Migliore ciclista di sempre in salita

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Gaul
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Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da Gaul »

Il più grande scalatore di tutti i tempi?ça va sans dire,mi sono iscritto per ribadirlo,in quanto,ahimè,testimone dell'epoca:
Charly Gaul, una anomalia del Lussemburgo dove sono tutti granduchi e banchieri, e un ciclista non c' era mai nato.
Gaul si portava dietro la sua leggenda di scalatore e pare non ce ne fosse uno uguale.Correva solo Giro e Tour ,dormiva in fondo al gruppo fino a quando arrivavano le montagne,accumulando distacchi abissali.
Partiva quasi sempre sul 1° colle,anche quando ce n'erano 5 da scalare.
Era stato soprannominato " l'angelo della montagna" per il suo modo composto di affrontare i dislivelli più difficili, "en danseuse", in piedi sui pedali,spingendo rapporti cortissimi che ai tempi destavano sensazione.E' stato dal 1953 al 1963 il re degli scalatori, riuscendo a conquistare le più importanti corse a tappe grazie a vittorie epiche.
iuscito cmq a perdere un Giro d' Italia appartandosi per fare pipì e lo avevano fregato Bobet e Nencini, il leone del Mugello. Avendo una sua eleganza nervosa, Gaul non avrebbe mai fatto la pipì in corsa,dalla bici come si fa normalmente. Si appartò educatamente dietro un albero e ci rimise la maglia rosa.
Educato, ma di carattere difficile.Piccolo ed elegante, irresistibile per tutti quando la strada prendeva a salire.Sopratutto quando il barometro scendeva.
Lui era il contrario del barometro:se questo saliva,tempo bello,lui scendeva (come prestazioni),ma quando il barometro scendeva non ce n'era per nessuno:Anquetil,Bobet,Bahamontes,Massignan,i suoi più validi avversari.

Per lui ad ogni stagione contavano solo due corse, il Giro d'Italia ed il Tour de France. Vinse due volte il Giro, una volta il Tour, fra rocambolesche avventure e disavventura.
Charly Gaul, definito "l'angelo della montagna" per il suo modo composto di affrontare i dislivelli più difficili, "en danseuse", in piedi sui pedali, è stato dal 1953 al 1963 il re degli scalatori, riuscendo a conquistare le più importanti corse a tappe grazie a vittorie epiche.
Nato nel 1932 in Lussemburgo, in gioventù lavora come salumiere finché non è in grado di mantenersi con il ciclismo. Tra i dilettanti si mette in luce vincendo il Giro dei Dodici Cantoni nel 1951 e la Freccia del Sud nel 1951 e 1953, anno in cui fa il suo esordio come professionista.
I risultati non tardano a giungere e il giovane lussemburghese nel 1954 trionfa nel Circuito delle Sei Province e si piazza terzo nel Campionato mondiale di Solingen, ostacolato da uno scontro con Fausto Coppi. Da qui si origina la rivalità con il francese Louis Bobet, vincitore della maglia iridata, che lo relega nuovamente al gradino più basso del podio nel Tour de France dell'anno successivo, quando Gaul veste però la maglia di miglior scalatore. Il simbolo di re della montagna è suo in carriera per due volte sia nella corsa a tappe francese (1955-56) che nel Giro d'Italia (1956, 1959).
Gaul è dotato di un fisico tagliato per la salita e possiede una straordinaria abilità a giocare con i rapporti agili: sono queste le doti che gli procurano il soprannome di "angelo della montagna". Le sue più grandi vittorie nelle corse a tappe sono segnate da imprese come quella compiuta l'8 giugno del 1956, nella tappa del Giro d'Italia con arrivo al Bondone. Dopo le deludenti prestazioni nelle frazioni precedenti, Gaul si ritrova in venticinquesima posizione in classifica generale, con un ritardo di quasi 17 minuti dal leader Fornara. Nonostante la lunghezza della tappa (242 km) e le pessime condizioni atmosferiche, Gaul attacca già dal primo dei quattro Gran Premi della montagna e giunge al traguardo in mezzo alla bufera con un vantaggio di 7'44" sulla maglia rosa. Learco Guerra, il responsabile della sua squadra definisce l'impresa del lussemburghese come "Il capolavoro di un autentico campione". Gaul vince così, a soli 23 anni, il suo primo Giro d'Italia. Bissa poi il successo tre stagioni dopo, con un altro attacco che mette in crisi il francese Jaques Anquetil nella frazione con il Piccolo e il Gran San Bernardo.
Nel 1958 Gaul si presenta al Tour de France nella formazione dell'Olanda-Lussemburgo e dimostra di poter battere i propri avversari, tra cui lo scalatore spagnolo Federico Bahamontes e lo specialista francese Jaques Anquetil , anche a cronometro. Domina infatti tutte e tre le tappe contro il tempo oltre a compiere un'altra impresa nella ventesima frazione, Briançon - Aix-les-Bain. Quando è ormai dato per spacciato dopo il crollo sull'Izoard, infatti, in una giornata dal clima invernale e con ben sei montagne da scalare, si impone con una fuga a lunga gittata, fiaccando la resistenza degli avversari. Conquista così la sua unica maglia gialla.

Il palmares di Gaul è carente nelle grandi classiche, ma è arricchito da ben sei vittorie nel campionato nazionale e da tre Giri del Lussemburgo. "L'angelo della montagna", dopo aver conquistato un altro terzo posto alla Grand Boucle nel 1961, smette una prima volta di correre nel 1963, per tornare nuovamente a pedalare nel 1965, ma l'assenza di risultati lo spinge al ritiro definitivo.

Ha avuto 3 mogli,e tante donne perchè era un angelo.Una figlia che lo ha amato
Per più di trent'anni Charly Gaul ha fatto perdere le sue tracce.

Si disse che viveva come una specie di eremita in un bosco vicino alla città di Lussemburgo. Poi, d'improvviso riapparve perché seguendo quelle due corse tanto amate, il Giro ed il Tour, scoprì una sorta di nipote che lo affascinò. E per lui tornò in pubblico.

Si chiamava Marco Pantani. I due si frequentarono più volte, si parlarono a lungo. Il PIrata andò a trovarlo nel piccolo Granducato, Charly venne in Romagna. Era bello vederli assieme. E adesso chissà, magari si saranno ritrovati in qualche angolo di cielo, su qualche nuvola dal profilo simile ad una montagna di quelle da entrambi tanto amate. Ma chi era più forte come scalatore, Gaul o Pantani? Nessuno nel ciclismo è in grado di dirlo. Forse Gaul era più completo, nel senso che andava bene a volte pure a cronometro. Però il caldo torrido lo metteva in crisi. Nessuno può dire chi era più forte fra Gaul e Pantani, ma di certo entrambi appartengono alla leggenda dello sport.



Addio grande campione,leggenda del ciclismo.


Addio indimenticabile Gaul l' eroe di ghiaccio del Bondone
Se ne è andato anche lui, l' angelo della montagna, il piccolo, amatissimo Charly Gaul, il mitico scalatore lussemburghese che più di ogni altro ha incarnato il ruolo dell' eroe che sui pedali resiste a tutto e a tutti: alla salita, alla montagna, al freddo, alle intemperie, al dolore che accompagna le fatiche dei corridori. Se ne è andato con lui un pezzo di mito delle due ruote. Aveva resistito al terribile Bondone del 1956, in una giornata di freddo e neve da tregenda andando a conquistare un Giro d' Italia epico. Lo hanno portato via nella mattinata di ieri all' ospedale di Lussemburgo, le conseguenze (embolia polmonare) di una banale caduta casalinga nel suo eremo di Itzig, 10 chilometri dalla sua città, dove si ritirava di ritorno dalle non molto frequenti "rentrée" alle manifestazioni ciclistiche che lo reclamavano come testimonial. Se ne è andato senza clamore, come aveva vissuto: forte, agile e concreto sulla bici quanto distaccato, solitario, introverso, lontano dagli altri, fossero i compagni di plotone, fossero gli organizzatori che lo ricercavano come uno dei principali interpreti di un ciclismo spaventosamente bello e coinvolgente. Di lui resta soprattutto l' immagine della sua maglia sbiadita (Faema) e del suo particolarissimo modo di pedalare. L' omino piccolo piccolo che si arrampica su fino a sconfiggere la montagna, il mitico Bondone. Si diceva fra appassionati e tifosi, quasi a sminuirne i meriti, che girasse "da campione" rapporti "da maestrina". Erano gli anni ' 50, tempi in cui la bici era ancora un mezzo da trasporto usatissimo e le maestrine, appunto, pedalavano con facile agilità. Gaul e il Bondone sono un unico flash nell' immaginario collettivo dell' appassionato di ciclismo. Quell' ' 8 giugno del ' 56 il Giro da Merano arrivava al Bondone dopo 242 km e alcuni passi durissimi come il Rolle e il Broccon sterrato. Pioggia in pianura, neve e gelo in montagna. Quando arrivò in cima Gaul era talmente congelato che due poliziotti dovettero alzarlo materialmente di sella, e portarlo via a braccia. Ci vollero lunghissimi minuti prima che, immerso in una vasca d' acqua calda, potesse semplicemente profferire parola. Divenne in quell' attimo il simbolo estremo di un ciclismo eroico che oggi non c' è più. Raccontava Jean Godet, famosissimo organizzatore del Tour dei tempi eroici: «Quel giorno Gaul è andato al di là di tutto ciò che si era già visto e vissuto quanto a dolore, sofferenza, difficoltà da superare». Sul Bondone era tornato solo qualche settimana fa, ad ottobre per inaugurare la targa che celebra quei17,600 km, con 1.375 di dislivello, 38 tornanti e una pendenza media del 7,8% come la "salita Charly Gaul". Circondato da una piccola folla di tifosi, giornalisti ed autorità era apparso piuttosto male in arnese, ma commosso fino alle lacrime. Pianse, come non aveva fatto quell' 8 giugno che lo ha consacrato alla storia.
I pochi video rimasti
Video Giro 1956 Stelvio e Bondone



Tour 1959 Cronoscalata Puydedome la voce di Gaul
http://www.ina.fr/sport/cyclisme/video/ ... ue.fr.html
tour 1956 gap turin
http://www.ina.fr/video/AFE85006873/tou ... ape-gap-tu


Giogiò78
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Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da Giogiò78 »

Riprendo questa bella discussione per dire la mia opinione.

come sappiamo è impossibile paragonare atleti di epoche diverse, anche per i materiali, per le strade , e anche per le immagini che abbiamo.
Ad esempio i miei nonni affermavano che il corridore più forte di sempre sia stato Alfredo Binda.

Tornando alla salita e cercando di fare un pò di ordine.
Esistono 2 tipi di corridori da salita gli arrimpicatori ( i famosi grimpeur) e i passisti scalatori.

I primi sono arrimpicatori nel senso vero, cioè sono ciclisti che amano le pendenze molto dure e che per caratteristica hanno variazioni di ritmo continue. Odiano affrontare le salite ad un passo forte ma regolare, viceversa loro preferiscono abbassare il ritmo, quasi fermandosi e poi dare delle rasoiate incredibili.
Il passista scalatore è un corridore che soffre questi cambi di ritmo violenti ma preferisce andature molto forti ma regolari. Magari affrontano una salita di 15 Km alla stessa velocità, variandola di poco.
Il grimpeur è uno scattista, il passista ama la progressione.

Nel ciclismo moderno i grimpeur esistono sempre meno, perchè un pò tutti si stanno adeguando a ritmi più alti e costanti, perciò tante volte nessuno riesce a fare una vera differenza.

Per rispondere al Topic, il più forte che ho visto ( sono del 1978) è stato Marco Pantani, ovviamente, che era un arrampicatore moderno, nel senso che una volta effettuato lo scatto riusciva a tenere un ritmo costante e a rilanciare l'azione. Le sue imprese sono scolpite nei nostri occhi e nelle nostre menti.
Un altro grande scalatore è stato il povero Jose Maria Jimenez, l'unico che se in giornata poteva mantenere Pantani. A differenza del Pirata, Il Chava era un grimpeur vero, perchè aveva bisogno di scattare in continuazione, non riusciva a mantenere il ritmo costante.
Altri scalatori di questo tipo sono stati Claudio Chiappucci, Roberto Heras, Carlos Sastre Candil. Un altro grande scalatore è stato Gibo Simoni, fortissimo in salita.
Io faccio riferimento a quelli che ho visto, ad esempio non ricordo benissimo Lucio Herrera ma credo che possiamo metterlo tra i migliori di sempre.

Poi ci sono i corridori moderni Lance Armstrong, Jan Ullrich, Ivan Basso, Tony Rominger, Pavel Tonkov (l'unico capace di battere in un testa a testa Pantani a Pampeago 1998), Greg Lemond.
Alberto Contador è una via di mezzo tra lo scalatore puro e il passista scalatore, di solito lui fa un cambio di ritmo importante da grimpeur, poi però diventa passita e fa la salita con lo stesso ritmo. Andy Schelck è più grimpeur di lui. Infatti di solito il Passista Scalatore si difende a Cronometro, proprio per la sua capacità di avere un ritmo regolare.

Ho lasciato per ultimo ( solo per dargli spazio) il più grande corridore che io ho visto : sua Maestà MIGUEL INDURAIN.
quelli della mia età hanno avuto l'onore e la fortuna di vederlo correre e nonostante io fossi uno sfegatato tifoso di Bugno non ho potuto non ammirare il grande Navarro.
Ricordate La Plagne 1995? All'attacco della salita finale Alex Zulle aveva 6 minuti di vantaggio , Miguel accese il turbo e iniziò una progressione meravigliosa, togliendosi di ruota gente come Pantani, Tonkov, Jalabert, Rominger. Memorabile fu l'affermazione di Paolo Lanfranchi scalatore della Mapei che disse " ho visto passare un treno in corsa e ho provato ad attaccarmi all'ultimo Vagone, dopo poco ho dovuto scendere. Era uno spettacolo".
Io sono convinto che Miguel Indurain ( più di cento vittorie in carriera, criterium a parte) avrebbe vinto ugualmente i 7 GT anche senza le Cronometro. Poi certo se in quei tempi i Gt venivano disegnati in quel modo, lui sfruttava il percorso, però proprio il Tour 1995 fu leggermente diverso e lui si inventò l'attacco nella tappa di Liegi.
Se avesse avuto bisogno Miguel avrebbe attaccato in salita e ci avrebbe fatto divertire.
Sono passati 16 anni da suo ritiro e quando lo vedo ( alla Vuelta) è sempre un'emozione.
Recentemente ha accompagnato il figlio alla Maratone delle Dolomiti. ho letto i commenti su alcuni forum : tutti dicono che Miguel ha ancora il carisma del fuoriclasse, del numero 1.


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Abruzzese
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Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 16:24

Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da Abruzzese »

Riporto in alto questo vecchio thread perché oggi diventano 15 gli anni da quando Charly Gaul ci ha lasciato. Corridore sublime come pochi in salita, le cui imprese sono state decantate anche su queste pagine.

In proposito: qualcosa su di lui (e su altri protagonisti) la si può trovare in questo thread:

viewtopic.php?f=2&t=564

Oggi però è anche il giorno della scomparsa di José Maria Jimenez, deceduto nel 2003. Anche al "Chava" venne dedicato un thread apposito:

viewtopic.php?f=2&t=9469

A prescindere dalla consistenza degli albi d'oro due che, a loro modo, seppero essere grandissimi.


"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")

"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
Cthulhu
Messaggi: 3211
Iscritto il: martedì 11 ottobre 2011, 21:36

Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da Cthulhu »

Premetto che non ho letto gli altri post, ma come scalatore puro - e sottolineo puro - nessuno mi è mai sembrato più forte di Jose Manuel Fuente.
Considerate che ero un bambino che andava alle elementari, però. Mi ricordo che come la strada si impennava quel tizio minuto e bruttacchiolo diventava un angelo.


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nino58
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Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 14:38

Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da nino58 »

Giogiò78 ha scritto: martedì 18 settembre 2012, 11:51 Riprendo questa bella discussione per dire la mia opinione.

come sappiamo è impossibile paragonare atleti di epoche diverse, anche per i materiali, per le strade , e anche per le immagini che abbiamo.
Ad esempio i miei nonni affermavano che il corridore più forte di sempre sia stato Alfredo Binda.

Tornando alla salita e cercando di fare un pò di ordine.
Esistono 2 tipi di corridori da salita gli arrimpicatori ( i famosi grimpeur) e i passisti scalatori.

I primi sono arrimpicatori nel senso vero, cioè sono ciclisti che amano le pendenze molto dure e che per caratteristica hanno variazioni di ritmo continue. Odiano affrontare le salite ad un passo forte ma regolare, viceversa loro preferiscono abbassare il ritmo, quasi fermandosi e poi dare delle rasoiate incredibili.
Il passista scalatore è un corridore che soffre questi cambi di ritmo violenti ma preferisce andature molto forti ma regolari. Magari affrontano una salita di 15 Km alla stessa velocità, variandola di poco.
Il grimpeur è uno scattista, il passista ama la progressione.

Nel ciclismo moderno i grimpeur esistono sempre meno, perchè un pò tutti si stanno adeguando a ritmi più alti e costanti, perciò tante volte nessuno riesce a fare una vera differenza.

Per rispondere al Topic, il più forte che ho visto ( sono del 1978) è stato Marco Pantani, ovviamente, che era un arrampicatore moderno, nel senso che una volta effettuato lo scatto riusciva a tenere un ritmo costante e a rilanciare l'azione. Le sue imprese sono scolpite nei nostri occhi e nelle nostre menti.
Un altro grande scalatore è stato il povero Jose Maria Jimenez, l'unico che se in giornata poteva mantenere Pantani. A differenza del Pirata, Il Chava era un grimpeur vero, perchè aveva bisogno di scattare in continuazione, non riusciva a mantenere il ritmo costante.
Altri scalatori di questo tipo sono stati Claudio Chiappucci, Roberto Heras, Carlos Sastre Candil. Un altro grande scalatore è stato Gibo Simoni, fortissimo in salita.
Io faccio riferimento a quelli che ho visto, ad esempio non ricordo benissimo Lucio Herrera ma credo che possiamo metterlo tra i migliori di sempre.

Poi ci sono i corridori moderni Lance Armstrong, Jan Ullrich, Ivan Basso, Tony Rominger, Pavel Tonkov (l'unico capace di battere in un testa a testa Pantani a Pampeago 1998), Greg Lemond.
Alberto Contador è una via di mezzo tra lo scalatore puro e il passista scalatore, di solito lui fa un cambio di ritmo importante da grimpeur, poi però diventa passita e fa la salita con lo stesso ritmo. Andy Schelck è più grimpeur di lui. Infatti di solito il Passista Scalatore si difende a Cronometro, proprio per la sua capacità di avere un ritmo regolare.

Ho lasciato per ultimo ( solo per dargli spazio) il più grande corridore che io ho visto : sua Maestà MIGUEL INDURAIN.
quelli della mia età hanno avuto l'onore e la fortuna di vederlo correre e nonostante io fossi uno sfegatato tifoso di Bugno non ho potuto non ammirare il grande Navarro.
Ricordate La Plagne 1995? All'attacco della salita finale Alex Zulle aveva 6 minuti di vantaggio , Miguel accese il turbo e iniziò una progressione meravigliosa, togliendosi di ruota gente come Pantani, Tonkov, Jalabert, Rominger. Memorabile fu l'affermazione di Paolo Lanfranchi scalatore della Mapei che disse " ho visto passare un treno in corsa e ho provato ad attaccarmi all'ultimo Vagone, dopo poco ho dovuto scendere. Era uno spettacolo".
Io sono convinto che Miguel Indurain ( più di cento vittorie in carriera, criterium a parte) avrebbe vinto ugualmente i 7 GT anche senza le Cronometro. Poi certo se in quei tempi i Gt venivano disegnati in quel modo, lui sfruttava il percorso, però proprio il Tour 1995 fu leggermente diverso e lui si inventò l'attacco nella tappa di Liegi.
Se avesse avuto bisogno Miguel avrebbe attaccato in salita e ci avrebbe fatto divertire.
Sono passati 16 anni da suo ritiro e quando lo vedo ( alla Vuelta) è sempre un'emozione.
Recentemente ha accompagnato il figlio alla Maratone delle Dolomiti. ho letto i commenti su alcuni forum : tutti dicono che Miguel ha ancora il carisma del fuoriclasse, del numero 1.
Credo che i tuoi nonni avessero ragione


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Road Runner
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Iscritto il: martedì 8 novembre 2016, 11:44

Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da Road Runner »

Al di là di ogni retorica, il miglior scalatore di tutti i tempi è senza dubbio e ovviamente Marco Pantani.
Ha vinto tappe a Giro e Tour pur essendo al 70% di condizione, sempre reduce da sfighe e contrattempi vari,
gatti per strada, macchine che non rispettano lo stop, ecc...
Quando ha potuto presentarsi vicino alla condizione massima è stato inavvicinabile per chiunque, compresa
sua maestà Miguel Indurain.
Era stato progettato dalla natura per la salita.


sagittario1962
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Iscritto il: domenica 2 agosto 2020, 13:11

Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da sagittario1962 »

Cthulhu ha scritto: domenica 6 dicembre 2020, 20:38 Premetto che non ho letto gli altri post, ma come scalatore puro - e sottolineo puro - nessuno mi è mai sembrato più forte di Jose Manuel Fuente.
Considerate che ero un bambino che andava alle elementari, però. Mi ricordo che come la strada si impennava quel tizio minuto e bruttacchiolo diventava un angelo.
el tarango, quando scattva faceva piangere un certo signor Eddy merckx...... ebbe una carriera brevissima solo 6 stagioni prima di esser costretto al ritiro da una disfunzione renale......nonostante tutto riuscì a vincere 2 vuelte, un suisse, 4 maglie verdi, e fare podio al giro e al tour......., a livello di scalatori puri oltre al citato gaul, eda El chava Jimenez, c'è anche un certo lucien van impe un tour (con 4 podi e 9 top ten) 6 maglie a pois due maglie verdi, piazzamenti in top ten sia al giro che alla vuelta..... diciamo che con questi signori anche Pantani avrebbe trovato pane per i suoi denti. Questo a livello di quelli che ho visto, poi se si va a leggere sui libri Bahamontes, Fermin e Vicente Trueba, Apo Lazarides, Jean Robic. Julian Berrendero sono indicati come scalatori capaci di grandi imprese a volte vanficate da incapacità in discesa ma fanno parte della preistoria del ciclismo e un paragone è impossibile se pensiamo solo ai rapporti non credo che neppure il miglior pantani sarebbe riuscito a tirare i rapporti di questi cosa potevano avere come più agile un 45x23 o 24?


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TIC
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Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da TIC »

Van Impe era bellissimo da vedere in salita. Come stile assomigliava a Landa, tranne per il rapporto che per forza di cose era un po' piu duro, ma neanche tanto


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Winter
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Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da Winter »

Road Runner ha scritto: martedì 8 dicembre 2020, 7:11 Al di là di ogni retorica, il miglior scalatore di tutti i tempi è senza dubbio e ovviamente Marco Pantani.
Ha vinto tappe a Giro e Tour pur essendo al 70% di condizione, sempre reduce da sfighe e contrattempi vari,
gatti per strada, macchine che non rispettano lo stop, ecc...
Quando ha potuto presentarsi vicino alla condizione massima è stato inavvicinabile per chiunque, compresa
sua maestà Miguel Indurain.
Era stato progettato dalla natura per la salita.
Sottoscrivo
Pantani inarrivabile
Ricordo poi che i percorsi di allora erano sbilanciatissimi verso i cronoman
tantissime tappe avevano tappe mal disegnate
le salite non erano certo con tratti al 10%
e il numero di arrivi in salita non era paragonabile


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nemecsek.
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Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da nemecsek. »

GiBi1967 ha scritto: martedì 8 dicembre 2020, 21:57

Quoto , e vero che i rapporti non erano quelli attuali ma faceva la differenza, tanta, anche su pendenze non arcigne
Questa dei rapporti è questione che meriterebbe approfondimento, qui o in thread dedicato.
Intendo evoluzione del cambio bdc negli anni.


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giorgio ricci
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Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da giorgio ricci »

Gli anni 60 erano una fucina di scalatori su percorsi non adattissimi a loro.
A parte il citatissimo Gaul , giustamente considerato il piu forte , cito il grande e longevo Bahamontes ,un fuoriclasse con limiti in discesa , il nostro Imerio Massignan , capace di lottare ad armi pari con i mostri sacri , angelino soler, carriera breve ma grande scalatore di cui imerio mi tesse le lodi e ll 'sacrestano 'Julio Jimenez, grande scalatore puro anche lui.


sagittario1962
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Re: Migliore ciclista di sempre in salita

Messaggio da leggere da sagittario1962 »

GiBi1967 ha scritto: martedì 8 dicembre 2020, 22:21
nemecsek. ha scritto: martedì 8 dicembre 2020, 22:06
GiBi1967 ha scritto: martedì 8 dicembre 2020, 21:57

Quoto , e vero che i rapporti non erano quelli attuali ma faceva la differenza, tanta, anche su pendenze non arcigne
Questa dei rapporti è questione che meriterebbe approfondimento, qui o in thread dedicato.
Direi che con la salita abbia parecchia attinenza, comunque mi pare che nell' epoca Pantani usassero già il 39/23, ma questo non impediva imprese tipo Oropa
ho una geant del 94 con 42/53, ma ne avevo una di poco dopo prima del 2000 a tripla guarnitura davanti 39-42-53 se si trovavano per i pellegrini probabilmente c'erano anche per i professionisti


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