I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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Tranchée d'Arenberg
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:33 Forse sopravvaluto i corridori, ma lascio una speranza a questo sport; mi permetto di dire che la vostra "rabbia", anche giustificata per quello avvenuto venerdì, vuol dire che il ciclismo è morto.
Ma morto davvero.

Magari avete ragione, allora non vi rimane altro di spegnere la TV, per lo meno per i grandi giri.
Kristian, ma se c'hai davanti un cadavere, non puoi mica dire che è un corpo vivo. La mia, la nostra rabbia sta sfociando nel disamore verso questo sport. Personalmente in questi anni ho avuto un livello di tolleranza molto alto, ma dopo anni e anni di porcherie, di tappe ingiustamente tagliate (ricordiamo tutti Monte S.Vicino alla Tirreno di qualche anno fa), di manfrine e no contest (sto Giro finora pietoso), sto iniziando a rompermi. Ieri io ho visto gli ultimi 5 km e fidati che sono il tipo che normalmente si guarda tutta la tappa. Oltretutto sono in trasferta di lavoro e non c'ho nient'altro da fa. Pensa tu quanto m'hanno fatto incazzare. Poi, oh, io sono solo un povero fesso. Il ciclismo sopravviverà anche senza di me, Walter White o Sparkatus.
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:33
Personalmente vedo un fenomeno in corso, l'aver ottenuto un protocollo climatico per le condizioni estreme è una testimonianza. Poi lo stesso protocollo non era applicabile venerdì.
Il protocollo risale al 2015, non è proprio una conquista ottenuta ieri. Onestamente è una cosa inutile nella forma in cui è stato pensato. L'EWP è una supercazzola che non aggiunge ne toglie nulla a quello che accadeva in precedenza, anzi ufficiliazza l'arbitrarietà di certe decisioni.

Vediamo meglio. L'EWP è definito dall'articolo 2.2.029 del regolamento UCI, Parte II e viene sostanziato (parola grossa) nell'Annex B dove troviamo scritto questo:

Problems
The protocol involves the compulsory convening of a meeting of stakeholders (see the
section on “Appointment of representatives” below) when:

- extreme weather conditions are anticipated prior to the start of a stage or race.
The extreme weather conditions that could lead to such a meeting include:
1. Freezing rain;
2. Accumulation of snow on the road;
3. Strong wind;
4. Extreme temperatures;
5. Poor visibility;
6. Air pollution.

- an issue regarding the course or the organisation of the event or stage
represents a risk to the riders’ safety. The following issues may lead to the
convening of a meeting:
1. Failings relating to the safety of the course (surfaces, obstacles, protective
measures and barriers, signage, lighting, descents, narrow roads,
bridges, etc.);
2. The intrusion of vehicles or individuals onto the course;
3. Specific failings in the final kilometres of an event (road width, protective
measures and barriers, final bends, positioning of photographers, etc.);
4. Failure to control spectators (behaviour, crowd management, smoke
bombs, etc.);
5. Failings relating to the movement of vehicles in the race convoy.

Decisions
Depending on the problems encountered, and after discussions by the stakeholders, the
following actions may be decided for the forthcoming event or stages:
1. No action;
2. Change of the location or time of the start or finish;
3. Change of the course or neutralisation of a section of the stage/race;
4. Reinforcing safety arrangements for the course and organisation;
5. Any other corrective measure or action adopted by the stakeholders in
compliance with the UCI Regulations;
6. Cancellation of the stage/race.

If stakeholders cannot reach a consensus by the end of the meeting, the organiser, in
agreement with the President of the Commissaires’ Panel, shall decide the actions to be
taken.
As far as possible and subject to the legislation applicable in the country in which the
event is being held, decisions shall be taken or confirmed by the morning of the race (or
relevant stage) and in all cases before the start



Non vi è niente di oggettivo. Si lascia tutto alla discussione tra i vari 'stakeholders', che è esattamente quello che accadeva già prima dell'avvento dell'EWP. In sostanza non c'è niente di nuovo che aiuti a risolvere le questioni. Semplicemente ufficializza quello che già accadeva in passato. Una paraculata.
Quello che andava fatto era mettere qualche criterio oggettivo. Per le condizioni meteo ad esempio era facile: temperatura minima e temperatura massima (espresse in °C), quantità massima di neve a bordo strada (espressa in centrimetri e non in pupazzi di neve), velocità massima del vento (in m/s).
Non si poteva definire niente di più aleatorio. E infatti poi succede che i corridori si svegliano con la luna storta perchè nei giorni precedenti hanno trovato freddo e decidono che quella mattina fa freddo anche se stanno quasi tutti a mezze maniche.


Il risultato lo sintetizzi tu:
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:33 Che venerdì abbiano sbagliato è indubbio.
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:33 Lo sport (tutto) è cambiato radicalmente rispetto al passato, da un punto di vista culturale; un Gavia 88 non ci sarà più, come le partite di campionato tutte alle 15.

E se non si trova un compromesso con chi corre, il rischio di trovarsi sui rulli c'è.
Il ciclismo è uno sport vecchio, lontano dal clima e sensibilità culturali odierne, la sua scomparsa non è impossibile, per fortuna ancora improbabile.
Bisogna capire che tutti coloro che amano questo sport devono trovare il giusto equilibrio, sforzarsi di capire l'altra parte, e questa responsabilità è soprattutto in carico ai corridori, ma non solo loro.
Io non voglio rivedere un Gavia '88. In realtà non ho visto neanche quello perchè avevo neanche 3 anni, ma sinceramente quella fu una roba che non si deve più ripetere. Non credo che qui ci sia qualcuno che voglia arrivare fino a quel punto. Quando annullarono Valmartello al Giro del 2013 (senza EWP), nessuno si lamentò su queste pagine. Giustamente. L'equilibrio che tu chiedi a noi tifosi però va chiesto pari pari anche ai ciclisti. Venerdì hanno rotto le scatole per il freddo che non c'era, accettando l'idea di fare una discesa potenzialmente pericolosa. Questa è idiozia.
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:33 Sarebbe bello un De Marchi, o altro corridore, rispondesse al mio posto, ci accorgeremmo che il ciclista di oggi è più maturo di quanto immaginiamo.
Si, lo stesso De Marchi che in questi giorni su twitter a proposito delle condizioni trovate sul Passo Sempione ha risposto con arroganza a Bonarrigo: "poi se volete vi posso spiegare cosa avrebbe significato fare due discese del genere ieri". Ipocrita. Sul San Bernardo e sul Croix de Coeur non c'erano mica le condizioni trovate l'indomani sul Sempione.

E sai che ti dico? Che ieri la gelata se la sono meritata. Se avessero evitato la pagliacciata del giovedì, il 'jolly' se lo sarebbero potuti giocare ieri mattina, senza alterare in modo alcuno l'andamento della corsa. Una sorta di legge del contrappasso a forza di fare 'al lupo, al lupo'. Insomma in poco più di 24 ore sti geni si sono guadagnati il disprezzo dei tifosi e una bella giornata di freddo.


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olimpio bizzi
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Questi discorsi sui sindacati mi fanno paura . Vedo rosso ,e odio quel genere di politica . No sindacati ,ma calci nel di dietro come ai tempi di Desgrange e Cougnet .
E si fotta il ciclismo attuale .I GT sono anacronistici..


perelà
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Primo messaggio, prima "polemica".
L'articolo di Grassi mi ha colpito in negativo, non per le evidenti buone intenzioni ma per il paragone inefficace, fallace. I ciclisti sono lavoratori e RCS il padrone avido e capitalista?
Non mi pare sia così, il "padrone" è il team (quindi lo sponsor), il ciclista... direi più libero professionista.Lavoratore sì, ma in proprio.
E RCS, quale ruolo? Sarebbe il "campo di gioco", teoricamente neutrale. In realtà, tra Rcs, Aso e le squadre c'è un rapporto simile a quello tra azienda e fornitore, noi vendiamo diritti tv (e raccogliamo pubblicità), voi fornite i corridori,questi vendono i vostri prodotti. Infine il regolatore (legislatore?) sarebbe l'Uci. E anche messa così, i rapporti non sono proprio ben descritti.
Comunque il paragone con i metlmeccanici non regge; mi pare più corretto pensare ad un'azienda (rcs) che dice ai suoi fornitori (squadre) "qualcosa non va" o l'incontrario.
E l'equilibrio è circa questo: gli organizzatori offrono il campo di gioco (ed è un monopsomio, sono tre i maggiori), i teams offrono i corridori (e quelli sono "by design", il regolatore decide chi e chi no).
E pure condivido l'idea che scaricare tutto sui corridori sia sbagliato, ma le squadre quali doveri?
L'unico punto fermo è che lo spettacolo vive perchè c'è la domanda di chi guarda il ciclismo. Se salta quella (e sta saltando), cosa rimane?
Ed il sindacato, invece di scioperare per avere regole migliori (UCI) o condizioni migliori (team) colpisce la domanda e l'unico contatto tra offerta e domanda (RCS)! Una follia, lo sciopero per prima cosa deve danneggiare chi ti paga il salario (le squadre) colpendo indirettamente l'offerta e quindi la domanda.
Ritengo che i ciclisti siano, con gli organizzatori, la parte debole del rapporto mentre le squadre (mai nominate in queste occasioni) la parte forte, per la semplice ragione che le condizioni (di salario e lavoro) le decidono loro.
Chiudo con una nota più amara: leggo i vari Trentin, Bettiol, Thomas che cercano l'angolo comodo delle vittime, dei "poveri" lavoratori. I famosi metalmeccanici di Monaco e di Lugano e di San Marino e di Andorra. "No representation without taxation".
Avanti compagni corridori, verso il CCNL del ciclismo!

ps. Credo che le uniche squadre che non hanno votato contro l'altro ieri siano le tre continental, le più "proletarie" del gruppo per salari e condizioni di lavoro.


Winter
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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perelà ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 17:28 ps. Credo che le uniche squadre che non hanno votato contro l'altro ieri siano le tre continental, le più "proletarie" del gruppo per salari e condizioni di lavoro.
Credo anch io
Soprattutto le uniche che hanno il giro come l appuntamento principale della stagione
In passato era l obiettivo primario di quasi tutte le squadre

Ps..professional ;) (ben arrivato)


Krisper
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 16:20
Io capisco la tua delusione e rabbia, in realtà è una dimostrazione di amore per il ciclismo.

Quello che penso e che ho scritto nella TdS, è che in questo momento storico i corridori hanno un'idea di ciclismo diversa dal passato, che c'è stato, in realtà è ancora in corso, un cambio culturale e di sensibilità, in bene per certi aspetti, in male per altri.

Il tema salute, finalmente, è entrato in gruppo.
Certo che di cose da fare ce ne sono ancora moltissime: peso, salute mentale in primis.

Venerdì hanno fatto una cazzata, ma penso che sia un errore figlio di quel cambiamento.

Io il Gavia lo ricordo, mi esalta la storia di quel giorno, farei un monumento a Johan Van Der Velde con la maglia ciclamino congelata, ma quando leggo e sento di corridori che hanno perso sensibilità alle dita, rischiato la vita, inorridisco di me stesso affascinato da quella storia.

È un estremo il Gavia, facile ora fermarsi in una situazione simile, ma dove porre la linea di qui sì e qui no, non è una semplice questione tecnica, ma riguarda che ciclismo vogliamo tutti, i corridori in primis.

Per fortuna il ciclismo non è morto, nemmeno necessità di rianimazione, ma malato lo è.
Uno sport fuori tempo, in cerca di un nuovo riposizionamento simbolico in questa nuova epoca.

Credo che questa fase "politica" dei corridori abbia bisogno dei tifosi collaborativi, non un muro contro muro.
Non fermarsi all'errore.

Così il corridore deve smetterla con risposte arroganti, accettare le critiche. (L'arroganza è un tratto troppo frequente in tutti gli sport)

Quello che abbiamo letto su Remco in questi giorni dimostra che anche da questa parte, i tifosi, bisogna crescere.

Se qualcuno viene a dire a me oppure a un mio paziente cosa deve o non deve fare, io lo butto fuori dall'ospedale.

Apparentemente sembrano due temi distanti, e per certi aspetti lo sono, ma in fondo c'è un comune denominatore.


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Il tema salute entrato in gruppo è molto utopico e ingenuo come pensiero, ma molto molto molto.

Il ciclismo morirà sicuramente se seguono l'andazzo che descrive castelli, o meglio diventerà uno sport di supernicchia

I tifosi sono fin troppo collaborativi, non mi capacito di ascolti tanto alti per uno spettacolo simile


Krisper
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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chinaski89 ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:40 Il tema salute entrato in gruppo è molto utopico e ingenuo come pensiero, ma molto molto molto.

Il ciclismo morirà sicuramente se seguono l'andazzo che descrive castelli, o meglio diventerà uno sport di supernicchia

I tifosi sono fin troppo collaborativi, non mi capacito di ascolti tanto alti per uno spettacolo simile
Sarò ingenuo, me ne farò una ragione.


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:50
chinaski89 ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:40 Il tema salute entrato in gruppo è molto utopico e ingenuo come pensiero, ma molto molto molto.

Il ciclismo morirà sicuramente se seguono l'andazzo che descrive castelli, o meglio diventerà uno sport di supernicchia

I tifosi sono fin troppo collaborativi, non mi capacito di ascolti tanto alti per uno spettacolo simile
Sarò ingenuo, me ne farò una ragione.
Beh dai, la salute non mi pare il primo dei pensieri lì dentro, ma manco il quinto o il sesto.


Comunque perdonami se ho osato, corro a cospargermi il capo di cenere e mai più oserò


dietzen
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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chinaski89 ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:40 Il tema salute entrato in gruppo è molto utopico e ingenuo come pensiero, ma molto molto molto.

Il ciclismo morirà sicuramente se seguono l'andazzo che descrive castelli, o meglio diventerà uno sport di supernicchia

I tifosi sono fin troppo collaborativi, non mi capacito di ascolti tanto alti per uno spettacolo simile
purtroppo hai ragione.
si parla di salute ma poi ci sono mille situazioni pericolose dove non si dice nemmeno una parola.
si taglia una tappa perché si vuol fare meno fatica, che è pure comprensibile dal punto di vista di chi deve farla quella fatica, ma poi non si può pretendere che gli appassionati dicano "bravi" invece di incazzarsi.


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Tranchée d'Arenberg
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da Tranchée d'Arenberg »

Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:29
Tranchée d'Arenberg ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 16:20
Io capisco la tua delusione e rabbia, in realtà è una dimostrazione di amore per il ciclismo.

Quello che penso e che ho scritto nella TdS, è che in questo momento storico i corridori hanno un'idea di ciclismo diversa dal passato, che c'è stato, in realtà è ancora in corso, un cambio culturale e di sensibilità, in bene per certi aspetti, in male per altri.

Il tema salute, finalmente, è entrato in gruppo.
Certo che di cose da fare ce ne sono ancora moltissime: peso, salute mentale in primis.

Venerdì hanno fatto una cazzata, ma penso che sia un errore figlio di quel cambiamento.

Io il Gavia lo ricordo, mi esalta la storia di quel giorno, farei un monumento a Johan Van Der Velde con la maglia ciclamino congelata, ma quando leggo e sento di corridori che hanno perso sensibilità alle dita, rischiato la vita, inorridisco di me stesso affascinato da quella storia.

È un estremo il Gavia, facile ora fermarsi in una situazione simile, ma dove porre la linea di qui sì e qui no, non è una semplice questione tecnica, ma riguarda che ciclismo vogliamo tutti, i corridori in primis.

Per fortuna il ciclismo non è morto, nemmeno necessità di rianimazione, ma malato lo è.
Uno sport fuori tempo, in cerca di un nuovo riposizionamento simbolico in questa nuova epoca.

Credo che questa fase "politica" dei corridori abbia bisogno dei tifosi collaborativi, non un muro contro muro.
Non fermarsi all'errore.

Così il corridore deve smetterla con risposte arroganti, accettare le critiche. (L'arroganza è un tratto troppo frequente in tutti gli sport)

Quello che abbiamo letto su Remco in questi giorni dimostra che anche da questa parte, i tifosi, bisogna crescere.

Se qualcuno viene a dire a me oppure a un mio paziente cosa deve o non deve fare, io lo butto fuori dall'ospedale.

Apparentemente sembrano due temi distanti, e per certi aspetti lo sono, ma in fondo c'è un comune denominatore.
E io capisco la tua posizione fatta di altrettanto amore per questo sport. Ho letto il tuo articolo di cui condivido diversi aspetti (a differenza di quello di Marco :diavoletto:).
Il tema salute è sicuramente importante. Dal mio punto di vista si tratta però di capire quando una determinata protesta è veramente legata alla tutela della salute e della dignità dei ciclisti e quando invece è una roba strumentale (stamattina si faceva l'esempio delle false proteste del liceo).

Non so se ricordi la storia di Kevin Van Impe e dei sanguisuga dell'UCI che si presentarono da lui per un controllo a sopresa mentre era all'obitorio e piangeva il figlioletto morto poco dopo la nscita. Ecco, in quel caso io avrei voluto vedere l'indomani uno sciopero tout court (erano i giorni della Tirreno e della Parigi-Nizza). Idem al Tour de Pologne il giorno dopo il terribile incidente di Jakobsen, causato principalmente da un disegno di tappa criminale che veniva riproposto ormai da un decennio. Lì mi sarebbe piciuta una bella levata di scudi dei corridori.

Da tifoso capisco che ci sono situazioni di pericolo legate ai percorsi o a condizioni estreme. Però vorrei vedere anche un 'gruppo' capace di condrre delle battaglie serie e coerenti, che facciano il bene del ciclismo e che allo stesso tempo salvaguardino i sacrosanti diritti dei ciclisti. Fin qui, credo che siamo totalmente d'accordo.

Le divergenze tra la mia e la tua posizione nascono dall'interpretazione di quanto accaduto venerdì. Tu riconosci l'errore, ma intravedi la nascita di una fase politica che io invece faccio un'enorme fatica a riconoscere. Evito di farla lunga, ripetendomi troppe volte, e dico solo che a me piacerebbe vedere un atteggiamento serio, coerente, condiviso e meno schizofrenico. Le discese del Giro i corridori le conoscono mesi prima, molti di loro le visionano. Se una discesa non va, si deve dire a Vegni qualche settimana prima della corsa: "Mauro, leva sta strada, altrimenti non si corre". E se Vegni non sta a sentire, nessun mercato delle vacche (cit. Subsonico) e nessun compromesso al ribasso. Per contro, se la sera prima della tappa si decide di non correre perchè le previsioni dicono gelo, ma poi l'indomani c'è il sole, la decisione di non correre la si revoca.

Capisco la tua richiesta di comprensione nei confronti dei corridori da parte dei tifosi. Poi però succede che in 15 tappe ne hanno pascolato una dozzina e lì viene spontaneo sospettare che venerdì il loro fine non fosse la tutela della propria salute, bensì evitare di faticare per tutti i 200 km.

Qualsiasi sia la battaglia che stai combattendo, devi essere credibile. Ecco, ai miei occhi i corridori attuali non lo sono...


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 22:36
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:29
Tranchée d'Arenberg ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 16:20
Io capisco la tua delusione e rabbia, in realtà è una dimostrazione di amore per il ciclismo.

Quello che penso e che ho scritto nella TdS, è che in questo momento storico i corridori hanno un'idea di ciclismo diversa dal passato, che c'è stato, in realtà è ancora in corso, un cambio culturale e di sensibilità, in bene per certi aspetti, in male per altri.

Il tema salute, finalmente, è entrato in gruppo.
Certo che di cose da fare ce ne sono ancora moltissime: peso, salute mentale in primis.

Venerdì hanno fatto una cazzata, ma penso che sia un errore figlio di quel cambiamento.

Io il Gavia lo ricordo, mi esalta la storia di quel giorno, farei un monumento a Johan Van Der Velde con la maglia ciclamino congelata, ma quando leggo e sento di corridori che hanno perso sensibilità alle dita, rischiato la vita, inorridisco di me stesso affascinato da quella storia.

È un estremo il Gavia, facile ora fermarsi in una situazione simile, ma dove porre la linea di qui sì e qui no, non è una semplice questione tecnica, ma riguarda che ciclismo vogliamo tutti, i corridori in primis.

Per fortuna il ciclismo non è morto, nemmeno necessità di rianimazione, ma malato lo è.
Uno sport fuori tempo, in cerca di un nuovo riposizionamento simbolico in questa nuova epoca.

Credo che questa fase "politica" dei corridori abbia bisogno dei tifosi collaborativi, non un muro contro muro.
Non fermarsi all'errore.

Così il corridore deve smetterla con risposte arroganti, accettare le critiche. (L'arroganza è un tratto troppo frequente in tutti gli sport)

Quello che abbiamo letto su Remco in questi giorni dimostra che anche da questa parte, i tifosi, bisogna crescere.

Se qualcuno viene a dire a me oppure a un mio paziente cosa deve o non deve fare, io lo butto fuori dall'ospedale.

Apparentemente sembrano due temi distanti, e per certi aspetti lo sono, ma in fondo c'è un comune denominatore.
E io capisco la tua posizione fatta di altrettanto amore per questo sport. Ho letto il tuo articolo di cui condivido diversi aspetti (a differenza di quello di Marco :diavoletto:).
Il tema salute è sicuramente importante. Dal mio punto di vista si tratta però di capire quando una determinata protesta è veramente legata alla tutela della salute e della dignità dei ciclisti e quando invece è una roba strumentale (stamattina si faceva l'esempio delle false proteste del liceo).

Non so se ricordi la storia di Kevin Van Impe e dei sanguisuga dell'UCI che si presentarono da lui per un controllo a sopresa mentre era all'obitorio e piangeva il figlioletto morto poco dopo la nscita. Ecco, in quel caso io avrei voluto vedere l'indomani uno sciopero tout court (erano i giorni della Tirreno e della Parigi-Nizza). Idem al Tour de Pologne il giorno dopo il terribile incidente di Jakobsen, causato principalmente da un disegno di tappa criminale che veniva riproposto ormai da un decennio. Lì mi sarebbe piciuta una bella levata di scudi dei corridori.

Da tifoso capisco che ci sono situazioni di pericolo legate ai percorsi o a condizioni estreme. Però vorrei vedere anche un 'gruppo' capace di condrre delle battaglie serie e coerenti, che facciano il bene del ciclismo e che allo stesso tempo salvaguardino i sacrosanti diritti dei ciclisti. Fin qui, credo che siamo totalmente d'accordo.

Le divergenze tra la mia e la tua posizione nascono dall'interpretazione di quanto accaduto venerdì. Tu riconosci l'errore, ma intravedi la nascita di una fase politica che io invece faccio un'enorme fatica a riconoscere. Evito di farla lunga, ripetendomi troppe volte, e dico solo che a me piacerebbe vedere un atteggiamento serio, coerente, condiviso e meno schizofrenico. Le discese del Giro i corridori le conoscono mesi prima, molti di loro le visionano. Se una discesa non va, si deve dire a Vegni qualche settimana prima della corsa: "Mauro, leva sta strada, altrimenti non si corre". E se Vegni non sta a sentire, nessun mercato delle vacche (cit. Subsonico) e nessun compromesso al ribasso. Per contro, se la sera prima della tappa si decide di non correre perchè le previsioni dicono gelo, ma poi l'indomani c'è il sole, la decisione di non correre la si revoca.

Capisco la tua richiesta di comprensione nei confronti dei corridori da parte dei tifosi. Poi però succede che in 15 tappe ne hanno pascolato una dozzina e lì viene spontaneo sospettare che venerdì il loro fine non fosse la tutela della propria salute, bensì evitare di faticare per tutti i 200 km.

Qualsiasi sia la battaglia che stai combattendo, devi essere credibile. Ecco, ai miei occhi i corridori attuali non lo sono...
Trancheé, devo dire che in questi giorni mi stai levando le parole di bocca (o dalla tastiera).
Sono completamente allineato al tuo pensiero, e ti faccio i complimenti perché io non riesco a esprimere così bene il concetto. :clap:


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Scusa Tranchée ma quali sarebbero i diritti calpestati dei ciclisti? Ti quoto quasi su tutto e dici meglio di me molte cose che penso, ma non capisco davvero contro cosa starebbero lottando, ste lotte di classe saltano sempre fuori al Giro, ma non mi pare proprio ci sia alcuna battaglia concreta per risolvere qualcosa

Non parliamo poi dell'attenzione alla salute, che mi pare proprio l'ultimo dei pensieri di chiunque in sto ambiente ieri come oggi, tolto per il covid su cui mi dicono siano prudenti perchè si temono casi Colbrelli (che col covid non c'entra un piffero)


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Tranchée d'Arenberg
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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chinaski89 ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 22:51 Scusa Tranchée ma quali sarebbero i diritti calpestati dei ciclisti? Ti quoto quasi su tutto e dici meglio di me molte cose che penso, ma non capisco davvero contro cosa starebbero lottando, ste lotte di classe saltano sempre fuori al Giro, ma non mi pare proprio ci sia alcuna battaglia concreta per risolvere qualcosa

Non parliamo poi dell'attenzione alla salute, che mi pare proprio l'ultimo dei pensieri di chiunque in sto ambiente ieri come oggi, tolto per il covid
Forse non mi hai capito :)
Attualmente non vedo tutte queste situazioni in cui i diritti dei ciclisti vengono calpestati e infatti non ho scritto che ce ne sono, a parte qualche tappa disegnata in modo leggero in corse minori.

Il mio era un ragionamento in astratto. Il concetto che volevo esprimere, ristretto all'osso, è: se ci sono situazioni in cui voi corridori vi sentite in reale pericolo, allora abbiate la coerenza e il coraggio di condurre una battaglia seria. Nel caso di venerdì, se ritenevano davvero che la discesa era pericolosa, allora dovevano rifutare ogni compromesso (il taglio dei primi 120 km a patto di fare la discesa, soluzione folle). Ma il fatto è che il problema non era che di sicurezza. Volevano semplicemente evitarsi 100 km di fatica. Detto ancora più esplicitmente, io non intravedo nessuna lotta di classe, ma neanche un barlume.

Spero d'essermi spiegato meglio :cincin:


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da chinaski89 »

No no avevo capito, ti eri già spiegato benissimo prima, era un po' una domanda retorica per farti ribadire quello che penso anche io: cioè che di sta presunta lotta di classe non si vede manco un barlume come giustamente dici, e un po' una domanda fatta per capire meglio se con ".. che salvaguardino i sacrosanti diritti dei ciclisti.." intendessi che qualcuno li sta calpestando, cosa che non mi pare proprio :cincin:


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:50
chinaski89 ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:40 Il tema salute entrato in gruppo è molto utopico e ingenuo come pensiero, ma molto molto molto.

Il ciclismo morirà sicuramente se seguono l'andazzo che descrive castelli, o meglio diventerà uno sport di supernicchia

I tifosi sono fin troppo collaborativi, non mi capacito di ascolti tanto alti per uno spettacolo simile
Sarò ingenuo, me ne farò una ragione.
La salute è come la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, la scusa perfetta.
In realtà si tratta di sfruttare l'eroismo passato di questo sport, per avanzare nel benessere, nel comfort e nei privilegi, finché durano gli echi del ciclismo eroico.
È un prendere i soldi e gestire secondo le regole ciò che gli adamhansisti stanno perpetrando.


Krisper
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Tranchée d'Arenberg ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 22:36
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:29
Tranchée d'Arenberg ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 16:20
Io capisco la tua delusione e rabbia, in realtà è una dimostrazione di amore per il ciclismo.

Quello che penso e che ho scritto nella TdS, è che in questo momento storico i corridori hanno un'idea di ciclismo diversa dal passato, che c'è stato, in realtà è ancora in corso, un cambio culturale e di sensibilità, in bene per certi aspetti, in male per altri.

Il tema salute, finalmente, è entrato in gruppo.
Certo che di cose da fare ce ne sono ancora moltissime: peso, salute mentale in primis.

Venerdì hanno fatto una cazzata, ma penso che sia un errore figlio di quel cambiamento.

Io il Gavia lo ricordo, mi esalta la storia di quel giorno, farei un monumento a Johan Van Der Velde con la maglia ciclamino congelata, ma quando leggo e sento di corridori che hanno perso sensibilità alle dita, rischiato la vita, inorridisco di me stesso affascinato da quella storia.

È un estremo il Gavia, facile ora fermarsi in una situazione simile, ma dove porre la linea di qui sì e qui no, non è una semplice questione tecnica, ma riguarda che ciclismo vogliamo tutti, i corridori in primis.

Per fortuna il ciclismo non è morto, nemmeno necessità di rianimazione, ma malato lo è.
Uno sport fuori tempo, in cerca di un nuovo riposizionamento simbolico in questa nuova epoca.

Credo che questa fase "politica" dei corridori abbia bisogno dei tifosi collaborativi, non un muro contro muro.
Non fermarsi all'errore.

Così il corridore deve smetterla con risposte arroganti, accettare le critiche. (L'arroganza è un tratto troppo frequente in tutti gli sport)

Quello che abbiamo letto su Remco in questi giorni dimostra che anche da questa parte, i tifosi, bisogna crescere.

Se qualcuno viene a dire a me oppure a un mio paziente cosa deve o non deve fare, io lo butto fuori dall'ospedale.

Apparentemente sembrano due temi distanti, e per certi aspetti lo sono, ma in fondo c'è un comune denominatore.
E io capisco la tua posizione fatta di altrettanto amore per questo sport. Ho letto il tuo articolo di cui condivido diversi aspetti (a differenza di quello di Marco :diavoletto:).
Il tema salute è sicuramente importante. Dal mio punto di vista si tratta però di capire quando una determinata protesta è veramente legata alla tutela della salute e della dignità dei ciclisti e quando invece è una roba strumentale (stamattina si faceva l'esempio delle false proteste del liceo).

Non so se ricordi la storia di Kevin Van Impe e dei sanguisuga dell'UCI che si presentarono da lui per un controllo a sopresa mentre era all'obitorio e piangeva il figlioletto morto poco dopo la nscita. Ecco, in quel caso io avrei voluto vedere l'indomani uno sciopero tout court (erano i giorni della Tirreno e della Parigi-Nizza). Idem al Tour de Pologne il giorno dopo il terribile incidente di Jakobsen, causato principalmente da un disegno di tappa criminale che veniva riproposto ormai da un decennio. Lì mi sarebbe piciuta una bella levata di scudi dei corridori.

Da tifoso capisco che ci sono situazioni di pericolo legate ai percorsi o a condizioni estreme. Però vorrei vedere anche un 'gruppo' capace di condrre delle battaglie serie e coerenti, che facciano il bene del ciclismo e che allo stesso tempo salvaguardino i sacrosanti diritti dei ciclisti. Fin qui, credo che siamo totalmente d'accordo.

Le divergenze tra la mia e la tua posizione nascono dall'interpretazione di quanto accaduto venerdì. Tu riconosci l'errore, ma intravedi la nascita di una fase politica che io invece faccio un'enorme fatica a riconoscere. Evito di farla lunga, ripetendomi troppe volte, e dico solo che a me piacerebbe vedere un atteggiamento serio, coerente, condiviso e meno schizofrenico. Le discese del Giro i corridori le conoscono mesi prima, molti di loro le visionano. Se una discesa non va, si deve dire a Vegni qualche settimana prima della corsa: "Mauro, leva sta strada, altrimenti non si corre". E se Vegni non sta a sentire, nessun mercato delle vacche (cit. Subsonico) e nessun compromesso al ribasso. Per contro, se la sera prima della tappa si decide di non correre perchè le previsioni dicono gelo, ma poi l'indomani c'è il sole, la decisione di non correre la si revoca.

Capisco la tua richiesta di comprensione nei confronti dei corridori da parte dei tifosi. Poi però succede che in 15 tappe ne hanno pascolato una dozzina e lì viene spontaneo sospettare che venerdì il loro fine non fosse la tutela della propria salute, bensì evitare di faticare per tutti i 200 km.

Qualsiasi sia la battaglia che stai combattendo, devi essere credibile. Ecco, ai miei occhi i corridori attuali non lo sono...
https://www.cicloweb.it/news/4583780879 ... alla-porta

Sono ingenuo, secondo alcuni, ma per quanto mi è possibile abbastanza coerente


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Anche giusto un filino permalosetto. È la tua opinione ad essere ingenua secondo me, mica tu che non so manco chi sei e sicuramente non sei un ingenuotto. Comunque potevi dirmi perchè sbaglio o sostenere le tue ragioni invece di fare l'elevato sul piedistallo che non si abbassa a rispondere ad interlocutori indegni


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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chinaski89 ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 7:59 Anche giusto un filino permalosetto. È la tua opinione ad essere ingenua secondo me, mica tu che non so manco chi sei e sicuramente non sei un ingenuotto. Comunque potevi dirmi perchè sbaglio o sostenere le tue ragioni invece di fare l'elevato sul piedistallo che non si abbassa a rispondere ad interlocutori indegni
sono permaloso, non su tutto, ma su questo ci hai azzeccato.

sul fatto delle argomentazioni, sei tu che devi argomentare le tue, dimostrare nei fatti che i corridori non tengono alla loro salute.
Io l'ho fatto più volte, praticamente in molti degli articoli che ho scritto, che sono tutti lì sul sito di cicloweb.
qui sul forum ho più volte argomentato sul tema salute: peso, mentale soprattutto; aspetti ancora da risolvere; ma il caso Remco dimostra che un cambio importante c'è stato ed è presente da tempo.

un consiglio, non da un piedistallo, perché faccio altro nella vita, immagina di sostenere le tue tesi davanti ad un corridore, di dirle in faccia a lui non a me.

Prova ad immaginare di dire ad un corridore di oggi che è un auto-lesionista, cavia in mano a medici mengeliani, dopato, depresso e anoressico.
Perché temo che sia questo il sotto-testo che immaginate.

Secondo me c'è tanto lavoro da fare e nei miei pezzi scrivo anche la mia opinione verso che direzione andare, "lo sport ecologico", ma osservo e mi pare chiaro che un netto cambio di sensibilità ci sia stato nel gruppo sul tema salute, e l'atteggiamento accusatorio continuo nei loro confronti, come il tuo, è fanatismo che non porta a nulla.


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Krisper ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 7:17
Tranchée d'Arenberg ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 22:36
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:29

Io capisco la tua delusione e rabbia, in realtà è una dimostrazione di amore per il ciclismo.

Quello che penso e che ho scritto nella TdS, è che in questo momento storico i corridori hanno un'idea di ciclismo diversa dal passato, che c'è stato, in realtà è ancora in corso, un cambio culturale e di sensibilità, in bene per certi aspetti, in male per altri.

Il tema salute, finalmente, è entrato in gruppo.
Certo che di cose da fare ce ne sono ancora moltissime: peso, salute mentale in primis.

Venerdì hanno fatto una cazzata, ma penso che sia un errore figlio di quel cambiamento.

Io il Gavia lo ricordo, mi esalta la storia di quel giorno, farei un monumento a Johan Van Der Velde con la maglia ciclamino congelata, ma quando leggo e sento di corridori che hanno perso sensibilità alle dita, rischiato la vita, inorridisco di me stesso affascinato da quella storia.

È un estremo il Gavia, facile ora fermarsi in una situazione simile, ma dove porre la linea di qui sì e qui no, non è una semplice questione tecnica, ma riguarda che ciclismo vogliamo tutti, i corridori in primis.

Per fortuna il ciclismo non è morto, nemmeno necessità di rianimazione, ma malato lo è.
Uno sport fuori tempo, in cerca di un nuovo riposizionamento simbolico in questa nuova epoca.

Credo che questa fase "politica" dei corridori abbia bisogno dei tifosi collaborativi, non un muro contro muro.
Non fermarsi all'errore.

Così il corridore deve smetterla con risposte arroganti, accettare le critiche. (L'arroganza è un tratto troppo frequente in tutti gli sport)

Quello che abbiamo letto su Remco in questi giorni dimostra che anche da questa parte, i tifosi, bisogna crescere.

Se qualcuno viene a dire a me oppure a un mio paziente cosa deve o non deve fare, io lo butto fuori dall'ospedale.

Apparentemente sembrano due temi distanti, e per certi aspetti lo sono, ma in fondo c'è un comune denominatore.
E io capisco la tua posizione fatta di altrettanto amore per questo sport. Ho letto il tuo articolo di cui condivido diversi aspetti (a differenza di quello di Marco :diavoletto:).
Il tema salute è sicuramente importante. Dal mio punto di vista si tratta però di capire quando una determinata protesta è veramente legata alla tutela della salute e della dignità dei ciclisti e quando invece è una roba strumentale (stamattina si faceva l'esempio delle false proteste del liceo).

Non so se ricordi la storia di Kevin Van Impe e dei sanguisuga dell'UCI che si presentarono da lui per un controllo a sopresa mentre era all'obitorio e piangeva il figlioletto morto poco dopo la nscita. Ecco, in quel caso io avrei voluto vedere l'indomani uno sciopero tout court (erano i giorni della Tirreno e della Parigi-Nizza). Idem al Tour de Pologne il giorno dopo il terribile incidente di Jakobsen, causato principalmente da un disegno di tappa criminale che veniva riproposto ormai da un decennio. Lì mi sarebbe piciuta una bella levata di scudi dei corridori.

Da tifoso capisco che ci sono situazioni di pericolo legate ai percorsi o a condizioni estreme. Però vorrei vedere anche un 'gruppo' capace di condrre delle battaglie serie e coerenti, che facciano il bene del ciclismo e che allo stesso tempo salvaguardino i sacrosanti diritti dei ciclisti. Fin qui, credo che siamo totalmente d'accordo.

Le divergenze tra la mia e la tua posizione nascono dall'interpretazione di quanto accaduto venerdì. Tu riconosci l'errore, ma intravedi la nascita di una fase politica che io invece faccio un'enorme fatica a riconoscere. Evito di farla lunga, ripetendomi troppe volte, e dico solo che a me piacerebbe vedere un atteggiamento serio, coerente, condiviso e meno schizofrenico. Le discese del Giro i corridori le conoscono mesi prima, molti di loro le visionano. Se una discesa non va, si deve dire a Vegni qualche settimana prima della corsa: "Mauro, leva sta strada, altrimenti non si corre". E se Vegni non sta a sentire, nessun mercato delle vacche (cit. Subsonico) e nessun compromesso al ribasso. Per contro, se la sera prima della tappa si decide di non correre perchè le previsioni dicono gelo, ma poi l'indomani c'è il sole, la decisione di non correre la si revoca.

Capisco la tua richiesta di comprensione nei confronti dei corridori da parte dei tifosi. Poi però succede che in 15 tappe ne hanno pascolato una dozzina e lì viene spontaneo sospettare che venerdì il loro fine non fosse la tutela della propria salute, bensì evitare di faticare per tutti i 200 km.

Qualsiasi sia la battaglia che stai combattendo, devi essere credibile. Ecco, ai miei occhi i corridori attuali non lo sono...
https://www.cicloweb.it/news/4583780879 ... alla-porta

Sono ingenuo, secondo alcuni, ma per quanto mi è possibile abbastanza coerente
queste cose di cercare il corridore all'obitorio o all'ospedale servono per far vedere che l'antidoping non è una farsa.
non c'è niente che si antepone alla lotta al doping. la regola è così e noi qui rispettiamo le regole.

cosa vuoi scioperare? è una mentalità da mittleuropa che salva capra e cavoli, rispetto delle regole e perpetuarsi del carrozone burocratico, ossia dei propri stipendi.

è una finzione per dimostrare l'incorruttibilità dell'uci che ha l'effetto ai miei occhi di dimostrarne esattamente l'opposto.
semplicemente ti fa capire che il prezzo è alto, c'è chi se lo può permettere e chi no.
le postività per epo degli atleti minori vanno nella stessa direzione.

bisogna sempre pensare male. sempre.


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
non credette alla tenuta di rogla fino a verona.
Spartakus
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da Spartakus »

Krisper ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 8:31
chinaski89 ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 7:59 Anche giusto un filino permalosetto. È la tua opinione ad essere ingenua secondo me, mica tu che non so manco chi sei e sicuramente non sei un ingenuotto. Comunque potevi dirmi perchè sbaglio o sostenere le tue ragioni invece di fare l'elevato sul piedistallo che non si abbassa a rispondere ad interlocutori indegni
sono permaloso, non su tutto, ma su questo ci hai azzeccato.

sul fatto delle argomentazioni, sei tu che devi argomentare le tue, dimostrare nei fatti che i corridori non tengono alla loro salute.
Io l'ho fatto più volte, praticamente in molti degli articoli che ho scritto, che sono tutti lì sul sito di cicloweb.
qui sul forum ho più volte argomentato sul tema salute: peso, mentale soprattutto; aspetti ancora da risolvere; ma il caso Remco dimostra che un cambio importante c'è stato ed è presente da tempo.

un consiglio, non da un piedistallo, perché faccio altro nella vita, immagina di sostenere le tue tesi davanti ad un corridore, di dirle in faccia a lui non a me.

Prova ad immaginare di dire ad un corridore di oggi che è un auto-lesionista, cavia in mano a medici mengeliani, dopato, depresso e anoressico.
Perché temo che sia questo il sotto-testo che immaginate.

Secondo me c'è tanto lavoro da fare e nei miei pezzi scrivo anche la mia opinione verso che direzione andare, "lo sport ecologico", ma osservo e mi pare chiaro che un netto cambio di sensibilità ci sia stato nel gruppo sul tema salute, e l'atteggiamento accusatorio continuo nei loro confronti, come il tuo, è fanatismo che non porta a nulla.
Lo sport professionistico è agonismo e performance portata all'estremo. Quando poi di mezzo i soldi, distribuiti in base alle prestazioni, non c'è "diritto alla salute" che tenga. È questo che tu sembri voler ignorare in nome di una visione idealistica che fa a cozzi con la realtà. Di sport "diversi" se ne parla da fine Ottocento, la realtà è che uno sport solidale e sostenibile non interessa a nessuno come spettacolo.

Per quel che riguarda i ciclisti, è gente che è pagata per fare una cosa socialmente assolutamente inutile e anzi pericolosa (andare forte in bicicletta). Tanta retorica a riguardo la trovo ridicola.


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Le mie tesi davanti ad un corridore che conosco molto bene da sempre (ed anche un ex corridore) le ho sostenute più volte: mi ha detto semplicemente che ho ragione, che è na merda ma che non ci si può fare niente. Prima forse era peggio ancora (anzi la do certa), ma di sicuro la salute non è al centro dei pensieri di nessuno la dentro. Il netto cambio di sensibilità nel gruppo sul tema salute non lo dimostra certo il ritiro di Remco per covid (o la richiesta di fare 120km in meno), quello se mai dimostra che col covid e le prestazioni in calo causa covid e cadute hanno pensato fosse inutile insistere per ricavarne magari una sonora sconfitta da Roglic e rovinare il resto della stagione. Già aver tirato fuori il caso Colbrelli, che col covid non c'entra nulla di nulla, dimostra che l'hanno un po' sparata per giustificare l'oggettiva figuraccia.

Io non ho alcun atteggiamento accusatorio comunque, semplicemente so abbastanza bene come vanno le cose e pensare che ora si vada a pane ed acqua attenti alla salute con il ds-nonnina che ricorda alla partenza di non dimenticare la maglietta della salute a mio parere è ingenuo ed abbastanza lontano dalla realtà. Voci e testimonianze dall'interno non fanno che confermare quello che penso, ma basterebbero gli occhi francamente o quello che dice castelli qui sopra soprattutto la parte degli atleti minori che da sola dice tutto tutto tutto


Krisper
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da Krisper »

"Prima forse era peggio ancora (anzi la do certa)"
quindi un cambio c'è stato? Allora qualcosa si può fare?

"pensare che ora si vada a pane ed acqua"
ancora pane ed acqua! Nessuno vive a pane ed acqua. Questo sì è retorico.

Su Remco ho già scritto un articolo.



Sarò retorico ed idealista, ovviamente permaloso, poi ammetto che ho anche dei difetti.

Dimenticate nella vostra analisi che lo sport è un fenomeno culturale, non naturale; quindi è possibile eccome un cambiamento.
Già è molto cambiato in questi circa 150 anni di storia.

Se pensate quello che scrivete, dovete smettere di seguire lo sport, perché in tal caso siete complici e responsabili di una violenza sul corpo dello sportivo.

Oppure cercate di costruire una nuova cultura sportiva, che aiuti il professionista, non che lo accusi.

Se ci basta lo spettacolo, che giudichiamo finzione, prendiamoci la responsabilità morale di essere la benzina che perpetua questo circo romano.
è più coerente chi smette di seguire, chi rifiuta un mondo in cui non crede.

il confine tra lecito e non lecito è un confine culturale, il fanatismo, come l'ho definito in un mio pezzo, non fa altro che spostare questo confine contro la salute dell'atleta.

E' retorico dirlo?

forse sì, ma è giusto che ognuno faccia i conti con le proprie responsabilità.

l'ingresso del passaporto biologico, evento molto positivo, è avvenuto proprio per evitare la diaspora di tifosi, non con il fine che poi ha avuto, una protezione per l'atleta
a dimostrazione che se non credete di poter costruire un nuova cultura sportiva, io nei miei pezzi provo almeno a dire una mia idea, con rischio di passare retorico, ridicolo, sognatore, e permaloso (ci tengo), allora dovete subito smettere di seguire questo sport.

spoiler, anche tutti gli altri sport.

se seguite questo ciclismo e tutto questo sport, allora è incoerenza e, a questo punto, con la vostra parte di responsabilità morale.

La battaglia contro il doping, la mercificazione del corpo dell'atleta, la corruzione sportiva non si vince senza un cambio culturale, senza studio scientifico, e soprattutto senza attenzione al bene dell'atleta.

personalmente ho smesso di seguire il ciclismo per 14 anni, solo lo studio di un fenomeno complesso come lo sport, della scienza dell'allenamento, di molti articoli su doping e sostanze dopanti, di mettere assieme i pezzi di puzzle, sono tornato a seguirlo e persino ad iniziare a scrivere di ciò.

se tornassi il moralista di allora, ignorerei questo mondo.


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da Tommeke92 »

Krisper ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 9:47 "Prima forse era peggio ancora (anzi la do certa)"
quindi un cambio c'è stato? Allora qualcosa si può fare?

"pensare che ora si vada a pane ed acqua"
ancora pane ed acqua! Nessuno vive a pane ed acqua. Questo sì è retorico.

Su Remco ho già scritto un articolo.



Sarò retorico ed idealista, ovviamente permaloso, poi ammetto che ho anche dei difetti.

Dimenticate nella vostra analisi che lo sport è un fenomeno culturale, non naturale; quindi è possibile eccome un cambiamento.
Già è molto cambiato in questi circa 150 anni di storia.

Se pensate quello che scrivete, dovete smettere di seguire lo sport, perché in tal caso siete complici e responsabili di una violenza sul corpo dello sportivo.

Oppure cercate di costruire una nuova cultura sportiva, che aiuti il professionista, non che lo accusi.

Se ci basta lo spettacolo, che giudichiamo finzione, prendiamoci la responsabilità morale di essere la benzina che perpetua questo circo romano.
è più coerente chi smette di seguire, chi rifiuta un mondo in cui non crede.

il confine tra lecito e non lecito è un confine culturale, il fanatismo, come l'ho definito in un mio pezzo, non fa altro che spostare questo confine contro la salute dell'atleta.

E' retorico dirlo?

forse sì, ma è giusto che ognuno faccia i conti con le proprie responsabilità.

l'ingresso del passaporto biologico, evento molto positivo, è avvenuto proprio per evitare la diaspora di tifosi, non con il fine che poi ha avuto, una protezione per l'atleta
a dimostrazione che se non credete di poter costruire un nuova cultura sportiva, io nei miei pezzi provo almeno a dire una mia idea, con rischio di passare retorico, ridicolo, sognatore, e permaloso (ci tengo), allora dovete subito smettere di seguire questo sport.

spoiler, anche tutti gli altri sport.

se seguite questo ciclismo e tutto questo sport, allora è incoerenza e, a questo punto, con la vostra parte di responsabilità morale.

La battaglia contro il doping, la mercificazione del corpo dell'atleta, la corruzione sportiva non si vince senza un cambio culturale, senza studio scientifico, e soprattutto senza attenzione al bene dell'atleta.

personalmente ho smesso di seguire il ciclismo per 14 anni, solo lo studio di un fenomeno complesso come lo sport, della scienza dell'allenamento, di molti articoli su doping e sostanze dopanti, di mettere assieme i pezzi di puzzle, sono tornato a seguirlo e persino ad iniziare a scrivere di ciò.

se tornassi il moralista di allora, ignorerei questo mondo.
Non condivido tutto al 100%, ma è una bella testimonianza, che mi piace molto.


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Slegar
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Avrei anche qualcosa da scrivere, ma non ho voglia di dedicare tempo alla questione, perché non lo meritano.

La questione sicurezza e salute è primaria per i ciclisti, ma è stata posta ad un livello mediocre, da un presidente mediocre che rappresenta dei lavoratori che trattano la loro professione con mediocrità.

Edit: una cosa la scrivo per rispondere ad Admin. L'articolo scritto parte da dei presupposti sbagliati, perché il ciclista professionista non lo si può equiparare ad un lavoratore subordinato, bensi come ad un lavorattore professionista di altissimo livello che che viene pagato proporzionalmente alle sue potenzialità; se ad esempio duecento professionisti scioperassero ad oltranza per qualche motivo, i titolari delle squadre non potrebbero usare la leva del licenziamento, perche a disposizione non ci sarebbero altri duecento ciclisti pronti a sostituirli.

Nella realtà dei fatti i ciclisti non sono subalterni alle squadre o agli organizzatori, ma con gli altri due soggetti formano i tre vertici di un triangolo in cui, per stare assieme, ogni vertice ha bisogno degli altri due. L'accusa di mediocrità che pongo ai corridori e a chi li rappresenta è che non si degnano di rompersi le scatole per capire l'importanza del loro ruolo.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
Cervinia4478
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da Cervinia4478 »

Posso dire che quanto successo venerdì mi ha deluso ma non quanto il trattamento che il simbolo del primato sta ricevendo durante questo Giro?

La prima maglia rosa che dichiara, il giorno stesso, tappa 1, che sperava di perderla il martedì seguente.
La stessa maglia rosa che, una volta riconquistata, si ritira la sera stessa alla viglia del giorno di riposo (lei o il suo direttore sportivo, ma poco importa) rientrando subito a casa, senza nemmeno un messaggio (al contrario di chi si è ritirato per infortunio dopo tre giorni).

Roglic che a Crans Montana, ammesso che non stesse male, non tenta nemmeno la volata per provare a prendere la maglia distante 2".

La maglia rosa Thomas che lascia volontariamente il primato alla 14 tappa, alla fine della seconda settimana, tra l'altro all'indomani delle polemiche della tappa di Crans Montana.

La maglia rosa va onorata, sudata e sognata.


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Tour de Berghem
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Cervinia4478 ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 11:49 Posso dire che quanto successo venerdì mi ha deluso ma non quanto il trattamento che il simbolo del primato sta ricevendo durante questo Giro?

La prima maglia rosa che dichiara, il giorno stesso, tappa 1, che sperava di perderla il martedì seguente.
La stessa maglia rosa che, una volta riconquistata, si ritira la sera stessa alla viglia del giorno di riposo (lei o il suo direttore sportivo, ma poco importa) rientrando subito a casa, senza nemmeno un messaggio (al contrario di chi si è ritirato per infortunio dopo tre giorni).

Roglic che a Crans Montana, ammesso che non stesse male, non tenta nemmeno la volata per provare a prendere la maglia distante 2".

La maglia rosa Thomas che lascia volontariamente il primato alla 14 tappa, alla fine della seconda settimana, tra l'altro all'indomani delle polemiche della tappa di Crans Montana.

La maglia rosa va onorata, sudata e sognata.
I big che lasciano la maglia a qualche corridore di secondo piano per evitare seccature dopo tappa e lasciare il lavoro a un altra squadra è una roba vecchia di decenni.
Nessuna stranezza. Normale e per nulla scandaloso


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

Messaggio da leggere da Lopi90 »

Secondo me si sta finalmente arrivando al punto della discussione: non se Adam Hansen sia o no il nuovo Lenin, ma fino a che punto il conscetto stesso di sport agonistico e professionistico come lo intendiamo oggi sia morale e sostenibile.

Lo sport professionistico esiste in quanto spettacolo, la stragrande maggioranza delle forme di finanziamento che uno sport riceve e che consentono agli atleti di farne le propria professione è legata a questo fattore. Gli spettatori pagano biglietti di ingresso e abbonamenti televisivi per assistere alle competizioni, gli sponsor commerciali vogliono visibilità per incrementare le vendite e quelli istituzionali per aumentare il loro prestigio. Niente spettacolo, niente grana.

In gran parte degli sport l'interesse non è "scientifico", semplicemente legato alla soddisfazione della curiosità intellettuale di chi e in che misura siano gli umani migliori in una specifica prestazione fisica e mentale, ma a tutta la narrazione che c'è attorno, la sfida dell'atleta contro se stesso, contro gli avversari e contro la natura, e in questo, il tentativo dell'atleta stesso di testare fino in fondo i propri limiti. Inevitabilmente, il tentativo di ottimizzare ossessivamente le proprie prestazioni in qualcosa non è salutare, ma senza di esso si perde una parte estremamente significativa del fascino dello sport competitivo. Se tutti gli atleti si stanno impegnando quanto uno che fa una corsetta al parco per non ingrassare, sicuramente lo sport diventa molto più salutare, ma non è in alcun modo uno spettacolo vendibile.

Anzi, non è proprio interessante, il discorso che sto facendo non è limitato solo alla società attuale guidata solo da profitto e marketing, ma si applica in modo uguale a qualunque contesto reale, storico o immaginario, escluso un futuro utopico post-scarsità in cui il concetto di professione non esiste più.

L'idea di avere uno sport completamente salutare ma interessante quanto quello attuale è per definizione contraddittoria, uno deve scegliere.

La risposta onestamente non è banale, ovviamente c'è uno spettro di pericolosità, di cui il ciclismo sotto la pioggia non è neanche la punta, anche all'interno del ciclismo, i casi di morte o disabilità permanente nel ciclismo moderno non sono mai stati legati a condizioni atmosferiche avverse, ma a problemi cardiaci o traumi da cadute.


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Trullo
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Vero, Casartelli e Weylandt hanno subito le loro cadute mortali in giornate di bel tempo. E su pista dove il meteo è meno influente ci sono stare parecchie cadute gravi, anche mortali


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Tranchée d'Arenberg
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Tour de Berghem ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 12:12
Cervinia4478 ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 11:49 Posso dire che quanto successo venerdì mi ha deluso ma non quanto il trattamento che il simbolo del primato sta ricevendo durante questo Giro?

La prima maglia rosa che dichiara, il giorno stesso, tappa 1, che sperava di perderla il martedì seguente.
La stessa maglia rosa che, una volta riconquistata, si ritira la sera stessa alla viglia del giorno di riposo (lei o il suo direttore sportivo, ma poco importa) rientrando subito a casa, senza nemmeno un messaggio (al contrario di chi si è ritirato per infortunio dopo tre giorni).

Roglic che a Crans Montana, ammesso che non stesse male, non tenta nemmeno la volata per provare a prendere la maglia distante 2".

La maglia rosa Thomas che lascia volontariamente il primato alla 14 tappa, alla fine della seconda settimana, tra l'altro all'indomani delle polemiche della tappa di Crans Montana.

La maglia rosa va onorata, sudata e sognata.
I big che lasciano la maglia a qualche corridore di secondo piano per evitare seccature dopo tappa e lasciare il lavoro a un altra squadra è una roba vecchia di decenni.
Nessuna stranezza. Normale e per nulla scandaloso
Concordo. Semmai il problema è che in 13 tappe in linea abbiamo visto un solo attacco da parte dei big, quello di Roglic a Fossombrone.


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tracciolino
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Sono d'accordo che la protesta è stata poco chiara e più chiarezza sulle richieste darebbe più credibilità ai corridori. Il sindacato dovrebbe servire anche a questo.

Secondo me però gli interventi che migliorano la tutela della salute dei corridori non sono così tanto in contrasto con quelli che servono a migliorare lo spettacolo. Sono più o meno 15 anni che va come oggi, con distacchi marginali e attacchi a un chilometro dall'arrivo che poi spingono gli organizzatori a ridurre i chilometraggi senza ottenere nulla. Pogacar Vingegaard Remco e i giovani hanno scompaginato il copione e ci mancano già in questo giro.

Proposte per vivacizzare lo spettacolo: ban dei misuratori di potenza, ban delle radioline, squadre meno numerose, budget cap, chilometraggi e dislivelli pre anni 2000.

Tutele per i corridori: passaporto biologico come proposto da krisper, protocollo extreme weather chiaro (che potrebbe perfino includere una riduzione di tappa dopo x tappe sotto la pioggia vista quest'ultima protesta), riduzione numero di moto in corsa, arrivi in volata meno rischiosi.

Il punto su cui l'organizzatore dovrebbe essere intransigente sono chilometraggi e dislivelli. In particolare per il giro d'Italia puntare sulla durezza del percorso come proprio marchio di fabbrica.

Al di là di questo l'impressione è che l'interesse per lo sport sia aumentato, c'è molta più gente in bici da strada rispetto a dieci vent'anni fa e una volta che sei in sella la curiosità di vedere come vanno i "pro" viene. Probabilmente c'è meno ammirazione dell'epica e più ammirazione dei watt o dei kom su strava, però pazienza, siamo in un'altra epoca.


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Trullo
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Sulle squadre numerose, si è corso per anni in 10, in 9 dal 1982 (al Tour qualche anno dopo) e solo da pochi anni in 8, non credo proprio sia il problema. Concordo su radiolina e strumentazione


Spartakus
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Krisper ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 9:47 "Prima forse era peggio ancora (anzi la do certa)"
quindi un cambio c'è stato? Allora qualcosa si può fare?

"pensare che ora si vada a pane ed acqua"
ancora pane ed acqua! Nessuno vive a pane ed acqua. Questo sì è retorico.

Su Remco ho già scritto un articolo.



Sarò retorico ed idealista, ovviamente permaloso, poi ammetto che ho anche dei difetti.

Dimenticate nella vostra analisi che lo sport è un fenomeno culturale, non naturale; quindi è possibile eccome un cambiamento.
Già è molto cambiato in questi circa 150 anni di storia.

Se pensate quello che scrivete, dovete smettere di seguire lo sport, perché in tal caso siete complici e responsabili di una violenza sul corpo dello sportivo.

Oppure cercate di costruire una nuova cultura sportiva, che aiuti il professionista, non che lo accusi.

Se ci basta lo spettacolo, che giudichiamo finzione, prendiamoci la responsabilità morale di essere la benzina che perpetua questo circo romano.
è più coerente chi smette di seguire, chi rifiuta un mondo in cui non crede.

il confine tra lecito e non lecito è un confine culturale, il fanatismo, come l'ho definito in un mio pezzo, non fa altro che spostare questo confine contro la salute dell'atleta.

E' retorico dirlo?

forse sì, ma è giusto che ognuno faccia i conti con le proprie responsabilità.

l'ingresso del passaporto biologico, evento molto positivo, è avvenuto proprio per evitare la diaspora di tifosi, non con il fine che poi ha avuto, una protezione per l'atleta
a dimostrazione che se non credete di poter costruire un nuova cultura sportiva, io nei miei pezzi provo almeno a dire una mia idea, con rischio di passare retorico, ridicolo, sognatore, e permaloso (ci tengo), allora dovete subito smettere di seguire questo sport.

spoiler, anche tutti gli altri sport.

se seguite questo ciclismo e tutto questo sport, allora è incoerenza e, a questo punto, con la vostra parte di responsabilità morale.

La battaglia contro il doping, la mercificazione del corpo dell'atleta, la corruzione sportiva non si vince senza un cambio culturale, senza studio scientifico, e soprattutto senza attenzione al bene dell'atleta.

personalmente ho smesso di seguire il ciclismo per 14 anni, solo lo studio di un fenomeno complesso come lo sport, della scienza dell'allenamento, di molti articoli su doping e sostanze dopanti, di mettere assieme i pezzi di puzzle, sono tornato a seguirlo e persino ad iniziare a scrivere di ciò.

se tornassi il moralista di allora, ignorerei questo mondo.
Molto rapidamente, non mi sento responsabile in alcun modo perché persone adulte decidono di dedicare la loro vita allo sport professionistico.

Mi pare che qui si confonda quello che è un mestiere scelto liberamente - che richiede grandi sacrifici e fatica, indubbiamente, ma per obiettivi del tutto effimeri e socialmente inutili (andar forte in bicicletta) - per un qualche genere di costrizione o schiavismo.

Se devo rivolgere la mia carica residua di indignazione morale verso qualche stortura di questo mondo, lo faccio per cause a mio avviso più socialmente rilevanti del freddo alle mani patito da un corridore professionista. Mettiamo le cose in prospettiva, per cortesia.


jumbo
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Ma infatti, a chi sogna una nuova rivoluzione proletaria suggerisco di trovare un ambito più credibile.


herbie
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:29

Quello che abbiamo letto su Remco in questi giorni dimostra che anche da questa parte, i tifosi, bisogna crescere.

Se qualcuno viene a dire a me oppure a un mio paziente cosa deve o non deve fare, io lo butto fuori dall'ospedale.
giusto per parlare di arroganza....
per mia esperienza personale, più della metà dei medici che ho incontrato di recente hanno errato totalmente la diagnosi o la cura, proponendo cose inutili, se non peggioranti. Quando si ha a che fare con una scienza biologica, il numero di variabili in gioco è così incalcolabile che l'errore è una eventualità molto facilmente realizzabile, e certamente non se ne fa una colpa a nessuno. Sono ingiusti quelli che intentano cause ai medici in seguito ad eventi spesso inevitabili, e certamente inducono nell'altra parte poi un atteggiamento di autoprotezione, ormai evidente, che va contro la scienza e la utilità pratica stessa.
Tuttavia occorre l'umiltà di mettersi in ascolto anche di ciò che a propri sembrerebbe improbabile. Se ci si attiene rigidamente , quasi nascondendovisi, ai protocolli di cura, poi, ancora più facile fare danni a pazienti che hanno caratteristiche particolari.
Il rasoio di Occam, in medicina, funziona pochino...

Fino a prova contraria, sulla vicenda di Remco, negativizzato dopo quattro giorni, hanno avuto ragione molta gente che ha scritto su queste pagine che, ecco, paventare certi accadimenti,, fare certi paragoni con la vicenda di Colbrelli, era quantomeno poco realistico, se non proprio in malafede.


rododendro
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Statisticamente però tutti i positivi accertati al Giro si sono ritirati, anche se non erano maglia rosa, oppure hanno abbandonato la corsa scoprendo successivamente che si trattava di Covid come accaduto con Vlasov, non so se si potesse ripetere ll'esoerienza di Ayuso alla Vuelta 22, certo neppure il meteo invitava a restare in corsa..


Krisper
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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herbie ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 18:52
Krisper ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 21:29

Quello che abbiamo letto su Remco in questi giorni dimostra che anche da questa parte, i tifosi, bisogna crescere.

Se qualcuno viene a dire a me oppure a un mio paziente cosa deve o non deve fare, io lo butto fuori dall'ospedale.
giusto per parlare di arroganza....
per mia esperienza personale, più della metà dei medici che ho incontrato di recente hanno errato totalmente la diagnosi o la cura, proponendo cose inutili, se non peggioranti. Quando si ha a che fare con una scienza biologica, il numero di variabili in gioco è così incalcolabile che l'errore è una eventualità molto facilmente realizzabile, e certamente non se ne fa una colpa a nessuno. Sono ingiusti quelli che intentano cause ai medici in seguito ad eventi spesso inevitabili, e certamente inducono nell'altra parte poi un atteggiamento di autoprotezione, ormai evidente, che va contro la scienza e la utilità pratica stessa.
Tuttavia occorre l'umiltà di mettersi in ascolto anche di ciò che a propri sembrerebbe improbabile. Se ci si attiene rigidamente , quasi nascondendovisi, ai protocolli di cura, poi, ancora più facile fare danni a pazienti che hanno caratteristiche particolari.
Il rasoio di Occam, in medicina, funziona pochino...

Fino a prova contraria, sulla vicenda di Remco, negativizzato dopo quattro giorni, hanno avuto ragione molta gente che ha scritto su queste pagine che, ecco, paventare certi accadimenti,, fare certi paragoni con la vicenda di Colbrelli, era quantomeno poco realistico, se non proprio in malafede.
quindi tu vai da un paziente a dire cosa deve o non deve fare? Chi sei Dio?
deciderà lui con il suo medico, al massimo consultandosi con le persone fidate. ma nessun altro può interferire in quel rapporto, né tu, né io se non sono il medico in questione, né l'integralista di turno.
solo la legge può porre dei limiti ed obblighi, ma questo è normale in un paese civile, deve per forza essere così.

remco ha deciso lui, e a tutti noi deve stare bene così. Punto. Il resto è violenza.

altrimenti viene Remco a decidere se puoi o non puoi andare a lavorare, se puoi non puoi fare un'operazione, se puoi o non puoi prendere un farmaco.

l'arroganza è altro, fidati di chi ha passato più di metà della sua vita dentro un'ospedale.
non mi provocare!


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
anzarlou
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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La prima cosa che i ciclisti dovrebbero fare se vogliono davvero prendersi cura della propria salute e non essere trattati come cavalli da corsa è smettere di essere semplici vettori del watt/chilo e della scienza sportiva.

Stanno trasformando il ciclismo in atletica di squadra. E il ciclismo ha molte più variabili, come è stato dimostrato nel corso della storia.
Quindi, se i ciclisti vogliono smettere di essere un esperimento umano nelle mani della scienza della medicina dello sport, devono rivendicare autonomia e smettere di essere semplici automi.

Che chiedano il divieto di aiuti esterni: auricolari di squadra e potenziometro fuori concorso ADESSO!

Ma ovviamente vivi molto più a tuo agio con i gadget e la guida esterna, e quelli mediocri sembrano buoni e tutto il resto. E ci siamo scontrati anche con la Chiesa, gli interessi imprenditoriali delle strutture, espressi nell'ego/vanità/nascondiglio dei direttori (direttori) che vogliono essere più protagonisti e necessari dei "cavalli da corsa", e delle aziende ciclistiche e tecnologiche cose.
E questo è tutto, amici, il resto, cortine fumogene.


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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anzarlou ha scritto: martedì 23 maggio 2023, 1:00 La prima cosa che i ciclisti dovrebbero fare se vogliono davvero prendersi cura della propria salute e non essere trattati come cavalli da corsa è smettere di essere semplici vettori del watt/chilo e della scienza sportiva.

Stanno trasformando il ciclismo in atletica di squadra. E il ciclismo ha molte più variabili, come è stato dimostrato nel corso della storia.
Quindi, se i ciclisti vogliono smettere di essere un esperimento umano nelle mani della scienza della medicina dello sport, devono rivendicare autonomia e smettere di essere semplici automi.

Che chiedano il divieto di aiuti esterni: auricolari di squadra e potenziometro fuori concorso ADESSO!

Ma ovviamente vivi molto più a tuo agio con i gadget e la guida esterna, e quelli mediocri sembrano buoni e tutto il resto. E ci siamo scontrati anche con la Chiesa, gli interessi imprenditoriali delle strutture, espressi nell'ego/vanità/nascondiglio dei direttori (direttori) che vogliono essere più protagonisti e necessari dei "cavalli da corsa", e delle aziende ciclistiche e tecnologiche cose.
E questo è tutto, amici, il resto, cortine fumogene.
Cioè il problema per la salute dei ciclisti non sarebbe il doping, il fatto di essere costantemente sottopeso, eccessivi carichi di sforzo, ma le radioline? Suvvia non siamo ridicoli.

Lo scorso Tour Vinge e Pogi se la sono data di Santa ragione con radioline, computerini e potenziometri. Questo facile polemica ormai nei tuoi post ha un tono da crociata semplifica molto la realtà


castelli
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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il ciclista se si dopa prende soldi, non è solo una cavia.

da prendere 300 mila euro al mese a prenderne 30 mila a prenderne 2 mila passa una bella differenza.
siccome le differenze tra uno che fa 1650 di vam e uno che ne fa 1700 sembrano infinitesimali ma non lo sono affatto ecco che il doping ti permette di fare la differenza e prendere uno stipendio con uno zero in più.
non sono solo cavie.
sono favorevole pure io, visto l'andazzo che ha preso, alla riduzione a zero della tecnologia.

ci sono state gare fantastiche anche col misuratore di velocità negli anni 90. io toglierei tutto in modo che gli atleti non abbiano più un punto di riferimento. le gare sarebbero a mio avviso più interessanti.
non si farà mai perché gli aggeggi vengono venduti sul mercato e quindi serve un atleta che faccia da testimonial.


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
non credette alla tenuta di rogla fino a verona.
anzarlou
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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ciclistapazzo ha scritto: martedì 23 maggio 2023, 7:38
anzarlou ha scritto: martedì 23 maggio 2023, 1:00 La prima cosa che i ciclisti dovrebbero fare se vogliono davvero prendersi cura della propria salute e non essere trattati come cavalli da corsa è smettere di essere semplici vettori del watt/chilo e della scienza sportiva.

Stanno trasformando il ciclismo in atletica di squadra. E il ciclismo ha molte più variabili, come è stato dimostrato nel corso della storia.
Quindi, se i ciclisti vogliono smettere di essere un esperimento umano nelle mani della scienza della medicina dello sport, devono rivendicare autonomia e smettere di essere semplici automi.

Che chiedano il divieto di aiuti esterni: auricolari di squadra e potenziometro fuori concorso ADESSO!

Ma ovviamente vivi molto più a tuo agio con i gadget e la guida esterna, e quelli mediocri sembrano buoni e tutto il resto. E ci siamo scontrati anche con la Chiesa, gli interessi imprenditoriali delle strutture, espressi nell'ego/vanità/nascondiglio dei direttori (direttori) che vogliono essere più protagonisti e necessari dei "cavalli da corsa", e delle aziende ciclistiche e tecnologiche cose.
E questo è tutto, amici, il resto, cortine fumogene.
Cioè il problema per la salute dei ciclisti non sarebbe il doping, il fatto di essere costantemente sottopeso, eccessivi carichi di sforzo, ma le radioline? Suvvia non siamo ridicoli.

Lo scorso Tour Vinge e Pogi se la sono data di Santa ragione con radioline, computerini e potenziometri. Questo facile polemica ormai nei tuoi post ha un tono da crociata semplifica molto la realtà
Penso che la mia argomentazione sia così semplice che non l'hai capita.
Se riduci le variabili della competizione al puro watt/chilo stai appunto promuovendo, oltre alla noia e al controllo, il doping.

Se togli auricolari e potenziometri, aumenti le variabili per fallire o fare la differenza, perché ci saranno più errori tattici, più errori di calcolo della forza, peggiore organizzazione dei treni, più vantaggio intellettuale e più autoiniziativa.

Semplice, non nego che lo sia. Gli interessi economici delle imprese, la guerra dei piloti per la leadership e la filosofia del minimo rischio e del massimo comfort nel gruppo, sono gli ostacoli, non così facili da superare.


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Slegar
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Articolo di Admin in home:
https://www.cicloweb.it/news/8847402957 ... i-ciclisti
Slegar ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 10:44 Avrei anche qualcosa da scrivere, ma non ho voglia di dedicare tempo alla questione, perché non lo meritano.

La questione sicurezza e salute è primaria per i ciclisti, ma è stata posta ad un livello mediocre, da un presidente mediocre che rappresenta dei lavoratori che trattano la loro professione con mediocrità.

Edit: una cosa la scrivo per rispondere ad Admin. L'articolo scritto parte da dei presupposti sbagliati, perché il ciclista professionista non lo si può equiparare ad un lavoratore subordinato, bensi come ad un lavorattore professionista di altissimo livello che che viene pagato proporzionalmente alle sue potenzialità; se ad esempio duecento professionisti scioperassero ad oltranza per qualche motivo, i titolari delle squadre non potrebbero usare la leva del licenziamento, perche a disposizione non ci sarebbero altri duecento ciclisti pronti a sostituirli.

Nella realtà dei fatti i ciclisti non sono subalterni alle squadre o agli organizzatori, ma con gli altri due soggetti formano i tre vertici di un triangolo in cui, per stare assieme, ogni vertice ha bisogno degli altri due. L'accusa di mediocrità che pongo ai corridori e a chi li rappresenta è che non si degnano di rompersi le scatole per capire l'importanza del loro ruolo.
Scrissi questo dopo la pagliacciata in mondovisione del Gran San Bernardo; dopo la tragedia di Gino Mäder rilancio: Adam Hansen deve immediatamente dimettersi dal CPA, perché non ha la minima idea di come affrontare il tema della sicurezza di chi rappresenta e di conseguenza non è in grado di fornire gli input agli altri attori del ciclismo per affrontarlo. La proposta di ieri è definibile con una sola parola: stupidàggine ( https://www.treccani.it/vocabolario/stupidaggine/ ).

Adam Hansen rappresenta una categoria di lavoratori che sono esposti a dei rischi, tipici della loro attività, che possono essere eliminati (difficile, perché la conseguenza potrebbe anche portare all'eliminazione dell'attività lavorativa) o mitigati. L'analisi del rischio è alla base di ogni studio sulla sicurezza dei luoghi di lavoro (nel caso dei ciclisti le strade approntate per lo svolgimento delle competizioni) ed è eseguita secondo precisi standard ISO (International Organization for Standardization - sono norme di riferimento con valenza mondiale). Chi mastica un po' di sicurezza conoscerà sicuramente la matrice del rischio 4×4 (R= PxG, dove R è il rischio, P è la Probabilità e G è la Gravità):

Immagine

Per mitigare il rischio si può intervenire sulla gravità delle conseguenze (es. protezioni attive e/o passive) e sulla probabilità (es. comportamenti, limiti imposti). In tutti gli interventi sulla sicurezza dei ciclisti usciti dalla bocca di Adam Hansen (e dei suoi predecessori), si capisce chiaramente che un ragionamento impostato sulla matrice che sta qui sopra non gli è nemmeno passato per l'anticamera del cervello; una conseguenza di questo mancato approccio e quella, da una parte, di sorvolare sulle transenne non legate tra loro degli arrivi al Giro di Polonia (dopo Jakobsen continuano a perpetrare il vizietto: l'anno scorso un ciclista è finito tra il pubblico, fortunatamente era negli ultime posizioni ed andava piano), dall'altra, di rompere le scatole ad RCS che è l'organizzatore con gli standard di sicurezza più alti messi in campo.

La parole sfortuna, fatalità e similari devono essere bandite dal lessico ciclistico in tema disicurezza, se non nel caso della caduta di un meteorite. L'incidente occorso ieri a Gino Mäder è capitato nel punto più pericoloso della discesa, perché tremendamente nascosto. Solitamente per attraversare con una strada una discontinuità orografica si costruisce un ponte, in quella discesa senza strapiombi invece hanno realizzato un terrapieno (va a sapere perché) non protetto da barriere: sono sempre trenta metri di salto che dalla strada in discesa non viene percepito. Fosse prevista nei protocolli dell'UCI una ricognizione preventiva del percorso, in quella curva sarebbe stato piazzato un segnale audio/video ed un motociclista della scorta tecnica che avrebbe segnalato il pericolo ed obbligato i ciclisti a prestare attenzione.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Slegar ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:48 Articolo di Admin in home:
https://www.cicloweb.it/news/8847402957 ... i-ciclisti
Slegar ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 10:44 Avrei anche qualcosa da scrivere, ma non ho voglia di dedicare tempo alla questione, perché non lo meritano.

La questione sicurezza e salute è primaria per i ciclisti, ma è stata posta ad un livello mediocre, da un presidente mediocre che rappresenta dei lavoratori che trattano la loro professione con mediocrità.

Edit: una cosa la scrivo per rispondere ad Admin. L'articolo scritto parte da dei presupposti sbagliati, perché il ciclista professionista non lo si può equiparare ad un lavoratore subordinato, bensi come ad un lavorattore professionista di altissimo livello che che viene pagato proporzionalmente alle sue potenzialità; se ad esempio duecento professionisti scioperassero ad oltranza per qualche motivo, i titolari delle squadre non potrebbero usare la leva del licenziamento, perche a disposizione non ci sarebbero altri duecento ciclisti pronti a sostituirli.

Nella realtà dei fatti i ciclisti non sono subalterni alle squadre o agli organizzatori, ma con gli altri due soggetti formano i tre vertici di un triangolo in cui, per stare assieme, ogni vertice ha bisogno degli altri due. L'accusa di mediocrità che pongo ai corridori e a chi li rappresenta è che non si degnano di rompersi le scatole per capire l'importanza del loro ruolo.
Scrissi questo dopo la pagliacciata in mondovisione del Gran San Bernardo; dopo la tragedia di Gino Mäder rilancio: Adam Hansen deve immediatamente dimettersi dal CPA, perché non ha la minima idea di come affrontare il tema della sicurezza di chi rappresenta e di conseguenza non è in grado di fornire gli input agli altri attori del ciclismo per affrontarlo. La proposta di ieri è definibile con una sola parola: stupidàggine ( https://www.treccani.it/vocabolario/stupidaggine/ ).

Adam Hansen rappresenta una categoria di lavoratori che sono esposti a dei rischi, tipici della loro attività, che possono essere eliminati (difficile, perché la conseguenza potrebbe anche portare all'eliminazione dell'attività lavorativa) o mitigati. L'analisi del rischio è alla base di ogni studio sulla sicurezza dei luoghi di lavoro (nel caso dei ciclisti le strade approntate per lo svolgimento delle competizioni) ed è eseguita secondo precisi standard ISO (International Organization for Standardization - sono norme di riferimento con valenza mondiale). Chi mastica un po' di sicurezza conoscerà sicuramente la matrice del rischio 4×4 (R= PxG, dove R è il rischio, P è la Probabilità e G è la Gravità):

Immagine

Per mitigare il rischio si può intervenire sulla gravità delle conseguenze (es. protezioni attive e/o passive) e sulla probabilità (es. comportamenti, limiti imposti). In tutti gli interventi sulla sicurezza dei ciclisti usciti dalla bocca di Adam Hansen (e dei suoi predecessori), si capisce chiaramente che un ragionamento impostato sulla matrice che sta qui sopra non gli è nemmeno passato per l'anticamera del cervello; una conseguenza di questo mancato approccio e quella, da una parte, di sorvolare sulle transenne non legate tra loro degli arrivi al Giro di Polonia (dopo Jakobsen continuano a perpetrare il vizietto: l'anno scorso un ciclista è finito tra il pubblico, fortunatamente era negli ultime posizioni ed andava piano), dall'altra, di rompere le scatole ad RCS che è l'organizzatore con gli standard di sicurezza più alti messi in campo.

La parole sfortuna, fatalità e similari devono essere bandite dal lessico ciclistico in tema disicurezza, se non nel caso della caduta di un meteorite. L'incidente occorso ieri a Gino Mäder è capitato nel punto più pericoloso della discesa, perché tremendamente nascosto. Solitamente per attraversare con una strada una discontinuità orografica si costruisce un ponte, in quella discesa senza strapiombi invece hanno realizzato un terrapieno (va a sapere perché) non protetto da barriere: sono sempre trenta metri di salto che dalla strada in discesa non viene percepito. Fosse prevista nei protocolli dell'UCI una ricognizione preventiva del percorso, in quella curva sarebbe stato piazzato un segnale audio/video ed un motociclista della scorta tecnica che avrebbe segnalato il pericolo ed obbligato i ciclisti a prestare attenzione.
Mi trovi assolutamente d'accordo.
L'approssimazione con la quale Hansen dirige il CPA è un qualcosa di incredibile.
Già io, al posto suo, vista la gravità della situazione di Gino, non avrei pubblicato un bel niente ieri su Twitter e su quella assurda proposta dei 3 km di pianura dopo una discesa, come se cambiasse qualcosa per fare sì che i corridori scendano più piano.
Mi è sembrata l'ennesima sparata di un uomo che è in cerca di visibilità, più che di soluzioni, e solitamente questa visibilità la cerca criticando e contestando qualsiasi cosa facciano gli organizzatori di alcune corse (RCS e chi organizza il TDS), tralasciando le negligenze di molti altri, come tu stesso hai spiegato benissimo.

La prevenzione alle tragedie la si fa nel modo che tu hai indicato: ricognizione preventiva dei percorsi da parte di persone preposte dal CPA.
Chi meglio di un ex corridore professionista può giudicare la pericolosità di una discesa o di un determinato tratto di percorso?
Nessuno.
Peccato che nessuno vada mai a controllare, quella curva dell'Albula per esempio non se l'è mai filata nessuno.
Poi servono soluzioni sensate.
Le reti?
A poco sarebbero servite, visto che Sheffield le avrebbe sfondate comunque un minuto prima di Gino, e per il povero elvetico la sorte sarebbe stata la stessa (quando si dice la sfiga).
Quel punto è forse l'unico punto davvero pericoloso della discesa dell'Albula, un cartello di avvertimento e una persona preposta con bandierina di segnalazione avrebbero evitato una tragedia assurda.
Ma Hansen questo non lo dice, facile puntare il dito contro gli organizzatori, come al Giro per la discesa del croix de Coeur.
Peccato che nessuno del CPA venga mandato dal proprio capo a visionare queste criticità, ce ne si accorge sempre il giorno dell'incidente o quello immediatamente precedente al passaggio della corsa, con i disagi che provoca agli organizzatori una protesta dei corridori a poche ore dal passaggio.

Caro Hansen: meno parole, più fatti.
Perché la sicurezza dei corridori non si valuta solo con le previsioni meteo sballate di un app, quattro gocce di pioggia possono farti prendere la bronchite ma non ti ammazzano.
Ti uccidono i 100 km orari in discesa e una curva pericolosa o un terrapieno pericoloso non segnalati.
Ed è su questo che devi vigilare.
Altrimenti a casa tua, e lascia spazio a qualcuno che abbia veramente a cuore la sicurezza di questi ragazzi.


Bomby
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Slegar ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:48 Articolo di Admin in home:
https://www.cicloweb.it/news/8847402957 ... i-ciclisti
Slegar ha scritto: lunedì 22 maggio 2023, 10:44 Avrei anche qualcosa da scrivere, ma non ho voglia di dedicare tempo alla questione, perché non lo meritano.

La questione sicurezza e salute è primaria per i ciclisti, ma è stata posta ad un livello mediocre, da un presidente mediocre che rappresenta dei lavoratori che trattano la loro professione con mediocrità.

Edit: una cosa la scrivo per rispondere ad Admin. L'articolo scritto parte da dei presupposti sbagliati, perché il ciclista professionista non lo si può equiparare ad un lavoratore subordinato, bensi come ad un lavorattore professionista di altissimo livello che che viene pagato proporzionalmente alle sue potenzialità; se ad esempio duecento professionisti scioperassero ad oltranza per qualche motivo, i titolari delle squadre non potrebbero usare la leva del licenziamento, perche a disposizione non ci sarebbero altri duecento ciclisti pronti a sostituirli.

Nella realtà dei fatti i ciclisti non sono subalterni alle squadre o agli organizzatori, ma con gli altri due soggetti formano i tre vertici di un triangolo in cui, per stare assieme, ogni vertice ha bisogno degli altri due. L'accusa di mediocrità che pongo ai corridori e a chi li rappresenta è che non si degnano di rompersi le scatole per capire l'importanza del loro ruolo.
Scrissi questo dopo la pagliacciata in mondovisione del Gran San Bernardo; dopo la tragedia di Gino Mäder rilancio: Adam Hansen deve immediatamente dimettersi dal CPA, perché non ha la minima idea di come affrontare il tema della sicurezza di chi rappresenta e di conseguenza non è in grado di fornire gli input agli altri attori del ciclismo per affrontarlo. La proposta di ieri è definibile con una sola parola: stupidàggine ( https://www.treccani.it/vocabolario/stupidaggine/ ).

Adam Hansen rappresenta una categoria di lavoratori che sono esposti a dei rischi, tipici della loro attività, che possono essere eliminati (difficile, perché la conseguenza potrebbe anche portare all'eliminazione dell'attività lavorativa) o mitigati. L'analisi del rischio è alla base di ogni studio sulla sicurezza dei luoghi di lavoro (nel caso dei ciclisti le strade approntate per lo svolgimento delle competizioni) ed è eseguita secondo precisi standard ISO (International Organization for Standardization - sono norme di riferimento con valenza mondiale). Chi mastica un po' di sicurezza conoscerà sicuramente la matrice del rischio 4×4 (R= PxG, dove R è il rischio, P è la Probabilità e G è la Gravità):

Immagine

Per mitigare il rischio si può intervenire sulla gravità delle conseguenze (es. protezioni attive e/o passive) e sulla probabilità (es. comportamenti, limiti imposti). In tutti gli interventi sulla sicurezza dei ciclisti usciti dalla bocca di Adam Hansen (e dei suoi predecessori), si capisce chiaramente che un ragionamento impostato sulla matrice che sta qui sopra non gli è nemmeno passato per l'anticamera del cervello; una conseguenza di questo mancato approccio e quella, da una parte, di sorvolare sulle transenne non legate tra loro degli arrivi al Giro di Polonia (dopo Jakobsen continuano a perpetrare il vizietto: l'anno scorso un ciclista è finito tra il pubblico, fortunatamente era negli ultime posizioni ed andava piano), dall'altra, di rompere le scatole ad RCS che è l'organizzatore con gli standard di sicurezza più alti messi in campo.

La parole sfortuna, fatalità e similari devono essere bandite dal lessico ciclistico in tema disicurezza, se non nel caso della caduta di un meteorite. L'incidente occorso ieri a Gino Mäder è capitato nel punto più pericoloso della discesa, perché tremendamente nascosto. Solitamente per attraversare con una strada una discontinuità orografica si costruisce un ponte, in quella discesa senza strapiombi invece hanno realizzato un terrapieno (va a sapere perché) non protetto da barriere: sono sempre trenta metri di salto che dalla strada in discesa non viene percepito. Fosse prevista nei protocolli dell'UCI una ricognizione preventiva del percorso, in quella curva sarebbe stato piazzato un segnale audio/video ed un motociclista della scorta tecnica che avrebbe segnalato il pericolo ed obbligato i ciclisti a prestare attenzione.
Parole sante. Io faccio tutti i giorni scelte del genere: usare un approccio strutturato per ridurre il rischio senza però perdere di vista la sostenibilità del prodotto, che deve essere utile a chi lo usa e profittabile per chi lo produce, oltreché sicuro.
Un concetto che non sempre chi non si occupa abitualmente di sicurezza tiene a mente (male, perché invece coinvolge tutti in qualsiasi momento) è che il rischio 0 non esiste e non può esistere. Chi lo chiede o lo propone non sa di cosa parla, o peggio, vi vuole truffare. Sic et simpliciter.
Poi quello che è successo a Gino Mader è tristissimo, sicuramente si può fare di più e meglio per la sicurezza.


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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Slegar
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Il presidente del CPA si è lamentato con France Television, perché ha mostrato poco dell'arrivo vittorioso di Poels a Saint-Gervais concentrtandosi invece sul duello Vingegaard-Pogacar; secondo Hansen la TV doveva soffermarsi di più su Poels, perché questo era uno dei migliori momenti della carriera del ciclista olandese e non doveva essere "mortificato" per far vedere la battaglia per la maglia gialla:
https://www.wielerflits.nl/nieuws/zege- ... verdienen/

Non esprimo giudizi per evitare sanzioni.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Slegar ha scritto: martedì 18 luglio 2023, 10:53 Il presidente del CPA si è lamentato con France Television, perché ha mostrato poco dell'arrivo vittorioso di Poels a Saint-Gervais concentrtandosi invece sul duello Vingegaard-Pogacar; secondo Hansen la TV doveva soffermarsi di più su Poels, perché questo era uno dei migliori momenti della carriera del ciclista olandese e non doveva essere "mortificato" per far vedere la battaglia per la maglia gialla:
https://www.wielerflits.nl/nieuws/zege- ... verdienen/

Non esprimo giudizi per evitare sanzioni.
Meglio l'altroieri rispetto allo schifo del puy de dome... dove hanno fatto vedere l'arrivo della chiunque


Giro 2017: tappe 3 e 18
Giro 2018: tappa 17
Vuelta 2017: tappa 11
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Tour2020: Classifica Generale
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Slegar ha scritto: martedì 18 luglio 2023, 10:53 Il presidente del CPA si è lamentato con France Television, perché ha mostrato poco dell'arrivo vittorioso di Poels a Saint-Gervais concentrtandosi invece sul duello Vingegaard-Pogacar; secondo Hansen la TV doveva soffermarsi di più su Poels, perché questo era uno dei migliori momenti della carriera del ciclista olandese e non doveva essere "mortificato" per far vedere la battaglia per la maglia gialla:
https://www.wielerflits.nl/nieuws/zege- ... verdienen/

Non esprimo giudizi per evitare sanzioni.
Sulle transenne, le moto e il pubblico il giorno prima sullo Joux Plane ha detto qualcosa invece?


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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pietro ha scritto: martedì 18 luglio 2023, 11:49
Slegar ha scritto: martedì 18 luglio 2023, 10:53 Il presidente del CPA si è lamentato con France Television, perché ha mostrato poco dell'arrivo vittorioso di Poels a Saint-Gervais concentrtandosi invece sul duello Vingegaard-Pogacar; secondo Hansen la TV doveva soffermarsi di più su Poels, perché questo era uno dei migliori momenti della carriera del ciclista olandese e non doveva essere "mortificato" per far vedere la battaglia per la maglia gialla:
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Non esprimo giudizi per evitare sanzioni.
Sulle transenne, le moto e il pubblico il giorno prima sullo Joux Plane ha detto qualcosa invece?
Si è esposto così tanto che qualche rappresaglia la subirà sicuramente:



Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

Nataša Pirc Musar, 8 febbraio 2024, presidente della Slovenia,
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Slegar ha scritto: martedì 18 luglio 2023, 12:22
pietro ha scritto: martedì 18 luglio 2023, 11:49
Slegar ha scritto: martedì 18 luglio 2023, 10:53 Il presidente del CPA si è lamentato con France Television, perché ha mostrato poco dell'arrivo vittorioso di Poels a Saint-Gervais concentrtandosi invece sul duello Vingegaard-Pogacar; secondo Hansen la TV doveva soffermarsi di più su Poels, perché questo era uno dei migliori momenti della carriera del ciclista olandese e non doveva essere "mortificato" per far vedere la battaglia per la maglia gialla:
https://www.wielerflits.nl/nieuws/zege- ... verdienen/

Non esprimo giudizi per evitare sanzioni.
Sulle transenne, le moto e il pubblico il giorno prima sullo Joux Plane ha detto qualcosa invece?
Si è esposto così tanto che qualche rappresaglia la subirà sicuramente:

Mamma mia che sindacalista!


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: I vostri messaggi a C. Salvato e A. Hansen - Muro del pianto

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Slegar ha scritto: martedì 18 luglio 2023, 12:22
pietro ha scritto: martedì 18 luglio 2023, 11:49
Slegar ha scritto: martedì 18 luglio 2023, 10:53 Il presidente del CPA si è lamentato con France Television, perché ha mostrato poco dell'arrivo vittorioso di Poels a Saint-Gervais concentrtandosi invece sul duello Vingegaard-Pogacar; secondo Hansen la TV doveva soffermarsi di più su Poels, perché questo era uno dei migliori momenti della carriera del ciclista olandese e non doveva essere "mortificato" per far vedere la battaglia per la maglia gialla:
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Non esprimo giudizi per evitare sanzioni.
Sulle transenne, le moto e il pubblico il giorno prima sullo Joux Plane ha detto qualcosa invece?
Si è esposto così tanto che qualche rappresaglia la subirà sicuramente:

Quindi per Hansen va tutto bene così?
Le moto hanno sempre condizionato le corse ciclistiche e, allora, nel rispetto della tradizione, lasciamo le cose come stanno?

Ovviamente Hansen rispunterà fuori verso maggio, come prevedevo non ha gli attributi per rompere i coglioni ad ASO e all'organizzazione del Tour de France, nemmeno quando si palesano fatti inaccettabili come quello delle moto del Joux Plane.

Molto meglio fare la voce grossa contro il povero Vegni, facendogli fare delle figure di merda mondiali un anno si è uno no.


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