Appunti di antropologia

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Re: Appunti di antropologia

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nino58 ha scritto: venerdì 1 dicembre 2023, 22:49
lemond ha scritto: venerdì 1 dicembre 2023, 10:33 da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XII

O, per lo meno, non c'era niente, finché a qualcuno non è venuto in mente di assegnare all'uomo moderno il ruolo del "cattivo" della storia e da qui tutta una serie di invenzioni come il libero arbitrio, l'anima immortale, la coscienza, la volontà, l'Io e l'idea di Dio sono stati fatti derivare da un semplice processo di selezione naturale.
Direi da un complicatissimo ( e a noi in gran parte ignoto, benchè la nostra ricerca non sia ferma ) processo evolutivo regolato dalla selezione naturale.
Semplice, s.m. è usato in senso etimologico, "sine-plico" ovvero senza pieghe): è tale un fenomeno ripetibile, con un chiaro rapporto di causa-effetto, e di cui è possibile realizzare modelli che permettono di prevederne gli sviluppi.


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XIII

c) questo è il significato più ampio di tutti, perché intendiamo la natura come entità ancora più astratta e omnicomprensiva, che regge i moti dell'intiero universo, animato e no, con la forza delle *leggi*, che noi definiamo *di natura*.
Il concetto di legge naturale ha un enorme debito storico: la concezione di un Dio benevolo e razionale, che ha creato e governa l'universo e quindi il tutto non può che obbedire alle sue leggi! Tali norme lo scienziato deve solo individuare e spiegare, anche se tale opera diventa sempre più ardua, a mano a mano che di regole naturali se ne trovano sempre più.
E qui sta proprio il cortocircuito fra l'uomo di ieri e quello di oggi, perché il primo assumeva facilmente che ci fosse qualcosa oltre la natura e cioè fatti sovrannaturali, mentre il secondo va via via considerando sempre meno questa ipotesi. :)


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lemond ha scritto: sabato 2 dicembre 2023, 8:35
nino58 ha scritto: venerdì 1 dicembre 2023, 22:49
lemond ha scritto: venerdì 1 dicembre 2023, 10:33 da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XII

O, per lo meno, non c'era niente, finché a qualcuno non è venuto in mente di assegnare all'uomo moderno il ruolo del "cattivo" della storia e da qui tutta una serie di invenzioni come il libero arbitrio, l'anima immortale, la coscienza, la volontà, l'Io e l'idea di Dio sono stati fatti derivare da un semplice processo di selezione naturale.
Direi da un complicatissimo ( e a noi in gran parte ignoto, benchè la nostra ricerca non sia ferma ) processo evolutivo regolato dalla selezione naturale.
Semplice, s.m. è usato in senso etimologico, "sine-plico" ovvero senza pieghe): è tale un fenomeno ripetibile, con un chiaro rapporto di causa-effetto, e di cui è possibile realizzare modelli che permettono di prevederne gli sviluppi.
Come meccanismo certamente, come previsione sugli effetti ci andrei cauto proprio perchè sono difficilmente prevedibili i fattori che andranno ad avvantaggiare questo o quello.
A fattore dato è abbastanza semplice prevedere su cosa lavorerà la selezione naturale.
Ma i fattori non li conosciamo tutti e molti che prevediamo agiscano poi magari non agiscono.
Teniamo sempre presente che la nostra conoscenza sperimentale sul mondo fisico si aggira attorno al 7-8% , forse meno.
E la biologia, cioè coscienza, volontà, io, libero arbitrio (escludo per ora l'idea di Dio che non fa parte del mio campo di ricerca fisica) è una piccola parte di questo 7-8%.
Quindi, andiamoci leggeri con le affermazioni assolute. :cincin:


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nino58 ha scritto: sabato 2 dicembre 2023, 11:20
lemond ha scritto: sabato 2 dicembre 2023, 8:35
nino58 ha scritto: venerdì 1 dicembre 2023, 22:49

Direi da un complicatissimo ( e a noi in gran parte ignoto, benchè la nostra ricerca non sia ferma ) processo evolutivo regolato dalla selezione naturale.
Semplice, s.m. è usato in senso etimologico, "sine-plico" ovvero senza pieghe): è tale un fenomeno ripetibile, con un chiaro rapporto di causa-effetto, e di cui è possibile realizzare modelli che permettono di prevederne gli sviluppi.
Come meccanismo certamente, come previsione sugli effetti ci andrei cauto proprio perchè sono difficilmente prevedibili i fattori che andranno ad avvantaggiare questo o quello.
A fattore dato è abbastanza semplice prevedere su cosa lavorerà la selezione naturale.
Ma i fattori non li conosciamo tutti e molti che prevediamo agiscano poi magari non agiscono.
Teniamo sempre presente che la nostra conoscenza sperimentale sul mondo fisico si aggira attorno al 7-8% , forse meno.
E la biologia, cioè coscienza, volontà, io, libero arbitrio (escludo per ora l'idea di Dio che non fa parte del mio campo di ricerca fisica) è una piccola parte di questo 7-8%.
Quindi, andiamoci leggeri con le affermazioni assolute. :cincin:
S.M. mai in Boncinelli ci sono affermazioni assolute, proprio perché ogni scienziato sa che la sua materia va per approssimazioni successive, che prese una per una, sono semplici e tutto questo ha anche un nome, mi pare si chiami *riduzionismo*. :cincin:


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lemond ha scritto: sabato 2 dicembre 2023, 12:51
nino58 ha scritto: sabato 2 dicembre 2023, 11:20
lemond ha scritto: sabato 2 dicembre 2023, 8:35

Semplice, s.m. è usato in senso etimologico, "sine-plico" ovvero senza pieghe): è tale un fenomeno ripetibile, con un chiaro rapporto di causa-effetto, e di cui è possibile realizzare modelli che permettono di prevederne gli sviluppi.
Come meccanismo certamente, come previsione sugli effetti ci andrei cauto proprio perchè sono difficilmente prevedibili i fattori che andranno ad avvantaggiare questo o quello.
A fattore dato è abbastanza semplice prevedere su cosa lavorerà la selezione naturale.
Ma i fattori non li conosciamo tutti e molti che prevediamo agiscano poi magari non agiscono.
Teniamo sempre presente che la nostra conoscenza sperimentale sul mondo fisico si aggira attorno al 7-8% , forse meno.
E la biologia, cioè coscienza, volontà, io, libero arbitrio (escludo per ora l'idea di Dio che non fa parte del mio campo di ricerca fisica) è una piccola parte di questo 7-8%.
Quindi, andiamoci leggeri con le affermazioni assolute. :cincin:
S.M. mai in Boncinelli ci sono affermazioni assolute, proprio perché ogni scienziato sa che la sua materia va per approssimazioni successive, che prese una per una, sono semplici e tutto questo ha anche un nome, mi pare si chiami *riduzionismo*. :cincin:
Bhe, insomma, quelle che hai riportato come parte XII, mi paiono affermazioni molto "assolute" :cincin:


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nino58 ha scritto: sabato 2 dicembre 2023, 14:35
Bhe, insomma, quelle che hai riportato come parte XII, mi paiono affermazioni molto "assolute" :cincin:
Il fatto che non ci sia nessuna teleologia? A me pare una semplice constatazione dettata dall'osservazione dei fenomeni.


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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XIV

Il sovrannaturale è quasi sempre l'altra faccia del sacro, anche se spesso non è comprensibile e neppure raccontabile. Però si basa sul fatto che la vita non sempre ci piace, però non la vogliamo perdere, perché la morte è in fondo stretta parente della perdita di appartenenza e di ciò dà conto Woody Allen in una fulminante battuta: "Questo provo riguardo alla vita: solitudine, guai, dolori e ... dura poco." :diavoletto:
Il desiderio di appartenenza si fonde con la possibilità di *sapere ciò che sarà* e le due si consolidano in un mondo regolato, che si manifesta secondo le forme del sacro.


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lemond ha scritto: domenica 3 dicembre 2023, 9:05
nino58 ha scritto: sabato 2 dicembre 2023, 14:35
Bhe, insomma, quelle che hai riportato come parte XII, mi paiono affermazioni molto "assolute" :cincin:
Il fatto che non ci sia nessuna teleologia? A me pare una semplice constatazione dettata dall'osservazione dei fenomeni.
No, il fatto che chi ama e ringrazia oppure odia e depreca non capirebbe niente !
Questa è l'affermazione assoluta, S.M.


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nino58 ha scritto: domenica 3 dicembre 2023, 19:26
lemond ha scritto: domenica 3 dicembre 2023, 9:05
nino58 ha scritto: sabato 2 dicembre 2023, 14:35
Bhe, insomma, quelle che hai riportato come parte XII, mi paiono affermazioni molto "assolute" :cincin:
Il fatto che non ci sia nessuna teleologia? A me pare una semplice constatazione dettata dall'osservazione dei fenomeni.
No, il fatto che chi ama e ringrazia oppure odia e depreca non capirebbe niente !
Questa è l'affermazione assoluta, S.M.
"non c'è niente e nessuno da amare e ringraziare e niente da odiare e deprecare, come a quasi tutti invece piacerebbe tanto!" Tale affermazione altro non è che mancanza di teleologia, detta con altre parole. Quando si dice "grazie a dio" è un'affermazione solo tradizionale, ma vuota di significato letterale. Non occorre fare, come qui' livornese, che ruzzolò per le scale e un parente veneto venuto a trovarlo gli disse: "ringrazia iddio che non le hai cadute tutte. "Un voglio ringrazia' proprio nessuno" e si gettò per arriva' fine in fondo. :crazy:


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XV

Il fatto che osservando precise regole si evitino, inconsapevolmente o no, guai seri, rappresenta uno degli aspetti più potenti e attraenti del sacro. Si tratta di assunzioni che non hanno alcuna base reale, ma ciò non importa, perché sacro e sovrannaturale fanno un corpo unico: non c'è sacralità senza percezione di qualcosa che ci trascende. Ma noi, confinati nelle e dalle leggi di natura, come facciamo a pervenire al sovra? La risposta è: solo con riti e formule complicatissime, conosciute da una classe speciale di individui. Ciò rappresenta il massimo della nostra impotenza, ma al contempo della sicurezza, essenzialmente basata sul non sapere. :)


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XVI

Il sovrannaturale si manifesta in diverse forme, ad es, nei miracoli che qualcuno (o molti) vedono anche oggi, anche se sono affini ai paradossi. :)
Esso è un termine di conio relativamente recente e legato alla fede cristiana, o forse quasi alla sola cattolica, mentre, se si vuole trovare un termine più antico si dovrà usare *prodigio*. In ogni modo, entrambi rappresentano un'anomalia dei processi naturali, a volte molto bizzarra, ma tutt'altro che rara. L'uomo è cresciuto in mezzo e ne è attratto. La contemplazione dei prodigi riposa la mente e rilassa il cuore, non ci obbliga a sforzarci di capire e ci solleva da molte responsabilità, perché nella storia ci sono sempre stati uomini che hanno esonerato gli altri da un così grave compito: i sacerdoti! :diavoletto:


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XVII

Non di rado si tratta di individui normali, che solo per caso sono diventati testimoni del sacro. Spesso i sacerdoti sono organizzati in comunità e confraternite per meglio far fronte a quello che si pretende da loro, ovvero convincere la gente di una loro appartenenza a una religione, a una cultura, un clan etc.
Tale stato mentale è sempre stato forte negli ultimi secoli, ma è diventato quasi imprescindibile nel mondo attuale, fino a scavare solchi profondi fra gruppi sociali diversi e a diventare il più grosso ostacolo alla convivenza e alla concordia. L'esasperazione del concetto ha anche un nome: *Fondamentalismo*!
Molti dei veli, che coprivano un tempo la centralità del desiderio di appartenenza nella complessità del sacro, sono caduti o si sono sollevati, lasciando in piena vista l'aspetto sociale e tribale di tale desiderio, trasformatosi ormai in un vero e proprio bisogno, emozionale e intellettuale! :muro:


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XVIII

L'uomo si è sempre posto una serie di domande, che qualcuno definisce supreme. :) Ma si dovrebbe sapere che è inutile e fuorviante cercare risposte, perché di serie non ce ne sono e si è costretti a inventarsene di arbitrarie e fasulle. Ma, a pensarla come me, siamo proprio in pochi anche oggi, figuriamoci una volta!
Infatti l'uomo non si è mai arreso e ha sempre cercato di riempire tutti i buchi, anche quelli vertiginosi e ineliminabili e si è sempre fatto la convinzione che il mondo abbia un proprio ordine e che lui vi appartenga di diritto e magari al primo posto. :crazy: Su tutto domina una sorta di principio di ragione sufficiente: tutto quanto accade deve avere un motivo, cioè un agente, una causa, uno scopo. E di conseguenza anche un responsabile, colpevole o benemerito.


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XIX

L'esigenza di riferirsi a realtà indubitabili si incrocia spesso con la creazione di agenti animati e ciò dà luogo all'Olimpo affollato dei greci, ma quello non è l'origine, il sacro è nato da entità primarie da cui tutto discende e dipende: una specie di realismo fantasma che ci opprime e ci minaccia, ma alla fine ci appaga emotivamente. Su tale impalcatura, per analogia o contrapposizione, si poggia e si fa conoscere tutto il resto, apoditticamente! :grr:


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XX

Nel mondo d'oggi queste entità primarie sono conosciute come valori tradizionali o radici e diventate il pane prevalente alla mensa dei nostalgici e dei rigoristi, che poi è la condizione subito prima del fondamentalismo!
Ma che cosa sono davvero, secondo me, i valori? Risposta: il braccio secolare del sacro, macigni intellettuali molto, ma molto imprecisi, la cui vera natura viene raramente specificata. Un tempo la giustizia, la saggezza, la bellezza, la vendetta, la con- e dis-cordia, la guerra, la pace, l'ospitalità erano divinità, ovvero entità fondanti e richiedenti. I valori di oggi sono il remoto e pallido riflesso di tali entità. :x


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXI

Perché i "valori" si sono affermati e consolidati in noi e continuano a imperare anche oggi? Ci sarà una ragione evolutiva?
Chi crede fermamente nei "valori" propri è più aggressivo e quindi in un'eventuale competizione avrà più probabilità di prevalere. È una spiegazione così semplice che fa quasi spavento, per cui sono sicuro che quasi nessuno l'accetterà, ma sono convinto che essi sono il sostituto dell'istinto animalesco ed è difficile per homo sapiens sottrarsi alla loro forza di persuasione, spesso imperativa e irriflessa.
La difesa dei *nostri* valori non è molto diversa da ciò che rappresenta la protezione del territorio negli animali, il quale altro non rappresenta che l'istinto di sopravvivenza. Molti di voi si ricorderanno della *inviolabilità del sacro patrio suol* :diavoletto:


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXII

Qui ritorna il collegamento con l'appartenenza: si può essere partecipi di una cultura solo se si condividono i valori portanti. Pensiamo alla mafia, dove, così come nella chiesa, all'ingresso si viene "battezzati" e poi confermati (la cresima è appunto il sacramento della confermazione) con il primo omicidio a sangue freddo! Nella mafia non so, ma nella chiesa il riconoscimento dei valori è mediato e garantito dalla casta dei sacerdoti, realtà a noi consustanziale, ma preposta alla veicolazione del soprannaturale!


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXIII

Una strategia fondamentale per la sopravvivenza di un animale è quella di individuare le cause che hanno portato un certo effetto, per potersi cautelare: un ramo rotto può essere causato da un predatore e il considerarlo può significare aver salva la vita.
La necessità dell'individuazione di un agente causale ha portato l'homo sapiens alla sedimentazione di una forma mentis, secondo la quale tutto deve avere una causa, il nostro è quindi un bisogno atavico che ci conduce alla ricerca, via via, fino alla Causa prima.
È già dubbio che un ragionamento del genere possa valere per la fisica, ma è del tutto escluso che abbia un qualche possibilità in biologia. Si osserva facilmente che esiste una rete molto estesa di relazioni causali e di concomitanze e nessun processo può aver luogo se non si vengono ad accumulare un certo numero di concause, alcune delle quali generate dal processo stesso. La biologia molecolare in particolare, dimostra quanto sia fallace il ragionamento basato sulla successione lineare di cause che dovrebbe condurre alla Causa prima!


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXIV

Aristotele è stato anche un grandissimo biologo dell'antichità, ma questo specifico aspetto non l'à colto, accecato com'era dalla cogenza del pensiero logico, a danno invece dell'esperimento, che è la vera pietra di paragone della verità di un'affermazione, nei limiti in cui noi umani possiamo arrivare alle verità di qualche cosa.
Aristotele sembra aver detto tutto a proposito dell'idea di causa prima, senza però alzarsi dalla poltrona e senza quindi indagare ciò che esiste sopra o sotto questo mondo quotidiano. Non si può imputare allo Stagirita di non conoscere quello che succederà secoli dopo, ma ci si può invece lamentare del comportamento di coloro che oggi continuano a ripetere e solennizzare tali concetti! Ma si sa il pensiero filosofico, a differenza in genere di quello antropologico, per qualcuno è sacro, anche se è frutto di elaborazioni quasi primordiali. :)


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXV

La necessità sentita dall'uomo di trovare la causa prima provoca l'esclusione a priori che alcune cose avvengano semplicemente per caso e questo non basta: devono esistere sempre dei responsabili, si pensi agli *untori* di Manzoni o agli esecrandi colpevoli del terremoto di Lisbona e addirittura un papa [nota mia, il boy(a)] parlò del silenzio di Dio, deciso da Questi davanti al cumulo delle nostre iniquità (Sempre nota mia, aveva aspettato il nuovo millennio, perché nel vecchio non ne erano accadute così tante :diavoletto: )
L'individuazione quasi sempre arbitraria di responsabilità e colpe sodisfa anche una nostra aspirazione profonda: giudicare e condannare! (È da qui che spesso nasce la teoria del complotto!) È pratica comune a molte culture l'individuazione di un c.d. "capro espiatorio" individuale o collettivo.


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXVI

La moderna concezione della scienza ci ha fornito l'idea del caso e della aleatorietà per molti eventi, punto di vista affatto assente nel pensiero primordiale del mondo, ispirato dalla magia religiosa. Occorre una profonda riflessione e una grande apertura mentale per accettare questa grande rivoluzione, ma la fisica e la biologia non lasciano alcun dubbio. Quando si va nel mondo delle molecole, atomi e quanti. il caso sale in cattedra, ma se si vuole un esempio su scala un po' più grande basti pensare all'aleatorietà delle previsioni meteorologiche. In entrambi i casi ci dobbiamo accontentare di congetture basate sulla probabilità.
A questo punto dobbiamo fare un precisazione: un fatto casuale non è un evento senza una causa, ne avrà certamente una, anzi anche più di una come ogni cosa del mondo, ma noi non la conosciamo o perché è impossibile, o difficile o, spesso non vale la pena di conoscerla. :)


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXVII

Il caso è ancora più rilevante se passiamo ai fenomeni biologici, che sono molecolari e atomici per natura: non c'è niente che possa controllare se in di una determinata proteina nucleare, se ne fanno venti molecole o ventidue, ma dopo qualche tempo gli effetti di una tale differenza si sommeranno e porteranno una certa varianza biologica, che si rifletterà sull'embrione. Per quale motivo, se non il caso, io possiedo, per esempio, il condotto auricolare sinistro più stretto di quello destro? :diavoletto:
Le biforcazioni molecolari casuali avvengono in tutte le parti del nostro corpo, ma sono particolarmente importanti quando interessano il sistema nervoso o il cervello in una qualsiasi fase dello sviluppo: alcune saranno su base deterministica, ma altre invece casuali; di solito queste differenze fra un individuo e un altro non sono tali da mettere a rischio la vita, ma ne segnano senz'altro l'individualità.


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXVIII

Pensiamo al genio universale di Leonardo da Vinci: nessuno intorno a lui ha mostrato le doti, nemmeno alla lontana e perché? Vassapé! :dubbio:
Un discorso a parte merita il cibo, vale a dire l'effetto che ha su di noi quello che mangiamo e infatti non esiste forma di sacralità antica o moderna che non comporti prescrizioni sul cibo e addirittura si sono venute a creare vere e proprie "sette" che propagandano in positivo o in negativo questo o quello. Un esempio particolare è dato dall'avversione viscerale di moltissima gente per gli alimenti OGM, una delle maggiori conquiste della moderna biotecnologia, che potrebbe risolvere il problema della fame nel mondo. :clap:


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXIX

Non possiamo sapere con assoluta certezza qual è stata la storia reale dell'idea del sacro, ma possiamo tentare alcune spiegazioni ragionevoli. È un'operazione un po' azzardata, ma non sembra ci siano alternative.
Non sono poche oggi le religioni che hanno a che fare con una divinità che sia anche una persona, in primis quella cristiana. Anche se già il giudaesimo aveva con YHWH un tale rapporto, il cristianesimo, dopo averlo rilevato, lo ha anche approfondito, aumentando pure il numero, ma soprattutto le prerogative, come la misericordia e l'amore, il che permette ai fedeli di chiederGli qualcosa. Siamo allora nell'ambito della preghiera, come colloquio a tu per tu, volto a ottenere favori, magari in forza di qualcosa in contraccambio. :)


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXX

La religione cattolica, cresciuta sulla rigogliosa pianta del paganesimo, ha accettato, anzi moltiplicato il numero delle persone alle quali il credente si può rivolgere: oltre alla Tre persone della Trinità, possiamo contare la Madonna, gli angeli, ma soprattutto i Santi/Beati, che sono quelli che raccolgono le maggiori preferenze. (Nota mia, credo che il meno invocato di tutti sia il Padre, se si esclude quello della Preghiera Codificata).
La preghiera è la maniera più viva e palpitante di rapportarsi al sacro e rappresenta da sempre il volto quotidiano del sacro stesso, o, in altre parole, il "nostro" rapporto con questo.


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Re: Appunti di antropologia

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lemond ha scritto: martedì 19 dicembre 2023, 15:30 da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XXX

La religione cattolica, cresciuta sulla rigogliosa pianta del paganesimo, ha accettato, anzi moltiplicato il numero delle persone alle quali il credente si può rivolgere: oltre alla Tre persone della Trinità, possiamo contare la Madonna, gli angeli, ma soprattutto i Santi/Beati, che sono quelli che raccolgono le maggiori preferenze. (Nota mia, credo che il meno invocato di tutti sia il Padre, se si esclude quello della Preghiera Codificata).
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Re: Appunti di antropologia

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ALLMUBUAHAHA....non esiste proprio babbo natale.... il resto si.... :lol:


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XLII

La cultura del sacro presenta molti altri aspetti, che ne hanno favorito la diffusione, in primis una precipua funzione sociale, consistente nell'istituzione di norme di comportamento civile. In tal modo il sacro è diventato un agente normalizzatore e, per taluni, moralizzatore.
Nella nostra specie gli istinti non hanno quel ruolo imperioso proprio di altri animali e quindi ci servono regole; facili da apprendere e con buona accettabilità da parte della maggior parte degli individui e molto meglio se possiedono anche una grande autorevolezza. :)
Le prime norme non potevano che essere di natura sacrale: per far obbedire la gente senza troppo pensare, e l'obbedienza, lo sappiamo, significa ordine sociale, ma quasi sempre porta anche la paura e il terrore, di solito figli degeneri del sacro. A questo proposito, potremmo dire che il cammino della civiltà non è stato altro che il tentativo, riuscito solo in parte, di scrollarsi di dosso la paura immotivata.


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" LV

Ma come stanno effettivamente le cose?
S.m. occorre distinguere il progresso materiale, da quello civile e morale: per il primo "nulla quaestio", mentre nel secondo bisogna distinguere il comportamento collettivo da quello dell'individuo e constatare che per il singolo non c'è stato quasi nessun cambiamento.
La società di oggi garantisce più giustizia e meno crudeltà e i rapporti fra la gente sono di solito civili, ma gli individui non sono cambiati e l'uomo del XXI secolo è quasi eguale a quello dell'undicesimo o di molto tempo prima. I fatti dimostrano che non esiste alcun meccanismo noto che possa far entrare l'educazione dentro il genoma, il quale è rimasto quello di tanti millenni fa. Mediamente ci comportiamo molto meglio, ma in certe situazioni ci mostriamo per quel che siamo, indulgendo in atrocità senza pari, soprattutto dove c'è guerra, guerriglia, lotta tra fazioni e situazioni finalizzate al logoramento reciproco.
I più non riescono a crederci e questo è un errore di prospettiva, come chi credesse che non ci sono più i batteri, perché siamo riusciti a combatterli con efficacia. Il controllo sociale sta all'intemperanza dell'indole umana, come gli antibiotici stanno ai batteri. :) La soluzione, s.m. è che non potendoci aspettare granché dalla natura, dobbiamo far valere sempre più la cultura.
In questa prospettiva storica, ritorna la domanda che ci eravamo già posti e cioè se il progresso sociale abbia contribuito e contribuirà più della dottrina del peccato al miglioramento possibile della specie? Per rispondere, come possiamo, dobbiamo chiederci quale sia la radice del male?


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" LVI

In primis, occorre distinguere il male commesso per raggiungere uno specifico obiettivo, per quanto meschino e riprovevole, da quello che deriva da una generica disposizione a compierlo.
Per il primo, c'è poco da dire, deve essere condannato dalla morale e dalle norme giuridiche.
A proposito del secondo è indicata tutta una serie di inclinazioni che si troverebbe alla base della capacità di compiere il male e la prima è l'aggressività.
Ma come possiamo definirla? Forse la disposizione naturale c comportarsi *contro*.
Non c'è animale senza aggressività, tutto dipende dal livello ed essa va di pari passo con la capacità di riconoscersi e di trattarsi come individui ed è utile per tenere gli estranei fuori dal gruppo e dal territorio e lontani dalla prole, quanto per aumentare la coesione del gruppo e quindi segnare il discrimine fra "noi" e "loro".
La strategia seguita dalla natura, cioè favorita dalla selezione, è quella di tenere alto il livello di aggressività, ma di inibirne all'occorrenza gli effetti, mediante segnali e rituali innati, tendenti a smontare l'ira dell'aggressore. Possiamo riscontrare anche nella nostra specie persone che tentano di sviare l'aggressività altrui assumendo atteggiamenti scherzosi o infantili o genericamente "indifesi", i quali rappresentano un freno estremamente potente, tanto che sono definiti anche disarmanti. :)
L'aggressività, s.m. oltre a non essere possibile, eliminarla non sarebbe nemmeno un bene, non fosse che per il sottile rapporto che la lega alla carica vitale: senza di essa ci sarebbe una maggiore tendenza alla depressione.


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" LVII

Subito dopo l'aggressività, anche se a una certa distanza, viene la cattiveria e questa è una categoria tipicamente umana. Il *cattivo* è colui che non guarda in faccia nessuno pur di raggiungere lo scopo. Ci possono essere cattiverie a breve e a lunga gittata, in ogni caso (va sottolineato) i cattivi sono gli altri! :diavoletto: E la contemplazione, seguita dalla condanna della cattiveria altrui, reca grande conforto e forse è la ragione principale per la quale la gente legge storie, va a teatro (o al cinema) come già sapevano i drammaturghi dell'antica Grecia.
Una variante della cattiveria è la malvagità, che si distingue perché esercitata senza uno scopo apparente: si fa il male per il male e il malvagio per eccellenza nella nostra cultura è il diavolo. :D E in esso, alcuni hanno visto qualcosa di grandioso e infatti si sono formati anche culti del Signore del Male. Va detto, però, che l'apoteosi del male si può osservare solo nella società, ma non negli individui, perché nessuno può assurgere alla grandezza del compimento del male puro, anche se a qualcuno piace pensarlo.


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" LVIII

Grande risalto si dà poi all'egoismo, oggetto di disapprovazione di quasi tutti gli approcci all'etica, tanto religiosi, quanto laici, eppure è forse il difetto umano più diffuso, quindi non possiamo parlare di anomalia se non si puntualizza il grado. Infatti, pensare ai propri interessi è salutare e solo dopo un certo *oltre* che diventa patologico, ma individuare il punto è un'analisi difficile, a parte il solito luogo comune che egoisti sono gli altri. :D
Una società priva di individui egoisti/ambiziosi non potrebbe sussistere: è la bramosia e la voglia di successo personale che muove il mondo, anche se talvolta è mascherata dal c.d. buonismo. :x
Tra gli stati d'animo che predispongono al male abbiamo anche i due grandi tormentoni interiori della gelosia e dell'invidia; la prima di solito ha un'ambito riservato all'amore e allora è un rapporto a tre, ma può essere anche a due e allora c'è poca differenza con l'invidia: gli altri hanno sempre più di noi, anche se non se lo meritano! :x
La psicoanalista Melanie Klein ha parlato di un'invidia primaria, presente già nel bambino che viene allattato e che poi si trasforma, tramite elaborazione, in un tratto fondamentale della personalità. Forse l'invidia è la base del comunismo: non importa come sto io, l'essenziale è che nessuno stia meglio di me. :crazy:
In ogni modo, anche qui è importante il grado: senza invidia, emulazione, ambizione ci sarebbe solo una grande stagnazione, mentree essa fa girare la giostra della vita sociale, quando non è eccessiva. :)


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Re: Appunti di antropologia

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da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" LIX

Un discorso a parte merita *la tolleranza*. Mi sono sempre stupito di quell'atteggiamento di strisciante disapprovazione che i componenti di un gruppo ha verso quelli di un altro: non solo il ricco guarda male il povero, l'erudito l'incolto, ma anche il contrario. La cosa mi colpisce ancora di più nelle questioni di gusto, che sono di sicuro innocue, ma anche le più rivelatrici: ai membri degli altri gruppi non viene perdonata, di solito, nessuna sfumatura diversa dallo standard accettato, nel vestire, mangiare, arredare la casa, divertirsi e perfino nel modo di fare regali. ;) Si tratta di un misto fra intolleranza, invidia, diffidenza, se non di vera e propria fobia per il diverso. Di norma ciò non provoca grossi guai, ma da questa specie di snobismo all'intolleranza vera e propria il passo è breve e si può notare che nella storia piccole differenze sono state capaci di alimentare la discriminazione, se non addirittura la persecuzione! Le vie dell'odio sono infinite, perché ha un enorme potere coagulante. :x
Riassumendo, anche in questo caso è sempre una questione di grado, ma soprattutto dobbiamo sapere che ogni cosa del mondo ha due facce e male e bene son dentro la stessa moneta/persona; sta alla nostra capacità di giudizio stabilire quale "est modus in rebus". ;)


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