Andrea Guardini

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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Abruzzese
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Re: Andrea Guardini

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nurseryman ha scritto: martedì 5 gennaio 2021, 23:56 ci sono un sacco di corridori che vorrebbero corse a misura propria
ha cominciato TGV che chiedeva minitappe di 60 km salvo poi staccarsi da 30 corridori
ha continuato demare che chiede tappe brevi sotto i 200 km
ora guardini che non gli piacciono le salite
poi ci sono quelli che non vogliono le discese
etc etcetc
poi chi chiederà cosa ?
Secondo me, se ci si fa caso, lo sfogo di Guardini più che sul dire "vorrei più tappe da velocisti puri" sta nel fatto che se non ottieni determinati risultati, il pensiero comune da parte della gente è che quel determinato ciclista non faccia la vita rigorosa del professionista o non abbia così tanta voglia di allenarsi duramente. Io onestamente non posso giudicare Guardini da questo punto di vista ma non mi pare mi siano mai arrivate voci di scarsa professionalità da parte sua (robe del tipo che pensa a fare più lo sciupafemmine che il corridore, come accaduto anche a qualche illustre collega, o che non aveva avuto comportamenti irreprensibili). Semplicemente credo che non sia mai riuscito a colmare delle lacune che l'hanno portato a migliorare su quei percorsi che, a suo dire, sono diventati sempre più esigenti. Per dire uno come Sam Bennett nei primi anni di professionismo era messo come e forse anche peggio di lui, però evidentemente è riuscito a trovare il modo giusto di allenarsi e prepararsi ed oggi è diventato uno dei migliori velocisti al mondo.

Ricordo che anni fa, quando ancora c'erano spiragli, m'incavolavo non poco con chi faceva delle critiche parziali che non tenevano in nessun modo conto delle sue grandi potenzialità, anche come pistard. Però, appunto, erano anni in cui la situazione era ancora in fieri e le conclusioni potevano essere affrettate. Adesso che parliamo di un atleta che va per i 32 anni e che è finito a correre nelle Continental perché il terreno dove è riuscito ad esprimersi meglio, nel professionismo, sono le corse del Sud-Est asiatico (e negli ultimi tempi ha fatto fatica a vincere e a piazzarsi anche in corse di secondo o terzo piano), sicuramente possiamo trarre conclusioni più nette e più valide e possiamo permetterci anche di dire che l'aver dovuto lasciare la pista perché non aveva altra scelta, è stata una decisione quanto mai deleteria. Più che Guardini però queste colpe vanno indirizzate a chi ha smantellato il settore della velocità e fatto quindi in modo che anche altri ragazzi promettenti (oltre al già citato Mareczko voglio ricordare Rino Gasparrini ma anche Mattia Geroli), si trovassero sostanzialmente a non avere un futuro lì dove avrebbero potuto averlo anche più che nella strada.


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Re: Andrea Guardini

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Abruzzese ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 2:19
noel ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 1:55 Sinceramente non ti seguo molto in questo intervento.
Questo forum ad esempio ha una pagina che si chiama "altri ciclismi" proprio per marcare una certa differenza (non certo per arroganza classista) tra la strada e BMX, pista, cx, MTB ecc.
Questa differenza sta nei fatti (ascolti, praticanti, gradimento ecc.).
I motivi sono gli stessi per cui si segue tanto il calcio e non il calcio a 5, la pallavolo e non il beach volley ecc.
Facciamocene una ragione e stop.
A proposito di modernità (o meglio di modernismo) parli con uno che, per farti un esempio, non segue più i rally da quando sono diventate gare sprint con (pseudo)macchine da strada; non segue più lo sci di fondo (di fondo appunto) da quando le gare sprint e mass start hanno soppiantato quelle endurance e a cronometro.
In atletica manderanno in pensione una prova classica come la 50 km di marcia (ufficialmente perché poco televisiva) per dare spazio ad una meglio non precisata gara a staffetta ( :hammer: )
La questione è molto semplice: è logico che sia stata fatta una separazione su queste pagine per seguire meglio certe discipline meritevoli di dignità quanto la strada ed è chiaro che, spesso e volentieri, vi scrivono quelli che abitualmente le seguono o, tutt'al più, quelli che magari sono meno ferrati e cercano di capirne qualcosa in più.

Quello che voglio dire è che se di un corridore, che nel suo cammino ha avuto a che fare con più discipline e aveva grandi potenzialità in quella che è stato costretto a lasciare, si guarda soltanto un lato, lasciando stare l'altro perché o non si hanno sufficienti conoscenze oppure perché l'interesse per l'altro è marginale, si ha una visione che non può essere completa per poter addurre valide argomentazioni al dibattito. O meglio: si possono muovere pure critiche sotto certi aspetti ma se non si conosce il tutto la visione delle cose sarà inevitabilmente parziale.

Che poi, come ho detto, ho voluto linkare l'intervista proprio per spostare anche qui l'attenzione degli "amanti della strada" sulla questione pista. Altrimenti potevo benissimo lasciare il tutto nel topic dell'altra sezione e aspettare che qualcuno dei soliti noti interessati dicesse magari la sua in proposito. Lo scopo invece non è tanto il ribadire il perché il Guardini stradista ha, in buona parte, fallito se si consideravano le aspettative con cui è passato professionista e per il fatto di essere stato uno di quelli capaci di battere Cavendish nei suoi anni migliori ma piuttosto che cosa ha perso la pista italiana, nel momento in cui lui e tanti altri ragazzi sono stati costretti a concentrarsi esclusivamente sulla strada per avere qualche buona prospettiva futura.
Come vuoi tu abruzzese... Io comunque questo Guardini "nostalgico" della pista non me lo ricordo quando sfrecciava a Vedelago o al giro del portogallo


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Re: Andrea Guardini

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Winter ha scritto: martedì 5 gennaio 2021, 23:16
Mad ha scritto: martedì 5 gennaio 2021, 21:38
Winter ha scritto: martedì 5 gennaio 2021, 20:26
Quaranta vinse i mondiali junior battendo uno dei più grandi velocisti della storia..Rousseau
Ha vinto sei tappe al giro
Ha buttato via la sua carriera per correre su strada?
Non credo
Quaranta arrivava a fare la volata e qualche volta vinceva. Se invece avesse ottenuto gli stessi risultati di Guardini, parleremmo anche per lui di carriera buttata per non essersi concentrato sulle discipline veloci?
Non abbiamo controprova
Quaranta i mondiali da junior li ha vinti
Mentre guardini nella velocità non li ha nemmeno fatti
Li ha fatti cimolai
E non l han portato nemmeno nella velocità olimpica
Ha fatto il Keirin dove ha fatto settimo non primo
Su strada nonostante dei limiti qualcosa ha vinto

È alto 170x67

Lavreysen 181x90
Glaetzer 190x86
Dmitriev 177x90
Kenny 177x80
Hot 185x92
Bauge 181x100
Hoogland 185x97

Non era un po piccolino per vincere il titolo della velocità?
C è l eccezione del malese

Però la maggioranza degli sprinter hanno una struttura fisica differente
Continui a dire che non c'è controprova e ti basi solo su determinate risultanze, quando ti si sta dicendo che c'è anche dell'altro. Ti sei chiesto se in quelle occasioni facesse allenamenti specifici per il velocista da pista oppure se doveva dividersi anche con l'attività su strada (cosa che, praticamente succede solo da noi, all'estero fin da una certa età ci si allena specificamente su determinate discipline) ? Stando a questi ragionamenti allora Chris Hoy, quando venne eliminato clamorosamente da Felix English che era un illustre sconosciuto, doveva essere considerato un pivellino. Questo per dire che in un torneo della Velocità non tutto si può spiegare con la potenza (anche se ormai è diventata uno dei fattori determinanti, dato che se non fai certi tempi neppure ti qualifichi) ma conta anche il sapersi muovere. Ovviamente poi il tutto va rapportato ai tempi attuali, con la lunghezza delle piste, i materiali e via dicendo.

Continui a citare Quaranta, che gareggiò su pista e mostrò le sue evidenze in tempi diversissimi anche dagli anni Duemila. Ha battuto Rousseau, giustamente. Ma quando allora ancora qualcosa si faceva, chi ha impedito a Ivan di provare a fare la carriera del velocista su pista? Ha fatto la sua scelta, legittima. Il problema si pone quando si va a vedere, in conclusione, cosa ha racimolato in carriera nel confronto con i più forti velocisti di quel tempo e di quelli attuali. Possiamo considerare soddisfacente la sua parabola oppure è maggiore il rammarico per quello che ancora avrebbe potuto vincere? Quante corse ha vinto in carriera Robbie McEwen, che pure aveva caratteristiche simili alle sue?
A questo poi dobbiamo aggiungere che, mentre per Guardini (come detto) a meno di non sapere cose che altri non sanno non si sono mai fatti determinati discorsi, su Quaranta invece era risaputo nell'ambiente che non facesse esattamente la vita del professionista, da un certo punto in avanti e quindi il primo a bruciarsi il suo talento è stato lui stesso.

Ergo, come sostieni che non può esserci la controprova che Guardini sarebbe stato un fenomeno se avesse puntato sulla carriera da pistard, allo stesso modo non possiamo nemmeno dire con certezza che lui (e anche altri) non lo sarebbe mai diventato, se solo si fosse trovato a gareggiare in un paese che cura in maniera maniacale il settore della Velocità assieme a quelli dell'Endurance. Se Andrea non è riuscito mai a diventare uno dei migliori velocisti al mondo su strada, sicuramente ha le sue colpe e responsabilità. Non tutto però in questa storia, mettendo insieme tutti i pezzi e non tralasciando proprio nulla, può essere addebitato esclusivamente a lui. Se andate a leggervi anche l'intervista fatta a Roberto Chiappa nell'altra sezione vi potrete sicuramente rendere conto che è così.


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Re: Andrea Guardini

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noel ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 2:41 Come vuoi tu abruzzese... Io comunque questo Guardini "nostalgico" della pista non me lo ricordo quando sfrecciava a Vedelago o al giro del portogallo
Beh ma è ovvio, in quel momento la pista la considerava un discorso chiuso. Adesso invece la vede come un'opportunità per cercare un dignitoso finale di carriera. Non dimentichiamoci neppure che stiamo anche per entrare nella prima era post-Di Rocco (sperando che a primeggiare non sia qualcuno che ne continui a portare avanti una certa scuola di pensiero) e quindi potremmo avere anche un auspicato cambiamento nella gestione di determinate risorse. Tanto è vero che addirittura si parla della possibilità di disputare le Olimpiadi di Parigi 2024 (onestamente assai utopica ma questo è servito a riportare il discorso sui danni fatti da lustri d'immobilismo nel nostro settore pista).


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Re: Andrea Guardini

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Abruzzese ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 2:48
Continui a dire che non c'è controprova e ti basi solo su determinate risultanze, quando ti si sta dicendo che c'è anche dell'altro. Ti sei chiesto se in quelle occasioni facesse allenamenti specifici per il velocista da pista oppure se doveva dividersi anche con l'attività su strada (cosa che, praticamente succede solo da noi, all'estero fin da una certa età ci si allena specificamente su determinate discipline) ? Stando a questi ragionamenti allora Chris Hoy, quando venne eliminato clamorosamente da Felix English che era un illustre sconosciuto, doveva essere considerato un pivellino. Questo per dire che in un torneo della Velocità non tutto si può spiegare con la potenza (anche se ormai è diventata uno dei fattori determinanti, dato che se non fai certi tempi neppure ti qualifichi) ma conta anche il sapersi muovere. Ovviamente poi il tutto va rapportato ai tempi attuali, con la lunghezza delle piste, i materiali e via dicendo.

Continui a citare Quaranta, che gareggiò su pista e mostrò le sue evidenze in tempi diversissimi anche dagli anni Duemila. Ha battuto Rousseau, giustamente. Ma quando allora ancora qualcosa si faceva, chi ha impedito a Ivan di provare a fare la carriera del velocista su pista? Ha fatto la sua scelta, legittima. Il problema si pone quando si va a vedere, in conclusione, cosa ha racimolato in carriera nel confronto con i più forti velocisti di quel tempo e di quelli attuali. Possiamo considerare soddisfacente la sua parabola oppure è maggiore il rammarico per quello che ancora avrebbe potuto vincere? Quante corse ha vinto in carriera Robbie McEwen, che pure aveva caratteristiche simili alle sue?
A questo poi dobbiamo aggiungere che, mentre per Guardini (come detto) a meno di non sapere cose che altri non sanno non si sono mai fatti determinati discorsi, su Quaranta invece era risaputo nell'ambiente che non facesse esattamente la vita del professionista, da un certo punto in avanti e quindi il primo a bruciarsi il suo talento è stato lui stesso.

Ergo, come sostieni che non può esserci la controprova che Guardini sarebbe stato un fenomeno se avesse puntato sulla carriera da pistard, allo stesso modo non possiamo nemmeno dire con certezza che lui (e anche altri) non lo sarebbe mai diventato, se solo si fosse trovato a gareggiare in un paese che cura in maniera maniacale il settore della Velocità assieme a quelli dell'Endurance. Se Andrea non è riuscito mai a diventare uno dei migliori velocisti al mondo su strada, sicuramente ha le sue colpe e responsabilità. Non tutto però in questa storia, mettendo insieme tutti i pezzi e non tralasciando proprio nulla, può essere addebitato esclusivamente a lui. Se andate a leggervi anche l'intervista fatta a Roberto Chiappa nell'altra sezione vi potrete sicuramente rendere conto che è così.
Vado a memoria
Ma non credo che i vari cimolai Viviani pelucchi guarnieri ecc
Fossero tanto più allenati di lui
Se il ct di allora non lo portò per la velocità ai mondiali avrà avuto una motivazione
Legittimo avere delle recriminazioni
Ma le possono avere tutti quelli (tranne Viviani che passò all endurance)
Saronni vinse dei campionati italiani di velocità a livello giovanile.
Scelse la strada
Chissa magari sarebbe stato un fenomeno sulla pista
Bontempi? Bortolami ?

Guardini non era un fenomeno né in pista né su strada
Quando fece il record di vittorie..quante le ottenne su circuiti piatti? Quante per il suo treno? Ecc

Ha vinto una tappa al giro e altre vittorie in giro
Non m sembra poco


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Re: Andrea Guardini

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Io Saronni l'ho visto alla Sei Giorno di Milano, credo fosse il 1977. Non aveva ancora vent'anni e battagliava coi grandi. Aveva un'agilità spaventosa e un colpo di pedale che non ho più visto in nessuno.
Mio zio, vecchio suiveurs, che mi ci aveva portato, me lo indicò e in dialetto brianzolo mi disse:
tel vedet chel lì ? Chel lì l'è fort debun e el diventa un campiun! (traduzione: lo vedi quello li? quello lì è forte davvero e diventerà un campione!).
Le sparate che faceva a 130 pedalate al minuto mi avevano impressionato e le ho ancora impresse nella mente!


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Re: Andrea Guardini

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Winter ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 9:05 Vado a memoria
Ma non credo che i vari cimolai Viviani pelucchi guarnieri ecc
Fossero tanto più allenati di lui
Se il ct di allora non lo portò per la velocità ai mondiali avrà avuto una motivazione
Legittimo avere delle recriminazioni
Ma le possono avere tutti quelli (tranne Viviani che passò all endurance)
Saronni vinse dei campionati italiani di velocità a livello giovanile.
Scelse la strada
Chissa magari sarebbe stato un fenomeno sulla pista
Bontempi? Bortolami ?

Guardini non era un fenomeno né in pista né su strada
Quando fece il record di vittorie..quante le ottenne su circuiti piatti? Quante per il suo treno? Ecc

Ha vinto una tappa al giro e altre vittorie in giro
Non m sembra poco
Si ma il punto è sempre lo stesso. Tu mi parli di allora e mi dici "eh ma il CT..." e io ti ribadisco: alla luce anche di quanto dichiarato nell'intervista, sei convinto che senza un allenamento da velocista (inteso per: lavori specifici in palestra, tecnico ex velocista che ti segue, lavori di forza per aumentare la massa muscolare, gare su strada praticamente cancellate) uno come Guardini non sarebbe riuscito a diventare un buon velocista anche su pista? Io onestamente ne dubito, perché Andrea le evidenze le aveva eccome (ti ripeto ancora una volta: sui 200 metri all'epoca faceva 10"5 che per uno juniores era un tempone. E se torni alla prima pagina di questo thread, leggendo il primo messaggio, noterai che certe cose le diceva già Morris, che è uno che ha sempre dimostrato di capirne ben oltre la media di questo e di tanti altri sport. Poi è chiaro, qualche volta nelle previsioni ci si può anche sbagliare, siamo tutti umani).

Quaranta e Saronni avevano potenzialità enormi anche come pistard, hanno scelto la strada perché avranno ponderato attentamente la cosa ma entrambi, se vediamo come funzionano le cose al giorno d'oggi, con l'iperspecializzazione che coinvolge anche la pista e quindi il settore della Velocità, credi che in questi tempi sarebbero riusciti a diventare dei pistard senza mollare completamente la strada? Te lo dico io: sarebbe stato impossibile.

L'unico caso di corridore che da velocista pistard di altissimo livello ha voluto tentare una carriera da stradista, in tempi recenti è stato Theo Bos ma i risultati che ha ottenuto su strada (dove purtroppo ancora adesso viene ricordato per aver rischiato di ammazzare Impey in Turchia) non sono stati minimamente paragonabili all'aura di uno che era stato campione del mondo e primatista mondiale sui 200 metri. Una volta tornato al primo amore, ha fatto una fatica bestiale (considerando anche che intanto gli anni sono passati anche per lui) a tornare a livelli decenti, tuttavia se è riuscito a salire nuovamente sul podio anche ai mondiali in una disciplina veloce (nella fattispecie nel Chilometro) è perché se tu il talento ce l'hai e non te lo bruci del tutto, in qualche modo riesci sempre a dimostrare di averlo.

Comunque, su questi discorsi che facciamo, se tu fossi più ferrato sul femminile ti direi di andare a confrontare le prestazioni di Miriam Vece degli ultimi due anni (da quando cioè ha avuto la possibilità di andare ad allenarsi al centro dell'UCI ad Aigle) con quelle delle stagioni precedenti e di vedere anche se siano progredite sostanzialmente o meno anche quelle di altre ragazze che promettevano bene come Elena Bissolati, che però non hanno avuto le stesse possibilità di Miriam. Noterai che i progressi di Miriam sono stati notevolissimi, anche se ovviamente, soprattutto nella Velocità, è ancora molto lontana dai livelli delle più forti del mondo. Però da questo potresti capire bene che cosa significhi allenarsi con tecnici di settore e lavorare in un certo modo e cosa invece dover vivacchiare ed improvvisare, arrivando così a sacrificare tutto per la strada.

Quindi, quando tu dici che Andrea in pista non era un fenomeno, io ti potrei fare la seguente domanda: quanti Fiandre e Roubaix avrebbe potuto vincere Geraint Thomas se non gli avessero messo in testa di diventare un corridore da gare a tappe? Possiamo dire con certezza che, basandoci unicamente sulle sue evidenze, abbia fatto la scelta ottimale? (Se dobbiamo vederla unicamente dal profilo dell'albo d'oro e del portafoglio sicuramente si, se invece dobbiamo vederla dal profilo del talento di base è stata un'emerita stronzata).


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Re: Andrea Guardini

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Altra cosa: se si è letta l'intervista di Chiappa dell'altro giorno, lui diceva che da Allievo, quando ancora correva anche su strada, gente come Bettini e Petacchi la batteva come e quando voleva. Gli si può fare una colpa per aver preferito la pista alla strada: assolutamente no, anche perché ha spiegato di come le porcherie federali gli abbiano tarpato le ali proprio nel momento in cui si stava apprestando a raggiungere la piena maturità fisica e atletica.


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Abruzzese ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 9:47 Quindi, quando tu dici che Andrea in pista non era un fenomeno, io ti potrei fare la seguente domanda: quanti Fiandre e Roubaix avrebbe potuto vincere Geraint Thomas se non gli avessero messo in testa di diventare un corridore da gare a tappe? Possiamo dire con certezza che, basandoci unicamente sulle sue evidenze, abbia fatto la scelta ottimale? (Se dobbiamo vederla unicamente dal profilo dell'albo d'oro e del portafoglio sicuramente si, se invece dobbiamo vederla dal profilo del talento di base è stata un'emerita stronzata).
Zero
Per vincerle..le devi togliere a qualcuno
Per me chi le ha vinte le merita ampiamente

Vero ha fatto 1052
In quel mondiale poi fini quinto
Chi vinse quel mondiale..e miglior tempo
Tra l altro un anno più giovane di guardini
Jollet a 22 anni decise di diventare pilota di aerei
Chissa quanti titoli mondiale avrebbe vinto?
Nella vita si prendono delle decisioni
Jollet ha scelto altro
Idem guardini


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Re: Andrea Guardini

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Winter ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 10:10
Abruzzese ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 9:47 Quindi, quando tu dici che Andrea in pista non era un fenomeno, io ti potrei fare la seguente domanda: quanti Fiandre e Roubaix avrebbe potuto vincere Geraint Thomas se non gli avessero messo in testa di diventare un corridore da gare a tappe? Possiamo dire con certezza che, basandoci unicamente sulle sue evidenze, abbia fatto la scelta ottimale? (Se dobbiamo vederla unicamente dal profilo dell'albo d'oro e del portafoglio sicuramente si, se invece dobbiamo vederla dal profilo del talento di base è stata un'emerita stronzata).
Zero
Per vincerle..le devi togliere a qualcuno
Per me chi le ha vinte le merita ampiamente

Vero ha fatto 1052
In quel mondiale poi fini quinto
Chi vinse quel mondiale..e miglior tempo
Tra l altro un anno più giovane di guardini
Jollet a 22 anni decise di diventare pilota di aerei
Chissa quanti titoli mondiale avrebbe vinto?
Nella vita si prendono delle decisioni
Jollet ha scelto altro
Idem guardini
Eh ma grazie al cazzo, a ragionare così so boni tutti :D :D :D :D (riferito a Thomas)

Per il resto, ti pareva che non saltava fuori il francese che avrebbe dovuto spaccare il culo a tutti :diavoletto: :diavoletto: :diavoletto: :diavoletto:

Battute a parte, mi ricordo di Thierry Jollet, prometteva molto bene. Il problema è che il punto è sempre lo stesso: mi parli di un ragazzo talentuoso che però era inserito all'interno di un sistema strutturato diversamente dal nostro. Te ne cito un altro di quegli anni o giù di lì, vale a dire Charly Conord. Erano tutti ragazzi che avevano dietro una federazione che lavorava in un certo modo; in più non ci dobbiamo dimenticare chi c'era nella massima categoria: Sireau, Bourgain, Bauge, il vecchio Tournant e via dicendo. Non era così facile inserirsi lì dove c'erano i primi al mondo.

Qui in Italia, con un pochino di programmazione, uno come Guardini non ci avrebbe messo molto a diventare il velocista di riferimento. Se tu prendi ragazzi che facevano alternanza e li confronti coi francesi e altri che già si allenavano specificamente per la pista, capisci che il confronto non può essere uguale, quantunque si possa avere una base di talento notevole. Facciamo allenare quel Guardini specificamente come un velocista pistard e vediamo cosa tiriamo fuori.

Se poi Jollet ha scelto di lavorare anzichè pedalare, evidentemente è perché forse si sarà reso conto di non poter raggiungere certi livelli nella massima categoria o magari avrà finito col perdere le motivazioni e preferito qualcosa di più sicuro a livello remunerativo. Ma lui e Guardini non possono essere raffrontati in nessun modo, parliamo di due situazioni completamente diverse.


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Re: Andrea Guardini

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jollet è quello che fece 10.50 ad aguascalientes nel 2007
Guardini fece 10.52

L altura aiutò notevolmente le performance

Mi piacciono le tue certezze su guardini
Velocista di riferimento :dubbio:


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Re: Andrea Guardini

Messaggio da leggere da Mad »

Winter ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 9:05
Saronni vinse dei campionati italiani di velocità a livello giovanile.
Scelse la strada
Mi aspettavo che saltasse fuori questo discorso. In questi anni ne ho vista di gente vincere ( o andare sul podio) di keirin e velocità, da juniores in avanti li trovi tutti nel quartetto ( dico tutti per semplificazione, sia chiaro). Non si tratta di preferire le discipline endurance, ma del fatto che i titoli giovanili non sono così definitivi sulle possibili future specializzazioni. Poi è chiaro che quando a 18 anni trovi il deserto da una parte, finisci per andare dall'altra.


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Winter ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 18:27 jollet è quello che fece 10.50 ad aguascalientes nel 2007
Guardini fece 10.52

L altura aiutò notevolmente le performance

Mi piacciono le tue certezze su guardini
Velocista di riferimento :dubbio:
Che te devo dì, il talento è come la poesia: lo si deve saper vedere, così come non tutti sono capaci di scrivere poesie.

Poi s'è capito che non cambierai mai idea. Purtroppo per colpa di chi sappiamo abbiamo perso Morris ma certe cose te le avrebbe dette di gran lunga meglio di me anche lui. E lui è stato anche nell'ambiente eh.


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Re: Andrea Guardini

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Mad ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 18:39
Winter ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 9:05
Saronni vinse dei campionati italiani di velocità a livello giovanile.
Scelse la strada
Mi aspettavo che saltasse fuori questo discorso. In questi anni ne ho vista di gente vincere ( o andare sul podio) di keirin e velocità, da juniores in avanti li trovi tutti nel quartetto ( dico tutti per semplificazione, sia chiaro). Non si tratta di preferire le discipline endurance, ma del fatto che i titoli giovanili non sono così definitivi sulle possibili future specializzazioni. Poi è chiaro che quando a 18 anni trovi il deserto da una parte, finisci per andare dall'altra.
Eh ma sai Andrea, non sono mica tutti come te (io non mi ci metto in mezzo per ovvi motivi) che i velodromi li bazzicano e i ragazzi li vedono da anni. Qui si traggono fuori conclusioni senza nemmeno sapere in che nulla cosmico versava e versa ancora il settore Velocità con i ragazzi. Poi però quando vincono gli altri sono sempre più bravi e più fighi. Probabilmente quello che siamo riusciti a fare con l'Inseguimento in questi anni non ha insegnato nulla, se si continuano a fare certi discorsi con una certa faciloneria.


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Re: Andrea Guardini

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Mad ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 18:39
Winter ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 9:05
Saronni vinse dei campionati italiani di velocità a livello giovanile.
Scelse la strada
Mi aspettavo che saltasse fuori questo discorso. In questi anni ne ho vista di gente vincere ( o andare sul podio) di keirin e velocità, da juniores in avanti li trovi tutti nel quartetto ( dico tutti per semplificazione, sia chiaro). Non si tratta di preferire le discipline endurance, ma del fatto che i titoli giovanili non sono così definitivi sulle possibili future specializzazioni. Poi è chiaro che quando a 18 anni trovi il deserto da una parte, finisci per andare dall'altra.
Appunto
Non capisco tutte ste certezze su guardini punto di riferimento della velocità su pista
Per un risultato ottenuto tra gli juniores


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Re: Andrea Guardini

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Abruzzese ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 18:50
Winter ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 18:27 jollet è quello che fece 10.50 ad aguascalientes nel 2007
Guardini fece 10.52

L altura aiutò notevolmente le performance

Mi piacciono le tue certezze su guardini
Velocista di riferimento :dubbio:
Che te devo dì, il talento è come la poesia: lo si deve saper vedere, così come non tutti sono capaci di scrivere poesie.

Poi s'è capito che non cambierai mai idea. Purtroppo per colpa di chi sappiamo abbiamo perso Morris ma certe cose te le avrebbe dette di gran lunga meglio di me anche lui. E lui è stato anche nell'ambiente eh.
Ma puoi scrivere di poesia..
Tanto non c è mai la controprova
Se ha fatto una discreta carriera su strada
Su pista..avrebbe vinto medaglie d oro ecc
Cmq evito di scrivere anche qui :cincin:


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Abruzzese
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Re: Andrea Guardini

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Ma non si tratta di evitare o meno di scrivere, è che sapendo che tu segui anche il ciclismo giovanile a volte rimango sorpreso di come tu ti perda in un bicchier d'acqua e faccia considerazioni che mi aspetterei da gente che di questo sport (e non solo di questo) generalmente non capisce un'acca.

Io sto semplicemente dicendo che con strutture adeguate e con tecnici che ti fanno lavorare in un certo modo, un futuro diverso per Guardini e altri ragazzi di talento sarebbe stato possibile. E con certe risultanze a quei tempi, con un lavoro mirato, ci sarebbero state tutte le carte in regola per fare di Andrea il velocista di riferimento del nostro movimento. Non è successo per motivazioni che ben sappiamo, pazienza. Almeno adesso però speriamo che possa iniziare a cambiare qualcosa e si possa fare almeno qualche minimo passo per provare a ricostruirlo questo benedetto settore della velocità. A me è questo che interessa di tutto il dibattito.

P.S.: tra i ragazzi che ho dimenticato di citare ci sarebbe anche Riccardo Minali. Pure lui da ragazzino aveva tempi strepitosi ma abbandonò presto il settore, tanto che poi le cose migliori le ha fatte nell'Endurance. Guarda caso pure lui, tra la sorpresa generale, ha dovuto trovare un ingaggio per il rotto della cuffia per continuare a fare il professionista.


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marc
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Re: Andrea Guardini

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Ecco Abbruzzese, Mattia Geroli che fine ha fatto? Mi pareva avere un fisico ben strutturato, ricordo di averlo visto dal vivo a Fiorenzuola, forse nel torneo vinto da Volikakis ma non ricordo esattamente. (Scusate il leggero OT)


perché per me il ciclismo non è ancora una passione onanistica, ma è un pezzo di cultura popolare e familiare.
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Beppugrillo
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Re: Andrea Guardini

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Se Theo Bos da campione di quasi tutto è passato alla strada intravedendo possibilità più ampie e guadagni maggiori (perché credo siano stati questi gli stimoli) non si può pensare che un Under 23 vincente su strada decida di mollare tutto e dedicarsi esclusivamente alla velocità su pista (perché il problema bene o male è questo, non riesci a conciliare le due cose, come invece fanno quelli del settore endurance o crossisti e qualche biker, pure Viviani nel periodo in cui si era dedicato di brutto alle discipline veloci dell'Omnium su strada la bici non la portava avanti manco a spinta). Una cosa è finanziare il settore velocità (per quanto, per gusti personali, se c'è un settore che sacrificherei volentieri è proprio quello), un'altra portarlo ad un livello tale che i ragazzi più giovani vedano strada e velocità come due strade quasi equivalenti. Ci giochiamo mezzo recovery fund se puntiamo a quello.
Per me ha fatto l'unica scelta possibile, lamentarsi non serve e sopratutto non può avere senso piangere perché il ciclismo di oggi (ma quando mai arrivava al traguardo nelle corse importanti?) non è a misura dei velocisti puri, perché qualcuno che primeggia ancora c'è (e bene o male c'è un certo Mark Cavendish che con la sua carriera ha messo una discreta pietra tombale su questo tipo di recriminazioni)


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Abruzzese
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Re: Andrea Guardini

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marc ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 21:48 Ecco Abbruzzese, Mattia Geroli che fine ha fatto? Mi pareva avere un fisico ben strutturato, ricordo di averlo visto dal vivo a Fiorenzuola, forse nel torneo vinto da Volikakis ma non ricordo esattamente. (Scusate il leggero OT)
Purtroppo ha smesso di correre, un paio d'anni fa se non erro (non ricordo esattamente il motivo ma comunque credo o per studiare o per lavorare. Tra l'altro a breve dovrebbe anche diventare padre).

Siamo sempre lì marc, purtroppo se nessuno capisce che bisogna trovare il modo di rimettere in moto il meccanismo staremo sempre qui a leggere e commentare certe notizie.


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Abruzzese
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Re: Andrea Guardini

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Beppugrillo ha scritto: mercoledì 6 gennaio 2021, 23:13 Se Theo Bos da campione di quasi tutto è passato alla strada intravedendo possibilità più ampie e guadagni maggiori (perché credo siano stati questi gli stimoli)
No attenzione: Theo Bos, quando maturò la decisione, aveva già vinto svariati mondiali nella Velocità, nel Keirin e nel Chilometro, oltre ad aver conquistato l'argento olimpico ad Atene (il non aver vinto l'oro penso che possa essere stato il suo cruccio maggiore) e ad aver stabilito anche il record mondiale sui 200 metri (poi migliorato da Kevin Sireau). Uno come lui non aveva affatto bisogno di passare alla strada per diventare eventualmente più ricco, semplicemente ha cercato una sfida nuova che l'ha portato a vincere un po' di corse ma di certo non a diventare il velocista dominante che sapeva essere su pista. Poi, stimolato anche dalla possibilità di tornare a disputare i giochi olimpici (a Rio, nel 2016), ha deciso di tornare alla pista, ovviamente rimettendosi a fare lavori specifici e mirati. Non riuscì neppure in quel caso ad ottenere risultati (fare il percorso inverso dopo vari anni è difficilissimo) ma comunque è riuscito a tornare competitivo almeno nel Chilometro, tanto da riuscire nuovamente a salire sul podio ai mondiali, pur avendo superato abbondantemente i 30 anni.

Io capisco che ultimamente su queste pagine il pragmatismo e l'istinto di sopravvivenza vadano per la maggiore ma davvero, non è possibile spiegare sempre tutto solamente con i soldi. A Sagan non aveva ordinato nessuno di andare a disputare la gara di MTB a Rio invece di quella su strada, eppure l'ha fatto assumendosene anche la responsabilità dell'eventuale mancato risultato. Semplicemente degli atleti che per anni e anni si spaccano letteralmente il culo per inseguire i loro sogni e obiettivi principali, qualche volta possono avere voglia di tentare qualcosa di diverso che possa andare anche oltre gli schemi convenzionali, con tutti i contro del caso. Altrimenti l'esempio di Bos l'avrebbero seguito anche altri, invece lui è stato l'unico. Bisogna ricordarsi che il ciclismo, in tutte le sue sfaccettature, resta sempre uno sport in grado di dare emozioni. Se si deve star sempre lì a pensare che le cose o si fanno per soldi oppure non vale proprio la pena di farle, allora tanto vale andare al bocciodromo del paese a vedere i nonnetti che sbocciano e trincano, mollando qualche porcone di tanto in tanto.


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Beppugrillo
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Re: Andrea Guardini

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Lo dici tu che cercava nuove sfide, probabilmente è anche così ma se non avesse intravisto la possibilità di triplicare/quadruplicare le entrate e i premi delle nuove sfide se ne sarebbe sbattuto e sarebbe rimasto nel settore in cui era un campione indiscusso. Tra l'altro Sagan per me è proprio il più grande esempio di questo, perché ha detto varie volte che la strada per lui è un sacrificio, ma a parte l'incursione olimpica (non ha rinunciato a una medaglia olimpica su strada, semplicemente ha saltato una probabilissima comparsata) sullo sterrato non va mai. I soldi non spiegano tutto ma non si può non riconoscere che il 99% delle scelte dei corridori coincide con la strada economicamente più vantaggiosa. Ed è giusto così


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Re: Andrea Guardini

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Ho corso in pista fino agli allievi in un periodo quando ancora la pista contava qualcosa, poteva capitare di girare insieme a Turrini, Cardi, Verzini, Rossi, nomi che ai più diranno poco e niente, ma che sull'onda lunga dell' età d' oro dei tempi del Maestro Costa riuscirono comunque a portare all' Italia titoli e medaglie. Fu il canto del cigno prima del nulla inframmezzato dal sulfureo periodo conconiano rivolto però solo verso specifiche specialità. Adesso è in atto un timido tentativo di rinascita che nonostante le difficoltà di ogni tipo qualche risultato lo sta ottenendo. Riguardo la velocità, in tutta sincerità non ho mai visto Guardini in pista e quindi non potrei dare un giudizio, ho visto Golinelli e sono abbastanza sicuro di affermare, al netto delle sue abitudini extraciclistiche, che sarebbe potuto diventare l' erede dei grandissimi sprinter italiani, aveva tutte le qualità. Tornando al discorso della scelta tra strada e pista c' è da dire che l' attrazione della prima è sempre stata fortissima, gente come Sercu, Beghetto, per non parlare della quasi totalità degli inseguitori ha fatto tentativi più o meno riusciti, Sercu ottenne risultati eccellenti anche da stradista. Il passaggio è una conseguenza abbastanza prevedibile, la celebrità degli stradisti l' hanno raggiunta solo Maspes dei tempi d' oro e Gaiardoni alle Olimpiadi di Roma, però a vedere Beghetto battere Sercu al Velodromo Olimpico ai mondiali del 68 c' erano comunque 30000 persone, quante ce ne sarebbero oggi in una situazione analoga ( che poi non c' è neanche più il Velodromo...)?


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Re: Andrea Guardini

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Beppugrillo ha scritto: giovedì 7 gennaio 2021, 7:46 Lo dici tu che cercava nuove sfide, probabilmente è anche così ma se non avesse intravisto la possibilità di triplicare/quadruplicare le entrate e i premi delle nuove sfide se ne sarebbe sbattuto e sarebbe rimasto nel settore in cui era un campione indiscusso. Tra l'altro Sagan per me è proprio il più grande esempio di questo, perché ha detto varie volte che la strada per lui è un sacrificio, ma a parte l'incursione olimpica (non ha rinunciato a una medaglia olimpica su strada, semplicemente ha saltato una probabilissima comparsata) sullo sterrato non va mai. I soldi non spiegano tutto ma non si può non riconoscere che il 99% delle scelte dei corridori coincide con la strada economicamente più vantaggiosa. Ed è giusto così

Ok, hai sicuramente ragione tu. Bye.


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Re: Andrea Guardini

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Gimbatbu ha scritto: giovedì 7 gennaio 2021, 14:11 Ho corso in pista fino agli allievi in un periodo quando ancora la pista contava qualcosa, poteva capitare di girare insieme a Turrini, Cardi, Verzini, Rossi, nomi che ai più diranno poco e niente, ma che sull'onda lunga dell' età d' oro dei tempi del Maestro Costa riuscirono comunque a portare all' Italia titoli e medaglie. Fu il canto del cigno prima del nulla inframmezzato dal sulfureo periodo conconiano rivolto però solo verso specifiche specialità. Adesso è in atto un timido tentativo di rinascita che nonostante le difficoltà di ogni tipo qualche risultato lo sta ottenendo. Riguardo la velocità, in tutta sincerità non ho mai visto Guardini in pista e quindi non potrei dare un giudizio, ho visto Golinelli e sono abbastanza sicuro di affermare, al netto delle sue abitudini extraciclistiche, che sarebbe potuto diventare l' erede dei grandissimi sprinter italiani, aveva tutte le qualità. Tornando al discorso della scelta tra strada e pista c' è da dire che l' attrazione della prima è sempre stata fortissima, gente come Sercu, Beghetto, per non parlare della quasi totalità degli inseguitori ha fatto tentativi più o meno riusciti, Sercu ottenne risultati eccellenti anche da stradista. Il passaggio è una conseguenza abbastanza prevedibile, la celebrità degli stradisti l' hanno raggiunta solo Maspes dei tempi d' oro e Gaiardoni alle Olimpiadi di Roma, però a vedere Beghetto battere Sercu al Velodromo Olimpico ai mondiali del 68 c' erano comunque 30000 persone, quante ce ne sarebbero oggi in una situazione analoga ( che poi non c' è neanche più il Velodromo...)?
Questo è sicuramente un intervento più sensato. Se non altro, a differenza di qualcun altro, dimostri di avere un minimo d'interesse per l'argomento e di conoscenza storica della pista ;) .


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Re: Andrea Guardini

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La pista è uno spettacolo fantastico meritevole di miglior sorte. In Giappone con l' ausilio del totalizzatore ha conosciuto splendori fantastici e leggende come Nakano che, con misure antropometriche come Guardini e Golinelli, sono certo sarebbe un osso durissimo anche per i macisti attuali. Il velodromo di Maebashi considerato fino a qualche anno fa il migliore del mondo fu progettato seguendo le linee del nostro velodromo Olimpico modificate secondo le esigenze del periodo. Penso che al netto di una riorganizzazione capillare che non so quanto sia nella mente e nella capacità dell' attuale dirigenza il fascino della pista potrebbe riattecchire anche da noi perchè certo sicuramente il traino è la strada, ma gareggiare in un velodromo con gente che ti incita e applaude è un' emozione che non si vive spesso e opportunamente coltivata potrebbe fare molti proseliti.


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Re: Andrea Guardini

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Nella puntata di SmartCycling con Villa mi pare che chiesi proprio di Guardini, e il ct mi rispose che, quand'anche Andrea avesse continuato con la pista, lui non avrebbe visto nel ragazzo un futuro nella velocità bensì nelle discipline endurance tipo lo scratch. Mi pare che parlò di ragioni fisiche per spiegare il suo punto di vista. Potrei sbagliarmi, dovrei recuperare l'intervista, ma in ogni caso prendo per buono quello che dice Villa.

Su Vece invertirei la causalità, non è diventata forte perché è andata a Aigle, ma è andata a Aigle perché aveva caratteristiche che ne facevano una ragazza molto più promettente delle sue colleghe di specialità (detto da Salvoldi, non da me). Poi naturalmente a Aigle è migliorata tanto.


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Re: Andrea Guardini

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Admin ha scritto: venerdì 15 gennaio 2021, 8:08 Nella puntata di SmartCycling con Villa mi pare che chiesi proprio di Guardini, e il ct mi rispose che, quand'anche Andrea avesse continuato con la pista, lui non avrebbe visto nel ragazzo un futuro nella velocità bensì nelle discipline endurance tipo lo scratch. Mi pare che parlò di ragioni fisiche per spiegare il suo punto di vista. Potrei sbagliarmi, dovrei recuperare l'intervista, ma in ogni caso prendo per buono quello che dice Villa.

Su Vece invertirei la causalità, non è diventata forte perché è andata a Aigle, ma è andata a Aigle perché aveva caratteristiche che ne facevano una ragazza molto più promettente delle sue colleghe di specialità (detto da Salvoldi, non da me). Poi naturalmente a Aigle è migliorata tanto.
Non ho visto quella puntata, però da quel che si dice qui mi pare che emerga proprio quel succo della questione che spesso ho cercato di evidenziare: Villa e Salvoldi hanno fatto un eccellente lavoro in tutti questi anni, però loro hanno il punto di vista di tecnici che sanno lavorare con l'Endurance. Già Chiappa invece sosteneva che Guardini, se avesse potuto beneficiare - come ho lungamente detto - di una federazione realmente interessata a mantenere il settore Velocità ad ottimi livelli (e questo significa, oltre alle strutture adeguate, il poter disporre anche di tecnici specializzati per il settore), avrebbe potuto fare cose più che egregie. Quindi sarebbe interessante vedere se chi si occupa prettamente di velocisti considera la sua e quella di altri ragazzi la storia di un talento che si è purtroppo perso nel perseguimento dell'unica via possibile, ossia quella della strada o se invece c'erano delle evidenze che potessero far dire che, più di tanto, non era possibile lavorarci.

A questo punto mi viene anche da pensare una cosa: dato che Villa comunque ha cercato di fare determinati lavori su certi ragazzi per esaltare al meglio le loro potenzialità (non ha temuto d'inserire uno come Milan nonostante la giovanissima età e adesso sta cercando di recuperare Simion dopo l'anno di forzata inattività a causa della pandemia), ha cercato in questi anni di provare a coinvolgere nuovamente Guardini nel discorso pista, spostando quindi il focus sull'Endurance e quindi prove come lo Scratch (ci ricordiamo che in quella disciplina, in anni passati, abbiamo visto all'opera anche ragazzi che gareggiavano per lo più su strada come Danilo Napolitano o Davide Viganò) oppure neppure ha provato ad interpellarlo perché magari anche Andrea non si mostrava interessato alla prospettiva?

Riguardo Miriam Vece: si, chiaramente lei era già avanti sotto certi aspetti rispetto alle altre ragazze ed ha avuto la possibilità di sfruttare quell'opportunità che le si è presentata, riuscendo così a migliorare in vari aspetti (dalla maggiore potenza che le consente di qualificarsi ormai con relativa facilità sui 200 metri all'uscita dai blocchi, che è un fondamentale che in una prova come quella dei 500 metri, oltre che della Velocità a squadre, va curato particolarmente). La sua collega e conterranea Elena Bissolati pure stava venendo su bene ma ha avuto un paio d'anni, se ben ricordo, in cui stava quasi smettendo di correre e quindi il percorso di crescita che stava facendo si era interrotto e chiaramente ci è voluto un po' prima che tornasse ad esprimersi a livelli dignitosi (trovando anche una sua piccola specializzazione nel Keirin).

In ogni modo anche lì, avessimo lasciato Salvoldi occuparsi al massimo per portare a livelli sempre più alti il settore in cui riesce meglio, ovvero l'Endurance, per far lavorare con le ragazze qualcuno che potesse indottrinarle come si deve nelle discipline veloci, qualche altra ragazza promettente l'avremmo tirata su. Io mi sbilancio, nel senso che seppur stia seguendo sempre con molto piacere e simpatia le gesta di Miriam in queste stagioni (perché immagino anche quanto debba essere complicato concentrare in lei le sorti di un intero settore), sono convinto che in anni passati ci fossero ragazze che avevano un talento di base anche superiore al suo. Un paio di nomi: Sara Consolati e Stella Tomassini. Senza contare che per svariati anni e proprio nel momento in cui la federazione stava abbandonando i velocisti a loro stessi, abbiamo avuto a rappresentare la velocità italiana al femminile quasi soltanto Elisa Frisoni. Pure la veronese aveva un grandissimo talento, da juniores vinse addirittura tre titoli mondiali in un'unica edizione e forse è anche per colpa di quel dannato immobilismo federale (oltre ad averci messo anche del suo, poiché pure lei rischiò di smettere presto per difficoltà a reggere le grandi aspettative) se, una volta approdata alla massima categoria, non è riuscita ad ottenere quei risultati che le sue potenzialità potevano farle raggiungere. Anche lei, come Chiappa, è stata un enorme rimpianto a mio avviso.


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