La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Winter
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Bomby ha scritto: martedì 28 dicembre 2021, 18:19 Io non ho mai detto che l'amministrazione precedente fosse perfetta. Tutt'altro. Dico che questa non è migliore. Forse è anche peggio, quantomeno per i metodi che usa.
Ecco su questo mi trovi d accordo
Mi sembra stia facendo come la precedente
Male


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Slegar ha scritto: martedì 28 dicembre 2021, 18:59 Non mi vorrei sbagliare, ma il Giro Ciclistico d'Italia (denominazione ufficiale del Giro dilettanti, Baby, Bio e U23) è di proprietà della Federazione Ciclistica Italiana che dietro ad un pagamento di un contributo lo fa organizzare ad altri, visto che la FCI non è in grado di sostenere l'organizzazione.
Si
Anche con Egidio sport era cosi


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sceriffo
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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udra ha scritto: martedì 28 dicembre 2021, 20:07 Ma è evidente che Dagnoni voglia fare terra bruciata attorno a Cassani, d'altronde c'è lui dietro agli organizzatori del Giro U23 e alle corse ExtraGiro.
Ci credo che c'erano dei favoritismi, d'altronde se non metteva mano lui il calendario U23 in termini di corse a tappe era a terra.
Bè, ma Cassani ha capacità enormi, riuscirà certamente a trovare la soluzione


Mad
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Winter ha scritto: martedì 28 dicembre 2021, 14:04 ma delle squadre che vanno al giro u23.. quante non lo faranno per la corsa di Argentin ?
io dico nessuna
Sarà molto difficile che elementi della squadra destinata a fare il giro U23 facciano anche la AIR, dubito fortemente che una squadra Continental dia la priorità a quest'ultima, se poi ha anche degli Elite...


Winter
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Mad ha scritto: martedì 28 dicembre 2021, 21:32
Winter ha scritto: martedì 28 dicembre 2021, 14:04 ma delle squadre che vanno al giro u23.. quante non lo faranno per la corsa di Argentin ?
io dico nessuna
Sarà molto difficile che elementi della squadra destinata a fare il giro U23 facciano anche la AIR, dubito fortemente che una squadra Continental dia la priorità a quest'ultima, se poi ha anche degli Elite...
Esatto..


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Io sono seriamente preoccupato per il nostro movimento. Io ho sempre sostenuto che per quanto la precedente gestione fosse pessima, il settore tecnico ha sempre lavorato benissimo tirando fuori nuovi talenti, soprattutto attraverso la pista che ha fatto venir fuori corridori che altrimenti non avrebbero avuto lo stesso futuro (Milan in questo senso è peculiare, soprattutto se dovesse togliersi soddisfazioni anche su strada).

La nuova governance si è divertita a demolire una delle cose che funzionava meglio (il settore tecnico, appunto) mentre ha lasciato tutti gli altri problemi al suo posto. In qualità del mio ruolo fuori da Cicloweb ho partecipato ad un incontro tra tecnici toscani (allievi\juniores) e dirigenti nazionali (juniores). Sono rimasto esterrefatto dalla totale assenza di consapevolezza di come funzionino le categorie di base, anche, ahimé, dallo stesso Salvoldi. Sentirsi dire che le squadre devono conoscere il calendario degli appuntamenti della nazionale per predisporre gli obiettivi ai propri atleti è una roba surreale. Nel 2021 non si è ancora capito che il 95% degli juniores e il 100% degli allievi corrono tutte le domeniche per vincere. Anche perché non si capisce quale obiettivo mi debba porre. Se non è convocato dalla nazionale o dalla rappresentativa regionale un atleta toscano non può partecipare a nessuna corsa a tappe: può giusto fare una manciata di corse nazionali ed internazionali. Dovrei incentrare la stagione su un successo in una corsa vagamente importante di cui poi non si ricorderà niente nessuno? Siamo alla follia.

A me piaceva Martinello perché, quando parla, ragiona con il linguaggio di chi il ciclismo lo porta avanti davvero. Sa quali sono i problemi, ha sempre analizzato i problemi nel modo in cui li avrei interpretati io. Almeno avesse vinto Daniela, che si è sempre preoccupata di intrattenere contatti diretti con la base almeno per farsi spiegare quali sono i problemi. No. Ci ciucciamo uno che è lo specchio esatto di quello che succede nella politica tradizionale.

L'attuale Federazione (prescindendo da episodi di ripicca e chiusura di porte come quelli già citati) è semplicemente del tutto ignara di come funzionino le cose. Si diverte solo ad apparire in pubblico (fisicamente o mediaticamente, fa lo stesso). Esemplare la querelle Cassani a Tokyo. Ho il forte timore che il ciclismo italiano girerà bene ancora un po' per inerzia e poi si rifermerà, un'altra volta. E non vorrei che fosse la volta di troppo.
Grazie a Dio mentre tutti si riempiono la bocca col progetto di fare una WT italiana ci sono società professional che si impegnano per conto loro, perché se aspettassimo la Federazione dovremmo chiudere baracca. D'altronde avrete visto tutti l'inutile polemica sugli U23 del primo anno presi dalla Bardiani Continental che non possono correre tra i professionisti: la scoperta dell'acqua calda. "Grande scoop! La federazione minaccia: Pellizzari e Pinarello non possono passare professionisti!" Ma guardate che non l'ha mai voluto nessuno. Pure un muro aveva capito che avrebbero corso solo tra i dilettanti. Praticamente una Federazione "in un tripudio di tromboni con la tovaglia sulle mani e le mani sulle gioie" (la rima del poeta era un'altra...)


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Leonardo Civitella
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 11:01 D'altronde avrete visto tutti l'inutile polemica sugli U23 del primo anno presi dalla Bardiani Continental che non possono correre tra i professionisti: la scoperta dell'acqua calda. "Grande scoop! La federazione minaccia: Pellizzari e Pinarello non possono passare professionisti!" Ma guardate che non l'ha mai voluto nessuno. Pure un muro aveva capito che avrebbero corso solo tra i dilettanti. Praticamente una Federazione "in un tripudio di tromboni con la tovaglia sulle mani e le mani sulle gioie" (la rima del poeta era un'altra...)
Bardiani Continental? Non esiste, almeno per ora. Pellizzari e Pinarello sono professionisti a tutti gli effetti con il loro bel contratto biennale (probabilmente al minimo salariale di € 32.100,00):
https://www.uci.org/team-details/17204


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, primo medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Slegar ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 19:33
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 11:01 D'altronde avrete visto tutti l'inutile polemica sugli U23 del primo anno presi dalla Bardiani Continental che non possono correre tra i professionisti: la scoperta dell'acqua calda. "Grande scoop! La federazione minaccia: Pellizzari e Pinarello non possono passare professionisti!" Ma guardate che non l'ha mai voluto nessuno. Pure un muro aveva capito che avrebbero corso solo tra i dilettanti. Praticamente una Federazione "in un tripudio di tromboni con la tovaglia sulle mani e le mani sulle gioie" (la rima del poeta era un'altra...)
Bardiani Continental? Non esiste, almeno per ora. Pellizzari e Pinarello sono professionisti a tutti gli effetti con il loro bel contratto biennale (probabilmente al minimo salariale di € 32.100,00):
https://www.uci.org/team-details/17204
Se ci fai caso, tutti quelli che fanno parte della formazione Continental stanno nella Professional al momento. Non solo: nessuna formazione continental è ancora presente nel database. La Bardiani costruirà un vivaio connesso alla stessa società e lo userà per far correre quella che è stata presentata come formazione continental. La Uno-X credo sia nella medesima situazione da un punto di vista di tesseramenti.

In sintesi non conta per cosa sono tesserato, ma a quali corse prendo parte. Almeno io la interpreto così. Non escludo che, visto che quello della Bardiani è un progetto nuovo, ci siano problemi di coerenza con i regolamenti, per il semplice fatto che l'UCI non vieta il passaggio diretto al contrario della FCI: la squadra deve tesserarsi con l'UCI non con la FCI, quindi è un caso nuovo di fronte a cui l'UCI non si è mai trovata davanti. Mi immagino una cosa del genere:
UCI - Tesserate tutti come facciamo con la Uno-X
Bardiani - Ok
FCI - Noi non permettiamo a Pellizzari e Pinarello di essere professionisti
Ora bisognerà capire come FCI e UCI si mettono d'accordo per risolvere l'incongruenza.

Ad ogni modo, la Bardiani ha già dichiarato che nessuno aveva intenzione di farli correre tra i prof. Quindi rimane una polemica sterile. Ovviamente approfitto per ribadire una cosa che ho sempre detto, ovvero che secondo me è giustissimo che la FCI vieti il passaggio diretto al professionismo. Il punto è che qui nessuno aveva intenzione di scavalcare il regolamento nazionale.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Però i conti non tornano. Sono 25 i ciclisti inseriti nell'elenco dell'UCI, per una professional ne serveno almeno 20, per una continental 8, quindi mancano all'appello almeno tre ciclisti, però la Bardiani ha chiuso il mercato (mi sembra). Per cui i casi sono due: o la Bardiani trova altri tre ciclisti, oppure la Bardiani continental non vedrà mai la luce, cosa che penso sarà.

Poi sono convinto pure io che Bonillo, Pellizzari e Pinarello il Giro d'Italia non lo correranno, però le professional non sono registrate in Italia, ma all'UCI ed i contratti non sono depositati alla FCI ma sempre ad Aigle, e se Pellizzari e Pinarello sono in quell'elenco, vuol dire che i contratti sono stati depositati. Alex Bogna, ad esempio, non è inserito nell'Alpecin-Fenix.

Se tanto mi da tanto .......


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 19:45 . Ovviamente approfitto per ribadire una cosa che ho sempre detto, ovvero che secondo me è giustissimo che la FCI vieti il passaggio diretto al professionismo. Il punto è che qui nessuno aveva intenzione di scavalcare il regolamento nazionale.
Allora inizia col vietare ai primo anno under di correre con i pro
Se è continental (una delle tante schifezze della precedente disastrosa gestione) va bene.. se professional no..
E cosa cambia?
https://firstcycling.com/m/rider.php?r= ... y=2021#all

https://firstcycling.com/m/rider.php?r= ... y=2021#all

Balestra..

Laigueglia ritirato
Larciano ritirato
Coppi e bartali ritirato
Appennino ritirato
Lugano ritirato
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Utilissimo


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Winter ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 21:08
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 19:45 . Ovviamente approfitto per ribadire una cosa che ho sempre detto, ovvero che secondo me è giustissimo che la FCI vieti il passaggio diretto al professionismo. Il punto è che qui nessuno aveva intenzione di scavalcare il regolamento nazionale.
Allora inizia col vietare ai primo anno under di correre con i pro
Se è continental (una delle tante schifezze della precedente disastrosa gestione) va bene.. se professional no..
E cosa cambia?
https://firstcycling.com/m/rider.php?r= ... y=2021#all

https://firstcycling.com/m/rider.php?r= ... y=2021#all

Balestra..

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Appennino ritirato
Lugano ritirato
Veneto ritirato

Utilissimo
Ma è quello che volevo dire prima, forse spiegandomi male. Io parto dal presupposto che il cuscinetto di un anno sia corretto, ma sicuramente l'attuazione di questo concetto va migliorato.

Comunque mi preme integrare la tua osservazione:

1) Per un dilettante fare qualche corsa tra i prof significa fare ritmo per andare più forte, indipendentemente dai risultati. È anche vero che se il rendimento è questo...

2) Correre tra i prof per una Continental significa potersi presentare di fronte afli sponsor con una maggiore visibilità.

3) Credo che la regola sia una cosa pensata solo per chi ha effettivamente un futuro. Nel senso che gli junior "top level" già in cont(r)atto con squadre professionistiche rischierebbero di fare come Evenepoel e trovarsi catapultati nel calendario WT all'improvviso. Chi passa in una continental come la Beltrami di fatto passa in una squadra U23. Sarà brutto dirlo ma c'è più interesse a tutelare un corridore nel primo caso piuttosto che nel secondo.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Il problema è che corrono solo o quasi gare pro
Che siano .1 o .2
Così non aiuti a formare un corridore

Ricordo il miglior junior italiano di qualche anno fa
Passa ad una continental
Il primo anno.. corre poco e solo gare pro
Ritirandosi diverse volte
Il resto nell anonimato
Il 2020 altra continental..con in più il covid..
Sempre anonimato

Concordo sulla tua ultima frase
Il problema di quasi tutte le continental è che dovrebbero formare i corridori..
Ma invece fanno attività professionistica con budget da squadre u23 (e con corridori non pronti)
Una volta per correre tra i pro bisognava avere un tot numero di punti..
Adesso nulla

Qualcosa non va


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Ultimamente mi sembra che si voglia tirar fuori un numero di polemiche notevole pur di non parlare di un problema assolutamente imperante. Da sabato prossimo vi saranno ufficialmente 19 professionisti appiedati.(Chiedo venia se nella lista dovessi aver lasciato qualche ragazzo già accasato.)

Attilio Viviani (1996)
Riccardo Minali (1995)
Luca Pacioni (1993)
Leonardo Bonifazio (1991)
Andrea Bartolozzi (1999)
Marco Frapporti (1985)
Alessandro Iacchi (1999)
Leonardo Tortomasi (1994)
Liam Bertazzo (1992)
Andrea di Renzo (1995)
Imerio Cima (1997)
Mattia Viel (1995)
Filippo Zaccanti (1995)
Alessandro Monaco (1998)
Nicolas Dalla Valle (1997)
Andrea Garosio (1993)
Mattia Frapporti (1994)
Luca Wackermann (1992)
Domenico Pozzovivo

In un ciclismo che guarda sempre più ai corridori come meri numeri, istituzioni come la FCI dovrebbero far di tutto pur di salvare qualche carriera. Ah no vero, mi pare ovvio che gli elite senza contratto debbano esser trattati come appestati da confinare.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Winter ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 21:55 Il problema è che corrono solo o quasi gare pro
Che siano .1 o .2
Così non aiuti a formare un corridore

Ricordo il miglior junior italiano di qualche anno fa
Passa ad una continental
Il primo anno.. corre poco e solo gare pro
Ritirandosi diverse volte
Il resto nell anonimato
Il 2020 altra continental..con in più il covid..
Sempre anonimato

Concordo sulla tua ultima frase
Il problema di quasi tutte le continental è che dovrebbero formare i corridori..
Ma invece fanno attività professionistica con budget da squadre u23 (e con corridori non pronti)
Una volta per correre tra i pro bisognava avere un tot numero di punti..
Adesso nulla

Qualcosa non va
Evito di entrare nel merito di casi specifici perché si aprirebbe un mondo di cui parlare per ore. Però resta il fatto che in Italia c'è una buona fetta di addetti ai lavori che non si sa adeguare ai cambiamenti. Lo si vede nelle piccole cose (tutte regolarmente archiviate con il demenziale "abbiamo sempre fatto così") come nelle più grandi. L'approccio semplicistico di interpretare la situazione attuale come una semplice sostituzione delle U23 a favore delle Continental ha portato alla nascita di situazioni in cui si è preso la licenza Continental solo per fingersi professionisti, senza rendersi conto che non erano professionali (l'aforisma del secolo :diavoletto: ). Mi viene a mente un caso analogo, quello di corse Juniores e U23 che si fanno inserire nel calendario nazionale, anziché regionale, pensando che sia sufficiente per accrescere il prestigio (ovviamente non parlo del 2021 che è stato un anno particolare). Poi invece ci vanno le solite squadre e per di più ridotte in numero perché il regolamento prevede limitazioni: così partono in 3 gatti e viene una ciofeca. La butto proprio sulla satira... al ciclismo manca qualche neurone.
Leonardo Civitella ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 23:27 Ultimamente mi sembra che si voglia tirar fuori un numero di polemiche notevole pur di non parlare di un problema assolutamente imperante. Da sabato prossimo vi saranno ufficialmente 19 professionisti appiedati.(Chiedo venia se nella lista dovessi aver lasciato qualche ragazzo già accasato.)

Attilio Viviani (1996)
...
Domenico Pozzovivo

In un ciclismo che guarda sempre più ai corridori come meri numeri, istituzioni come la FCI dovrebbero far di tutto pur di salvare qualche carriera. Ah no vero, mi pare ovvio che gli elite senza contratto debbano esser trattati come appestati da confinare.
Diciamo che poni un problema vero, ma anche qui andrebbe analizzato caso per caso. Dato che fai riferimento agli elite-sc bisognerebbe in realtà capire che i problemi di quei ragazzi (che poi hanno una manciata di anni più di me, quindi ce li ho nel cuore) non si risolvono facendo firmare un altro anno di contratto in una squadra che non li paga. Anzi si peggiora la situazione. Ad una certa fetta di corridori che passano i 23 anni bisognerebbe spiegare che non possono puntare tutto sul ciclismo, perché fuori c'è un mondo crudele in cui devono trovare un posto di lavoro.
E invece ci sono "mentori" invasati che fanno di tutti pur di fargli fare un anno di professionismo, che non è tale per il semplice fatto di pagare anziché essere pagati, o in alternativa le squadre U23 a cui fa comodo spremere (ognuno può capire cosa intendo con spremere senza citare la parola maledetta) questi elementi per vincere 10 corse dandogli un irrisorio rimborso spese. Smettere in verità, in certi casi, è l'unica soluzione possibile.

EDIT: Per esempio io conosco uno dei più forti juniores toscani di alcuni anni fa (se non sbaglio classe '97). Mentre correva da U23 ha iniziato a studiare Storia all'università e quando si è reso conto che a 24 anni non aveva speranze di passare si è arreso e ha pensato a finire la laurea. Se tutti facessero così ci sarebbero un po' meno vittime e magari abbatteremmo un sistema che funziona fino ad un certo punto.
Ovviamente ho sottinteso che per coloro che già hanno avuto una carriera retribuita, salvare il posto di lavoro sarebbe cosa buona e giusta, ma non è facile da mettere in atto una cosa del genere.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 23:48
Diciamo che poni un problema vero, ma anche qui andrebbe analizzato caso per caso. Dato che fai riferimento agli elite-sc bisognerebbe in realtà capire che i problemi di quei ragazzi (che poi hanno una manciata di anni più di me, quindi ce li ho nel cuore) non si risolvono facendo firmare un altro anno di contratto in una squadra che non li paga. Anzi si peggiora la situazione. Ad una certa fetta di corridori che passano i 23 anni bisognerebbe spiegare che non possono puntare tutto sul ciclismo, perché fuori c'è un mondo crudele in cui devono trovare un posto di lavoro.
Ecco questo è un argomento che debbo dire mi sta cuore, seppur non viva nel mondo del ciclismo e dello sport in generale. Praticamente è un problema comune a tutti gli sport italiani. Probabilmente oserei dire sia un fenomeno, quello della mancanza d'istruzione fra gli sportivi di talune discipline, frutto di un retaggio e di una cultura dell'insegnamento abbastanza retrograda. Vale a dire di una cultura scolastica che pone lo sport come un mero nemico della formazione, credo che questo tu lo sappia meglio di me. Dunque nell'odierna situazione scolastica credo sia anche complicato pretendere che i ragazzi si sobbarchino una summa di sacrifici imponente. E quindi si ritrovano a scegliere fra la scuola e lo sport. Lo sport è uno specchietto per le allodole, fatto di bravi mecenati che più che buoni consiglieri sono prettamente dei buoni venditori. Proprio in questa faglia si dovrebbe intromettere il lavoro delle federazioni, un po' come avviene da anni ad altre latitudini. Eppure per salvaguardare gli interessi dei "vecchi" non ci si interviene.
La termino qui, il rischio di finire a parlare di un mondo puramente utopico è dietro l'angolo.


Ps: Che tu sappia nel ciclismo "vissuto" si parla di tali tematiche oppure si vive di mera illusione? Si può muovere qualcosa secondo te? Debbo dire che mi sarei anche stufato di vedere like di ciclisti ai post di Salvini :D


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Leonardo Civitella ha scritto: giovedì 30 dicembre 2021, 0:17 Ps: Che tu sappia nel ciclismo "vissuto" si parla di tali tematiche oppure si vive di mera illusione? Si può muovere qualcosa secondo te? Debbo dire che mi sarei anche stufato di vedere like di ciclisti ai post di Salvini :D
Qui la situazione si fa scomoda :diavoletto:
Sai bene come mi atteggio nei confronti di un certo modo (ipocrita) di fare professionismo, ci sono state accese discussioni anche su questo forum. Penso si sia visto bene che spesso mi riduco a diventare un Don Chisciotte contro i mulini a vento. Recuperando il discorso iniziale, in cui la faccenda Bardiani era in verità solo uno dei tanti spunti di riflessione, io sono molto contento del fatto che tutte le Professional si stiano muovendo per creare un progetto serio: Eolo non ne parliamo, l'Androni ha trovato il nuovo sponsor e la Bardiani anziché cercare la concorrenza al rialzo punta ad una strada diversa, ma che se percorsa correttamente sarebbe nobilissima. Il fatto che la FCI, anziché cooperare, si diverta a fare minacce e parlare di una squadra WT che non esiste e non esisterà mai è per me drammatico. Il problema, come ho già detto sia qui che in altre occasioni, è che questi impicci sono ancora un po' tabù, ma non tanto nel senso di essere argomenti off limits, quanto per il fatto che si fa di tutto per non rendersene conto (qui ritorna il discorso dei neuroni).

Durante il corso di terzo livello della FCI (TA3 per categorie juniores e U23) ho dovuto più volte battibeccare con gli insegnanti, ovvero persone (senza far nomi) che sono sempre in bella mostra con la nazionale e a cui i siti di ciclismo non esitano mai a chiedere un'opinione sul ciclismo giovanile. Due circostanze valgono la pena di essere raccontate:
1) Siamo nel pieno della pandemia (era l'inverno passato) ma mi è toccato spiegare ad un esponente della FCI quali erano i protocolli anticovid della FCI. E non si parla di dettagli, ma del fatto che l'istruttore ritenesse possibile fare allenamenti di gruppo... peccato che era richiesto il distanziamento di 20 metri.
2) Un insegnante (diverso dal precedente) ci chiede: "mi sapete dire come mai le corse di juniores le finiscono in 20?". E io lì non sapevo se prendere il PC e randellarlo fuori dalla finestra. Rispondo: "perché si fanno le corse con 20 salite fin dalla partenza e i ragazzi si staccano subito" (non ci fossi mai passato...). Insiste: "Ma magari dipende dal fatto che i tecnici non sono in grado di allenare gli atleti a superare la prima salita". In sintesi, in FCI credono ancora alla favola che con l'impegno e il sacrificio si può arrivare dove si vuole. Il concetto di calibrare il potenziale di un atleta e dargli degli obiettivi fattibili è troppo difficile. Anzi, paradossalmente lo sanno meglio quelli che si occupano del primo livello (ovvero i giovanissimi).

Questo per dire che fin tanto che chi ha avuto un'esperienza diretta non si dà da fare e sensibilizza gli altri sull'argomento (cosa che nel mio piccolo ho sempre cercato di fare, ovviamente il feedback me lo dovete dare voi) non se ne esce. E l'unico candidato alle ultime elezioni che questo mondo ce l'aveva presente quasi integralmente era Martinello. Probabilmente, invece, ha vinto il più ipocrita ed ingenuo di tutti. Tempo fa chiesi a Marco di fare una puntata sull'argomento, ma ci siamo arenati. Sicuramente ritenterò quando ritornerà al pieno della forma. I problemi sono infiniti e la FCI semplicemente li ignora, nel senso letterale di "non conoscere". Vuoi mettere cacciare Cassani da Tokyo? Quelli sì che sono gesti concreti.

Tornando al punto iniziale, c'è uno scoglio gigantesco: i ragazzi se hanno l'occasione di continuare a correre difficilmente la rifiutano, perché è normale. Il problema è che nessuno li consiglia correttamente. Ho visto la gente della mia età (andare via, lungo le strade... scusate mi è uscita spontanea, ma è un'altra canzon) smettere di andare a scuola quando correvano tra gli juniores perché avevano vinto una corsa e ora stanno buttando via anni di vita per rincorrere un misero piazzamento che non cambierà di una virgola il loro futuro. E il problema è che pure ai genitori spesso piace questo giochino. Un tempo erano i genitori che imponevano al figlio di andare in fabbrica. Ora no. Vogliono tutti essere i genitori della futura superstar. L'unico modo di smuovere qualcosa sarebbe fare tabula rasa e ripartire da capo e facendo in modo che la FCI insegni certi concetti a tutti. Ora come ora è difficile cambiare le cose, anche perché non sono eventi che puoi vietare in qualche modo; è un fatto culturale.

PS: Per risponderti alla battuta finale devo dire che la Toscana è ancora abbastanza rosé, quindi non è possibile instaurare un'equipollenza tra la mancanza dei neuroni e la posizione politica.


Mad
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nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 11:01
La nuova governance si è divertita a demolire una delle cose che funzionava meglio (il settore tecnico, appunto) mentre ha lasciato tutti gli altri problemi al suo posto. In qualità del mio ruolo fuori da Cicloweb ho partecipato ad un incontro tra tecnici toscani (allievi\juniores) e dirigenti nazionali (juniores). Sono rimasto esterrefatto dalla totale assenza di consapevolezza di come funzionino le categorie di base, anche, ahimé, dallo stesso Salvoldi. Sentirsi dire che le squadre devono conoscere il calendario degli appuntamenti della nazionale per predisporre gli obiettivi ai propri atleti è una roba surreale. Nel 2021 non si è ancora capito che il 95% degli juniores e il 100% degli allievi corrono tutte le domeniche per vincere. Anche perché non si capisce quale obiettivo mi debba porre. Se non è convocato dalla nazionale o dalla rappresentativa regionale un atleta toscano non può partecipare a nessuna corsa a tappe: può giusto fare una manciata di corse nazionali ed internazionali. Dovrei incentrare la stagione su un successo in una corsa vagamente importante di cui poi non si ricorderà niente nessuno? Siamo alla follia.
Però devi anche capire che lui viene da un mondo completamente diverso: come ragioneresti se le uniche gare nel calendario fossero esclusivamente regionali tranne una gara secca di coppa delle nazioni ( da fare con il club), più europei e mondiali da fare solo con la nazionale? Col tempo capirà che non può funzionare come nel femminile. Aggiungo che da un lato potrebbe anche fregarsene, alla fine è l'unico col contratto non a termine.


nibali-san baronto
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Mad ha scritto: giovedì 30 dicembre 2021, 22:02
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 11:01
La nuova governance si è divertita a demolire una delle cose che funzionava meglio (il settore tecnico, appunto) mentre ha lasciato tutti gli altri problemi al suo posto. In qualità del mio ruolo fuori da Cicloweb ho partecipato ad un incontro tra tecnici toscani (allievi\juniores) e dirigenti nazionali (juniores). Sono rimasto esterrefatto dalla totale assenza di consapevolezza di come funzionino le categorie di base, anche, ahimé, dallo stesso Salvoldi. Sentirsi dire che le squadre devono conoscere il calendario degli appuntamenti della nazionale per predisporre gli obiettivi ai propri atleti è una roba surreale. Nel 2021 non si è ancora capito che il 95% degli juniores e il 100% degli allievi corrono tutte le domeniche per vincere. Anche perché non si capisce quale obiettivo mi debba porre. Se non è convocato dalla nazionale o dalla rappresentativa regionale un atleta toscano non può partecipare a nessuna corsa a tappe: può giusto fare una manciata di corse nazionali ed internazionali. Dovrei incentrare la stagione su un successo in una corsa vagamente importante di cui poi non si ricorderà niente nessuno? Siamo alla follia.
Però devi anche capire che lui viene da un mondo completamente diverso: come ragioneresti se le uniche gare nel calendario fossero esclusivamente regionali tranne una gara secca di coppa delle nazioni ( da fare con il club), più europei e mondiali da fare solo con la nazionale? Col tempo capirà che non può funzionare come nel femminile. Aggiungo che da un lato potrebbe anche fregarsene, alla fine è l'unico col contratto non a termine.
Io non ce l'ho con Salvoldi. Ce l'ho con chi l'ha spostato senza ponderare elementi così banali. Anche perché al Centro Studi fanno gli stessi ragionamenti, quindi Salvoldi o lo capisce da solo oppure non glielo insegna nessuno.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Ultimo giorno di lavoro. Tanta tristezza


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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bartoli ha scritto: venerdì 31 dicembre 2021, 0:00 Ultimo giorno di lavoro. Tanta tristezza
Solidarietà massima, carissimo - spero di cuore che dalle ceneri rinasca un bel progetto. Anche se professional. Anche con 2828 sponsor addosso. Anche se in tanti su CW lo potrebbero criticare senza sapere che fatica si fa a fare quadrate tutto.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 19:45
Slegar ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 19:33
nibali-san baronto ha scritto: mercoledì 29 dicembre 2021, 11:01 D'altronde avrete visto tutti l'inutile polemica sugli U23 del primo anno presi dalla Bardiani Continental che non possono correre tra i professionisti: la scoperta dell'acqua calda. "Grande scoop! La federazione minaccia: Pellizzari e Pinarello non possono passare professionisti!" Ma guardate che non l'ha mai voluto nessuno. Pure un muro aveva capito che avrebbero corso solo tra i dilettanti. Praticamente una Federazione "in un tripudio di tromboni con la tovaglia sulle mani e le mani sulle gioie" (la rima del poeta era un'altra...)
Bardiani Continental? Non esiste, almeno per ora. Pellizzari e Pinarello sono professionisti a tutti gli effetti con il loro bel contratto biennale (probabilmente al minimo salariale di € 32.100,00):
https://www.uci.org/team-details/17204
Se ci fai caso, tutti quelli che fanno parte della formazione Continental stanno nella Professional al momento. Non solo: nessuna formazione continental è ancora presente nel database. La Bardiani costruirà un vivaio connesso alla stessa società e lo userà per far correre quella che è stata presentata come formazione continental. La Uno-X credo sia nella medesima situazione da un punto di vista di tesseramenti.

In sintesi non conta per cosa sono tesserato, ma a quali corse prendo parte. Almeno io la interpreto così. Non escludo che, visto che quello della Bardiani è un progetto nuovo, ci siano problemi di coerenza con i regolamenti, per il semplice fatto che l'UCI non vieta il passaggio diretto al contrario della FCI: la squadra deve tesserarsi con l'UCI non con la FCI, quindi è un caso nuovo di fronte a cui l'UCI non si è mai trovata davanti. Mi immagino una cosa del genere:
UCI - Tesserate tutti come facciamo con la Uno-X
Bardiani - Ok
FCI - Noi non permettiamo a Pellizzari e Pinarello di essere professionisti
Ora bisognerà capire come FCI e UCI si mettono d'accordo per risolvere l'incongruenza.

Ad ogni modo, la Bardiani ha già dichiarato che nessuno aveva intenzione di farli correre tra i prof. Quindi rimane una polemica sterile. Ovviamente approfitto per ribadire una cosa che ho sempre detto, ovvero che secondo me è giustissimo che la FCI vieti il passaggio diretto al professionismo. Il punto è che qui nessuno aveva intenzione di scavalcare il regolamento nazionale.
Cvd, non esisterà una Bardiani continental:
https://www.tuttobiciweb.it/article/202 ... nza-estero

Per il 2022 mi aspetto parecchi "atti ostili" nei confronti della Bardiani, come mancati inviti alle gare .2 del calendario nazionale.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Esistono tecnicamente corse riservate ai professionisti e corse riservate ai dilettanti? O esistono squadre professionistiche, squadre dilettanti e corse riservate a ciclisti di qualsiasi età e corse riservate solo a ciclisti sotto una certa età (U23)?

Perché se così fosse anche una squadra World Tour (e non il suo team dev) potrebbe benissimo partecipare a qualsiasi corsa giovanile (vedi giro under 23) inviando solo ciclisti sotto una certa soglia di età, e così pare farà la Bardiani, che a maggior ragione non è neppure World Tour. Le 1.2 e 2.2 non sono corse per dilettanti, sono semplicemente corse di una categoria differente rispetto a quelle di categoria superiore e sono quelle a cui parteciperanno i ciclisti Bardiani


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Stylus ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 9:36 Esistono tecnicamente corse riservate ai professionisti e corse riservate ai dilettanti? O esistono squadre professionistiche, squadre dilettanti e corse riservate a ciclisti di qualsiasi età e corse riservate solo a ciclisti sotto una certa età (U23)?

Perché se così fosse anche una squadra World Tour (e non il suo team dev) potrebbe benissimo partecipare a qualsiasi corsa giovanile (vedi giro under 23) inviando solo ciclisti sotto una certa soglia di età, e così pare farà la Bardiani, che a maggior ragione non è neppure World Tour. Le 1.2 e 2.2 non sono corse per dilettanti, sono semplicemente corse di una categoria differente rispetto a quelle di categoria superiore e sono quelle a cui parteciperanno i ciclisti Bardiani
Professionisti e dilettanti è una distinzione che per l'UCI non esiste in merito alla partecipazione alle gare. Però ci sono criteri di partecipazione che si basano sulla categoria della squadra e della corsa: da regolamento UCI la Bardiani, pur essendo squadra professionistica, può correre le 1.2 e le 2.2; non potrà invece correre le corse del calendario nazionale. Per fare un esempio: Popolarissima sì, San Geo no.

Una squadra World Tour non può correre né le gare 1.2 e 2.2, né quelle nazionali, da regolamento.


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Stylus ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 9:36 Esistono tecnicamente corse riservate ai professionisti e corse riservate ai dilettanti? O esistono squadre professionistiche, squadre dilettanti e corse riservate a ciclisti di qualsiasi età e corse riservate solo a ciclisti sotto una certa età (U23)?

Perché se così fosse anche una squadra World Tour (e non il suo team dev) potrebbe benissimo partecipare a qualsiasi corsa giovanile (vedi giro under 23) inviando solo ciclisti sotto una certa soglia di età, e così pare farà la Bardiani, che a maggior ragione non è neppure World Tour. Le 1.2 e 2.2 non sono corse per dilettanti, sono semplicemente corse di una categoria differente rispetto a quelle di categoria superiore e sono quelle a cui parteciperanno i ciclisti Bardiani
Una squadra WT non potrebbe mai partecipare al Giro U23. Questo è il regolamento UCI per le corse su strada e alle pagg. 4 e 5 è normata la partecipazione alle prove del calendario internazionale:
https://assets.ctfassets.net/761l7gh5x5 ... 1101-E.pdf

Non esiste più la distinzione di corse tra professionisti e dilettanti dal 1996 quando è stata creata la categoria Elite e, all'interno di questa, la categoria U23. La distinzione tra professionisti e dilettanti è solamente tra le squadre: le formazioni WT e Pro Teams (il nuovo nome delle professional) devono essere formazioni professionistiche e la licenza è rilasciata direttamente dall'UCI, lo status delle formazioni continental è deciso dalle singole federazioni. In Francia le continental sono professionistiche, in Belgio miste, in Italia dilettanti (ma fino a qualche anno fa erano professionistiche pure loro).

Il calendario delle gare internazionali è diviso tra circuito World Tour e circuiti continentali. Nelle prove del WT possono partecipare solamente le squadre WT, le professional invitate e, in con l'approvazione del Professional Cycling Council, la nazionale del paese organizzatore: negli scorsi anni capitava spesso che gli australiani che partecipavano alle internazionali italiane di inizio stagione (Piva, S. Vendemiano, Belvedere, ecc.) avevano preso il via al Tour Down Under (mi viene in mente Power, Hindley, Storer).

Le gare dei circuiti continentali sono divise in .Pro (Pro Series, le ex HC), .1, .2 e NCup (Nation Cup, gare riservate agli U23 a partecipazione per nazionali, squadre territoriali del paese organizzatore e nazionali miste; a questa categoria appartiene, ad esempio, il Tour de l'Avenir); all'interno della cat. .2 esistono le .2U, gare internazionali riservate agli U23, com'è il Giro U23. A queste gare, come le .2 Elite, possono partecipare:
- squadre Pro Team della nazione (es. Bardiani per il Giro U23)
- squadre Pro Team straniere (max 2)
- squadre continental
- squadre professional di ciclo-cross
- squadre nazionali
- squadre territoriali e di club (quest'ultime sono le squadre dilettanti che non hanno l'affiliazione continental)


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Grazie delle delucidazioni.

Dunque, Bardiani potrebbe o non partecipare al Giro U23? Secondo l'UCI si e secondo la FCI no?


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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Stylus ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 12:09 Grazie delle delucidazioni.

Dunque, Bardiani potrebbe o non partecipare al Giro U23? Secondo l'UCI si e secondo la FCI no?
Non è la FCI che decide chi può partecipare alle gare del calendario internazionale. Al Giro U23 la Bardiani quasi sicuramente parteciperà, perché Davide Cassani collabora sia con Extra Giro 2000 (la società organizzatrice), sia con la squadra dei Reverberi per il loro "progetto giovani"; bisognerà vedere gli altri organizzatori di gare .2 quante "pressioni" riceveranno "dall'ambiente" per non far gareggiare la Bardiani.
Ultima modifica di Slegar il lunedì 3 gennaio 2022, 12:30, modificato 1 volta in totale.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Da semplice appassionato, leggendo l'ultima parte di questo thread mi viene in mente solo una cosa:
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Slegar ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 9:11 Cvd, non esisterà una Bardiani continental:
https://www.tuttobiciweb.it/article/202 ... nza-estero

Per il 2022 mi aspetto parecchi "atti ostili" nei confronti della Bardiani, come mancati inviti alle gare .2 del calendario nazionale.
Seb ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 10:17
Stylus ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 9:36 Esistono tecnicamente corse riservate ai professionisti e corse riservate ai dilettanti? O esistono squadre professionistiche, squadre dilettanti e corse riservate a ciclisti di qualsiasi età e corse riservate solo a ciclisti sotto una certa età (U23)?

Perché se così fosse anche una squadra World Tour (e non il suo team dev) potrebbe benissimo partecipare a qualsiasi corsa giovanile (vedi giro under 23) inviando solo ciclisti sotto una certa soglia di età, e così pare farà la Bardiani, che a maggior ragione non è neppure World Tour. Le 1.2 e 2.2 non sono corse per dilettanti, sono semplicemente corse di una categoria differente rispetto a quelle di categoria superiore e sono quelle a cui parteciperanno i ciclisti Bardiani
Professionisti e dilettanti è una distinzione che per l'UCI non esiste in merito alla partecipazione alle gare. Però ci sono criteri di partecipazione che si basano sulla categoria della squadra e della corsa: da regolamento UCI la Bardiani, pur essendo squadra professionistica, può correre le 1.2 e le 2.2; non potrà invece correre le corse del calendario nazionale. Per fare un esempio: Popolarissima sì, San Geo no.

Una squadra World Tour non può correre né le gare 1.2 e 2.2, né quelle nazionali, da regolamento.
A me non torna qualcosa però. Si riesce senza aprire una continental separata a partecipare ad un calendario dilettantistico sufficientemente vasto?
In Italia, vome accennato da Seb, ce ne sono pochissime di corse UCI, gran parte del calendario è regionale e nazionale.

EDIT: Se veramente la Bardiani non ha mai avuto intenzione di creare una formazione di sviluppo parte la situazione sarebbe sicuramente leggermente diversa. Rimane il fatto che la FCI, anziché cercare lo scontro (e sappiamo benissimo perché lo fanno) avrebbe fatto meglio a dialogare, ottenendo una Continental separata e facendo tutti contenti. Anche perché, indipendentemente dall'equivoco, nessuno nella Bardiani ha mai detto di voler far fare un calendario professionistico a chi compone il progetto giovani.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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nibali-san baronto ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 17:56
A me non torna qualcosa però. Si riesce senza aprire una continental separata a partecipare ad un calendario dilettantistico sufficientemente vasto?
In Italia, vome accennato da Seb, ce ne sono pochissime di corse UCI, gran parte del calendario è regionale e nazionale.

EDIT: Se veramente la Bardiani non ha mai avuto intenzione di creare una formazione di sviluppo parte la situazione sarebbe sicuramente leggermente diversa. Rimane il fatto che la FCI, anziché cercare lo scontro (e sappiamo benissimo perché lo fanno) avrebbe fatto meglio a dialogare, ottenendo una Continental separata e facendo tutti contenti. Anche perché, indipendentemente dall'equivoco, nessuno nella Bardiani ha mai detto di voler far fare un calendario professionistico a chi compone il progetto giovani.
Ma han sempre detto che non facevano la squadra continental
8 corridori 40 giorni..non mi sembra così complicato

Feb gare turche 7 gg
Mar gare croate 4 gg più popolarissima e san vendemiano
Apr Piva..edil c .. belvedere ..recioto..liberazione
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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nibali-san baronto ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 17:56 A me non torna qualcosa però. Si riesce senza aprire una continental separata a partecipare ad un calendario dilettantistico sufficientemente vasto?
In Italia, vome accennato da Seb, ce ne sono pochissime di corse UCI, gran parte del calendario è regionale e nazionale.

EDIT: Se veramente la Bardiani non ha mai avuto intenzione di creare una formazione di sviluppo parte la situazione sarebbe sicuramente leggermente diversa. Rimane il fatto che la FCI, anziché cercare lo scontro (e sappiamo benissimo perché lo fanno) avrebbe fatto meglio a dialogare, ottenendo una Continental separata e facendo tutti contenti. Anche perché, indipendentemente dall'equivoco, nessuno nella Bardiani ha mai detto di voler far fare un calendario professionistico a chi compone il progetto giovani.
I componenti del "progetto giovani" della Bardiani potrebbero correre le gare del calendario italiano sotto le mentite spoglie della nazionale. Poi, a mio avviso, penso sia meglio per la loro crescita partecipare alle varie .2 in giro per l'Europa, magari già a marzo con le tournée croata (2-13) e/o greca (12-27) a cui la Bardiani partecipò già l'anno scorso.

Sempre a mio avviso, la FCI fa finta di cercare lo scontro per far vedere che è viva, ma è pronta a calare le braghe (se non l'ha già fatto), come ad esempio sulle gare organizzate da ExtraGiro e le polemiche per la sovrapposizione con l'AIR:
sceriffo ha scritto: martedì 28 dicembre 2021, 21:24
udra ha scritto: martedì 28 dicembre 2021, 20:07 Ma è evidente che Dagnoni voglia fare terra bruciata attorno a Cassani, d'altronde c'è lui dietro agli organizzatori del Giro U23 e alle corse ExtraGiro.
Ci credo che c'erano dei favoritismi, d'altronde se non metteva mano lui il calendario U23 in termini di corse a tappe era a terra.
Bè, ma Cassani ha capacità enormi, riuscirà certamente a trovare la soluzione
Ecco la soluzione, con il beneplacito ovviamente della FCI:
https://strada.federciclismo.it/it/info ... 1b74e456e/

Immagine 2022-01-03 183339.png
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Winter ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 18:16
nibali-san baronto ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 17:56
A me non torna qualcosa però. Si riesce senza aprire una continental separata a partecipare ad un calendario dilettantistico sufficientemente vasto?
In Italia, vome accennato da Seb, ce ne sono pochissime di corse UCI, gran parte del calendario è regionale e nazionale.

EDIT: Se veramente la Bardiani non ha mai avuto intenzione di creare una formazione di sviluppo parte la situazione sarebbe sicuramente leggermente diversa. Rimane il fatto che la FCI, anziché cercare lo scontro (e sappiamo benissimo perché lo fanno) avrebbe fatto meglio a dialogare, ottenendo una Continental separata e facendo tutti contenti. Anche perché, indipendentemente dall'equivoco, nessuno nella Bardiani ha mai detto di voler far fare un calendario professionistico a chi compone il progetto giovani.
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Ma infatti, han già cominciato l'anno scorso a frequentare questo tipo di gare. Mi sembra che le intenzioni fossero chiare. Che poi l'idea si può condividere o meno, ma non capisco perchè la federazione faccia tante polemiche proprio con la Bardiani quando le regole UCI permettono di fare direttamente il salto da juniores al WT


nibali-san baronto
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Insomma, in sintesi, dopo aver con grande interesse sviscerato l'argomento, non cambia quasi per niente il mio lungo post di alcuni giorni fa in cui esprimevo il cattivo giudizio da parte del sottoscritto nei confronti della nuova governance.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Non seguo la politica ciclistica, ma guardando il calendario postato praticamente si corre quasi solo in Toscana, Veneto, Lombardia e Emilia.
La gara più a sud è il GP Liberazione. Che è l'unica corsa a sud delle Marche del calendario insieme al Giro di Sicilia che è solo una 2.1.
Mi sembra questo il problema grave, non gli esoterismi su cui spaccate il capello in quattro.


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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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nibali-san baronto ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 18:59 Insomma, in sintesi, dopo aver con grande interesse sviscerato l'argomento, non cambia quasi per niente il mio lungo post di alcuni giorni fa in cui esprimevo il cattivo giudizio da parte del sottoscritto nei confronti della nuova governance.
Il problema della federciclismo è sostanzialmente di mission e conseguentemente di rappresentanza; le governance Dagnoni, Di Rocco e Ceruti (mi fermo qui nel tempo, perché sono stati i tre presidenti da quando è stata eliminata la distinzione tra professionisti e dilettanti) sono state pessime, perché non è mai stato chiarito qual'è il reale obiettivo della FCI e finché perdurerà questa situazione la federciclo avrà sempre delle pessime presidenze.


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henny5
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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sono d'accordo con quanto detto in precedenza sulla situazione di pinarello e pelizzari. tuttavia qui c'è un problema che senso ha firmare un contratto da professionista a 3 corridori provenienti dagli juniore (includo anche bonillo) quando si sa' già che quest'anno , leggendo le interviste a reverberi, faranno un calendario di sole corse .2 o .2U?. Potevano prestarli per un anno in una squadra continental e/o U23 prima di fare il salto da pro. Mi auguro anche che i loro contratti non siano i classici biennali che si danno ai neopro ma che siano quantomeno dei triennali(come hanno fatto con trainini).


nibali-san baronto
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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henny5 ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 21:08 sono d'accordo con quanto detto in precedenza sulla situazione di pinarello e pelizzari. tuttavia qui c'è un problema che senso ha firmare un contratto da professionista a 3 corridori provenienti dagli juniore (includo anche bonillo) quando si sa' già che quest'anno , leggendo le interviste a reverberi, faranno un calendario di sole corse .2 o .2U?. Potevano prestarli per un anno in una squadra continental e/o U23 prima di fare il salto da pro. Mi auguro anche che i loro contratti non siano i classici biennali che si danno ai neopro ma che siano quantomeno dei triennali(come hanno fatto con trainini).
Secondo me invece può essere una scelta interessante se messa in atto correttamente. I corridori in questione svolgeranno un calendario come dilettanti, ma sono sotto contratto professionalmente (come scritto più su), quindi senza dubbio più tutelati. I corridori il salto da pro non lo fanno lo stesso, ma in compenso dovrebbero essere stipendiati. È più o meno quello che fanno i procuratori quando li portano nelle WT e si mettono d'accordo per fare un anno da U23 (un fenomeno che sta sfruttando molto bene la Colpack). Va a discapito delle squadre U23? Forse. Però in compenso si tratta di ragazzi che passano in una squadra italiana, anziché straniera. È un esperimento e se procede secondo le intenzioni secondo può dare risultati positivi.


Winter
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Cthulhu ha scritto: lunedì 3 gennaio 2022, 19:40 Non seguo la politica ciclistica, ma guardando il calendario postato praticamente si corre quasi solo in Toscana, Veneto, Lombardia e Emilia.
La gara più a sud è il GP Liberazione. Che è l'unica corsa a sud delle Marche del calendario insieme al Giro di Sicilia che è solo una 2.1.
Mi sembra questo il problema grave, non gli esoterismi su cui spaccate il capello in quattro.
Considerazione molto corretta
Ma alla federazione , da vent'anni, pare che non freghi a nessuno
Eppure dal sport e salute.. prenderà per il 2022 9,6 ml di euro
Non dovrebbero servire anche per organizzare gare ecc?


nibali-san baronto
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Ho finito di indagare sulla faccenda e ne è uscito questo articolo. Spero vi piaccia.

http://www.cicloweb.it/2022/01/18/caso- ... te-regole/


AZgianni
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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nibali-san baronto ha scritto: martedì 18 gennaio 2022, 10:31 Ho finito di indagare sulla faccenda e ne è uscito questo articolo. Spero vi piaccia.

http://www.cicloweb.it/2022/01/18/caso- ... te-regole/
ottimo :clap: :clap: :clap:


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Subsonico
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Il paragone Evenepoel-Pogacar lascia davvero il tempo che trova.


VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...

"Stufano è un Peter Sagan che ha smesso di sognare (E.Vittone) "
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chinaski89
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Si veramente assurdo e privo di senso, oltre a non dirci proprio niente come esempio per ovvi motivi


O figliuolo il meglio d'altri tempi/non era che la nostra giovinezza
Primo86
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Limitatamente a Evenepoel non posso dire di aver letto "raramente" un tale abominio perché, invero, mi capita sovente di imbattermi in altrettanto avventurose elucubrazioni sul belga, da parte di autentici ottimati dell'analisi ciclistica.


cycling_chrnicles
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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nibali-san baronto ha scritto: martedì 18 gennaio 2022, 10:31 Ho finito di indagare sulla faccenda e ne è uscito questo articolo. Spero vi piaccia.

http://www.cicloweb.it/2022/01/18/caso- ... te-regole/
Il pezzo sull'approccio Evenepoel non ha veramente alcun senso, a maggior ragione se messo in un articolo in cui si parla delle scelte di ALESSANDRO Pinarello (non fausto, che fa un altro mestiere :ouch: ) e di Giulio Pellizzari.

Il discorso sul bruciare le tappe lo puoi fare per il Brenner o il Quinn Simmons di turno. E anche là ci sarebbe da ridire.

Ma Evenepoel è un caso del tutto eccezionale, praticamente unico nella storia del ciclismo. Parliamo di un tizio che ha vinto tutte le gare che ha fatto al primo vero anno di ciclismo, dimostrandosi sei/sette gradini sopra tutti gli avversari.

Cosa doveva andare a fare tra gli U23? Se Van Wilder, che non gli prendeva la targa tra gli juniores nel 2018, nel 2019 è stato uno dei 3/4 migliori U23 della stagione, secondo te, cosa avrebbe combinato, in quel contesto, Evenepoel?

Te lo dico io: avrebbe vinto ogni gara partendo dal chilometro uno come faceva l'anno prima tra gli juniores e non avrebbe imparato nulla.

Dire che Evenepoel doveva fare gli U23 è come dire che Cristiano Ronaldo doveva rimanere allo Sporting Lisbona due anni in più, anziché andare allo United a diciotto anni, o che Lebron doveva fare il college anziché entrare in NBA direttamente dall'high school. Evenepoel è un'eccezione totale, non c'entra nulla coi Pinarello e Pellizzari di turno. Uno così non può avere una crescita graduale, perché dal punto di vista atletico è talmente superiore alla concorrenza che l'unico contesto in cui può imparare qualcosa è dove c'è gente in grado di resistere al suo strapotere fisico.

Ma vi rendete minimamente conto che questo, senza uno straccio di preparazione invernale, quest'anno ha vinto otto gare, alcune delle quali doppiando il gruppo? Prima di farsi male, nel 2020, aveva vinto tutte le gare a cui aveva preso parte. Un anno passato a correre con Foss, Vansevenant e Bagioli gli sarebbe servito, solamente, a convincere Foss, Vansevenant e Bagioli a cambiare mestiere.
Ultima modifica di cycling_chrnicles il martedì 18 gennaio 2022, 17:01, modificato 1 volta in totale.


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il_panta
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Concordo su Evenepoel e il paragone tra lui e Pogacar.


2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
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Seb
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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ma non di firmare un contratto con una Professional per partecipare ad un calendario giovanile internazionale (.2 e .2U)

Però c'è da dire che nel momento in cui il tesseramento viene autorizzato, non c'è nulla che vieti alla Bardiani si far correre questi due ragazzi alla Tirreno-Adriatico, alla Milano-Sanremo o al Giro d'Italia, qualora lo volessero o ne avessero bisogno. Ok fidarsi, ma si può capire la fermezza della FCI.

E comunque secondo me la soluzione potrebbe essere quella che avevo già scritto una volta sul forum: vuoi far passare professionista un ragazzo in uscita dalla categoria juniores? Benissimo, ma il contratto minimo deve essere di quattro anni per coprire tutto l'arco del periodo U23. Se vuoi farlo passare dopo un anno, allora il contratto deve essere di tre anni, poi dopo lasciamo i due canonici.

In questo caso la FCI manterrebbe più o meno quella che è la sua filosofia attuale, i ragazzi sarebbero tutelati (specie dai limiti degli ex professionisti nelle Continental) e le stesse squadre avrebbero pieno interesse a non bruciarsi subito i ragazzi.


nibali-san baronto
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Seb ha scritto: martedì 18 gennaio 2022, 17:01 ma non di firmare un contratto con una Professional per partecipare ad un calendario giovanile internazionale (.2 e .2U)

Però c'è da dire che nel momento in cui il tesseramento viene autorizzato, non c'è nulla che vieti alla Bardiani si far correre questi due ragazzi alla Tirreno-Adriatico, alla Milano-Sanremo o al Giro d'Italia, qualora lo volessero o ne avessero bisogno. Ok fidarsi, ma si può capire la fermezza della FCI.

E comunque secondo me la soluzione potrebbe essere quella che avevo già scritto una volta sul forum: vuoi far passare professionista un ragazzo in uscita dalla categoria juniores? Benissimo, ma il contratto minimo deve essere di quattro anni per coprire tutto l'arco del periodo U23. Se vuoi farlo passare dopo un anno, allora il contratto deve essere di tre anni, poi dopo lasciamo i due canonici.

In questo caso la FCI manterrebbe più o meno quella che è la sua filosofia attuale, i ragazzi sarebbero tutelati (specie dai limiti degli ex professionisti nelle Continental) e le stesse squadre avrebbero pieno interesse a non bruciarsi subito i ragazzi.
Seb, grazie per il commento sensato. È un caso limite possibile di cui non ho tenuto conto per mantenere un ragionamento lineare. Ovviamente io dovevo sinteticamente spiegare a chi legge quali erano gli elementi in campo. Il succo della questione era il paradosso di imputarsi sulla tutela di due atleti esponendoli alla gogna mediatica. Se ti comporti così dimostri solo di volerti imporre come organi di potere e non come organo competente. La soluzione implicitamente suggerita è che sarebbe stato molto più utile e concreto instaurare un dialogo con la Bardiani per ricevere delle garanzie, piuttosto che piantare il bastone.


A tutti gli altri che si sono scaldati per l'abomino di cinque righe sul palmares di Evenepoel faccio notare che mi sembra alquanto curioso concentrarsi su quel punto in un articolo che mirava a dire tutta un'altra cosa.

Aggiungo che a me tutte le volte cascano le braccia, per non dire di peggio, quando leggo qualcuno che mi risponde in questi termini. Sono anni che spiego sul forum, a Smartcycling e in altre sedi la mia opinione e ancora c'è un bel manipolo di persone che fraintende. Nessuno sta criticando il talento di Evenepoel, o paragonandolo a Pogacar per capire chi è il più forte. Io critico le persone che lo hanno gestito sia in bici che giù dalla bici. Il succo è che io sono un classe 2000, esattamente come lui, e quando è finito di sotto al ponte io mi sono visto al posto suo. Non lo critico, né tantomeno lo invidio. Piuttosto provo umanamente dispiacere, lo vedo come una vittima. Il fatto che tutti ripetiate come un mantra che da U23 non aveva senso correre perché le avrebbe vinte tutte dimostra che ho ragione. Perché il punto non è quante o quali corse vince, ma imparare un mestiere in tutte le sue sfaccettature (rapporti con i colleghi, dichiarazioni ai giornalisti, guida della bicicletta, gestione dello sforzo in corsa), cosa che non ha fatto, ovviamente non per colpa sua. D'altronde se avessi voluto parlare del palmares di Evenepoel non c'era bisogno di scrivere un articolo su Pinarello e Pellizzari. Vi ricordo che siamo nel topic "La politica nel ciclismo".

Infine, scusate se sono umano e per un lapsus ho scritto Fausto, anziché Alessandro (nome che ho usato correttamente qualche riga più sotto) sarebbe stato tanto più apprezzabile che l'errore venisse cordialmente segnalato. Pensate che è talmente tanto grave che non se ne è accorto nemmeno Roberto Reverberi che ha condiviso l'articolo sulla sua pagina Facebook. Ragazzi, questo forum mi piace perché si discute piacevolmente di ciclismo, ma quando fate così, come ho già detto, cadono le braccia.


Arme
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Ovviamente condivido l'analisi di Francesco sull'insensatezza del regolamento, ma sono anch'io perplesso sull'esempio di Evenepoel: premesso che stiamo parlando di un caso limite sia per superiorità che per sfortuna, io un altro anno a fare corse U23 lo avrei visto poco utile, e non penso che fagli correre il Lombardia da capitano a 20 anni sia stata una scelta azzardata, visto il rullino di marcia che stava avendo. Secondo me poteva sfracellarsi anche in una corsa under 23.
Interessante la soluzione Seb... e se si obbligasse semplicemente chi passa da junior a non correre corse WT per un anno?
Ultima modifica di Arme il martedì 18 gennaio 2022, 18:47, modificato 1 volta in totale.


Primo86
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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nibali-san baronto ha scritto: martedì 18 gennaio 2022, 18:24

Perché il punto non è quante o quali corse vince, ma imparare un mestiere in tutte le sue sfaccettature (rapporti con i colleghi, dichiarazioni ai giornalisti, guida della bicicletta, gestione dello sforzo in corsa), cosa che non ha fatto, ovviamente non per colpa sua.
Quando la toppa è (molto) peggio del buco.


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