Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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donchisciotte
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Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Ho dovuto aprire un thread perché non mi sembra che l'argomento possa essere messo in uno dei thread esistenti. Se non va bene cambiate pure il titolo, non me ne vengono di meglio.
Forse mi arrendo, il mulino a vento stavolta è troppo beffardo.
Leggo l'articolo di Capodacqua sul suo sito che saluta l'avvento di Pescante a Roma 2020.
Confesso che l'età passa per tutti e stavolta di leggere proprio tutto non ho avuto la forza morale.
Ma la nomina accolta con parole quali " l'uomo giusto" , con la necessaria determinazione cinica, il plauso perché si dimise da presidente Coni per lo scandalo delle provette all'Acqua Acetosa ( certo, non per allontanarsi del tutto dalla vita politica, in una serie di corsi e ricorsi, da poltrona a poltrona) mi hanno veramente nauseato.
Il dopato d'Italia massacrato senza pietà, gli assolti per prescrizione dall'accusa di doping di stato, senza nemmeno che mettessero a rischio la salute o la faccia ,salutati con composta soddisfazione mentre prendono possesso dell'ennesima poltrona.
Forse mi arrendo, a Campiglio e dopo , con la persecuzione e la gogna davvero è stato messo in atto il delitto perfetto.


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Volevo scrivere qualcosa anch'io, su questa cosa di Pescante, poi non ne ho avuto più voglia... avrei voluto parlare del nuovo che avanza in questa gerontocrazia chiamata Italia (Pescante avrà 82 anni nel 2020... tutta freschezza!).

Hai ragione Maria Rita, c'è chi muore, e chi fa collezione di poltrone (e sistema i figli in Rai, va aggiunto... o in Sky, vedi Petrucci).

Vorrei scrivere cose pesantissime, su questo paese. Mi trattengo solo perché so che urterei la sensibilità di qualcuno, tra i lettori.
Ma io sto arrivando al limite.


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Subsonico
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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io la vedo dura che Pescante non ci arrivi in una bara, a Roma 2020 :lol:


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Il limite è già abbondantemente superato.
Lo è perché c'è assuefazione. Se si tratta di sparare addosso a Riccò, sono tutti pronti a tirare fuori l'armamentario più feroce ( Riccò o un altro, è lo stesso), se si tratta di dire forte che uno che ha, da Presidente Coni, finanziato LE PREMESSE E IL CONTESTO per cui il doping ematico si diffondesse e diventasse indispensabile per giocare ad armi pari ( lo dicono le motivazioni della sentenza), deve essere , almeno,RADIATO da qualsiasi carica pubblica, beh... allora non spreca una parola nessuno.
Sì, vado OT, ma perché in un paese dove sono 17 anni che ci portiamo dietro quell'abisso di Berlusconi, ci si dovrebbe scandalizzare di Pescante?
Un paese dove bastano i trenta denari pagati ieri alla Vaticano SPA per diventare il paladino della famiglia ( qualsiasi cosa questa parola significhi)?
La vicenda della scuola di Ferrara, che è la madre di tutte le vicende doping successive.è già stata del tutto metabolizzata. Attraverso la creazione del dopato d'Italia, sui giornali, nella magistratura, in televisione, ovunque. La catarsi è già avvenuta, in fondo chi è stato sacrificato? E' questa la domanda vera. E la risposta non è Pantani ma quello che Pantani ha dovuto rappresentare.
Per questo forse mi arrendo, quello che Marco HA DOVUTO RAPPRESENTARE, non lo cancellerà mai nessuno.


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Slegar
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Per questa vicenda io non mi faccio il sangue amaro; vedo la nomina di Pescante (di ripiego dopo la rinuncia di Montezemolo) come la certificazione del fallimento del progetto olimpico di Roma 2020. Montezemolo era una persona adatta allo scopo; in quella posizione servono personaggi che sappiano attrarre risorse finanziarie ingenti e sicure, soprattutto pubbliche, ed il "prezzemolo italico" LCdM aveva dimostrato già ad Italia '90 di saper svolgere molto bene questo compito.

Pescante invece (mi si passi l'espressione volgare) è un "cu.lo di pietra" buono solo ad occupare poltrone e a consumare risorse. Pescante mi ricorda, con tutte le debite proporzioni, il generale von Paulus comandate dell'armata tedesca a Stalingrado, che venne nominato Feldmaresciallo (il più alto grado per un militare tedesco) il giorno prima di arrendersi ai sovietici.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Morris

Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Forse è OT, anzi sicuramente lo è, ma visto che è qui….

Ben venga Pescante, orrido personaggio e pessimo dirigente. Il suo passato è una garanzia! Perché ben venga? Perché le Olimpiadi non sono l’affare dipinto dai media e fanno traballare l’economia di paesi forti, figuriamoci l’Italia. Già il caso di Torino è emblematico. Ovviamente nessuno ne parla….. Si vive anche senza le Olimpiadi, quindi mettere a capo un soprammobile scarso e pieno di scheletri, è garanzia di successo: niente Giochi. Paese più sano, o meglio, meno rovinato.
Anche il CIO dovrebbe riflettere su ciò che chiede. Ma al CIO, giuridicamente indefinibile, non gli importa un tubo dello sperpero spesso fine a se stesso, che si racchiude in 15 giorni.
No, no, no, da sportivo fin dalla nascita, mi auguro che i paesi possano mettere assieme strutture di sport, con le gambe della logica, del buon senso, di una serena crescita e delle loro possibilità ordinarie, per il significato ed il ruolo che codesta espressione umana recita all’interno di ogni società. La straordinarietà, che da sola contiene mezzo secolo di ordinario, lasciamola alle pazzie e alla sfarzosità di gente che vive con la pretesa di essere in un mondo incantato da 2060-2070, e che, per giungervi, semina un coacervo di negatività, anche se non se ne deve parlare (Repubblica, il segno principe della pochezza e della tragedia della sinistra italiana, perché non scatena i propri scrivani al loro dovere: far emergere il mare di grigio che sta sotto a codeste “megalomanie”?). E' ora di finirla, con aziende che chiudono per le varie facce del fallimento semi-siamese alle megaproiezioni, e su questi aspetti come mai il tifoso di Marchionne “Rottamatore del menga” fiorentino, non dice niente? Lo sport è, certo, economia, ma non può essere un enorme fattore scatenante l’inferno di famiglie che perdono strumenti di vita, sempre più difficili da sostituire. Queste cose non si possono dimenticare. Quindi W Pescante, a volte è proprio vero che il male non viene per nuocere!


Admin
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Quindi, se ho ben capito, queste Olimpiadi non arriveranno mai a Roma nel 2020, ma nel frattempo, per un quadriennio (credo che quelle del 2020 verranno assegnate nel 2014, no?), il buon Pescante si prenderà un ricco stipendio (ne ha proprio bisogno, eh) per accompagnare nel nulla questo caravanserraglio di buone (anzi pessime, dal nostro punto di vista) intenzioni.

E dovremmo pure esultare?


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donchisciotte
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Ho appena letto su Tuttobiciweb che la Cassazione ha autorizzato il Coni a chiedere i danni morali ai ciclisti trovati positivi al doping. Il Coni!!!!!! Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaahahah :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Intervista della gazzetta al Prof. Veronesi, questo è il pezzettino sul doping:
Bergonzi: Il doping è il male del ciclismo, anzi dello sport.
Veronesi: Me ne sono occupato anni fa come Ministro della Sanità senza trovare la via d'uscita. Sinceramente non ho una soluzione. Credo sia una malattia sociale legata all'abuso di farmaci. Viviamo in un mondo che si aggrappa alle medicine anche quando non servono. A volte mi chiedo se non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa veramente male. Pendete l'Epo: chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti. Se il problema è etico e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare. Da liberale convinto ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere alla salute.


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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donchisciotte ha scritto: Veronesi: A volte mi chiedo se non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa veramente male.
Liberalizzare e istituire un fondo per le spese sanitarie degli ex atleti.
Alle più o meno giovani vedove lacrimanti nei talk show televisivi vedremo di farci l' abitudine.


A volte il dito indica proprio il dito, non la luna.
Dopo Campiglio qualcuno ha abbandonato il ciclismo, qualcun altro ha ripreso a seguirlo.
I veri campioni erano quelli che dicevano no [Winter]
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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donchisciotte ha scritto: Bergonzi: Il doping è il male del ciclismo, anzi dello sport.
Veronesi: Me ne sono occupato anni fa come Ministro della Sanità senza trovare la via d'uscita. Sinceramente non ho una soluzione. Credo sia una malattia sociale legata all'abuso di farmaci. Viviamo in un mondo che si aggrappa alle medicine anche quando non servono. A volte mi chiedo se non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa veramente male. Pendete l'Epo: chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti. Se il problema è etico e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare. Da liberale convinto ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere alla salute.
Beh alla fine anche Veronesi la pensa un pò come CicloWeb :lol:
Comunque è interessante soprattutto quando dice che non c'è la certezza che l'epo faccia veramente male alla salute... Io invece dall'alto della mia ignoranza in campo medico ho sempre pensato che l'Epo alla lunga fosse sicuramente il tipo di doping più dannoso per i corridori!


"Il bene si fa ma non si dice e sfruttare le disgrazie degli altri per farsi belli è da vigliacchi"
Winter
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Nicker ha scritto:
donchisciotte ha scritto: Bergonzi: Il doping è il male del ciclismo, anzi dello sport.
Veronesi: Me ne sono occupato anni fa come Ministro della Sanità senza trovare la via d'uscita. Sinceramente non ho una soluzione. Credo sia una malattia sociale legata all'abuso di farmaci. Viviamo in un mondo che si aggrappa alle medicine anche quando non servono. A volte mi chiedo se non converrebbe liberalizzare il doping mettendo al bando solo ciò che fa veramente male. Pendete l'Epo: chi assicura che faccia male? Chi va in montagna per 15 giorni ottiene gli stessi effetti. Se il problema è etico e vogliamo mettere tutti sullo stesso piano, si può pensare di liberalizzare. Da liberale convinto ho un approccio meno latino e più pragmatico: noi abbiamo il diritto, non il dovere alla salute.
Beh alla fine anche Veronesi la pensa un pò come CicloWeb :lol:
Comunque è interessante soprattutto quando dice che non c'è la certezza che l'epo faccia veramente male alla salute... Io invece dall'alto della mia ignoranza in campo medico ho sempre pensato che l'Epo alla lunga fosse sicuramente il tipo di doping più dannoso per i corridori!
Michele Ferrari ci era arrivato quindici anni prima..
Dovrebbero mettere lui come Ministro della Sanita'


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Maìno della Spinetta
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

chiunque ha a cuore la realtà e non le utopie ci era arrivato prima di Veronesi...
D'altra parte viviamo in un paese dove due persone separate pagano meno tasse di due persone sposate,
mentre si danno finanziamenti pubblici al Festival de La mia Mink.

Si è persa, e da tempo, ma misura di ciò che utile e di ciò che non lo è,
e questo sotto un profondo malinteso di quello che è il diritto - il mezzo della perfezione per gli utopisti, uno strumento di governo per me.


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Nicker
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da Nicker »

Dichiarazioni di Petrucci e Di Rocco:
ROMA, 12 aprile 2011 - "Abbiamo chiesto un'azione forte, serve un atto dirompente perchè la realtà è che il numero dei corridori positivi è una parte di storia del ciclismo". E' dura la presa di posizione del presidente del Coni, Gianni Petrucci che in vista del Giro d'Italia che festeggia i 150 anni dell'Unità ha chiesto alla Federazione uno stop. "Io sono fortemente preoccupato - ha detto Petrucci al termine della Giunta Coni - e deve essere il ciclismo stesso a fare atti concreti, a dire basta. Il presidente Di Rocco deve dire "la dovete smettere perchè non vi crede più nessuno". Ogni volta ci illudiamo di una vittoria e a quell'entusiasmo segue la disillusione". Al duro monito di Petrucci ha replicato Di Rocco che dovrà studiare azioni immediate per dare seguito all'appello del capo dello sport italiano. "Mi associo al basta di Petrucci, dobbiamo fermare questa situazione che è drammatica - ha detto Di Rocco - se servirà fermarsi lo faremo, e se potessi impedire ad alcuni corridori di partecipare al Giro, lo farei cominciando da Contador: ma non è nelle mie possibilità e quindi penseremo ad altro".
da gazzetta.it

...Ma possibile che un mese prima del giro i dirigenti devono per forza fare queste dichiarazioni di facciata? Ma poi non capisco dove voglia arrivare Petrucci, si è svegliato adesso? e Di Rocco che gli va dietro come un cagnolino!?! Ma poi con chi ce l'hanno di preciso, con Contador e i Lampre che correranno sub-judice? Ma dove è andata a finire la presunzione di innocenza...? Perchè allora Petrucci non ha fatto questa dichiarazione anche l'anno scorso dopo la vittoria di Basso? Perchè non se la prendono una volta per tutte con l'UCI che dovrebbe fare regole più precise e che valgono per tutti...
Queste sono le persone che governano il nostro sport e che ci rappresentano all'estero. :cry:


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Seb
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Inviato da Davide76 in un'altra sezione

E' di oggi l'attacco di petrucci che invoca pugno duro del ciclismo contro il doping anche a costo di fermarsi. Non so voi ma io sono stanco di vedere sempre il ciclismo come lo sport sporco; perchè la dirigenza non riesce a fare capire che i casi vengono fuori perchè la lotta c'è e viene fatta? Perchè Petrucci non dice mai nulla sugli altri sport dove i controlli sono pressochè nulli, vedi il calcio? :evil:
Se comunque il ciclismo si trova in questa situazione è perchè la dirigenza nazionale e internazionale non è mai stata in grado di difendere il "suo prodotto"!


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Seb ha scritto:
Inviato da Davide76 in un'altra sezione

E' di oggi l'attacco di petrucci che invoca pugno duro del ciclismo contro il doping anche a costo di fermarsi. Non so voi ma io sono stanco di vedere sempre il ciclismo come lo sport sporco; perchè la dirigenza non riesce a fare capire che i casi vengono fuori perchè la lotta c'è e viene fatta? Perchè Petrucci non dice mai nulla sugli altri sport dove i controlli sono pressochè nulli, vedi il calcio? :evil:
Se comunque il ciclismo si trova in questa situazione è perchè la dirigenza nazionale e internazionale non è mai stata in grado di difendere il "suo prodotto"!
Io vorrei vedere domenica una protesta simbolica degli corridori italiani all' Amstel... ;)


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da nino58 »

CicloSprint ha scritto:
Seb ha scritto:
Inviato da Davide76 in un'altra sezione

E' di oggi l'attacco di petrucci che invoca pugno duro del ciclismo contro il doping anche a costo di fermarsi. Non so voi ma io sono stanco di vedere sempre il ciclismo come lo sport sporco; perchè la dirigenza non riesce a fare capire che i casi vengono fuori perchè la lotta c'è e viene fatta? Perchè Petrucci non dice mai nulla sugli altri sport dove i controlli sono pressochè nulli, vedi il calcio? :evil:
Se comunque il ciclismo si trova in questa situazione è perchè la dirigenza nazionale e internazionale non è mai stata in grado di difendere il "suo prodotto"!
Io vorrei vedere domenica una protesta simbolica degli corridori italiani all' Amstel... ;)
E' quello che vorrebbe lui, Santa Maria Petrucci.
L'autoesclusione dei corridori italiani, ,il loro Aventino,il loro suicidio .
la risposta migliore sarebbe la vittoria di un ex squalificato, chiunque sia.


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da CicloSprint »

Petrucci con queste parole sa bene che non è ciclismo....


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da lanzillotta »

quanto odio questa gente ignorante..che riempie di merda il ciclismo..

e poi logicamente in giro su internet ti trovi commenti ridicoli tipo questo.."Lasciamo perdere. Il ciclismo non è più sport, solo spettacolo... doping, biciclette motorizzate... Basta prenderne atto e considerarlo come il wrestling"


Campione '15
Generale Giro d'Italia 16
15°/20°/21° Tappa Giro d'Italia 16
21° Tappa TDF 16
Campione Olimpico 16
Campione Italiano 17
Lombardia 17
Paris-Roubaix 18
Campione Italiano Crono 18
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20 Tappa Giro d'italia 2020
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10e21 Tappa Giro d'italia 2021
Generale Giro d'italia 2021
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Campionato Italiano 22
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Folgorata dall'articolo di Marco Grassi in home page. La rabbia ancora intatta che viene fuori, la forza di dire ancora le cose che nessuno vuole sentire. La voglia di non fare finta tutti i giorni che crediamo davvero che gli asini volano, la terra è piatta e il sole gira intorno alla terra. Non servirà a niente ma basta di " chianare senza amore la testa". Almeno nelle nostre coscienze questi, no pasaran.
Grazie Marco, non ci sono altre parle.


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da danilodiluca87 »

Doping & potere: Goodbye MalinCONIa - Petrucci, Di Rocco e un ridicolo teatrino sulla pelle del ciclismo

Era una bella serata d'aprile, ce ne stavamo spensierati a goderci l'aria via via più calda della primavera, quando improvvisamente trasecolammo.


La Giunta del CONI in Roma era giunta (per l'appunto), per bocca (di rosa) del suo inamovibile Presidentissimo Petrucci, a una sconcertante conclusione: [riportiamo dall'articolo dell'amico Capodacqua (amico di Petrucci, s'intende) sul sito di Repubblica] «Il ciclismo deve dire basta. I corridori positivi sono una parte della storia del ciclismo: basta. Ho parlato lealmente con il presidente federale, Renato Di Rocco, e abbiamo fatto un'analisi relativa agli ultimi anni. Ogni volta ci illudiamo per una vittoria e poi ci disilludiamo. Passiamo dall'entusiasmo alla depressione, non possiamo andare avanti così. Ho chiesto alla federazione un atto forte e dirompente, chiedo che il ciclismo dica "Siamo preoccupati". Le procure della Repubblica stanno indagando sul ciclismo, sono fortemente preoccupato e chiedo quindi atti concreti ad uno sport che non ha più credibilità. Il 90-95% dei casi di doping arrivano dal ciclismo, non si possono più sentire difese di categoria. Non si può tacere il fatto che ci sia stata tolta la medaglia olimpica di un corridore. Il CONI può compiere un'azione di sollecito, ma è il ciclismo che deve muoversi. Tra poco parte il Giro d'Italia dei 150 anni, vogliamo che cominci con tutte le garanzie necessarie. Io ad oggi non vedo un cambiamento: non è sufficiente dire che il ciclismo è seguito e amato. Ogni volta veniamo disillusi, basta».

Insomma, Petrucci dice basta. Basta col doping nel ciclismo, anzi, basta col doping DEL ciclismo! E che diamine - dice il buon uomo - il 90-95% dei casi di doping arrivano dal ciclismo, non se ne può più. In una parola: basta!

Fingiamo di non dover ricordare al Presidentissimo che intanto la percentuale di 90-95% è una boutade che si qualifica da sé. E poi che è perfino ovvio che ci siano più positività laddove ci sono più controlli. Ha ragione Petrucci, basta. Basta con questi discorsi, li facciamo da anni e ormai annoiano pure noi. Basta.

Potremmo però invocare qualche altro "basta" al nostro beneamato Presidentissimo Illustre dello Sport Tutto, nonché Oracolo della Lotta Antidoping (per dirlo con una sigla barksiana, il P.I.S.T.O.L.A.). Per esempio potremmo convincerci che "basta" ricevere diktat sul tema della credibilità in campo di doping da un ente come il CONI, il cui presidente ha un lungo curriculum che forse è bene ricordare, almeno per alcuni passaggi illuminanti.

Anzi no, non vogliamo tediarvi con la solita storia del CONI (Petrucci vicepresidente) che finanziava Conconi per dopare gli atleti olimpici, non vogliamo ripetere fino alla nausea della Commissione Scientifica sciolta dal Presidentissimo non appena la medesima Commissione aveva segnalato - en passant - valori fuori norma dell'ormone della crescita in 61 atleti - di cui 5 tornati a casa con l'oro al collo - facenti parte la spedizione azzurra ai Giochi di Sydney (2000).

Né vogliamo ricordare che, visti tali precedenti, il Presidentissimo sarebbe ancora debitore di un upgrade di credibilità dell'ente da lui presieduto: non lo vogliamo ricordare perché questo upgrade passerebbe dalle sue dimissioni (in ritardo di 10 anni), e noi non vorremmo mai che si dimettesse. Così come non vorremmo che si dimettesse - ci siamo affezionati! - dalla già citata Giunta, quella Manuela Di Centa voluta nelle stanze dei bottoni proprio da Petrucci, il quale fece spallucce di fronte al fatto assodato che la ex fondista, oltre ad essere stata eroina di Lillehammer (Olimpiadi invernali del '94), era anche una musa del dottor Donati, che ad essa si ispirò molto stilando i suoi famosi dossier sull'emodoping (autoemotrasfusioni e poi EPO, in pratica). Non gliene importò nulla, al Petrucci, della credibilità.

Così come non deve importargli nulla della credibilità dell'Italia in seno al CIO, organismo in cui siamo rappresentati da 5 persone, tre delle quali in passato coinvolte in vari scandali: Franco Carraro (che perse la Federcalcio dopo Moggiopoli. Petrucci invece non perse niente, forse non si occupava di calcio); Mario Pescante (che in seguito allo scandalo del laboratorio antidoping dell'Acqua Acetosa, in cui NON si testavano i campioni di urine dei calciatori, perse il CONI. Petrucci invece lo ereditò, forse non si occupava di acque acetose); e Manuela Di Centa (dove abbiamo già letto questo nome? Petrucci invece se lo ricorda bene, lo lesse nel già citato dossier del dottor Donati, e ciò forse lo convinse di aver trovato una vicepresidentessa ideale per il suo CONI). Non risultano richieste di atti forti e dirompenti presso questi personaggi.

Anzi, al contrario, nessuno del CONI ha ricordato lo scandalo dell'Acqua Acetosa al Governo, che non più tardi di 2 mesi fa ha investito proprio Pescante della presidenza del comitato promotore delle Olimpiadi di Roma 2020. Petrucci si era forse distratto un attimo, nel corso della sua indefessa battaglia per la credibilità dello sport italiano. In fondo lo amiamo anche per questo, il Presidentissimo: per la vaghezza della sua essenza e la leggiadria della sua incoerenza.

Ma veniamo al nostro ancor più amato Renato Di Rocco. Ineffabile, nella sua ineffabilità. Imperturbabile, nella sua imperturbabilità. Riprendiamo ancora da Capodacqua: «Condividiamo la preoccupazione del CONI, evidentemente quello che abbiamo fatto non è bastato. La situazione è drammatica e chiedo al CONI di starci vicino, anche a livello di comunicazione». E sì, dev'esserci un problema di comunicazione, forse tra il Presidente (da non confondere col Presidentissimo di cui sopra) della Federciclismo e il suo sosia che nemmeno 6 mesi fa ci diceva, in un'intervista, che «la situazione è molto cambiata da 10 o 5 anni a questa parte», in meglio, beninteso. Ecco, il problema di comunicazione è che Di Rocco dovrebbe coordinarsi meglio col sosia, dovrebbe concordare bene le versioni, perché le cose che ha ammesso ieri in Giunta sono antitetiche a quello fin qui sostenuto: la situazione è drammatica, ragazzi, altro che molto cambiata!

Ma l'Ineffabile non si ferma qui: «Il ciclismo deve cambiare la propria cultura. Servono tecnici, preparatori e medici di livello: basta con questi ex corridori che a fine carriera passano in ammiraglia. Per cambiare cultura, però, servono anni. E noi non possiamo intervenire sui genitori che spingono i giovanissimi a tutti i costi verso il risultato». Ecco il cuore del problema: i genitori cicloinvorniti e soprattutto questi ex corridoracci che a fine carriera passano in ammiraglia. Possibilmente, dopo aver compilato la schedina dei corsi da direttori sportivi organizzati dalla FCI: non importa che segni si mettano, 1 X o 2 non fanno differenza, tanto a quel concorsino si vince sempre, e all'ammiraglia ci si accede con tutti i buoni uffici della Federazione. Comunque ci rallegriamo che Di Rocco abbia preso coscienza del problema, evidentemente gli ci voleva proprio una bella strigliata da parte di Gianni Credibile Petrucci.

Comunque, siccome la situazione (lo ricordiamo) è drammatica, «Professionisti e dilettanti devono dare un segnale fortissimo [...] Se ci chiederanno di fermarci, ci fermeremo», e se il Colendissimo Reverendissimo Credibilissimo Presidentissimo ce lo consente, noi gli diamo pure una ramazzata ai saloni del CONI, ente che per noi è un onore servire, non prima di aver naturalmente assunto la tipica postura ad angolo retto che richiede una situazione che - lo ripetiamo per i distratti - è pur sempre drammatica.

Poi la presa di posizione, netta, limpida, necessariamente spietata: «Se potessi chiedere lo stop di un atleta, comincerei da Contador. [Ma] io non ho gli strumenti per bloccare una squadra, tutto è legato alle norme della federazione internazionale»: quindi, ricapitolando, a casa gli ex corridori in ammiraglia, e a casa pure Contador. Lui, l'Ineffabile, non pensa certo a rivolgere verso di sé lo stesso auspicio, del resto lui non è per niente responsabile della situazione (l'abbiamo già detto che è drammatica?).

Ma se c'è voluto poco per smascherare l'assurdità dell'incoerenza tra parole e fatti del gatto & la volpe dello sport italico, uno sforzo un po' più grande lo dovremmo spendere per provare a capire perché. Perché?

Torniamo con la mente a un anno a caso, diciamo il 1999. Il senso di déjà-vu è stordente. Anche allora, come oggi, il Presidentissimo (era sempre lui) giunse alla conclusione che il ciclismo dovesse dire basta, e che servissero atti forti e dirompenti per recuperare credibilità... Anche allora, come oggi, ci fu un Presidente FCI pronto a immolare il suo sport sull'altare di più elevate mete (Ceruti per far carriera politica, Di Rocco punta probabilmente alla poltrona di Presidentissimo). Ma all'epoca ci fu chi contestò i metodi del CONI, rivolti al solo ciclismo e non all'intero sport: fece una brutta fine.

L'accondiscendenza (usiamo un eufemismo) di Di Rocco è chiara: uno che in Giunta non sbandiera i dati sui controlli sempre più stringenti sui corridori, non parla del Passaporto Biologico che pure ci viene gabellato come il toccasana di tutti i mali, non conferma gli enormi progressi fatti anche grazie al procuratore Torri, insomma un presidente di federazione che nemmeno ripete per senso del dovere tutte le cose che (fingendo di crederci) dice a noialtri del ciclismo, o soffre di momentanee amnesie (in tal caso aspettiamoci un comunicato di precisazioni nelle prossime ore); oppure è stato colto da improvvisa voglia di dire la verità, ma allora dobbiamo dire che i vertici del ciclismo italiano ci hanno sempre mentito quando hanno parlato di fenomeno doping in ribasso. (E, per carità di patria, non vogliamo nemmeno addentrarci sulla questione se credere più all'UCI - che conferma il ribasso del doping - o all'ultima versione di Di Rocco).

L'accondiscendenza dell'Ineffabile, dicevamo, è chiara: la presidenza del CONI val bene una messa (in mora, dello sport che si dirige).

Quel che può sembrare meno chiaro, è il motivo che spinge invece Petrucci a lanciarsi in questa nuova battaglia. Ci sovviene a tal proposito il ricordo di un altro anno a caso, diciamo il 2000. Annus Olimpicus, nonché anno del perfezionamento del trattamento da capro espiatorio nei confronti del contestatore dei metodi CONI citato poco sopra (quello che poi fece una brutta fine, per intenderci). Marco Pantani (esatto, di lui parliamo) venne messo incredibilmente all'indice (dal segretario generale - di allora come di oggi - Lello Pagnozzi) con delle accuse pretestuose (basate su dati inesistenti), e così facendo si mise la sordina alle voci sulla crescita ormonale dei 61 atleti olimpici segnalati dalla Commissione Scientifica di cui parlavamo in apertura.

Stavolta il progetto è evidentemente più ampio, se il Presidentissimo prende a pretesto un'inchiesta della procura di Mantova basata su fatti di 2 o 3 anni fa (quindi l'urgenza della situazione drammatica - oggi - dove rimane? Di Rocco, ad ogni buon conto, non ha ritenuto di chiederlo a Gianni Credibile); e se giudica tale inchiesta (per la quale i corridori coinvolti non hanno ancora ricevuto notifiche di sorta: Petruccissimo ne sa sempre di più, anche più degli indagati) talmente grave da mettere in discussione un intero sport.

Cosa bolle in pentola, Presidentissimo? Non è che per caso vi sta venendo qualche idea strana, non è che in quella pentola ci sono pozioni magiche destinate a rilanciare lo sport italiano (tranne il ciclismo, nel cui ambito la lotta senza quartiere contro il doping sarà esemplare e dimostrativa della volontà del CONI di debellare il problema...)?

Lo sport italiano che, dopo i fasti di Olimpiadi in cui si vincevano 35 (Atlanta, di cui 13 ori), 34 (Sydney, di cui 13 ori), 32 (Atene, di cui 10 ori) medaglie, ora arranca un po': 27 medaglie (8 ori) a Pechino 2008, per non parlare delle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010, che sono state una schifezza (solo 5 medaglie, di cui un oro... Nel glorioso 1994 di Lillehammer furono 20 medaglie con 7 ori). Quasi scomparsi nell'atletica, in calo nel nuoto, malaticci con le varie squadre nazionali (l'Italia del calcio eliminata al primo turno dei Mondiali 2010, quella del basket che manco ci si è qualificata...).

E insomma, l'anno prossimo ci saranno le Olimpiadi di Londra, e una nazione che spera di ospitare i Giochi tra 9 anni (vi immaginate l'imbarcata di soldi che gireranno intorno all'eventuale evento?) deve per forza di cose dimostrare al mondo di essere una potenza dello sport, meritevole (di più: in diritto!) di organizzare cotanta manifestazione. E i suoi invitti atleti potranno essere i migliori testimonial per la candidatura di Roma 2020.

Scopriremo nel 2012 se queste deduzioni logiche saranno suffragate da fatti, ma di sicuro vedremo in un lasso di tempo molto più breve gli esiti dell'uscita petrucciana (a proposito: ieri in Giunta, prima del j'accuse di Gianni Credibile, si era parlato di? Olimpiadi di Roma 2020!) sul disastrato mondo del ciclismo (in particolare, di quello italiano). Magari il tutto si risolverà in una bolla di sapone: difficile. Più facile invece che i riflettori vengano puntati effettivamente sul doping tra le biciclette, lasciando tutt'intorno grandi zone d'ombra. Su cui però ci sarà chi manterrà uno sguardo attento. E se ci chiederanno di fermarci, NON ci fermeremo.

Marco Grassi


grande il maestro....ehhh non le sapevo tutte queste robee :D :D :D


Il KILLER di Spoltore
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Plata
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da Plata »

donchisciotte ha scritto:Folgorata dall'articolo di Marco Grassi in home page. La rabbia ancora intatta che viene fuori, la forza di dire ancora le cose che nessuno vuole sentire. La voglia di non fare finta tutti i giorni che crediamo davvero che gli asini volano, la terra è piatta e il sole gira intorno alla terra. Non servirà a niente ma basta di " chianare senza amore la testa". Almeno nelle nostre coscienze questi, no pasaran.
Grazie Marco, non ci sono altre parle.

Sottoscrivo in pieno. Mi sono addirittura permesso di postarlo (con fonte ovviamente) in un altro forum.
Questa è informazione vera, senza ipocrisie. Senza stare al gioco.


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Rojo
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Grande Marco.
Anch'io lo posto altrove, è bene farle sapere queste cose.


Lo que realmente esta podrido en el ciclismo son sus dirigentes que se vuelven millonarios con nuestro sudor y esfuerzo. (Oscar Pereiro)
l'Orso
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Anche volendo non si riesce a star lontani da questa sezione....
Ma perchè Petrucci non sparisce definitivamente dal panorama sportivo?
A già, forse fa comodo al calcio.... :(
Di Rocco mi sa che stavolta l'ha fatta fuori dal vaso e spero tanto, ma tanto che Bugno & C. non gliela lascino passare. Così come i gruppi "sportivi" che lo hanno eletto.
A mio avviso, se proprio si voleva fermare il ciclismo, il momento giusto era dopo lo scandalo Festina ma si è preferito di volta in volta inguaiare quelle che son state definite "le poche mele marce" (cioè quelli che non avevan "coperture" "sopra Livigno"....) sacrificando in modo indegno anche il corridore che più di tutti sapeva appassionare la gente ovunque andasse....

Il doping si sconfigge con l'educazione dei più giovani abituandoli al gusto del gesto atletico rendendolo più importante del festeggiamento della vittoria.
Durante le premiazioni(*), il primo arrivato dovrebbe premiare e ringraziare l'ultimo invitando il pubblico all'applauso perchè se non c'è un ultimo non c'è gara.
(*) a proposito di premiazioni, che brutto vedere i premiati e il loro seguito andarsene non appena han ricevuto la loro "parte" :(

Finché gente come Petrucci che dopo ogni olimpiade (con la "o" rigorosamente minuscola) al posto di entrare nel merito delle prestazioni di ogni singolo atleta fa la conta del medagliere per sapere se è contento o meno il "doping" o meglio, il Macchiavelli-pensiero vincerà SEMPRE... e se il pesce puzza dalla testa.... è anche vero che il resto non è molto profumato (enti sportivi /DS/preparatori/giornalisti/tifosi/etc.). Alla fine è questo che vuole la maggior parte della gente (sopratutto l'italica gente..).

Cerchiamo di far qualcosa noi:
incitiamo la gente a seguire il ciclismo, chiunque sia il corridore, e portiamo i/le nostri/e figli/e, nipoti, cuginetti/e assieme a zii/e, nonni/e a vedere le corse sia dei Professionisti, ma anche quelle degli Esordienti (sui giovanissimi invece ho sempre delle riserve...), facendo loro apprezzare lo scatto dello scalatore, il guizzo del velocista, ma anche lo sforzo del gregario, l'arrancare e il faticare dell'ultimo degli ultimi.... regalando incitamenti e applausi sia al simpatico che allo scontroso, confortando il "disperso"...
che bello sarebbe...


OK, riletto e cancellato "alcuni" sfoghi eccessivi (oltre la metà di quanto scritto :) ). Ho solo sfiorato l'argomento del perchè si "spara" sopratutto sul ciclismo per evitare di farmi prendere troppo la mano.
Vi lascio solo le cose più soft, probabilmente ai più risulteranno stupidate ma perlomeno un po' mi son sfogato :)....

PS: l'idea della premiazione dell'ultimo da parte del primo mi sa che me la gioco alla prossima gara che organizziamo.. :)

PPS: non ho ancora letto l'articolo in Home page e i commenti successivi alle 8.30, probabile quindi che abbia espresso (in modo sicuramente più caotico) alcune cose già scritte da altri e meglio.. al limite prendetele come sottolineature.

Buone gare e buone pedalate a tuuuuuuuuutti :)


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Complimenti a Marco per il bell'articolo (come al solito) in Homepage!
se lo leggevo prima del mio post evitavo di "epurarlo" :)

nonostante tutto penso che l'idea di uno stop del ciclismo, con ovviamente l'azzeramento dei suoi vertici (UCI in primis), avrebbe fatto meno danni di quello che invece è stato fatto dopo.
Il tutto però doveva essere seguìto da una pulizia generale in tutti gli sport (perlomeno quelli olimpici)... per male che andava alle Olimpiadi del 2000 ci sarebbero stati dei bei tornei di Briscola :)


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Slegar
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Londra 2012 si preannuncia un disastro? Sochi 2014 un incubo? E' iniziata in nella federazione degli Sport Invernali una guerra di potere che punta dritta alla presidenza del CONI? Tremonti è pronto a far partire la scure dei tagli sui trasferimenti al CONI? Roma 2020 si profila come uno smacco senza precedenti? Niente di meglio che sparare m€rd@ sul ciclismo (ma non sulla federazione, ovviamente) come panacea di tutti i mali.

L'articolo in home è da sottoscrivere parola per parola: bravo Grassi.

Visto che nell'articolo si parla di Manuela Di Centa e delle Olimpiadi invernali di Lillehammer, per la rubrica "Non tutti sanno che ..." scrivo di un fatto vecchio come il cucco e di cui è un bel po' di tempo che volevo scrivere. La storia è datata 1984 e fece parecchio scalpore ai tempi e qualche utente del forum la conoscerà (Morris, annasci?) ma non avevo più sottomano gli articoli di giornale che ne parlavano. Nel seguente articolo se ne accenna brevemente: http://www.fondoitalia.it/storia/2cap_f.html

La storia fa amaramente sorridere ed è riferita all'uscita dalla Federazione degli Sport Invernali di Manuela Di Centa nel 1984. Nell'articolo in home di Marco Grassi è scritto: "Così come non vorremmo che si dimettesse - ci siamo affezionati! - dalla già citata Giunta, quella Manuela Di Centa voluta nelle stanze dei bottoni proprio da Petrucci, il quale fece spallucce di fronte al fatto assodato che la ex fondista, oltre ad essere stata eroina di Lillehammer (Olimpiadi invernali del '94), era anche una musa del dottor Donati, che ad essa si ispirò molto stilando i suoi famosi dossier sull'emodoping (autoemotrasfusioni e poi EPO, in pratica)." Quel che successe nel 1984, dopo le Olimpiadi Invernali di Sarajevo, è riassunto nell'articolo di cui sopra: "Al rientro scoppia la polemica, innescata da un'intervista sul “Gazzettino” nella quale Manuela e il marito Roberto Sioli attaccano la Federazione e in particolare il presidente Gattai e denunciano le pressioni alle quali l'atleta era stata sottoposta perché si prestasse all'autoemotrasfusione, da lei rifiutata. Se ne va sbattendo la porta e da quel momento limita la sua attività di fondista alle gare nazionali ......"

OT, che non ha assolutamente nulla a che fare con l'argomento doping, ma che appartiene sempre alla rubrica "Non tutti sanno che ...": sempre nell'articolo sopra citato si riporta un'intervista del 4 marzo 1979 a Guidina Dal Sasso, sposata con l'allora skiman della nazionale Nando Longo Borghini, che termina così:
Un’ultima domanda, Guidina: i bambini?
– Per il momento non se ne parla. Forse dopo i campionati italiani....


Guidina Dal Sasso e Nando Longo Borghini sono i genitori di Paolo, nato nel 1980, professionista nella Liquigas Cannondale.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

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robot1
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da robot1 »

Appena letto l'articolo.
Si può essere a volte più o meno d'accordo con certe posizioni "editoriali", ma stavolta c'è solo da applaudire.


Un giorno potremo raccontare ai nipotini che noi siamo stati fortunati a veder correre Sagan
josera
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da josera »

secoli che non entravo nel forum. Letto l'articolo in home page, nonostante le divergenze editoriali, ho sentito il bisogno di apprezzare in toto quanto scritto. Giù il cappello. Visto dall'altro capo del mondo dove mi son trasferito, nauseato dal belpaese, leggere di Petrucci, Pescante e Di Rocco che in un paese civile a quest'ora sarebbero in pantofole a fare zapping, sarebbe ridicolo se non fosse che Marco è morto per essere nato in un paese di merda.


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nemecsek
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Faccio presente che Manuela Di Centa non è mai stata trovata positiva a doping.
Che significa esattamente questo: non è mai stata trovata positiva a doping


A volte il dito indica proprio il dito, non la luna.
Dopo Campiglio qualcuno ha abbandonato il ciclismo, qualcun altro ha ripreso a seguirlo.
I veri campioni erano quelli che dicevano no [Winter]
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robot1
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da robot1 »

nemecsek ha scritto:Faccio presente che Manuela Di Centa non è mai stata trovata positiva a doping.
Che significa esattamente questo: non è mai stata trovata positiva a doping
Giusto.
Neanche Moser è mai stato trovato positivo al doping, solo che, per quel che posso ricordare, era preparato per il record dell'ora dal prof. Conconi.
Ma Di Rocco che cita i cattivi ex ciclisti che sono nelle ammiraglie, che cosa pensa di Collinelli, che dovrebbe avere incarichi federali?
Chiarisco il mio pensiero: io sono assolutamente contro il doping. Dopato è chi viene beccato, e dopo la squalifica, se non ci sono altri elementi a suo carico, può tornare in gruppo o ricoprire incarichi senza problemi.
Ma allora perché i presidentoni hanno usato certi termini?


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donchisciotte
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Certo, la Di Centa non è mai stata trovata positiva.
Certo, c'è il file Conconi, certo, non si è fatta ricoverare in un ospedale pubblico ( come fece Pantani a Torino), certo, nello sci non c'erano i controlli che si facevano ( e fanno) nel ciclismo.
E, tuttavia, pensa un po': neanche Pantani ( che di quel file è stato l'unicissimo perseguitato)è stato mai trovato positivo a un controllo antidoping.
Che significa esattamente questo:non è mai stato trovato positivo a un controllo antidoping.


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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donchisciotte ha scritto:Certo, la Di Centa non è mai stata trovata positiva.
Certo, c'è il file Conconi, certo, non si è fatta ricoverare in un ospedale pubblico ( come fece Pantani a Torino), certo, nello sci non c'erano i controlli che si facevano ( e fanno) nel ciclismo.
E, tuttavia, pensa un po': neanche Pantani ( che di quel file è stato l'unicissimo perseguitato)è stato mai trovato positivo a un controllo antidoping.
Che significa esattamente questo:non è mai stato trovato positivo a un controllo antidoping.
va bhe, ma cosa centra, Pantani era "sicuramente dopato", "il più dopato fra i più dopati", in quanto ciclista professionista, il più ciclista dei ciclisti... e la Di Centa non era una ciclista :(
Del resto anche nel calcio, nel tennis, nell'atletica, nel nuoto non c'è il doping, solo qualche rarissima mela marcia... :evil:

Che amarezza... rimane solo il sarcasmo...
E' proprio vero che quando si pensa di aver toccato il fondo, in realtà si può sempre scavare :(


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Slegar
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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nemecsek ha scritto:Faccio presente che Manuela Di Centa non è mai stata trovata positiva a doping.
Che significa esattamente questo: non è mai stata trovata positiva a doping
Non vorrei che fosse travisato quel che avevo scritto nel post precedente su Manuela Di Centa, atleta di cui ho sempre avuto una stima immensa. Volevo solo far notare come la stessa Di Centa citata da Donati per pratiche "strane" nel 1994, dieci anni prima fosse uscita dalla nazionale per essersi rifiutata di sottoporsi all'autoemotrasfusione che era ancora legale (in realtà lasciò la nazionale per questioni economiche).

A proposito di autoemotrasfusione mi ricordo, sarebbe interessante ritrovarla negli archivi della Rai, un'intervista del compianto Paolo Rosi all'allora segretario del CONI Pescante durante le gare di atletica leggera dei Giochi Olimpici di Los Angeles del 1984. In quell'intervista Rosi chiese a Pescante di commentare i dubbi che iniziavano ad essere posti da più parti (stampa, CIO, ...) sul fatto che le pratiche di autoemotrasfusione, allora legali e praticate su quasi tutti i componenti della spedizione azzurra, potevano essere assimilate al doping. Pescante rispose che era tutto da dimostrare che l'autoemotrasfusione era assimilabile al doping e che il CONI si era rivolto a Conconi in quanto era risaputo che nei paesi dell'est Europa era applicato il doping di stato ma era così avanzato che il sistema antidoping non lo poteva rintracciare. Se il vantaggio dei paesi dato dal doping dell'est era incolmabile in certi settori con i metodi di Conconi si acquisiva un vantaggio negli sport di resistenza.
donchisciotte ha scritto:....... nello sci non c'erano i controlli che si facevano ( e fanno) nel ciclismo.
.... mmmh non è proprio così. Diciamo che nello sci sono sempre stati più "furbi" che nel ciclismo. E' risaputo che l'ex responsabile della FIS per lo sci nordico copriva gli atleti trovati positivi ai controlli antidoping (a proposito nemecsek: alla tua frase quotata sarebbe opportuno aggiungere la parola ufficialmente); la copertura valeva per la prima positività ed equivaleva ad un "avvertimento" a non esagerare. Con questo "sistema" per i campioni c'era la possibilità di continuare ad ottenere risultati di rilievo mentre per gli altri rimanevano alcuni risultati come exploit isolati. Questo sistema però ha portato agli scandali di Lathi 2001 e Salt Lake City 2002 che hanno rischiato di far scomparire lo sci di fondo dalla ribalta olimpica.

Gli scandali, appunto; quel che è successo con Festina e Cofidis non ha insegnato niente al mondo del ciclismo. Il passaporto biologico, la reperibilità ed i controlli a sorpresa fuori dalle competizioni non sono un'invenzione del ciclismo (sulla reperibilità il ciclismo ha veramente esagerato). Dopo Salt Lake City, e prima del ciclismo, lo sci di fondo ha iniziato a mettere a punto un sistema simile al passaporto biologico con due diversi criteri di applicazione rispetto al mondo delle due ruote a pedali. Il primo è che dal 2003 in poi si è tirata un riga su quel che era successo precedentemente; i buoi scappati non si prendevano più, chi risultava vincitore aveva vinto ma chi voleva continuare con i sistemi precedenti era meglio che cambiava aria, come è effettivamente successo (Ivanov, Eloffson, Tchepalova solo per citare alcuni nomi). Il secondo è che il passaporto biologico è usato come uno strumento preventivo e non punitivo; se i valori sono sballati l'atleta viene "invitato" a non gareggiare oppure ad evitare prestazioni competitive pena controllo antidoping probabilmente positivo.

I valori, appunto; anche qui il ciclismo non ha brillato per sapienza. Riporto quello che mi ha spiegato un amico ex fondista passato alla MTB sui valori di riferimento dell'ematocrito e dell'emoglobina. Per il ciclismo il valore di riferimento dell'ematocrito era (è :?: ) 50 mentre per lo sci da fondo si prendono tuttora come valori di riferimento per l'emoglobina 17,5 per gli uomini e 16,5 per le donne. Questo mio amico mi spiegava che non era la stessa cosa prendere come riferimento l'emoglobina o l'ematocrito in quanto quest'ultimo è molto "ballerino" e dipende da molti fattori, primo fra tutti la quantità di acqua presente nel corpo umano mentre l'emoglobina da valori molto più stabili. Inoltre, mi raccontava, che un suo allenatore gli spiegava che in condizioni standard un valore di 17,5 di emoglobina poteva corrispondere ad un valore 52 di ematocrito e spontaneamente sorgeva la domanda: perché con determinati valori poteva gareggiare con gli sci mentre veniva fermato per 15 giorni nel ciclismo?


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da Winter »

Slegar ha scritto:
I valori, appunto; anche qui il ciclismo non ha brillato per sapienza. Riporto quello che mi ha spiegato un amico ex fondista passato alla MTB sui valori di riferimento dell'ematocrito e dell'emoglobina. Per il ciclismo il valore di riferimento dell'ematocrito era (è :?: ) 50 mentre per lo sci da fondo si prendono tuttora come valori di riferimento per l'emoglobina 17,5 per gli uomini e 16,5 per le donne. Questo mio amico mi spiegava che non era la stessa cosa prendere come riferimento l'emoglobina o l'ematocrito in quanto quest'ultimo è molto "ballerino" e dipende da molti fattori, primo fra tutti la quantità di acqua presente nel corpo umano mentre l'emoglobina da valori molto più stabili. Inoltre, mi raccontava, che un suo allenatore gli spiegava che in condizioni standard un valore di 17,5 di emoglobina poteva corrispondere ad un valore 52 di ematocrito e spontaneamente sorgeva la domanda: perché con determinati valori poteva gareggiare con gli sci mentre veniva fermato per 15 giorni nel ciclismo?
In realta' anche nel ciclismo a fine 1999 cambiarono il regolamento , proprio per i valori ballerini dell'ematocrito , all'ematocrito veniva associata l'emoglobina (non ricordo pero' se 17,5)
Con il regolamento approvato sei mesi dopo , Pantani avrebbe potuto correre la tappa del Mortirolo
Poi con il passaporto biologico i paramentri son aumentati (credo siano 6 o 7)


l'Orso
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Winter ha scritto:
Slegar ha scritto:
I valori, appunto; anche qui il ciclismo non ha brillato per sapienza. Riporto quello che mi ha spiegato un amico ex fondista passato alla MTB sui valori di riferimento dell'ematocrito e dell'emoglobina. Per il ciclismo il valore di riferimento dell'ematocrito era (è :?: ) 50 mentre per lo sci da fondo si prendono tuttora come valori di riferimento per l'emoglobina 17,5 per gli uomini e 16,5 per le donne. Questo mio amico mi spiegava che non era la stessa cosa prendere come riferimento l'emoglobina o l'ematocrito in quanto quest'ultimo è molto "ballerino" e dipende da molti fattori, primo fra tutti la quantità di acqua presente nel corpo umano mentre l'emoglobina da valori molto più stabili. Inoltre, mi raccontava, che un suo allenatore gli spiegava che in condizioni standard un valore di 17,5 di emoglobina poteva corrispondere ad un valore 52 di ematocrito e spontaneamente sorgeva la domanda: perché con determinati valori poteva gareggiare con gli sci mentre veniva fermato per 15 giorni nel ciclismo?
In realta' anche nel ciclismo a fine 1999 cambiarono il regolamento , proprio per i valori ballerini dell'ematocrito , all'ematocrito veniva associata l'emoglobina (non ricordo pero' se 17,5)
Con il regolamento approvato sei mesi dopo , Pantani avrebbe potuto correre la tappa del Mortirolo
Poi con il passaporto biologico i paramentri son aumentati (credo siano 6 o 7)
il valore era 18...mentre non conosco bene quali sono i valori presi in considerazione dal passaporto biologico usato dall'UCI.


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Forse qualche barlume si comincia a capire, era un po' che non seguivo le vicende misteriose che stanno dietro l'apparenza dei soliti ciclisti beccati.
Poi c'è l'articolo di Admin sull'uscita di Petrucci, poi, vedo da facebook, c'è addirittura la Gazzetta ( come sempre oscillante fra giornale che non vive di ciclismo e organizzazione del Giro) che dice di Petrucci che, in vista delle prossime elezioni al Coni ,vuole Pagnozzi come presidente ( Pagnozzi.... oh, nomi che ricorrono eh?) naturalmente pensado a un ruolo dentro Roma 2020 o in politica. Di Rocco , però, vuole pure lui la presidenza e allora....Una resa dei conti interna al potere sportivo in cui si sacrifica, toh, il ciclismo?
Considerando che questa cosa ( quella della lotta Petrucci/ Di Rocco) è uscita sulla Gazzetta, perché il ciclismo sta zitto? Perché ci sta sempre a farsi immolare? Perché ha qualcosa da nascondere, sì, esattamente come gli altri sport. Ma su altri sport questi giochi di immolare non li fanno, forse ne fanno altri.
Non lo so, sono ancora sensazioni. Boh....


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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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Mi chiedo se le toghe rosse, notoriamente attive in Italia sin dai tempi del malore attivo di Pinelli, daranno ragione , nella causa che si sta discutendo da qualche giorno, a Torri affiancato dal Coni o alla povera ACCPI.
Se, cioè, sia lecito, per il PM dell'antidoping, dire che i ciclisti sono tutti dopati in totale assenza di uguali norme e uguali trattamenti per tutti gli sport professionsitici.
Se sia lecito dire, come hanno fatto ieri gli avocati del Coni/ Torri,secondo quanto riporta Tuttobiciweb, che il ciclismo è talmente sputtanato che non ha una credibilità e una dignità da difendere. Ovviamente in totale assenza di uguali trattamenti per gli altri sport ( vedi , per esempio,l'amorevole corsa a Torino di Torri in soccorso di Cannavaruccio).
E mi chiedo come mai il Coni, tanto sollecito a correre in soccorso di Torri schierandosi al suo fianco, non si sia costituito parte civile, all'epoca, contro i propri dirigenti imputati per finanziamento del doping (poi assolti per prescrizione, ovvio, continuando a fare, tutti, brillantissime carriere).
Voglio proprio vedere se in Italia, ogni tanto, vince Davide o sempre Golia.


Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
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lemond
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da lemond »

donchisciotte ha scritto: Voglio proprio vedere se in Italia, ogni tanto, vince Davide o sempre Golia.
Con la magistratura italiana, dove Di Pietro non ha perso una causa e continua ad arricchirsi, ho proprio paura che vinca sempre Golia (anche se la metafora non "me gusta" troppo :D

P.S.

Secondo me dovresti essere più acribiaca in simili scelte. :D :cincin:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
donchisciotte
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da donchisciotte »

Perché non ti piace la metafora? Vedo che acribia ti ha colpito. pensa che ho allargato il vocabolario ( e, quindi, il mondo direbbe il primo Wittgenstein, ma sì, deliro pure io) di un forumista.... :trofeo:


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lemond
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da lemond »

donchisciotte ha scritto:Perché non ti piace la metafora?
Perché è ripresa dal libro peggiore che io conosca, (dopo il Corano) ;)

L'acribia ha colpito Uribezubia, che è sempre divertente nei suoi interventi, e allora l'ò ripresa. :D


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galliano
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da galliano »

Subsonico ha scritto:io la vedo dura che Pescante non ci arrivi in una bara, a Roma 2020 :lol:
leggo solo ora e chiedo una standing ovation per Subsonico


Silvio Martinello
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da Silvio Martinello »

Il brasiliano Cesar Cielo vince la medaglia d'oro nei 50 metri farfalla ai Campionati mondiali di Shanghai con il tempo di 23''10. Cielo, però, era stato trovato positivo a un diuretico, sostanza che gli sportivi in genere assumono come coprente o come diluente di sostanza dopanti a tutti gli effetti: la sua federazione l’aveva semplicemente rimproverato, il Tas l’aveva ammonito, la Federazione internazionale di nuoto aveva chiesto tre mesi di stop.

E se fosse stato un ciclista? Proprio in questi giorni, il russo Alexandre Kolobnev è risultato positivo alla stessa sostanza, mentre era in gara al Tour de France: è stato immediatamente escluso dalla gara, sospeso dalla sua squadra e ora rischia quattro anni di squalifica.

Tra Cielo e Kolobnev, la differenza non sta in quattro anni, ma in un abisso: il primo si commuove e viene osannato, il secondo invece viene spedito immediatamente nel “girone” dei farabutti. Perché il ciclismo è lo sport che non capisce che bisogna cambiare, si dice. Nel nuoto, invece, dove da anni si stabiliscono record su record con una frequenza impressionante, va tutto bene. Cio e Coni, a quanto sembra, sono felici così. (L.F.)

Preso da www.ciclismo.it, direi che fotografa bene la situazione.

Silvio Martinello


pitoro
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Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 18:30

Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da pitoro »

Silvio, se avrai il tempo e la pazienza di leggerti tutti gliinterventi di questa sezione del forum, vedrai che questo è il pensiero comune.
Sicuramente Kolobnev non è un angelo caduto dal Cielo ( :muro: ) ma almeno l'hanno beccato con qualcosa addosso. Quanti ciclisti sono stati sospesi solo per chiacchere o sospetti? In fondo lo stesso Basso non è mai stato beccato, e non parliamo di Rasmussen...
I ciclisti, se non sono spagnoli, non si salvano. Per gli altri tutto va bene.
A Pechino, oltre il 70% dei testati, di tutte le discipline donne incluse, era "positivo" al Viagra. Lo so io, lo sai tu, lo sa mezzo modo. Però il fatto non è finito neppure nelle cronache di costume. Solo, o quasi solo, il ciclismo dev'essere malato!
Però Silvio, siete voi che potete ribadire con più forza con la speranza che venga recepito.


Ps alla prossima corsa mi faccio riconoscere. In qualche sala stampa ci siamo già incrociati


Zillo
Messaggi: 1016
Iscritto il: sabato 16 luglio 2011, 17:55

Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da Zillo »

Doping: positivi ma il Messico li chiama
05 Agosto 2011 11:31 SPORT

(ANSA) - ROMA - Quattro dei 5 giocatori della nazionale del Messico positivi per clenbuterolo a un controllo antidoping sono stati convocati per l'amichevole contro gli Usa. Sono il portiere Guillermo Ochoa, il difensore Francisco Rodriguez e i centrocampisti Antonio Naelson Sinha e Christian Bermudez. La federcalcio messicana ha accettato la spiegazione dei calciatori di essere risultati positivi per aver mangiato carne contaminata e ha lasciato mano libera al ct Jose' Manuel de la Torre che li ha convocati

corriere.it


il caso Contador fa scuola?


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barrylyndon
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Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 15:20

Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da barrylyndon »

Zillo ha scritto:Doping: positivi ma il Messico li chiama
05 Agosto 2011 11:31 SPORT

(ANSA) - ROMA - Quattro dei 5 giocatori della nazionale del Messico positivi per clenbuterolo a un controllo antidoping sono stati convocati per l'amichevole contro gli Usa. Sono il portiere Guillermo Ochoa, il difensore Francisco Rodriguez e i centrocampisti Antonio Naelson Sinha e Christian Bermudez. La federcalcio messicana ha accettato la spiegazione dei calciatori di essere risultati positivi per aver mangiato carne contaminata e ha lasciato mano libera al ct Jose' Manuel de la Torre che li ha convocati

corriere.it


il caso Contador fa scuola?
a dir il vero gia' prima del caso dello spagnolo,la positivita' al clenbuterolo aveva generato spesso sentenze constrastanti... :cincin:


Nibali sta a Froome come Thoeni stava a Klammer.
andriusskerla
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Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 19:42
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Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da andriusskerla »

L'americano Michael Rodgers, autore del 4°tempo dell'anno sui 100 metri, è risultato positivo ad uno stimolante a meno di 2 settimane dall'inizio dei mondiali di atletica. Avete letto la notizia da qualche parte? Io l'ho scoperto, leggendo i commenti della gente sul suo profilo Facebook....


andriusskerla
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Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 19:42
Località: Vasto

Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

Messaggio da leggere da andriusskerla »

andriusskerla ha scritto:L'americano Michael Rodgers, autore del 4°tempo dell'anno sui 100 metri, è risultato positivo ad uno stimolante a meno di 2 settimane dall'inizio dei mondiali di atletica. Avete letto la notizia da qualche parte? Io l'ho scoperto, leggendo i commenti della gente sul suo profilo Facebook....
Anche il giamaicano Steve Mullings, 3° tempo sui 100 metri e 5° sui 200 quest'anno è stato trovato positivo. Niente mondiali per lui e rischio di radiazione, vista la seconda positività.
Ancora una volta la notizia è quasi introvabile...


Strong
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Iscritto il: mercoledì 12 gennaio 2011, 11:48

Re: Se il colpevole non è un ciclista. Arrendersi?

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andriusskerla ha scritto:
andriusskerla ha scritto:L'americano Michael Rodgers, autore del 4°tempo dell'anno sui 100 metri, è risultato positivo ad uno stimolante a meno di 2 settimane dall'inizio dei mondiali di atletica. Avete letto la notizia da qualche parte? Io l'ho scoperto, leggendo i commenti della gente sul suo profilo Facebook....
Anche il giamaicano Steve Mullings, 3° tempo sui 100 metri e 5° sui 200 quest'anno è stato trovato positivo. Niente mondiali per lui e rischio di radiazione, vista la seconda positività.
Ancora una volta la notizia è quasi introvabile...

mezza pagina nella sezione "atletica leggera" sulla gazzetta dello sport (cartacea)


i fondamentalisti del ciclismo e gli ultras dei ciclisti sono il male di questo sport.
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