Secondo me, se ci si fa caso, lo sfogo di Guardini più che sul dire "vorrei più tappe da velocisti puri" sta nel fatto che se non ottieni determinati risultati, il pensiero comune da parte della gente è che quel determinato ciclista non faccia la vita rigorosa del professionista o non abbia così tanta voglia di allenarsi duramente. Io onestamente non posso giudicare Guardini da questo punto di vista ma non mi pare mi siano mai arrivate voci di scarsa professionalità da parte sua (robe del tipo che pensa a fare più lo sciupafemmine che il corridore, come accaduto anche a qualche illustre collega, o che non aveva avuto comportamenti irreprensibili). Semplicemente credo che non sia mai riuscito a colmare delle lacune che l'hanno portato a migliorare su quei percorsi che, a suo dire, sono diventati sempre più esigenti. Per dire uno come Sam Bennett nei primi anni di professionismo era messo come e forse anche peggio di lui, però evidentemente è riuscito a trovare il modo giusto di allenarsi e prepararsi ed oggi è diventato uno dei migliori velocisti al mondo.nurseryman ha scritto: ↑martedì 5 gennaio 2021, 23:56 ci sono un sacco di corridori che vorrebbero corse a misura propria
ha cominciato TGV che chiedeva minitappe di 60 km salvo poi staccarsi da 30 corridori
ha continuato demare che chiede tappe brevi sotto i 200 km
ora guardini che non gli piacciono le salite
poi ci sono quelli che non vogliono le discese
etc etcetc
poi chi chiederà cosa ?
Ricordo che anni fa, quando ancora c'erano spiragli, m'incavolavo non poco con chi faceva delle critiche parziali che non tenevano in nessun modo conto delle sue grandi potenzialità, anche come pistard. Però, appunto, erano anni in cui la situazione era ancora in fieri e le conclusioni potevano essere affrettate. Adesso che parliamo di un atleta che va per i 32 anni e che è finito a correre nelle Continental perché il terreno dove è riuscito ad esprimersi meglio, nel professionismo, sono le corse del Sud-Est asiatico (e negli ultimi tempi ha fatto fatica a vincere e a piazzarsi anche in corse di secondo o terzo piano), sicuramente possiamo trarre conclusioni più nette e più valide e possiamo permetterci anche di dire che l'aver dovuto lasciare la pista perché non aveva altra scelta, è stata una decisione quanto mai deleteria. Più che Guardini però queste colpe vanno indirizzate a chi ha smantellato il settore della velocità e fatto quindi in modo che anche altri ragazzi promettenti (oltre al già citato Mareczko voglio ricordare Rino Gasparrini ma anche Mattia Geroli), si trovassero sostanzialmente a non avere un futuro lì dove avrebbero potuto averlo anche più che nella strada.