La crisi del ciclismo italiano

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
JineteRojo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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5 monumento in 5 anni comunque.
La tragedia sono le 2.x


Krisper
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Krisper »

Su questo tema, la crisi del ciclismo italiano, credo sia giusto scorporare il livello attuale dei corridori italiani dai problemi strutturali del ciclismo italiano.
Ovviamente tra i due c'è e ci sarà sempre una relazione.

Sui temi strutturali leggo volentieri ciò che scrive Martinello oppure il nostro Francesco Dani.
Le questioni mi paiono spinose e complesse, non semplici anche da comprendere da semplice appassionato.


Sul primo tema, il livello dei corridori italiani.
Non sono così pessimista.

Oggi avere molti corridori al vertice è difficile, non siamo nel nostro miglior momento, ma ci difendiamo ancora.

Negli ultimi anni:
- 4 europei
- 2 mondiali a crono
- un oro ad inseguimento a Tokyo
- ottimi risultati in pista endurance
- 2 mondiali under 23 (Baroncini potrebbe avere il potenziale giusto).
- una Roubaix (Viva Sonny! Ti vorremo bene anche lontano dalle corse), con un altro italiano fermato solo dalla sfortuna!
- un Fiandre (Bettiol ha i numeri, non la continuità purtroppo, per una ragione o per un'altra).
- un secondo posto al Lombardia, vinto da uno che sta scrivendo la Storia di questo sport.
- e sul ciclismo femminile siamo una superpotenza in pista e su strada!
- le cose vanno meno bene off-road (ma meriterebbe un capitolo a parte)
- come nazionale corriamo da Squadra

Qualche giovane forte lo abbiamo, certo in un'epoca con una generazione straordinaria.
Ma lo abbiamo noi un cronoman straordinario!

Sul periodo attuale, gira anche male!
Può succedere.

Servirebbe come il pane una squadra WT italiana, per dare ai Sobrero, Tiberi, Masnada, Baroncini, etc.. la giusta opportunità di crescita.
E torniamo ai problemi strutturali!


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Krisper ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 12:01 Servirebbe come il pane una squadra WT italiana, per dare ai Sobrero, Tiberi, Masnada, Baroncini, etc.. la giusta opportunità di crescita.
E torniamo ai problemi strutturali!
:uhm:
io inizio ad aver qualche dubbio su sta teoria
Fiandre Van Der Poel.. olandese.. squadra belga..
Sanremo Mohoric.. sloveno.. squadra bahrein
Lombardia Pogacar.. sloveno.. squadra emirati
Roubaix Colbrelli.. italiano.. squadra bahrein
Vuelta Roglic.. sloveno.. squadra olandese
Mondiale Alaphilippe.. francese.. squadra belga
Tour Pogacar.. sloveno.. squadra emirati
Liegi Pogacar.. sloveno.. squadra emirati
Giro Bernal.. colombiano.. squadra inglese
Fiandre Asgreen.. danese.. squadra belga
Sanremo Stuyven.. belga.. squadra americana


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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JineteRojo ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 10:21 5 monumento in 5 anni comunque.
La tragedia sono le 2.x
quali sono ste 5 monumento (classiche , monumento termine orribile) ?
Sanremo 2018 Nibali
Fiandre 2019 Bettiol
Roubaix 2021 Colbrelli
Lombardia 2017 Nibali
io ne conto 4 :uhm: :uhm:

Sanremo ultime 10 edizioni 1 vittoria unico podio
Fiandre ultime 10 edizioni 1 vittoria anche in questo caso unico podio
Roubaix ultime 10 edizioni 1 vittoria e un terzo posto con Ballan nel 2012
Liegi ultime 10 edizioni 0 vittorie e due podi (Nibali nel 2012 e Formolo nel 2019)
Lombardia ultime 10 edizioni 2 vittorie (Nibali nel 2015 e 2017) e 4 podi

quindi 50 edizioni.. 5 vittorie e 12 podi complessivi
nettamente il risultato piu' scarso della storia


CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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La Liegi dal 1982 al 2007 l'ha abbiamo vinta 11 volte. dal 2007 zero.... :(


Krisper
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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:bici:
Winter ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 12:46
Krisper ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 12:01 Servirebbe come il pane una squadra WT italiana, per dare ai Sobrero, Tiberi, Masnada, Baroncini, etc.. la giusta opportunità di crescita.
E torniamo ai problemi strutturali!
:uhm:
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Tour Pogacar.. sloveno.. squadra emirati
Liegi Pogacar.. sloveno.. squadra emirati
Giro Bernal.. colombiano.. squadra inglese
Fiandre Asgreen.. danese.. squadra belga
Sanremo Stuyven.. belga.. squadra americana
L'esempio inglese dice che conta molto per un movimento avere una squadra WT.
Sono riusciti a vincere 3 GT in un anno con tre corridori diversi (uno con una squadra australiana, stessa lingua e "cultura"). Hanno dominato molti anni!
Per non parlare della pista.

Gli sloveni sono una questione a parte, un unicum nella storia.
Colbrelli alla Bahrain, ma che è nata con un forte pedigree italiano.
MVDP olandese, nato in Belgio. Praticamente la stessa cultura/lingua.

Quanto conta la unoX per il movimento Danese e Norvegese! E non sono WT!
JA corre in Belgio, ma quante squadre WT e Professional ha la Francia? Il bacino è folto.

Merckx correva in Italia, ma arrivava da un bacino enorme.

IMHO, una squadra WT per noi è fondamentale!


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Beppugrillo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Beppugrillo »

Però Sky ha fatto una rivoluzione, ha preso dei corridori di seconda/terza fascia e li ha portati a dominare il Tour. Il contributo di Sky al movimento britannico andrà giudicato tra qualche anno, per me cominciamo a vedere gli effetti con la loro generazione attuale di neoprofessionisti, non con i Froome né con gli Yates.
La squadra italiana anch'io credo sia vitale o almeno importante, ma non per dare un luogo protetto ai nostri, perché se Formolo fosse più forte di Pogacar il capitano sarebbe lui, nessuna squadra straniera si dà la zappa sui piedi per favorire i corridori locali rispetto a quelli più forti e io credo che un ambiente troppo protetto possa solo danneggiare un aspirante campione (la pressione ci dev'essere, sicuro si vive meglio senza, ma se vincere il Tour fosse una cosa fattibile senza pressione e senza sacrifici lo potremmo vincere tutti). Credo che invece servirebbe per ridare entusiasmo all'ambiente, per catalizzare un po' il tifo, per diventare anche parte ricettiva nello scambio di metodologie ed esperienza che c'è oggi nel ciclismo (noi esportiamo direttori sportivi, meccanici, massaggiatori, però se non abbiamo una squadra nostra non importiamo nulla in cambio e gli stranieri hanno comunque tanto da insegnarci). Spero che il presunto impegno di Cassani in questa direzione dia i suoi frutti.


JineteRojo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 12:53
JineteRojo ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 10:21 5 monumento in 5 anni comunque.
La tragedia sono le 2.x
quali sono ste 5 monumento (classiche , monumento termine orribile) ?
Sanremo 2018 Nibali
Fiandre 2019 Bettiol
Roubaix 2021 Colbrelli
Lombardia 2017 Nibali
io ne conto 4 :uhm: :uhm:

Sanremo ultime 10 edizioni 1 vittoria unico podio
Fiandre ultime 10 edizioni 1 vittoria anche in questo caso unico podio
Roubaix ultime 10 edizioni 1 vittoria e un terzo posto con Ballan nel 2012
Liegi ultime 10 edizioni 0 vittorie e due podi (Nibali nel 2012 e Formolo nel 2019)
Lombardia ultime 10 edizioni 2 vittorie (Nibali nel 2015 e 2017) e 4 podi

quindi 50 edizioni.. 5 vittorie e 12 podi complessivi
nettamente il risultato piu' scarso della storia
Son 4 perdonami, scritto male io.
Rimane quello che ha scritto krisper però. Il problema grande era prima secondo me, adesso siamo messi sicuramente meglio che 5 anni fa. Conta anche gli europei, le crono ...

Nelle corse a tappe invece c'è il vuoto assoluto


Krisper
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Beppugrillo ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 14:10 Però Sky ha fatto una rivoluzione, ha preso dei corridori di seconda/terza fascia e li ha portati a dominare il Tour. Il contributo di Sky al movimento britannico andrà giudicato tra qualche anno, per me cominciamo a vedere gli effetti con la loro generazione attuale di neoprofessionisti, non con i Froome né con gli Yates.
La squadra italiana anch'io credo sia vitale o almeno importante, ma non per dare un luogo protetto ai nostri, perché se Formolo fosse più forte di Pogacar il capitano sarebbe lui, nessuna squadra straniera si dà la zappa sui piedi per favorire i corridori locali rispetto a quelli più forti e io credo che un ambiente troppo protetto possa solo danneggiare un aspirante campione (la pressione ci dev'essere, sicuro si vive meglio senza, ma se vincere il Tour fosse una cosa fattibile senza pressione e senza sacrifici lo potremmo vincere tutti). Credo che invece servirebbe per ridare entusiasmo all'ambiente, per catalizzare un po' il tifo, per diventare anche parte ricettiva nello scambio di metodologie ed esperienza che c'è oggi nel ciclismo (noi esportiamo direttori sportivi, meccanici, massaggiatori, però se non abbiamo una squadra nostra non importiamo nulla in cambio e gli stranieri hanno comunque tanto da insegnarci). Spero che il presunto impegno di Cassani in questa direzione dia i suoi frutti.
Non intendevo una squadra italiana per proteggere i nostri.
Ma se non sei subito un fenomeno, poi è dura trovare spazio da capitano.
Intendo per dare tempo, per rendere più "organico" un movimento, per investire a lungo termine. In fondo siamo d'accordo.

Il modello inglese è quello giusto.
Al di là delle voci, hanno fatto del ciclismo un continuum tra pista e strada (e non solo), innovato in tutto ciò che era possibile innovare, anche esagerando forse con i minimal gain, hanno rivoluzionato il ciclismo (nel bene e nel male, dipende da come uno la vede).
Infatti, concordo, oggi si continuano a vedere i risultati tra i pro e tra i tanti amatori inglesi che trovi a pedalare sulle strade d'Europa.
Poi canali tematici (GCN, ad esempio), podcast, riviste, apparel, bici pieghevoli, folle enormi in strada per le Gran Depart, velodromi, ciclabili, ride london, ...
Sono anche convinto che noi con il nostro DNA ciclistico possiamo fare anche meglio!


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CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Qualcosa di simile al modello inglese, aveva fatto Franco Ballerini, prima del tragico Rally in cui ha perso la vita nel 2010, se lui fosse ancora in vita, come sarebbe stato ciclismo italiano adesso ?


Tommeke92
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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JineteRojo ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 14:47
Winter ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 12:53
JineteRojo ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 10:21 5 monumento in 5 anni comunque.
La tragedia sono le 2.x
quali sono ste 5 monumento (classiche , monumento termine orribile) ?
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quindi 50 edizioni.. 5 vittorie e 12 podi complessivi
nettamente il risultato piu' scarso della storia
Son 4 perdonami, scritto male io.
Rimane quello che ha scritto krisper però. Il problema grande era prima secondo me, adesso siamo messi sicuramente meglio che 5 anni fa. Conta anche gli europei, le crono ...

Nelle corse a tappe invece c'è il vuoto assoluto
Come meglio di 5 anni fa?
Cinque anni fa vincevamo il Lombardia con Nibali (che aveva vinto il primo due anni prima, forse era quella la quinta monumento a cui avevi pensato?), che poi avrebbe vinto la Sanremo l'anno dopo e che ancora era competitivo nei grandi giri, fino al 2019.
Ora direi che siamo messi nettamente peggio.
Come dimostrano i numeri riportati da Winter il ciclismo italiano negli anni dieci ha avuto un brusco calo e di fatto, ai livelli più alti, aveva solo nibali.
Ora che non c'è più (per competere nelle corse di cui stiamo parlando intendo ovviamente) e non si vede nessuno di lontanamente paragonabile in arrivo, e tra l'altro come giustamente dite tutti il livello è sempre più alto, non vedo come si possa essere messi meglio.


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

Winter ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 12:46
Krisper ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 12:01 Servirebbe come il pane una squadra WT italiana, per dare ai Sobrero, Tiberi, Masnada, Baroncini, etc.. la giusta opportunità di crescita.
E torniamo ai problemi strutturali!
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Effettivamente il grande campione non trova difficoltà ad emergere in un contesto "non domestico". Forse una ipotetica squadra italiana potrebbe dare opportunità a quei corridori che hanno bisogno di più tempo per maturare.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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jan80
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da jan80 »

Avere una squadra WT per far vincere i corridori italiani non ha alcun senso......semmai servirebbero piu' professional ben strutturate per mandare avanti in movimento


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Krisper ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 13:18 :bici:
Winter ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 12:46
Krisper ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 12:01 Servirebbe come il pane una squadra WT italiana, per dare ai Sobrero, Tiberi, Masnada, Baroncini, etc.. la giusta opportunità di crescita.
E torniamo ai problemi strutturali!
:uhm:
io inizio ad aver qualche dubbio su sta teoria
Fiandre Van Der Poel.. olandese.. squadra belga..
Sanremo Mohoric.. sloveno.. squadra bahrein
Lombardia Pogacar.. sloveno.. squadra emirati
Roubaix Colbrelli.. italiano.. squadra bahrein
Vuelta Roglic.. sloveno.. squadra olandese
Mondiale Alaphilippe.. francese.. squadra belga
Tour Pogacar.. sloveno.. squadra emirati
Liegi Pogacar.. sloveno.. squadra emirati
Giro Bernal.. colombiano.. squadra inglese
Fiandre Asgreen.. danese.. squadra belga
Sanremo Stuyven.. belga.. squadra americana
L'esempio inglese dice che conta molto per un movimento avere una squadra WT.
Sono riusciti a vincere 3 GT in un anno con tre corridori diversi (uno con una squadra australiana, stessa lingua e "cultura"). Hanno dominato molti anni!
Per non parlare della pista.
Gli inglesi han vinto ancora meno di noi in quest ultimo anno
In piu froome non era di formazione inglese
Era come naturalizzare pogacar


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

JineteRojo ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 14:47
Nelle corse a tappe invece c'è il vuoto assoluto
Ma pure nelle gare in linea
Se mettevi i dieci favoriti delle 5 classiche
Sanremo nessun italiano e di fatti nessuno nei primi 10
Fiandre nessuno
Roubaix nessuno
Liegi nessuno
Lombardia nessuno
Dove li vedi sti miglioramenti?


Alce88
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Alce88 »

quindi 50 edizioni.. 5 vittorie e 12 podi complessivi
nettamente il risultato piu' scarso della storia
[/quote]

A me il dato che stupisce più delle vittorie è che su 150 posti sul podio ne abbiamo occupati solo 12 e 6 sono di Nibali
Vuol dire che a parte (2)giornate di grazia non abbiamo avuto nessuno,escluso Nibali ovviamente, che fosse in grado di giocarsi la vittoria nelle Monumento


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Alce88 ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 20:38
A me il dato che stupisce più delle vittorie è che su 150 posti sul podio ne abbiamo occupati solo 12 e 6 sono di Nibali
Vuol dire che a parte (2)giornate di grazia non abbiamo avuto nessuno,escluso Nibali ovviamente, che fosse in grado di giocarsi la vittoria nelle Monumento
Esattamente
Alla Sanremo hai visto qualcuno dei nostri negli ultimi 10 km?
Al Fiandre dal koppenberg in poi?
Nulla
Inspiegabile sta crisi


Alce88
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Alce88 »

quindi 50 edizioni.. 5 vittorie e 12 podi complessivi
nettamente il risultato piu' scarso della storia
[/quote]

Ma io di podi ne conto 11,6 di Nibali 1 Ballan 1 Moscon 1 Colbrelli 1 Formolo 1 Bettiol
L'altro mi sfugge


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Rosa


Alce88
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Alce88 »

Winter ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 20:53Rosa
Ah :hammer:


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LawrenceDM
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da LawrenceDM »

Alce88 ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 20:55
Winter ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 20:53Rosa
Ah :hammer:
Ci sarebbe anche Masnada all'ultimo Lombardia, comunque il discorso è chiaro, è sotto gli occhi di tutti come Nibali negli ultimi dieci anni sia stato l'unica vera luce perpetua del panorama ciclistico italiano, tanti altri pur talentuosi hanno brillato magari un giorno, magari un po' di più, ma con troppa discontinuità... Ora che Vincenzo è arrivato a fine carriera tutti i problemi escono fuori, ma la situazione era abbastanza chiara anche prima


"Fausto era ancora nella camera ardente. Arrivò Bartali. Prese la mano di Fausto e disse: «È incredibile, è incredibile». Pianse e pregò alla sua maniera. Il grande duello era finito per sempre." (Candido Cannavò)
nikybo85
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da nikybo85 »

Racconto un'episodio curioso..l'altro giorno dei bimbi mi han visto passare in bici e hanno urlato "il Giro d'Italia"!
Non hanno urlato il nome di un corridore, tante volte ho sentito gridare a chi mi vedeva pasare in bici "spostati Pantani", che è ancora oggi nettamente il più conosciuto.
Ecco forse noi dovremmo aggrapparci più al Giro che ai corridori, come nei lunghi anni bui han fatto i francesi col Tour.

P.S. qui in Sardegna è, per ovvi motivi, più conosciuto Aru di Nibali, nonostante le carriere dei due non siano paragonabili.


Claudio84
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Claudio84 »

nikybo85 ha scritto: lunedì 4 aprile 2022, 22:04 Racconto un'episodio curioso..l'altro giorno dei bimbi mi han visto passare in bici e hanno urlato "il Giro d'Italia"!
Non hanno urlato il nome di un corridore, tante volte ho sentito gridare a chi mi vedeva pasare in bici "spostati Pantani", che è ancora oggi nettamente il più conosciuto.
Ecco forse noi dovremmo aggrapparci più al Giro che ai corridori, come nei lunghi anni bui han fatto i francesi col Tour.

P.S. qui in Sardegna è, per ovvi motivi, più conosciuto Aru di Nibali, nonostante le carriere dei due non siano paragonabili.
Penso che hai ragione sul Giro. Dovrebbero organizzare più eventi collaterali per avvicinare alla bici (intesa come sport). Peraltro, di contro all'episodio che racconti, proprio il giorno della Sanremo mentre passavo tra le bancarelle di un mercato a Milano, con una comune Mountain bike, un venditore, pure abbastanza giovane, per fermarmi mi ha gridato 'Pantaniii' (e mi ha pure tirato il freno :angry: ) Al che ho pensato subito a questo thread :old:
Buona invece l'idea della partenza dal Velodromo (anche se si può fare meglio). Ho visto un discreto pubblico.

Rispetto all'esempio degli inglesi, non so quanto da noi sia replicabile. A quanto ho capito oltre a promuovere molto il professionismo sono riusciti anche a fare crescere una cultura della bici a tutto tondo (che non conosco se avessero anche prima). Facendo della sociologia spicciola, come ho scritto già in questo thread la mia impressione è che chi correva / era dilettante fino ai primi 2000 fosse erede di quelle generazioni per cui ancora il ciclismo era uno sport davvero popolare. Ora quelle generazioni (tipo mio zio) hanno circa 80 anni, e non essendo più popolare il ciclismo anche la platea degli 'eredi' giovani si è ridotta.
Il che, sempre secondo me, è slegato dal boom di vendita di bici. È pieno di gente che gira su bici fiammanti ma che l'agonismo non lo immagina neanche da lontano.

Disclaimer: io giro molto in bici in città e mi piace, anche se non sono di quelli che facevano le biciclettate tipo 'critical mass'. Per il resto sono quasi un ciclista da tastiera...


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

La popolarità dei ciclisti, o del ciclismo in genere, non so come possa collegarsi e condizionare i risultati sportivi. Non vale nemmeno il contrario. Ricordo che negli anni più o meno dal 1996 a 1999 avevamo il numero 1 in assoluto dei corridori per le gare di un giorno cioè Michele Bartoli che in Italia non conosceva nessuno. A me da tifoso interessava relativamente, fin quando si vinceva ero contento lo stesso.

Più importante invece è creare un sistema che permette ai giovanissimi di praticare ciclismo (squadre, gare eccetera) perchè è da giovanissimi che si gettano le basi per creare un potenziale campione, questo vale in tutti gli sports.
Altrimenti possiamo sempre sperare che esca un fenomeno a caso come sta capitando ad alcune nazioni che senza un solido movimento alle spalle.


1° Tour de France 2018
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Krisper
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Krisper »

Il punto forte del modello inglese non sono le vittorie, ma le politiche per favorire la crescita del fenomeno bici.
È l'aver reso organico il ciclismo di elite alla ciclomobilità il loro maggior merito.

Ride London festival, nato dopo i giochi olimpici del 2012, credo sia il bike festival più grande al mondo! Un caso? Non credo proprio.

Esula forse da questo 3d, ma, imho, un male italiano è la eccessiva competitività nelle GF.
Lasciare il 90% dei partecipanti dietro la macchina di fine corsa dopo 30 minuti è vergognoso!
Come si pensa di far crescere un movimento?
Per non parlare di altro del mondo amatoriale!

Io credo che per avvicinare più persone alla bici serva un impegno della federazione, organizzatori di corse, sponsor verso un modello randonee, come nel nord Europa.
Poi questo non produrrà nessun campione, forse nemmeno seguito al ciclismo pro, ma intanto fai crescere una cultura della bicicletta, crei "strade verdi" (percorsi a basso traffico per bici), salute collettiva, turismo.

È giunto il momento di chiudere le classifiche nelle GF, lasciare le gare ai dilettanti e professionisti.
I soldi, anche pubblici, delle GF sono sprecati per far correre 100 esaltati ed escludere 900 veri amatori!
Legare i grandi eventi (tappe del Giro, classiche) a randonee e non a GF! Dare spazio a tutti, soprattutto ai bambini.
Falli pedalare sulle strade del Giro prima della corsa!
(In questo i circuiti cittadini aiutano)
Fai giocare a ciclismo!


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matteo.conz
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da matteo.conz »

Krisper ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 8:48 Il punto forte del modello inglese non sono le vittorie, ma le politiche per favorire la crescita del fenomeno bici.
È l'aver reso organico il ciclismo di elite alla ciclomobilità il loro maggior merito.

Ride London festival, nato dopo i giochi olimpici del 2012, credo sia il bike festival più grande al mondo! Un caso? Non credo proprio.

Esula forse da questo 3d, ma, imho, un male italiano è la eccessiva competitività nelle GF.
Lasciare il 90% dei partecipanti dietro la macchina di fine corsa dopo 30 minuti è vergognoso!
Come si pensa di far crescere un movimento?
Per non parlare di altro del mondo amatoriale!

Io credo che per avvicinare più persone alla bici serva un impegno della federazione, organizzatori di corse, sponsor verso un modello randonee, come nel nord Europa.
Poi questo non produrrà nessun campione, forse nemmeno seguito al ciclismo pro, ma intanto fai crescere una cultura della bicicletta, crei "strade verdi" (percorsi a basso traffico per bici), salute collettiva, turismo.

È giunto il momento di chiudere le classifiche nelle GF, lasciare le gare ai dilettanti e professionisti.
I soldi, anche pubblici, delle GF sono sprecati per far correre 100 esaltati ed escludere 900 veri amatori!
Legare i grandi eventi (tappe del Giro, classiche) a randonee e non a GF! Dare spazio a tutti, soprattutto ai bambini.
Falli pedalare sulle strade del Giro prima della corsa!
(In questo i circuiti cittadini aiutano)
Fai giocare a ciclismo!
Quoto anche le virgole sul ciclismo UK. Feci un discorso simile anni fa quando si capì il piano strategico cominciato più o meno quando si aggiudicarono le Olimpiadi.


Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53 :champion:
Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Krisper ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 8:48 È giunto il momento di chiudere le classifiche nelle GF, lasciare le gare ai dilettanti e professionisti.
I soldi, anche pubblici, delle GF sono sprecati per far correre 100 esaltati ed escludere 900 veri amatori!
Legare i grandi eventi (tappe del Giro, classiche) a randonee e non a GF! Dare spazio a tutti, soprattutto ai bambini.
Falli pedalare sulle strade del Giro prima della corsa!
(In questo i circuiti cittadini aiutano)
Fai giocare a ciclismo!
E' una cosa che a mio avviso può portare molti benefici al sistema del ciclismo amatoriale, ma fatico a collegarlo ai risultati del ciclismo dei prof.


1° Tour de France 2018
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Krisper
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Salvatore77 ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 10:02
Krisper ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 8:48 È giunto il momento di chiudere le classifiche nelle GF, lasciare le gare ai dilettanti e professionisti.
I soldi, anche pubblici, delle GF sono sprecati per far correre 100 esaltati ed escludere 900 veri amatori!
Legare i grandi eventi (tappe del Giro, classiche) a randonee e non a GF! Dare spazio a tutti, soprattutto ai bambini.
Falli pedalare sulle strade del Giro prima della corsa!
(In questo i circuiti cittadini aiutano)
Fai giocare a ciclismo!
E' una cosa che a mio avviso può portare molti benefici al sistema del ciclismo amatoriale, ma fatico a collegarlo ai risultati del ciclismo dei prof.
allargare la passione per la bici non porta a risultati tra i prof.?
Amen. (Anche se non è detto)
Ma porterebbe risultati ben più importanti.

Senza una nuova cultura della bicicletta, anche organizzare una gara di giovanissimi sarà sempre più un'impresa!
Per questo sottolineo che l'esempio inglese è un buon modello, perché ha saputo rendere organico il ciclismo di élite alla ciclo-mobilità, significa: cultura, propaganda politica, investimenti, strutture.
Qui in Italia si litiga per far passare una corsa su un ponte!


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
Albumciclismo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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La carestia di fuoriclasse capita a giro un po' a tutte le nazioni. Basta pensare al ciclismo Francese che ancora aspetta il vincitore del Tour dal 1985. Loro hanno Alaphilippe (mica male) ma per anni non hanno avuto proprio nessun fuoriclasse. Adesso capita a noi. Se poi osserviamo che il ciclismo degli ultimi 2 anni è dominato da 2 Sloveni, nazione di 2 milioni di persone che col ciclismo ha veramente poco a che fare, ecco che comprendiamo come la genetica favorisca un po' a caso in giro per il mondo e non è detto che a noi ricapiti presto di avere un nuovo Nibali oppure un nuovo Bettini.

Diverso se con "crisi del ciclismo Italiano" intendiamo una decadenza generale di tutto il movimento-bici. Il quadro è chiaro-scuro. Ad un imbarbarimento stradale sempre più evidente si contrappone un crescente entusiasmo del ciclismo pedalato, un po' ad ogni livello. Chi pedalava per strada a fine anni '80 / inizio anni '90 ricorderà che eravamo considerati degli sfigati cosmici con tanto di insulti e sfottò dai marciapiedi. Oggi incontri sempre più donne in bici (questo sempre un ottimo segnale) e la bici è spesso considerata un oggetto di lusso (visto i prezzi poi..)

Non saprei fare nessuna previsione ma so leggere i tempi e credo che non sia questa catastrofe che a volte si legge


Gimbatbu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Mi aspetto che dall' esercito dei rider, per la legge dei grandi numeri, esca fuori un nuovo fenomeno. Solo che molto probabilmente non sarà italiano.


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Gimbatbu ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 10:58 Mi aspetto che dall' esercito dei rider, per la legge dei grandi numeri, esca fuori un nuovo fenomeno. Solo che molto probabilmente non sarà italiano.
i rider non fanno sport, fanno un lavoro sottopagato e sfruttato che è al di fuori di ciò che prevedeva lo statuto dei lavoratori. Attendersi atleti dai rider è assurdo. La storia del bambino che inizia a usare la bici perché non ha altri mezzi con cui muoversi e poi si scopre ciclista riguarda appunto i bambini (mi pare di aver letto qualcosa di simile su Quintana). Un rider di 22 anni che cavalca spesso una bici malandata e che corre nel traffico tra mille pericoli non vedo come possa diventare un professionista.

Piuttosto qualcuno giustamente faceva notare che la crisi del pedale non è così chiara se si pensa al mercato e alla pratica della bici come sport e passione nel tempo libero. Negozi di bici lussuosi come in Italia è raro vederli all'estero. Il negozio del mio paese natale italiano nel basso Piemonte (un paese di 6mila abitanti) ha un negozio di bici che è una meraviglia, con bici e prodotti che costano come un auto. In tutta Siviglia (600mila abitanti) non ho visto nulla di simile e persino in Madrid (dove le cose vanno meglio e ci sono bei negozi) non ho ancora trovato un negozio con una concentrazione così alta di bici di altissima gamma.

Nel mio paese in Italia c'è questo negozio e in una sua frazione un negozio della Scott, nel paese a fianco un negozio specializzato in MTB e poi nella piccola cittadina più vicina due altri negozi di bici. Una cosa pazzesca e tutti prosperano.


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chinaski89
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Albumciclismo ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 10:51 La carestia di fuoriclasse capita a giro un po' a tutte le nazioni. Basta pensare al ciclismo Francese che ancora aspetta il vincitore del Tour dal 1985. Loro hanno Alaphilippe (mica male) ma per anni non hanno avuto proprio nessun fuoriclasse. Adesso capita a noi. Se poi osserviamo che il ciclismo degli ultimi 2 anni è dominato da 2 Sloveni, nazione di 2 milioni di persone che col ciclismo ha veramente poco a che fare, ecco che comprendiamo come la genetica favorisca un po' a caso in giro per il mondo e non è detto che a noi ricapiti presto di avere un nuovo Nibali oppure un nuovo Bettini.

Diverso se con "crisi del ciclismo Italiano" intendiamo una decadenza generale di tutto il movimento-bici. Il quadro è chiaro-scuro. Ad un imbarbarimento stradale sempre più evidente si contrappone un crescente entusiasmo del ciclismo pedalato, un po' ad ogni livello. Chi pedalava per strada a fine anni '80 / inizio anni '90 ricorderà che eravamo considerati degli sfigati cosmici con tanto di insulti e sfottò dai marciapiedi. Oggi incontri sempre più donne in bici (questo sempre un ottimo segnale) e la bici è spesso considerata un oggetto di lusso (visto i prezzi poi..)

Non saprei fare nessuna previsione ma so leggere i tempi e credo che non sia questa catastrofe che a volte si legge
Quoto tutto, soprattutto il crescente entusiasmo per il ciclismo pedalato. Aiutato anche dalle bici elettriche. È incredibile quante MTB elettriche e no incontro nei collegamenti coi vari rifugi qui in giro in estate.

I rider ovviamente non c'entrano un fico secco con questo discorso


Tommeke92
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Krisper ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 10:19
Salvatore77 ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 10:02
Krisper ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 8:48 È giunto il momento di chiudere le classifiche nelle GF, lasciare le gare ai dilettanti e professionisti.
I soldi, anche pubblici, delle GF sono sprecati per far correre 100 esaltati ed escludere 900 veri amatori!
Legare i grandi eventi (tappe del Giro, classiche) a randonee e non a GF! Dare spazio a tutti, soprattutto ai bambini.
Falli pedalare sulle strade del Giro prima della corsa!
(In questo i circuiti cittadini aiutano)
Fai giocare a ciclismo!
E' una cosa che a mio avviso può portare molti benefici al sistema del ciclismo amatoriale, ma fatico a collegarlo ai risultati del ciclismo dei prof.
allargare la passione per la bici non porta a risultati tra i prof.?
Amen. (Anche se non è detto)
Ma porterebbe risultati ben più importanti.

Senza una nuova cultura della bicicletta, anche organizzare una gara di giovanissimi sarà sempre più un'impresa!
Per questo sottolineo che l'esempio inglese è un buon modello, perché ha saputo rendere organico il ciclismo di élite alla ciclo-mobilità, significa: cultura, propaganda politica, investimenti, strutture.
Qui in Italia si litiga per far passare una corsa su un ponte!
Sono d'accordissimo con te Krisper


CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Dopo un 2021 con Mondiale a crono e Roubaix, il ciclismo italiano è tornato alla mediocrità degli anni '10, un involuzione simile all'Italia di Mancini dal Europeo vinto alla mancata qualificazione mondiale.

L'Atletica italiana dopo essere travolta dallo scandalo Schawzer e dopo un'olimpiade senza medaglie, è tornata alla grande con un nuovo presidente federale e avendo addirittura l'uomo più veloce del mondo.

Il ciclismo italiano è entrato nel tunnel dopo la tragica scomparsa di Franco Ballerini nel 2010 ed è stato tenuto a galla dal solo Vincenzo Nibali che ha vinto il Tour nel 2013 solo grazie al ritiro clamoroso di Froome (che era l'uomo più forte allora). Da allora si sono succeduti ben tre ct (Bettini, Cassani e adesso Bennati), quando vedrà la luce ?


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Albumciclismo ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 10:51 La carestia di fuoriclasse capita a giro un po' a tutte le nazioni. Basta pensare al ciclismo Francese che ancora aspetta il vincitore del Tour dal 1985. Loro hanno Alaphilippe (mica male) ma per anni non hanno avuto proprio nessun fuoriclasse. Adesso capita a noi. Se poi osserviamo che il ciclismo degli ultimi 2 anni è dominato da 2 Sloveni, nazione di 2 milioni di persone che col ciclismo ha veramente poco a che fare, ecco che comprendiamo come la genetica favorisca un po' a caso in giro per il mondo e non è detto che a noi ricapiti presto di avere un nuovo Nibali oppure un nuovo Bettini.
Be in Francia dopo il 1998 (con qualche piccola correzione gli anni successivi .) Pagano la scelta intransigente contro il doping
Le squadre pro (gli sponsor) chiedono risultati ma prima di tutto chiedono di non essere mischiati a vicende di doping
Chiaramente i risultati..non possono essere uguali ad altre nazioni..
Non è un caso che alaphilippe non corra in una squadra francese..
La Francia ha il numero di agonisti..di Spagna Belgio Olanda Italia Svizzera Austria slovenia Lussemburgo messe assieme..


Mad
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Krisper ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 8:48 È giunto il momento di chiudere le classifiche nelle GF, lasciare le gare ai dilettanti e professionisti.
I soldi, anche pubblici, delle GF sono sprecati per far correre 100 esaltati ed escludere 900 veri amatori!
Legare i grandi eventi (tappe del Giro, classiche) a randonee e non a GF! Dare spazio a tutti, soprattutto ai bambini.
Falli pedalare sulle strade del Giro prima della corsa!
(In questo i circuiti cittadini aiutano)
Fai giocare a ciclismo!
Per incassare fondi pubblici serve una manifestazione che sia inclusiva e che faccia indotto: una corsa per 150 bambini da sola, fatica a trovare quegli spazi, ma se ci aggiungi eventi collaterali che facciano numeri di un ordine di grandezza superiore, allora...


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Krisper ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 8:48 Il punto forte del modello inglese non sono le vittorie, ma le politiche per favorire la crescita del fenomeno bici.
È l'aver reso organico il ciclismo di elite alla ciclomobilità il loro maggior merito.

Ride London festival, nato dopo i giochi olimpici del 2012, credo sia il bike festival più grande al mondo! Un caso? Non credo proprio.
A me non da la stessa idea
Guardo nei pro..
Quante gare su organizzano in uk , parlo di uomini
Mi pare..il tour of uk
O sbaglio? Lo yorkshire lo fanno ancora?
Quella gara a Londra?

Mi sembra un po pochino

Son stato tre volte in uk (Liverpool, Glasgow e londra), di bici da corsa ne ho viste pochissime (be in slovenia non ne ho proprio viste..)
Il contrario della Germania


CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 13:00
Albumciclismo ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 10:51 La carestia di fuoriclasse capita a giro un po' a tutte le nazioni. Basta pensare al ciclismo Francese che ancora aspetta il vincitore del Tour dal 1985. Loro hanno Alaphilippe (mica male) ma per anni non hanno avuto proprio nessun fuoriclasse. Adesso capita a noi. Se poi osserviamo che il ciclismo degli ultimi 2 anni è dominato da 2 Sloveni, nazione di 2 milioni di persone che col ciclismo ha veramente poco a che fare, ecco che comprendiamo come la genetica favorisca un po' a caso in giro per il mondo e non è detto che a noi ricapiti presto di avere un nuovo Nibali oppure un nuovo Bettini.
Be in Francia dopo il 1998 (con qualche piccola correzione gli anni successivi .) Pagano la scelta intransigente contro il doping
Le squadre pro (gli sponsor) chiedono risultati ma prima di tutto chiedono di non essere mischiati a vicende di doping
Chiaramente i risultati..non possono essere uguali ad altre nazioni..
Non è un caso che alaphilippe non corra in una squadra francese..
La Francia ha il numero di agonisti..di Spagna Belgio Olanda Italia Svizzera Austria slovenia Lussemburgo messe assieme..
E Pinot e Bardet ?


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Cos hanno vinto?
Un Lombardia e?

Pure Delion ha vinto un lombardia


JineteRojo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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ciclistapazzo ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 11:16
Gimbatbu ha scritto: martedì 5 aprile 2022, 10:58 Mi aspetto che dall' esercito dei rider, per la legge dei grandi numeri, esca fuori un nuovo fenomeno. Solo che molto probabilmente non sarà italiano.
i rider non fanno sport, fanno un lavoro sottopagato e sfruttato che è al di fuori di ciò che prevedeva lo statuto dei lavoratori. Attendersi atleti dai rider è assurdo. La storia del bambino che inizia a usare la bici perché non ha altri mezzi con cui muoversi e poi si scopre ciclista riguarda appunto i bambini (mi pare di aver letto qualcosa di simile su Quintana). Un rider di 22 anni che cavalca spesso una bici malandata e che corre nel traffico tra mille pericoli non vedo come possa diventare un professionista.

Piuttosto qualcuno giustamente faceva notare che la crisi del pedale non è così chiara se si pensa al mercato e alla pratica della bici come sport e passione nel tempo libero. Negozi di bici lussuosi come in Italia è raro vederli all'estero. Il negozio del mio paese natale italiano nel basso Piemonte (un paese di 6mila abitanti) ha un negozio di bici che è una meraviglia, con bici e prodotti che costano come un auto. In tutta Siviglia (600mila abitanti) non ho visto nulla di simile e persino in Madrid (dove le cose vanno meglio e ci sono bei negozi) non ho ancora trovato un negozio con una concentrazione così alta di bici di altissima gamma.

Nel mio paese in Italia c'è questo negozio e in una sua frazione un negozio della Scott, nel paese a fianco un negozio specializzato in MTB e poi nella piccola cittadina più vicina due altri negozi di bici. Una cosa pazzesca e tutti prosperano.
Calmaaaaa
Penso fosse evidente che fosse una battuta (speriamo :D)
E poi è un lavoro tutt'altro che sottopagato, dove hai libertà incredibili e scegli tu quando lavorare.
Io ho lavorato come rider l'anno scorso in due fasi

Fase 1. Cazzeggio
Giravo quando avevo voglia, se stavo a fare aperitivo annullavo 5 minuti prima dell'orario prenotato (si può fare!) E continuavo a bere. Guardavo una volta al giorno se c'erano slot liberi e quindi potevo lavorare ben poco.

Fase 2. Lavoro serio
Lavoravo tra le 3 e le 5/6 ore al giorno, pagato 15 l'ora senza forzare troppo, quando proprio andava male facevo 10 l'ora e se andava bene fino a 27!

Mi son sentito tutto tranne che sfruttato e sottopagato, pedalavo e venivo pagato più che dignitosamente.

Smisi a causa di un lavoro ben più remunerativo e meno faticoso, ma comunque ho un bel ricordo di quel lavoro.

(Ovvio che non uscirà mai un ciclista dai rider)


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Oggi

Gp escaut primo dei nostri mozzato 18 esimo unico nei trenta
Paesi Baschi.. ulissi 17esimo Brambilla 19esimo
Sartre.. viviani settimo , unico nei trenta


CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Ieri in Olanda il miglior piazzamento è il 17° posto di Trentin, e domenica a noi un Sonny ci mancherà tantissimo..... :(


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sceriffo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da sceriffo »

CicloSprint ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 8:15 Ieri in Olanda il miglior piazzamento è il 17° posto di Trentin, e domenica a noi un Sonny ci mancherà tantissimo..... :(
Credo che Trentin sia tra i corridori più sopravvalutati


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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da qrier »

Si parla di crisi del ciclismo italiano da anni, ma per un po' abbiamo avuto Nibali a cui appendersi e comunque qualche uomo da piazzamento c'era.
Ora, con il declino di Nibali e quello che è successo a Colbrelli, il nostro ciclismo si trova nel periodo più buio da quando lo seguo (fine anni 80) e, a parte Ganna, si fatica a intravedere la luce. Qualche giovane sembra interessante ma, sperando che non si perdano, ci vorrà tempo prima che possano cogliere risultati interessanti.

In questo momento storico trovo consolazione nel poter viceversa ammirare dei grandissimi corridori come Pogacar, Van der Poel, Van Aert, Evenepoel, ecc... Da appassionato mi esaltano anche se non sono italiani.

Però mi auguro che l'Italia risorga quanto prima.


cassius
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da cassius »

sceriffo ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 9:09
CicloSprint ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 8:15 Ieri in Olanda il miglior piazzamento è il 17° posto di Trentin, e domenica a noi un Sonny ci mancherà tantissimo..... :(
Credo che Trentin sia tra i corridori più sopravvalutati
Fino a quel maledetto mondiale 2019 era un gran bel corridore. Quella sliding door gli si è chiusa sul muso, la scelta geniale di andare alla CCC ha fatto il resto.
Finirà la carriera come gregario di lusso e pace.


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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A me inquieta il livello delle nostre professional, specie la Bardiani, da anni disastrosa. Ieri il migliore Fiorelli 92simo a 11 min, gli altri ritirati.


rododendro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da rododendro »

ciclistapazzo ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 11:54 A me inquieta il livello delle nostre professional, specie la Bardiani, da anni disastrosa. Ieri il migliore Fiorelli 92simo a 11 min, gli altri ritirati.
Credo paghino il fatto che oggi le Pro-Tour spazzolino quasi tutto lo spazzolabile anche a livello di giovani, mettiamoci poi alcune corazzate Professional e la coperta diventa corta....purtroppo per la primavera (e non solo) il nostro uomo era Sonny....Trentin, Bettiol e Moscon problemi fisici anche loro.....


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Sonny era in grandissima forma prima del malore alla Volta Catalunya, era la miglior carta italiana nella campagna nel nord, poteva vincere il Fiandre e poteva fare il bis alla Roubaix, e invece... :(


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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rododendro ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 11:58
ciclistapazzo ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 11:54 A me inquieta il livello delle nostre professional, specie la Bardiani, da anni disastrosa. Ieri il migliore Fiorelli 92simo a 11 min, gli altri ritirati.
Credo paghino il fatto che oggi le Pro-Tour spazzolino quasi tutto lo spazzolabile anche a livello di giovani, mettiamoci poi alcune corazzate Professional e la coperta diventa corta....purtroppo per la primavera (e non solo) il nostro uomo era Sonny....Trentin, Bettiol e Moscon problemi fisici anche loro.....
La differenza con le professional non solo francesi, ma anche uno-x è impietosa. Penso che al momento sia un gradino o due sotto pure a una caja rural tanto per dire. Poi queste operazioni nostalgia tipo Battaglin sempre terminano malissimo. Vedremo Modolo.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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CicloSprint ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 8:15 Ieri in Olanda il miglior piazzamento è il 17° posto di Trentin, e domenica a noi un Sonny ci mancherà tantissimo..... :(
Ormai è la regola non vedere nessuno dei nostri davanti


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