sagittario1962 ha scritto: ↑giovedì 8 ottobre 2020, 11:04
non lo potremo mai sapere, perchè non avremo mai un riscontro diretto, ma quando si vincono delle corse "mutilate" o atipiche il sospetto che a regime normale l'esito potesse essere anche diverso rimane sempre, per quello aspetto a giudicare Bernal dopo la vittoria in un Tour normale o di un eventuale altro GT, ma lo stesso discorso vale per Pogacar per ora prendoatto che ha vinto e come ha vinto, però prima di definirlo fenomeno, campione dei campioni, nuovo indurain ect ect aspetterei una stagione normale .......
Però è la carriera intera, per quanto breve di Bernal, che non può certo essere già ora ricondotta a "vincitore di corsa mutilata" e stop.
Perché qui parliamo di uno che ha corso solo per vincere in questi tre anni ed ha vinto o si è piazzato sul podio in praticamente tutte le corse a tappe che ha disputato.
E non mi riferisco al Giro delle Castagne di Castiglione Olona, ma andando in ordine cronologico prendendo come partenza il Tour dell'Avenir 2017 (puntualmente vinto):
2018
Santos Tour Down Under: 6° (che fa quasi più impressione delle vittorie, per quanto poco è adatto a lui)
Colombia: 1°
Catalunya: 2° ma poi ritirato per brutta caduta in piena lotta per vincere
Romandia: 2°
California: 1°
Tour: 15° al debutto da galoppino
2019
Colombia: 4°
Parigi-Nizza: 1°
Catalunya: 3°
Svizzera: 1°
Tour: 1°
2020
Colombia: 4°
Occitania: 1°
Ain: 2°
Si presenta al Lombardia da quando è bambino, e non c'è verso che esca dai 15 con già un podio. Ha fatto una sessione di classiche italiane autunnali, e non c'era verso che uscisse dalla top 10 con già in bacheca il Gran Piemonte.
E qui ci si ferma perché semplicemente non ha corso altro, ma quindi o vale il teorema per cui nessuno a 23 anni e dopo 3 stagioni tra i pro può essere considerato un campione in quanto ha corso troppo poco (e ci può pure stare), oppure qui siamo già di fronte ad un fuoriclasse con qualche tratto di cannibalismo, magari più educato di altri.