La crisi del ciclismo italiano
Re: La crisi del ciclismo italiano
sta storia della super concorrenza..
io lo vedo all'opposto..
ci son meno ciclisti agonisti di una volta
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Il fatto che un corridore va molto piano a cronometro non è la causa per cui non si possono vincere i GT ma è la conseguenza che si va piano.
Quando uno migliora, migliora in tutto, magari arriva decimo a cronometro ma se hai il motore, a cronometro si migliora.
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1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
le generazioni che avete citato sono ottime generazioni.
io ritengo Pogacar ed Evenepoel superiori ai corridori che avete nominato, grandissimi corridori comunque; su Thomas e Roglic invece concordo con voi.
in ogni caso, il mio paragone era con Aru.
Il miglior Aru oggi non vincerebbe la Vuelta.
Uno Zana a livello di Aru non porta a casa la Vuelta (felice di essere smentito, ovviamente)
io ritengo Pogacar ed Evenepoel superiori ai corridori che avete nominato, grandissimi corridori comunque; su Thomas e Roglic invece concordo con voi.
in ogni caso, il mio paragone era con Aru.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Rispondo sulla questione della superconcorrenza, più che sul numero io parlo di provenienza, non solo le consuete Francia Spagna Olanda Belgio, Belgio che comunque ha appena sfornato un corridore che vince i GT ed anche Uijtdebroeks credo venga su davvero bene, sembra diminuita l'onda colombiana, al momento, abbiamo però il primo danese che ha vinto un Tour ed un movimento nordico in grande crescita, gli australiani, il mondo anglosassone che ha dominato le corse a tappe e che continua a sfornare talenti, gli sloveni pochi ma direi buoni, gli USA che sono più indietro ma potrebbero tornare e chissà che non arrivi prima o poi anche un Girmay per le corse a tappe, insomma oltre al problema che al momento ci reggiamo su Caruso e Ciccone io vedo uno concorrenza ampia intanto per provenienza, urgerebbe al più presto un nuovo Nibali ma anche un Aru andrebbe benissimo...comunque questo Giro per l'Italia, viste le prospettive a breve, lo ritengo più che positivo...
Re: La crisi del ciclismo italiano
Per far rinascere il movimento non ci serve un nuovo Nibali, ci serve un nuovo Ben Healy
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O lugar que ele habita, não falta moça bonita
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Superconcorrenza o no, noi siamo l'italia ed è inaccettabile cotanta crisi.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Non vorrei, ma ho paura che diventerò vecchio in attesa del nuovo Nibali
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Che si ritorni alla decade 1997-2007, 10 giri vinti su 10, la vedo molto ma molto difficile, ma anche la 2008-2018, 4 giri vinti su 10, non la vedo semplice, la base dovrebbero essere 2/3 corridori giovani intanto da top 10, di strada da fare ce n'è e non poca, ecco perché l'ottimo Zana fa almeno sperare in una inversione della tendenza attuale..
Re: La crisi del ciclismo italiano
Tu diventerai vecchio, io non avrò neppure quella chance.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: La crisi del ciclismo italiano
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Il miglior Aru con la sua squadra che non avesse corso contro di lui avrebbe vinto un Tour de France. Poi magari non vincerebbe una Vuelta, ma questo Giro l'avrebbe vinto con la pipa in bocca.Krisper ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 12:21 le generazioni che avete citato sono ottime generazioni.
io ritengo Pogacar ed Evenepoel superiori ai corridori che avete nominato, grandissimi corridori comunque; su Thomas e Roglic invece concordo con voi.
in ogni caso, il mio paragone era con Aru.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Nino, hai visto Merckx vs Gimondi. Non hai diritto di lamentarti.
Re: La crisi del ciclismo italiano
il Tour non credo proprio. Questo Giro, come lo scorso, certamente se lo sarebbe giocato.jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 19:41Il miglior Aru con la sua squadra che non avesse corso contro di lui avrebbe vinto un Tour de France. Poi magari non vincerebbe una Vuelta, ma questo Giro l'avrebbe vinto con la pipa in bocca.Krisper ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 12:21 le generazioni che avete citato sono ottime generazioni.
io ritengo Pogacar ed Evenepoel superiori ai corridori che avete nominato, grandissimi corridori comunque; su Thomas e Roglic invece concordo con voi.
in ogni caso, il mio paragone era con Aru.
Il miglior Aru oggi non vincerebbe la Vuelta.
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In Italia il ciclismo non è il primo sport come in Belgio, ma nemmeno nei primi cinque come nella maggioranza dei paesi europei....trovare un corridore che stia tra i tre o quattro migliori al mondo in salita per vincere un GT statisticamente parlando sarebbe pressochè un miracolo. Non c'è ad oggi la possibilità che un corridore italiano possa competere per un GT almeno per un decennio . E le cose non sembrano destinate a migliorare rimanendo l'attuale disinteresse popolare per questo sport, le cui cause non inizio nemmeno a discutere...
Certo, nella vicina Slovenia questo miracolo è accaduto.
Re: La crisi del ciclismo italiano
In Italia, al massimo, riuscirebbe solamente a metà.
Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità
Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Re: La crisi del ciclismo italiano
herbie ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 19:56 In Italia il ciclismo non è il primo sport come in Belgio, ma nemmeno nei primi cinque come nella maggioranza dei paesi europei....trovare un corridore che stia tra i tre o quattro migliori al mondo in salita per vincere un GT statisticamente parlando sarebbe pressochè un miracolo. Non c'è ad oggi la possibilità che un corridore italiano possa competere per un GT almeno per un decennio . E le cose non sembrano destinate a migliorare rimanendo l'attuale disinteresse popolare per questo sport, le cui cause non inizio nemmeno a discutere...
Certo, nella vicina Slovenia questo miracolo è accaduto.
In Belgio non è il primo sport
È il secondo dopo il calcio , ma solo nelle fiandre
È come agonisti son dietro di noi
Come tutte le altre nazioni tranne la Francia
Appunto se ce l ha fatta la slovenia..con pochissimi praticanti e senza interesse ce la possiamo fare anche noi
- jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Mi riferivo al Tour 2017.herbie ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 19:56il Tour non credo proprio. Questo Giro, come lo scorso, certamente se lo sarebbe giocato.jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 19:41Il miglior Aru con la sua squadra che non avesse corso contro di lui avrebbe vinto un Tour de France. Poi magari non vincerebbe una Vuelta, ma questo Giro l'avrebbe vinto con la pipa in bocca.Krisper ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 12:21 le generazioni che avete citato sono ottime generazioni.
io ritengo Pogacar ed Evenepoel superiori ai corridori che avete nominato, grandissimi corridori comunque; su Thomas e Roglic invece concordo con voi.
in ogni caso, il mio paragone era con Aru.
Il miglior Aru oggi non vincerebbe la Vuelta.
Uno Zana a livello di Aru non porta a casa la Vuelta (felice di essere smentito, ovviamente)
Ma anche senza Nibali, senza Aru, senza Pantani, Bugno, Chiappucci... Nel passato abbiamo avuto decine di onesti grangiristi da Top10.
E non diciamo sciocchezze sulla presunta globalizzazione del ciclismo: tolta la Colombia, un paio di australiani e un ecuadoregno non c'è mezzo extraeuropeo in grado di primeggiare nelle corse che contano.
Re: La crisi del ciclismo italiano
In questa tappa, tra i primi 20, dei paesi storici (Italia, Spagna, Francia, Olanda, Belgio) ce ne sono 6 (2 italiani, 2 Belgio, 1 francese, 1 olandese). Sempre 6 sono gli extraeuropei. Direi che la globalizzazione si vede.jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 20:35Mi riferivo al Tour 2017.herbie ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 19:56il Tour non credo proprio. Questo Giro, come lo scorso, certamente se lo sarebbe giocato.jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 19:41
Il miglior Aru con la sua squadra che non avesse corso contro di lui avrebbe vinto un Tour de France. Poi magari non vincerebbe una Vuelta, ma questo Giro l'avrebbe vinto con la pipa in bocca.
Ma anche senza Nibali, senza Aru, senza Pantani, Bugno, Chiappucci... Nel passato abbiamo avuto decine di onesti grangiristi da Top10.
E non diciamo sciocchezze sulla presunta globalizzazione del ciclismo: tolta la Colombia, un paio di australiani e un ecuadoregno non c'è mezzo extraeuropeo in grado di primeggiare nelle corse che contano.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
La globalizzazione ci sarà quando tra i primi 10 della classifica finale di un GG ci saranno rappresentanti di 4 continenti.luketaro ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 20:50In questa tappa, tra i primi 20, dei paesi storici (Italia, Spagna, Francia, Olanda, Belgio) ce ne sono 6 (2 italiani, 2 Belgio, 1 francese, 1 olandese). Sempre 6 sono gli extraeuropei. Direi che la globalizzazione si vede.jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 20:35Mi riferivo al Tour 2017.
Ma anche senza Nibali, senza Aru, senza Pantani, Bugno, Chiappucci... Nel passato abbiamo avuto decine di onesti grangiristi da Top10.
E non diciamo sciocchezze sulla presunta globalizzazione del ciclismo: tolta la Colombia, un paio di australiani e un ecuadoregno non c'è mezzo extraeuropeo in grado di primeggiare nelle corse che contano.
Nel ciclismo dei primi 20 Stati al mondo per popolazione abbiamo giusto qualche sparuto statunitense e qualche tedesco (i russi mancano ma non per acelta loro).
Non scherziamo, la globalizzazione di uno sport è ben altra cosa!
Re: La crisi del ciclismo italiano
Infatti. Gran Bretagna, Portogallo, Germania non sono paesi storici? l'Irlanda con Kelly e Roche...jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 21:16La globalizzazione ci sarà quando tra i primi 10 della classifica finale di un GG ci saranno rappresentanti di 4 continenti.luketaro ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 20:50In questa tappa, tra i primi 20, dei paesi storici (Italia, Spagna, Francia, Olanda, Belgio) ce ne sono 6 (2 italiani, 2 Belgio, 1 francese, 1 olandese). Sempre 6 sono gli extraeuropei. Direi che la globalizzazione si vede.jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 20:35
Mi riferivo al Tour 2017.
Ma anche senza Nibali, senza Aru, senza Pantani, Bugno, Chiappucci... Nel passato abbiamo avuto decine di onesti grangiristi da Top10.
E non diciamo sciocchezze sulla presunta globalizzazione del ciclismo: tolta la Colombia, un paio di australiani e un ecuadoregno non c'è mezzo extraeuropeo in grado di primeggiare nelle corse che contano.
Nel ciclismo dei primi 20 Stati al mondo per popolazione abbiamo giusto qualche sparuto statunitense e qualche tedesco (i russi mancano ma non per acelta loro).
Non scherziamo, la globalizzazione di uno sport è ben altra cosa!
L'unica vera novità è l'Eritrea
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il ciclismo è uno sport completamente globalizzato come può essere il calcio (e neanche quello lo è del tutto...)? Assolutamente no.jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 21:16La globalizzazione ci sarà quando tra i primi 10 della classifica finale di un GG ci saranno rappresentanti di 4 continenti.luketaro ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 20:50In questa tappa, tra i primi 20, dei paesi storici (Italia, Spagna, Francia, Olanda, Belgio) ce ne sono 6 (2 italiani, 2 Belgio, 1 francese, 1 olandese). Sempre 6 sono gli extraeuropei. Direi che la globalizzazione si vede.jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 20:35
Mi riferivo al Tour 2017.
Ma anche senza Nibali, senza Aru, senza Pantani, Bugno, Chiappucci... Nel passato abbiamo avuto decine di onesti grangiristi da Top10.
E non diciamo sciocchezze sulla presunta globalizzazione del ciclismo: tolta la Colombia, un paio di australiani e un ecuadoregno non c'è mezzo extraeuropeo in grado di primeggiare nelle corse che contano.
Nel ciclismo dei primi 20 Stati al mondo per popolazione abbiamo giusto qualche sparuto statunitense e qualche tedesco (i russi mancano ma non per acelta loro).
Non scherziamo, la globalizzazione di uno sport è ben altra cosa!
Però è molto più globalizzato rispetto a 30 anni fa.
Re: La crisi del ciclismo italiano
jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 20:35Mi riferivo al Tour 2017.herbie ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 19:56il Tour non credo proprio. Questo Giro, come lo scorso, certamente se lo sarebbe giocato.jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 19:41
Il miglior Aru con la sua squadra che non avesse corso contro di lui avrebbe vinto un Tour de France. Poi magari non vincerebbe una Vuelta, ma questo Giro l'avrebbe vinto con la pipa in bocca.
Come poteva vincere quel Tour se nelle ultime 3 tappe ha perso 2 minuti e mezzo senza che ci fossero particolari attacchi?
Sull'Izoard ci furono almeno 8 uomini di classifica che fecero meglio di lui...
Ok la squadra scarsa, ma mancavano pure le gambe.
FC 2017: Dwars, La Panne, Itzulia, Vuelta - Comb., Japan Cup, "L'Altro Lombardia"
FC 2018: 3° GC, Tour of the Alps, , "L'Altro Mondiale"
FC 2019: 4° GC, Limburg, California
FC 2020: 3° GC, 1° FC a Squadre, Delfinato, Tour a Squadre, Vuelta Tempo, 1° Obb. Zero Punti
FC 2021: 2° GC, Slovenia, Camp. Ita, Sett. Ita, Norvegia, Plouay
FC 2022: Kuurne, Tappa 14 Tour
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FC 2019: 4° GC, Limburg, California
FC 2020: 3° GC, 1° FC a Squadre, Delfinato, Tour a Squadre, Vuelta Tempo, 1° Obb. Zero Punti
FC 2021: 2° GC, Slovenia, Camp. Ita, Sett. Ita, Norvegia, Plouay
FC 2022: Kuurne, Tappa 14 Tour
Re: La crisi del ciclismo italiano
Secondo i ranking di PCS:Theakston ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 21:31Infatti. Gran Bretagna, Portogallo, Germania non sono paesi storici? l'Irlanda con Kelly e Roche...jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 21:16La globalizzazione ci sarà quando tra i primi 10 della classifica finale di un GG ci saranno rappresentanti di 4 continenti.
Nel ciclismo dei primi 20 Stati al mondo per popolazione abbiamo giusto qualche sparuto statunitense e qualche tedesco (i russi mancano ma non per acelta loro).
Non scherziamo, la globalizzazione di uno sport è ben altra cosa!
L'unica vera novità è l'Eritrea
l'Italia ha 29 esponenti nella top 100 all time;
La spagna 13, la Francia 11, il Belgio 14, Olanda 5
La Germania ne ha anch'essa 5, ma dei primi 8 tedeschi solo Altig non ha corso nel nuovo millennio.
l'Inghilterra ne ha 2, tra i suoi primi 7 solo Millar non ha gareggiato negli anni '10.
l'Irlanda ne ha 2, e nei primi 2000 ne ha solo 7 in totale (PCS tiene conto solo dei primi 2000)
Il Portogallo ne ha 0, e con il podio al giro, Almeida (23 anni) diventerà il terzo portoghese di sempre.
Quindi sì, direi che Germania, UK, Irlanda e Portogallo non sono nazioni storiche...
Ora, qualcuno dirà: "sì, però qualche ciclista forte di tanto in tanto lo hanno sempre sfornato...". Il che è vero, ma in quale altra epoca tutte queste nazioni ne hanno tirati fuori 2/3 contemporaneamente?
Tra i primi 300 del ranking corrente (quindi circa metá wt) abbiamo:
- 13 Australiani (e gente come Dennis, Durbridge o Hamilton sono fuori)
-4 Austriaci
-45 belgi
-4 canadesi
-2 cechi
-10 colombiani
-12 danesi
-3 ecuadoriani
-3 eritrea
-44 francesi
-15 Tedeschi
-21 Inglesi
-3 irlandesi (Dunbar è ancora fuori)
-36 Italia (Nibali è ancora compreso)
-18 Olanda
-4 nuova Zelanda
-9 norvegia
-3 Portogallo
-2 Polonia
-4 Slovenia
-19 Spagna
-2 sud africa
-7 svizzera
-6 usa
Quasi metà dei primi 300 al mondo vengono da nazioni che 30 anni fa erano minori, 24 nazioni ne hanno più di uno.
Al momento al giro i primi 11 sono tutti di nazionalità diversa, quando è mai successo prima?
Re: La crisi del ciclismo italiano
la Slovenia non ce l'ha fatta....è semplicemente accaduto un miracolo.Winter ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 20:35herbie ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 19:56 In Italia il ciclismo non è il primo sport come in Belgio, ma nemmeno nei primi cinque come nella maggioranza dei paesi europei....trovare un corridore che stia tra i tre o quattro migliori al mondo in salita per vincere un GT statisticamente parlando sarebbe pressochè un miracolo. Non c'è ad oggi la possibilità che un corridore italiano possa competere per un GT almeno per un decennio . E le cose non sembrano destinate a migliorare rimanendo l'attuale disinteresse popolare per questo sport, le cui cause non inizio nemmeno a discutere...
Certo, nella vicina Slovenia questo miracolo è accaduto.
In Belgio non è il primo sport
È il secondo dopo il calcio , ma solo nelle fiandre
È come agonisti son dietro di noi
Come tutte le altre nazioni tranne la Francia
Appunto se ce l ha fatta la slovenia..con pochissimi praticanti e senza interesse ce la possiamo fare anche noi
Quando le probabilità rasentano lo zero perchè meno di un bambino su cinquecento prova ad andare in bici seriamente, e quindi la possibilità che proprio quello sia quello che la natura ha dotato di talento eccezionale è pressochè nulla, serve solo un miracolo, razionalmente parlando: non esiste preparatore, progetto, multidisciplinarietà che serva a qualcosa. Perciò io non ci credo.
Non c'è paragone tra la popolarità che dà il ciclismo in Belgio, anche solo vincendo tre garette di juniores di fila, e di riflesso le soddisfazioni, le ambizioni, l'attrattiva che può avere un ragazzo, rispetto all'Italia.
Finchè il ciclismo resta lo sport dei dopati e di quelli che non hanno nulla di meglio da fare, solo un miracolo può far emergere qualcuno realmente forte.
E' una questione di cultura indotta.
Re: La crisi del ciclismo italiano
OTANnizzazionneTheakston ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 21:31Infatti. Gran Bretagna, Portogallo, Germania non sono paesi storici? l'Irlanda con Kelly e Roche...jerrydrake ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 21:16La globalizzazione ci sarà quando tra i primi 10 della classifica finale di un GG ci saranno rappresentanti di 4 continenti.
Nel ciclismo dei primi 20 Stati al mondo per popolazione abbiamo giusto qualche sparuto statunitense e qualche tedesco (i russi mancano ma non per acelta loro).
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Re: La crisi del ciclismo italiano
A volte è anche una questione di fortuna. In Spagna non siamo migliori che in Italia, non ci sono gare, non ci sono squadre, non c'è seguito. Ma abbiamo avuto Valverde, Contador e Purito nel bel mezzo di una terra desolata per più di un decennio. E ora che si sono ritirati, ci appaiono Carlitos Rodríguez e Juan Ayuso... ancora non ci crediamo, a dire il vero.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
1) La discussione era partita sul miglior Aru. Quello non era certo il miglior Aru, era rientrato la settimana prima del Tour da uno stop forzato.Lambohbk ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 23:20
Come poteva vincere quel Tour se nelle ultime 3 tappe ha perso 2 minuti e mezzo senza che ci fossero particolari attacchi?
Sull'Izoard ci furono almeno 8 uomini di classifica che fecero meglio di lui...
Ok la squadra scarsa, ma mancavano pure le gambe.
2) La squadra non era scarsa: gli correva contro.
E, per rimanere in tema del thread, avere un italiano di quel livello (un Aru al 75%) ora farebbe comunque la fortuna del ciclismo italiano visto il panorama nostrano!
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Passo/avo tanto tempo in Irlanda. Ci sono zone dove si pedala parecchio su strada. Nonostante il tempo umido, amano le due ruote.
Kelly, Roche, nascono dentro una tradizione amica delle due ruote magre
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“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Re: La crisi del ciclismo italiano
I numeri degli agonisti italiani sono maggiori rispetto a quelli del belgioherbie ha scritto: ↑sabato 27 maggio 2023, 1:20
la Slovenia non ce l'ha fatta....è semplicemente accaduto un miracolo.
Quando le probabilità rasentano lo zero perchè meno di un bambino su cinquecento prova ad andare in bici seriamente, e quindi la possibilità che proprio quello sia quello che la natura ha dotato di talento eccezionale è pressochè nulla, serve solo un miracolo, razionalmente parlando: non esiste preparatore, progetto, multidisciplinarietà che serva a qualcosa. Perciò io non ci credo.
Non c'è paragone tra la popolarità che dà il ciclismo in Belgio, anche solo vincendo tre garette di juniores di fila, e di riflesso le soddisfazioni, le ambizioni, l'attrattiva che può avere un ragazzo, rispetto all'Italia.
Finchè il ciclismo resta lo sport dei dopati e di quelli che non hanno nulla di meglio da fare, solo un miracolo può far emergere qualcuno realmente forte.
E' una questione di cultura indotta.
Pure in Belgio hanno la loro crisi di gare e corridori
chiaro la popolazione italiana è maggiore
cmq il belgio da quanto non vince un giro .. un tour
Re: La crisi del ciclismo italiano
Nella discussione penso che abbiate un po' tutti ragione.
Il grande talento è questione di fortuna, o ci nasci o non ci nasci.
Però il tessuto sportivo di un paese è importante.
Ci sarà sempre un momento in cui si capisce che si ha tra le mani un diamante grezzo, e quel momento avviene in una struttura organizzata, con persone competenti ed in grado di mettere nelle miglior condizioni il talento per esplodere.
La Slovenia è un paese piccolo, ma molto ben organizzato, non solo nello sport.
Ad esempio, ho saputo da pochi giorni che lo stato quando viene pubblicato un libro compra metà delle copie e le distribuisce ad una fitta rete di biblioteche pubbliche.
Sappiamo che c'è un forte impegno statale nel favorire la pratica sportiva in Slovenia.
In Italia, anche in sport dove tradizionalmente siamo sempre stati forti e faro di un movimento, c'è un generale calo.
Giochi della Gioventù, Oratori, Circoli Arci, giocare per strada... tutto portava ed un tessuto in grado di scoprire e valorizzare un talento. Oggi?
Titolo Repubblica-Torino
"Niente gioco all'aria aperta, niente sport: per 8 bambini su 10 la sedentarietà è la regola quotidiana"
La sola genetica non basta, serve molto altro ancora, che possiamo chiamare Cultura e dipende dall'uomo e dalle sue scelte politiche, non dal fato.
Il grande talento è questione di fortuna, o ci nasci o non ci nasci.
Però il tessuto sportivo di un paese è importante.
Ci sarà sempre un momento in cui si capisce che si ha tra le mani un diamante grezzo, e quel momento avviene in una struttura organizzata, con persone competenti ed in grado di mettere nelle miglior condizioni il talento per esplodere.
La Slovenia è un paese piccolo, ma molto ben organizzato, non solo nello sport.
Ad esempio, ho saputo da pochi giorni che lo stato quando viene pubblicato un libro compra metà delle copie e le distribuisce ad una fitta rete di biblioteche pubbliche.
Sappiamo che c'è un forte impegno statale nel favorire la pratica sportiva in Slovenia.
In Italia, anche in sport dove tradizionalmente siamo sempre stati forti e faro di un movimento, c'è un generale calo.
Giochi della Gioventù, Oratori, Circoli Arci, giocare per strada... tutto portava ed un tessuto in grado di scoprire e valorizzare un talento. Oggi?
Titolo Repubblica-Torino
"Niente gioco all'aria aperta, niente sport: per 8 bambini su 10 la sedentarietà è la regola quotidiana"
La sola genetica non basta, serve molto altro ancora, che possiamo chiamare Cultura e dipende dall'uomo e dalle sue scelte politiche, non dal fato.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Non era il miglior Aru ma poteva vincere il Tour 2017 nonostante le ultime tappe.jerrydrake ha scritto: ↑sabato 27 maggio 2023, 6:531) La discussione era partita sul miglior Aru. Quello non era certo il miglior Aru, era rientrato la settimana prima del Tour da uno stop forzato.Lambohbk ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 23:20
Come poteva vincere quel Tour se nelle ultime 3 tappe ha perso 2 minuti e mezzo senza che ci fossero particolari attacchi?
Sull'Izoard ci furono almeno 8 uomini di classifica che fecero meglio di lui...
Ok la squadra scarsa, ma mancavano pure le gambe.
2) La squadra non era scarsa: gli correva contro.
E, per rimanere in tema del thread, avere un italiano di quel livello (un Aru al 75%) ora farebbe comunque la fortuna del ciclismo italiano visto il panorama nostrano!
Ok.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Concordo, negli ultimi 2-3 anni meglio di Ciccone non abbiamo avuto tranne Colbrelli nel 21 e Nibali sporadicamente.damr ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 7:43Ma Ciccone è forte a mio parere, i media lo hanno solo incalzato troppo pretendendo cose che non può oggettivamente fare tipo podi ai GT. Poi se ci riesce io sono il primo a fare il tifo per lui eh, ma se già fosse meno sfortunato e avesse qualcosa da dire nelle classiche dure tipo Liegi e Lombardia più vittorie di tappa ai GT e piazzamenti in corse di una settimana sarebbe di fatto un riferimento per il movimento.TheArchitect99 ha scritto: ↑giovedì 25 maggio 2023, 23:21Comunque CIccone rispetto a Fortunato ha fatto molto di più, per quanto sia facile buttare melma su Ciccone non dimentichiamoci che ha avuto parecchia sfortuna nei suoi momenti migliori tra malanni e cadute(due anni fa fra Giro e Vuelta potevano essere due top 10 invece nulla). Il Giro di Zana ricalca in parte il Giro 2019 di Ciccone, meno la maglia azzurra(di miglior scalatore non italiana ).
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Re: La crisi del ciclismo italiano
L'Italia non vince una tappa al Tour dall'impresa di Nibali. Se Zana diventasse un ciclista che vince una tappa di montagna al Tour, pur senza pretese di classifica generale, io credo che già avremmo un gran ciclista. E io credo che già ora possa. Ha corso un Giro stupendo.
Zana ha la fortuna di essere in una squadra con pochissima influenza italiana e quindi non risentirà molto delle pressioni dei nostri media.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
credo che le due parabole di Zana e Fortunato siano emblematiche di quanto sia fondamentale il salto di qualità nel world tour.
Nel giro di un anno, Zana è diventato non un campione, ma sicuramente un corridore di prima fascia, capace di dire la sua nelle tappe dei GT e nelle brevi corse a tappe. Potrebbe avere ulteriori margini, comunque porta con grande merito la maglia di campione d'Italia.
Fortunato dopo la vittoria dello Zoncolan si è perso e continua a galleggiare senza capire bene quale sia il suo futuro di corridore.
Solo correre ai livelli world tour in maniera regolare consente il salto di qualità necessario.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Zana sulla carta è più completo oltre al fatto che corre gare migliori in una squadra migliore.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma Zana fa ANCHE il Tour??Salvatore77 ha scritto: ↑domenica 18 giugno 2023, 18:10 Zana sulla carta è più completo oltre al fatto che corre gare migliori in una squadra migliore.
Io gli farei fare Vuelta e Lombardia tanto per dire...altrimenti poi la sua stagione è finita.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Secondo me si parlava di un potenziale Tour di Zana negli anni prossimi...spero faccia gli Italiani e che si riposi per la seconda parte di stagione, dove davvero puo' raccogliere qualche successo.herbie ha scritto: ↑lunedì 19 giugno 2023, 11:44Ma Zana fa ANCHE il Tour??Salvatore77 ha scritto: ↑domenica 18 giugno 2023, 18:10 Zana sulla carta è più completo oltre al fatto che corre gare migliori in una squadra migliore.
Io gli farei fare Vuelta e Lombardia tanto per dire...altrimenti poi la sua stagione è finita.
Comunque ok che era lo Slovenia ma anche tutto il lavoro fatto negli ultimi km...abbastanza impressionante.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Zana non farà il Tour. Probabilmente andrà alla Vuelta.herbie ha scritto: ↑lunedì 19 giugno 2023, 11:44Ma Zana fa ANCHE il Tour??Salvatore77 ha scritto: ↑domenica 18 giugno 2023, 18:10 Zana sulla carta è più completo oltre al fatto che corre gare migliori in una squadra migliore.
Io gli farei fare Vuelta e Lombardia tanto per dire...altrimenti poi la sua stagione è finita.
FC 2018: Gp de Montreal, Giro di Turchia.
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FC 2020: Tour Down Under, Tour a Tempo a Squadre.
FC 2021: Gand - Wevelgem, Obiettivo Zero Punti Tour de France, 1° Obiettivo Zero Punti, Trofeo Matteotti.
FC 2022: Saudi Tour, Etoile de Bessèges, Tour de Pologne.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
A proposito di Zana e WT...Spartakus ha scritto: ↑domenica 18 giugno 2023, 17:44 credo che le due parabole di Zana e Fortunato siano emblematiche di quanto sia fondamentale il salto di qualità nel world tour.
Nel giro di un anno, Zana è diventato non un campione, ma sicuramente un corridore di prima fascia, capace di dire la sua nelle tappe dei GT e nelle brevi corse a tappe. Potrebbe avere ulteriori margini, comunque porta con grande merito la maglia di campione d'Italia.
Fortunato dopo la vittoria dello Zoncolan si è perso e continua a galleggiare senza capire bene quale sia il suo futuro di corridore.
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Ricordo un'intervista a Roberto Reverberi qui su cicloweb prima del Giro, dove ha detto che Zana non era pronto per passare nel WT e invece di andare a fare il gregario avrebbe fatto meglio a restare un altro anno in Bardiani
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Questa non l'avevo letta...si e' visto..ok di WT ha vinto solo una tappa al giro, ma sta facendo anche del lavoro di gregariato tosto che lo aiutera' di sicuro a essere piu' competitivo l'anno prossimo.Denb ha scritto: ↑lunedì 19 giugno 2023, 13:10A proposito di Zana e WT...Spartakus ha scritto: ↑domenica 18 giugno 2023, 17:44 credo che le due parabole di Zana e Fortunato siano emblematiche di quanto sia fondamentale il salto di qualità nel world tour.
Nel giro di un anno, Zana è diventato non un campione, ma sicuramente un corridore di prima fascia, capace di dire la sua nelle tappe dei GT e nelle brevi corse a tappe. Potrebbe avere ulteriori margini, comunque porta con grande merito la maglia di campione d'Italia.
Fortunato dopo la vittoria dello Zoncolan si è perso e continua a galleggiare senza capire bene quale sia il suo futuro di corridore.
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Ricordo un'intervista a Roberto Reverberi qui su cicloweb prima del Giro, dove ha detto che Zana non era pronto per passare nel WT e invece di andare a fare il gregario avrebbe fatto meglio a restare un altro anno in Bardiani
Re: La crisi del ciclismo italiano
al Giro è riuscito a testarsi e vedersi su un certo tipo di percorso, interpretandolo prendendo le fughe....proprio perchè compiti di gregariato puro ne ha avuti pochi.marco_graz ha scritto: ↑lunedì 19 giugno 2023, 14:02Questa non l'avevo letta...si e' visto..ok di WT ha vinto solo una tappa al giro, ma sta facendo anche del lavoro di gregariato tosto che lo aiutera' di sicuro a essere piu' competitivo l'anno prossimo.Denb ha scritto: ↑lunedì 19 giugno 2023, 13:10A proposito di Zana e WT...Spartakus ha scritto: ↑domenica 18 giugno 2023, 17:44 credo che le due parabole di Zana e Fortunato siano emblematiche di quanto sia fondamentale il salto di qualità nel world tour.
Nel giro di un anno, Zana è diventato non un campione, ma sicuramente un corridore di prima fascia, capace di dire la sua nelle tappe dei GT e nelle brevi corse a tappe. Potrebbe avere ulteriori margini, comunque porta con grande merito la maglia di campione d'Italia.
Fortunato dopo la vittoria dello Zoncolan si è perso e continua a galleggiare senza capire bene quale sia il suo futuro di corridore.
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Ricordo un'intervista a Roberto Reverberi qui su cicloweb prima del Giro, dove ha detto che Zana non era pronto per passare nel WT e invece di andare a fare il gregario avrebbe fatto meglio a restare un altro anno in Bardiani
Proprio perchè ha corso come corridore d'appoggio, semmai, e non come "mulo" da tiro del gruppo, potendo provare anche a vincere qualcosa in proprio.
Il gregariato e basta fa crescere solo come gregario.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Diciamo che Zana ha fatto una prima parte a supporto delle potenziali volate di Matthews e una seconda parte nonchè il giro di Slovenia in proprio. I risultati ci sono stati. Quindi in linea puramente teorica quando Zana ha i gradi di capitano, qualcosa di buono esce.
Deludente è stato Bagioli che al Delfinato, in fuga invece si è staccato da gente decisamente meno quotata di lui.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
In Slovenia, nelle tappe per velocisti ha lavorato eccome per Groenewegen, quindi il suo lavoro corrisponde a quello del Giro, al netto dei giorni di corsa, ovviamente.Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 19 giugno 2023, 20:30 Diciamo che Zana ha fatto una prima parte a supporto delle potenziali volate di Matthews e una seconda parte nonchè il giro di Slovenia in proprio. I risultati ci sono stati. Quindi in linea puramente teorica quando Zana ha i gradi di capitano, qualcosa di buono esce.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Al netto anche del fatto che al Giro c'era anche Dunbar per la generale.nino58 ha scritto: ↑lunedì 19 giugno 2023, 22:08In Slovenia, nelle tappe per velocisti ha lavorato eccome per Groenewegen, quindi il suo lavoro corrisponde a quello del Giro, al netto dei giorni di corsa, ovviamente.Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 19 giugno 2023, 20:30 Diciamo che Zana ha fatto una prima parte a supporto delle potenziali volate di Matthews e una seconda parte nonchè il giro di Slovenia in proprio. I risultati ci sono stati. Quindi in linea puramente teorica quando Zana ha i gradi di capitano, qualcosa di buono esce.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
bhe con una squadra decente e soprattutto con una maggiore abitudine a correre a ruota certo che lo poteva vincere quel tourPrimo86 ha scritto: ↑sabato 27 maggio 2023, 10:20Non era il miglior Aru ma poteva vincere il Tour 2017 nonostante le ultime tappe.jerrydrake ha scritto: ↑sabato 27 maggio 2023, 6:531) La discussione era partita sul miglior Aru. Quello non era certo il miglior Aru, era rientrato la settimana prima del Tour da uno stop forzato.Lambohbk ha scritto: ↑venerdì 26 maggio 2023, 23:20
Come poteva vincere quel Tour se nelle ultime 3 tappe ha perso 2 minuti e mezzo senza che ci fossero particolari attacchi?
Sull'Izoard ci furono almeno 8 uomini di classifica che fecero meglio di lui...
Ok la squadra scarsa, ma mancavano pure le gambe.
2) La squadra non era scarsa: gli correva contro.
E, per rimanere in tema del thread, avere un italiano di quel livello (un Aru al 75%) ora farebbe comunque la fortuna del ciclismo italiano visto il panorama nostrano!
Ok.
spesso lo vedevi sempre a lato del gruppo a prendere vento anche durante le fasi centrali di corsa
e ti veniva da gridargli <<<stai più coperto , cosa ci fai al vento>>> ma dal divano di casa non mi sentiva
comunque fece un gran tour
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unforgettable memories
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ieri oltre alle gare pro..si assegnavano i titoli giovanili a crono..
Potrei essermi sbagliato ma
Nei primi 10 allievi nessun toscano
Nei primi 10 juniores idem (nessun iscritto tra i 34 partecipanti)
Nei primi 10 under idem (nessun iscritto sui 21 partecipanti)
Nei pro c è il solo Velasco (su 22 iscritti)
Ormai la Toscana non è più una regione faro del ns ciclismo
Potrei essermi sbagliato ma
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Nei pro c è il solo Velasco (su 22 iscritti)
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Che poi Velasco è pure elbano.Winter ha scritto: ↑venerdì 23 giugno 2023, 12:48 Ieri oltre alle gare pro..si assegnavano i titoli giovanili a crono..
Potrei essermi sbagliato ma
Nei primi 10 allievi nessun toscano
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I quali elbani non è che si filino molto con quelli della terraferma.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Record negativo di presenze al Tour ma ciò non ci impedisce di piazzare subito un uomo in maglia nera e averne 2 (di 7) nell'ultimo gruppetto al traguardo.