luketaro ha scritto: ↑domenica 17 gennaio 2021, 17:00
cassius ha scritto: ↑domenica 17 gennaio 2021, 12:35
Questo è il post di Kristoffersen che gli ha fruttato quelle prese in giro:
https://www.henrikkristoffersen.com/blo ... -adelboden
Dove scrive:
The average winning time in Adelboden from 2018-2020 was 2.27.74, and this year the average winning time was 2.18.31. That’s almost a ten second difference, which is A LOT for the same exact slope. FIS has spent an extraordinary amount of resources going back and forth between what length and radius we should have on the skis to prevent injuries, but they allow coaches to set a courses like that.
Mi sembra un'osservazione di grande competenza tecnica, alla quale non si può rispondere con insolenze.
Il gigante è una specialità "delicata", è il punto di incontro di veloci e tecnici.
Kristoffersen ha tutto il diritto di far notare che certe tracciature sono esagerate, ha anche tanti anni di esperienza e sa di cosa parla: si può dissentire quel che dice ma non si può prenderlo per il culo.
Lamentarsi delle velocità troppo alte nel gigante quando i colleghi discesisti scendono a oltre 130 km/h è un assurdità.
Se Kristoffersen sente bisogno di maggiore sicurezza, farebbe meglio a chiedere piuttosto dei miglioramenti sui caschi, sugli scarponi, o magari che so, una nuova tuta con "sistema anti torsione del ginocchio".
Oppure può darsi al fondo.
Limitare la velocità in nome della sicurezza è la soluzione più facile ma anche la peggiore, perchè va a snaturare lo sport. Sarebbe come se a Spa si limitasse la velocità all'eau rouge-raidillon (magari con una chicane come in quell'aborto del '94) perchè troppo pericolosa: quel tratto sarebbe molto più sicuro, ma morirebbe un pezzo di motorsport.
Inoltre vorrei ricordare che puoi anche essere plurivincitore di coppe del mondo, ma se dici una boiata come quella di Kristoffersen poi è naturale aspettarsi che CHIUNQUE abbia le abilità per capire il valore dei concetti espressi ti lanci pomodori in faccia, e che non serve nessun patentino per farlo.
Non ho visto ancora il testo originario della replica di Zubcic e Murisier, ciò detto, il modo con cui si esprime dissenso verso un'opinione dice molto del suo valore umano e a volte anche della reale competenza di chi parla. Viviamo in un'epoca in cui la "blastata" viene sempre celebrata come chissà quale impresa eroica e i social hanno esasperato il fenomeno creando fenomeni tipo Burioni o Boldrin che sembra traggano il massimo del godimento nel far sentire l'interlocutore una merda.
La discesa libera è indiscutibilmente la specialità più pericolosa dello sci alpino. Detto questo, non è l'unica e non è la misura dello sci alpino tutto.
Anche le altre specialità sono rischiose, pure lo speciale: sarà difficilissimo farsi grandi traumi ma le distorsioni e i legamenti che saltano sono all'ordine del giorno. Questo perchè in un gigante vai sì a velocità molto più basse (se non sbaglio, 70-80 km/h), ma hai curve molto più strette e accentuate, cambi di direzione molto più repentini.
Il rischio infortuni, poi, secondo me è dovuto a una differenza anche nella condotta di gara (mia personalissima impressione):
- nella libera "non si inventa nulla", c'è un apprendistato pazzesco, gerarchie molto definite, e a ogni passaggio devi fare quello che sai fare;
- nelle specialità tecniche le gerarchie si sovvertono da un giorno all'altro, e bisogna attaccare attaccare attaccare anche se sei la Shiffrin o Pinturault. Ci si prende dei "rischi" (di uscire, di cadere, e quindi anche di farsi male) molto più frequentemente.
Quindi un gigante può anche essere tracciato "troppo" veloce per il tipo di sciata che richiede il gigante. E se in un gigante si fanno male in tanti, qualche domandina bisogna farsela. Poi c'è l'altro aspetto che è appunto non snaturare il gigante dal punto di vista tecnico, facendolo diventare un mezzo superG.
PS: Eau Rouge, Radillon ecc.: non c'è fascino e spettacolo che giustifichino pericoli eccessivi. Il vecchio Nurburgring era sicuramente spettacolarissimo ma non si fa più.
Di salti, curve e schuss che vengono rimodellati, ne è piena la storia dello sci alpino.
La libera donne di Garmisch non passa più nel punto in cui la povera Ulrike Maier perse la vita (1994); l'ultima curva di Wengen è stata rivista dopo che Gernot Reinstadler nel 91 ci lasciò i suoi 22 anni; la libera in val d'Isere ha rivisto quei dossi dove Rolland Collombin terminò prematuramente la carriera.