tour siamo stati sfortunati con i ritiri, a causa di cadute, di Formolo, Nizzolo, Rosa e Pozzovivo.
Nizzolo, dopo l'ottimo agosto, avrebbe potuto lottare per vincere una volata. Vedendo che poi non c'è un dominatore unico degli sprint perché hanno vinto Kristoff, Van Aert, Bennett e Ewan.
Formolo se trovava una giornata buona, poteva impensierire molti.
Rosa e Pozzovivo in una tappa come quella di oggi ci avrebbero potuto provare.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Bonarrigo mi sta un pò deludendo ultimamente.
Saluti,Leonardo
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Da quando se ne è andato Gianni Mura ha perso la bussolaLeonardo Civitella ha scritto: ↑venerdì 11 settembre 2020, 20:27 Bonarrigo mi sta un pò deludendo ultimamente.
Saluti,Leonardo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Restano 11 italiani in corsa:
1) Damiano Caruso è 16o in classifica a 7 minuti, secondo me lí non ci fa nulla, tanto vale che si prenda intenzionalmente una mezz'ora così se mai saltasse fuori l'opportunità può fare una fuga (anche solo con intenzione di appoggiare Landa)
2) Bettiol sta facendo il gregario, si spera trovi una buona condizione per le classiche del Nord, e finché Uran regge così bene non penso che la EF gli darà molto margine.
3) Cataldo è qui come gregario, anche lui deve sperare che il suo capitano (Mas) rimbalzi.
4) Trentin speriamo che sfrutti la terza settimana, quando mezzo gruppo si trascina e si lasciano andare via fughe in tappe impensabili.
5) Colbrelli è qui come gregario...mah
6) De Marchi, ora che non c'è neanche Zakarin, qualche fuga deve tentarla.
7) Oss 100% gregario
8) Marcato 101% gregario
9) Consonni altro gregario
10) Viviani ha le polveri super bagnate
11) Bonifazio è al Tour perché è in una squadra francese, vittoria improbabile, magari un buon piazzamento se saltano un po' di velocisti?
1) Damiano Caruso è 16o in classifica a 7 minuti, secondo me lí non ci fa nulla, tanto vale che si prenda intenzionalmente una mezz'ora così se mai saltasse fuori l'opportunità può fare una fuga (anche solo con intenzione di appoggiare Landa)
2) Bettiol sta facendo il gregario, si spera trovi una buona condizione per le classiche del Nord, e finché Uran regge così bene non penso che la EF gli darà molto margine.
3) Cataldo è qui come gregario, anche lui deve sperare che il suo capitano (Mas) rimbalzi.
4) Trentin speriamo che sfrutti la terza settimana, quando mezzo gruppo si trascina e si lasciano andare via fughe in tappe impensabili.
5) Colbrelli è qui come gregario...mah
6) De Marchi, ora che non c'è neanche Zakarin, qualche fuga deve tentarla.
7) Oss 100% gregario
8) Marcato 101% gregario
9) Consonni altro gregario
10) Viviani ha le polveri super bagnate
11) Bonifazio è al Tour perché è in una squadra francese, vittoria improbabile, magari un buon piazzamento se saltano un po' di velocisti?
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Re: La crisi del ciclismo italiano
D'accordo al 100%.Cthulhu ha scritto: ↑domenica 6 settembre 2020, 22:48 E' lo sport italiano in generale che è in crisi.
Nel calcio nell'ultimo decennio l'Italia non ha vinto nessun torneo internazionale ufficiale per club o per nazionali a tutti i livelli ( maggiore ,olimpica,U21,U20,U19,U17). E parlo di più di 80 tornei in tutto e 0 vittorie.
Nel basket dopo l'argento 2004 non ci siamo mai più qualificati per le Olimpiadi. E le nostre squadre di club sono anni che non arrivano nemmeno ai playoff nell'Europaleague che una volta dominavamo o quasi.
Nel rugby siamo la barzelletta del 6 nazioni.
L'atletica nemmeno tantissimo tempo fa aveva i Mori,gli Schwazer, i Gibilisco, i Baldini, ora al massimo elemosiniamo qualche bronzino nella marcia femminile.
La pallavolo regge ma una volta dominavamo ora non vinciamo più nulla.
nel motociclismo siamo sempre competitivi ma i tempi d'oro sono passati. La F1 esula da questo discorso e comunque è meglio stendere un velo pietoso
Potrei continuare con boxe, canottaggio,ginnastica,sci di fondo,etc.
Poi alle Olimpiadi reggiamo nel medagliere, ma grazie a sport da quattro ( anche tre ) gatti come tiri al piattello e alla carabina,arco,scherma e simili.
Uniche note positive nuoto, sci alpino, biathlon.
Il tennis maschile è in netta crescita ma per ora non pareggia la sparizione delle nostre magnifiche donne.
E soprattutto non abbiamo nessun campionissimo riconosciuto come tale in tutto il mondo. Valentino,Tomba, Baggio, Maldini erano idoli mondiali conosciuti ovunque, ora chi abbiamo ?
Alla fine il ciclismo non è nemmeno quello messo peggio.
Il fatto è che fino a qualche anno fa bastava avere una buona base di praticanti per avere quasi per caso degli ottimi atleti. Adesso 1) ci sono molti stati che prima avevano ben altri problemi da affrontare che adesso hanno una buona base di praticanti in molti sport, come dicevi tu. Quindi sono d'accordo che per l'Italia, come per tutti gli stati sia praticamente impossibile replicare dominazioni pluriennali in molti sport. Però 2) l'altra grande novità è una crescente scientifizzazione degli allenamenti e della richiesta di competenza da parte di chi allena e/o gestisce un determinato sport. In pratica non basta avere una buona base di praticanti per generare dei campioni. In Italia si sa come va e da chi sono coperte le cariche che dovrebbero dare la direzione, questo è il grosso problema da risolvere per me. Basti pensare al calcio: pensate ai quanti praticanti ci sono e quale sia il livello della nazionale rispetto alle prime 10 nazioni.Krisper ha scritto: ↑giovedì 10 settembre 2020, 9:44 La verità è che siamo stati abituati bene in passato.
Nel ciclismo rispetto all'atletica, ad esempio, reggiamo ancora.
L'atletica è la cartina di tornasole del livello sportivo.
Pochi giorni fa è stato fatto il nuovo record italiano nei 5000 mt.
13'02''26 Yeman Crippa
Il precedente record italiano era di Totò Antibo 13'05''59
Il livello mondiale è salito troppo.
Il record mondiale è irraggiungibile per un non africano, Cheptegei 12'35"36.
Ma la decima prestazione mondiale è di 12'47"04 di Sihine.
Parliamo di distanze siderali.
Al di là dei problemi strutturali dello sport Italiano, e sono tanti, credo ci si debba abituare ad un ridimensionamento sportivo.
Più per meriti altrui che per nostri demeriti, che comunque ci sono. La politica sportiva italiana è da rifare tutta.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
I grandi giri non sono proprio la specialità in cui i corridori italiani si esprimono al meglio. Se poi ci aggiungiamo che alcuni hanno optato per il giro, altri sono caduti, altri devono lavorare per altri, un altro in quarantena, un altro ha la depressione, alla fine la situazione sembra molto più tragica di quello che è.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma quanti sono alla tirreno?cassius ha scritto: ↑venerdì 11 settembre 2020, 21:22 Restano 11 italiani in corsa:
1) Damiano Caruso è 16o in classifica a 7 minuti, secondo me lí non ci fa nulla, tanto vale che si prenda intenzionalmente una mezz'ora così se mai saltasse fuori l'opportunità può fare una fuga (anche solo con intenzione di appoggiare Landa)
2) Bettiol sta facendo il gregario, si spera trovi una buona condizione per le classiche del Nord, e finché Uran regge così bene non penso che la EF gli darà molto margine.
3) Cataldo è qui come gregario, anche lui deve sperare che il suo capitano (Mas) rimbalzi.
4) Trentin speriamo che sfrutti la terza settimana, quando mezzo gruppo si trascina e si lasciano andare via fughe in tappe impensabili.
5) Colbrelli è qui come gregario...mah
6) De Marchi, ora che non c'è neanche Zakarin, qualche fuga deve tentarla.
7) Oss 100% gregario
8) Marcato 101% gregario
9) Consonni altro gregario
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11) Bonifazio è al Tour perché è in una squadra francese, vittoria improbabile, magari un buon piazzamento se saltano un po' di velocisti?
Classifica di tappa oggi
Primi 22..20 stranieri 2 italiani
Ci son 3 inglesi
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Re: La crisi del ciclismo italiano
3 inglesi?
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Knox, Yates, Thomas
Saluti,Leonardo
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Pensavo che Thomas non fosse inglese ma gallese
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Re: La crisi del ciclismo italiano
La prima vittima della crisi nera del movimento è proprio nibali. Che si vede appiopparsi tutte le speranze di uno stuolo di appassionati ( che, pur non essendo in proporzione al pari di altre nazioni, è cospicuo) e si trova addosso pressioni che non avrebbe se ci fossero corridori giovani della sua caratura.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Hai dimenticato Wimbledon, il Superbowl e il concorso ippico Piazza di Siena
Re: La crisi del ciclismo italiano
Magari...kreuziger80 ha scritto: ↑venerdì 11 settembre 2020, 22:30Hai dimenticato Wimbledon, il Superbowl e il concorso ippico Piazza di Siena
Re: La crisi del ciclismo italiano
si è galleseSalvatore77 ha scritto: ↑venerdì 11 settembre 2020, 22:01 Pensavo che Thomas non fosse inglese ma gallese