Il trend sembra a favore di Pogacar: come giustamente avete detto voi, lo scorso anno il buon Jonas non perdeva le ruote di Tadej nemmeno allo sprint.nurseryman ha scritto: ↑venerdì 14 luglio 2023, 20:16si è qualche giorno che il danese non è al topciclistapazzo ha scritto: ↑venerdì 14 luglio 2023, 17:18 Dai è chiaro Pogi in questo momento sta fantasticamente, però la squadra non aiuta minimamente, non può rischiare di attaccare da 7 km dall'arrivo, e i suoi non riescono a fare un ritmo "decente" per lanciarlo. Neppure Yates ha fatto chissà che differenze. La chiave può essere il fattore visto alla Parigi Nizza. Vinge vuole sempre resistere e avolte va oltre il limite e rischia di piantarsi, oggi ci fosse stato un arrivo diverso e se Pogi avesse attaccato a un Km, invece di 3 o 4 secondi potevano essere 20.
Per me oggi il danese non era forte come leggo, in 300 metri ha lasciato 6 o 7 secondi, non lo ha tenuto neppure per 200 metri, mentre l'altro giorno su uno strappo durissimo lo ha tenuto per un km. Il danese sta calando.
l'anno scorso non ha mai perso le ruote di pogacar nemmeno negli sprint in salita le prime settimane
deve sperare che sulla loze il fondo accumulato con il lavoro gli faccia recuperare quel quid che ha perso nella brillantezza
credo che la crono, uno sforzo di appena 30 minuti con salitelle e discese, favorisca decisamente pogacar
Adesso sono già tre volte che, se Pogacar arriva distrutto all'arrivo, lui ci arriva completamente sfiancato per non perdere troppo tempo dallo sloveno.
Comincio a pensare che in Jumbo abbiano puntato tutto sulla Prima settimana di Tour, con i Pirenei e il Più de Dome, per scavare il distacco decisivo da un Pogacar che per forza di cose non arrivava nelle migliori condizioni, facendo arrivare Vingegaard già al 100% della condizione fisica.
E la tappa del Tourmalet, abbinata a Laruns, corsa in quel modo dalla Jumbo e da Jonas me lo fa pensare....
Purtroppo per loro il ragazzo ha reagito alla grande alla botta di Laruns e sembra un crescita costante..... Domani per me è la tappa decisiva, visto che di salite ce ne sono parecchie, di cui l'ultima pure adatta al danese.
Se Vingegaard non riesce a scavare un distacco nei confronti di Tadej, le cose per lui si mettono male.