La parabola ciclistica di Luca Vergallito

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
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Abruzzese
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La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Visto che l'argomento tiene banco da parecchio tempo, direi che sia opportuno aprire un thread ad hoc.
La storia è nota: Luca Vergallito, ragazzo con un passato nelle categorie giovanili, in cui anche qualche infortunio non gli ha permesso di esprimersi al meglio, aveva accantonato momentaneamente un certo tipo di agonismo, concentrandosi soprattutto sulle granfondo e sulla "caccia ai KOM", in cui il suo soprannome di "Bandito" ha cominciato a spopolare. Nel frattempo si è dedicato anche agli studi, conseguendo la laurea in Scienze Motorie. Lo scorso anno, cogliendo l'opportunità offerta dalla Zwift Academy, ha partecipato alle selezioni, fino a guadagnarsi il diritto di entrare a far parte della formazione Development dell'Alpecin. In questa stagione ha gareggiato principalmente con questa formazione, con la possibilità (in determinate circostanze) di essere aggregato alla squadra World Tour. Al momento ha conseguito 5 vittorie: tappa e classifica finale dell' Oberösterreich Rundfahrt in Austria, tappa e classifica finale del Province Cycling Tour in Belgio e la tappa di Sauris di Sopra al Giro del Friuli-Venezia Giulia (la più impegnativa della breve gara a tappe).


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Gimbatbu
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Da quello che ho capito nell' ambito del Kom si è guadagnato parecchie antipatie da parte dei veri dilettanti quelli che inforcano la bici per pura passione e non sono inquadrati in squadre. Herbie lo spiega brevemente dicendo che un conto è vedersi superato da un ciclista con nome e cognome, un altro da un nickname che poi si scopre non cela certo un amatore. Questo può essere una spia del malcontento nei suoi confronti, malcontento che Magrini, sicuramente in contatto con molti appassionati, avrà abbastanza furbescamente cavalcato dandogli una veste pseudotecnica. Senonché da quello che ho intuito anche Vergallito ha i suoi bravi sostenitori social che rispondendo per le rime come spesso accade nelle diatribe internaute sono usciti fuori dalla tazza. Forse sarebbe il caso di parlare semplicemente del ciclista e da quello che posta Abruzzese sembrerebbe discreto. Certo iniziare la carriera vera a 26 anni non dovrebbe garantire chissà che margini di miglioramento, però per dirla alla Bugno, vedremo.


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Abruzzese
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Gimbatbu ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 18:37 Da quello che ho capito nell' ambito del Kom si è guadagnato parecchie antipatie da parte dei veri dilettanti quelli che inforcano la bici per pura passione e non sono inquadrati in squadre. Herbie lo spiega brevemente dicendo che un conto è vedersi superato da un ciclista con nome e cognome, un altro da un nickname che poi si scopre non cela certo un amatore. Questo può essere una spia del malcontento nei suoi confronti, malcontento che Magrini, sicuramente in contatto con molti appassionati, avrà abbastanza furbescamente cavalcato dandogli una veste pseudotecnica. Senonché da quello che ho intuito anche Vergallito ha i suoi bravi sostenitori social che rispondendo per le rime come spesso accade nelle diatribe internaute sono usciti fuori dalla tazza. Forse sarebbe il caso di parlare semplicemente del ciclista e da quello che posta Abruzzese sembrerebbe discreto. Certo iniziare la carriera vera a 26 anni non dovrebbe garantire chissà che margini di miglioramento, però per dirla alla Bugno, vedremo.
Credo che sia opportuna qualche ulteriore precisazione, giacché chi è totalmente ignaro degli argomenti potrebbe essere portato a pensare che si stia parlando niente più di un buzzurro esibizionista che grazie ad un'enorme botta di culo ha avuto l'opportunità della vita. Ovviamente non è così.

Vergallito, stando a quel che si può trovare in rete, è un ragazzo che ha cominciato a correre tardi, ovvero al primo anno Juniores (esattamente come Remco, per dire). Prima però non era stato assolutamente fermo, dal momento che aveva praticato l'atletica leggera e il triathlon, per cui buon fondo e resistenza doveva averle anche grazie a quegli anni lì. Nel momento in cui si era reso conto che il ciclismo non gli stava dando le soddisfazioni che si aspettava, ha deciso di stopparsi per concentrarsi sugli studi, nella prospettiva magari di diventare anche un preparatore in futuro (difatti lui si dice da sempre appassionato anche di metodologie di preparazione). Quindi ha deciso di continuare a pedalare solo a livello amatoriale e vi è stata anche la questione dei KOM che l'ha fatto balzare agli onori delle cronache (ora non so quanto in questo ci sia di goliardico, considerando anche l'uso del nickname "Bandito", quanto di reale volontà di testarsi su determinate salite proprio per cercare costantemente tempi da competizione). Quindi è arrivata la possibilità della Zwift Academy che ha prodotto ciò di cui discutiamo oggi.

Cosa ne consegue? Che sicuramente Luca potrebbe avere qualche difficoltà a muoversi in gruppo, giacché la sua esperienza ciclistica agonistica non è così ricca ed è probabile (potrei anche averlo letto in un'intervista ma ora non ricordo con precisione) che anche una posizione in gruppo non ottimale gli impedisca ancora di approcciare determinate salite in una posizione tale da poter giocare le sue carte (pensiamo anche al recente Giro del Lussemburgo, contro avversari abituati a sgomitare e a lottare con la giusta cattiveria nel World Tour). I suoi limiti però credo che siano tutti da scoprire ed anche il fatto che per lui la preparazione non sia un aspetto nient'affatto secondario (non dovrebbe esserlo per nessuno che abbia di fare del ciclismo il proprio mestiere ma per chi ha fatto e fa studi universitari sulla materia può esserlo ancora di più). Allora il quesito che mi pongo è questo: che cosa si potrebbe ricavare da un atleta del genere se dovesse metterci gli occhi una delle squadre top del ciclismo mondiale (alla fine in Alpecin non sono così male ma naturalmente mi riferisco ai noti squadroni)? Non potremmo forse trovarci di fronte ad un ragazzo che, oltre a rendere ottimamente, potrebbe essere anche uno sviluppatore di metodologie e materiali vari, facendone quindi una sorta di Dan Bigham rapportato alla strada? Chissà, di certo la prospettiva potrebbe essere interessante.


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Slegar
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Una cornice alla discussione, a mio avviso, bisogna farla.

A livello di tecnica individuale il ciclismo su strada è uno degli sport di più basso livello; tralasciando che proviene dal triathlon, parabole sportive come quelle di Evenepoel, Osborne, Roglic, Woods, Magnaldi e Ambrosini (i primi che mi vengono in mente) sono monodirezionali. Non mi viene in mente nessuno che da affermata promessa del ciclismo sia passato a praticare un altro sport ad alto livello dalla categoria juniores in su.

Questa cornice è necessaria per dire che se una persona ha delle qualità atletiche e le allena al meglio, può tranquillamente sfondare anche nel ciclismo su strada.

Nel caso particolare di Vergallito trovo stucchevoli tutte le polemiche nate e lo spaccare il capello in quattro per forza; l'Alpecin-Deceuninck Development Team è una squadra di primissimo ordine che di team di sviluppo ha poco più che il nome ( https://www.cicloweb.it/news/9706396416 ... tta-grossa ); dubito che ciclisti come Sweeck o Laurance si accontentino di un semplice rimborso spese.

Abruzzese ha già descritto la carriera e, viste le prestazioni ottenute quest'anno, nel ruolo di gregario in salita di una squadra WT non sfigurerebbe affatto.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

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Abruzzese
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Slegar ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:28 Non mi viene in mente nessuno che da affermata promessa del ciclismo sia passato a praticare un altro sport ad alto livello dalla categoria juniores in su.
Ora come ora l'unico esempio di una certa rilevanza che mi viene in mente è quello della francese Sandie Clair, che da buona pistard (una delle migliori che avesse la Francia negli anni passati nelle prove veloci) ha poi deciso d'interrompere la sua carriera ciclistica (su questo pesò però il fatto che la federazione transalpina non decise di sostenere la Velocità a squadre femminile in quel momento, negandole così la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo, dopo aver già preso parte a quelle di Londra e di Rio de Janeiro) per poi trovare nuovi stimoli nel bob a due, in cui si era specializzata nel ruolo di frenatrice (sarebbe l'atleta che si preoccupa di dare la spinta maggiore in partenza e poi, naturalmente, di regolare la velocità e frenare durante il percorso). In questa nuova veste ha partecipato a gare di Coppa del Mondo, anche se poi non è riuscita ad esordire alle Olimpiadi invernali (se ricordo bene fu selezionata come riserva). A parte questo al momento altri esempi non mi sovvengono.

Prima di lei, peraltro, un'esperienza simile l'aveva fatta anche Antonella Bellutti, capace di vincere due ori olimpici su pista e poi di partecipare anche alle Olimpiadi invernali (a Salt Lake City).


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Slegar
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Frenatore di bob a due (non l'interno di quello a quattro) è tecnicamente un ruolo molto più povero del ciclista (e ho detto tutto).


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Slegar ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:28 Nel caso particolare di Vergallito trovo stucchevoli tutte le polemiche nate e lo spaccare il capello in quattro per forza; l'Alpecin-Deceuninck Development Team è una squadra di primissimo ordine che di team di sviluppo ha poco più che il nome ( https://www.cicloweb.it/news/9706396416 ... tta-grossa ); dubito che ciclisti come Sweeck o Laurance si accontentino di un semplice rimborso spese.
Ma è proprio quello che cerco dire, che diamine.
Immagina di assistere alla scena di uno che va da Staune Mittet e gli fa "Gne gne gne tu non sei un professionista!"
Che gli dici? "Eh no tecnicamente ha ragione!" oppure ti fai una risata pensando al domani di questo ragazzo?

Peraltro non è solo una faccenda retributiva.... Anche se quello è certamente rilevante.
Le storie sui prof che dovevano mettere le mani in tasca per garantirsi la stagione erano vere o leggende metropolitane/diffamazioni senza soggetti diffamati?

Questo lo chiedo ad Abruzzese magari, che conosce l'ambiente meglio di me.

Sulla parte tecnica ci sarebbe da parlare.


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Slegar
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Primo86 ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:49 Sulla parte tecnica ci sarebbe da parlare.
Parliamone


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Abruzzese
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Primo86 ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:49 Le storie sui prof che dovevano mettere le mani in tasca per garantirsi la stagione erano vere o leggende metropolitane/diffamazioni senza soggetti diffamati?

Questo lo chiedo ad Abruzzese magari, che conosce l'ambiente meglio di me.
Intendi quelle vicende in cui pur di correre tra i professionisti si paga per correre? Certo che esistono. Nomi non so fartene con certezza, anche perché poi servono anche prove concrete ma se non sbaglio pochi anni fa ci fu anche un processo che coinvolse alcune squadre Professional nostrane. Se poi tutto si è risolto "all'italiana" è un altro discorso ma storie di gente "che porta lo sponsor" pur di correre tra i professionisti dovrebbero essercene diverse, scavando negli anni passati. Quanto questa pratica sia frequente ancor oggi non so quantificartelo.


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Abruzzese ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 20:46
Primo86 ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:49 Le storie sui prof che dovevano mettere le mani in tasca per garantirsi la stagione erano vere o leggende metropolitane/diffamazioni senza soggetti diffamati?

Questo lo chiedo ad Abruzzese magari, che conosce l'ambiente meglio di me.
Intendi quelle vicende in cui pur di correre tra i professionisti si paga per correre? Certo che esistono. Nomi non so fartene con certezza, anche perché poi servono anche prove concrete ma se non sbaglio pochi anni fa ci fu anche un processo che coinvolse alcune squadre Professional nostrane. Se poi tutto si è risolto "all'italiana" è un altro discorso ma storie di gente "che porta lo sponsor" pur di correre tra i professionisti dovrebbero essercene diverse, scavando negli anni passati. Quanto questa pratica sia frequente ancor oggi non so quantificartelo.
No no, niente nomi, non serve. È sufficiente così, grazie.


Primo86
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Slegar ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 20:35
Primo86 ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:49 Sulla parte tecnica ci sarebbe da parlare.
Parliamone
Ho amici che stravedono per Vergallito. Con questi amici mi ci sono scornato perché a me non piace come tipo di corridore. Una sogliola come altre, levata la parte interessante sul suo percorso.
Gusti personali ma anche, obiettivamente, numeri buoni. Anche molto buoni magari, ma nulla di trascendentale.
Però c'è un però.....
Abruzzese ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:11 Allora il quesito che mi pongo è questo: che cosa si potrebbe ricavare da un atleta del genere se dovesse metterci gli occhi una delle squadre top del ciclismo mondiale (alla fine in Alpecin non sono così male ma naturalmente mi riferisco ai noti squadroni)?
Il però è quanto sopra ed è una delle cose più giuste lette da queste parti nelle ultime settimane.


drake
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Slegar ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:28 A livello di tecnica individuale il ciclismo su strada è uno degli sport di più basso livello;
Oddio cosa si intende per parte tecnica...?

Vero che lo sci è un'altra cosa, o che per andare forte in bici basta pigiare forte e lo stile conta il giusto (senza scomodare Froome, un Botero qualunque?), ma guidare la bici con altre 150-200 persone intorno non mi sembra cosa da poco. Come non lo è guidarla a 70-90 all'ora in discesa, cosa che se non sei in grado di fare può costare parecchio nell'economia di una corsa... eTralasciando che se sbagli e finisci sull'asfalto rischi come ben pochi altri sport, forse nessuno, ti fanno rischiare


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Abruzzese
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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In tutto questo ieri all'Agostoni, come era stato anticipato anche nel thread della corsa senza dilungarsi nello specifico, ci ha rimesso una clavicola in una caduta, per cui il suo 2023 si è concluso così. Per certi versi una disdetta, in quanto da programmi avrebbe dovuto disputare anche il Giro dell'Emilia e sarebbe stato interessante vedere come se la sarebbe cavata su una salita con tratti belli tosti come il San Luca (sarebbe stata anche la prima corsa di almeno 200 chilometri affrontata nel professionismo).


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Slegar ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:45 Frenatore di bob a due (non l'interno di quello a quattro) è tecnicamente un ruolo molto più povero del ciclista (e ho detto tutto).
frenatore per 10 secondi ma per 10 secondi spinge e parecchio.


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jan80
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Come dico da alcuni anni,non sara' il nuovo Pogacar,ma una carriera prof la vale tutta,senza rubare niente a nessuno,visto che almeno 80% dei prof italiani comunque va meno di lui e in salita secca o tappe di montagne e tra i piu' forti in Italia ( forse in 20 vanno piu' forte di lui come italiani),ma anche meno


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Abruzzese ha scritto: venerdì 29 settembre 2023, 5:34 In tutto questo ieri all'Agostoni, come era stato anticipato anche nel thread della corsa senza dilungarsi nello specifico, ci ha rimesso una clavicola in una caduta, per cui il suo 2023 si è concluso così. Per certi versi una disdetta, in quanto da programmi avrebbe dovuto disputare anche il Giro dell'Emilia e sarebbe stato interessante vedere come se la sarebbe cavata su una salita con tratti belli tosti come il San Luca (sarebbe stata anche la prima corsa di almeno 200 chilometri affrontata nel professionismo).
La seconda dopo Comano! Comunque io sul San Luca non lo vedevo benissimo, mi pare più da salite lunghe, fisicamente ha un non so che di Kloden, alto e secco. Forse sarebbe potuto andare meglio alla Tre Valli e al GranPiemonte


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Slegar
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Primo86 ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 21:41
Slegar ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 20:35
Primo86 ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:49 Sulla parte tecnica ci sarebbe da parlare.
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Ho amici che stravedono per Vergallito. Con questi amici mi ci sono scornato perché a me non piace come tipo di corridore. Una sogliola come altre, levata la parte interessante sul suo percorso.
Gusti personali ma anche, obiettivamente, numeri buoni. Anche molto buoni magari, ma nulla di trascendentale.
Vedendo i risultati ottenuti da Vergallito quest'anno direi che, a mio avviso, è un Formolo meno forte, almeno per ora.


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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drake ha scritto: venerdì 29 settembre 2023, 0:23
Slegar ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 19:28 A livello di tecnica individuale il ciclismo su strada è uno degli sport di più basso livello;
Oddio cosa si intende per parte tecnica...?

Vero che lo sci è un'altra cosa, o che per andare forte in bici basta pigiare forte e lo stile conta il giusto (senza scomodare Froome, un Botero qualunque?), ma guidare la bici con altre 150-200 persone intorno non mi sembra cosa da poco. Come non lo è guidarla a 70-90 all'ora in discesa, cosa che se non sei in grado di fare può costare parecchio nell'economia di una corsa... eTralasciando che se sbagli e finisci sull'asfalto rischi come ben pochi altri sport, forse nessuno, ti fanno rischiare
Vero, però nel ciclismo anche se non impari bene a limare o tiri di più il freno in discesa, se si hanno le qualità fisiche nel WT ci arrivi. Se a 17 anni un ciclista smette, a 24 non lo trovi in serie A, né a lanciarsi dal trampolino di Planica, nè affrontare una curva su ghiaccio a 60 km/h ad Heerenveen, né gareggiare nella 50 km di Holmenkollen.

Quanto ai rischi a causa delle cadute basta chiedere a Roglic qual'è stata la peggiore nella sua carriera sportiva e ti posso assicurare che cadere sul ghiaccio a 60 km/h non è una passeggiata di salute, perché a 60 km/h cadi e a 60 km/h ti schianti.


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Slegar ha scritto: venerdì 29 settembre 2023, 18:42
Primo86 ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 21:41
Slegar ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 20:35

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Ho amici che stravedono per Vergallito. Con questi amici mi ci sono scornato perché a me non piace come tipo di corridore. Una sogliola come altre, levata la parte interessante sul suo percorso.
Gusti personali ma anche, obiettivamente, numeri buoni. Anche molto buoni magari, ma nulla di trascendentale.
Vedendo i risultati ottenuti da Vergallito quest'anno direi che, a mio avviso, è un Formolo meno forte, almeno per ora.
Hai detto poco....Formolo non e' mica uno da niente,ma semplicemente uno dei migliori corridori per capitani e comunque con i suoi spazi anche vincente,senza dimenticare che Formolo non costa 30k annui,ma come ingaggia si avvicina al milione di euro....giusto per far capire che il livello e' alto


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Deadnature
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Domani al Giro dell'Emilia femminile esordirà come stagista nella Jayco-Alula Chiara Doni, trentottenne che aveva vinto la Zwift Academy dell'anno scorso, ma non era poi stata selezionata dall'Alpecin. Lo scrivo qui perché Doni è la fidanzata di Vergallito, che le fa anche da preparatore. Dicono abbia numeri sensazionali in salita, il Giro dell'Emilia sarà un test interessante a riguardo.


http://www.spazidisimpatia.wordpress.com
Spazi di simpatia, nel nome dell'amore che regna nella nostra splendida Terra
Un blog consigliato da Basso, quello giusto.

Aderii alla campagna di garbata moral suasion per cacciare Di Rocco. E infatti...
herbie
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Gimbatbu ha scritto: giovedì 28 settembre 2023, 18:37 Da quello che ho capito nell' ambito del Kom si è guadagnato parecchie antipatie da parte dei veri dilettanti quelli che inforcano la bici per pura passione e non sono inquadrati in squadre. Herbie lo spiega brevemente dicendo che un conto è vedersi superato da un ciclista con nome e cognome, un altro da un nickname che poi si scopre non cela certo un amatore.
preciso la cosa: il problema del nickname è semplicemente che se ti batte il Kom di venti secondi , due o cinque minuti il Nibali o della situazione (dipende ovviamente dalla lunghezza della salita), la cosa personalmente inorgoglisce e soprattutto dà modo di fare un piccolo confronto con i numeri del corridore, il periodo della stagione in cui si trova (magari sta recuperando da un infortunio...) vedendo anche la frequenza cardiaca per capire se per darti due minuti stava al 60, all'80%, o vicino al suo massimo (e qui non parlo per me...). Una volta in cui mi battè un Kom di dieci secondi con poco meno di 170 pulsazioni medie già stavo per pubblicare i manifesti, salvo poi guardare nel dettaglio la prestazione e scoprire che si era fermato per quasi due minuti a metà, probabilmente a fare una foto in un punto panoramico... ah ah. Però il nome chiaro è sempre utile per fare dei confronti, a grande distanza ovviamente.
Vedere magari una prestazione discreta quanto a VAM e Watt battuta da uno che non sai chi sia e soprattutto utilizza non un nick qualunque, ma uno che sembra fatto apposta per fare dell'ironia sul tapascione di turno a cui porta via il Kom, non suscita proprio una gran simpatia.
Un altro che utilizzava un nickname piuttosto ironico con foto profilo di Britney Spears era Freire che ogni tanto compariva e stracciava tempi su tempi.
Ma era OSCAR FREIRE.
Poi, sentite tutte queste informazioni che non conoscevo sulla storia di questo corridore, ritengo piuttosto insignificante la polemica creata non so arguire perchè da Magrini. Che c'entra se uno è pro o semi-pro? Contano i risultati e stop. Un tempo si avanzava questo discorso per insinuare sottilmente che scendendo di livello non ci fossero controlli, ma ora mi pare che la cosa non sia più vera...o mi sbaglio?
Per ora non griderei al fenomeno, sempre vedendo i risultati, ma uno spiraglio per vedere un corridore discreto mi pare ci sia.

PS: le Haribo semplicemente al gusto sono immangiabili, e, se proprio devo assumere zuccheri in gran quantità dopo lo sforzo, mangio del miele biologico di castagno o di acacia. Nelle Haribo ci sono una quantità di additivi chimici, decisamente TOSSICI per l'organismo: non parliamo poi del fisico di un atleta che ha appena fatto uno sforzo importante e ha bisogno di non intossicarsi ulteriormente. Chiaro poi a Sagan sono sicuro che piacerà anche la Coca Cola trasparente alla vaniglia o al tiramisù che vendono in Giappone, da mischiare col Pampero.
Va a gusti.


drake
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Slegar ha scritto: venerdì 29 settembre 2023, 18:56 Vero, però nel ciclismo anche se non impari bene a limare o tiri di più il freno in discesa, se si hanno le qualità fisiche nel WT ci arrivi. Se a 17 anni un ciclista smette, a 24 non lo trovi in serie A, né a lanciarsi dal trampolino di Planica, nè affrontare una curva su ghiaccio a 60 km/h ad Heerenveen, né gareggiare nella 50 km di Holmenkollen.

Quanto ai rischi a causa delle cadute basta chiedere a Roglic qual'è stata la peggiore nella sua carriera sportiva e ti posso assicurare che cadere sul ghiaccio a 60 km/h non è una passeggiata di salute, perché a 60 km/h cadi e a 60 km/h ti schianti.
Beh... anche nel calcio abbiamo Simone Barone campione del mondo, nel basket Chiacig argento olimpico e via dicendo

Però io davvero chiedevo cosa si intende, perché se mi si dice che il salto in alto o il salto con l'asta sono un altro pianeta... ok; ma discipline dove la parte tecnica è veramente minima (rispetto al ciclismo) me ne vengono in mente molti di più

Poi non so se Roglic ha avuto cadute come quelle di Froome o Bernal o Malori, per non scomodare tutti quelli che non sono più sulla nostra terra (che purtroppo non sono pochi), ma anche se fosse direi che mi sembra difficilmente discutibile dire che se non sai andare in bici rischi la pelle come non la rischierai mai se fai nuoto, atletica, calcio, volley, biathlon, sci di fondo e praticamente qualunque altro sport


Primo86
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Mi segnalano un Bettiol che per l'ennesima volta da dimostrazione di grandissimo acume.

Il grande Alberto Bettiol.


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Road Runner
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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A me, per educazione, hanno insegnato che quando un soggetto compie qualche gesto,
se voglio segnalarlo, scrivo anche cosa ha compiuto.
Cos'è, dobbiamo pregarti di dirci cosa ha fatto/detto Bettiol ??


Primo86
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Road Runner ha scritto: martedì 3 ottobre 2023, 21:09 A me, per educazione, hanno insegnato che quando un soggetto compie qualche gesto,
se voglio segnalarlo, scrivo anche cosa ha compiuto.
Cos'è, dobbiamo pregarti di dirci cosa ha fatto/detto Bettiol ??
Si


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Road Runner
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Scordatelo.
Credo dormirò comunque benissimo, come al solito.


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nemecsek.
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

Messaggio da leggere da nemecsek. »

herbie ha scritto: sabato 30 settembre 2023, 0:23
Un altro che utilizzava un nickname piuttosto ironico con foto profilo di Britney Spears era Freire che ogni tanto compariva e stracciava tempi su tempi.
Ma era OSCAR FREIRE.

Va a gusti.
OF Oscar Freire Oriana Fallaci

:diavoletto: (solo per cauz)
herbie ha scritto: sabato 30 settembre 2023, 0:23

PS: le Haribo semplicemente al gusto sono immangiabili, e, se proprio devo assumere zuccheri in gran quantità dopo lo sforzo, mangio del miele biologico di castagno o di acacia.
coca cola dopo i lunghi, na rota de zuccheri a immediato assorbimento, per quanto mi riguarda
herbie ha scritto: sabato 30 settembre 2023, 0:23 Chiaro poi a Sagan sono sicuro che piacerà anche la Coca Cola trasparente alla vaniglia o al tiramisù che vendono in Giappone, da mischiare col Pampero.
Va a gusti.
MUBUAHAHAMANNAGGIACRISMIO.... :lol: :lol: :lol:


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pietro
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Non riesco a dormire, qualcuno può dirmi che ha detto Bettiol?


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
Primo86
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

Messaggio da leggere da Primo86 »

pietro ha scritto: martedì 3 ottobre 2023, 22:56 Non riesco a dormire, qualcuno può dirmi che ha detto Bettiol?
Guarda l'ultima puntata de LaSqualoTv, magari riesci a prendere sonno e magari riesci a farmi un sunto di quello che ha detto, a me sono state riportate cose confuse dai tifosi di Vergallito che, come noto, sono dei talebani.

Io ero solo alla ricerca di conferme :dubbio:


drake
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

Messaggio da leggere da drake »

pietro ha scritto: martedì 3 ottobre 2023, 22:56 Non riesco a dormire, qualcuno può dirmi che ha detto Bettiol?
Scordatevelo.
Prima regola di Bettiol: non si parla di cosa dice Bettiol


herbie
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Primo86 ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 0:33 tifosi di Vergallito
:help:


herbie
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

Messaggio da leggere da herbie »

drake ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 0:49
pietro ha scritto: martedì 3 ottobre 2023, 22:56 Non riesco a dormire, qualcuno può dirmi che ha detto Bettiol?
Scordatevelo.
Prima regola di Bettiol: non si parla di cosa dice Bettiol
:o


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Abruzzese
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Primo86 ha scritto: martedì 3 ottobre 2023, 21:04 Mi segnalano un Bettiol che per l'ennesima volta da dimostrazione di grandissimo acume.

Il grande Alberto Bettiol.
Non lo si scopre da oggi, sempre avuta intelligenza superiore alla media.

Comunque quando ha parlato della Coppa d'Oro e ha fatto riferimento alla squadra del vincitore mi ha steso :D :D :D


"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")

"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
MattiaF
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Ho avuto modo di vedere lo spezzone della Squalo Tv che cita Primo. C'erano collegati Lello Ferrara, Alan Marangoni, Giorgio Brambilla, Domenico Pozzovivo, Alberto Bettiol, Davide Formolo e Riccardo Magrini.
Quasi subito è uscito il discorso Vergallito (penso un pò per ridere, come provocazione per Magrini). Lo stesso Magrini però non l'ha presa tanto bene e ha sottolineato come, dopo che è uscita questa storia, viene subissato di messaggi ed offese da parte dei sostenitori del "bandito". A detta mia non può neanche tanto lamentarsi perchè, se è vero che tra questi pseudo tifosi ci sono sicuramente leoni da tastiera che prendono questa faida come una guerra di religione, è anche vero che lo stesso Magrini è stato poco carino col corridore e lo ha pubblicamente offeso senza nemmeno conoscerlo, facendo una colpa ad un ragazzo che di colpe non ne ha.
Dopo di questo, è uscito il discorso a proposito di Mattia Gaffuri, classe ’99 ed amico di Vergallito (registrano insieme un noto podcast sulla preparazione per il ciclismo) e noto amatore ed ex under-23 (correva con Hellemose e Santaromita nel VC Mendrisio) che quest'anno ha avuto grandi risultati nelle GF più importanti e che dovrebbe tentare a fine anno la Zwift Academy come fatto da Vergallito per provare a passare anche lui professionista.
Qui i toni si sono un attimo alzati, diversi dei partecipanti non sapevano chi è il soggetto in questione, mentre i due host di GCN lo conoscono bene (Brambilla mi pare nutrire anche una particolare stima per la persona) avendoci anche fatto alcuni video per il loro canale Youtube.
Sono iniziate subito le critiche da parte di Bettiol (più di tutti), Pozzovivo e Formolo (il più indulgente in realtà) con Bettiol che si è anche arrabbiato dicendo che sta gente non dovrebbe far parte del ciclismo perché “va bene i dati, ma il ciclismo è un’altra cosa”. È uscito il fatto che Gaffuri sia al momento più che altro un preparatore con una laurea in Scienze motorie (come Brambilla) e anche su questo tema Bettiol ha inveito dicendo che queste persone non hanno competenze per preparare i corridori “perché non hanno mai corso”. Giustamente Brambilla ha sottolineato che anche la maggior parte dei preparatori di Bettiol, Formolo e Pozzovivo non sono certo ex vincitori del Tour de France ed una laurea specifica e studi nel settore possono fare molto di più per la preparazione scientifica rispetto all’esperienza in gruppo (parliamo di preparatori atletici, non di DS).
Insomma, mi è parso di vedere un certo ostracismo da parte dei corridori per queste nuove leve che non fanno un percorso tradizionale, per cui non mi sembra una prerogativa solo di Magrini ma anche di ragazzi più giovani come Bettiol.
Dispiace vedere in realtà che pochi conoscevano le persone in questione (e su questo non c’è niente di male) ma sono stati lanciati giudizi esageratamente cattivi.
Lo stesso Gaffuri, ad esempio, non fa del male a nessuno. È un ragazzo serio e preparato, ha buoni valori, se qualcuno gli offre un contratto passerà professionista e si confronterà con gli altri, altrimenti continuerà a studiare e a preparare atleti, visto che il suo focus è sulla preparazione. Non vedo come possa essere un problema per chi il suo posto nel professionismo già ce l’ha.

Sinceramente, aldilà delle opinioni che ognuno è libero di avere, sono rimasto un po' deluso nel percepire un po' di “arretratezza” nei discorsi dei ciclisti professionisti coinvolti, con tante opinioni confuse e contradditorie tra di loro. Dire che un preparatore dovrebbe essere per forza un ex ciclista professionista è come dire che Sacchi non poteva allenare il Milan ai tempi.
Prendersela con Vergallito perché è uscito dalla Zwift Academy è mettersi il prosciutto negli occhi e non vedere che le cose stanno cambiando, senza contare poi che alla fine è sempre la strada il giudice finale per cui uno può arrivare da 20 anni di trafila nelle giovanili o anche da x-factor, se sei forte e sei destinato a vincere vincerai altrimenti tornerai a fare ciò che facevi prima. Non capisco cosa ci sia da agitarsi.
Ultima modifica di MattiaF il mercoledì 4 ottobre 2023, 9:42, modificato 1 volta in totale.


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Slegar
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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MattiaF ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 9:34 Bettiol che si è anche arrabbiato dicendo che sta gente non dovrebbe far parte del ciclismo perché “va bene i dati, ma il ciclismo è un’altra cosa”
Il vero ciclismo è sbagliare a lanciare una volata, perché invece dei cartelli si guarda il computerino.
MattiaF ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 9:34 Bettiol ha inveito dicendo che queste persone non hanno competenze per preparare i corridori “perché non hanno mai corso”
Lui e i crampi, amici inseparabili.


Preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità

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Frase pronunciata a Sarajevo durante la cerimonia per l'intitolazione della pista olimpica al goriziano Jure Franko, unico medagliato jugoslavo alle olimpiadi invernali
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Io ho visto solo un pezzo dove Bettiol non è sicuramente parso sul pezzo in tema di preparazione nelle categorie giovanili, dove se n'è uscito con idee e mentalità da anni 80. Il ciclismo è cambiato ma a molto pare che questa cosa non vada giù.


FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Slegar ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 9:39
MattiaF ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 9:34 Bettiol che si è anche arrabbiato dicendo che sta gente non dovrebbe far parte del ciclismo perché “va bene i dati, ma il ciclismo è un’altra cosa”
Il vero ciclismo è sbagliare a lanciare una volata, perché invece dei cartelli si guarda il computerino.
MattiaF ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 9:34 Bettiol ha inveito dicendo che queste persone non hanno competenze per preparare i corridori “perché non hanno mai corso”
Lui e i crampi, amici inseparabili.
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH i

Il grande Alberto Bettiol.

Comunque anche il grande Vincenzo Nibali un grande.


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il_panta
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Spinto dalla curiosità sono andato a vedere questa puntata della Squalo TV. Brambilla è una persona con un'intelligenza e competenza sopra la media, una boccata d'aria fresca. Ci fossero più persone così, il ciclismo italiano starebbe meglio. Il resto è abbastanza desolante, c'è una chiusura mentale spaventosa. Ho sempre avuto grande simpatia per Bettiol, ma è incredibile il suo livello di ignoranza. Affermando di essere più competente in materia di preparazione di Gaffuri dice molto del perché uno col suo motore abbia vinto così poco. Abbastanza desolante la ricerca del nemico esterno da parte del branco, con Bettiol che invita Magrini a non parlare più di Vergallito come se fosse un usurpatore e non un corridore, come se il mestiere del Magro non fosse quello di fare il telecronista. Inoltre sentir parlare di Jay Vine sempre per le terre con Pozzovivo tra i presenti è abbastanza comico.

Forse sono off-topic, questo discorso con Vergallito c'entra marginalmente, sarebbe una discussione a se stante che affronta temi come l'arretratezza culturale del ciclismo italiano, le nuove frontiere dello scouting e molti altri temi ancora.


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nime
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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avete già detto tutto, il problema è che c'è chi da una parte studia e si aggiorna su tutte i nuovi studi che escono e ha una comprensione lucida di come si sta evolvendo il ciclismo oggi e un gruppo di persone che vede qualsiasi novità come qualcosa che sta invadendo un proprio territorio che deve difendere

in generale solo su alcuni punti in cui si notano chiusure mentali che rendono inconciliabili le posizioni:

preparazioni esordienti e allievi, da una parte il mantra lasciateli divertire, "come favevamo noi a nostri tempi"

dall'altra, ed è quello su cui stanno puntando ad esempio i paesi del nord come la norvegia, nel preparare con metodo i ragazzi già a 12/13 anni, perchè è proprio a quest'età che è più facile creare adattamenti nel corpo, è un fatto scientifico non un opinione

il problema è che molti vedono questo come uno stress per il ragazzo che lo porta ad abbandonare il ciclismo, in realtà è l'opposto, uscire a caso, facendo volume trash o non avere l'alimentazione adeguata ti porta a non avere risultati , perdere la voglia e abbandonare il ciclismo

ma a prescindere in un mondo attuale dove se non esplodi da juniores fai fatica a continuare è ovvio che ti devi allenare bene già da esordiente o allievo è inevitabile, solo che c'è questa confusione che se esci col panino in tasca fai un giro in base a come te la senti e poi la domenica va come va è divertente e se ti alleni seguendo uno schema che migliora che fa si che ottimizzi al meglio il tempo dedicato all'allenamento e la domenica te la giochi per piazzarti tutte le volte è il demonio, è senza senso sta cosa e non stiamo parlando di allenarsi di più, ma di allenarsi meglio

il tutto condito con le solite banalità tipo "ho visto esordienti prima della gara scaldarsi sui rulli roba da pazzi"

cioè fatemi capire gara di 40 km che si parte a razzo, per scaldare il ragazzo lo mandi in giro in mezzo al traffico il giorno della festa del paese in centro quando puoi scaldarlo li e allora sei un cretino?

ultime cose:
su Magrini, la sua permalosità ha seriamente qualcosa di patologico
su Nibali che da del budello grasso a Gaffuri boh, fra l'altro si vanta che non lo ha staccato alla prima salita della maratona delle dolomiti, senza sapere che Gaffuri è partito infinito dietro in griglia, insomma pieno di cose dette a cazzo che ti fa capire come una certa parte di mondo ciclistico è li pronta a cercare il pretesto per puntare il ditino

l'unica cosa che condivido e su cui hanno ragione che molti di questi che fanno un percorso diverso hanno difficoltà nello stare in gruppo, questo dal punto di vista di un professionista lo capisco


herbie
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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il_panta ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 10:24 Spinto dalla curiosità sono andato a vedere questa puntata della Squalo TV. Brambilla è una persona con un'intelligenza e competenza sopra la media, una boccata d'aria fresca. Ci fossero più persone così, il ciclismo italiano starebbe meglio. Il resto è abbastanza desolante, c'è una chiusura mentale spaventosa. Ho sempre avuto grande simpatia per Bettiol, ma è incredibile il suo livello di ignoranza. Affermando di essere più competente in materia di preparazione di Gaffuri dice molto del perché uno col suo motore abbia vinto così poco. Abbastanza desolante la ricerca del nemico esterno da parte del branco, con Bettiol che invita Magrini a non parlare più di Vergallito come se fosse un usurpatore e non un corridore, come se il mestiere del Magro non fosse quello di fare il telecronista. Inoltre sentir parlare di Jay Vine sempre per le terre con Pozzovivo tra i presenti è abbastanza comico.

Forse sono off-topic, questo discorso con Vergallito c'entra marginalmente, sarebbe una discussione a se stante che affronta temi come l'arretratezza culturale del ciclismo italiano, le nuove frontiere dello scouting e molti altri temi ancora.
ma solo io ho trovato esilarante la presenza e le battute di Formolo? Col ciuffo poi...a un certo punto poverino sembrava gli venisse sonno ma rimaneva lì per educazione :P
Bettiol o lo fa apposta per sostenere una parte, oppure è veramente invelenito sul tema.
Su una cosa gli do ragione però. Mi è parso sinceramente pericoloso quanto affermato con estrema serietà da Brambilla sul fatto che un ragazzo di 13-14 anni, avendo la massima produzione di testosterone della vita, si trovi nell'età "migliore" per "svilupparne" al meglio il motore con allenamenti ben calibrati.
Ragionamento che ha una sua logica, certamente, ma a me pare in primo luogo un approccio piuttosto pericoloso nei confronti di un ragazzino che dovrebbe giustamente divertirsi in bici (e non credo che ai vari Pogacar ed Evenepoel, considerato la leggerezza con cui si approcciano a distanza di dieci anni al ciclismo, sia stato fatto un discorso del genere a quell'età....). Secondariamente, ritengo che lo sviluppo, endocrinologicamente parlando, di un ragazzo, sia un processo comunque sostanzialmente geneticamente "deciso", sostanzialmente immodificabile se non con serie e forti cure ormonali, che mi sembrano del tutto fuori discussione.
Più in generale: questa nuova generazione di "preparatori", certamente professionalmente di buon livello, tuttavia filosoficamente parlando mi pare un po' debole, s'appoggia sempre sulle cosiddette "evidenze scientifiche":
Ecco, da sempre, l'evidenza scientifica , se si sta parlando di studi sugli organismi viventi, è quanto di più labile e difficile da raggiungere esista. In un organismo vivente i fenomeni sono influenzati da una quantità incalcolabile di differenti fattori, a differenza dei fenomeni fisici e meccanici, che in uno studio semplicemente sperimentale (il classico campione di corridori testati e curati in un certo modo) è facilissimo che venga "prodotto" un risultato che pare una evidenza, ma è semplicmente influenzato da una o più variabili ancora sconosciute e non considerate nello studio.
Nella teoria dell'allenamento un chiaro esempio: le SFR, oggi abbandonate, furono un prodotto proprio della nuova scienza sperimentale dell'allenamento che andava in contrasto con le vecchie "pratiche". Era una "evidenza" scientifica che altrettanto evidentemente era influenzata da variabili trascurate....
Siamo in un campo dove ancora non è serio gettare a mare la tradizione, ovvero l'enorme quantità di esperienze sovrapposte che hanno prodotto lentamente una "pratica" stratificatasi nei decenni che mano a mano è andata ad eliminare ciò che sui grandi numeri risultava dannoso, e a selezionare, con un meccanismo molto simile alla selezione naturale, ciò che era vantaggioso e produttivo, sebbene per motivi che la tradizione non sa spiegare.
E questo proprio in virtù di una più seria considerazione dei limiti intrinseci al metodo scientifico applicato alle scienze biologiche, che noto, nei neolaureati, tendenzialmente poco approfondito.


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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nime ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 11:41

l'unica cosa che condivido e su cui hanno ragione che molti di questi che fanno un percorso diverso hanno difficoltà nello stare in gruppo, questo dal punto di vista di un professionista lo capisco
e dici poco....si rischia la vita.
Io il discorso del puntare il ragazzino in pieno sviluppo puberale per "approfittare" dell'enorme produzione di testosterone continuo a ritenerlo pericoloso psicologicamente parlando.
E scientificamente parlando vorrei capire in profondità cosa possa far pensare che lo sviluppo del "motore" fisico non sia comunque predeterminato dalla genetica che regola a monte la produzione e i tempi di produzione degli ormoni, ma viceversa influenzabile addirittura da una pratica saltuaria come gli allenamenti...cioè che con quello che fai a livello muscolare puoi influenzare la naturale produzione ormonale senza assumere farmaci...
Teoria tutta da approfondire e studiare, perchè detta così sembra una delle tante teorie sovrappostesi negli anni sull'alimentazione, in cui ogni tre anni viene smentita l'"evidenza scientifica" di tre anni prima. Guarda caso a seconda di chi finanzia lo studio...


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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nime ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 11:41 il tutto condito con le solite banalità tipo "ho visto esordienti prima della gara scaldarsi sui rulli roba da pazzi"

cioè fatemi capire gara di 40 km che si parte a razzo, per scaldare il ragazzo lo mandi in giro in mezzo al traffico il giorno della festa del paese in centro quando puoi scaldarlo li e allora sei un cretino?
Per una volta la penso come magrini (o chi ha detto quella frase)
A 13 anni con i rulli prima di una gara..
Magari devono pesare la pasta tutta la settimana al grammo? Contenti voi
Restano delle gare esordienti
Poi normale che si stufano
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Winter ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 14:09
nime ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 11:41 il tutto condito con le solite banalità tipo "ho visto esordienti prima della gara scaldarsi sui rulli roba da pazzi"

cioè fatemi capire gara di 40 km che si parte a razzo, per scaldare il ragazzo lo mandi in giro in mezzo al traffico il giorno della festa del paese in centro quando puoi scaldarlo li e allora sei un cretino?
Per una volta la penso come magrini (o chi ha detto quella frase)
A 13 anni con i rulli prima di una gara..
Magari devono pesare la pasta tutta la settimana al grammo? Contenti voi
Restano delle gare esordienti
Poi normale che si stufano
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Tra l'altro la parte in cui Nibali (che stimo tantissimo) prende in giro Gaffuri sul secondo posto all'europeo scalatori e sul peso dandogli del "budello" (cosa non vera, è magrissimo) è davvero di cattivo gusto. Ci son rimasto male.


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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MattiaF ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 14:56 Tra l'altro la parte in cui Nibali (che stimo tantissimo) prende in giro Gaffuri sul secondo posto all'europeo scalatori e sul peso dandogli del "budello" (cosa non vera, è magrissimo) è davvero di cattivo gusto. Ci son rimasto male.
Se fosse vero sarebbe un punto a favore di Gaffuri, indicherebbe che ha ancora più potenziale.


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

Messaggio da leggere da Brakko »

Vuoi vedere che si rischia di scoprire (?) che in molti casi "testa di ciclista buona solo per portare caschetto"?


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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il_panta ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 10:24

Forse sono off-topic, questo discorso con Vergallito c'entra marginalmente, sarebbe una discussione a se stante che affronta temi come l'arretratezza culturale del ciclismo italiano, le nuove frontiere dello scouting e molti altri temi ancora.
:clap:

Artro che arretratezza....


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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Un tredicenne che pratica sport è un tredicenne che si allena.
Potete chiamarla come minchia volete: attività ludica, gioco, ricreazione, spremitura, dispersione scolastica.
Di fatto vi riferite a un individuo impegnato in attività allenanti.

La costruzione di una base atletica in un momento favorevole è vista come un'opera demoniaca da chi non guarda l'altra faccia della medaglia: orde di bambini e adolescenti totalmente sprovvisti di abilità motorie di base. Non sanno correre, non sanno saltare, non sanno accosciarsi perché non hanno sviluppato lo specifico schema motorio.
Non lo hanno allenato.

Gli esordienti che vanno in bici si allenano esattamente come si allenano tutti gli esordienti degli altri sport.
La diffidenza nei confronti di una figura professionale che ha a che fare con questi giovani individui (che fanno uno sport da cui preferirei si tenesse alla larga un mio ipotetico figlio perché di per sé non sviluppa niente di utile dal punto di vista motorio) sarebbe giustificata solo se esordienti e allievi svolgessero un attività non allenante. Una contraddizione in termini, un non sense.

Quelli che dicono che i ragazzini devono divertirsi e che non serve loro il preparatore omettono di dire che qualcuno li segue.
Si tratta di stabilire se il miglior compromesso tra conservazione e sviluppo sia garantito dalle nuove figure professionali stile Brambilla o dalle vecchie figure sempre defilate nello scenario che vede questi ragazzini felici che si divertono in bici.

La partita si gioca tutta qui.


nime
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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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il_panta ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 15:08
Se fosse vero sarebbe un punto a favore di Gaffuri, indicherebbe che ha ancora più potenziale.
è la prima cosa che ho pensato quando l'ho sentito, è totalmente nonsense, lasciamo perdere che non è vero, metto sotto la foto di Gaffuri e poi mi dite,

ma qualunque persona di buonsenso sa che se fosse grasso vorrebbe dire che ha margini di miglioramento in salita ancora maggiori, secondo me l'ha confuso con un altro

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Re: La parabola ciclistica di Luca Vergallito

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Primo86 ha scritto: mercoledì 4 ottobre 2023, 15:52 Un tredicenne che pratica sport è un tredicenne che si allena.
Potete chiamarla come minchia volete: attività ludica, gioco, ricreazione, spremitura, dispersione scolastica.
Di fatto vi riferite a un individuo impegnato in attività allenanti.
Manfatti
A villa gentile vedevo i ragazzini e ragazzine allenarsi ai 110 ostacoli.
Anche qualche pianto isterico al cinquantesimo più veloce, rifallo
De certo che qua i Balotelli, i "talenti puri" chiacchiere e distintivo, si tolgono di mezzo subito


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