#iMieiPrimiCentomila
Inviato: domenica 8 gennaio 2023, 2:16
Capodanno 2016... Colto dai rimorsi per i pantagruelici saturnali, tra abbondanti banchetti e libagioni esagerate, mi ripromettevo, per l'anno che incombeva, di provare a tradurre il mio maniacale interesse per le cartine geografiche, le prime app di navigazione, gli immaginari percorsi ciclistici delle classiche del nord calati nelle campagne venete, in esplorazione attiva. Avrei inforcato la vecchia Nuzzi gialla di mio padre, una MTB front con più peso che pretese, per iniziare, a 46 anni compiuti, a darmi alla bicicletta, intesa come sport.
Era da 25 anni che io e lo sport attivo ci eravamo salutati senza rimpianti, e quel gelido due di gennaio del 2016 non mi rendevo conto di quanto assurda fosse l'idea di mettermi in sella, abbigliamento che "Fantozzi alla coppa Cobram" scansate, e seguire col telefonino una traccia di 85 km (!!!) disegnata a tavolino, senza uno straccio di GPS. Eppure, semi congelato, colle terga doloranti e piene di piaghe, le gambe in acido lattico che manco le scale, sono tornato a casa dei miei, dopo quattro orette erranti nella campagna tra Mestre e Treviso alla ricerca di sterrati e carrarecce, come fossi vicino a Roubaix e ai suoi mille settori di pavè.
Da quel giorno di strada ne ho fatta tanta, due volte e mezzo la circonferenza terrestre, centomila chilometri in sette anni.
Mentre ero collassato in divano a cercare di riprendermi, le endorfine facevano effetto ma, no, non avrei mai immaginato dove mi avrebbero portato la vecchia Nuzzi prima, la mia amata "Poderosa" dopo, e "Tina Clandestina" poi...
Luoghi speciali, posti visti mille volte e altri visti mai, posti sognati e posti magari banali ma che raggiunti in sella con la forza delle gambe e prendendo tanto vento in faccia, diventavano bellissimi. Luoghi e non solo, persone con cui condividere strade e sentieri, sterrati e tracce sempre più esigenti.
E poi luoghi dell'anima, impossibili da trovare nelle mappe, che non importa dove sei fisicamente ma dove sei con la mente. La bici mi ha fatto viaggiare, col corpo e con l'anima, mi ha dato motivazioni in anni per me difficili, mi è stata fedele compagna anche nei momenti più bui.
Centomila chilometri sono tantissimi, potrei scriverne per ore, di viaggi, di gravellate organizzate e improvvisate, di persone, di piccole grandi (per me) imprese. Ma dimenticherei sempre qualcosa, qualcunx.
E allora fermiamoci qua, che il viaggio più bello sarà sempre il prossimo. In compagnia solo di me stesso, di vecchi o nuovi amici, come capiterà. Verso dove, ancora non lo so...
Era da 25 anni che io e lo sport attivo ci eravamo salutati senza rimpianti, e quel gelido due di gennaio del 2016 non mi rendevo conto di quanto assurda fosse l'idea di mettermi in sella, abbigliamento che "Fantozzi alla coppa Cobram" scansate, e seguire col telefonino una traccia di 85 km (!!!) disegnata a tavolino, senza uno straccio di GPS. Eppure, semi congelato, colle terga doloranti e piene di piaghe, le gambe in acido lattico che manco le scale, sono tornato a casa dei miei, dopo quattro orette erranti nella campagna tra Mestre e Treviso alla ricerca di sterrati e carrarecce, come fossi vicino a Roubaix e ai suoi mille settori di pavè.
Da quel giorno di strada ne ho fatta tanta, due volte e mezzo la circonferenza terrestre, centomila chilometri in sette anni.
Mentre ero collassato in divano a cercare di riprendermi, le endorfine facevano effetto ma, no, non avrei mai immaginato dove mi avrebbero portato la vecchia Nuzzi prima, la mia amata "Poderosa" dopo, e "Tina Clandestina" poi...
Luoghi speciali, posti visti mille volte e altri visti mai, posti sognati e posti magari banali ma che raggiunti in sella con la forza delle gambe e prendendo tanto vento in faccia, diventavano bellissimi. Luoghi e non solo, persone con cui condividere strade e sentieri, sterrati e tracce sempre più esigenti.
E poi luoghi dell'anima, impossibili da trovare nelle mappe, che non importa dove sei fisicamente ma dove sei con la mente. La bici mi ha fatto viaggiare, col corpo e con l'anima, mi ha dato motivazioni in anni per me difficili, mi è stata fedele compagna anche nei momenti più bui.
Centomila chilometri sono tantissimi, potrei scriverne per ore, di viaggi, di gravellate organizzate e improvvisate, di persone, di piccole grandi (per me) imprese. Ma dimenticherei sempre qualcosa, qualcunx.
E allora fermiamoci qua, che il viaggio più bello sarà sempre il prossimo. In compagnia solo di me stesso, di vecchi o nuovi amici, come capiterà. Verso dove, ancora non lo so...