Da Andrea Graziosi "Ragionando sull'Italia" IL
Proprio quando il crollo del Muro e dei sistemi sovietici sembravano porre fine alla spaccatura che dal 1947 divideva il sistema politico, se ne stava creando un'altra, derivante dal carattere e dal comportamento di Berlusconi, dalla sua enorme capacità di respingere, superiore a quella, anch'essa grande, di attrarre. Questo portò alla riconversione del precedente paradigma antifascista in uno simile antiberlusconiano.
Cominciava così la veloce trasformazione di Forza Italia in un partito moderato fondato sugli interessi del leader e sempre intriso di un populismo legato alla personalità del fondatore.
Il 22 novembre 1994 a Berlusconi fu notificato un avviso di garanzia e poche settimane dopo la Lega firmava la sfiducia al governo, perché non voleva la riforma delle pensioni programmata. Tutto ciò portò il leader di Forza Italia a cessare ogni tentativo di riformismo, per muoversi invece in direzione del passato e così ruppe con il gruppo di intellettuali che ne avevano sostenuto in buona fede la nascita.
Nell'immediato Berlusconi chiese nuove elezioni, sicuro di poter sbaragliare il campo, ma Scalfaro non gliele concesse e nacque così il governo Dini, che per natura, era un mediatore e non certo un riformatore. Si rinunciò così ad abbattere il debito pubblico, il che provocò una nuova divaricazione fra le generazioni, con pensioni di anzianità regalate a man bassa e fra i giovani si rafforzò giustamente il sentimento di emarginazione e la tendenza all'autoghettizzazione.
Alle elezioni del 1996, seguite alle dimissioni concordate di Dini, il centro destra raccolse la maggioranza dei voti, ma Forza Italia fu sconfitta grazie al sistema maggioritario, perché, a differenza del 1994 non si era presentata insieme alla Lega. Il centrosinistra invece era diventato la coalizione dell'Ulivo, guidata da Romano Prodi, presidente dell'Iri negli anni '80.
Il governo da lui presieduto riprese la strada delle riforme di Amato, anche se dovette accettare più compromessi, perché aveva bisogno per sopravvivere dell'appoggio esterno di Rifondazione comunista, che naturalmente non aveva nessuna cultura di governo. (nota mia, al massimo ricercava l'eleganza)