I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Erinnerung
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Pino_82 ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 9:34 Come ha detto Belli sono sempre i corridori che fanno la corsa, che giustamente mira ai passaggi più spettacolari.

Come fai la discesa del Fauniera, piuttosto che del Crostis o quel trattino della Croix de Coeur, la fai piano.

Dico a trenta allora la facciamo tutti, pure i bambini col triciclo, quindi si scende piano (come ha fatto il gruppo che infatti ha preso un minuto e mezzo in quei cinque km) e pace.
Sì ma è anche giusto che lo stato del manto stradale sia in condizioni decenti, ma al tempo stesso è assurdo che il problema venga posto il giorno prima della tappa!
Per questo dico che ci vorrebbe una regola per cui le squadre possano chiedere un cambio di percorso per questioni di percorribilità (sicurezza, asfalto, buche ecc) entro una certa data, per esempio entro il primo giorno di corsa di un grande Giro.
La salita o la discesa la vai a visionare PRIMA e non ci sono sorprese nè furbate dell’ultimo minuto che portino vantaggi o svantaggi a seconda della classifica.
Al tempo stesso così chi è tenuto a sistemare la strada (i comuni Svizzeri per esempio nel caso della tappa di ieri….compresa la pulitura dalla neve invernale ovviamente) lo deve fare prima dell’inizio del Giro.
In caso contrario la tappa si modifica. Ma con il giusto anticipo, non due giorni prima o peggio il giorno stesso.
Poi il meteo è un altro discorso
Non mi pare un’idea impraticabile.


Winter
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Letto l'articolo di Admin non son d'accordo su nulla
se diamo troppo potere ai corridori (e gia' adesso è cosi) , il ciclismo muore
iniziano con chiedere distanze piu' corte , meno difficolta' ecc
meglio non correre con il maltempo ecc
di bartali che i percorsi erano sempre troppo facili , non ce ne sono piu
Gli organizzatori devono mediare tra comuni , sponsor , corridori ecc
tante variabili che i corridori non conoscono
ieri han guardato il proprio orticello .. non ci han fatto una bella figura

Purtroppo non han capito che il ciclismo è sempre stato fatica
non watt e balle varie
70 anni fa Coppi vinse il giro in 118 ore
con le biciclette , strade , preparazione di una volta
quest'anno lo vinceranno con 85 ore (se non meno)
33 ore in meno di fatica

che è quello che vuol vedere la gente
se la discesa pericolosa non la facciamo piu'
se la salita oltre i 2000 non le facciamo piu'
se i tapponi da 6mila metri non li vogliamo piu'
se quando ci son condizioni estreme non corriamo
se nelle stradine è meglio non correre
cosa resta ? un ciclismo da laboratorio ?
e poi ci si domanda perche' è in crisi


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presa 2 del Montello
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Salvato chiede scusa e da colpa alle app meteo: https://www.corriere.it/sport/ciclismo/ ... 99c4.shtml


Biscia
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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E' stata presa una decisione che non tutela la salute corridori (e ne ha piuttosto danneggiato l'immagine), che ha deluso i tifosi e dato l'ennesimo colpo all'immagine del Giro. Fare di peggio non era semplice, sarei curioso di conoscere le reali motivazioni che hanno spinto in questa direzione.


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galliano
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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sceriffo ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 11:10 Un enigmatico Mario C
https://m.facebook.com/story.php?story_ ... 4147480873
Mi pare la sua tipica uscita stile Briatore.
Mescola qualche elemento di verità per arruffianarsi l'appassionato, con l'autopromozione.
È il solito vanesio.


Rudepravda
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Erinnerung ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 10:19
Pino_82 ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 9:34 Come ha detto Belli sono sempre i corridori che fanno la corsa, che giustamente mira ai passaggi più spettacolari.

Come fai la discesa del Fauniera, piuttosto che del Crostis o quel trattino della Croix de Coeur, la fai piano.

Dico a trenta allora la facciamo tutti, pure i bambini col triciclo, quindi si scende piano (come ha fatto il gruppo che infatti ha preso un minuto e mezzo in quei cinque km) e pace.
Sì ma è anche giusto che lo stato del manto stradale sia in condizioni decenti, ma al tempo stesso è assurdo che il problema venga posto il giorno prima della tappa!
Per questo dico che ci vorrebbe una regola per cui le squadre possano chiedere un cambio di percorso per questioni di percorribilità (sicurezza, asfalto, buche ecc) entro una certa data, per esempio entro il primo giorno di corsa di un grande Giro.
La salita o la discesa la vai a visionare PRIMA e non ci sono sorprese nè furbate dell’ultimo minuto che portino vantaggi o svantaggi a seconda della classifica.
Al tempo stesso così chi è tenuto a sistemare la strada (i comuni Svizzeri per esempio nel caso della tappa di ieri….compresa la pulitura dalla neve invernale ovviamente) lo deve fare prima dell’inizio del Giro.

In caso contrario la tappa si modifica. Ma con il giusto anticipo, non due giorni prima o peggio il giorno stesso.
Poi il meteo è un altro discorso
Non mi pare un’idea impraticabile.
THIS :clap: :clap:


Lopi90
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Secondo me fare un paragone, come fa Admin, con altri lavoratori come i metalmeccanici è sbagliato, non per questioni di soldi (anche perché in gruppo c'è tanta gente che guadagna stipendi "normali") ma per la natura strutturale del loro lavoro e del prodotto che creano.

Ovvero, nel caso di un metalmeccanico la fatica/pericolo che fa è solo uno strumento per produrre un bene, è assolutamente possibile far lavorare gli operai in perfette condizioni di sicurezza e con turni vivibili senza che qualità del prodotto ne risenta, al più il proprietario della fabbrica dovrà aspettare altri 6 mesi a comprarsi un jet privato.

Nel caso del ciclista la fatica/pericolo è il prodotto importante, il ciclismo come sport di resistenza riscuote interesse proprio perché è la lotta di atleti che cercano di superare il proprio limite, se diventa una cosa completamente asettica in cui si corre solo in condizioni ottimali il prodotto non è più lo stesso. Piuttosto meglio che il giro lo finiscano in 50, chi non ce la fa può ritirarsi, anzi, sarebbe molto più interessante, un tempo già il riuscire a finire le 3 settimane era considerato un risultato non banale. Inoltre un ciclista professionista segue un processo pluriennale di formazione prima di arrivare a correre un giro, quindi non è una cosa che si trova a fare per caso/perché non ha trovato altro, e sa esattamente a cosa va incontro.

Altrimenti decidiamo che tutti gli sport di resistenza, di contatto, etc... sono barbarie, chiudiamo tutto e guardiamo solo il tennis tavolo.


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galliano
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Giustissimo Lopi, stavolta Marco ha preso una cantonata.


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Slegar
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Eccellente articolo provocatorio quello di Admin.

Per quanto riguarda Hansen ed il suo tweet, che dire: nei suoi ultimi anni di carriera è stato un ciclista professionista mediocre, è un presidente del CPA mediocre.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Tranchée d'Arenberg
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Condivido in pieno il post di Lopi.

Aggiungo che uno dei problemi dell'articolo di Marco è che lui parte da un idealismo (che io posso anche condividere) che con un ottimismo fuori dal normale riflette sui corridori. Cioè, lui crede che i suoi ideali siano gli stessi su cui i corridori ieri si sono basati per ottenere l'accorciamento della tappa. Pensa che quello che è successo ieri sia l'alba di un'era in cui il sindacalista Adam Hansen (uno che ha un sacco di soldi guadagnati fuori dal ciclismo) condurrà battaglie serie in difesa dei ciclisti e a salvaguardia della loro salute (via twitter, of course). Ma come spesso accade, questo sarà solo un mero volo pindarico che esiste solo nella testa di Admin.

Anzitutto Hansen se vuol fare il sindacalista deve farlo in presenza, non via twitter e questo, va riconosciuto, Marco in un sussulto di realismo lo scrive. Soprattutto Hansen se vuole fare il sindacalista, deve farlo 365 giorni all'anno e non, come accade da quando Vegni è al timone del Giro, solo in uno di quei 21 giorni della corsa rosa. Ho visto O Gran Camino e il Giro dei Paesi Baschi. Obiettivamente c'erano dei finali pericolosi, così come in molte altre corse, ma mi pare che nessuno abbia mosso un dito. Forse mancavano alcuni sceriffi che invece ieri erano in gruppo.
Hansen se vuole essere davvero un sindacalista utile ai ciclisti deve essere serio. Un sindacato dei ciclisti che si rispetti, se c'è stata una votazione giovedì sera che fa delle richieste di tagliare il percorso, dovrebbe avere il buon senso di scrivere due righe sul suo sito per difenrede al meglio la categoria che rappresenta e anche per rispetto di chi, noi tifosi, con la loro passione quotiana consente a questi ragazzi di correre in bici. Il sito del CPA è fermo al 17 marzo, giorno dell'elezione di Hansen a capo dell'organizzazione:

https://www.cpacycling.com/en/press.asp

Ottimo modo di comunicare. Hansen fa il sindacalista a distanza e si limita a scrivere dal suo account twitter a cose già fatte (poco dopo l'ora di pranzo) e quando i corridori si sono già beccati un sacco di giusti insulti. Non è certo questo il modo in cui il sindacalista serio si prende le sue responsabilità. Se lui è il leader e crede nella battaglia, deve stare in prima linea e non a casa sua in Repubblica Ceca, nascosto dietro un pc. Altrimenti è solo un mezzo pupazzo.

La realtà è che ieri i corridori, probabilmente stufi di aver preso acqua per giorni (il freddo vero l'hanno sperimentato solo sul Passo delle Radici), hanno deciso che non si doveva correre tutta la tappa, senza reali motivazioni legata alla sicurezza. La dimostrazione è il fatto che i corridori giovedì sera hanno votato per non fare il Croix de Coeur perchè la discesa era ritenuta troppo pericolosa e poi son finiti per ottenere un taglio dei primi 120 km di tappa che nulla avevano a che fare con la loro battaglia. Il Croix de Coeur lo hanno affrontato in barba alle questioni di sicurezza. Ma allora che battaglia é?

Questo aspetto Marco Grassi nel suo articolo fatto di tanto idealismo e fumo ma nessuna concretezza colpevolmente non lo scrive. Eppure questo era ieri il nocciolo della questione. Il problema è la sicurezza in quella discesa col freddo? Bene quella discesa non si fa e se Vegni insiste, non si corre. Invece alla fine hanno fatto praticamente solo quella salita e quella discesa, alla faccia della presunta problematica di sicurezza e ad ogni forma di coerenza. Ciò dimostra che sta battaglia era strumentale.

Visto che a Marco piace tanto evocare le grandi battaglie dei lavoratori del passato, è un po come se dei metalmeccanici protestassero per chiedere maggiore sicurezza, finendo per ottenere solo un tavolino da ping pong nella mensa.


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rododendro
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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A prescindere dalle opinioni mi sembra che sull"errore del gruppo di ieri ci sia quasi l"unanimità, lo dicono i protagonisti, lo dice Salvato, Hansen fa il parafulmine più che altro, e Cassani ha scritto più che bene sull'argomento, però nemmeno si può discutere sul fatto che in questi giorni abbiano preso una valanga d'acqua, che oltre al Covid l'acqua abbia anche aumentato le cadute, che già non mancano mai, per cui in parecchi dei partecipanti hanno già assaggiato l'asfalto anche più di una volta.
Quindi d'accordo col dire che un eccesso di prudenza può danneggiare seriamente il movimento, specie al Giro che per me rimane sempre il più duro dei GT come percorso, però per esempio certe conquiste non le ritengo banali, ogni volta che vedo le volate affollate di tanti anni fa mi vien sempre da domandarmi perché non indossino il casco.
E poi certo l'auspicats protesta dei tifosi in uno sport che è fruibile senza biglietto, che è una festa di paese, fruibile anche senza abbonamento pay (per il momento) non vedo che riflessi positivi potrebve avere, hanno sbagliato, certo, proviamo a ripartire...


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Tranchée d'Arenberg
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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rododendro ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 12:41 A prescindere dalle opinioni mi sembra che sull"errore del gruppo di ieri ci sia quasi l"unanimità, lo dicono i protagonisti, lo dice Salvato, Hansen fa il parafulmine più che altro, e Cassani ha scritto più che bene sull'argomento, però nemmeno si può discutere sul fatto che in questi giorni abbiano preso una valanga d'acqua, che oltre al Covid l'acqua abbia anche aumentato le cadute, che già non mancano mai, per cui in parecchi dei partecipanti hanno già assaggiato l'asfalto anche più di una volta.
Quindi d'accordo col dire che un eccesso di prudenza può danneggiare seriamente il movimento, specie al Giro che per me rimane sempre il più duro dei GT come percorso, però per esempio certe conquiste non le ritengo banali, ogni volta che vedo le volate affollate di tanti anni fa mi vien sempre da domandarmi perché non indossino il casco.
E poi certo l'auspicats protesta dei tifosi in uno sport che è fruibile senza biglietto, che è una festa di paese, fruibile anche senza abbonamento pay (per il momento) non vedo che riflessi positivi potrebve avere, hanno sbagliato, certo, proviamo a ripartire...
Qualsiasi miglioramento in termini di sicurezza, è una grande conquista. Ma il punto è che ieri non hanno ottenuto nulla che migliorasse la sicurezza visto che la discesa per cui hanno iniziato sta manfrina poi l'han fatta senza problemi. Si chiama strumentalizzazione.

Quanto al casco, fu imposto dall'UCI contro il parere di molti corridori il 5 maggio 2003, un mese e mezzo dopo la morte di Kivilev avvenuta durante la Parigi-Nizza. Tant'è che fino al giorno prima la maggior parte dei corridori dell'epoca il casco non lo usava e non c'era nessuno che gli impedisse di farlo. Ecco, chiamiamo le cose col loro nome.


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Bomby
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 12:13 Condivido in pieno il post di Lopi.

Aggiungo che uno dei problemi dell'articolo di Marco è che lui parte da un idealismo (che io posso anche condividere) che con un ottimismo fuori dal normale riflette sui corridori. Cioè, lui crede che i suoi ideali siano gli stessi su cui i corridori ieri si sono basati per ottenere l'accorciamento della tappa. Pensa che quello che è successo ieri sia l'alba di un'era in cui il sindacalista Adam Hansen (uno che ha un sacco di soldi guadagnati fuori dal ciclismo) condurrà battaglie serie in difesa dei ciclisti e a salvaguardia della loro salute (via twitter, of course). Ma come spesso accade, questo sarà solo un mero volo pindarico che esiste solo nella testa di Admin.

Anzitutto Hansen se vuol fare il sindacalista deve farlo in presenza, non via twitter e questo, va riconosciuto, Marco in un sussulto di realismo lo scrive. Soprattutto Hansen se vuole fare il sindacalista, deve farlo 365 giorni all'anno e non, come accade da quando Vegni è al timone del Giro, solo in uno di quei 21 giorni della corsa rosa. Ho visto O Gran Camino e il Giro dei Paesi Baschi. Obiettivamente c'erano dei finali pericolosi, così come in molte altre corse, ma mi pare che nessuno abbia mosso un dito. Forse mancavano alcuni sceriffi che invece ieri erano in gruppo.
Hansen se vuole essere davvero un sindacalista utile ai ciclisti deve essere serio. Un sindacato dei ciclisti che si rispetti, se c'è stata una votazione giovedì sera che fa delle richieste di tagliare il percorso, dovrebbe avere il buon senso di scrivere due righe sul suo sito per difenrede al meglio la categoria che rappresenta e anche per rispetto di chi, noi tifosi, con la loro passione quotiana consente a questi ragazzi di correre in bici. Il sito del CPA è fermo al 17 marzo, giorno dell'elezione di Hansen a capo dell'organizzazione:

https://www.cpacycling.com/en/press.asp

Ottimo modo di comunicare. Hansen fa il sindacalista a distanza e si limita a scrivere dal suo account twitter a cose già fatte (poco dopo l'ora di pranzo) e quando i corridori si sono già beccati un sacco di giusti insulti. Non è certo questo il modo in cui il sindacalista serio si prende le sue responsabilità. Se lui è il leader e crede nella battaglia, deve stare in prima linea e non a casa sua in Repubblica Ceca, nascosto dietro un pc. Altrimenti è solo un mezzo pupazzo.

La realtà è che ieri i corridori, probabilmente stufi di aver preso acqua per giorni (il freddo vero l'hanno sperimentato solo sul Passo delle Radici), hanno deciso che non si doveva correre tutta la tappa, senza reali motivazioni legata alla sicurezza. La dimostrazione è il fatto che i corridori giovedì sera hanno votato per non fare il Croix de Coeur perchè la discesa era ritenuta troppo pericolosa e poi son finiti per ottenere un taglio dei primi 120 km di tappa che nulla avevano a che fare con la loro battaglia. Il Croix de Coeur lo hanno affrontato in barba alle questioni di sicurezza. Ma allora che battaglia é?

Questo aspetto Marco Grassi nel suo articolo fatto di tanto idealismo e fumo ma nessuna concretezza colpevolmente non lo scrive. Eppure questo era ieri il nocciolo della questione. Il problema è la sicurezza in quella discesa col freddo? Bene quella discesa non si fa e se Vegni insiste, non si corre. Invece alla fine hanno fatto praticamente solo quella salita e quella discesa, alla faccia della presunta problematica di sicurezza e ad ogni forma di coerenza. Ciò dimostra che sta battaglia era strumentale.

Visto che a Marco piace tanto evocare le grandi battaglie dei lavoratori del passato, è un po come se dei metalmeccanici protestassero per chiedere maggiore sicurezza, finendo per ottenere solo un tavolino da ping pong nella mensa.
Non so come mai, ma tranchee è una di quelle persone che sa esprimere molto meglio di me le idee che anche io penso.
Il sindacalismo fatto così è un sindacalismo di facciata, che non affronta (figurarsi risolvere) i veri problemi e che si accontenta di bagatelle. Probabilmente perché occuparsi di bagatelle scontenta stakeholders poco influenti (fai incazzare il povero vegni, ma tanto lui conta come il due di picche dato che non sa imporsi, oppure i tifosi che puoi bellamente tacciare di essere dei poltronari) e si risolvono in fretta, dando consenso immediato. Mettere mano alle tante storture del movimento è difficilissimo, richiede molto tempo e non offrono garanzie di successo. Pensiamo agli arrivi ridicolmente pericolosi in certe corse, la questione delle paghe da fame nelle Continental, il ciclismo femminile che sta ingranando ma soffre ancora delle difficoltà, la disparità di budget tra le squadre, la crisi delle sponsorizzazioni -si sentono preoccupanti scricchiolii, la protezione per i ciclisti che finiscono in squadre che perdono gli sponsor...


Tommeke92
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Bomby ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 13:48
Tranchée d'Arenberg ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 12:13 Condivido in pieno il post di Lopi.

Aggiungo che uno dei problemi dell'articolo di Marco è che lui parte da un idealismo (che io posso anche condividere) che con un ottimismo fuori dal normale riflette sui corridori. Cioè, lui crede che i suoi ideali siano gli stessi su cui i corridori ieri si sono basati per ottenere l'accorciamento della tappa. Pensa che quello che è successo ieri sia l'alba di un'era in cui il sindacalista Adam Hansen (uno che ha un sacco di soldi guadagnati fuori dal ciclismo) condurrà battaglie serie in difesa dei ciclisti e a salvaguardia della loro salute (via twitter, of course). Ma come spesso accade, questo sarà solo un mero volo pindarico che esiste solo nella testa di Admin.

Anzitutto Hansen se vuol fare il sindacalista deve farlo in presenza, non via twitter e questo, va riconosciuto, Marco in un sussulto di realismo lo scrive. Soprattutto Hansen se vuole fare il sindacalista, deve farlo 365 giorni all'anno e non, come accade da quando Vegni è al timone del Giro, solo in uno di quei 21 giorni della corsa rosa. Ho visto O Gran Camino e il Giro dei Paesi Baschi. Obiettivamente c'erano dei finali pericolosi, così come in molte altre corse, ma mi pare che nessuno abbia mosso un dito. Forse mancavano alcuni sceriffi che invece ieri erano in gruppo.
Hansen se vuole essere davvero un sindacalista utile ai ciclisti deve essere serio. Un sindacato dei ciclisti che si rispetti, se c'è stata una votazione giovedì sera che fa delle richieste di tagliare il percorso, dovrebbe avere il buon senso di scrivere due righe sul suo sito per difenrede al meglio la categoria che rappresenta e anche per rispetto di chi, noi tifosi, con la loro passione quotiana consente a questi ragazzi di correre in bici. Il sito del CPA è fermo al 17 marzo, giorno dell'elezione di Hansen a capo dell'organizzazione:

https://www.cpacycling.com/en/press.asp

Ottimo modo di comunicare. Hansen fa il sindacalista a distanza e si limita a scrivere dal suo account twitter a cose già fatte (poco dopo l'ora di pranzo) e quando i corridori si sono già beccati un sacco di giusti insulti. Non è certo questo il modo in cui il sindacalista serio si prende le sue responsabilità. Se lui è il leader e crede nella battaglia, deve stare in prima linea e non a casa sua in Repubblica Ceca, nascosto dietro un pc. Altrimenti è solo un mezzo pupazzo.

La realtà è che ieri i corridori, probabilmente stufi di aver preso acqua per giorni (il freddo vero l'hanno sperimentato solo sul Passo delle Radici), hanno deciso che non si doveva correre tutta la tappa, senza reali motivazioni legata alla sicurezza. La dimostrazione è il fatto che i corridori giovedì sera hanno votato per non fare il Croix de Coeur perchè la discesa era ritenuta troppo pericolosa e poi son finiti per ottenere un taglio dei primi 120 km di tappa che nulla avevano a che fare con la loro battaglia. Il Croix de Coeur lo hanno affrontato in barba alle questioni di sicurezza. Ma allora che battaglia é?

Questo aspetto Marco Grassi nel suo articolo fatto di tanto idealismo e fumo ma nessuna concretezza colpevolmente non lo scrive. Eppure questo era ieri il nocciolo della questione. Il problema è la sicurezza in quella discesa col freddo? Bene quella discesa non si fa e se Vegni insiste, non si corre. Invece alla fine hanno fatto praticamente solo quella salita e quella discesa, alla faccia della presunta problematica di sicurezza e ad ogni forma di coerenza. Ciò dimostra che sta battaglia era strumentale.

Visto che a Marco piace tanto evocare le grandi battaglie dei lavoratori del passato, è un po come se dei metalmeccanici protestassero per chiedere maggiore sicurezza, finendo per ottenere solo un tavolino da ping pong nella mensa.
Non so come mai, ma tranchee è una di quelle persone che sa esprimere molto meglio di me le idee che anche io penso.
Il sindacalismo fatto così è un sindacalismo di facciata, che non affronta (figurarsi risolvere) i veri problemi e che si accontenta di bagatelle. Probabilmente perché occuparsi di bagatelle scontenta stakeholders poco influenti (fai incazzare il povero vegni, ma tanto lui conta come il due di picche dato che non sa imporsi, oppure i tifosi che puoi bellamente tacciare di essere dei poltronari) e si risolvono in fretta, dando consenso immediato. Mettere mano alle tante storture del movimento è difficilissimo, richiede molto tempo e non offrono garanzie di successo. Pensiamo agli arrivi ridicolmente pericolosi in certe corse, la questione delle paghe da fame nelle Continental, il ciclismo femminile che sta ingranando ma soffre ancora delle difficoltà, la disparità di budget tra le squadre, la crisi delle sponsorizzazioni -si sentono preoccupanti scricchiolii, la protezione per i ciclisti che finiscono in squadre che perdono gli sponsor...
Mi accodo anche io, d'accordissimo con te e Tranchee, come spesso succede.


Cervinia4478
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 13:16
rododendro ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 12:41 A prescindere dalle opinioni mi sembra che sull"errore del gruppo di ieri ci sia quasi l"unanimità, lo dicono i protagonisti, lo dice Salvato, Hansen fa il parafulmine più che altro, e Cassani ha scritto più che bene sull'argomento, però nemmeno si può discutere sul fatto che in questi giorni abbiano preso una valanga d'acqua, che oltre al Covid l'acqua abbia anche aumentato le cadute, che già non mancano mai, per cui in parecchi dei partecipanti hanno già assaggiato l'asfalto anche più di una volta.
Quindi d'accordo col dire che un eccesso di prudenza può danneggiare seriamente il movimento, specie al Giro che per me rimane sempre il più duro dei GT come percorso, però per esempio certe conquiste non le ritengo banali, ogni volta che vedo le volate affollate di tanti anni fa mi vien sempre da domandarmi perché non indossino il casco.
E poi certo l'auspicats protesta dei tifosi in uno sport che è fruibile senza biglietto, che è una festa di paese, fruibile anche senza abbonamento pay (per il momento) non vedo che riflessi positivi potrebve avere, hanno sbagliato, certo, proviamo a ripartire...
Qualsiasi miglioramento in termini di sicurezza, è una grande conquista. Ma il punto è che ieri non hanno ottenuto nulla che migliorasse la sicurezza visto che la discesa per cui hanno iniziato sta manfrina poi l'han fatta senza problemi. Si chiama strumentalizzazione.

Quanto al casco, fu imposto dall'UCI contro il parere di molti corridori il 5 maggio 2003, un mese e mezzo dopo la morte di Kivilev avvenuta durante la Parigi-Nizza. Tant'è che fino al giorno prima la maggior parte dei corridori dell'epoca il casco non lo usava e non c'era nessuno che gli impedisse di farlo. Ecco, chiamiamo le cose col loro nome.
Piccolo OT: il casco se non sbaglio si poteva togliere anche dopo quella data, ma solo negli arrivi in salita. E' dal 2005 invece che divenne sempre obbligatorio?


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Trullo
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Concordo con tutto quello che ha scritto Tranchee


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Maìno della Spinetta
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Cari Adam e Cristian. Oggi ho appeso due quadri e tagliato i capelli. Niente RAIPlay. Sciopero dell'auditel. Il giorno che vedrò un'impresa mi ricollegherò.

D'altra parte il ciclismo è un lavoro come un altro, quindi domani alle 16:00 accenderò una webcam su un amico quadro di una finanziaria di medie dimensioni che deve smaltire delle pratiche arretrate (credo dei leasing). Non è ancora sindacalizzato, poraccio lui, ma almeno becca 2450 netti al mese, e forse guardarlo dalla webcam è più interessante di quello che fate voi corridori.


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Tommeke92
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da Tommeke92 »

Maìno della Spinetta ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 17:30 Cari Adam e Cristian. Oggi ho appeso due quadri e tagliato i capelli. Niente RAIPlay. Sciopero dell'auditel. Il giorno che vedrò un'impresa mi ricollegherò.

D'altra parte il ciclismo è un lavoro come un altro, quindi domani alle 16:00 accenderò una webcam su un amico quadro di una finanziaria di medie dimensioni che deve smaltire delle pratiche arretrate (credo dei leasing). Non è ancora sindacalizzato, poraccio lui, ma almeno becca 2450 netti al mese, e forse guardarlo dalla webcam è più interessante di quello che fate voi corridori.
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 3:48 La cosa più ipocrita a mio avviso è che a scrivere quest'articolo sia la stessa persona che per anni nella sua firma scriveva "esiste doping dove c'è antidoping". Allora mi chiedo: il doping va bene, il freddo però no.
Voglio precisare che nella mia firma c'era scritto "Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping". È ancora visibile nel vecchio forum.

Quindi respingo cordialmente l'accusa di ipocrisia. :cincin: (Sebbene non ci sarebbe nemmeno nulla di scandaloso nel cambiare idea, se lo si fa senza provocare danno ad alcuno; non è comunque questo il caso).

Su tutto il resto, ritengo di essermi già parecchio espresso nell'articolo dell'altra sera, ragion per cui evito di ripetere i concetti.

Credo che il compito di un giornalista, in particolare di chi si picca di fare opinione, sia quello di stimolare un dibattito su determinati temi. Non quello di avere le soluzioni in tasca (però proposte negli anni mi pare di averne fatte e pure tante e su tanti fronti; su alcuni ci ho clamorosamente preso, direi, anche quando ero una voce nel deserto), ma quello di sensibilizzare i propri lettori. Tra i quali in quest'occasione c'è stato anche lo stesso Hansen, che per cominciare ha garantito che sarà al Giro nei prossimi giorni (ce l'aveva già in programma). Naturalmente non basta. Come ho proprio scritto nell'articolo, è il momento di pretendere dal sindacato dei corridori un atteggiamento completamente diverso rispetto al passato, molto più incisivo.

Non è, questo, il sogno di un Pindaro, ma esattamente l'interpretazione che do a quanto Hansen ha dichiarato nei giorni scorsi. Qui si parrà la sua nobilitate. Mi fa piacere che alcune menti che considero illuminate del gruppo siano sulla medesima lunghezza d'onda. Nulla è immutabile, pensare che le cose possano cambiare in meglio quando è ragionevole che ciò avvenga non è esercizio di idealismo vuoto e cieco, ma probabilmente è più realistico del credere che invece le cose possano e debbano andare come 100, 50 o 20 anni fa.

Non c'è un interruttore che, pigiato, risolva in un attimo ogni cosa. Ci sono dei processi, che possono essere anche lunghi, e che nel nostro caso possono passare da momenti difficili come quello di Borgofranco d'Ivrea o da clamorosi autogol come quelli che inevitabilmente verranno di tanto in tanto; l'importante però è che la sinusoide si sposti costantemente verso l'alto, verso un progresso che porti a raggiungere condizioni migliori per tutti. Che porti per esempio nelle sue more a non vedere più gente che si rompe le ossa per stupide cadute. E a questo obiettivo si giunge non respingendo come sempre ho visto fare a tutti i livelli la sindacalizzazione dei corridori, ma accettandola e incoraggiandola.

Questa è la mia linea: Cicloweb sarà più che mai una sponda per questo processo. Se il prezzo da pagare per una sempre maggiore coscienza di classe dei corridori sarà che ogni tanto qualche tappa viene annullata per la pioggia, dobbiamo essere disposti a pagarlo, se sull'altro piatto della bilancia ci saranno la metà delle fratture e degli incidenti gravi in gara.

Ritengo che spingere i corridori a prendere coscienza delle proprie responsabilità sia molto più utile - per chi ha un ruolo come il mio - che insultarli per Morbegno o per il Gran San Bernardo; nell'articolo scrivevo che devono capire di avere un ruolo politico all'interno del ciclismo, ma perché lo capiscano quel ruolo gli va riconosciuto, e qualcuno deve pur cominciare a farlo. Anche dalla stampa, perché no? Anche pungolando chi li guida, perché no? Anche condividendo una visione che abbia come orizzonte un miglioramento delle condizioni lavorative di queste persone senza che ciò svilisca il senso del ciclismo stesso. Senso che rimarrà uguale a prima, perché nessuno - credo - ha in mente di sterilizzare questo sport, e nessuno ha in mente di vietare di gareggiare se piove (anche in discesa), a patto che le strade siano sicure.

PS: naturalmente i tifosi e gli appassionati hanno tutto il diritto di incazzarsi e pensarla come vogliono, a me basta sapere di aver innescato qualche riflessione in qualcuno. "Mi pagano per questo". :cincin:


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Tranchée d'Arenberg
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Admin ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 6:45
Tranchée d'Arenberg ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 3:48 La cosa più ipocrita a mio avviso è che a scrivere quest'articolo sia la stessa persona che per anni nella sua firma scriveva "esiste doping dove c'è antidoping". Allora mi chiedo: il doping va bene, il freddo però no.
Voglio precisare che nella mia firma c'era scritto "Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping". È ancora visibile nel vecchio forum.

Quindi respingo cordialmente l'accusa di ipocrisia. :cincin: (Sebbene non ci sarebbe nemmeno nulla di scandaloso nel cambiare idea, se lo si fa senza provocare danno ad alcuno; non è comunque questo il caso).

Su tutto il resto, ritengo di essermi già parecchio espresso nell'articolo dell'altra sera, ragion per cui evito di ripetere i concetti.

Credo che il compito di un giornalista, in particolare di chi si picca di fare opinione, sia quello di stimolare un dibattito su determinati temi. Non quello di avere le soluzioni in tasca (però proposte negli anni mi pare di averne fatte e pure tante e su tanti fronti; su alcuni ci ho clamorosamente preso, direi, anche quando ero una voce nel deserto), ma quello di sensibilizzare i propri lettori. Tra i quali in quest'occasione c'è stato anche lo stesso Hansen, che per cominciare ha garantito che sarà al Giro nei prossimi giorni (ce l'aveva già in programma). Naturalmente non basta. Come ho proprio scritto nell'articolo, è il momento di pretendere dal sindacato dei corridori un atteggiamento completamente diverso rispetto al passato, molto più incisivo.

Non è, questo, il sogno di un Pindaro, ma esattamente l'interpretazione che do a quanto Hansen ha dichiarato nei giorni scorsi. Qui si parrà la sua nobilitate. Mi fa piacere che alcune menti che considero illuminate del gruppo siano sulla medesima lunghezza d'onda. Nulla è immutabile, pensare che le cose possano cambiare in meglio quando è ragionevole che ciò avvenga non è esercizio di idealismo vuoto e cieco, ma probabilmente è più realistico del credere che invece le cose possano e debbano andare come 100, 50 o 20 anni fa.

Non c'è un interruttore che, pigiato, risolva in un attimo ogni cosa. Ci sono dei processi, che possono essere anche lunghi, e che nel nostro caso possono passare da momenti difficili come quello di Borgofranco d'Ivrea o da clamorosi autogol come quelli che inevitabilmente verranno di tanto in tanto; l'importante però è che la sinusoide si sposti costantemente verso l'alto, verso un progresso che porti a raggiungere condizioni migliori per tutti. Che porti per esempio nelle sue more a non vedere più gente che si rompe le ossa per stupide cadute. E a questo obiettivo si giunge non respingendo come sempre ho visto fare a tutti i livelli la sindacalizzazione dei corridori, ma accettandola e incoraggiandola.

Questa è la mia linea: Cicloweb sarà più che mai una sponda per questo processo. Se il prezzo da pagare per una sempre maggiore coscienza di classe dei corridori sarà che ogni tanto qualche tappa viene annullata per la pioggia, dobbiamo essere disposti a pagarlo, se sull'altro piatto della bilancia ci saranno la metà delle fratture e degli incidenti gravi in gara.

Ritengo che spingere i corridori a prendere coscienza delle proprie responsabilità sia molto più utile - per chi ha un ruolo come il mio - che insultarli per Morbegno o per il Gran San Bernardo; nell'articolo scrivevo che devono capire di avere un ruolo politico all'interno del ciclismo, ma perché lo capiscano quel ruolo gli va riconosciuto, e qualcuno deve pur cominciare a farlo. Anche dalla stampa, perché no? Anche pungolando chi li guida, perché no? Anche condividendo una visione che abbia come orizzonte un miglioramento delle condizioni lavorative di queste persone senza che ciò svilisca il senso del ciclismo stesso. Senso che rimarrà uguale a prima, perché nessuno - credo - ha in mente di sterilizzare questo sport, e nessuno ha in mente di vietare di gareggiare se piove (anche in discesa), a patto che le strade siano sicure.

PS: naturalmente i tifosi e gli appassionati hanno tutto il diritto di incazzarsi e pensarla come vogliono, a me basta sapere di aver innescato qualche riflessione in qualcuno. "Mi pagano per questo". :cincin:
Inutile scendere sul piano della dialettica con te perché so che sei molto più bravo di me. Tu scrivi per mestiere, io per diletto.

Ma permettimi almeno di dirti che hai scritto un lunghissima supercazzola, strumentalizzando la sicurezza dei ciclisti per ergerti a loro difensore dando a chi non è d'accordo con te del reazionario che vorrebbe imporre ai ciclisti condizioni di lavoro ottocentesche.
Eviti minuziosamente di analizzare i fatti però.

In questo post stai dicendo che messe in scena come quella di 2 giorni fa evitano le cadute di gruppo in cui i corridori si spaccano le ossa (facendo passare noi altri come quelli che vogliono farli cadere e soffrire in continuo). I corridori la discesa che non volevano fare e per via della quale hanno inscenato lo sciopero alla fine l'han percorsa e nessuno si è fatto male. Quindi a cosa è servito sto taglio non si capisce. Viceversa la maggior parte delle cadute purtroppo avviene in frangenti in apparenza molto più innocui, spesso in tappe piatte come un biliardo e questo dovresti saperlo.

Avevano votato per evitare quella discesa? Bene, una battaglia condotta con coerenza, avrebbe imposto loro di non accettare il compromesso con Vegni che tagliava quasi tutta la tappa, ma non la discesa incriminata.
Se fosse stata una battaglia seria, avrebbero dovuto dire: noi da lì non scendiamo. Invece sono finiti per trovare una soluzione che non ha migliorato di una virgola la loro sicurezza, col risultato di far incazzare tutti gli appassionati meno Marco Grassi.

Se le battaglie per i diritti dei ciclisti sono queste, non otterranno mai niente di veramente utile.
Se ieri faceva freddo (la gara poi fredda di sempre per Bettiol) dovevano scioperare anche ieri e sticazzi se i tifosi ti insultano. Evidentemente non ci credono neanche loro in quel che fanno. La chiamerei incoscienza di classe.

Ma questo non lo dici perché adesso ti sei intestato sta battaglia da paladino dei diritti dei ciclisti e quindi eviti di analizzare i fatti, lasciandoti andare ad una marea di bei concetti astratti.

I ciclisti hanno bisogno di un sindacato serio, fatto con dei rappresentanti credibili che seguano le vicende dei corridori tutti i giorni dell'anno e non solo una tantum come fa il tuo amichetto Hansen. Servono rappresentanti che poi non si rimangono la parola (il contrario di Salvato) e che non diano la colpa all'app de ilmeteo.it.
I grandi sindacalisti del passato scendevano in piazza in mezzo ai lavoratori, non mandavano telegrammi. Un sindacalista serio si sarebbe opposto alla tappa del O Gran Camino in cui i corridori sono passati tra le lapidi (o qualcosa di simile) rischiando d'ammazzarsi in caso di caduta. Un sindacalista serio avrebbe anticipato la protesta prendendosi la responsabilità della decisione già la sera prima. Hansen ha scritto un bellissimo post su Twitter ad ora di pranzo, quando i ciclisti si erano già beccati un paio d'ore di insulti.

Adesso vediamo Hansen come e quando si farà vivo. Magari domenica a Roma per farsi un giro in città, a Giro finito e quando non sarà più utile. Di solito sta gente fa così.


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Winter
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Esattamente
Ma in sto giro
Ok c è stato tanto maltempo
Ma tu hai visto percorsi pericolosi?
Discese da arresto?
Io no


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Walter_White
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Due post da incorniciare di Tranchee :clap: :clap: :clap:


FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
Fabioilpazzo
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Admin ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 6:45 Questa è la mia linea: Cicloweb sarà più che mai una sponda per questo processo. Se il prezzo da pagare per una sempre maggiore coscienza di classe dei corridori sarà che ogni tanto qualche tappa viene annullata per la pioggia, dobbiamo essere disposti a pagarlo, se sull'altro piatto della bilancia ci saranno la metà delle fratture e degli incidenti gravi in gara.
Marco, dai.
Gente che in volata ti prende a spallate e ti sposta con le mani. Gente che ti entra in curva all'interno che non si sa se la curva la fa o meno. Gente che fino a ieri faceva un altro sport e poi di botto si trova in mezzo a centocinquanta corridori. Gente che con vento a 40 all'ora laterale monta profili da 60. Gente che fa la Roubaix con i tubeless e non mette gli inserti per risparmiare 3 watt, solo che senza inserti il tubeless stallona e ti schianti. Gente che staccata dal gruppo e senza necessità di rientrare al posto di fermarsi per sistemare un cambio o una batteria lo fa stando in sella, in discesa, a 70 all'ora. Gente che per risalire il gruppo passa tranquillamente sui marciapiedi, ma si fa casino solo se un poveraccio finisce in una pozza e viene sbalzato all'interno del gruppo. Gente che un altro po' muore in volata, ma il problema è il collega che ha deviato, non le transenne attaccate con lo sputo a un metro dalle rotaie. Gente che al Tour si prende cartelli in faccia, si stampa a decine (quante cadute di gruppo ci sono state in questo Giro? Quante, per dire, nella prima settimana del Tour del 2021?), viene convogliata in arrivi folli, ma ehi, è il Tour! Gente che corre oggi in Argentina, domani in Cina e dopodomani in mezzo al deserto, ma è la globalizzazione del ciclismo!
Questa è la considerazione della propria salute e lo stato della coscienza di classe dei corridori, ai quali stranamente frega qualcosa solo se piove e fa freddo al Giro (perché, si sa, al Giro piove e fa freddo più che in qualunque altra situazione). Del resto, non gliene frega un cazzo. Poi spero che la correlazione pioggia/fratture/incidenti gravi sia una roba che hai buttato lì nel discorso a mo' di esempio, perché insomma...


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Maìno della Spinetta
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Admin, non è l'inizio di un processo (che partì infatti più di 10 anni fa e ancora è senza risvolti), non vedrai la protesta al Tour, non ci sarà Hansen che sviluppa una coscienza di classe. Queste cose avvengono al Giro sia per le condizioni meteo spesso particolari, sia perché nella partecipazione al Giro squadre top e corridori forti hanno un potere contrattuale ("se non fai come dico io l'anno prossimo non porto Roglic"; "chiedo un milione per tizio ma mi garantisci che..."). Quello che speri sia una coscienza embrionale altro non è che il risvolto di una dinamica contrattuale già presente - o, se preferisci un linguaggio ottocentesco, espressione della lotta contro un anello debole della struttura (RCS, il piccolo proprietario terriero di una volta), mentre il capitale, il Tour, marcia avanti indisturbato.

PS Il meteo.it
Si è davvero basato su a ilmeteo.it?

La tendenza era chiara: Salvato doveva se mai negoziare GSB dentro e saltare il Sempione ieri.

Ci vuole del dilettantismo per decidere questioni così importanti usando ilmeteo.it


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Krisper
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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quello che avviene nel mondo del ciclismo è un processo, iniziale, di sindacalismo.

non intendo temporalmente, ma di coscienza.
un tempo si mandava allo sbaraglio il ciclista più rappresentativo, per poi pugnalarlo alle spalle alla prima occasione, avete capito a chi mi riferisco.

Oggi stiamo assistendo a qualcosa di diverso, una maturazione politica, che inevitabilmente passa anche per errori grossolani come quello di venerdì o morbegno 2020.

talvolta i corridori sono come liceali che scioperano perché ci sono i termosifoni spenti, ma sono anche liceali che chiedono di non morire negli stage scuola-lavoro, sono anche liceali che si costruiscono nella pratica una coscienza politica.

nessuno nasce imparato, si può, forse deve, sbagliare, anche clamorosamente e, se vogliamo, i ciclisti sono politicamente meno maturi dei liceali

ma è il processo che conta, e questo non è negativo, anzi.

Se ho ben interpretato è questo il pensiero di MG, per nulla idealista, ma alla ricerca della prassi politica più essenziale: quella sindacale, in un mondo come il ciclismo. Direi che ci troviamo davanti ad un evento storico, per lo sport e forse non solo.

Poi che venga fatta bene o male è un altro discorso.

Hansen è appena arrivato in quel ruolo, saranno i fatti ed il tempo a dirci se avrà fatto bene o male.

ora bisogna ricomporre questa spaccatura tra tifosi e ciclisti.
loro non devono chiudersi, con frasi tipo "facile dal divano, vieni a prendere tu il freddo"
noi nell'essere giudici severi, con la carabina carica e pronti a sparare, e non dando anche noi il nostro contributo ad un cambio culturale.
Altrimenti anche noi chiediamo il diritto alla scuola pubblica e poi non entriamo per i termosifoni spenti.
chiediamo sicurezza e salute, un ciclismo più umano, e poi ci lamentiamo di corridori preoccupati di correre in condizioni da tregenda.

Che non c'erano assolutamente, ma qualcuno glielo ha fatto credere. Errore, ma purtroppo non si può tornare indietro.

Comunque sempre con rispetto di chi corre sotto la pioggia ed in freddo come ieri.


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
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chinaski89
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 10:54 quello che avviene nel mondo del ciclismo è un processo, iniziale, di sindacalismo.

non intendo temporalmente, ma di coscienza.
un tempo si mandava allo sbaraglio il ciclista più rappresentativo, per poi pugnalarlo alle spalle alla prima occasione, avete capito a chi mi riferisco.

Oggi stiamo assistendo a qualcosa di diverso, una maturazione politica, che inevitabilmente passa anche per errori grossolani come quello di venerdì o morbegno 2020.

talvolta i corridori sono come liceali che scioperano perché ci sono i termosifoni spenti, ma sono anche liceali che chiedono di non morire negli stage scuola-lavoro, sono anche liceali che si costruiscono nella pratica una coscienza politica.

nessuno nasce imparato, si può, forse deve, sbagliare, anche clamorosamente e, se vogliamo, i ciclisti sono politicamente meno maturi dei liceali

ma è il processo che conta, e questo non è negativo, anzi.

Se ho ben interpretato è questo il pensiero di MG, per nulla idealista, ma alla ricerca della prassi politica più essenziale: quella sindacale, in un mondo come il ciclismo. Direi che ci troviamo davanti ad un evento storico, per lo sport e forse non solo.

Poi che venga fatta bene o male è un altro discorso.

Hansen è appena arrivato in quel ruolo, saranno i fatti ed il tempo a dirci se avrà fatto bene o male.

ora bisogna ricomporre questa spaccatura tra tifosi e ciclisti.
loro non devono chiudersi, con frasi tipo "facile dal divano, vieni a prendere tu il freddo"
noi nell'essere giudici severi, con la carabina carica e pronti a sparare, e non dando anche noi il nostro contributo ad un cambio culturale.
Altrimenti anche noi chiediamo il diritto alla scuola pubblica e poi non entriamo per i termosifoni spenti.
chiediamo sicurezza e salute, un ciclismo più umano, e poi ci lamentiamo di corridori preoccupati di correre in condizioni da tregenda.

Che non c'erano assolutamente, ma qualcuno glielo ha fatto credere. Errore, ma purtroppo non si può tornare indietro.

Comunque sempre con rispetto di chi corre sotto la pioggia ed in freddo come ieri.
La tutela della salute passa più da limitare eccessi di magrezza (utopico ma li davvero la tuteli) e soprattutto evitando i 'marginal gain' che sappiamo tutti che vuol dire in realtà. Quella è tutela della salute, non evitare pioggia e freddo. Ieri ho finito una gara di Trail, 100km sotto la pioggia per circa 75, non mi sento un eroe e nessuno ha chiesto tagli di percorso, un migliaio di partecipanti sulle varie distanze hanno subito le stesse condizioni meteorologiche senza fare i martiri. Ok che per loro è lavoro, ma tutelerei prima altre categorie. Mi ripeto: paragonare le lotte sindacali di professionisti a quelle di comuni lavoratori è semplicemente ridicolo. Anche perchè mica è obbligatorio fare il professionista, lavorare si se vuoi mangiare.

Poi io continuo a non capire perchè abbiano corso la Roubaix di Colbrelli o in generale tutte le Roubaix, che con sto principio andrebbe proprio eliminata


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Tranchée d'Arenberg
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 10:54 quello che avviene nel mondo del ciclismo è un processo, iniziale, di sindacalismo.

non intendo temporalmente, ma di coscienza.
un tempo si mandava allo sbaraglio il ciclista più rappresentativo, per poi pugnalarlo alle spalle alla prima occasione, avete capito a chi mi riferisco.

Oggi stiamo assistendo a qualcosa di diverso, una maturazione politica, che inevitabilmente passa anche per errori grossolani come quello di venerdì o morbegno 2020.
Questa mi pare che sia una vostra idea non supportata dai fatti. Parlo della presunta nascita di un processo di sindacalismo nel mondo del ciclismo. Quello di venerdì è un episodio non troppo dissimile da quell'altro, altrettanto ridicolo, di Morbegno. La maturazione politica del gruppo non so da quale aspetto riuscite a desumerla. Dalla figuraccia che hanno fatto prendendo come spunto un'app delle previsioni meteo? Dalle successive scuse di Salvato? Dal messaggio twitter pieno di retorica (scritto molto bene, devo dire) di un rappresentante sindacale distante 1000 km dal luogo dei fatti? La maturazione politica ci sarebbe stata se avessero poi tenuto fede a quanto deciso la sera prima, cosa che non hanno assolutamente fatto.
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 10:54 talvolta i corridori sono come liceali che scioperano perché ci sono i termosifoni spenti, ma sono anche liceali che chiedono di non morire negli stage scuola-lavoro, sono anche liceali che si costruiscono nella pratica una coscienza politica.
Al liceo certe volte partivano dei tam tam: domani non si entra. Motivo? Boh. Alcuni arrivarono perfino a gettare la creolina nelle aule per guadagnarsi una settimana di cazzeggio. Poi, di fronte ai problemi reali che nel mio liceo erano tanti, nessuno dei finti ribelli muoveva un dito.

Chi scrive è una persona che poi, crescendo, è diventato uno dei personaggi di spicco del movimento studentesco dell'onda (2008-2010) in quel dell'Università della Calabria. Abbiamo passato nottate insonni per organizzare manifestazioni, siamo scesi in piazza decine di volte, ho personalmente ricevuto inquietanti avvertimenti dai dirigenti della Digos di Cosenza ("smettila, altrimenti dobbiamo arrestarti") e sono stato preso di peso dai loro colleghi di Reggio Calabria durante i tristissimi fatti di Rosarno del 2011. Ho successivamente partecipato a manifestazioni in cui sono anche avvenuti fatti particolarmente violenti. Ne vado fiero.
Abbiamo fatto mille battaglie, quasi tutte perse, ma sempre a testa alta, spinti dalla voglia di difedere prima i diritti degli studenti e poi quelli del popolo, mossi da una coscienza politica che ci siamo costruiti giorno dopo giorno e da un'intransigente coerenza politica.

Sarò presuntuoso, ma qua dentro pochi altri sanno meglio di me cos'è una coscienza di classe. Per questo m'incazzo di fronte a ste pagliacciate.

La ridicola pantomima di venerdì è molto simile a quelle buffonate fatte da 15enni al Liceo e ha poco a che fare con le proteste del movimento a cui ho poi dato anima e corpo.
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 10:54 nessuno nasce imparato, si può, forse deve, sbagliare, anche clamorosamente e, se vogliamo, i ciclisti sono politicamente meno maturi dei liceali

ma è il processo che conta, e questo non è negativo, anzi.

Se ho ben interpretato è questo il pensiero di MG, per nulla idealista, ma alla ricerca della prassi politica più essenziale: quella sindacale, in un mondo come il ciclismo. Direi che ci troviamo davanti ad un evento storico, per lo sport e forse non solo.
Secondo me state prendendo una colossale cantonata. Il processo di cui parlate non c'è. Se ci fosse una parvenza di questo presunto processo, io sarei il primo ad esserne contento. Magari a sbagliarmi sono io, ma da un punto di vista oggettivo non c'è nulla se non la vostra speranza che le cose possano andare come voi pensate. Cos'hanno fatto di storico rispetto a Morbegno? La prassi politica di cui parlate tu e Marco sta nelle vostre teste pensanti, ma non vi è dimostrazione alcuna che ci sia in quella del gruppo. Datemi evidenza di questo germe di coscienza di classe e ve ne darò atto. Certo se la coscienza è quella di Salvato, lo stesso che difendeva la porcata di Morbegno e che 48 ore fa ha chiesto scusa prendendosela col meteo.it, sono messi male. Mi offro volontario per far loro da consulente. Di sicuro non mi tirerei indietro, ne farei il capopopolo da Praga.

Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 10:54 Poi che venga fatta bene o male è un altro discorso.

Hansen è appena arrivato in quel ruolo, saranno i fatti ed il tempo a dirci se avrà fatto bene o male.
Qui ti posso smentire in maniera secca e precisa. Hansen è stato eletto da poco al CPA, ma era uno dei capibastone che organizzò Morbegno. Già quest'aspetto dovrebbe fare riflettere. Intanto aspettiamo che arrivi al Giro prima che il Giro finisca.
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 10:54 ora bisogna ricomporre questa spaccatura tra tifosi e ciclisti.
loro non devono chiudersi, con frasi tipo "facile dal divano, vieni a prendere tu il freddo"
noi nell'essere giudici severi, con la carabina carica e pronti a sparare, e non dando anche noi il nostro contributo ad un cambio culturale.
Altrimenti anche noi chiediamo il diritto alla scuola pubblica e poi non entriamo per i termosifoni spenti.
chiediamo sicurezza e salute, un ciclismo più umano, e poi ci lamentiamo di corridori preoccupati di correre in condizioni da tregenda.

Che non c'erano assolutamente, ma qualcuno glielo ha fatto credere. Errore, ma purtroppo non si può tornare indietro.

Comunque sempre con rispetto di chi corre sotto la pioggia ed in freddo come ieri.
Il rispetto per chi corre sotto le intemperie credo che l'abbiamo sempre avuto, almeno io personalmente. Ma da venerdì per quanto mi riguarda si è rotto qualcosa e ancora devo decidere se oggi guarderò la tappa o farò i cazzi miei e sarebbe la prima volta in oltre 25 anni (ne ho quasi 38) che farei una cosa del genere. Se gli insulti verso i ciclisti sono ingiusti, sono ancora peggio gli atteggiamenti di molti ciclisti che sentitisi attaccati, hanno risposto con disprezzo degli appassionati. Ad esempio De Marchi, uno dei corridori che più rispett(avo) fino a ieri che ha dato risposte nel tono del virgolettato che riporti anche tu. E' vero, io commento dal divano, molto pià spesso lo faccio dalla postazione dell'ufficio, rischiando un richiamo (l'hanno scorso mi chiamò l'ICT per dirmi che avevo sorbito tutta la banda della rete). Ma se gli stronzi come me si rompono i coglioni, viene giù il giocattolo. Potrei disdire l'abbonamento ad ES, non entrare pià su cicloweb, PCS, Fristcycling, etc. Potrei evitare di farmi 2100 km per andare a vedere il Fiandre. E come me molti altri. Ecco, magari se succede questo, togliamo a Bettiol e a De Marchi il problema di dover correre al freddo come successo ieri. Forse il problema siamo veramente noi appassionati.

Dici che i corridori sono preoccupati di correre in condizioni da tregenda e della loro sicurezza. Io vedo invece del bipolarismo. Venerdì han fatto di tutto per saltare una discesa ritenuta complicata dal freddo e dalla pioggia. E' finita che hanno accettato di tagliare i 120 km precedenti, percorrendo quella discesa. Per di più erano quasi tutti in mezze maniche e senza gambali. Poi ieri hanno disputato la tappa con temperature prossime allo zero. Questa è dabbenaggine, non lotta sindacale.


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Dov'è che si vota per eleggere Tranchee rappresentante dei forumisti?


pietro
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Tommeke92 ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 12:17 Dov'è che si vota per eleggere Tranchee rappresentante dei forumisti?
+1


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Tommeke92 ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 12:17 Dov'è che si vota per eleggere Tranchee rappresentante dei forumisti?
:carta:


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Tranchée d'Arenberg
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Trullo
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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+1 per Tranchee (a scanso di equivoci, ho fatto per anni il rappresentante sindacale nella filiale italiana di una multinazionale)


Spartakus
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Che poi la controparte sindacale dei corridori sono in primis le squadre, non gli organizzatori. Mi pare che le squadre abbiano ampiamente sostenuto questa protesta, probabilmente per mettere in chiaro chi comanda con RCS.

Il paragone con lo sciopero scolastico non regge. Mi pare piuttosto lo studente che non ha studiato e che si presenta in classe con la giustificazione del genitore connivente.

Aggiungo anche che trovo che gli attacchi al pubblico stile Bettiol siano particolarmente sciocchi. È chiaro che Bettiol se crede che non ci siano le condizioni può decidere di non fare metà tappa. E se a me la tappa accorciata a metà fa schifo, io sono altrettanto libero di decidere che non la guardo.

Ah, io poi la cassaintegrazione a Bettiol non sono disposto a pagargliela.


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Trullo
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Spartakus ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 12:41 Che poi la controparte sindacale dei corridori sono in primis le squadre
Fra l'altro...


castelli
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Spartakus ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 12:41 Che poi la controparte sindacale dei corridori sono in primis le squadre, non gli organizzatori. Mi pare che le squadre abbiano ampiamente sostenuto questa protesta, probabilmente per mettere in chiaro chi comanda con RCS.

Il paragone con lo sciopero scolastico non regge. Mi pare piuttosto lo studente che non ha studiato e che si presenta in classe con la giustificazione del genitore connivente.

Aggiungo anche che trovo che gli attacchi al pubblico stile Bettiol siano particolarmente sciocchi. È chiaro che Bettiol se crede che non ci siano le condizioni può decidere di non fare metà tappa. E se a me la tappa accorciata a metà fa schifo, io sono altrettanto libero di decidere che non la guardo.

Ah, io poi la cassaintegrazione a Bettiol non sono disposto a pagargliela.
la mentatlità performativa si è impadronita dei corridori.

cinque mesi per preparare il tour x o il giro y, cinque mesi da fachiro e anche loro giustamente vogliono miusrarsi per quello che hanno preparato e non vogliono imprevisti.

team e corridori sono una voce unica: stanno dalla stessa parte.
che sia il pericolo inesitente del covid, che siano le strade con le buche, che siano le basse temperature il ciclista performativo quello del teide non vuole correre in situazioni che annullino la bella preparazione fatta per i cinque mesi precedenti.

lo spettacolo sono i numeri che riusciamo a fare. no performance no spettacolo.

qui gli organizzatori li manderebbero a cagare ma sanno che senza di loro non c'è spettacolo.

è proprio cambiato lo sport. il cislimo è stato uno degli ultimi a cedere.

la tappa del 2001 di francavilla a mare è in anticipo di una quindicina 'anni sulla modernità del ciclismo.
cipollini che maledice chi attacca alla prima tappa e gli fa saltare la volata.
casagrande che dice che ci sono dei corridori ignoranti che corrono come se fosse l'ultima tappa mentre è la prima.

i team di quei corridori che difendono la strampalata idea dei corridori che la prima tappa sia un no contest fino alla volata.
hai tutte le montagne che cazzo te ne fai di una tappa del genere?

i team di quelli caduti dicono che non andava corso, i team di quelli in fuga dicono che la corsa è corsa.

questo contrasto oggi non c'è più. si sono tutti uniformati verso la performance pura.

oggi team e corridori viaggiano uniti e gli organizzatori si adegueranno.

non c'è nessuna battaglia sindacale.

alla fine weilandt è morto in una giornata di sole.

i corridori si adeguano a quelli ceh sono i tempi attuali dello sport. che sono tempi in cui la tecnologia e la ricerca della perfezione hanno ucciso il lato romantico.
chi è vecchio è attaccato a questo lato romantico.
Ultima modifica di castelli il domenica 21 maggio 2023, 13:15, modificato 2 volte in totale.


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
non credette alla tenuta di rogla fino a verona.
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Il ciclismo è bello per l'imprevedibilità ed il lato romantico però, se lo riduci a performance diventa come la maratona, televisivamente inguardabile. Poi il pubblico è composto al 99% da vecchi, o comunque non giovani come me, quindi a loro devi rivolgerti. Senza pubblico non li pagano più eh banalmente


Spartakus
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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chinaski89 ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 13:01 Il ciclismo è bello per l'imprevedibilità ed il lato romantico però, se lo riduci a performance diventa come la maratona, televisivamente inguardabile. Poi il pubblico è composto al 99% da vecchi, o comunque non giovani come me, quindi a loro devi rivolgerti. Senza pubblico non li pagano più eh banalmente
Esatto, a nessuno frega niente della performance pura di uno che va in bicicletta.


Winter
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 10:54 chiediamo sicurezza e salute, un ciclismo più umano, e poi ci lamentiamo di corridori preoccupati di correre in condizioni da tregenda.
Condizioni da tregenda che non ci son mai state..
Ma poi..
Uno ammira i professionisti proprio per le condizioni estreme..
Se le fanno i cicloamatori..e i pro si rifiutano di farle..perdi tanto

Il ciclismo piace proprio per la sua parte eroica..
Ormai sparita

Ieri c era una frase di madiot
Mica è obbligatorio che tutti lo finiscano il giro..quando hinault vinse la liegi..arrivarono in 20.. una delle più grande imprese della sua carriera.. (oggi l avreste annullata)


Benoit_Pizzuto
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 10:04 Un sindacalista serio si sarebbe opposto alla tappa del O Gran Camino in cui i corridori sono passati tra le lapidi (o qualcosa di simile) rischiando d'ammazzarsi in caso di caduta.
In quella circostanza il n'y avait pas des proteste parce que se non altro erano già nel posto juste al momento juste
Ultima modifica di Benoit_Pizzuto il domenica 21 maggio 2023, 13:50, modificato 1 volta in totale.


Bomby
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Mi ritrovo con lo stesso stato d'animo di tranchee. Io ieri mi sono letto un libro e ho guardato gli ultimi 20 km, apprendendo con fastidio che i pecoroni del gruppo erano andati ancora una volta a spasso, dopo non aver fatto una mazza per 14 tappe. Oggi finirà uguale, ho dato un occhio ai primi km, il gruppo anche oggi non ha intenzione di fare nulla.
Anzi, se uno osa muovere qualche critica si sente rispondere in modo sprezzante. E qualcuno poi si permette di usare scuse ridicole, al limite dell'insultante ("tirava vento, non abbiamo attaccato", "avete visto cosa è successo a 500 km di distanza?!", "Noi non siamo i corridori di 20 anni fa, non corriamo sotto la pioggia perché non ci dopiamo"). Io francamente mi sento preso per il culo, e penso che molti altri si sentano così. Poi oggi Formolo dice che fino ad ora non ci sono state tappe di montagna dure: e grazie al cazzo, una l'avete pascolata e l'altra ve la siete fatta tagliare e poi avete continuato con lo sciopero bianco.
Ma io devo perdere le ore a seguire sti qua?
Ditelo: del giro d'Italia non ce ne frega un cazzo, lo facciamo perché siamo costretti, per fare numero in bacheca, ma i nostri interessi sono altri, e correre in un paese del terzo mondo con questi organizzatori folcloristici è solo una seccatura. Smettiamo di correrlo e proviamo nostalgia per i bei tempi, fino a quando anche il giro cadrà nell'oblio, e nessuno se ne ricorderà più. La strada è già segnata, con i nostri sforzi stiamo solo rallentando con le mani la corsa di un processo inarrestabile.


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Subsonico
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 10:54 quello che avviene nel mondo del ciclismo è un processo, iniziale, di sindacalismo.

non intendo temporalmente, ma di coscienza.
un tempo si mandava allo sbaraglio il ciclista più rappresentativo, per poi pugnalarlo alle spalle alla prima occasione, avete capito a chi mi riferisco.

Oggi stiamo assistendo a qualcosa di diverso, una maturazione politica, che inevitabilmente passa anche per errori grossolani come quello di venerdì o morbegno 2020.

talvolta i corridori sono come liceali che scioperano perché ci sono i termosifoni spenti, ma sono anche liceali che chiedono di non morire negli stage scuola-lavoro, sono anche liceali che si costruiscono nella pratica una coscienza politica.

nessuno nasce imparato, si può, forse deve, sbagliare, anche clamorosamente e, se vogliamo, i ciclisti sono politicamente meno maturi dei liceali

ma è il processo che conta, e questo non è negativo, anzi.

Se ho ben interpretato è questo il pensiero di MG, per nulla idealista, ma alla ricerca della prassi politica più essenziale: quella sindacale, in un mondo come il ciclismo. Direi che ci troviamo davanti ad un evento storico, per lo sport e forse non solo.

Poi che venga fatta bene o male è un altro discorso.

Hansen è appena arrivato in quel ruolo, saranno i fatti ed il tempo a dirci se avrà fatto bene o male.

ora bisogna ricomporre questa spaccatura tra tifosi e ciclisti.
loro non devono chiudersi, con frasi tipo "facile dal divano, vieni a prendere tu il freddo"
noi nell'essere giudici severi, con la carabina carica e pronti a sparare, e non dando anche noi il nostro contributo ad un cambio culturale.
Altrimenti anche noi chiediamo il diritto alla scuola pubblica e poi non entriamo per i termosifoni spenti.
chiediamo sicurezza e salute, un ciclismo più umano, e poi ci lamentiamo di corridori preoccupati di correre in condizioni da tregenda.

Che non c'erano assolutamente, ma qualcuno glielo ha fatto credere. Errore, ma purtroppo non si può tornare indietro.

Comunque sempre con rispetto di chi corre sotto la pioggia ed in freddo come ieri.

Guarda Kristian, i ragionamenti che riporti sono tutti condivisibili, ma io ho il timore che sopravvaluti i ciclisti.
Niente mi fa pensare che siano tanto diversi da quelli di 30-40 anni fa. Ossia individualisti, opportunisti, generalmente privi di coscienza di categoria ("classe" mi pare esagerato nel contesto).
Gli errori di Morbegno e di San Bernardo non fanno che peggiorare questa percezione.

Sai qual'è la cosa triste? Che pochissimi abbiano spinto sull'unico motivo per il quale valeva la pena protestare.
La discesa della Croix de Coeur aveva delle criticità iniziali, ma sopratutto le criticità erano dovute a delle gravi, e sottolineo gravi, mancanze organizzative.
Anche se non c'erano pericoli concreti, era qualcosa su cui chi ha interesse nella salute dei corridori non può soprassedere.
E invece cos'hanno fatto? Una votazione anonima tra i corridori per tagliare una salita per il freddo potenziale.
Il 90% dice sì. E grazie al caz, aggiungo io: corrisponde alla percentuale dei corridori che in una tappa come quella di Crans Montana non ha altra ambizione che arrivare in fondo.
A prova di ciò, quando RCS gli fa una proposta oscena, da mercato delle vacche, i rappresentanti dicono volentieri sì, anziché rispondere con un sonoro vaffanculo.

Altra cosa triste: lo sai già, praticamente tutti gli ex-corridori non presenti hanno dato contro la decisione. E questo fa parte dell'argomento di cui sopra, tra i ciclisti la coscienza di categoria è (e resterà ancora a lungo) una chimera.
Ma sono pronto a scommettere (e quando dico così, intendo che sono sicuro al 101%) che più di un corridore in attività, una volta tirato fuori dal gregge potrebbe avere qualcosa da ridire. Tipo che se c'era un "jolly" maltempo da giocare, poteva essere benissimo sfruttato il giorno dopo, con nessun peso sugli equilibri di corsa e forse maggior giovamento alla salute dei corridori. Però quando sei dentro il gregge, segui il gregge e magari ragioni male. Per fortuna non tutti si sentono in dovere di esternare la loro ingenuità come Bettiol.


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Forse sopravvaluto i corridori, ma lascio una speranza a questo sport; mi permetto di dire che la vostra "rabbia", anche giustificata per quello avvenuto venerdì, vuol dire che il ciclismo è morto.
Ma morto davvero.

Magari avete ragione, allora non vi rimane altro di spegnere la TV, per lo meno per i grandi giri.

Riconosco a Primo che questa coerenza l'ha sempre avuta, lui è da tempo che dice che il ciclismo dei GT è morto, e non perché hanno tagliato il GSB.

Personalmente vedo un fenomeno in corso, l'aver ottenuto un protocollo climatico per le condizioni estreme è una testimonianza. Poi lo stesso protocollo non era applicabile venerdì.

Che venerdì abbiano sbagliato è indubbio.

Lo sport (tutto) è cambiato radicalmente rispetto al passato, da un punto di vista culturale; un Gavia 88 non ci sarà più, come le partite di campionato tutte alle 15.

E se non si trova un compromesso con chi corre, il rischio di trovarsi sui rulli c'è.
Il ciclismo è uno sport vecchio, lontano dal clima e sensibilità culturali odierne, la sua scomparsa non è impossibile, per fortuna ancora improbabile.
Bisogna capire che tutti coloro che amano questo sport devono trovare il giusto equilibrio, sforzarsi di capire l'altra parte, e questa responsabilità è soprattutto in carico ai corridori, ma non solo loro.

Sarebbe bello un De Marchi, o altro corridore, rispondesse al mio posto, ci accorgeremmo che il ciclista di oggi è più maturo di quanto immaginiamo.

OT
Sulle patenti politiche e cosa sia o non sia sindacato, ognuno ha la sua visione.
Io faccio parte di chi ha perso, ma perso di brutto, perciò lascio ad ognuno la propria opinione, non c'è niente di più patetico di chi ha perso e dice "io ve lo avevo detto".


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Dimenticavo

Voto anch'io per Tranchée rappresentante del forum :cincin:


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Mi aggrego all'apprezzamento per Tranchée, mi ritrovo in tutti i suoi interventi qui.
Fabioilpazzo ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 10:40
Admin ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 6:45 Questa è la mia linea: Cicloweb sarà più che mai una sponda per questo processo. Se il prezzo da pagare per una sempre maggiore coscienza di classe dei corridori sarà che ogni tanto qualche tappa viene annullata per la pioggia, dobbiamo essere disposti a pagarlo, se sull'altro piatto della bilancia ci saranno la metà delle fratture e degli incidenti gravi in gara.
Marco, dai.
Gente che in volata ti prende a spallate e ti sposta con le mani. Gente che ti entra in curva all'interno che non si sa se la curva la fa o meno. Gente che fino a ieri faceva un altro sport e poi di botto si trova in mezzo a centocinquanta corridori. Gente che con vento a 40 all'ora laterale monta profili da 60. Gente che fa la Roubaix con i tubeless e non mette gli inserti per risparmiare 3 watt, solo che senza inserti il tubeless stallona e ti schianti. Gente che staccata dal gruppo e senza necessità di rientrare al posto di fermarsi per sistemare un cambio o una batteria lo fa stando in sella, in discesa, a 70 all'ora. Gente che per risalire il gruppo passa tranquillamente sui marciapiedi, ma si fa casino solo se un poveraccio finisce in una pozza e viene sbalzato all'interno del gruppo. Gente che un altro po' muore in volata, ma il problema è il collega che ha deviato, non le transenne attaccate con lo sputo a un metro dalle rotaie. Gente che al Tour si prende cartelli in faccia, si stampa a decine (quante cadute di gruppo ci sono state in questo Giro? Quante, per dire, nella prima settimana del Tour del 2021?), viene convogliata in arrivi folli, ma ehi, è il Tour! Gente che corre oggi in Argentina, domani in Cina e dopodomani in mezzo al deserto, ma è la globalizzazione del ciclismo!
Questa è la considerazione della propria salute e lo stato della coscienza di classe dei corridori, ai quali stranamente frega qualcosa solo se piove e fa freddo al Giro (perché, si sa, al Giro piove e fa freddo più che in qualunque altra situazione). Del resto, non gliene frega un cazzo. Poi spero che la correlazione pioggia/fratture/incidenti gravi sia una roba che hai buttato lì nel discorso a mo' di esempio, perché insomma...
E quoto in toto anche questo.


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Tranchée d'Arenberg ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 12:13
Visto che a Marco piace tanto evocare le grandi battaglie dei lavoratori del passato, è un po come se dei metalmeccanici protestassero per chiedere maggiore sicurezza, finendo per ottenere solo un tavolino da ping pong nella mensa. [/b]
... Che poi è il livello delle battaglie sindacali degli ultimi decenni :diavoletto:


Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)

'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Admin dai.
Il tuo ragionamento poteva andare bene se venerdì ci fossero state condizioni davvero difficili.
E non c'erano.
È colpa dell'organizzazione se piove da due settimane al Giro?
Adam Hansen non poteva barattare il taglio del Sempione (quello sì in condizioni limite) con il disputare la tappa di venerdì per intero?
Lo ha detto bene Visconti sul suo profilo Facebook: quando certi sceriffi del gruppo cominciano a mettere in giro l'idea che una certa salita non la vuole fare, o che vuole mozzare una tappa, il gregge poi lo segue.

È il segreto di pulcinella che in Ineos hanno protestato per il croix de coeur, tutti gli siano andati dietro e alla fine abbiano ottenuto di tagliare 120 km di tappa, a patto di fare il croix de coeur.
Ma allora se il problema era la sicurezza di quella discesa, perché il gruppo, Adam Hansen, i team, alla fine hanno accettato di farla?
Il freddo era un problema per la salute?
Allora tagli anche il Sempione il giorno dopo.

Quella di ieri è stata una protesta strumentale, che con la salute dei corridori ha poco a che fare.
È stato l'ennesimo sgarbo alla direzione del giro da parte dei team, che vogliono comandare a casa di altri.


Spartakus
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:33 Forse sopravvaluto i corridori, ma lascio una speranza a questo sport; mi permetto di dire che la vostra "rabbia", anche giustificata per quello avvenuto venerdì, vuol dire che il ciclismo è morto.
Ma morto davvero.

Magari avete ragione, allora non vi rimane altro di spegnere la TV, per lo meno per i grandi giri.

Riconosco a Primo che questa coerenza l'ha sempre avuta, lui è da tempo che dice che il ciclismo dei GT è morto, e non perché hanno tagliato il GSB.

Personalmente vedo un fenomeno in corso, l'aver ottenuto un protocollo climatico per le condizioni estreme è una testimonianza. Poi lo stesso protocollo non era applicabile venerdì.

Che venerdì abbiano sbagliato è indubbio.

Lo sport (tutto) è cambiato radicalmente rispetto al passato, da un punto di vista culturale; un Gavia 88 non ci sarà più, come le partite di campionato tutte alle 15.

E se non si trova un compromesso con chi corre, il rischio di trovarsi sui rulli c'è.
Il ciclismo è uno sport vecchio, lontano dal clima e sensibilità culturali odierne, la sua scomparsa non è impossibile, per fortuna ancora improbabile.
Bisogna capire che tutti coloro che amano questo sport devono trovare il giusto equilibrio, sforzarsi di capire l'altra parte, e questa responsabilità è soprattutto in carico ai corridori, ma non solo loro.

Sarebbe bello un De Marchi, o altro corridore, rispondesse al mio posto, ci accorgeremmo che il ciclista di oggi è più maturo di quanto immaginiamo.

OT
Sulle patenti politiche e cosa sia o non sia sindacato, ognuno ha la sua visione.
Io faccio parte di chi ha perso, ma perso di brutto, perciò lascio ad ognuno la propria opinione, non c'è niente di più patetico di chi ha perso e dice "io ve lo avevo detto".
Guarda, seguo il ciclismo da trent'anni. Un tempo passavo ore e ore a guardare tappe di Gt; il sabato e la domenica stavo a casa a guardare ore di diretta in attesa di uno scatto. Oggi no. Il weekend vado al mare, in montagna, poi mi guardo mezz'ora di highlights su gcn. Il tempo libero è poco, non mi va di buttarlo in questo modo.

Le uniche corse che ormai seguo con passione dai 70-100 km sono le classiche del nord, proprio perché lì (per ora) le logiche sono diverse.

Se QUESTO Giro morisse sinceramente me ne fregherebbe fino a un certo punto. I video di Aprica 94 o del colle delle finestre 2005 (ma anche della tappa del mediocre giro 2002 in cui entrarono in crisi Evans e Frigo) ce li ho salvati, continuerò a guardare quelli quando mi va. È un modo molto migliore di impiegare il mio tempo.


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Bomby ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 13:49 Mi ritrovo con lo stesso stato d'animo di tranchee. Io ieri mi sono letto un libro e ho guardato gli ultimi 20 km, apprendendo con fastidio che i pecoroni del gruppo erano andati ancora una volta a spasso, dopo non aver fatto una mazza per 14 tappe. Oggi finirà uguale, ho dato un occhio ai primi km, il gruppo anche oggi non ha intenzione di fare nulla.
Anzi, se uno osa muovere qualche critica si sente rispondere in modo sprezzante. E qualcuno poi si permette di usare scuse ridicole, al limite dell'insultante ("tirava vento, non abbiamo attaccato", "avete visto cosa è successo a 500 km di distanza?!", "Noi non siamo i corridori di 20 anni fa, non corriamo sotto la pioggia perché non ci dopiamo"). Io francamente mi sento preso per il culo, e penso che molti altri si sentano così. Poi oggi Formolo dice che fino ad ora non ci sono state tappe di montagna dure: e grazie al cazzo, una l'avete pascolata e l'altra ve la siete fatta tagliare e poi avete continuato con lo sciopero bianco.
Ma io devo perdere le ore a seguire sti qua?
Ditelo: del giro d'Italia non ce ne frega un cazzo, lo facciamo perché siamo costretti, per fare numero in bacheca, ma i nostri interessi sono altri, e correre in un paese del terzo mondo con questi organizzatori folcloristici è solo una seccatura. Smettiamo di correrlo e proviamo nostalgia per i bei tempi, fino a quando anche il giro cadrà nell'oblio, e nessuno se ne ricorderà più. La strada è già segnata, con i nostri sforzi stiamo solo rallentando con le mani la corsa di un processo inarrestabile.
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:33 Che venerdì abbiano sbagliato è indubbio.
E invece a quanto pare no. C'è chi sembra negarlo. E sono pareri molto autorevoli e che stimo molto, a cominciare da Marco ovviamente, ma non solo.


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