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lemond
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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - VIII

Gli artisti costituiscono divisioni che si aggiungono al "corpo d'armata" della falsificazione. Alla storia di Gesù (Giosuè) e dei suoi, sono offerti volti e forme, sguardi, voci, sangue e carne che per nulla intersecano la realtà. (Si pensi ad es. a Gesù biondo con gli occhi azzurri e alla ricostruzione più veritiera fatta pochi anni fa dalla BBC https://www.centrometeoitaliano.it/curi ... 015-34407/)
E poi ci sono il diritto e la scuola: il giurista è un misto di prete e soldato e, come dice Tacito, dà l'apparenza di pace alla violenza, o meglio vieta ogni altra forza che non sia quella che è lui stesso a imporre! Il professore educa ad obbedire agli arabeschi della scolastica e alle volute della retorica e riassumendo: il potere giudaico-cristiano si accanisce a massacrare chiunque ... osi!
Tutto ciò dura quasi un millennio e mezzo e il fatto (s.m.) più divertente è che il primo dinamitardo del cristianesimo, all'inizio del Settecento, è un parroco: Jean Meslier. :diavoletto: (vedremo la sua storia a suo tempo)
Prima, come abbiamo detto, una casta ha sottomesso le popolazioni, appoggiandosi a Dio, ma non si umilia mai una persona, o meglio un popolo, impunemente. Il risentimento è una potenza in grado di distruggere anche il dominio e la meccanica feudale produce una contro-meccanica ed essendo Dio parte integrante della prima, la sua morte struttura la seconda. :) Per imporre la nuova legge, l'uomo del Risentimento sostituisce il rogo con la ghigliottina, ma non è certo rigirando il guanto che si elimina il "male". E quindi l'entropia di questa nuova potenza trionfa sull'opposto. Certo non è più il dogma cristiano a imporre le regole, ma neppure la filosofia. La ragione negatrice della fede è travolta dalla forza bruta e il nichilismo si trova di fronte a un viale aperto. È questo il punto a cui siamo giunti: una zattera della Medusa in un mare, prima della tempesta ...


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lemond
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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - IX

La civiltà giudaico-cristiana si costruisce (forse) su una finzione: il Gesù (Giosuè) storico, del quale non esiste nessuna prova coeva, ma l'arte successiva lo ha presentato con il corpo dell'ariano occidentale che lo ha dipinto. E nemmeno nei vangeli (che peraltro sono successivi (di anni) alla presunta morte) si trova un versetto nel quale si descriva l'aspetto fisico.
Gesù di Nazareth (ovviamente non si sa se sia nato lì) si è fatto diventare il Cristo Pantocratore, che cristallizza quasi duemila anni di storia occidentale!
La genealogia che emerge dai vangeli è davvero strana, perché si deve presentarlo come il Messia atteso dagli ebrei, anche se poi questi ultimi non lo riconoscono. E chi ha costruito la figura l'à composta con esattezza, siccome era stata prevista! :) Si afferma appunto che quanto è annunciato nell'Antico, si realizza nel Nuovo Testamento, il futuro del primo diventa il passato del secondo.
Come si sa c'è un detto "in nomen omen" e il nonno di Gesù (Giosuè) si chiama Giovacchino che significa preparazione del Signore, la nonna (Anna) ci ramanda invece alla *grazia*. Già queste semplici informazioni patronimiche annunciano la natura metaforica di tutta la storia! :D
Purtroppo i vangeli sinottici non indugiano molto su Gioacchino e Anna, per cui dobbiamo ricorrere agli apocrifi per avere notizie più dettagliate (ma tant'è, non c'è nessuna ragione per sostenere che i primi siano diversi dagli altri, se non per motivi utili a chi li ha canonizzati).
Nel Protovangelo di Giaomo e nel Vangelo dell'infanzia dello Pseudo-Matteo ci sono storie riciclate (come succede sempre nel Cristianesimo) dall'Antico Testamento, in particolare quella di Sarah/Abramo e dell'inattesa nascita di Isacco, annunciata da un angelo dalle sembianze umane.
Come Sarah, Anna sembra sterile e Gioacchino parte per digiunare quaranta giorni nel deserto e permettere a Dio di mandarle il figlio che cancellerà l'affronto della sterilità (considerata proiprio una punizione divina).
P.S. I quaranta giorni rimandano a durate simboliche, sempre dell'A.T.
Dopo sette mesi (il sette è la cifra della perfezione) Anna dà alla luce Maria.


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - X

Il Vangelo dell'infanzia fornisce altre informazioni: Gioacchino è pastore e si tratta di allegoria, nel senso che guida il gregge dei fedeli, così come poi farà il nipote. Sposa Anna a venti anni, ma non avendo figli dopo quattro lustri, i sacerdoti gli impediscono di entrare nel Tempio e allora, come gà scritto, parte per il deserto, non i canonici quaranta giorni, ma cinque mesi, perché cinque è il numero nuziale (la somma del due femminile e del tre maschile).
Mentre si trova colò, riceve, dall'inviato divino, l'annuncio che sarà padre.
In sintesi: un nonno mette al mondo una figlia (almeno) senza aver toccato la moglie ed entrambi sono in età avanzata e la stessa cosa si ripeterà per i genitori. Il fatto che sulle radici di un simile albero genealogico si sia edificata una civiltà lascia presagire un romanzo storico di sicuro affascinante. :diavoletto: :diavoletto: :diavoletto:
Gesù (Giosuè) è nato ed esiste solo il Vangelo dello pseudo-Tommaso nel quale si narrano le vicende del monello dai cinque ai dodici anni e questo testo dimostra, per citare Nietzsche, come si possa essere umani, troppo umani e, per dirla tutta una vera "faccia da schiaffi"! Forse è proprio per tal motivo che questo gioellino letterario non è stato inserito nel "corpus" neotestamentario e relegato negli scritti apocrifi (segreti), nonostante sia l'unico (come già detto) che ci tramandi qualcosa di quel periodo. :x
Un paio di esempi: durante il giorno dello Shabbat (il sabato) le legge proibisce ogni attività, ma il piccolo Giosuè non obbedisce e prende in giro anche suo padre che lo sgrida.
Mentre sta camminando con Giuseppe, un bambino lo urta inavvertitamente e lui: "Non proseguirai la tua strada!" E il bambino cade morto!
(Per chi volesse conoscere di più, si rimanda alla lettura integrale di questo Vangelo). ;)


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Come al solito le cose che posti sono interessantissime e spesso per me autentiche novità ( ignoravo completamente l' albero genealogico del Cristo e le relative vicende ), ma riguardo invece l' aspetto del puro determinismo vero motore delle vicende del nostro pianeta si potrebbe integrare in modo abbastanza aderente al concetto vichiano dei corsi e ricorsi storici?


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Gimbatbu ha scritto: giovedì 29 ottobre 2020, 10:31 Come al solito le cose che posti sono interessantissime e spesso per me autentiche novità ( ignoravo completamente l' albero genealogico del Cristo e le relative vicende ), ma riguardo invece l' aspetto del puro determinismo vero motore delle vicende del nostro pianeta si potrebbe integrare in modo abbastanza aderente al concetto vichiano dei corsi e ricorsi storici?
Vico lo conosco poco, ma mi fido di Carlo Sini e quindi si può sostenere che sia uno dei più grandi filosofi della storia, anche se misconosciuto. E, per il resto, credo tu abbia ragione, anche se penso subito a Spinoza che, per me, lo saprai è Er Più. ;) :cincin:


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XI

Per la biografia, mancando un Gesù (Giosuè da qui in avanti useremo solo questo) storico, è stata creata una figura "di carta", partendo da racconti poetici, simbolici, mitologici, ma soprattutto dalle opere d'arte. La nostra civiltà tiene a battesimo il processo di estetizzazione di un concetto per cercere di renderlo presente nella storia.
Prendere le metafore alla lettera vuol dire condannarsi a non uscire mai dal meraviglioso e quindi occorre cercare altro e cioè l'allegoria. Come esempio perspicuo possiamo citare Matteo "Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo".
Questa citazione dimostra come Giosuè non è che il nome trovato da quegli ebrei che credevano che il Messia profetizzato fosse ormai giunto. Bastava attingere dai testi profetici per trasformarlo nell'autentico e pertanto la sua vita era già scritta ancor prima che lui la vivesse. L'ascendenza di Giosuè è tratta dall'A.T; il messaggero che appare a Maria si trova nella Genesi, la vergine è già presente in Isaia, il battesimo purificatore nel Giordano sta già nel secondo Libro dei Re. E lo stesso per la tentazione nel deserto, i mercanti nel Tempio, la moltiplicazione dei pani, Betlemme (città di Davide), etc. Persino la passione si trova già inscritta in filigrana nel salmo XXII, intitolato "Le sofferenze e la gloria del giusto".
Chi vuol intendere la vera figura di Giosuè, si deve leggere il Vangelo secondo Giovanni, il più cerebrale ed enigmatico, ma così deve essere perché quel che cerca non è la verità storica, ma quella concettuale. Il vero corpo di Giosuè è un "corpo assente" e proprio grazie a questa assenza che può diventare presente, perché infatti la civiltà giudaico-cristiana è riuscita a dare un corpo a Cristo che ne aveva solo uno in forma di *Logos*, di verbo, di parola. Credere al logos porta direttamente all'illusione della salvezza. ;) Certo il cristianesimo ha ancora più di un miliardo di "fedeli" sul pianeta, però, per quanto un'allucinazione possa essere collettiva, rimane pur sempre un'illusione. ;)


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XII

Per trasmutare la teoria di Giosuè in "oro" religioso, c'è voluta l'azione di un uomo che col corpo non aveva avuto una grande fortuna (era, per quel che sappiamo, impotente). Saulo di Tarso fa il proprio ingresso nella storia di quel periodo contribuendo all'omicidio di Stefano, che poi è diventato il primo martire cristiano (un ebreo ucciso da altri ebrei! :P ) Saulo, diventato Paolo costruisce la propria storia, edificandosi una personalità "ad hoc", riscrive i discorsi e cambia i fatti, raccontando la storia del cristianesimo come l'à auspicata e con lui al centro, come strumento di Dio, che permette l'espansione della profezia di Cristo all'intiero pianeta, perché è il primo che si rivolge ai Gentili.
Che faccia smaccata propaganda per se stesso dovrebbe impedire che i suoi testi siano trasformati in documenti storici, ma invece è andata proprio così! :champion:
Lui, come detto, si autoelogia e si proclama apostolo delle Genti, cioè colui che ha universalizzato il cristianesimo; in realtà è stato Costantino (e poi Teodosio) il vero e proprio convertitore, anche se va detto che senza Paolo, la conversione dell'Impero sarebbe stata meno facile.
Paolo, come scrive lui stesso, era afflitto da una spina nella carne e forse è proprio questa che permette di risolvere l'enigma di una vita passata senza donne e senza moglie (che per gli ebrei era andar contro la "legge"). Il disprezzo delle donne e della sessualità, la proposta del modello della madre vergine sono alcuni dei paradigmi che il corpo giudaico-cristiano infligge per più di mille e cinquecento anni agli occidentali, partendo dal corpo malato e debilitato del Nostro.
Restando al corpo, notiamo che Giosuè è circonciso e pure Saulo lo è, normale sono ebrei, però la somiglianza fra i due finisce qui, per quanto attiene al corpo. Per quel poco o niente di "vero" che sappiamo, Il primo non ha mai manifestato disprezzo per la carne degli altri, non ha mai messo in guardia contro i rapporti sessuali, non ha mai invitato nessuno a sposarsi o no. Paolo ha voluto invece trasformare l'impotenza fisica (propria) nella potenza dei cristiani e in effetti c'è riuscito per secoli! :champion: :grr:


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XIII

Se nella tradizione artistica Paolo è rappresentato con una spada è perché essa indica molto bene la collusione fra religione e politica, resa possibile dalla dottrina che in qualche modo fonderà quello che più tardi sarà chiamato "cesaro-papismo".
Per Paolo il corpo di Cristo è la Chiesa ed essa è il potere concentrato in una sola persona: un imperatore che è papa e un papa che è re. Un episodio, tratto dagli Atti degli Apostoli, ci riporta un autodafé: Paolo si trova a Efeso e converte dodici abitanti (tanti quanti gli apostoli) ed essi si misero a parlare lingue diverse e a profetare, in altre parole, colpiti da glossolalia, discorrevano in una lingua inventata, come se fossero posseduti. In questa città resta per due anni, compiendo anche miracoli, ma soprattutto il clima è improntato alla violenza contro i diversi ed è assolutamente fuori discussione che si possano avere idee che non siano le sue, tant'è che Luca racconta come arrivino alcune persone, prima pagane, che di loro sponte buttano libri a bruciare in un grande falò. Si tratta, come dice l'agiografo cristiano, di libri di magia, anche se facciamo fatica a immaginare il significato di questo termine per gente che crede che una donna possa essere allo stesso tempo vergine e madre, che un padre possa avere figli senza rapporti sessuali, che un uomo possa morire e resuscitare dopo tre giorni e salire al cielo, per sedersi alla destra del Signore. ;)
Probabilmente si tratta di libri come i numerosi rotoli di Democrito e di Epicuro che sono stati cancellati dal pianeta per questa imperante (per secoli) ideologia mono- ... :grr:
Da Paolo a Efeso, la storia ci propone numerosi esempi corrispondenti, come Bernardo Gui e il suo Manuale dell'inquisitore, papa Urbano II che scatena la prima crociata, Arnaud Amaury, arcivescovo di Narbonne, a capo dell'ordine cistercense, che organizza la crociata per reprimere la rivolta catara e che è rimasto famoso per quel: "Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi!" E poi H. Cortès che mette in pratica nel nuovo mondo quel versetto di Matteo: "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada! Sono venuto a separare l'uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa". Eccola, la famosa spada associata a San Paolo. :)
Oppure (in Luca 12,49) "Sono venuto a gettare fuoco sulla terra e quanto vorrei che fosse già acceso". (Luca 19,27") " E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me".
Ce ne sono altri di passi simili, ma che importa, tanto ... non contano per chi già è sicuro che la propia fede è quella vera e giusta! Ma chi conosce un po' la storia sa che la Chiesa sarà sempre la spada della civiltà giudaico-cristiana. :(


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XIV

A Paolo i filosofi non piacciono, per lui la loro disciplina è costituita solo da "vuoti raggiri". A quei tempi agli amanti del "sapere" doveva bastare la religione con le proprie finzioni rassicuranti. ;) Negli Atti degli Apostoli leggiamo che certi epicurei e stoici discutevano con lui e alcuni si chiedevano che cosa vorrà mai dirci questo ciarlatano? E in effetti la "resurrezione della carne" è una di quelle cose che fanno sogghignare i discepoli di Zenone e di Epicuro. :D
Paolo ha notato che ad Atene c'era un altare per il dio sconosciuto (perché i politeisti sono sempre stati rispettosi con gli dèi altrui) e subito se ne impadronisce, affermando che non solo è il suo, ma che è anche l'unico! Il gesto è assolutamente significativo e al contempo profetico: intollerenza verso tutti gli altri non appena il Dio di Paolo avrà assunto il potere temporale!
Naturalmente Paolo è il fondatore della teologia politica con la terribile affermazione che "ogni potere viene da Dio!" La Lettera ai romani, dove si enuncia questa teoria, rappresenta una vera e propria benedizione per ogni politico al potere, perchè così è in grado di assimilare chiunque gli si oppone non a un avversario politico, ma a un vero e proprio nemico di Dio! A condizione di dirsi cristiana, qualunque figura depositaria di un potere si trova "de facto" investita di un'autorità alla quale ci si può solo sottomettere!
Le cose sono dette chiaramente: sottrarsi al vicario, vescovo, papa, imperatore significa rifiutarsi a Dio!
Nel testo della lettera ritroviamo anche la famosa spada che si rivela sempre più strumento di dominio, che sarà provvidenziale per Costantino il quale riuscirà così a ritornare alla monocrazia, in vece della tetrarchia di Diocleziano e la civiltà giudaico-cristiana con lui sarà pronta a marciare. :x E saranno i pagani che soccomberanno a causa della loro fede, che non è quella giusta.


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XV

Il cristianesimo delle origini è una cosa impossibile da tenere insieme, ci sono più sette che persone (quasi) e allora occorre qualcosa o qualcuno che metta ordine: il concilio. Qui è dove la "verità" della Chiesa si costituisce e altro non è che la cristallizzazione politica ottenuta dai vescovi più furbi, violenti e spesso anche più ricchi ed essi decidono che quanto proclamato in tal guisa è verità ossoluta, emanata dallo Spirito Santo. Opporsi a una decisione conciliare significa a quel punto essere contro Dio e ormai siamo sulla strada per la costruzione di un vero, unico, obbligatorio modo di pensare, che porterà alla "civiltà giudaico-cristiana"!.
Una cosa che può far riflettere è scoprire che alcune delle decisioni fondatrici sono prese da 18 vescovi al concilio di Cartagine nel 253, 14 a Colonia nel 346, 12 a Saragozza nel 380, 31 a Costantinopoli nel 448. Ma l'importante non era il numero, bensì che fosse presente lo Spirito Santo. :diavoletto: Va aggiunto che alcuni vescovi sono analfabeti, mentre altri padroneggiano bene la retorica classica. Dopo Costantino l'oro scorre a fiumi e gli uomini dell'imperatore distribuiscono denaro in abbondanza per ottenere la nomina di questo o quell'altro vescovo.
Non basterebbe una vita intiera per sbrogliare la matassa patristica nel suo insieme, pertanto ci può essere utile seguire una questione particolare per vedere come funziona la macchina che produce ideologia e verità istituzionali. Ci sembra che la "questione ebraica" possa servire, perché per diventare tale, la Nostra civiltà deve evolversi e quindi non ha altra scelta che essere *antisemita*. D'altra parte quest'aspetto si trova già nella prima lettera ai Tessalonicesi di Paolo. La questione fondamentale fra le due sette giudaiche sta nel fatto che, secondo i vangeli, Giosuè sostiene di essere la verità avvenuta, mentre gli ebrei ortodossi dicono che il Messia deve ancora venire. Da questa contraddizione basilare non può che crearsi nel tempo una distanza sempre maggiore e quando Giosuè muore sulla croce, Paolo afferma chiaramente che ad avere ucciso il Cristo sono gli ebrei! Popolo deicida, popolo odiato da Dio e soprattutto nemico di tutti gli uomini.
P.S. La chiesa cattolica abolirà questa definizione degli ebrei solo nel Concilio Vaticano II del 1962, ben 17 anni dopo la Shoah.
P.P.S. La storia del c.d. ebreo errante, cioè che Giosuè avrebbe detto a un ebreo (in rappresentanza degli altri) "Io riposerò, ma tu dovrai vagare fino al mio ritorno" non si trova in nessun Vangelo, né canonico, né apocrifo! Però è passata comunque come verità di fede.
In sintesi si può sostenere con buone ragioni che la patristica si è incaricata di costruire il dispositivo antisemita occidentale.


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XVI

È lunga la lista dei Padri della Chiesa che hanno scritto per additare gli ebrei come responsabili della morte di Giosuè, Cristo e Dio (tre istanze in una sola persona ;) ) Giovanni Crisostomo (alla lettera bocca d'oro) è uno dei più importanti e con Agostino, Ambrosio e Cirillo è implicato anche nei disordini (voluti) in Alessandria, che portarono all'assassinio di Ipazia! Costui ha scritto non meno di otto sermoni contro gli ebrei e, in definitiva, ritiene che siano "adatti a essere uccisi" e che il dovere di ogni cristiano è odiarli; e infatti lui li tratta come se fossero maiali, capri, animali selvatici.
Ma già con Costantino al potere, l'antisemitismo sulla carta, era diventato de facto ed Eusebio di Cesarea (bugiardo patentato, quando gli fa comodo, ma anche agiografo dell'ilmperatore santo, secondo lui) ci riporta un florilegio di citazioni che mostrano come si dovevano trattare gli ebrei. Ad es. "Era opportuno che ... non esistesse più nessuna consuetudine in comune con coloro che hanno ucciso il nostro Padre e Signore". Sotto il suo regno si tiene (fra gli altri) il concilio di Elvira, dove gli ebrei sono separati in tutto dai cristiani "ope legis". Dipoi l'editto di Milano (sulla tolleranza) sarà abolito e Costantino decreta pesanti tasse agli ebrei, dispensando invece incredibili privilegi ai seguaci di Paolo (i governanti italiani in materia IMU, 8 per mille etc. hanno preso spunto da lui!)
La civiltà giudaico-cristiana è diventata tale facendosi antisemita e infatti da Agostino d'ippona (che li vorrebbe condannati all'erranza e all'umiliazione per mostrare il trionfo della Chiesa sulla Sinagoga), fino a Martin Heidegger, anche lui cattolico, che negli appunti sui Quaderni Neri sfoga la propria avversione a quel popolo, l'antisemitismo è sempre stato strettamente connesso al cristianesimo.
Un certo A. Hitler nel "Mein Kampf" : "Anche Costui non nascose la sua opinione al popolo ebraico e afferrò perfino la frusta per cacciare dal tempio del Signore questi negatori dell'umanità, i quali già allora vedevano nella religione un mezzo per fare ottimi commerci. Perciò Cristo venne inchiodato alla croce".
L'antisemitismo dei nazisti, che invece non furono mai avversi ai cristiani e, nei confronti dei quali, Papa Pio XII nutriva qualche debolezza, è s.m. uno dei segni di fine di questa civiltà.


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XVII

Per il cristiano medio una domanda basilare è sempre stata quella di come comportarsi in materia sessuale, se non "perinde ad cadaver", perché visti gli esempi di Cristo e Maria non è che rimanga molto. :x
Una regola si può trovare nella Prima lettera ai Corinzi che, scritta da un nevrotico, forse è riuscita a infettare milioni di altri con quel virus!
- Fornicare significa pecccare contro il corpo, che è un tempio dello Spirito Santo (in altre parole non si possono avere rapporti se non in funzione della procreazione). Vorrei che tutti fossero come me ... Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno dominarsi si sposino: è meglio sposarsi che bruciare. - (Lasciamo a chi legge, immaginare che cosa pensasse Paolo dei rapporti omosessuali, perché poi non c'è peggior fustigatore di un male, di colui che lo brama)
Interessante è anche la misoginia del Nostro apostolo "... di ogni uomo il capo è Cristo e capo della donna è l'uomo".
Altro punto da esaminare è come si sia passati dal peccato di conoscenza che Eva avrebbe commesso nel Gan 'Eden, che significa in ebraico luogo recintato e custodito, a quello invece della carne e che si trasmetterà, attraverso lo sperma, a ogni generazione successiva? Nella bibbia non c'è traccia e sancirà questa trasformazione per la prima volta il concilio di Cartagine nel 418. Proprio in questo periodo tal Agostino d'Ippona stava scrivendo "De civitate Dei contra Paganos" e, senza che la Genesi fornisca alcuna traccia, inventa che Adamo ed Eva hanno commesso disobbedienza attraverso la *carne*. Come un freudiano "ante litteram" colui che nella sua vita era stato un noto "puttaniere" assimila il serpente al sesso e tutto comincia e finisce lì!
Questa teoria ha il vantaggio di preservare Giosuè dal peccato originale (costruzione Agostiniana contro la Bibbia), perché lui è stato concepito senza sperma, non curandosi di far diventare collettivo un eventuale peccato singolare. Pelagio provò a far ragionare il Nostro sul perché tutti dovevano sentirsi responsabili di un male che non avevano compiuto e nemmeno pensato, ma la risposta fu che Pelagio dava troppa importanza alla libertà!
L'autore delle "Confessiones" è stato un personaggio autoritario, opportunista (quanto mai), violento e carrierista, un uomo che abbandonòa la concubina per sposare un'ereditiera e non è troppo difficile per lui combattere con la menzogna ciò che si mette di traverso alla propria strada! Pelagio fu facilmente sconfitto e, come detto, nel concilio di Cartagine la dottrina di Agostino divenne un dogma di fede cattolica, con tanti saluti alla lettera della Bibbia! (Ma che importa, la bibbia sono loro!) :x


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Gimbatbu
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Re: Storia

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Trovo sempre più interessante queste pagine . Volevo chiederti se le rielabori tu o sono effettivamente gli scritti originali di Onfray.


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Gimbatbu ha scritto: giovedì 5 novembre 2020, 11:39 Trovo sempre più interessante queste pagine . Volevo chiederti se le rielabori tu o sono effettivamente gli scritti originali di Onfray.
Come sempre, parto dal testo e, mentre sintetizzo, se mi pare opportuno, aggiungo qualche chiosa, ma senza mai (credo) andare oltre il pensiero dell'autore. Non vorrei mai fare come i traduttori e gli esegeti della bibbia che, in tale libro, leggono quello che vogliono.
Per es, che Agostino fosse un *puttaniere* l'ò aggiunto io, ma è frutto di una ricerca storica che credo quasi nessuno contesta. Stesso discorso che sempre Agostino facesse parte della "banda dei quattro" che ha partecipato al far nascere i fatti di Alessandria, anche se qui invece le opinioni degli esperti sono più controverse. E non sapremo mai con esattezza com'è andata, però conoscendo i quattro (uno peggio dell'altro) non ci vuole poi molto ad arrivare a certe "conclusioni teoriche". :) :cincin:


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Ti ho chiesto questo proprio perché riconoscevo il tuo stile e, con tutto il rispetto per Onfray di cui, incuriosito, ho letto il percorso fatto assai coerente con le sue idee, preferisco questo modo di presentare gli argomenti. Le tue sono note che aggiungono quel qualcosa che rende la stesura più interessante.


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Gimbatbu ha scritto: giovedì 5 novembre 2020, 12:59 Ti ho chiesto questo proprio perché riconoscevo il tuo stile e, con tutto il rispetto per Onfray di cui, incuriosito, ho letto il percorso fatto assai coerente con le sue idee, preferisco questo modo di presentare gli argomenti. Le tue sono note che aggiungono quel qualcosa che rende la stesura più interessante.
A mio parere sono divagazioni coerenti, associazioni spontanee di idee che vengono seguendo il filo logico, p.e. vedi l' esenzione fiscale attuale o il parallelo con il mein kampf. Sono molto personali ma decisamente adatte al contesto.
Devo dire che pur non avendo mai letto Onfray, conoscevo grazie ad altri autori l' evoluzione del culto cristiano , compreso il passaggio da perseguitati a persecutori con l' apice del periodo Costantiniano e l' assurgere a religione di Stato. E anche i dettagli su Paolo che hanno sicuramente influenzato le sue vicende, come potenziare e adattare il culto alla sua diffusione plasmandolo alla necessità
Non sono certo di avere il tempo necessario ma sarebbe interessante leggere l' autore. Grazie comunque di questo compendio arricchito , non scrivo molto su storia e religione ma seguo.


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Riallacciandomi a quello che scrive Aitutaki mi viene un dubbio: c' è stata una vera e propria persecuzione sistematica dei cristiani nel periodo precedente Costantino?


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Re: Storia

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Gimbatbu ha scritto: giovedì 5 novembre 2020, 13:28 Riallacciandomi a quello che scrive Aitutaki mi viene un dubbio: c' è stata una vera e propria persecuzione sistematica dei cristiani nel periodo precedente Costantino?
Poca roba, ma soprattutto mai per ragioni ideologiche, bensì solo perché i cristiani disturbavano l'ordine pubblico. Solo Diocleziano si impegnò a fondo per togliere quella "mala pianta(grane)". :D Senza successo, però, perché a quel tempo i cristiani erano "testoni". :)


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XVIII

Come fare in concreto per vivere seguendo il modello cristiano? Origene, intorno al 215 in Alessandria, si taglia i genitali. Altri Padri della Chiesa toccano punte di raffinatezza che vanno ben oltre la sanità mentale in materia di castrazione intellettuale!
Sui primatisti in fatto di mortificazione del corpo e della mente ci sono state molte dispute, due fra i principali aspiranti sono sant'Antonio (vita illustrata da Atanasio) e san Paolo (egiziano) primo eremita, vita scritta da Girolamo. L'aspetto più interessante è che il secondo personaggio non è mai esistito, ma riconosco che non è tanto importante l'esistenza vera, quanto il concetto edificante e su quello non ci sono dubbi. :diavoletto: E, in sintesi, si può dire che per chi ha creduto che morendo al mondo, avrebbe ottenuto la vita eterna non ci sono limiti all'odio del corpo. E il fatto che la chiesa cattolica abbia fatto santi alcuni di questi odiatori ci fa capire quanto il successo di Saulo/Paolo nell'universalizzare la propria nevrosi abbia superato le sue più floride speranze, anche se poi ci sarà da risolvere la questione di come la cultura giudaico-cristiana si possa basare ancora sull'incarnazione. :dubbio:
Se vogliamo togliere lo sguardo da chi ha dedicato la vita a Dio in modo, diciamo, così professionale, :) ci rimane da parlare del matrimonio e nei Padri della Chiesa c'è un numero considerevole di riflessioni. Qui ci limiteremo a citare (a sproposito) sant'Ambrogio come dottore della verginità, per aver celebrato tale virtù in ben cinque scritti :crazy: e dipoi che il concilio di Trento ha posto fine a ogni discussione, stabilendo che il matrimonio è uno dei sette sacramenti decretati da Giosuè/Cristo, il quale, sull'argomento, non ha mai detto nulla. :) Questo stesso concilio dichiara il matrimonio indissolubile, pone sotto anatema invece chi dichiari che questo sacramento sia superiore alla verginità e al celibato e precisa che chi vuole sposarsi secondo il rito cristiano deve conoscere questa religione prima della cerimonia. Da allora la Chiesa cattolica non ha più cambiato niente sul tema. (Vedasi ad es. Fanfani negli anni Settanta, con la sua crociata contro il divorzio).


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XIX

Nel primo secolo della nostra era, il cristianesimo è costituito da un mosaico ideologico, spirituale e iconico: c'è di tutto, nessuna unitarietà, ma solo un crociolo di dottrine (ma ancora oggi, ).
Nel II comincia a fissarsi una parte essenziale del N.Testamento, ma finché l'impero sarà frammentato, la religione (come le salmerie :D ) segue.
Diocleziano, per contrastare il declino "in primis" tenta la tetrarchia e "in secundis" crea la monarchia di diritto divino, che sarà poi raccolta e portata agli estremi da Costantino. Ma prima di arrivare ad essere un'asse portante dell'impero, i cristiani erano, si dice, perseguitati. La parola è di per sé fuorviante, perché deriva dall'inseguire e nessuno a Roma e dintorni si sarebbe preoccupato di loro se non avessero rifiutato di condividere i doveri civili, di partecipare agli affari pubblici, come ad es. di pagare le tasse e fare il soldato e in definitiva di sottrarsi a quella che poi sarebbe stata chiamata Nazione. Che cosa poteva fare Diocleziano di fronte a questo esercito di obiettore di coscienza (che poi a Costantino non obietteranno più niente!) che vogliono far morire l'impero, piuttosto che onorarlo, servirlo e difenderlo!? :dubbio:
Ma d'altra parte nell'impero romano, come in ogni aggregazione di potere antica, la maggioranza era formata da poveri, schiavi, disoccupati e similia e allora si spiega bene il successo delle nuove sette che si rivolgevano "in primis" proprio a costoro. Come non rimanere sedotti dal Discorso della montagna, che rappresenta per Giosuè l'occasione per mostrare le beatitudini?
Basta leggere l'inizio "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli ..." per comprendere come la demagogia non sia stata inventata nei tempi moderni (d'altra parte è una parola del greco antico :D ) e in effetti questo testo rappresenta una vera e propria benedizione per i potenti; mai sono stati scritte parole così "controrivoluzionarie". (La cosa si è conservata anche da noi, tant'è che il duo Pachetti/Belli su eurosport l'altro giorno hanno ringraziato Dio a nome di tutti coloro che non sono andicappati; Vladimir partecipa a un'associazione a favore dei disabili e conosce bene la vita di queste persone. Invece di interrogarsi sulla presunta teodicea, lo si ringrazia per aver creato tali ingiustizie! :muro: )
Giosuè dice al povero che proprio quello stato è la sua principale "ricchezza", il che permette naturalmente al ricco di accrescere il patrimonio senza doversi preoccupare di niente e poi arriva Paolo a dire che ogni potere deriva da Dio e con il "cesaro-papismo" si giungerà fin quasi ai giorni nostri. Con un simile dottrina che, con un'unica mossa confonde i poveri e incorona i principi, la vittoria era inevitabile. :champion: :champion:


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XX

La madre di Costantino era una specie di "inserviente" in una bettola in Bitinia quando la incontrò Costanzo Cloro che passò colà, per farsi "massaggiare" dopo una delle numerose campagne militari. Il potere costuito, dopo che il figlio è diventato "il vincitore" ha sostituito la storia vera con l'agiografia ed acco come si fa ad arrivare a sant'Elena. :D
Del pari Costantino, (Umberto Eco parlando con Alessandro Barbero lo apostrofò: "Gran figlio di puttana!"(vedi sopra, per il senso letterale :D ) è un piccolo uomo che il suo storico Eusebio di Cesarea (storico nel senso che trasforma le sue opinioni in storia) ha trasformato in intellettuale al servizio dello Stato (mentre suo nipote Giuliano lo definisce uno che avrebbe fatto bene il barbiere!) Se uno si vuol fare un'idea vera di quel che Costantino non è stato si deve leggere l'opera omnia di Eusebio, se invece vuol conoscere qualcosa di più coerente col vero, può ascoltare qui oppure leggere il libro, di più di mille pagine, scritto da A. Barbero. "Costantino il vincitore".
Una nota a margine, che non si trova nel testo di Barbero è la seguente: si dice che il 23 febbraio del 303 Diocleziano dette inizio alla Grande Persecuzione contro i cristiani, ecco se quesrto è vero, va detto che Costantino partecipa alla repressione: le porte di un chiesa sono infrante, le Scritture bruciate e l'edificio distrutto e uno dei cristiani presenti è bollito vivo e poi macellato. ;) Naturalmente Eusebio giura che lui era lì, ma non ha mosso un dito e poi era solo un ragazzo (siamo nel 303 e lui è nato nel 274, vedete un po' voi :D )
Costantino è, in verità, rimasto pagano finché ha capito che ciò gli conveniva dal punto di vista politico. Dopo l'editto di Milano le cose stavano cambiando e lui sfrutta 'occasione per invertire la rotta dell'Impero e concedere al cristianesimo nascente tutta una serie di privilegi. La Chiesa diventa una persona giuridica in grado di possedere ed ereditare lasciti, sfuggendo anche alle richieste eventuali del fisco. Inoltre un'imposta viene prelevata sulle proprietà e versata alla Chiesa e i cristiani sono esentati dal versamento delle imposte sui beni immobili, una misaura, quest'ultima, che determina conversioni in massa. ;) Infine gli schiavi possono essere liberati solo se adepti della setta.
Nel 326 si rivede la forse ex prostituta (Elena) che va in pellegrinaggio in Palestina e trova la tomba di Cristo e la vera croce. :diavoletto:
Ultimo capitolo: Costantino accetta di farsi battezzare sul letto di morte, perché sa che soltanto in questo modo avrà il suo posto nella Storia (come vuole lui, attraverso l'agiografo cristiano Eusebio di Cesarea). :champion:
Convertendosi, cambia l'impero romano in quello bizantino e pone le basi della civiltà giudaico-cristiana che spera di estendere all'intiera ecumene. ;) La lupa ormai viene mangiata dall'Agnello. :grr:


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Re: Storia

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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXI

I cristiani si sono dimenticati ormai della parusia e quanti saranno quelli che ne conoscono il significato? Essa è la convinzione che Giosuè/Cristo, morto sulla croce, tornerà sulla terra e questo ritorno è previsto non per la fine dei tempi, ma nell'arco di una vita di quei tempi. Sia detto "en passant" che il termine greco significa *presenza* (terrena). :)
I vangeli non sono molto precisi sui termini, però qualcosa ad es, in Matteo (24,34) c'è - "In verità io vi dico: non passerà questa generazione, prima che tutto questo avvenga"-. Anche Paolo nella Prima lettera ai Tessalonicesi ne parla e pensa di essere ancora vivo, quando ci sarà la *venuta* del Signore.
Ma in attesa di ciò il cristiano deve vivere una vita improntata agli insegnamenti dei Padri della chiesa e il 28 febbraio del 380, senza nemmeno aver concultato i vescovi, l'imperatore Teodosio (con l'Editto di Tessalonica) stabilisce che:
Tutti i popoli che sono retti dalla moderazione della nostra clemenza, vogliamo che restino fedeli a quella religione che la tradizione afferma che sia stata trasmessa dal divino apostolo Pietro ai Romani... Ordiniamo che il nome dei cristiani cattolici abbracci coloro i quali seguono questa legge, mentre giudichiamo che gli altri, pazzi e insensati, sopportino l'infamia legata al dogma ereticale... Essi devono essere puniti in primo luogo dalla vendetta di Dio e poi anche dalla nostra volontà, che noi riceviamo da una decisione del cielo".
Da esso si vede che l'amore nei confronti del prossimo (non cattolico) ha dei limiti e che non basta dirsi cristiani per esserlo, anzi, gli eretici saranno trattati peggio dei pagani! Teodosio, il primo imperatore battezzato all'inizio del regno, farà subito i conti con i diversi cristianesimi che "alzano la testa". Cacciati dalla capitale, è vietato loro di professare il culto e di riunirsi perfino in luoghi privati.
Tale irregimentazione dello Stato con l'aiuto della religione, se non addirittura di quest'ultima attraverso l'imperatore, partoriscono una monarchia che funzionerà per più di mille anni: il cesaro-papismo.
Esso è stato mirabilmente celebrato dal (forse) più grande falsificatore della storia di tutti i tempi: Eusebio di Cesarea che, fra laltro, afferma di possedere una lettera olografa di Giosuè/Cristo.
- Un solo Re e il suo Logos, unica legge reale - Monoteisno e monarchia costituiscono il diritto e il rovescio della stessa medaglia politica e nell'Occidente tutto ciò che ha cercato di rimettere in causa il principio del governo di uno solo, a vantaggio di un indirizzo collettivo, è stato recuperato dal principio monarchico, pensiamo a Robespierre, Stalin, Hitler, Mao etc. (perché anche Mao, tutto sommato, si è formato sull'ideologia occidentale, più che sui testi sacri orientali. ;)
Alla luce degli effetti che la parusia ha avuto sull'ecumene, pssiamo affermare che non è stata per tutti una buona novella.

:muro:


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXII

Siamo tra il IV e il V secolo ad Alessandria d'Egitto, dove vive Teone, un matematico e astronomo allora famoso. Costui ha una figlia che conduce una vita sana, improntata all'amore per il sapere, illustrato dal successo delle lezioni pubbliche su vari argomenti. Non è sposata e questo rappresenta un'insolenza libertaria in questi anni, però non risultano avventure amorose clandestine, per cui non la si poteva condannare per una vita mal condotta. Che cosa resta ai cristiani, seguaci di Paolo, che esaltano tutto il contrario per togliere di mezzo Ipazia?
Quando questa bella ragazza viene assassinata (415) siamo nel pieno di un clima di persecuzione verso i pagani, che la storia ufficiale ha passato sotto silenzio. Possiamo ricordare per fornire materia di riflessione che all'inizio del IV secolo solo il 10% della popolazione era cristiana e un secolo e mezzo dopo ... quasi tutti!
Il modo di far diminuire il numero dei pagani ci è illustrato da quanto accadde, ad es. nel 415, come ce li racconta il cristiano Socrate scolastico. Ipazia viene trascinata da Pietro, un lettore ecclesiastico, e dalla folla fino alla chiesa cesariana, dove si celebrava il culto dell'imperatore. Le strappano i vestiti, incidono la pelle con cocci di ceramica, la fanno a pezzi e ciò che resta dei brandelli viene bruciato. Il potere ha coperto l'affare e il patriarca di Alessandria, spalleggiato e forse aiutato anche da altri tre personaggi famosi (secondo alcune fonti coeve): Agostino, Ambrosio e Giovanni Crisostomo, non viene minimamente disaturbato e papa Leone XIII ne fa un dottore della chiesa nel 1882. :grr:


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXIII

Dopo e a causa di Costantino buona parte del mondo si cristianizza nel giro di tre secoli, seguendo i limiti di un impero che niente sembra poter minacciare. Invece arriva un'altra forza (militare), guidata da tal Muḥammad (Maometto), che afferma: "Sappiate che il paradiso sta sotto l'ombra delle spade" e riesce a vincere parecchie battaglie, tant'è che l'impero cristiano perde la Siria, l'Egitto e l'Africa del Nord e i musulmani arriveranno anche in Spagna e fino alle porte di Vienna.
Muḥammad ha riunito nella sua persona le tre figure principali del cristianesimo: il profeta, l'apostolo e l'imperatore e ha aggiunto (ma c'era già anche da noi) l'ispirato, il combattente e il politico. ;)
IL cristianesimo ci aveva messo circa sei secoli (come detto) a trionfare, il Nostro invece fa tutto in circa venti anni e il motivo è semplice (a sentir loro) hanno Dio con sé. :D
Il Profeta insegna che l'Islam e l'Egira cancellano tutto il passato e la spada deve lasciare il posto alla porpora, ovvero, dopo il momento delle conquiste, c'è un impero da governare, ma il periodo di tempo per far ciò per lui è breve, perché nel 632 (solo un anno dalla conquista de La Mecca) muore, ma resta Il Corano.
Allah è potente e vendicatore. Contro la persuasione, la retorica e contro la conversione per mezzo delle idee e della discussione, il Corano esorta a uccidere gli avversari dell'Islam "Uccideteli dovunque li incontriate" - "Colpiteli fra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi ... Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi". Contro il rispetto della dignità degli avversari o dei prigionieri, il Corano avalla i trattamenti "inumani" e degradanti e naturalmente invita a disprezzare i non credenti.
Questa è una religione virile, guerriera, conquistatrice, potente e forte di soldati che sono disposti a morire per la causa e l'impero cristiano dovrà fare i conti col fratello nemico per più di mille anni.
E ancora oggi, sotto la bandiera di San Paolo, i partigiani della croce vogliono cristianizzare il pianeta, a discapito dell'Islam; sotto lo stendardo di Muḥammad, i fedeli della Mezzaluna aspirano a ...
Lo scontro delle civiltà è assicurato. :grr:


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXIV

Il cristianesimo è stato messo in pericolo dagli avversari esterni, come l'Islam, ma sono soprattutto i dibattiti interni che possono frantumare ciò che non è ben unito. Ad es. la controversia sulle immagini copre l'VIII e il IX secolo e addirittura fa scricchiolare la chiesa, poi quel risultato ha reso possibile il nostro Occidente.
L'avventura (per dire così) comincia nel 726, quando l'imperatore Leone III fa distruggere un mosaico raffigurante Cristo; ne nasce un tumulto e l'imperatore reprime la rivolta, depone il patriarca San Germano e nomina Anastasio. Il papa si ribella e Leone condanna anche quella insubordinazione. In quell'anno il potere temporale rifiuta le icone e quello spirituale le difende. Leone III ha avuto grande successo contro il tentativo musulmano della conquista di Costantinopoli, ma come questi ultimi è iconoclasta e quindi rifiuta di trasformare l'immagine, che dovrebbe aiutare la preghiera, nell'oggetto stesso di questa. Per gli iconoclasti (con qualche ragione, secondo le scritture) il cristianesimo sta diventanto idolatrico. Ma i papi e i monaci difendono le icone, perché sono utili alla propaganda.
Giovanni Damasceno è stato il pensatore più importante, sulla controversia. Per lui non si può rappresentare Dio, che è puro spirito, senza commettere empietà; in compenso lo si può fare con Cristo, la Vergine, i santi e gli angeli, perché hanno assunto forma umana, basta che tale culto non si trasformi in adorazione. Damasceno tesse l'elogio delle immagini che ci istruiscono, ci ricordano i doni divini e ci esortano alla pietà.
Nello scontro fra Giovanni e Leone si gioca il futuro della religione: un destino iconoclasta avrebbe prodotto una civiltà sul tipo di quella giudaica o islamica; la prima è fondata sulla legge e sull'esegesi del testo, la seconda è quella della preghiera e del rito, della regola e della jihad.
Gregorio III (il nuovo papa) convoca un concilio a Roma nel 731 e scomunica gli iconoclasti. Leone III reagisce, mandando una flotta allo scopo di destituirlo, ma una tempeste distrugge le navi e poco dopo Leone muore; anche il figlio Costantino V sarà iconoclasta come il padre e nel 754 convoca un concilio a Hiera (vicino a Costantinopoli) e per facilitare le cose non sono invitati né il papa, né i patriarchi orientali non favorevoli alla cuasa. E naturalmente, anche se dopo sette mesi (di tanto tempo non si capisce il perchè?) il settimo concilio ecumenico dichiara eretici gli iconoduli (iconodulo s. m. [dal gr. biz. εἰκονόδουλος, comp. di εἰκών -όνος «immagine» e δοῦλος «servo»]. – Chi difese il culto delle immagini sacre durante le lotte ...).
Costantino V muore nel 775 e suo figlio (Costantino VI) è ancora un bambino, la madre Irene diventa imperatrice reggente e restaura subito il culto delle immagini: i decreti di Leone III e Costantino V sono abrogati.
Quando il figlio reclama il potere, lei gli fa cavare gli occhi, alla fine, però, se pure cieco, riesce a riprendere il potere, ma senza cambiare le leggi a favore degli iconoduli. (continua)


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXV

La guerra termina con Teodora che nell'842 diventa reggente del figlio Michele III (l'Ubriacone) e l'anno successivo convoca un concilio a Costantinopoli, dove lo Spirito Santo detta ai convenuti la regola del culto delle icone; da quel momento in poi l'Occidente cristiano potrà costruire la propria mitologia attraverso le immagini.
La civiltà giudaico-cristiana (si può dire ora) è stata in quegli anni sull'orlo di un precipizio, a rischio cioè di non avere tutte quelle opere che conosciamo.
L'arte cristiana ha certamente espresso una sensibilità intellettuale, una spiritualità, una visione del mondo, ma è anche stata un formidabile strumento di dominio delle masse. Ha fornito ad es, un corpo di carne a quel Giosuè che forse non è mai esistito fisicamente (e se sì, non certo come un bianco/biondo, con gli occhi azzurri) e alla Vergine Maria, che non è mai esistita (di lei siamo quasi sicuri), raccontando una Natività e una Crocifissione che non hanno mai avuto luogo. La stessa cosa va detta di tutti gli episodi conosciuti della mitologia cristiana che hanno lo stesso tipo di connessione con la realtà di Prometeo che ha il fegato mangiato dall'aquila o di Sisifo che sposta il masso in cima alla montagna!
Sono innumerevoli le scene che raffigurano ciò che non è mai accaduto e che esistono solo per quel gesto estetico; ne esemplifichiamo solo due: Il massacro degli innocenti e Paolo sulla strada di Damasco (forse quelli pensabili solo da una mente davvero contorta!)
(Nota mia, per chi volesse conoscere tutte le opere citata da Onfray, a pag 202 del libro ne ho contate 63 e poi lui mette ...)
Con l'arte sacra (come nel cinema attuale talvolta) la finzione diventa realtà e un esempio ci soccorre in maniera chiarissima: la crocifissione, rappresentata da innumervoli grandi artisti, che vanno (in ordine alfabetico) da fra' Angelico a Zurbaràn.
Che cosa ci racconta la storia? Ammessa, ma non concessa, l'esistenza storica del crocefisso, postuliamo che sia uno dei numerosi "illuminati" che andavano in giro per la Palestina in quegli anni per annunciare l'avvento di un Messia. Quest'uomo, secondo i vangeli viene flagellato (essa strappa, gonfia la carne e produce tumescenze; poi gli fanno altre cose e infine gli trafiggono il fianco, facendo uscire sangue e acqua. Ma tutto ciò non appare per niente nei dipinti che invece ci presentano un corpo bianco e liscio, senza peli neppure sotto le ascelle e l'unico sangue che qualcuno presenta è solo simbolico, mai reale ed è quello che sgorga dopo la morte.
Poi ci sarebbe da parlare della croce, ma che importa, perché ormai sappiamo che è stato il concilio del 692 a stabilire "una volta per tutte" come si sarebbe dovuta rappresentare la crocifissione e quindi anche le misure della croce, naturalmente corrispondenti a quella che era stata ritrovata da sant'Elena (madre di Costantino). :diavoletto: :crazy: :diavoletto:
P.S. Infine le grida "Eloi, Eloi, lemà sabactàni" (Dio mio ...) Gli specialisti di questa tortura ci spiegano che lo stress respiratorio impedisce qualsiasi cosa possa ricordare una parola, figuriamoci un grido!


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXVI

Agostino d'Ippona cita la bibbia 60.000 volte (spersso a memoria) e dimostra le sue tesi partendo sempre dal presupposto che quello che scritture dicono è vero e quindi, secondo lui, sia Matteo (5,44) dove Giosuè dimostra mitezza che Luca (19,27) "E quei miei nemici che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me".
La scolastica (di cui Agostino fa parte) è quel c.d. pensiero filosofico che vuol dimostrare che si può dire una cosa e il suo contrario, senza incorrere nella c.d. aporie. Anche se di solito il metodo migliore per avvalorare le loro tesi era conservare tutte le opere che andavano bene per le proprie tesi e distruggere il resto. Delle trecento opere di Epicuro sono ad es. rimaste 3 lettere, così come Democrito è stato cancellato e in effetti l'atomismo è affatto incompatibile con il pensiero giudaico-cristiano. Pensiamo all'eucarestia che, se analizzata con le categorie atomiche risulta essere quel che è e cioè un prodotto di panetteria! :D
La scolastica non si chiede se Dio esista, questo ce lo dicono le scritture e non può essere messo in dubbio, si tratta solo di chiedersi come esista. La fede domina e la ragione deve essere sua ancella e alla fine del X secolo prende piede la teologia scolastica, che si occupa di eleborare il dogma e in materia di Eucarestia essa compie l'errore più grave della sua storia. Puntando sul simbolo e sulla metafora il cristianesimo avrebbe reso impossibile gran parte della Riforma di Lutero e soci, che invece ha prodotto una scisma epocale nella civiltà giudaico-cristiana.
La patristica e la scolastica hanno offerto alla ragipone almeno mille anni di tenebre e la nostra Università che, per mezzo millennio, le prosegue è spesso figlia di questa macchina, costruita per produrre fumo concettuale. Nota mia: un sintomo di questo è su può notare anche nelle decisioni governative in tema coronavirus: si chiudono le biblioteche, ma si tengono aperte le chiese!


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXVII

San Bernardo, nel suo Elogio della nuova cavalleria (III,4) scrive testualmente a proposito dei pagani: "Almeno per ora è meglio ucciderli".
Dare la morte, vendicare, punire e poi insegnare che questa orgia d'odio apre le porte del Paradiso e rallegra Cristo: ecco la nuova religione di Paolo, l'apostolo della spada e di Costantino, l'imperatore dei littori, perché Dio è con noi! e "in hoc signo vinces!" :clap: Ma d'altra parte della Bibbia è parte integrante l'A.T. e lì ... i genocidi sono quanto di meglio si possa trovare! :clap: :clap: :clap:
Fin quando Costantino non trasforma la setta in religione pubblica, i cristiani sono pacifinti e addirittura antimilitaristi e Tertulliano ci spiega come si debba rifiutare il mestiere delle armi, anche se non si spinge fino a spiegare come possa un legionario, fresco di battesimo, prendere parte a una battaglia rifiutandosi, però, di uccidere il nemico (prossimo suo)? :dubbio:
In virtù della logica della volpe e l'uva, è facile per chi è debole rinunciare alle armi, che avvantaggiano il forte, ma dopo che Costantino ha rovesciato quei dati, non sono più tanto numerosi i cristiani che seguono la logica di Tertulliano e infatti la cristianizzazione dell'esercito si compie "di gran carriera" e già nel 416 Teodosio II impone il credo di Nicea a tutti i soldati dell'impero. E poco dopo arrivano Ambrogio e Agostino (due della banda dei quattro) che rovesciano definitivamente il sistema di valori e collocano la nuova religione sul terreno della vecchia, cioè la GUERRA! :champion:
L'abbiamo già detto: nel vangelo ci sono tutti gli elementi per costruire ogni tipo di Giosuè e quindi i dottori della Chiesa non si può dire che non abbiano le loro buone ragioni; Agostino sceglie di ammazzarne uno e privilegiare l'altro e la Chiesa si compatta dietro la sua Città di Dio. :grr: Ad es. nel 398 Agostino combatte i manichei, la cui opinione è che il N.T. della pace abbia sorpassato l'A.T. della guerra e dopo scriverà che " ... c'è una persecuzione giusta inflitta agli empi dalle Chiese di Cristo... La Chiesa perseguita, spinta dall'amore... Chi, al contrario, rifiuta obbedienza alle leggi imperiali, emanate a favore della verità divina, si procura un terribile supplizio... Ucciderai, e quando lo farai in nome di Dio, otterrai la salvezza eterna".
Nota, non di Agostino: basterà far passare una guerra qualsiasi per santa, per trasformarla immantinente in una GUERRA GIUSTA. :diavoletto:
Agostino infine giustifica la guerra, anche spiegando che essa punta alla pace, perché lui era un uomo di buone letture e non si può pensare che non conoscesse Tacito: "Desertum fecerunt et pacem appellaverunt".


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Mi sono perso. A.T e N.T.?


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Gimbatbu ha scritto: domenica 15 novembre 2020, 21:02 Mi sono perso. A.T e N.T.?
Antico e nuovo testamento, 2 testi molto differenti


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aitutaki1 ha scritto: domenica 15 novembre 2020, 21:11
Gimbatbu ha scritto: domenica 15 novembre 2020, 21:02 Mi sono perso. A.T e N.T.?
Antico e nuovo testamento, 2 testi molto differenti
:cincin:
Che figura! Ci sarei dovuto arrivare :fuori:


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Gimbatbu ha scritto: domenica 15 novembre 2020, 21:52
aitutaki1 ha scritto: domenica 15 novembre 2020, 21:11
Gimbatbu ha scritto: domenica 15 novembre 2020, 21:02 Mi sono perso. A.T e N.T.?
Antico e nuovo testamento, 2 testi molto differenti
:cincin:
Che figura! Ci sarei dovuto arrivare :fuori:
Nessuna figura, senza addentrarci in dissertazioni teologiche, sembrano quasi il fondamento di 2 religioni distinte, oltre alla differenziazione tra dio della guerra (A.T.) e dio della pace (N.T.) perfettamente spiegate da lemond, potremmo vederli anche come una divinità sopra gli uomini e una tra gli uomini. Già che ho rubato spazio, potremmo guardare anche l' assurgere a religione di stato dall' altra parte. Intendo che la civiltà romana disponendo di un esercito impareggiabile , oltre che a conquistare mezzo mondo finchè era laica era anche riuscita a tenerselo lasciando libertà di culto alle popolazioni vinte. Con la cristianizzazione anche una macchina perfetta come quella militare, che senza dilungarsi aveva un organizzazione e una tecnologia avanzatissime, ha cominciato a scricchiolare. Dulcis in fundo ricorderei tra le persecuzioni moderne anche quella inflitta ai primi fratelli :
https://www.loggiagiordanobruno.com/cle ... massoneria


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXVIII

Le crociate rappresentano un esempio preclaro di questa dottrina e un po' il modello delle guerre, fino ai giorni nostri (sempre ammantate di ideologia). Bernardo di Chiaravalle è il pensatore, l'uomo che, ispirandosi ad Agostino, trasforma il crimine in un'invenzione mirabile per il Dio cristiano e infatti Urbano II promulga che "... chiunque muoia combattendo contro i musulmani vedrà i propri peccati perdonati" e aggiunge che " ... anche gli sfortunati che moriranno sulla strada del ritorno beneficeranno degli stessi vantaggi". Oltre all'ultraterreno, ci sono per i partecipanti anche interessanti prospettive temporali, perché sempre il papa afferma: "... anche le ricchezze dei vostri nemici vi apparterranno". :) E quando il papa ha enunciato il progetto sacro, la folla ha gridato: Dio lo vuole!" E Urbano risponde: "Che tale sia dunque il grido delle nostre battaglie, perché questa locuzione è stata di certo ispirata dalla Spirito Santo". E questa formula del latino medievale Deus le volt o Deus lo vult è diventato uno slogan. :diavoletto:
Le crociate continueranno per due secoli, la Chiesa le sollecita, le sostiene e le finanzia e questo "brand" sarà applicato non solo per la conquista del c.d. Santo Sepolcro, ma anche per altro (si veda la crociata contro gli albigesi!), perché si è capito che la cosa più importante è uccidere il male; come meno. :x
La crociata fornisce insomma lo schema di quanto giustifica l'epansione planetaria del cristianesimo e l'imperialismo è il nome moderno assunto da questa cosa antica.


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXIX

L'inquisitore sostiene che gli uomini devono credere rispettando le forme stabilite dai concili, se no diventano *eretici*!
Il manuale di Bernardo Gui del 1323 indica come si fa a cercare, denunciare, braccare, trovare, perseguitare, ottenere una confessione e punire l'eretico. La lotta contro i cristiani-infedeli ha un ruolo di primaria importanza nella costituzione della nostra civiltà europea e, in particolare il nuovo trattato (del 1376), laddove Nicolau Eymerich propone un insieme di dottrine, che vogliono essere universali, su come stanare le eresie in tutta l'ecumene cristiana.
Nel 1503 Roma unifica le procedure inquisitoria proprio a partire da quel libro e nessuno dei manuali successivi aggiungerà niente di sostanziale.
Per spiegare che cos'è l'eresia, Eymerich si serve delle etimologie e segue Isidoro di Siviglia che la fa derivare dal latino eligere (eleggere, aderire), arrivando alla conclusione che è colui che aderisce con fermezza a una dottrina falsa; l'eretisco sceglie, quindi vuole essere tale!
Eymerich parte naturalmente dal presupposto che i cristiani (tutti) conascono i sacri testi e tutte le decisioni prese in materia di fede dai concili, a nessun cristiano è permesso di ignorare la legge! (E inutile dire che in realtà l'ignoranza era la regola perfino fra i vescovi)
Per essere più universale Eymerich include fra gli eretici anche gli infedeli e i non credenti, perché il papa estende il suo potere su tutti gli uomini e anni dopo anche gli abitanti del Nuovo Mondo faranno le spese di questa parte della dottrina. Ovviamente gli ebrei entrano nella lista e tutti quei re e prìncipi che hanno la sfrontatezza di proteggerli!
Al processo si arriva, secondo Eymerich, tramite l'allenza fra potere temporale e spirituale, nel senso che il primo è sottoposto per intiero alla sovranità del secondo: l'inquisitore supplica il sovrano, però non accetterà mai che la richiesta sia respinta e si fa minaccioso (molto) in caso di incertezza. L'intenzione non troppo nascosta è che i dominicani devono diventare la polizia della polizia di Stato. E qualora i detentori del potere temporale (teorico) decidessero di non sottomettersi, sono trattati loro stessi da eretici.
Il processo ha bisogno di accuse e di denunce e anche alle dicerie è dato un ruolo importante, a volte decisivo e la norma base è che è meglio un cattivo soggetto che crede ai dogmi che un uomo buono che ignora i vari dettagli di come deve essere la fede, perché il cattolicesimo altro non è che una politica immorale di portata imperiale.
Lo Stato cristiano è anche terrorista e infatti Francisco Peña elogia lo spettacolo del rogo in effigie per il suo effetto pedagogico, ovvero l'effetto terrificante sul popolo.

P.S. Un commento di Francisco Peña al testo di Eymerich ci può forse indicare dove U. Eco ha trovato spunto per il suo "Il nome della rosa" - Fare ridere con le cose di religione è un atteggiamento che va punito -, a proposito di un accusato che ha fatto un'affermazione che può sembrare eretica, ma forse stava scherzando? In dubio contra reum.


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXX

Un aspetto della storia cristiana che pochi conoscono, consiste nei processi contro gli animali: il primo (1120) a Laon (In Francia) riguarda alcuni muli e l'ultimo (1846) contro un maiale in Slavonia. All'interno di queste due date, una pletora di bestie è stata condannata a morte in vari modi (impiccati, uccisi con la balestra, bastonati a morte o sepolti vivi). Durante la rivoluzione francese (aprile 1794, prova che l'episteme giudaico-cristiana funzionava ancora a pieno regime) un pappagallo è stato condannato dal tribunale di Arras, perché gridava "Viva il re".
In questo modo la Chiesa sta proclamando che il male è la bestia nascosta nell'uomo, e quel che si vede vede in certi aspetti della vita ci allontana da Dio. che invece deve essere l'unico obiettivo di coloro che devono richiamarsi a lui.
Natale del 1385, il secolo che vede un terzo della popolazione d'Europa morire per la grande peste, è anche il secolo del pensiero magico: si crede, come Agostino d'Ippona ha insegnato, che il diavolo esiste e possa assumere forme corporali, si crede, con Tommaso d'Aquino, all'esistenza dei dèmoni-incubi che abusano delle donne durante il sonno e di dèmoni-succubi femminili che di notte si uniscono agli uomini. E si crede in Francia, tramite l'etimologo abate Alano di Lille che i catari derivino dal gatto (chat) e quest'ultimo è un animale diabolico e quindi i primi vanno sterminati!
Tutto ciò e molto altro, non riguarda solo il volgo, ma anche filosofi, letterati e soprattutto teologi.
Ma ritorniamo a quel Natale del 1385, perché ci fu un clamoroso processo a una scrofa in Normandia, essa si era mangiato un neonato mentre dormiva nella stalla, non troppo vicino ai genitori.
Gli uomini di legge decidono di umanizzare l'animale e per farlo il boia taglia il grugno del maiale e gli sistema la maschera di un volto umano. E per dare l'eco doverosa al processo, dopo l'esecuzione il visconte Regnaud Rigault (giudice reale) ha ordinato a un pittore un affresco per la chiesa della Santa Trinità. Purtroppo ormai è andato distrutto (nel 1820) e dobbiamo fidarci della testimonianza di un prete (P.G. Longevin) che ce lo descrive e per questa ragione che si possono ricordare il visconte con la piuma, il boia con i guanti e il prete con la tonsura, ciascuno (a suo modo) contribuisce al dispositivo edificante, destinato a terrorizzare la gente comune. :grr:


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXXI

Dopo l'animale, viene il processo alla strega, il tutto forse in ricordo di Genesi: serpente ed Eva!
La prima donna a essere bruciata viva il 29 ottobre del 1390 si chiamava Jeanne de Brigue. Si tratta di una povera contadina alla quale sono attribuiti atti che sarebbero commendevoli: come ritrovare oggetti perduti, indicare i ladri ai derubati, guarire i malati. La Chiesa non vede di buon occhio i successi della donna e il vescovo la tiene in prigione un anno per divinazione, poi è implicata in un fatto di guarigione illecita per aiutare un'amica e si arriva alla conclusione di cui sopra (insieme all'amica).
Questo primo processo ne inaugura centinaia di migliaia di altri, perché il cristianesimo non sopporta "la donna che sa" e che la civiltà giudaico-cristiana sia misogina (ma forse tutte le religioni :dubbio: ) credo che nessuno abbia dubbi. Solo il N.T. celebra una donna, ma solo a condizione che sia vergine e allo stesso tempo madre e anche un po' imbecille, visto come viene trattata spesse volte dal figlio! E Agostino e Tommaso riducono la donna (con eccezione della madre del primo) al suo sesso, che è debole in quanto peccatore! :grr:
In questi tempi di grande ignoranza, specie in campo medico, una donna di campagna che sa qualcosa è vista con grande meraviglia e sospetto, tanto più se come Jeanne de Brigue sa citare il vangelo di Giovanni in maniera appropriata. Certo ella (insieme alla'amica) nomina anche il diavolo, perché l'aiuti nella guarigione, ma ad esso crede anche la Chiesa e i padri hanno speso molto tempo a discutere della sua natura e funzioni; quindi quello nominato da Jeanne non è meno insensato dei Belzebù, Satana e Lucifero, nobilitati dai teologi.
Per chi si volesse informarsi su come e perché i padri della Chiesa vedessero la donna/strega si consiglia lettura di un "best seller" di quei tempi: "Il martello delle streghe" di H. Institoris e J. Sprenger (1486) pubblicato dall'Università di Colonia. Esso si fonda sul concetto che la filosofia scolastica e la ragione contribuiscono al rogo, cioè al fuoco purificatore.


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXXII

L'Occidente (inteso come civiltà g.- c.) dovrebbe ammettere di essere in debito con l'Islam per due semplici ragioni:
a) traduzioni dei testi greci di filosofia, di medicina etc. che i cristiani avevano distrutto
b) l'antagonismo ha modellato le due culture e la Bibbia ci appare tale, solo in rapporto al Corano e viceversa.

Che Carlo Martello abbia fermato gli arabi a Poitiers (o a Tours, dipende dalle fonti) è un tormentone che ci insegue da quando abbiamo conosciuto un po' di storia, anche se poi quasi nessuno saprebbe proseguire a dirci qualcosa di più, per esempio il secolo in cui si svolse. :bll:
Una cosa certa, al di là degli scontri fra cristiani e islamici, è che questi ultimi hanno nella loro pratica teologica e politica l'espansionismo: la parte che riguarda le spedizioni militari prova "ad abundantiam" che la Jihad può essere anche una battaglia interiore fra sé e sé, ma è soprattutto una guerra concreta contro qualcun altro, cui si taglierà la testa etc.
Il mito di al-Andalus è servito e serve ancora a dimostrare che nel corso della storia è esistito un grande momento in cui il territorio spagnolo, amministrato dai musulmani, era un luogo di tolleranza per ebrei e cristiani. Questa cartolina si dimentica della "dhimmitudine", vale a dire un'imposta che chiunque non credente in Allah doveva pagare per vivere sul suolo islamico e la tolleranza (sembra chiaro) non si basa sul dover pagare un'imposta speciale. ;) Inoltre "la legge del taglione" prevista dal Corano non vale per un musulmano che uccide un ebreo o cristiano e i dhimmi non hanno tutta una serie di diritti che spettano invece ai fedeli. Insomma i fatti, per chi vuol conoscerli, dimostrano che in al-Andalus i rapporti non sono mai stati idilliaci. :x
In ogni modo i rapporti fra i due c.d. monoteisti (perché il cristianesimo non lo è, specie nella versione cattolica) ci sono stati e, come detto, le due civiltà si sono influenzate. Possiamo citare l'imperatore bizantino Manuele II paleologo (1350-1425) che instaura un grande dibattito con i sostenitori di Maometto, perché crede che la retorica e l'argomentazione possano convertire un miscredente al cristianesimo. ;)
Nel corso del dialogo il dotto teologo afferma che le verità dell'Islam si trovano già nel giudaismo e quindi l'slam altro non sarebbe che un tipo di eresia giudaico-cristiana, dopo di che enumera tutta una serie di argomenti per dimostrare l'enorme superiorità intellettuale del cristianesimo.
Il musulmano si dice d'accordo sull'eccellenza della Legge degli ebrei/cristiani, però continua ad affermare la superiorità della propria, perché il punto di vista spirituale, quando è impossibile da realizzare è un "cattivo maestro" e il pensatore enumera le esortazioni cristiane impossibile da praticare...
P.S. Per chi sia interessato a conoscere a fondo questa discussione avvincente, si rimanda ai "Dialoghi con un musulmano", per parte nostra aggiungiamo che, per quanto entrambi procedano dall'identica fonte Mosaica, i primi per superarla, i secondi per tornarci, ci sembra un dialogo fra sordi. :)


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Re: Storia

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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXXIII

"Il potere corrompe chiunque lo possieda" e forse questo aforisma è una verità aolluta, ma per la Chiesa si può dire che non si è dovuto aspettare molto tempo prima che succedesse, perché la corruzione è presente fin dall'inizio: tra le autorità religiose e l'imperatore circolano ingenti somme di denaro e per quanto riguarda gli esempi di "buon costume" la galleria dei papi è subito ricchissima, tanto più che per accedere al soglio pontificio, di solito, si doveva pagare. :)
L'umanista Poggio Bracciolini è conosciuto soprattutto per aver ritrovato manoscritti antichi, ma ha anche scritto un libro di straordinario successo, che racconta il degenerare della curia e la mancanza di fede dei vescovi, cardinali e papi. (nota mia, anche da qui si evince che questi signori non erano per niente stupidi, anzi ;) ) Bracciolini è stato segretario politico del napoletano Baldassarre Cossa, papa con il nome di Giovanni XXIII, che si troverà di fronte a una eresia/scisma. In quei tempi predica un certo Jan Hus (1370-1415) nelle campagne (in maniera veemente) contro il papa il quale, secondo lui, è "Satana reincarnato in Vaticano". Gli veniva rimproverato di sostenere le tesi dell'inglese J. Wycliffe, il quale si opponeva anche al culto delle immagini, delle reliquie, alle indulgenze e altro ancora. Hus era stato dunque accusato di eresia e il vecchio papa (Gregorio XII) lo aveva scomunicato nel 1411. Ma Hus, come accennato, continua a predicare, non ritenendo valida la scomunica e ha in Venceslao, re di Praga, un protettore. Ma nel 1412 il re si arrende e per Hus è finita e sarà condannato a morte tre anni dopo.
Per evitare il contagio delle sue idee eterodosse occorreva attaccarlo anche sul piano dogmatico e i teologi hanno buon gioco nello sfruttare le inezie della scolastica: gli universali, la sostanza, gli accidenti, il realismo/nominalismo, la consacrazione, la transustansazione etc.
Hus sostiene di non capire come si possa condannare lui e i suoi libri, senza conoscere la lingua in cui parla e scrive (il ceco), ma naturalmente questo non serve a nulla e l'unica cosa che può fare è ritrattare, ma in mancanza questo prova infine la sua eresia CVD!
Jan Hus è accolto da un altro rogo: quello dei suoi libri, perché San Paolo che ordinò il primo (pare) ha sempre sostenuto che di libri ne deve ;)
La notizia della morte di Hus infiamma la Boemia e ne seguiranno numerosi scontri armati per circa trent'anni (come la guerra che scoppierà due secoli dopo sempre in Boemia), fino cioè al 30 maggio del 1434 (battaglia di Lipany), dove gli utraquisti (hussiti traditori) sconfiggono i contadini rimasti fedeli al verbo di Hus,che lasceranno sul campo 15.000 uomini. Però per la chiesa non finisce lì, in quanto a Lutero non rimarrà che raccogliere quel pensiero per arrivare alla Riforma. Si può dire che con la crepa operata da Hus, il cattolicesimo perde un bel po' di muro. :)


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXXIV

Nella lettera a Erodoto, Epicuro presenta un certo numero di tesi antitetiche al cristianesimo: l'insieme di ciò che è, si riduce a un composto di atomi che cadono nel vuoto (addio al corpo glorioso della resurrezione), tutto ciò che nasce possiede una causa materiale e non proviene dal nulla (addio al caos, prima che Dio creasse); i mondi sono di numero indefinito (addio al mondo in copia unica); l'anima è materiale e la serenità si ottiene grazie al sapere (addio al governo degli uomini con la paura di Dio); in una parola sola: un bel ciao alle favole!
Ovvio che per secoli si è cercato (riuscendoci) di passare sotto silenzio la filosofia atomista e i trecento libri di Epicuro sono stati distrutti; sono rimaste solo tre lettere ad alcuni discepoli che comunque in parte sono riuscite a salvare l'essenza ( :dubbio: ) del pensiero.
Ma distruggere le opere non bastava, bisognava anche macchiare la memoria, dipingendolo ...
Con Lucrezio, San Grirolamo ha fatto la stessa cosa, creando la leggenda di un pazzo morto suicida e così con tanti altri, ma per me chiunque abbia qual san davanti è indice di ...
Bisognerà arrivare al 1647 per leggere "La vita di Epicuro" di Gassendi, canonico di Digne, che rende giustizia a Epicuro e dobbiamo a Lucrezio (salvato da Cicerone) il resoconto in versi dell'opera del greco, a prezzo di una versione meno radicale e meno ascetica di quella del pensatore di Samo.
Dopo il più che millennio di una civiltà che si presentava come la sola, alcuni uomini hanno scoperto che in precedenza erano esistiti pensatori che cercavano il vero, anziché l'immaginario, la realtà e non i miracoli, persone che andavano oltre le ipostasi e l'odio per il mondo sensibile. E lo scopo non era quello di abbindolare, imbrogliare, cavillare per dimostrare ciò che non è possibile, argomentare per fornire alle finzioni delle Fede uno statuto di "verità" (comunque essa sia), bensì esporre chiaramente un discorso falsificabile e concedere alla ragione e all'intelligenza non conculcata di manifestare la propria potenza. :clap:


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lemond ha scritto: sabato 21 novembre 2020, 11:18 M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXXIII

"Il potere corrompe chiunque lo possieda" e forse questo aforisma è una verità aolluta, ma per la Chiesa si può dire che non si è dovuto aspettare molto tempo prima che succedesse, perché la corruzione è presente fin dall'inizio: tra le autorità religiose e l'imperatore circolano ingenti somme di denaro e per quanto riguarda gli esempi di "buon costume" la galleria dei papi è subito ricchissima, tanto più che per accedere al soglio pontificio, di solito, si doveva pagare. :)
L'umanista Poggio Bracciolini è conosciuto soprattutto per aver ritrovato manoscritti antichi, ma ha anche scritto un libro di straordinario successo, che racconta il degenerare della curia e la mancanza di fede dei vescovi, cardinali e papi. (nota mia, anche da qui si evince che questi signori non erano per niente stupidi, anzi ;) ) Bracciolini è stato segretario politico del napoletano Baldassarre Cossa, papa con il nome di Giovanni XXIII, che si troverà di fronte a una eresia/scisma. In quei tempi predica un certo Jan Hus (1370-1415) nelle campagne (in maniera veemente) contro il papa il quale, secondo lui, è "Satana reincarnato in Vaticano". Gli veniva rimproverato di sostenere le tesi dell'inglese J. Wycliffe, il quale si opponeva anche al culto delle immagini, delle reliquie, alle indulgenze e altro ancora. Hus era stato dunque accusato di eresia e il vecchio papa (Gregorio XII) lo aveva scomunicato nel 1411. Ma Hus, come accennato, continua a predicare, non ritenendo valida la scomunica e ha in Venceslao, re di Praga, un protettore. Ma nel 1412 il re si arrende e per Hus è finita e sarà condannato a morte tre anni dopo.
Per evitare il contagio delle sue idee eterodosse occorreva attaccarlo anche sul piano dogmatico e i teologi hanno buon gioco nello sfruttare le inezie della scolastica: gli universali, la sostanza, gli accidenti, il realismo/nominalismo, la consacrazione, la transustansazione etc.
Hus sostiene di non capire come si possa condannare lui e i suoi libri, senza conoscere la lingua in cui parla e scrive (il ceco), ma naturalmente questo non serve a nulla e l'unica cosa che può fare è ritrattare, ma in mancanza questo prova infine la sua eresia CVD!
Jan Hus è accolto da un altro rogo: quello dei suoi libri, perché San Paolo che ordinò il primo (pare) ha sempre sostenuto che di libri ne deve ;)
La notizia della morte di Hus infiamma la Boemia e ne seguiranno numerosi scontri armati per circa trent'anni (come la guerra che scoppierà due secoli dopo sempre in Boemia), fino cioè al 30 maggio del 1434 (battaglia di Lipany), dove gli utraquisti (hussiti traditori) sconfiggono i contadini rimasti fedeli al verbo di Hus,che lasceranno sul campo 15.000 uomini. Però per la chiesa non finisce lì, in quanto a Lutero non rimarrà che raccogliere quel pensiero per arrivare alla Riforma. Si può dire che con la crepa operata da Hus, il cattolicesimo perde un bel po' di muro. :)
O Giovanni XIII o Gregorio XIII, il XXIII Giovanni è arrivato parecchio dopo.


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Gimbatbu ha scritto: domenica 22 novembre 2020, 14:05 O Giovanni XIII o Gregorio XIII, il XXIII Giovanni è arrivato parecchio dopo.
No, no, era veramente Giovanni XXIII poi definito Antipapa
L'antipapa Giovanni XXIII, nato Baldassarre Cossa, è stato un cardinale e vescovo cattolico italiano. Wikipedia
Nascita: 1370, Napoli
Morte: 22 dicembre 1419, Firenze
Cardinali creati: vedi Concistori dell'antipapa Giovanni XXIII
Creazione a cardinale: 27 febbraio 1402 da papa Bonifacio IX
Luogo di sepoltura: Monumento funebre dell'antipapa Giovanni XXIII, Firenze


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lemond ha scritto: domenica 22 novembre 2020, 17:53
Gimbatbu ha scritto: domenica 22 novembre 2020, 14:05 O Giovanni XIII o Gregorio XIII, il XXIII Giovanni è arrivato parecchio dopo.
No, no, era veramente Giovanni XXIII poi definito Antipapa
L'antipapa Giovanni XXIII, nato Baldassarre Cossa, è stato un cardinale e vescovo cattolico italiano. Wikipedia
Nascita: 1370, Napoli
Morte: 22 dicembre 1419, Firenze
Cardinali creati: vedi Concistori dell'antipapa Giovanni XXIII
Creazione a cardinale: 27 febbraio 1402 da papa Bonifacio IX
Luogo di sepoltura: Monumento funebre dell'antipapa Giovanni XXIII, Firenze
Cavolo! Con questi papi non sei mai sicuro di niente, praticamente Papa Roncalli era un doppione! Come le figurine!


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXXV

Con Lucrezio il velo cristiano si strappa, perché attraverso di lui rinasce il corpus dottrinale epicureo, che fra l'altro è piuttosto vicino alla pratica dei primi cristiani (che ha poco o nulla a vedere con la Bibbia e con il cattolicesimo): il rifiuto dei beni di questo mondo, la vita semplice e frugale, l'obiettivo di una vita serena, il disprezzo di ciò che suscita l'ammirazione dei più, etc.
Noi intendiamo, grazie agli esegeti cristiani, il piacere di Epicuro in modo del tutto diverso da quel che è per lui: assenza di turbamento, atarassia. Vivi nascosto (da idiota), diceva Epicuro. :)
Lucrezio aggiunge qualcosa di suo e cioè il trasporto per Venere e la maggiore severitàcontro la religione.
Certo, già Epicuro criticava l'empietà, vale a dire l'errata concezione degli dèi, ma Lucrezio si spinge più in là e afferma che la religione generò più volte atti scellerati ed empi, come si può evincere dal sacrificio ad es, di Efigenia in Tauride.
Solo una lettura scientifica della natura può consentire di ridurre il ricorso alla mitologia religiosa. Quando avremo capito che tutto è materia, avremo anche afferrato che un uomo non può accogliere in sé né mistero, né false verità. La chiave del mondo non si trova nel libro che racconta il mondo, ma nel mondo stesso: il saggio esamina la natura per estrarre le leggi, che gli possono permettere (se le sa accettare) di vivere sereno in mezzo al cosmo. La fede scaturtisce invece dalla mancata comprensione delle cause naturali, ovvero religione significa ignoranza. :)
Possiamo solo immaginarci quale effetto possa aver prodotto la lettura di simili pagine ai tempi di Poggio Bracciolini. :diavoletto:
Dopo mille anni di trionfo giudaico-cristiano al seguito di San Paolo, incentraro sull'odio verso la donna e i c.d. piaceri sessuali, Lucrezio è una vera rivoluzione: un desiderio semplice e sobrio che fa del piacere della carne la cosa più naturale e degna possibile. "Gesù, Giuseppe e Maria" non ci si ritrovano più e in quel freddo giorno del 1417, nel monastero di San Gallo, il vecchio tempio comincia a sfaldarsi. :clap:


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Le stagioni dell'Aquila

P.S. Non sapevo che " ... dura minga, non può durare ..." era stata interpretata da De Sica, assai prima di Volpi e Calindri. ;)


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXXVI

Il 3 maggio del 1493 il papa firma la bolla che concede l'America ai re di Castiglia e Aragona (Isabella la cattolica e Ferdinando), in cambio chiede la cristianizzazione delle popolazioni autoctone.
Essa avrà luogo e il prezzo lo conosciamo tutti: la scomparsa di tutta quella gente, tanto che nel 1552 il vescovo Bartolomé de Las Casas deve scrivere al re: "... la bramosia temeraria e irrazionale di coloro cui nulla importa che si versi tanto sangue innocente cresce di giorno in giorno".
La Casas è un domenicano, ma probabilmente ebreo di bassa estrazione sociale e si trova a scontrasi con il teologo Juan Ginès de Sepùlveda, figlio di un nobile spagnolo e legato all'Inquisizione. La Casas non ha paura di indicare le cifre: i milioni di morti variano da 12 a 15, mentre si sta discutendo a Valladolid la questione su come comportarsi; congresso ordinato da Carlo V. Ivi Sepùlveda giustifica la guerra coloniale, considerandola giusta (Agostino docet), perché condotta per il trionfo del cristianesimo e poi gli indiani mica hanno l'anima. :dubbio: D'altra parte gli autoctoni non sono come li descrive Las Casas (buoni e pacifici), anche fra loro esiste la schiavitù e ci sono stati in un passato piuttosto prossimo (in occasione della costruzione del tempio di Mexico-Tenochtirlàn) decine di migliaia di omicidi rituali.
Nel 1579 Montaigne comincia la redazione del capitolo dei saggi intitolato "Dei cannibali". Anche se nulla prova che abbia letto Las Casas, molte idee sono simili e la lezione che il filosofo ne trae è che questo Nuovo mondo amerindio contribuirà a sgretolare l'edificio del Vecchio (giudaico-cristiano).
Il pensatore bordolese rende precario un modo di vivere che pensava di essere unico. Ma chi è veramente barbaro, si chiede? Egli non ha nessuna voglia di infilarsi in discussioni interminabili sui testi; pensa al mondo "in diretta" e non attraverso i libri che pretendono di raccontarlo. E tornando alla domanda, si risponde che ognuno chiama barbarie quello che non è nei suoi usi. Certo anche in America si uccidevano i nemici, si decapitavano e si usava anche mangiarne le carni e questo è più barbaro di impiccarlo, dopo averlo torturato o bruciarlo vivo?
Gli indiani inoltre ignorano la guerra di conquista e quando una popolazione vince, lascia che gli avversari fuggano e tornino alla loro tribù.
Passando da Thanatos a Eros, si può dire che questi selvaggi avevano con le donne rapporti molto migliori dei civili cattolici.
Infine dobbiamo aggiungere che Montaigne è stato un cattolico fideista e un monarchico legittimista, però è anche un filosofo che ben vede come più di mille anni di cattolicesimo e mezzo secolo di riforma protestante hanno prodotto parecchia barbarie e forse ha negli occhi ancora quanto avvenuto sette anni prima, vale a dire "La notte di San Bartolomeo"!


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXXVII

Secondo Epicuro, da quel che abbiamo recuperato tramite Lucrezio, sappiamo che è meglio non occuparsi di politica, ma se proprio dobbiamo farlo, sarebbe bene scegliere ciò che si propone di assicurare una vita filosofica al maggior numero di persone: far arretrare la paura e ottenere la pace in una vita comune, in cui nessuno debba temere di subire (fare) torto dagli (agli) altri.
Pur nato in ambiente politeista, Epicuro fa a meno del divino, dei sacerdoti e della religione, perché la politica è una questione solo immanente, del trascendente non si deve accupare e, finché ognuno rimane "a casa sua", la società è ben custodita. ;)
Ci viene il sospetto che anche per Lutero e Calvino il pensiero rimanga su questo terreno; Lutero attacca il papa e il potere temporale,e asserendo che l'autorità del pontefice non deriva da nessuna istituzione divina e con lui si avrà la morte della teologia: il luteranesimo porta all'entrata nel regno della politica immanente dello Stato autoritario, instaurando in linea teorica un "cesarocristianesimo", una formula che sarebbe piaciuta moltissimo a un certo Adolf Hitler. Per Lutero e per Adolf il tiranno è legittimo e il principe deve governare imbavagliando la malvagità degli uomini, corrotti dal peccato originale! Il maestro della Riforma spazza le stalle immonde del Vaticano per poterci sistemare una macchina statale immanente e anche per Hegel (in seguito) lo Stato prenderà il posto di Dio.
Calvino aggiunge che il potere è veramente legittimo se conduce verso Dio e per far questo si può giustificare la guerra e ogni atrocità, perché la legge calvinista coincide con quella mosaica e sarà la Provvidenza a condurre le danze e a fermare la tirannia se e quando lo riterrà opportuno e l'uomo viene esortato a contribuire all'eccelenza della vita comunitaria, senza ribellarsi, nemmeno al tiranno (vedi sopra)
Per entrambi Dio esiste (beninteso), però la politica riguarda i laici e non il clero: la teocrazia si distingue dalla teologia, perché non presuppone più la Chiesa, ma i magistrati.


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXXVIII

Due figure cercano di laicizzare nel Cinquecento il pensiero: Nicolò Machiavelli ed Ètienne de la Boétie, nato nel Perigord (la regione di Cyrano). Le loro opere maggiori sono "Il Principe" e "La servitù volontaria".
In esse si parte dall'uomo così com'è e non come la cultura giudaico-cristiana se lo immagina; anche se in nessuno dei due troviamo una professione di fede apertamente atea, le loro visioni del mondo fanno a meno di Dio (mutuando forse ciò da Gulielmo di Occam).
Entrambi si pongono la questione del potere: come si conquista, mantiene; la natura e perché alcuni lo esercitino sui propri simili (oltre che sugli animali).
Del politico fiorentino conosciamo soprattutto il "machiavellismo", ma è solo una parte del pensiero, perché in esso si guarda a come arrivare al potere, ma si dimentica che lui aggiunge "per fare cosa?" E la risposta è: "per progettare la Repubblica". Tutti i mezzi sono buoni per il bene pubblico e l'interesse generale. Machiavelli conosce gli uomini e sa che dimenticano più facilmente la perdita del padre che del patrimonio ed, essendo pure determinista, pensa che la storia ubbidirà in primis alla forza del destino, che in quel periodo equivale a quella delle armi. Nel pensiero del fiorentino non troviamo né cinismo (usato in senso volgare), né immoralità, né infine machiavellismo, ma solo il realismo di chi vuol affrontare un interrogativo politico. Nell'altra sua opera "Discorso sopra la prima deca di Tito Livio" si mette a confronto la religione pagana con il cristianesimo e dagli insegnamenti della seconda arguisce che essa "abbia renduto il mondo debole e datolo in preda agli uomini scelerati".
La Boétie elabora invece il manuale contro il potere autoritario, ovvero come si smontano tali uomini. Da giovane il Nostro si dedica a riavvicinare gli ugonotti con i cattolici (come cercava di fare anche Caterina dei Medici). Boeétie, pur da cattolico, si dice d'accordo che le indulgenze fossero inammissibili e bastava averle tolte per disinnescare Lutero. Ma, anziché emendarsi, la Chiesa ha "buttato olio sul fuoco". Per spegnerlo non si può gettare acqua bensì occorre non sostenerlo più con la legna da ardere. Responsabile della tirannia, più che il re e la religione è il popolo che si lascia indottrinare! "Siate decisi a non essere più servi e sarete liberi!"
Ma perché i popoli accettano la servitù? In gran parte il tiranno riesce a creare la propria corte con lusso, impunità, favoritismi, immoralità e cariche religioso/politiche. Il popolo, se sceglie di essere forza attiva e concreta ha i mezzi per cancellare tutto questo e nel 1789 le parole di Ètienne risuoneranno potenti a Parigi e nelle altre capitali europee.


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XXXIX

Secondo il pensiero giudaico-cristiano, tutto quello che succede è voluto da Dio e quindi anche il terremoto di Lisbona, avvenuto nel giorno di Ognissanti del 1755, un cataclisma di proporzioni tale da essere percepito anche in Svezia e che ha prodotto la morte di ...
Ma quale può essere mai lo scopo di Costui, quando decide di infliggere agli uomini una cosa simile? E una delle poche rispopste che si conosca è quella che il Nostro dette a Giobbe! :muro: Un'altra è che Dio ha regalato agli uomini il lbero arbitrio e quindi ciò che accade dipende dalla libertà. A parte che fra terremoto e libertà non è che il legame sia molto stretto, ma in questo modo si fa scendere di qualche gradino la presunta onnipotenza del Signore degli eserciti o, se volete, del mondo. ;) A Lisbona il sisma geologico può produrre effetti anche ontologici e far contrarre a Dio quella malattia che, mai troppo presto, se lo porterà via. ;)
Leibniz credeva di aver risolto la questione della teodicea alcuni anni prima (1710). Dio aveva la scelta tra un infinità di mondi possibili e se ha optato per il nostro, ha voluto quello che succede e poi, perché fosse perfetto, doveva comprendere anche il male e quindi lo permette, anche se dentro di sé non lo vuole. E il nostro mondo si rivela il migliore dei mondi possibili, come scriverà Voltaire appunto per fare la parodia al filosofo tedesco. :crazy: E aggiunge che in effetti il terremoto è stato un bene, perché ha permesso agli eredi dei morti di farsi una fortuna senza troppa fatica, così come era accaduto dopo la grande peste del Trecento. :x
Nella battaglia filosofica Leibniz è forse l'ultimo del vecchio mondo, mentre Voltaire il primo del nuovo e introduce il movimento che davvero sconvolgerà dalle fondamenta il c.d. pensiero giudaico-cristiano: l'illuminismo. :clap:


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Dresda 1945 (I giorni e la storia con A. Barbero)


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M. Onfray "Decadenza" - Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana - XL

L'illuminismo nasce in Francia, ma possiede fuori di essa la figura più rappresentativa: Immanuel Kant e a lui dobbiamo (appunto) il testo "Che cos'è l'illuminismo" (1784). Poco prima aveva scritto una riflessione sul terremoto di Lisbona del tutto indipendente dalla religione e teologia. :) In questo fenomeno, dice, non esiste altra causalità che non sia meccanica e naturale. Ci sono stati altri terremoti prima e ce ne saranno dopo.
Kant qualche anno dopo sconfesserà i suoi testi, perché si rende conto che in qualche modo a quei tempi si doveva salvare Dio (non è Spinoza) e nella Critica della ragion pura cerca di farlo con l'artificio dei "postulati della ragion pura pratica", Postulare Dio, però, significa confessare che non è più possibile provarlo e quindi avrà ben compreso che il "suo" Dio stava già cominciando a scomparire. ;)
Alla stessa conclusione era arrivato il cattolico Montaigne: la ragione non può dimostrare l'esistenza di Dio e neppure le Scritture sono opera sua; Dio esiste, ma solo nella forma di un dato tempo e luogo e lui professa il cattolicesimo, perché è nato in un Paese con questa religione. Insomma si è cattolici, come bordolesi o francesi. ;) La pulsione fideista di Montaigne produrrà rapidamente (in altri) il deismo, il quale si rivelerà molto tossico per la divinità. :)
Il deismo crede all'esistenza, ma nega la di Lui responsabilità e pure ogni tipo di Provvidenza. I filosofi libertini del Seicento sono in maggioranza deisti, così pure i pensatori illuministi e i rivoluzionari giacobini o cordiglieri e occorrerà aspettare l'Ottocento per trovare dei pensieri atei degni di Spinoza: Feuerbach, Nietzsche, Schopenhauer, Marx.
Forse il più importante deista è stato Cartesio che rivendica a se stesso ogni scoperta, attraverso il dubbio metodico. Una precauzione utile, visto quel che era successo pochi anni prima a Giordano Bruno. E quindi si tratta di dubitare su tutto, salvando però la politica e la religione. Dopo aver rovesciato con un colpo di genio le autorità passate, i testi sacri, la patristica etc, Cartesio crea intorno a sé il vuoto ontologico e scopre che la verità si trova dentro se stessi.


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